Ammissione alle attività formative della Scuola Normale Superiore
E-Team squadra corse - Join us
Inizia il Recruiting per la stagione 2023-24 dell'E-Team Squadra Corse.
Il Team è un gruppo di studenti provenienti da ogni dipartimento che ogni anno, collaborando insieme, progettano e realizzano una monoposto per partecipare alle competizioni di Formula Student, a livello nazionale ed internazionale.
Sabato 30 settembre alle ore 15.00 e giovedì 5 ottobre alle ore 19.00 avranno luogo i Meeting su Teams con accesso tramite codice 94774h3.
Se sei interessato/a a partecipare a questo progetto, compila la richiesta per il recruiting.
Sea level in 2100 up to one metre higher than today
If greenhouse gas emissions continue at the current rate, by 2100 the sea level on Earth could have risen by up to one metre, with increasing damage from storm surges and extreme weather events. The prospect comes from a study published in the journal “Earth System Science Data”, in which Professors Matteo Vacchi (Photo) of the University of Pisa and Alessio Rovere of the Ca’ Foscari University of Venice were the first authors. The research put together all existing data on sea levels during the last interglacial period, 125,000 years ago, the last one in which the Earth was slightly warmer than today, about 1-1.5 degrees on a global scale and 3-5 at the poles. According to the online atlas created by the researchers, sea levels at that time were between 3 and 9 metres higher than now.
“During the interglacial period, climatic conditions were due to a change in the Earth’s orbital configuration,” explains Matteo Vacchi. “Today's climate warming, on the other hand, derives mainly from the increase of carbon dioxide emissions in the atmosphere due to the anthropogenic effect.
Globally, the most vulnerable areas to the sea level rise are the atolls in the Pacific and the large coastal plains of south-east Asia. As for the Mediterranean, the Venice lagoon, the upper Adriatic, and in general the large coastal plains, e.g., the Volturno in Naples, but also the Pisa plain in Tuscany, are particularly vulnerable, and for North Africa the flat coastal areas of Tunisia, Morocco and the Nile Delta.
Primarily responsible for rising seas would be the melting of the planet’s two large polar ice sheets, Greenland, and Antarctica. From this point of view, the data put together by the study are fundamental for outlining future climate scenarios. If the entire ice sheet currently covering Greenland were to melt, the global sea level would rise by about 7 metres. If, on the other hand, the entire Antarctic ice sheet were to melt, the sea would rise by an additional 58 metres.
"There have been periods on Earth, when the sea level was above the current one," Vacchi concludes, "but what is worrying today is the increasing rate, i.e., the acceleration that has taken place over the last 150 years, coinciding with the start of the industrial revolution that has greatly increased greenhouse gases into the atmosphere.
The work published in the journal “Earth System Science Data” is the result of the WARMCOASTS project funded by the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme (Grant agreement No. ERC-StG-802414), won by Professor Alessio Rovere.
Il livello del mare nel 2100 fino a un metro in più rispetto ad oggi
Se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale, nel 2100 il livello del mare sulla Terra potrebbe aumentare anche fino a un metro, con danni sempre maggiori per mareggiate e fenomeni estremi. La prospettiva arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Earth System Science Data a cui hanno partecipato i professori Matteo Vacchi (foto) dell’Università di Pisa e Alessio Rovere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia come primo autore.
La ricerca ha messo insieme tutti i dati esistenti relativi al livello del mare durante l’ultimo periodo interglaciale, 125mila anni fa, l’ultimo in cui la Terra è stata lievemente più calda rispetto ad oggi, circa 1-1,5 gradi su scala globale e 3-5 ai poli. Secondo l’atlante on line creato dai ricercatori, il livello dei mari all’epoca era tra i 3 e i 9 metri più alto di adesso.“Nel periodo interglaciale le condizioni climatiche erano dovute a un cambiamento nella configurazione orbitale della Terra – spiega Matteo Vacchi – il riscaldamento climatico odierno deriva invece, in larga parte, dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera dovuto all’effetto antropico”.
