All’Imperial College di Londra grazie a una borsa «Marie Curie»
Con il suo progetto aiuterà a ottimizzare un nuovo metodo per generare energia elettrica pulita, sfruttando le competenze e i laboratori all'avanguardia dell'Imperial College di Londra. Antonio Bertei, assegnista di ricerca del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa, grazie a una borsa "Marie Curie", trascorrerà 24 mesi in Inghilterra per lavorare in un team internazionale che da più di 10 anni opera nel campo della ricerca sui sistemi elettrochimici destinati alla produzione di energia, come batterie e celle a combustibile. In particolare, il progetto di Bertei è uno studio finalizzato a estendere il tempo di vita operativa di un particolare sistema di generazione di energia elettrica ad alta efficienza - le celle a combustibile ad ossidi solidi - che oggi sono una delle tecnologie più promettenti nel settore dell'energia pulita.
"Il funzionamento di questo particolare tipo di dispositivo è attualmente limitato da fenomeni di degradazione dei materiali che ne causano una scarsa applicazione commerciale – spiega Antonio Bertei, 30 anni, originario di San Romano in Garfagnana (LU) - L'utilizzo di tecniche sperimentali e modellistiche del tutto innovative permetterà, con indagini a livello della nanoscala, di mettere in relazione le cause dei fenomeni degradativi con opportune contromisure, legate in particolare alla progettazione dei materiali, per superare i limiti attuali dello stato dell'arte della tecnologia". Bertei lavorerà presso il Department of Earth Science & Engineering dell'Imperial College sotto la supervisione del professor Nigel Brandon, portando con sé il suo bagaglio di esperienza e strumenti di simulazione nel campo della modellazione multiscala avanzata.
I fenomeni di degradazione che caratterizzano le celle a combustibile ad ossidi solidi sono causati da processi chimici, meccanici e microstrutturali che coinvolgono gli elettrodi. Il progetto mira a quantificare e disaccoppiare i vari meccanismi di degradazione attraverso un approccio combinato sperimentale e modellistico, che integra le migliori strumentazioni tomografiche per la ricostruzione tridimensionale della microstruttura degli elettrodi, con modelli meccanicistici capaci di predire l'evoluzione dei vari meccanismi degradativi nel tempo. La finalità della ricerca è quella di apportare modifiche microstrutturali degli elettrodi, in particolare attraverso l'infiltrazione di nanoparticelle ceramiche, con l'intento di limitare il decorso dei fenomeni degradativi e allungare la vita utile delle celle a combustibile fino ai target richiesti per la commercializzazione.
"Il progetto costituisce una sfida piuttosto complessa in un campo di ricerca multidisciplinare – commenta Bertei - Soltanto unendo le competenze e analizzando il sistema a ogni livello di scala è possibile riuscire nell'intento. Anche un piccolo miglioramento volto a favorire la commercializzazione delle celle a combustibile a ossidi solidi e la produzione di energia elettrica a partire da idrogeno potrà portare benefici a tutta la popolazione europea".
Nella foto in alto: Microstruttura di un elettrodo simulata con gli algoritmi sviluppati da Antonio Bertei.
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Un nuovo test per la sicurezza degli impianti nucleari
Verificare la sicurezza degli impianti nucleari studiando per la prima volta al mondo la condensazione del vapore in condizioni di vuoto. È questo il test che condurrà il laboratorio Scalbatraio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa su commissione dell'Iter Organization (IO) - un organismo internazionale, costituito da Unione Europea, USA, Russia, Cina, Giappone, India e Corea del Sud - per il reattore a fusione nucleare che sta costruendo a Cadarache, in Francia.
"Questo studio – spiega il professore Donato Aquaro dell'Ateneo pisano - è importante per la progettazione del componente VVSS (Vacuum Vessel Suppression System), fondamentale per la sicurezza del reattore. I ricercatori dell'IO, guidati dal dr. Meekins, hanno appena visitato il laboratorio Scalbatraio (foto) ed hanno assistito alle prove pre-operazionali dell'apparecchiatura in scala che abbiamo realizzato per simulare l'evento incidentale che potrebbe verificarsi nel reattore, mentre le prove effettive inizieranno entro il prossimo marzo e termineranno a fine maggio".
La centrale di Cadarache verrà completata entro i prossimi sei anni e quella di Pisa è una prima fase sperimentale al fine di garantire la sicurezza dell'impianto. L'apparecchiatura realizzata nel laboratorio Scalbatraio è in scala: la parte principale è la condensation tank sottovuoto di 2 metri diametro e 4 di altezza.
