Studenti dell’Ateneo premiati alle Nazioni Unite
Un gruppo di studenti dell'Università di Pisa ha preso parte all'edizione 2016 della "National Model United Nations", la principale simulazione dei lavori dell'ONU che si svolge annualmente a New York. I ragazzi e le ragazze, che a Pisa studiano di scienze politiche, giurisprudenza, economia e lingue, hanno simulato di essere i delegati brasiliani, prendendo parte ai lavori nei diversi comitati e agenzie dell'ONU.
Dopo una settimana si è svolta la cerimonia conclusiva nel Palazzo di vetro delle Nazioni Unite e in quell'occasione gli studenti di Pisa sono stati premiati con l'Honourable Mention, il riconoscimento attribuito alle delegazioni che maggiormente si sono distinte per la puntualità della ricerca, per la capacità di creare consenso e per la validità degli atti giuridici prodotti.
La partecipazione alla "National Model United Nations" è stata realizzata nel quadro della collaborazione istituzionale con Consules, una organizzazione non governativa che si occupa di formazione, di cui è referente per l’Università di Pisa la professoressa Marinella Neri e rappresenta un importante momento di formazione e internazionalizzazione per gli studenti dell'Ateneo.
Studenti dell’Università di Pisa premiati alle Nazioni Unite a New York
Un gruppo di studenti dell'Università di Pisa ha preso parte all'edizione 2016 della "National Model United Nations", la principale simulazione dei lavori dell'ONU che si svolge annualmente a New York. I ragazzi e le ragazze, che a Pisa studiano di scienze politiche, giurisprudenza, economia e lingue, hanno simulato di essere i delegati brasiliani, prendendo parte ai lavori nei diversi comitati e agenzie dell'ONU. Dopo una settimana si è svolta la cerimonia conclusiva nel Palazzo di vetro delle Nazioni Unite e in quell'occasione gli studenti di Pisa sono stati premiati con l'Honourable Mention, il riconoscimento attribuito alle delegazioni che maggiormente si sono distinte per la puntualità della ricerca, per la capacità di creare consenso e per la validità degli atti giuridici prodotti.
La partecipazione alla "National Model United Nations" è stata realizzata nel quadro della collaborazione istituzionale con Consules, una organizzazione non governativa che si occupa di formazione, di cui è referente per l’Università di Pisa la professoressa Marinella Neri e rappresenta un importante momento di formazione e internazionalizzazione per gli studenti dell'Ateneo.
Certificazione unica 2016 per chi ha avuto borse o premi dall'Ateneo
Tutti gli studenti o laureati che nell’anno 2015 hanno percepito dall’Università di Pisa premi o borse a vario titolo, sia assoggettate a IRPEF che esenti, hanno la possibilità di scaricare la certificazione unica - CU 2016 - accedendo al portale di ateneo https://cedolino.unipi.it, autenticandosi con le credenziali di Alice in possesso.
Nel caso di impossibilità all’autenticazione, vi invitiamo a scrivere all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Esce la prima raccolta di saggi dedicati in Italia all'opera di Wisława Szymborska con due inediti: un collage ispirato alla Torre di Pisa e una poesia del 1985
In Italia, paese in cui molti scrivono poesie, ma pochissimi le leggono, Szymborska piace. Da questa semplice, perfino banale constatazione, è nato il primo libro dedicato in Italia all'opera della poetessa polacca “Szymborska, La gioia di leggere. Lettori, poeti, critici” (Pisa University Press, Pisa, 2016) curato Donatella Bremer e Giovanna Tomassucci, docenti dell’Università di Pisa.
Un volume ricco di testimonianze che raccoglie anche due inediti della poetessa: un collage “italiano” ispirato alla Torre di Pisa e una poesia del 1985, mai apparsa in Italia, “Dialettica e Arte”. I saggi che compongono il libro sono riflessioni di poeti (Anna Maria Carpi, Alba Donati, Paolo Febbraro) e critici (Alfonso Berardinelli, Donatella Bremer, Roberto Galaverni, Giovanna Tomassucci), oltre a un intervento di Pietro Marchesani che è stato il suo traduttore italiano e in più testimonianze di amici della poetessa come Ewa Lipska, Jarosław Mikołajewski, ex direttore dell'Istituto Polacco di Cultura di Roma, e il suo ex-segretario e attuale presidente della Fondazione a lei intitolata, Michał Rusinek.
