Mario Morroni
Nato a Venezia nel 1949, il professor Mario Morroni, già ricercatore nelle Università di Trento e di Bergamo, poi professore incaricato nell’Università di Bologna, dal 1992 al 1999 è stato professore associato di Macroeconomia presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Dal 2000 è professore ordinario prima della facoltà e poi del dipartimento di Scienze politiche, dove è titolare dei corsi di Economia politica ed Economia dell’Impresa. Ha svolto diversi soggiorni di ricerca all’estero. Nel 1988 è stato visiting scholar presso la facoltà di Economia dell’Università di Cambridge. Nel 1998 è stato visiting scholar presso l’Institute of Management, Innovation and Oganization dell’Università di Berkeley e visiting fellow presso il Clare Hall College of Advanced Studies dell’Università di Cambridge e dal 1999 è diventato membro a vita dello stesso College.
Ha contribuito allavita istituzionale dell’Ateneo in qualità di presidente del Consiglio del corso di diploma universitario in Operatore della Pubblica Amministrazione della facoltà di Scienze politiche (2000- 2002). È stato referente del dipartimento di Scienze economiche presso la facoltà di Scienze politiche da 1999 al 2007. Inoltre è stato membro del collegio dei docenti del dottorato in Economia. Da 2015 coordina il progetto Erasmus Staff tra il dipartimento di Scienze politiche e l’Anglia Ruskin Univeristy di Cambridge.
In oltre trenta anni di attività di ricerca, il professor Morroni ha contributo in maniera originale nei campi dell’economia del lavoro, dell’organizzazione dei processi produttivi, dell’attività innovativa e dell’impresa, distinguendosi per rigore metodologico e profondità d’analisi. La sua attività di ricerca sui temi di economia del lavoro ha riguardato principalmente lo studio dell’andamento dei salari in rapporto all’inflazione e del mercato del lavoro con particolare riferimento alla disoccupazione giovanile. Per quanto concerne l’analisi dei processi produttivi, ha approfondito il legame tra il profilo temporale della produzione, l’organizzazione della produzione e l’attività innovativa. I risultati di questo lavoro di ricerca sono stati pubblicati nel libro “Prodution Process and Technical Change”, pubblicato dalla Cambridge University Press. Questo libro ha vinto il Myrdal Prize della European Association
for Evolutionary Political Economy. Nell’ambito dei temi delle teorie dell’impresa ha pubblicato diversi articoli su riviste internazionali, ha scritto il libro “Knowledge, Scale and Transactions in the Theory of the Firm”, per la Cambridge University Press e ha inoltre curato il volume “Corporate Governance, Organization and the Firm” (Elgar), che raccoglie alcune relazioni presentate a un convengo internazionale organizzato dall’Università di Pisa. È stato relatore in numerosi convegni scientifici nazionali e internazionali. Svolge attività di referee per diverse riviste scientifiche internazionali. Attualmente sta sviluppando l’analisi delle implicazioni delle più importanti teorie economiche sui temi della crisi finanziaria, della crisi del debito e dell’euro su cui è in corso di preparazione una pubblicazione.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Mario Morroni.
Alberto Castelli
Nato a Livorno nel 1955, il professor Alberto Castelli si è laureato in Scienze biologiche nel 1978 presso l’Università di Pisa discutendo una tesi sul bilancio dell’azoto nelle terre marginali. Nel 1981 ha vinto una borsa di studio presso il Centro Interuniversitario di Biologia marina di Livorno. Dal 1983 al 1992 è stato ricercatore universitario di Ecologia presso l’Università di Modena. Dal 1992 al 2001 è stato professore associato di Ecologia presso l’Università di Sassari. Nel 2000 è risultato idoneo in un concorso per professore di ruolo di I fascia e dal 2001 è professore ordinario di Ecologia presso l’Università di Pisa.