"Entro il 2015 e dopo i test condotti a Pisa – ha concluso il professore Aquaro - partirà un nuovo appalto a livello europeo per condurre gli esperimenti in scala 1:1 a cui parteciperemo con un'esperienza di ricerca già molto significativa sul campo".
Ne hanno parlato:
Tirreno.it
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StampToscana.it
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PianetaUniversitario.com
Controcampus.it
PisaInformaFlash.it
Sicurezza degli impianti nucleari: all'Università di Pisa il primo studio mondiale sulla condensazione di vapore sottovuoto
Verificare la sicurezza degli impianti nucleari studiando per la prima volta al mondo la condensazione del vapore in condizioni di vuoto. E' questo il test che condurrà il laboratorio Scalbatraio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa su commissione dell'Iter Organization (IO) - un organismo internazionale, costituito da Unione Europea, USA, Russia, Cina, Giappone, India e Corea del Sud - per il reattore a fusione nucleare che sta costruendo a Cadarache, in Francia.
"Questo studio – spiega il professore Donato Aquaro dell'Ateneo pisano - è importante per la progettazione del componente VVSS (Vacuum Vessel Suppression System), fondamentale per la sicurezza del reattore. I ricercatori dell'IO, guidati dal dr. Meekins, hanno appena visitato il laboratorio Scalbatraio ed hanno assistito alle prove pre-operazionali dell'apparecchiatura in scala che abbiamo realizzato per simulare l'evento incidentale che potrebbe verificarsi nel reattore, mentre le prove effettive inizieranno entro il prossimo marzo e termineranno a fine maggio".
La centrale di Cadarache verrà completata entro i prossimi sei anni e quella di Pisa è una prima fase sperimentale al fine di garantire la sicurezza dell'impianto. L'apparecchiatura realizzata nel laboratorio Scalbatraio è in scala: la parte principale è la condensation tank sottovuoto di 2 metri diametro e 4 di altezza.
"Entro il 2015 e dopo i test condotti a Pisa – ha concluso il professore Aquaro - partirà un nuovo appalto a livello europeo per condurre gli esperimenti in scala 1:1 a cui parteciperemo con un'esperienza di ricerca già molto significativa sul campo".
Al Museo di Storia Naturale l’inaugurazione del nuovo settore 'La Terra tra mito e scienza'
Sabato 28 febbraio, alle ore 11, al Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, con sede alla Certosa di Calci, sarà inaugurato il nuovo settore didattico-espositivo "La Terra tra mito e scienza", un percorso a tappe incentrato sui temi della nascita della Terra e dell'evoluzione della vita. All'inaugurazione interverranno Roberto Barbuti, direttore del Museo, Simone Farina, del Museo di Storia Naturale, Patrizia Landi, della Sezione di Pisa dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e Graziano di Giuseppe del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa e della Società Italiana di Protistologia Onlus.
A disposizione dei visitatori una vasta serie di allestimenti a tema, che illustreranno le tappe della storia della Terra confrontando l'interpretazione del mito con quella della scienza. Il settore si avvarrà di allestimenti di ultima generazione: si va da modelli di microrganismi a dimensione umana a veri e propri vulcani funzionanti in scala ridotta, passando attraverso l'esposizione di campioni di prodotti lavici e la riproduzione di pittoresche figure mitologiche, quali il Ciclope e l'Unicorno.
Nella sezione dedicata al mito spicca l'Arca di Noè: una ricostruzione in legno della nave biblica, che nei suoi 9 metri di lunghezza ospiterà ben 160 esemplari tassidermizzati. Nella sezione dedicata alla scienza saranno presenti modelli a grandezza d'uomo dei primi microrganismi e riproduzioni in scala ridotta che illustreranno il funzionamento dell'attività vulcanica.
Lo spazio, pensato e progettato appositamente per lo svolgimento di attività didattiche, sarà fruibile anche ai visitatori. Le iscrizioni sono aperte, per informazioni rivolgersi ai Servizi Educativi del Museo, tel. 050 2212973.
Supporto alle startup: di cosa hanno realmente bisogno?