Nobel per la Letteratura 1996, la poetessa polacca ha conquistato nel nostro paese decine di migliaia di lettori e a tutt’oggi i suoi versi e la sua figura vengono frequentemente citati sulla stampa, alla radio e alla TV, comparendo in canzoni e spettacoli teatrali, in graphic novel e soprattutto in centinaia di siti web, blog e video.
“La predilezione per l’opera di Szymborska si è trasformata in un atipico fenomeno sociale – spiega Giovanna Tomassucci – e in questa raccolta di saggi ci siamo proprio interrogati su quali siano gli elementi propulsivi di questo consenso condiviso, chiedendoci allo stesso tempo il perché la poesia di Szymborska, malgrado, o forse proprio a causa del suo appassionato pubblico di lettori e di una fama di autrice non complessa, abbia finora stimolato scarse letture critiche in Italia”.
“Szymborska, La gioia di leggere. Lettori, poeti, critici” sarà presentato il 22 aprile alle 18 al centro Culturale Il Funaro a Pistoia; il 23 aprile alle 17 alla Biblioteca delle Oblate a Firenze con Alfonso Berardinelli, Alba Donati, Niccolò Scaffai e Giovanna Tomassucci; il 4 maggio alle 17 nell’aula magna di Palazzo Matteucci in Piazza Torricelli a Pisa alla presenza di Alfonso Berardinelli, Stefano Brugnolo, Fausto Ciompi, Giacomo Cerrai, Giovanna Tomassucci e infine il 12 maggio 2016 nell'ambito del Festival Szymborska organizzato dall'Università di Bologna e dall'Istituto polacco di Roma.
Esce la prima raccolta di saggi dedicati in Italia all'opera di Wisława Szymborska
In Italia, paese in cui molti scrivono poesie, ma pochissimi le leggono, Szymborska piace. Da questa semplice, perfino banale constatazione, è nato il primo libro dedicato in Italia all'opera della poetessa polacca “Szymborska, La gioia di leggere. Lettori, poeti, critici” (Pisa University Press, Pisa, 2016) curato Donatella Bremer e Giovanna Tomassucci, docenti dell’Università di Pisa.
Un volume ricco di testimonianze che raccoglie anche due inediti della poetessa: un collage “italiano” ispirato alla Torre di Pisa (foto) e una poesia del 1985, mai apparsa in Italia, “Dialettica e Arte”. I saggi che compongono il libro sono riflessioni di poeti (Anna Maria Carpi, Alba Donati, Paolo Febbraro) e critici (Alfonso Berardinelli, Donatella Bremer, Roberto Galaverni, Giovanna Tomassucci), oltre a un intervento di Pietro Marchesani che è stato il suo traduttore italiano e in più testimonianze di amici della poetessa come Ewa Lipska, Jarosław Mikołajewski, ex direttore dell'Istituto Polacco di Cultura di Roma, e il suo ex-segretario e attuale presidente della Fondazione a lei intitolata, Michał Rusinek.
Nobel per la Letteratura 1996, la poetessa polacca ha conquistato nel nostro paese decine di migliaia di lettori e a tutt’oggi i suoi versi e la sua figura vengono frequentemente citati sulla stampa, alla radio e alla TV, comparendo in canzoni e spettacoli teatrali, in graphic novel e soprattutto in centinaia di siti web, blog e video.
“La predilezione per l’opera di Szymborska si è trasformata in un atipico fenomeno sociale – spiega Giovanna Tomassucci – e in questa raccolta di saggi ci siamo proprio interrogati su quali siano gli elementi propulsivi di questo consenso condiviso, chiedendoci allo stesso tempo il perché la poesia di Szymborska, malgrado, o forse proprio a causa del suo appassionato pubblico di lettori e di una fama di autrice non complessa, abbia finora stimolato scarse letture critiche in Italia”.