A livello globale le zone più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare sono gli atolli nel Pacifico e le gradi piane costiere del sud-est asiatico. Per quanto riguarda il Mediterraneo sono particolarmente vulnerabili la laguna di Venezia, l'alto Adriatico, e in generale le grandi piane costiere, per esempio il Volturno di Napoli, ma anche la piana pisana in Toscana, e per il nord Africa le zone costiere pianeggianti della Tunisia, del Marocco e il Delta del Nilo.
Prima responsabile dell’innalzamento dei mari sarebbe la fusione delle due grandi calotte polari del Pianeta, Groenlandia e Antartide. Da questo punto di vista i dati messi assieme dallo studio sono fondamentali per delineare dei modelli climatici futuri. Se infatti si dovesse fondere tutta la calotta glaciale che copre attualmente la Groenlandia, il livello globale del mare salirebbe di circa 7 metri. Se invece si dovesse fondere tutta la calotta antartica l’aumento sarebbe di ulteriori 58 metri.
“Nella Terra ci sono stati dei periodi in cui il livello del mare è salito al di sopra dell'attuale – conclude Vacchi – ma quello che preoccupa oggi sono i tassi di risalita, ovvero l'accelerazione avvenuta negli ultimi 150 anni, in concomitanza con l’inizio della rivoluzione industriale che ha aumentato enormemente le emissioni di gas serra nell’atmosfera”.
Il lavoro pubblicato Earth System Science Data è frutto del progetto WARMCOASTS finanziato dall’Unione Europea, programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 (Grant agreement No. ERC-StG-802414), vinto dal professore Alessio Rovere.
Università di Pisa: intitolata alla professoressa Giovanna Mariani la sede del CLab
Giornata di grande commozione, quella di oggi, per la comunità dell’Università di Pisa che questa mattina ha intitolato la sede del suo Contamination Lab (CLab Pisa) alla professoressa Giovanna Mariani, docente di finanza aziendale e presidente del corso di laurea magistrale in Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, scomparsa il 4 novembre scorso a soli 60 anni.
Una cerimonia sentitissima a cui hanno preso parte i familiari della professoressa; numerosi amici e colleghi; il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone; gli ex rettori Massimo Mario Augello e Paolo Maria Mancarella e l’ex direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso. Oltre al delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell'innovazione, Alessio Cavicchi; al presidente del Comitato Spin Off dell'Ateneo pisano, Stefano Chessa, e a tre docenti titolari di altrettante spin-off dell'Ateneo Pisano: Luca Fanucci (Ingeniars S.r.L.), Ugo Faraguna (Sleepacta S.r.L.) e Filippo Graziani (Bee Queen 33 S.r.L.).
“La ‘Gloria’ ha vinto la sua battaglia chiamando in anticipo la professoressa Giovanna Mariani, alla quale è valsa interpretare la vita quale perduranza di significato al ‘Valore’ della Persona – ha detto la professoressa Elena Bruno, attuale presidente del Corso di Laurea Magistrale in Banca, Finanza Aziendale e Mercati Finanziari dell’Università di Pisa e legata da una profonda amicizia a Mariani - Di lei permangono in me contributi di linearità comportamentale e generosità affettiva e professionale che la innalzano a modello da imitare”.
Caratteri, questi, che tornano, forti, anche nel ritratto che di Giovanna Mariani ha tratteggiato il professor Luca Spataro, direttore del Dipartimento Economia e Management dell'Ateneo Pisano. “Giovanna era una persona schietta, generosa, appassionata e, proprio per questo, in grado di coinvolgere chi le stava intorno - ha ricordato durante la cerimonia di intitolazione – L’ho conosciuta nei primi anni 2000 e ben presto potei apprezzarne la dedizione nell'insegnamento, la capacità di coinvolgersi in nuovi e numerosi progetti, di instaurare rapporti improntati al rigore e al rispetto con colleghi e studenti”.