Quali sono i veri bisogni delle imprese, di quali strumenti e servizi necessitano le startup europee per accrescere la loro resilienza e la loro competitività? Da queste domande parte l'indagine del progetto ENDuRE nato per la formazione e il supporto dei nuovi imprenditori che l'Università di Pisa, capofila del progetto, il Polo Tecnologico di Navacchio e CEDIT, agenzia formativa di Confartigianato Imprese Toscana, stanno in questi giorni conducendo in Italia nei confronti dei diversi target individuati dal progetto, a partire dagli studenti fino agli enti pubblici, passando per imprese, startupper e investitori. In contemporanea, la stessa indagine viene compiuta anche nel Regno Unito e in Danimarca da parte dei partner universitari e imprenditoriali coinvolti nel progetto.
L'obiettivo è proprio quello di verificare concretamente i bisogni degli attori dell'ecosistema dell'imprenditorialità e da quelli partire per costruire una struttura che aiuti a ridurre la probabilità di fallimento delle start up, stimolando altresì le imprese esistenti a crescere più velocemente e a superare il fenomeno della cosiddetta "Valle della Morte".
Gli elementi chiave del progetto sono: soluzioni innovative nello scouting di opportunità tecniche/ valutazioni tecniche e di mercato; pretotipazione, design concettuale, rafforzamento di prodotti e servizi e dei relativi modelli di business; mappatura della proprietà intellettuale, design around e competitive intelligence; prototipazione avanzata di prodotti e servizi.
Una volta prodotto un approccio di tipo esperienziale (learning by doing), grazie anche alla collaborazione di carattere internazionale e ad un supporto strategico alle start up da parte di aziende di successo in un ambiente "win-win", sarà effettuato un test all'interno di una rete europea di università e imprese, dove sarà prodotto un insieme di strumenti didattici e pratici per garantirne la riproducibilità futura. Nella parte finale del progetto, che complessivamente ha una durata di due anni, una startup per ogni Paese (vincitrice del processo di selezione) sarà ospitata per due mesi da un'azienda straniera. Per quanto riguarda l'Italia l'azienda scelta avrà sede all'interno dell'Incubatore del Polo Tecnologico di Navacchio.
ENDuRE European Network of Design for Resilient Entrepreneurship, progetto finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma Erasmus+ KA2 "Cooperation and Innovation for Good Practices Knowledge Alliances for Higher Education" e risultato primo nella classifica dei progetti promossi per l'anno 2014, vede come partner, oltre all'Università di Pisa in qualità di capofila, quella del Surrey (Regno Unito) e Southern Denmark (Danimarca), una agenzia formativa toscana, CEDIT, e tre aziende Polo Tecnologico di Navacchio, Blu Ocean Robotics (Danimarca) e iVeridis (Regno Unito)
ENDuRE, l'indagine europea per scoprire i bisogni delle startup
Quali sono i veri bisogni delle imprese, di quali strumenti e servizi necessitano le startup europee per accrescere la loro resilienza e la loro competitività? Da queste domande parte l'indagine del progetto ENDuRE nato per la formazione e il supporto dei nuovi imprenditori che l'Università di Pisa, capofila del progetto, il Polo Tecnologico di Navacchio e CEDIT, agenzia formativa di Confartigianato Imprese Toscana, stanno in questi giorni conducendo in Italia nei confronti dei diversi target individuati dal progetto, a partire dagli studenti fino agli enti pubblici, passando per imprese, startupper e investitori. In contemporanea, la stessa indagine viene compiuta anche nel Regno Unito e in Danimarca da parte dei partner universitari e imprenditoriali coinvolti nel progetto.
L'obiettivo è proprio quello di verificare concretamente i bisogni degli attori dell'ecosistema dell'imprenditorialità e da quelli partire per costruire una struttura che aiuti a ridurre la probabilità di fallimento delle start up, stimolando altresì le imprese esistenti a crescere più velocemente e a superare il fenomeno della cosiddetta "Valle della Morte".
Gli elementi chiave del progetto sono: soluzioni innovative nello scouting di opportunità tecniche/ valutazioni tecniche e di mercato; pretotipazione, design concettuale, rafforzamento di prodotti e servizi e dei relativi modelli di business; mappatura della proprietà intellettuale, design around e competitive intelligence; prototipazione avanzata di prodotti e servizi.