A partire dal 1991 ha tenuto insegnamenti di Biologia marina, Ecologia, Ecologia applicata per i corsi di laurea delle Università di Modena, Sassari e Pisa. È stato membro del collegio dei docenti dei dottorati di ricerca in Biologia evoluzionistica, in Scienze biologiche e molecolari dell’Università di Pisa; attualmente è membro del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Biologia dell’Università di Pisa.
Dal 2002 al 2010 ha diretto il Centro Interdipartimentale per la didattica delle Scienze biologiche e naturali “Renzo Nobili”. Dal 2003 al 2005 è stato vice direttore del dipartimento di Scienze dell’Uomo e dell’Ambiente.
Dal 2004 è presidente del Consiglio dei corsi di laurea in Scienze biologiche e, come tale, coordina le attività didattiche organizzate in collaborazione con la Zhejiang Ocean University (Repubblica Popolare Cinese), volte all’acquisizione di un double degree in Biologia marina. Dal 2013 è presidente della commissione di area CUN 05 dell’Università di Pisa. Dal 2012 è vice direttore del dipartimento di Biologia.
Alberto Castelli è stato più volte membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Ecologia e della Società Italiana di Biologia marina. Attualmente è presidente dell’Associazione scientifica LaguNet che promuove lo studio degli ambienti acquatici di transizione e della fascia costiera. Nel 2002 è stato presidente del Comitato organizzatore del 33° Congresso della Società Italiana di Biologia marina e nel 2006 del V Congresso del ConISMa (Consorzio Interuniversitario per le Scienze del Mare). È stato membro del
Comitato organizzatore della 10th International Polychaete Conference, organizzata dai polichetologi italiani nel 2010. Dal 2008 fa parte del Consiglio direttivo del Collegio dei Presidenti dei corsi di laurea in Scienze biologiche.
Il professor Alberto Castelli rappresenta l’Università di Pisa nel Consiglio direttivo del ConISMa e nelle consulte regionali sulla pesca e sulle aree protette e la biodiversità.
L’attività di ricerca del professor Castelli ha affrontato diversi aspetti inerenti la biologia e l’ecologia marina, con lo studio della biodiversità marina a diversi livelli di organizzazione biologica come filo conduttore. Si è occupato in particolare dell’ecologia delle comunità bentoniche in ambiente marino e salmastro e dei fattori ambientali che le controllano, indirizzando le sue ricerche alla biologia e all’ecologia dei policheti che rappresentano uno dei gruppi principali di tali comunità. Ha coordinato la stesura della checklist dei policheti dei mari italiani nel 1995 e nel 2008, su incarico rispettivamente della Commissione per la Fauna d’Italia e della Società Italiana di Biologia marina. Le conoscenze acquisite sull’ecologia delle comunità bentoniche e più in generale sull’ecologia della fascia costiera hanno rappresentato la base per affrontare problematiche applicative quali la conservazione e il ripristino di ambienti degradati, la valutazione delle risorse biologiche, la fattibilità e l’efficacia di aree marine protette, la diffusione di specie alloctone e invasive.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Alberto Castelli.
Federico Da Settimo Passetti
Nato a Pisa nel 1959, il professor Federico Da Settimo Passetti si è laureato con lode in Chimica presso l’Università di Pisa nel 1985. Dopo essere stato borsista e quindi ricercatore, nel 1998 è diventato professore associato e dal 2001 professore ordinario di Chimica farmaceutica presso la facoltà di Farmacia.
Il professor Da Settimo è attualmente membro del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, dove svolge la sua attività di ricerca focalizzata sullo studio di piccole molecole eteropolicicliche contenenti il nucleo indolico quale scaffold privilegiato utile per lo sviluppo di nuovi agenti terapeutici ad azione ipnotico-sedativa, ansiolitica, antiinfiammatoria e antitumorale.