“Le sue ultime fatiche - ha aggiunto Spataro - sono state il curriculum internazionale del corso di laurea di Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, con cui ha arricchito l'offerta didattica del Dipartimento, nonché il progetto PRIN di cui era capofila e che verrà portato avanti dai suoi collaboratori sparsi in diversi Atenei italiani. Ma l’eredità lasciata da Giovanna è anche caratterizzata dal coraggio e dall’attaccamento alla vita che ci ha testimoniato nel combattere la malattia”.
Per tutto questo l'Università di Pisa ha voluto ricordarla; "per la sua eccellenza e autenticità di modello culturale, correlate a capacità rappresentativa di “Arte” formativa imprenditoriale", come recita la targa commemorativa scoperta oggi nel cortile interno del Centro Congressi "Le Benedettine", dove si trova la sede di quel CLab alla cui nascita, la professoressa Mariani, ha dato un contributo fondamentale, come hanno ricordato i colleghi e gli amici dell’Unità Servizi Trasferimento Tecnologico dell’Università di Pisa: “L'attività del Comitato Spin off ed il conseguente supporto alle start up, il Contamination Lab Pisa, così come molte altre attività in seno all’unità del trasferimento tecnologico, sono nate e cresciute con Giovanna. Ci ha insegnato che la dimensione sociale di un’impresa rappresenta sia una premessa sia un ingrediente per riuscire ad inserirsi e costruire legami con il territorio. Il suo pensiero divergente e l’approccio inclusivo sono stati per noi il valore aggiunto alle molte giornate di lavoro trascorse insieme, che vogliamo appunto ricordare con l’intitolazione a suo nome della sede del Contamination Lab Pisa”.
Università di Pisa: intitolata alla professoressa Giovanna Mariani la sede del CLab
Giornata di grande commozione, quella di oggi, per la comunità dell’Università di Pisa che questa mattina ha intitolato la sede del suo Contamination Lab (CLab Pisa) alla professoressa Giovanna Mariani, docente di finanza aziendale e presidente del corso di laurea magistrale in Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, scomparsa il 4 novembre scorso a soli 60 anni.
Una cerimonia sentitissima a cui hanno preso parte i familiari della professoressa; numerosi amici e colleghi; il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone; gli ex rettori Massimo Mario Augello e Paolo Maria Mancarella e l’ex direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso. Oltre al delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell'innovazione, Alessio Cavicchi; al presidente del Comitato Spin Off dell'Ateneo pisano, Stefano Chessa, e a tre docenti titolari di altrettante spin-off dell'Ateneo Pisano: Luca Fanucci (Ingeniars S.r.L.), Ugo Faraguna (Sleepacta S.r.L.) e Filippo Graziani (Bee Queen 33 S.r.L.).
“La ‘Gloria’ ha vinto la sua battaglia chiamando in anticipo la professoressa Giovanna Mariani, alla quale è valsa interpretare la vita quale perduranza di significato al ‘Valore’ della Persona – ha detto la professoressa Elena Bruno, attuale presidente del Corso di Laurea Magistrale in Banca, Finanza Aziendale e Mercati Finanziari dell’Università di Pisa e legata da una profonda amicizia a Mariani - Di lei permangono in me contributi di linearità comportamentale e generosità affettiva e professionale che la innalzano a modello da imitare”.
Caratteri, questi, che tornano, forti, anche nel ritratto che di Giovanna Mariani ha tratteggiato il professor Luca Spataro, direttore del Dipartimento Economia e Management dell'Ateneo Pisano. “Giovanna era una persona schietta, generosa, appassionata e, proprio per questo, in grado di coinvolgere chi le stava intorno - ha ricordato durante la cerimonia di intitolazione – L’ho conosciuta nei primi anni 2000 e ben presto potei apprezzarne la dedizione nell'insegnamento, la capacità di coinvolgersi in nuovi e numerosi progetti, di instaurare rapporti improntati al rigore e al rispetto con colleghi e studenti”.