Una volta prodotto un approccio di tipo esperienziale (learning by doing), grazie anche alla collaborazione di carattere internazionale e ad un supporto strategico alle start up da parte di aziende di successo in un ambiente "win-win", sarà effettuato un test all'interno di una rete europea di università e imprese, dove sarà prodotto un insieme di strumenti didattici e pratici per garantirne la riproducibilità futura. Nella parte finale del progetto, che complessivamente ha una durata di due anni, una startup per ogni Paese (vincitrice del processo di selezione) sarà ospitata per due mesi da un'azienda straniera. Per quanto riguarda l'Italia l'azienda scelta avrà sede all'interno dell'Incubatore del Polo Tecnologico di Navacchio.
ENDuRE European Network of Design for Resilient Entrepreneurship, progetto finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma Erasmus+ KA2 "Cooperation and Innovation for Good Practices Knowledge Alliances for Higher Education" e risultato primo nella classifica dei progetti promossi per l'anno 2014, vede come partner, oltre all'Università di Pisa in qualità di capofila, quella del Surrey (Regno Unito) e Southern Denmark (Danimarca), una agenzia formativa toscana, CEDIT, e tre aziende Polo Tecnologico di Navacchio, Blu Ocean Robotics (Danimarca) e iVeridis (Regno Unito).
Un mese con Turing e l'Enigma
Il successo di pubblico, 8 nomination e l'Oscar a Graham Moore per la miglior sceneggiatura non originale, hanno confermato The Imitation Game come uno dei grandi film del 2014. Il merito principale del film è quello di aver portato all'attenzione del grande pubblico la figura di Alan Turing, uno dei padri dell'informatica, e la macchina crittografica Enigma, che ha un posto di rilievo nella storia delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Il Museo degli Strumenti per il Calcolo dell'Università di Pisa ha colto al volo questa occasione, proponendo un mese di appuntamenti con mostre, incontri, proiezioni e laboratori didattici sui personaggi e le vicende di questa affascinante vicenda. Il dottor Giovanni A. Cignoni, del Museo degli Strumenti per il Calcolo - Fondazione Galileo Galilei, presenta il calendario delle iniziative.
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Da sempre il cinema attinge alla Storia. A volte ci sono vicende così dense che quasi non si crede siano ispirate a fatti veri, quella di Alan Turing è una: personalità complessa, grande matematico, uno dei padri dell'informatica, protagonista insieme a una macchina dal nome intrigante di Enigma di una delle battaglie più segrete della Seconda Guerra Mondiale.
Il film The Imitation Game è l'ultimo che ha ripreso la storia di Alan Turing e dell'Enigma, ottenendo un ottimo successo di pubblico, 8 nomination e infine l'Oscar a Graham Moore per la miglior sceneggiatura non originale.
Come tutte le opere di narrativa "ispirate a una storia vera", il film ha raccolto anche molte critiche per non aver esposto i fatti esattamente come si svolsero. Ma un conto è raccontare la Storia, un altro fare un film per Hollywood, sono due mestieri diversi e al secondo dobbiamo concedere un certo numero di licenze. Ne va del nostro divertimento al cinema.
Il riconoscimento ottenuto agli Academy Awards è meritato perché, sebbene a volte semplificati, a volte esagerati, i fatti e i dettagli inseriti nel film sono davvero tanti e dimostrano un gran lavoro di documentazione e di incastro. Insomma, congratulazioni e, soprattutto, grazie.
Grazie perché il film ha portato (o riportato) all'attenzione del grande pubblico una storia complessa, che nelle sue conseguenze generali (l'informatica) e particolari (gli usi della crittografia) ci tocca da vicino nei nostri quotidiani contatti con le tecnologie dell'informazione.Al Museo degli Strumenti per il Calcolo dell'Università di Pisa non potevamo chiedere di meglio: l'interesse e la curiosità suscitati dal film sono stati il nostro punto di partenza per proporre al pubblico approfondimenti e discussioni proprio giocando a svelare le differenze fra realtà e immaginazione narrativa. La costruzione del programma di eventi che proponiamo è stata anche un'occasione per consolidare collaborazioni e avviarne di nuove, per coinvolgere esperti del settore e artisti già toccati dall'argomento.
Porteremo un "Enigma I" a Pisa così da vederla in originale. È il risultato di un'intesa (non solo formale) con il Museo Storico della Comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico, un museo con una ricchissima collezione e con molti punti di contatto con il nostro. Alla mostra proporremo anche tavole dalla graphic novel di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni, riprendendo un discorso che avevamo iniziato due anni fa approfittando di una vicinanza di mostre al S. Matteo.