L’interesse del professor Da Settimo Passetti si è rivolto anche allo sviluppo di agenti diagnostici sia fluorescenti che radiomarcati: è di recente pubblicazione un brevetto in collaborazione con i laboratori del Molecular Imaging Branch del National Institute of Mental Health di Bethesda (negli USA) relativo alla descrizione di un agente PET per l’imaging della Translocator Protein, una proteina coinvolta nelle patologie neuroinfiammatorie. Il professor Da Settimo si è inoltre interessato allo sviluppo di inibitori di enzimi quali l’aldoso reduttasi, l’adenosina deaminasi e le proteine tirosina chinasi: in quest’ultimo campo ha descritto una nuova classe di agenti attivi sui tumori della tiroide. I risultati che ha conseguito sono stati oggetto di circa 150 pubblicazioni su prestigiose riviste del settore ad alto impact factor, prevalentemente edite dalla American Chemical Society.
Il professor Da Settimo è stato più volte coordinatore scientifico di progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) e di progetti regionali (Por_Creo, ITT) e di Ateneo (PRA).
Il riconoscimento scientifico per le sue ricerche si è manifestato con l’attribuzione di una importante carica nella Società Chimica Italiana quale quella di presidente della Divisione di Chimica Farmaceutica nel triennio 2010-2012.
Attualmente è titolare dei corsi di Analisi dei Medicinali III per il corso di laurea in Farmacia e di Chimica farmaceutica e tossicologica II per il corso di laurea in Chimica e Tecnologia farmaceutiche del dipartimento di Farmacia.
Alla intensa attività didattica e di ricerca il professor Da Settimo ha affiancato importanti impegni istituzionali: è stato presidente del corso di laurea in Farmacia nel biennio 2005-2007, quindi direttore del dipartimento di Scienze farmaceutiche dal 2007 al 2012 quando il dipartimento è confluito nel nuovo dipartimento di Farmacia di cui il professor Da Settimo è a tutt’oggi il vice-direttore.
Il professor Da Settimo è inoltre membro del Presidio della Qualità dell’Università di Pisa quale rappresentante per il Settore 2.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Federico Da Settimo Passetti.
Walter Landini
Nato a Portovenere (La Spezia) nel 1946, il professor Walter Landini si è laureato in Scienze Naturali all’Università di Pisa nel 1973. È stato curatore del Museo di Geologia e Paleontologia dal 1974 al 1981. È stato professore associato dal 1983 al 2001, anno in cui è stato chiamato dall’Università di Pisa come professore ordinario di Paleontologia.
Nella sua carriera il professor Walter Landini ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo delle Scienze della Terra con i suoi studi sulla paleontologia dei vertebrati in Italia e all’estero. Ha prodotto oltre 150 pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali di grande prestigio.
Tra i lavori di particolare risalto vanno ricordati i contributi sulla biogeografia del Pacifico Orientale in relazione all’evoluzione dell’istmo di Panama e sull’origine del popolamento delle Galapagos, l’arcipelago che, con il suo peculiare biota, è stato alla base della teoria dell’evoluzione di Darwin.
Nell’area mediterranea i suoi studi sui pesci del messiniano hanno portato alla confutazione del paradigma del disseccamento del bacino, grazie alla scoperta di comunità marine che attestano continuità, temporale e spaziale, dei popolamenti marini anche durante le fasi di stress geologico e biologico del bacino.
Dal 2004 al 2012 ha diretto il Centro interdipartimentale Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa, contribuendo al suo rilancio in termini di riorganizzazione degli impianti espositivi, del Centro di educazione ambientale e di collaborazione con istituzioni locali, regionali e nazionali. Nel 2013 il comune di Calci ha conferito al professor Walter Landini la cittadinanza onoraria in riconoscimento al lavoro svolto per il rilancio della Certosa di Calci. Dal 2008 al 2012 è stato presidente del Sistema museale di ateneo (SIMA) e dal 2008 al 2012 delegato rettorale presso la CRUI per la Commissione musei.
Come responsabile scientifico della Rete museale italiana “Pangea”, da lui istituita nel 2004, ha realizzato spedizioni paleontologiche nel deserto del Gobi, nel Sahara Occidentale e nel cono Sudamericano. Queste spedizioni hanno portato alla scoperta di numerosi giacimenti fossiliferi, compresa la “valle dei dinosauri”
nella provincia di Rio Negro in Argentina, uno dei più significativi giacimenti di titanosauri fino ad ora noti. Come museologo ed esperto di educazione ambientale, nell’ambito del progetto di cooperazione europea “Brasil Proximo“ ha ideato e progettato un Centro permanente di educazione ambientale nell’Alto Solimoes in Amazzonia (Brasile).