“Szymborska, La gioia di leggere. Lettori, poeti, critici” sarà presentato il 22 aprile alle 18 al centro Culturale Il Funaro a Pistoia; il 23 aprile alle 17 alla Biblioteca delle Oblate a Firenze con Alfonso Berardinelli, Alba Donati, Niccolò Scaffai e Giovanna Tomassucci; il 4 maggio alle 17 nell’aula magna di Palazzo Matteucci in Piazza Torricelli a Pisa alla presenza di Alfonso Berardinelli, Stefano Brugnolo, Fausto Ciompi, Giacomo Cerrai, Giovanna Tomassucci e infine il 12 maggio 2016 nell'ambito del Festival Szymborska organizzato dall'Università di Bologna e dall'Istituto polacco di Roma.
Inaugurazione mostra fotografica 'Questo momento... lo vorrei raccontare'
Sabato 16 aprile alle 16,30 sarà inaugurata nell’atrio di Palazzo Vitelli (Lungarno Pacinotti 44, Pisa) la mostra fotografica "Questo momento... lo vorrei raccontare”. La collettiva è l’atto finale del corso di educazione all’immagine organizzato dal Centro Ricreativo Dipendenti Universitari dell’Ateneo pisano e vede protagonisti i partecipanti al corso che hanno sviluppato il tema che dà il titolo alla mostra. L’esposizione chiuderà il 6 maggio ed è visitabile negli orari di apertura degli uffici del Rettorato dell’Università di Pisa.
Convegno di studio su Beatrice, madre di Matilde di Canossa, una delle più grandi figure mondiali sepolte a Pisa
E’ una delle più grandi figure mondiali sepolte a Pisa al pari di Arrigo VII, una delle donne più importanti d’Europa, con un dominio che andava dalla Lombardia all’Emilia e alla Toscana. Si tratta di Beatrice, madre di Matilde di Canossa, alla quale la Società Storica Pisana, il dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa e l’Archeoclub di Pisa dedicano il convegno di studi “Beatrice e Matilde nella letteratura, nell’arte e nella storia” che si terrà dalle ore 16 del 18 e 20 aprile alla Gipsoteca di Arte Antica in piazza San Paolo all’Orto e si concluderà poi il 21 aprile alle 15 con un appuntamento nel Campo Santo monumentale.
Beatrice soggiornò a lungo a Pisa eleggendo la città dell’Arno come sede preferita da cui governare la sua marca, qui finì i suoi giorni il 18 aprile 1076 e fu sepolta davanti alla cattedrale, in un sarcofago della fine del II secolo raffigurante il mito di Fedra e Ippolito, ora conservato nel Campo Santo.
“Alla morte della madre – spiega il professore Fabrizio Franceschini dell’Ateneo pisano – Matilde fece una cospicua donazione per il Duomo allora in costruzione legando il lascito all’istituzione di una festività che si svolgeva proprio il 18 aprile, una ricorrenza della Pisa repubblicana di cui non è però rimasta traccia dopo che la memoria cittadina viene di fatto riplasmata con il dominio fiorentino”.
Il convegno di studio ha dunque anche lo scopo di far conoscere alla città una donna che la cui figura si muove fra storia, mito e leggende, basti pensare, ad esempio, che Francesco da Buti nel suo commentario alla Commedia la identifica persino con la Beatrice di Dante. A illustrare la figura di Beatrice nella tre giorni a lei dedicata saranno i professori dell’Università di Pisa Fabrizio Franceschini, Mauro Ronzani, Gigetta Dalli Regoli, Maria Luisa Ceccarelli Lemut e Marco Collareta con, a chiusura di tutto il ciclo, una lettura di brani dalla Vita Mathildis di Donizone interpretata da Federico Meini.
INAIL Toscana e Università di Pisa insieme per la promozione della cultura della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro
Con il protocollo d’intesa sottoscritto negli scorsi giorni tra l’Inail, Direzione Regionale per la Toscana, e l'Università di Pisa si consolida la collaborazione tra i due enti, volta a sviluppare attività congiunte in materia di prevenzione per contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Già negli anni passati tale collaborazione ha portato alla realizzazione di master di primo e secondo livello.