Con il Cinema Arsenale, già partner dell'ultima edizione della "Notte dei Vecchi Videogiochi", abbiamo organizzato una rassegna di film: The Imitation Game, ovviamente, poi Enigma (2001) e Breaking the Code (1996), gli ultimi due variazioni sul tema, rispettivamente, più e meno fantasiose e più e meno note al pubblico – la seconda sottotitolata per l'occasione.
In quattro incontri al Museo approfondiremo le differenze fra il film e la storia vera. In altri due avremo il piacere di ospitare il professor emerito Fabrizio Luccio, che ci farà una storia ragionata della crittografia da Leon Battista Alberti fino ai giorni nostri, e il tenente colonnello dei Carabinieri, ing. Marco Mattiucci, che ci racconterà la crittografia fra i diritti alla riservatezza e le necessità delle indagini.
E poi approfondimenti scritti sul Cactus di paginaQ e dialoghi con il pubblico in diretta streaming dal Teatro Rossi Aperto, dove ci ritroveremo con radiocicletta.it ma ospiti di amici nuovi. Insomma, un programma che insieme all'Università – il Sistema Museale e il Museo, il progetto HMR, i corsi di laurea in Informatica e in Ingegneria informatica – coinvolge molti altri soggetti impegnati in un progetto che, partendo da scienza, tecnologia e storia, fa animazione culturale a tutto tondo.
Tutte le informazioni, il programma dettagliato e le inziative per le scuole: http://hmr.di.unipi.it/TuringEnigma
Giovanni A. Cignoni
Museo degli Strumenti per il Calcolo - Fondazione Galileo Galilei
Al Museo degli Strumenti per il calcolo un mese di iniziative con Alan Turing e "l'Enigma"
Con il successo di pubblico, otto nomination e infine l'Oscar a Graham Moore per la miglior sceneggiatura non originale, "The Imitation Game" si conferma come uno dei grandi film del 2014. Sottolineato proprio dalla statuetta vinta, il principale merito del film è quello di aver portato alla curiosità del grande pubblico la figura di Alan Turing, uno dei padri dell'informatica, e la macchina crittografica "l'Enigma", intrigante a partire dal nome, che ha un posto di rilievo nella storia delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Il Museo degli Strumenti per il calcolo dell'Università di Pisa ha colto al volo l'occasione, proponendo a tutti un mese di appuntamenti con incontri e approfondimenti sui personaggi, le vicende storiche e su "l'Enigma". In collaborazione con il Museo storico della comunicazione del ministero dello Sviluppo economico sarà a Pisa una "Enigma I". La relativa mostra si inaugurerà sabato 14 marzo, alle 15.30, e si chiuderà domenica 22 marzo.
Una serie di eventi al Museo prepareranno e accompagneranno l'incontro con "l'Enigma", sia come rapporti fra storia vera e storia narrata, sia come aspetti tecnologici e implicazioni sociali della crittografia.
Quattro incontri traggono direttamente spunto dal film: sui protagonisti "Turing e gli altri" (28 febbraio, 16.30), sull'organizzazione di "Bletchley Park e Ultra" (7 marzo, 16.30), su "L'Enigma", come funzionava e come fu battuta (14 marzo, 16.30), su "Le altre macchine" citate o dimenticate nel film (21 marzo 16.30). Altri due appuntamenti sono dedicati alla crittografia: "Dall'Alberti all'Enigma e oltre" (17 marzo, 16.30) sulla storia dei codici cifrati fino a oggi, e su "Il muro della crittografia fra diritti e doveri" (20 marzo, 16.30) con a seguire una tavola rotonda sulle applicazioni e le implicazioni della crittografia.
Il rapporto fra storia vera e storia narrata tornerà nella mostra con la proposta delle tavole di "Enigma, la strana vita di Alan Turing", la graphic novel di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni.
Insieme al Cinema Arsenale sarà proposta una rassegna di film: ovviamente "The Imitation Game" (9-15 marzo), "Enigma" (16-22 marzo) e "Breaking the Code" (23-29 marzo). Le proiezioni serali saranno precedute/seguite da una breve introduzione/discussione con il pubblico.
Media partner dell'inizitiava sono "PaginaQ" e Radiocicletta. Il dialogo con il pubblico del museo proseguirà con articoli dedicati sul "Cactus" domenicale di "PaginaQ". Con Radiocicletta sarà organizzata una diretta dal Teatro Rossi Aperto (16 marzo, 22.00) con domande del pubblico sul rapporto fra storia e narrativa.