“Le sue ultime fatiche - ha aggiunto Spataro - sono state il curriculum internazionale del corso di laurea di Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, con cui ha arricchito l'offerta didattica del Dipartimento, nonché il progetto PRIN di cui era capofila e che verrà portato avanti dai suoi collaboratori sparsi in diversi Atenei italiani. Ma l’eredità lasciata da Giovanna è anche caratterizzata dal coraggio e dall’attaccamento alla vita che ci ha testimoniato nel combattere la malattia”.
Per tutto questo l'Università di Pisa ha voluto ricordarla; "per la sua eccellenza e autenticità di modello culturale, correlate a capacità rappresentativa di “Arte” formativa imprenditoriale", come recita la targa commemorativa scoperta oggi nel cortile interno del Centro Congressi "Le Benedettine", dove si trova la sede di quel CLab alla cui nascita, la professoressa Mariani, ha dato un contributo fondamentale, come hanno ricordato i colleghi e gli amici dell’Unità Servizi Trasferimento Tecnologico dell’Università di Pisa: “L'attività del Comitato Spin off ed il conseguente supporto alle start up, il Contamination Lab Pisa, così come molte altre attività in seno all’unità del trasferimento tecnologico, sono nate e cresciute con Giovanna. Ci ha insegnato che la dimensione sociale di un’impresa rappresenta sia una premessa sia un ingrediente per riuscire ad inserirsi e costruire legami con il territorio. Il suo pensiero divergente e l’approccio inclusivo sono stati per noi il valore aggiunto alle molte giornate di lavoro trascorse insieme, che vogliamo appunto ricordare con l’intitolazione a suo nome della sede del Contamination Lab Pisa”.
Conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents
Nel contesto delle attività promosse dalla Scuola Nazionale di Specializzazione in Anatomia Patologica, con il patrocinio del Collegio Italiano dei Professori di Anatomia Patologica e dell’Università di Pisa, si è da poco conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents, svoltasi dal 20 al 22 settembre nel’aula Contamination Lab del Centro Congressi Le Benedettine.
Questo evento ha rappresentato un significativo sforzo collaborativo che ha coinvolto quattro prestigiose istituzioni accademiche: l'Università di Pisa, rappresentata dal professor Antonio Giuseppe Naccarato unitamente ai dottori Cristian Scatena e Nicolò Fanelli del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia; l'University College Dublin, con la partecipazione della professoressa Cecily Quinn; l'Università di Bologna, rappresentata dalla professoressa Maria Pia Foschini, e l'Università di Torino, con la partecipazione della professoressa Isabella Castellano.
L’iniziativa non solo ha offerto una formazione di altissimo livello nell’ambito della patologia mammaria, ma ha anche rappresentato un momento di aggregazione per i 18 giovani medici specializzandi provenienti da 14 diverse università italiane come Firenze, Siena, Genova, Bologna, Verona, Padova, Pavia, Torino, Piemonte Orientale, Trieste, La Sapienza di Roma, Cagliari, Bari e Messina.
Nell’ambito dell’iniziativa è stato istituito il premio “BrEaST AWARD” che è stato vinto dalla Dottoressa Marialessandra Capuzzolo (nella foto in basso), allieva della scuola di Bari, a cui sarà offerta l’iscrizione al prossimo European Congress of Pathology – ECP 2024 che si terrà a Firenze, dal 7 all’ 11 settembre prossimo.
Conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents
Nel contesto delle attività promosse dalla Scuola Nazionale di Specializzazione in Anatomia Patologica, con il patrocinio del Collegio Italiano dei Professori di Anatomia Patologica e dell’Università di Pisa, si è da poco conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents, svoltasi dal 20 al 22 settembre nel’aula Contamination Lab del Centro Congressi Le Benedettine.
Questo evento ha rappresentato un significativo sforzo collaborativo che ha coinvolto quattro prestigiose istituzioni accademiche: l'Università di Pisa, rappresentata dal professor Antonio Giuseppe Naccarato unitamente ai dottori Cristian Scatena e Nicolò Fanelli del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia; l'University College Dublin, con la partecipazione della professoressa Cecily Quinn; l'Università di Bologna, rappresentata dalla professoressa Maria Pia Foschini, e l'Università di Torino, con la partecipazione della professoressa Isabella Castellano.