Già dalla metà degli anni ’80, ha sperimentato per la prima volta in Italia nuove tecniche di geofisiche (es. georadar) per la ricerca dei giacimenti paleontologici con metodi non invasivi, oggi applicate con successo in vari contesti ambientali.
Ha inoltre pubblicato un centinaio di articoli di carattere divulgativo, cataloghi museali, filmati e progettato nuovi musei naturalistici e stazioni scientifiche in Italia e all’estero (Ecuador, Argentina, Brasile).
Dal 2001 è responsabile editoriale della “Palaeontographia Italica”, una delle più antiche riviste di paleontologia a livello europeo ed è vice presidente della Società Toscana di Scienze Naturali.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Walter Landini.
Stefano Sellari Franceschini
Nato a Grosseto nel 1951, il professor Stefano Sellari Franceschini si è laureato con lode nel 1977 in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Pisa. Tra il 1984 e il 1985 ha svolto fellowships presso lo House Ear Institute di Los Angeles, il Baylor College of Medicine di Houston e il Royal ENT Department di Londra, perfezionandosi nella chirurgia otologica. Negli anni successivi ha preso parte a corsi di chirurgia in qualificate istituzioni internazionali (New York, Graz, Utrecht, Bruxelles, Vienna, Copenaghen), mettendo a punto tecniche chirurgiche di rilievo otorinolaringoiatrico.
Nominato professore associato di Otorinolaringoiatria presso l’Università di Pisa nel 1992, nel 2000 ha conseguito l’idoneità a professore di prima fascia e nel 2001 è stato chiamato come professore ordinario di otorinolaringoiatria. Dal 2002 dirige l’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria 1 e dal 2009 al 2011 è stato direttore del dipartimento assistenziale integrato “Testa Collo” dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
Dal 1995 al 1998 è stato presidente del corso di diploma universitario in Tecnico di audiometria, dal 1998 è stato presidente del corso di diploma universitario poi corso di laurea in Tecnico audioprotesista. Nel 2002 ha assunto la direzione della scuola di specializzazione in Otorinolaringoiatria e dal 2010, con l’aggregazione delle sedi di Firenze e Siena, è direttore della scuola di specializzazione aggregata di Otorinolaringoiatria. È membro delle principali società scientifiche nazionali e internazionali dell’ambito otorinolaringoiatrico.
Nella sua carriera il professor Sellari si è dedicato a tutti gli ambiti della specializzazione in otorinolaringoiatria e della chirurgia del basicranio laterale e anteriore. Nel 1992 ha iniziato a occuparsi della chirurgia orbitaria nella malattia di Graves-Basedow, contribuendo a realizzare nel nostro Ateneo un centro di riferimento nazionale per la gestione interdisciplinare di questa patologia. In questo contesto ha realizzato un sistema videoguidato per il controllo intraoperatorio della diplopia e della proptosi, applicato agli interventi di orbitotomia decompressiva per l’oftalmopatia basedowiana.
Ha preso parte al progetto europeo IEAPSI (Integrated Environment for Rehearsal and Plunning Surgical Interventions), finalizzato alla configurazione di un sistema di simulazione interattivo per la microchirurgia dell’orecchio, che si basa su una ricostruzione tridimensionale e riproduce anche la diversa resistenza meccanica delle strutture sottoposte alle procedure operatorie. Il sistema è stato validato e approvato a Bruxelles nel 2002.
Ha quindi messo a punto tecniche chirurgiche originali in ambito neoplastico, sviluppando metodiche per l’accesso transorbitario al trattamento di neoplasie della fossa cranica anteriore e media. Grazie a questi contributi innovativi, da dieci anni tiene corsi di chirurgia nell’ambito dei meeting dell’American Academy ed è invitato a convegni in Europa e negli Stati Uniti anche per dimostrazioni pratiche.