Curatori, relatori e ospiti degli incontri sono: Giovanni A. Cignoni, Nicoletta De Francesco, Gianluca Dini, Paolo Ferragina, Fabio Gadducci, Giuseppe Lettieri, Fabrizio Luccio, Marco Mattiucci, Tuono Pettinato, Francesca Riccioni, Maurizio Vaccaro.
Per le scuole, dal 16 al 21 marzo sono previste visite guidate e laboratori didattici sulla crittografia con approfondimenti ed esperimenti con i simulatori de "l'Enigma".
Oltre all'Università di Pisa, che partecipa con il Museo degli strumenti per il calcolo, il progetto HMR e i corsi di laurea in Ingegneria informatica e in Informatica, all'iniziativa hanno collaborato la Fondazione Galileo Galilei e il Sistema museale di Ateneo, il ministero dello Sviluppo economico e il Museo storico della comunicazione, il Cinema Arsenale, "PaginaQ" e Radiocicletta.
Informazioni dettagliate, materiale e aggiornamenti: http://hmr.di.unipi.it/TuringEnigma
Per prenotarsi per le visite si può contattare la dottoressa Francesca Corradi, 050/2213626, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L'Università di Pisa primo ateneo italiano a sbarcare su Kickstarter
L'Università di Pisa è il primo ateneo italiano a sbarcare su Kickstarter: dal 23 febbraio VIPER, un prodotto hi-tech nato nel mondo di Internet delle Cose, debutta sulla più importante piattaforma statunitense di crowdfounding del mondo. Artefici dell'impresa sono Daniele Mazzei del Centro Piaggio, Giacomo Baldi dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana, Gualtiero Fantoni e Gabriele Montelisciani del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale. Il progetto resterà in rete 30 giorni e il budget richiesto per la finalizzazione di VIPER e la produzione industriale della scheda è di 20.000 dollari.
VIPER, come promette il team di ricercatori che l'hanno progettato, è un dispositivo ed una serie di software ad alto tasso di tecnologia che promette di rivoluzionare e semplificare la nostra vita quotidiana rendendo accessibile qualsiasi oggetto tramite computer o cellulare. In altre parole, si tratta di un dispositivo che potrà aiutare le persone a monitorare la propria casa senza dover fare tracce nei muri, permettendo di sapere, ad esempio, se il cane ha sete o se i bambini sono rientrati da scuola, di spegnere il riscaldamento se lo abbiamo lasciato inavvertitamente acceso o di controllare da lavoro se abbiamo chiuso il gas, il tutto con dei semplici click, senza dover avere una laurea in ingegneria o in informatica.
"Un esempio che facciamo spesso – spiega Gualtiero Fantoni - è quello di uno di quei carillon con le apine che vengono messi sulle culle dei neonati. Con VIPER un oggetto del genere può essere trasformato in un sistema che sta acceso fino a quando il bambino è sveglio, che si spegne piano piano fin quando si addormenta ma che, ad un risveglio improvviso, sia capace di far ripartire musica e movimento delle apine avvertendo via cellulare la mamma che magari è impegnata altrove, il tutto questo in pochi click".
Dal punto di vista tecnico il team di ricercatori ha scelto il Python, uno dei linguaggi di programmazione più semplice da usare, per creare una serie di interfacce ed App per far comunicare gli oggetti con i telefonini, i tablet e i computer.
"Si tratta di una tecnologia di grande efficacia – ha aggiunto Fantoni – che può trovare applicazioni nelle grandi industrie manifatturiere e rendere più efficienti le piccole imprese, può servire ai laboratori, alle botteghe artigiane e perfino aiutare i negozi commerciali: pochi click sul computer, una piccola scheda elettronica che non consuma quasi niente e qualsiasi oggetto potrà essere visibile ed accessibile tramite computer o cellulare".
E infine alla domanda: "perché non avete applicato per un progetto Europeo o un finanziamento regionale per la ricerca e sviluppo?", la risposta dei ricercatori è stata: "abbiamo bisogno di un piccolo finanziamento, ma di una grande comunità di co-sviluppatori! Per questo abbiamo scelto Kickstarter, la più grande vetrina al mondo per progetti come VIPER che può essere una vera svolta per appassionati di tecnologia e del mondo dei makers".
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Tirreno Grosseto/1
Tirreno Grosseto/2
Il fatto quotidiano
La Gazzetta del Sud
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Ansa.it
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