Tra i contenuti del protocollo assumono valenza prioritaria le iniziative tese alla realizzazione di progetti di formazione universitaria e post universitaria di alta specializzazione, di tirocini formativi e stage, nonché finalizzate allo scambio di informazioni, dati e flussi informativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
“La definizione di azioni congiunte e di sistema con il mondo accademico – afferma Giovanni Asaro, Direttore Regionale Inail Toscana – rappresenta un passo decisivo per la promozione della cultura della prevenzione per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che si realizza anche attraverso la ricerca, l’insegnamento e la collaborazione scientifica e culturale”.
"L’Università di Pisa - ha detto il Direttore Generale dell'Ateneo, Riccardo Grasso - ritiene importante questo accordo sia per sviluppare l'offerta formativa mirata a preparare i futuri professionisti della sicurezza, sia, più in generale, per sostenere la diffusione della cultura e dell'etica della sicurezza nei luoghi di lavoro, un settore in cui siamo attivamente impegnati e su cui vogliamo continuare a puntare con convinzione".
Il protocollo d’intesa avrà validità di tre anni e sarà attuato mediante la stipula di specifiche convenzioni.
Un protocollo d'intesa tra INAIL Toscana e Università di Pisa
Con il protocollo d’intesa sottoscritto negli scorsi giorni tra l’Inail, Direzione Regionale per la Toscana, e l'Università di Pisa si consolida la collaborazione tra i due enti, volta a sviluppare attività congiunte in materia di prevenzione per contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Già negli anni passati tale collaborazione ha portato alla realizzazione di master di primo e secondo livello.
Tra i contenuti del protocollo assumono valenza prioritaria le iniziative tese alla realizzazione di progetti di formazione universitaria e post universitaria di alta specializzazione, di tirocini formativi e stage, nonché finalizzate allo scambio di informazioni, dati e flussi informativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
“La definizione di azioni congiunte e di sistema con il mondo accademico – afferma Giovanni Asaro, Direttore Regionale Inail Toscana – rappresenta un passo decisivo per la promozione della cultura della prevenzione per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che si realizza anche attraverso la ricerca, l’insegnamento e la collaborazione scientifica e culturale”.
"L’Università di Pisa - ha detto il Direttore Generale dell'Ateneo, Riccardo Grasso - ritiene importante questo accordo sia per sviluppare l'offerta formativa mirata a preparare i futuri professionisti della sicurezza, sia, più in generale, per sostenere la diffusione della cultura e dell'etica della sicurezza nei luoghi di lavoro, un settore in cui siamo attivamente impegnati e su cui vogliamo continuare a puntare con convinzione".
Il protocollo d’intesa avrà validità di tre anni e sarà attuato mediante la stipula di specifiche convenzioni.
Una giornata per ricordare il coraggio della professoressa Mariannina Ciccone
Sabato 16 aprile si terrà una giornata commemorativa in ricordo di Mariannina Ciccone, la docente dell'Università di Pisa che nel 1944, durante l'occupazione tedesca, impedì l’asportazione e la distruzione di gran parte del materiale scientifico e didattico dell’Istituto di Fisica, che allora aveva sede a Palazzo Matteucci, in Piazza Torricelli. Grazie al suo coraggio, la professoressa contribuì a limitare la distruzione dell’edificio rifiutandosi di abbandonarlo.
La professoressa Cicccone nacque a Noto nel 1891 e si trasferì a Pisa per conseguire prima la laurea in Matematica (nel 1919) e poi quella in Fisica (nel 1924). La professoressa Ciccone ha poi percorso a Pisa tutta la sua carriera accademica, che l'ha vista diventare nel 1925 assistente aggiunta all’Istituto di Fisica, nel 1936 libero docente di Fisica sperimentale alla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e nel 1959 docente di Spettroscopia alla stessa facoltà. La professoressa Ciccone è scomparsa nel 1965.
Il Comune e l'Università di Pisa, insieme al Comune di Noto, hanno organizzato una serie di iniziative per ricordare la figura della docente, che culmineranno nell'apposizione di una targa commemorativa a Palazzo Matteucci, oggi sede del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.