In parallelo all’attività clinica, ha coordinato ricerche interdisciplinari volte all’applicazione di tecniche di biologia molecolare a tematiche di interesse otorinolaringoiatrico, contribuendo all’identificazione dei recettori del TSH in tessuti orbitari e paraorbitari e alla individuazione di recettori delle oligoamine nella mucosa olfattiva umana. Nel complesso, ha pubblicato oltre 160 lavori su riviste nazionali e internazionali.
Per queste motivazioni il Senato Accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Stefano Sellari Franceschini.
Aldo Petrucci
Nato a Roma nel 1957, il professor Aldo Petrucci si è laureato con lode presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma La Sapienza nel 1981. Nel 1990 ha conseguito il dottorato di ricerca ed è stato ricercatore presso l’Università di Roma Tor Vergata. La sua carriera accademica come professore si è svolta interamente presso la facoltà, ora dipartimento, di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, dal 1998 come professore associato e poi, dal 2000, come professore ordinario di Diritto romano.
I suoi interessi scientifici si sono dapprima indirizzati al diritto pubblico romano, in particolare ai settori dell’organizzazione del territorio e dell’assetto costituzionale, con la pubblicazione nel 1989 di un saggio sulla colonizzazione romana e nel 1996 di una monografia sugli aspetti giuridici della concessione del trionfo ai comandanti militari. Le costanti ricerche e la ventennale esperienza di insegnamento di questa materia sono sfociate nella redazione di un manuale, pubblicato nel 2012 e ampiamente diffuso in Italia e all’estero, con traduzioni in spagnolo e parzialmente in cinese.
Parallelamente, egli ha dedicato la propria attenzione all’analisi giuridica delle attività bancarie e commerciali nel mondo romano tra i secoli II a.C. - III d.C., pubblicando numerosi articoli e tre opere monografiche nel 1991, 2002 e 2007. Questi specifici settori d’indagine, trascurati dalla dottrina nazionale e internazionale, hanno avuto come risultato l’elaborazione di tre parti (su quattro) di un manuale sul diritto commerciale romano, apparso in tre edizioni nel 2001, 2004 e 2010, l’ultima delle quali molto conosciuta in Italia e all’estero.
In tempi più recenti, le sue ricerche si sono rivolte ai fondamenti storici del diritto contrattuale europeo, con la pubblicazione di articoli, saggi ed un ciclo di lavori monografici, apparsi tra il 2006 e il 2015; ai rapporti tra diritto privato romano e diritto civile moderno, soprattutto in materia di obbligazioni e diritti reali, pubblicando sul tema una monografia di taglio manualistico nel 2015.
Il professor Petrucci è stato relatore in numerosi convegni nazionali e internazionali, ha impartito lezioni in italiano, inglese, spagnolo e francese all’interno di master, dottorati, summer school e istituti di ricerca italiani e stranieri. In particolare, un gruppo di professori di Diritto romano di varie università cinesi, per i suoi rapporti accademici ultraventennali, lo ha omaggiato con un volume, pubblicato nel 2014, contenente un raccolta di ventisette suoi saggi tradotti in cinese.
È stato curatore scientifico di volumi pubblicati all’estero e in Italia, su ricerche congiunte realizzate dal dipartimento di Giurisprudenza di Pisa e da università straniere o di rilievo nazionale, come l’ultimo volume della nuova traduzione in italiano del Digesto di Giustiniano, finanziata dal MIUR nel 2003, 2005, 2007 e 2009. Inoltre, è componente del Comitato scientifico di riviste specialistiche italiane e straniere, responsabile scientifico di un progetto PRA, finanziato dall’Università di Pisa e di accordi internazionali di collaborazione nel settore giuridico con atenei cinesi e latinoamericani.
Ha sempre contribuito alla vita dell’Ateneo pisano, ricoprendo numerose cariche istituzionali nel dipartimento di Giurisprudenza, tra cui quelle di direttore vicario delegato alla didattica e alle relazioni con gli studenti e di componente del consiglio direttivo della Scuola di specializzazione per le Professioni legali. A tali attività si è sempre accompagnato un costante impegno nella didattica negli insegnamenti attivati nei corsi di laurea del dipartimento di Giurisprudenza, della Scuola di specializzazione e dell’Accademia Navale di Livorno.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Aldo Petrucci.
Giuliano Manara
Nato a Firenze nel 1954, il professor Giuliano Manara si è laureato con lode in Ingegneria elettronica nel 1979 presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Firenze, dove ha iniziato la propria attività di ricerca subito dopo la laurea. Dal 1987 al 1999 è stato professore associato di Campi elettromagnetici presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa. Dal 2000 è professore ordinario di Campi elettromagnetici presso il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, dove ha svolto una consistente attività didattica nei corsi di laurea in Ingegneria elettronica e Ingegneria delle Telecomunicazioni, relativamente a insegnamenti negli ambiti dell’elettromagnetismo applicato e dell’ingegneria delle microonde. Dal 1990 è anche professore incaricato presso l’Accademia Navale di Livorno.
Il professor Manara è autore di più di 160 lavori pubblicati su riviste internazionali con revisori e di più di 200 lavori presentati a conferenze internazionali. Ha organizzato diverse sessioni speciali per i congressi più accreditati a livello mondiale nel settore dell’elettromagnetismo applicato. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano: il progetto di antenne con applicazione alle reti wireless a larga banda, l’analisi e l’ottimizzazione di superfici selettive in frequenza e di metamateriali. Si è occupato di tecniche asintotichee numeriche per l’analisi dello scattering elettromagnetico con applicazione ai sistemi radar e di telerilevamento, ai sistemi radianti istallati su piattaforme complesse e alla propagazione elettromagnetica nei sistemi di comunicazione mobili. Infine, si è dedicato allo studio di nuove tecnologie wireless per la realizzazione di sistemi di identificazione a radiofrequenza (Radio Frequency IDentification, RFID) e di piattaforme per le Smart Cities e l’IoT (Internet of Things).
Nell’ambito delle attività di trasferimento tecnologico, ha contribuito a costituire il laboratorio di ricerca CUBIT Scarl (Consortium Ubiquitous Technologies), di cui è presidente fin dalla sua fondazione nel 2007. Dal 2015 svolge per l’Università di Pisa il ruolo di coordinatore internazionale del progetto EMERGENT (ChiplEss MultisEnsor Rfid for GrEen NeTworks) finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020.
Nel 2007 è stato nominato dal CNR rappresentante della Commission B “Fields and Waves” nel Comitato Nazionale Italiano dell’Unione Radio Scientifica Internazionale (URSI). Dal 2009 al 2011 è stato Vice-Chair della Commission B, mentre dal 2011 al 2014 ha svolto il ruolo di International Chair della stessa commissione.
Nel 2004 il professor Manara è stato eletto fellow dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers (IEEE) per “contributi allo sviluppo e alle applicazioni della Teoria geometrica uniforme della diffrazione (UTD)”. È stato membro dell’Administrative Committee dell’Antennas and Propagation Society dell’IEEE e dell’Executive Committee della Italy Section dell’IEEE. È stato numerose volte membro del Technical Program Committee di importanti congressi internazionali organizzati sia in ambito IEEE, che URSI. È socio fondatore della Società Italiana di Elettromagnetismo (SIEm) per cui ha ricoperto numerosi incarichi.