Qui di seguito pubblichiamo il contributo del professor Marco Piccolino (Università di Ferrara), dal titolo "Estate 1944 a Pisa: Mariannina Ciccone, una siciliana coraggiosa contro la barbarie nazista", che ripercorre le gesta della professoressa Ciccone.
A questo link è disponibile lo studio completo del professor Marco Piccolino, in cui racconta la storia della professoressa Ciccone inquadrandola in un contesto storico più ampio.
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Estate 1944 a Pisa: Mariannina Ciccone, una siciliana coraggiosa contro la barbarie nazista
Nel 1987, il fisico pisano Adriano Gozzini raccontava così – sulla base di suoi ricordi personali – quello che nell'estate del 1944 era avvenuto nell'Istituto di Fisica in cui allora lavorava (l'attuale Palazzo Matteucci, in Piazza Torricelli): "Prima di lasciare Pisa i tedeschi minarono e fecero saltare in aria un'ala dell'Istituto con la sua torre. Anna Ciccone, la sola persona presente allora nell'edificio, si rifiutò di abbandonare l'Istituto e si ritirò nell'altra ala dello stabile. Dopo che le mine furono esplose, i tedeschi andarono via portando con loro i migliori strumenti di ottica. Quando Anna vide questo, si precipitò sui soldati tutta infuriata, come una tigre difenderebbe i suoi piccoli, lasciando loro l'alternativa tra, uccidere lei lì sul posto, o rinunciare alla razzia. Fortunatamente i militari scelsero quest'ultima possibilità, cosicché i migliori strumenti si salvarono". Gozzini conclude dicendo: "Chiunque conosceva la Ciccone può ben immaginare la scena".
Ora sono pochi a Pisa i fisici che ricordano la professoressa Ciccone (Mariannina - non Anna), una siciliana di Noto, ma l'affermazione di Gozzini coglie bene il carattere di questo straordinario personaggio: donna coraggiosa e puntigliosa, che, in un'epoca in cui si sconsigliava di far studiare le donne, era "salita" dalla Sicilia a Pisa, dove si laureò nel 1919 in Matematica, e poi in Fisica nel '24, iniziando una carriera di ricerca e insegnamento che l'avrebbe portata nel 1931 a divenire Aiuto dell'Istituto, e a condurre importanti ricerche in ambito spettroscopico, collaborando, nel 1935, a Darmstadt con Gerhard Herzberg (futuro Premio Nobel nel 1971), e poi lavorando a Parigi, nel periodo 1953-1954.
Fu certo la padronanza della lingua di Goethe, unita al coraggio e alla determinazione, a permettere il confronto "vincente" con i militari nazisti che aveva dinanzi a sé in una razzia che si svolse in varie fasi, a partire dal 23 giugno '44. Conosciamo ora, grazie alla cura con cui sono stati custoditi anche nel periodo bellico gli archivi della nostra Università (e alla solerzia dell'attuale archivista Daniele Ronco), i nomi di due degli ufficiali tedeschi che Mariannina affrontò e che desistettero dinanzi alla sua furia. Entrambi studiosi di livello. Uno, Hans Nothdurf, fisiologo di Heidelberg, una delle università più asservite al Terzo Reich, vera fucina di scienza nazista (dove tra l'altro si mise a punto il metodo per sterilizzare le donne ebree e le madri di figli disabili). L'altro, Guido Dessauer, fisico e ingegnere, esponente di una delle più importanti famiglie industriali della borghesia cattolica bavarese (suo fratello, John Hans Dessauer, emigrato nel '29 negli stati Uniti, inventò la xerografia e fondò la Rank Xerox; suo zio, Friedrich, fisico, accademico, filosofo e politico tedesco; suo figlio, Gabriel, organista e musicologo; tra le sue nipoti Ursula Schleicher, membro del Parlamento Europeo).
Dessauer era il "Commissario per le Ricerche in Alta Frequenza" della R.U.K., cioè la Rüstung und Kriegsproduktion, l'Istituzione del Terzo Reich deputata al controllo sulla produzione industriale, che in Italia aveva la sede centrale a Milano in Foro Bonaparte. Compito della R.U.K. nel nostro paese fu l'organizzazione del saccheggio sistematico di apparati industriali e tecnici, oltre che di materiale bibliografico che potesse essere ritenuto in qualche modo funzionale allo sforzo bellico tedesco (a questi saccheggi "istituzionali" si aggiungevano poi quelli operati in privato da molti ufficiali tedeschi, che colpirono in modo particolare libri e strumenti di medici importanti).
Secondo la documentazione conservata nell'Archivio storico dell'Università di Pisa, le incursioni all'Istituto di Fisica si svolsero in tre fasi. Il 23 giugno, verso le 17, durante un bombardamento aereo, in assenza di Mariannina Ciccone (che allora viveva in una stanza dell'Istituto stesso), militari tedeschi forzarono la porta posteriore dell'edificio e asportarono una parte della strumentazione e alcuni libri. Tornarono il giorno dopo quasi alla stessa ora (alle 17.05 secondo quanto la stessa Ciccone – ora puntualmente presente - comunicò al Rettore) muniti di un camion e di un altro veicolo per una successiva più sistematica asportazione. Fu probabilmente in questa occasione che una parte dell'Istituto venne minata per poi essere fatta saltare (era il lato da cui si elevava la torre per le comunicazioni che non è stata ricostruita quando – dopo la guerra – l'edificio è stato ripristinato).
Secondo un rapporto degli avvenimenti, inviato l'11 ottobre del '44 a Luigi Russo, Rettore pro-tempore nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale, redatto da Luigi Puccianti, direttore dell'Istituto di Fisica, le perdite di strumenti e libri, sebbene ingenti, furono minori di quanto ci si potesse aspettare. A detta di Puccianti, questo avvenne "per lo zelo ammirevole dell'Aiuto prof. Ciccone, la quale, anche con suo personale pericolo, aiutata dal defunto custode Barsali Pirro e da alcuni suoi congiunti, riuscì a trasferire in tempo nella parte non minata i più pregevoli oggetti". Qualche giorno prima, il 7 di Ottobre, scrivendo alla Ciccone, Russo la ringraziava per quanto aveva fatto "nel proteggere gli interessi dell'Istituto e dell'Università, anche quando il suo fermo contegno avrebbe potuto cagionarle serie conseguenze".
E che "serie conseguenze" potessero derivare da una "resistenza passiva" ai tedeschi anche per una donna che li affrontasse con la sola forza del suo coraggio e della sua intelligenza, sarà tragicamente dimostrato circa un mese dopo l'episodio di Fisica, proprio a qualche decina di chilometri dal centro di Pisa.
Nella notte tra il 6 e il 7 agosto, accompagnati da fascisti, i nazisti della XVI Divisione corazzata Reichsführer-SS, fecero incursione sul Monte Pisano, nella località denominata La Romagna, dove erano alloggiati alla meglio numerose famiglie di civili della pianura rifugiatesi sui monti per sottrarsi ai bombardamenti. Rastrellarono circa 300 persone, con la presunzione che si trattasse di partigiani. Erano tutti uomini, con la sola eccezione di una donna, Livia Gereschi (1910-1944), una professoressa pisana che aveva affrontato gli ufficiali tedeschi, forte del suo coraggio e della sua padronanza della loro lingua. Con energia Livia ricordava loro che si trattava di civili sfollati e non di partigiani. Una sessantina tra le persone rastrellate furono fucilate pochi giorni dopo, l'11 agosto del 1944 (il giorno precedente la strage di Sant'Anna di Stazzema, compiuta dalla stessa Divisione, responsabile poi di molte altre stragi, tra cui quella di Marzabotto-Montesole). Tra le vittime dell'11 agosto, Livia Gereschi, la coraggiosa professoressa pisana.