All’intensa attività didattica e di ricerca ha affiancato importanti impegni istituzionali presso l’Università di Pisa. È stato membro del Senato Accademico Integrato. Dal 2000 al 2011 e dal 2014 ad oggi ha svolto il ruolo di presidente del corso di studio in Ingegneria delle Telecomunicazioni (laurea triennale e laurea magistrale). Dal 2011 al 2014 è stato presidente del corso di laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Accademia Navale di Livorno. È membro del Consiglio del dottorato di ricerca in Ingegneria dell’Informazione.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Giuliano Manara
Riccardo Benedetti
Nato a Livorno nel 1953, il professor Riccardo Benedetti ha svolto i suoi studi e percorso tutta la carriera accademica all’Università di Pisa. Dopo la laurea in Matematica, è stato assistente incaricato di Geometria superiore e di Geometria analitica, diventando assistente di Geometria 1 nel 1978, poi professore associato di Algebra nel 1980, quindi professore straordinario di Geometria nel 1987 e ordinario nel 1990. È stato vicedirettore del dipartimento di Matematica nel triennio 1990-1993 e direttore nel triennio 1993- 1996.
Da molti anni organizza le attività del gruppo di ricerca in topologia e geometria reale del dipartimento, per il quale ha sempre gestito i fondi di ricerca di Ateneo ed è stato coordinatore locale di numerosi progetti di ricerca di interesse nazionale ed europeo.
Nel corso della sua carriera ha ricoperto posizioni di professore invitato in Francia e in Giappone. È autore di oltre 60 tra articoli scientifici e monografie con 26 coautori diversi, tra cui 14 stranieri; quelli con cui ha collaborato più spesso sono Carlo Petronio, Maria Dedò, Stéphane Baseilhac, Alberto Tognoli.
All’inizio delle sue ricerche Riccardo Benedetti si è occupato di problemi di topologia delle varietà reali e degli insiemi semialgebrici, collaborando con importanti esperti del settore, come Alexis Marin, Masahiro Shiota, Jean-Jacques Risler, Alberto Tognoli; in particolare si è interessato alla finitezza del numero di componenti connesse degli insiemi semialgebrici e alla finitezza del numero di tipi topologici in funzione di differenti tipi di complessità. In quel periodo la teoria veniva formandosi e i suoi risultati, ottenuti anche con tecniche di topologia differenziale e teoremi di approssimazione di tipo Whitney, si sono dimostrati in questo ambito molto importanti e definitivi.
Un interesse particolare ha sempre suscitato in lui l’effettività delle costruzioni che intervenivano, cioè la realizzabilità algoritmica delle costruzioni utilizzate: in particolare ha dimostrato che, in un ambito dove si era portati a credere al fatto che tutto fosse realizzabile in modo algoritmico, restavano tuttavia alcune costruzioni di base non realizzabili in tal modo in quanto riconducibili a una delle tante versioni del problema della parola.
In una fase successiva della sua carriera Riccardo Benedetti ha spostato le sue attività nel nascente ambito della topologia geometrica, e in particolare della teoria delle varietà di dimensione 3, dal punto di vista della geometria iperbolica e dei metodi combinatori basati su triangolazioni e spine speciali per il calcolo di invarianti e la codifica di strutture geometriche aggiuntive. Insieme a Carlo Petronio, allora suo studente, ha anche scritto un libro di testo sulla geometria iperbolica che è stato per molto tempo uno dei punti di riferimento per la comunità internazionale del settore. Ha quindi rivolto i suoi interessi alla topologia quantistica, un ambito della matematica che ha importanti relazioni e trae metodi e ispirazioni dalla fisica teorica. Collaborando con vari autori, in particolare con Stéphane Baseilhac, ha dato fondamentali contributi alla comprensione delle relazioni tra gli invarianti quantistici e la geometria iperbolica. Si tratta dell’ambito nel quale si collocano le varie versioni della congettura di volume di Kashaev, un tema di centrale importanza nella moderna ricerca matematica, in cui, come in molti altri collegati, Riccardo Benedetti resta attivissimo.
Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professor Riccardo Benedetti.