Tornando alle razzie nell'Istituto di Fisica, la fase finale, quella in cui con tutta verosimiglianza si colloca l'animata discussione tra la Ciccone e gli ufficiali nazisti razziatori (a cui farà riferimento Gozzini con la metafora della tigre che protegge la sua prole) si colloca verosimilmente nel giorno 7 luglio 1944. Oltre a far saltare l'ala dell'Istituto che avevano minato, i nazisti con in testa Dessauer, si erano dati da fare per far credere che la necessità dell'asportazione di strumenti e libri fosse dettata da ragioni di sicurezza, servisse cioè a proteggere materiale prezioso in luoghi appositamente predisposti nei pressi di Milano. Un inganno in cui né Puccianti, né la Ciccone cascarono e che sarà sventato in modo definitivo dal coraggio della "tigre siciliana" dinanzi agli ufficiali giunti per la requisizione finale e la programmata distruzione totale dell'edificio. Un luogo storico questo della fisica italiana, costruito nella prima metà dell'Ottocento dal Granduca di Toscana per promuovere le ricerche di un giovane scienziato, Carlo Matteucci (1811-1858), che era stato chiamato nel 1839 alla cattedra pisana per l'importanza delle sue ricerche tra fisica e fisiologia con le quali era riuscito ad ottenere, con un galvanometro, una prima registrazione strumentale di quella "elettricità animale" che Luigi Galvani aveva supposto essere l'agente della conduzione nervosa e della contrazione muscolare.
A Pisa Dessauer e i loro collaboratori furono responsabili di altre razzie e saccheggi. Nei giorni 23 e 24 giugno e poi il l'8 luglio militari tedeschi depredarono di strumenti e materiali vari alcuni istituti e laboratori della Facoltà di Ingegneria. Meno importante fu l'incursione alla Clinica Medica che risultò nell'asportazione di una ghiacciaia elettrica e di materiale per analisi mediche.
Fu invece particolarmente doloroso il saccheggio dell'Istituto di Fisiologia Umana, dove Dessauer e Nothdurf organizzarono l'asportazione (su commissione dell'Università di Heidelberg), oltre che di strumenti scientifici, anche di molti libri e riviste della biblioteca, tra le più importanti collezioni librarie d'Europa in ambito fisiologico. I libri, stipati in 73 casse, finirono poi dispersi nel viaggio per mare verso la Germania.
Per fortuna dopo la guerra la biblioteca venne ricostituita da Giuseppe Moruzzi, il grande fisiologo emiliano che fu chiamato alla cattedra di Pisa nel 1949. Moruzzi aveva condotto proprio in quell'anno importanti ricerche sul controllo del meccanismo sonno-veglia alla Northwestern University di Chicago, lavorando insieme al fisiologo americano Horace Magoun. Grazie ai finanziamenti ottenuti da istituzioni statunitensi, oltre che italiane, egli acquistò sul mercato antiquario internazionale intere collezioni di riviste scientifiche e numerosi volumi e poté così "magicamente" ricreare in via San Zeno l'antica biblioteca saccheggiata dai nazisti.
Di Guido Dessauer, morto nel 2012 a 96 anni di età, Wikipedia enumera molteplici attività e benemerenze: industriale, collezionista d'arte, inventore, fondatore, benefattore, accademico.
Dissonante, ma non improprio, sarebbe aggiungere: "razziatore di libri e strumenti scientifici", esponente di quella ampia zona grigia della società tedesca, che diede potere alla violenza distruttiva del nazismo. Dinanzi a quest'uomo dalle tante qualità, e in una sinistra uniforme, emerge ancora più evidente il coraggio della scienziata siciliana, che difende il "suo" Istituto e i "suoi" strumenti, come farebbe con suoi cuccioli una tigre infuriata.
Professor Marco Piccolino
Università di Ferrara
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Figura in alto: un'immagine d'anteguerra dell'Istituto di Fisica, tra Piazza Dante e Piazza Torricelli. L'ala fatta saltare dai nazisti comprendeva la torre, visibile in primo piano, con l'antenna per le telecomunicazioni.
Figura centrale: la professoressa siciliana Mariannina Ciccone (1891-1965).
Figura in basso: un'immagine del 1950 che ritrae Giuseppe Moruzzi nella biblioteca di Via San Zeno, che egli stava allora attivamente ricostituendo.