Al Polo Fibonacci la cerimonia di conferimento dell’Ordine del Cherubino e di nomina dei Professori Emeriti
Si terrà venerdì 8 aprile, alle ore 11, nell’Aula Magna “Fratelli Pontecorvo” del Polo Fibonacci, la cerimonia di conferimento dell’Ordine del Cherubino e di nomina dei Professori Emeriti. L’incontro sarà aperto dal saluto del rettore Massimo Augello, che svilupperà una sintetica riflessione sullo stato del sistema universitario italiano, con particolare riferimento all’Università di Pisa, tirando un bilancio del mandato dei suoi sei anni di governo. La cerimonia proseguirà con il saluto ai due nuovi Professori Emeriti e il conferimento dell’Ordine del Cherubino a dieci illustri docenti dell’Ateneo.
L’Ordine del Cherubino, unica onorificenza concessa dall’Università di Pisa, è assegnato ai docenti che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell’Ateneo per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell’Ateneo. Quest’anno i professori insigniti dell’Ordine del Cherubino sono, in ordine di anzianità di chiamata, Riccardo Benedetti, del dipartimento di Matematica; Giuliano Manara, del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione; Aldo Petrucci, del dipartimento di Giurisprudenza; Stefano Sellari Franceschini, del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica; Walter Landini, del dipartimento di Scienze della Terra; Federico Da Settimo Passetti, del dipartimento di Farmacia; Alberto Castelli, del dipartimento di Biologia; Mario Morroni, del dipartimento di Scienze politiche; Giovanni Cioni, del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale; Paolo Vitti, del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale.
La nomina a Professore Emerito mira a dare rilievo pubblico a questa figura, caratterizzata innanzitutto per aver svolto in modo esemplare i propri compiti istituzionali, e subito dopo, per la riconosciuta eccellenza del curriculum scientifico, la rilevante responsabilità e il prestigio internazionale dei ruoli ricoperti. I docenti che saranno nominati Professore Emerito sono Guido Paduano e Roberto Santacroce.
Al via il progetto 'Diamante' per ottimizzare il trattamento dei tumori al pancreas
Un progetto pisano di diagnostica molecolare per la scelta terapeutica personalizzata dell’adenocarcinoma duttale del pancreas è fra i sedici progetti recentemente selezionati dalla Regione Toscana per il Bando Fas Salute.
Per Diamante, questo l’acronimo del progetto guidato dal professor Ugo Boggi dell’Università di Pisa nonché direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti dell’Aoup, la Regione trasferirà complessivamente 760.526,33 euro ad un consorzio di ricerca che ha fra i suoi partner, oltre l’Ateneo pisano come capofila, l’Istituto di tecnologie biomediche ed Istituto nanoscienze del Cnr, la Fondazione Istituto italiano di tecnologia - Center for nanotechnology innovation IIT@NEST, la e Scuola Normale Superiore.
Nei due anni del progetto saranno validati protocolli per ottenere informazioni più dettagliate su specifici marcatori molecolari che possano guidare nella selezione delle terapie più appropriate sulla base delle caratteristiche di ciascun paziente, inclusi trattamenti chemioterapici precedenti alla chirurgia. Il successo di Diamante sarà infatti valutabile per l’applicabilità degli innovativi sistemi di microscopia ad alta sensibilità/risoluzione al fine di migliorare il trattamento e la prognosi dei pazienti affetti da tumori pancreatici.
“Partendo dalla vastissima esperienza del team chirurgico del professor Boggi nel trattamento dei tumori localmente avanzati del pancreas – spiegano la dottoressa Elisa Giovannetti e il dottor Niccola Funel, che collaborano con lui nel Cancer Pharmacology Lab, AIRC Start Up Unit - il progetto si propone di ottimizzarne la gestione terapeutica sviluppando un innovativo approccio traslazionale di validazione ed analisi funzionale di marcatori molecolari (proteine e microRNA) con valore prognostico”.
Per visualizzare tali marcatori su biopsie tissutali, “saranno sviluppate nuove sonde luminescenti – aggiunge il dottor Ranieri Bizzarri (Istituto Nanoscienze del Cnr) - nella regione del vicino infrarosso che, combinate con metodi di microscopia innovativi e poco costosi basati su illuminazione strutturata, consentiranno la visualizzazione dei marcatori molecolari tumorali su campioni tissutali con elevata sensibilità e risoluzione spaziale”.