L’iniziativa non solo ha offerto una formazione di altissimo livello nell’ambito della patologia mammaria, ma ha anche rappresentato un momento di aggregazione per i 18 giovani medici specializzandi provenienti da 14 diverse università italiane come Firenze, Siena, Genova, Bologna, Verona, Padova, Pavia, Torino, Piemonte Orientale, Trieste, La Sapienza di Roma, Cagliari, Bari e Messina.
Nell’ambito dell’iniziativa è stato istituito il premio “BrEaST AWARD” che è stato vinto dalla Dottoressa Marialessandra Capuzzolo (nella foto in basso), allieva della scuola di Bari, a cui sarà offerta l’iscrizione al prossimo European Congress of Pathology – ECP 2024 che si terrà a Firenze, dal 7 all’ 11 settembre prossimo.
Intitolazione del parco del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa alla prima paladina dell’ambientalismo Rachel Carson
Mercoledì 27 settembre alle 14,30 si svolge la cerimonia di intitolazione del parco del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa alla biologa statunitense Rachel Carson. L’appuntamento in Via del Borghetto 80 è nell’ambito del convegno SAGA: Scienza, Agricoltura, Genere & Ambiente: 60 anni dopo la pubblicazione di Silent Spring che si svolge dal 27 al 28 ottobre sempre al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali. Prima paladina dell’ambientalismo, Carson si è battuta contro l’uso indiscriminato della chimica in particolare degli insetticidi come il DDT. Il suo libro Silent Spring del 1962 fu un caso che finì nelle aule giudiziarie ponendo la questione ambientale per la prima volta al centro del dibattito pubblico insieme al ruolo delle donne nella scienza, le accuse che le furono mosse la tacciavano infatti di isterismo e disfattismo. In particolare su quest’ultimo tema il 28 settembre alle 9 conclude il convegno la tavola rotonda “Il genere femminile nella Scienza” con il coordinamento di Sara Venchiarutti, giornalista de Il Tirreno. Partecipano fra gli altri Amedeo Alpi, Vice-presidente dell’Accademia dei Georgofili e Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR.
Pisanità, territorio e arte
Pisa University Press, casa editrice dell’Università di Pisa, sarà presente al Pisa Book Festival, 21° edizione (in programma dal 28 settembre al 1° ottobre), con il proprio stand, carico di novità editoriali, e due conversazioni.
Giovedì 28 settembre, alle 17, al Museo delle Navi Antiche-Book Club (Lungarno Simonelli), il professor Riccardo Mazzanti con l’aiuto di Atos Davini (attore e anima de La Brigata dei Dottori, per la quale ricopre da anni il ruolo della mitica Sora Colomba) proporrà un viaggio – divertente curioso ma anche rigorosamente documentato – intorno all’indole dei pisani a partire dal volume “Cultura popolare e territorio. I proverbi pisani”, edito da Pisa University Press.
Oltre 2mila proverbi raccolti dal professor Riccardo Mazzanti in 30 anni di ricerche “sul campo”, ogni proverbio è corredato da una traduzione in italiano e da un commento che serve a spiegarlo e a inquadrarlo dal punto di vista geografico, storico, sociologico ed epistemologico. Ne emerge il carattere pragmatico e disilluso dei Pisani, il loro spirito religioso, il tipo di rapporti sociali, l’amara ironia dei ceti meno abbienti nei confronti delle necessità quotidiane: in pratica si tratta di un compendio di saggezza di matrice popolare, anche se molti fra i proverbi più famosi denotano origini dotte e, forse per questo, hanno avuto continuità nel tempo. Riccardo Mazzanti è professore ordinario di Geografia Umana presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, e ha pubblicato oltre 70 contributi.
Venerdì 29 settembre, alle 12, nell’auditorium del Museo delle Navi Antiche, sarà invece presentato – in linea con il tema dell’edizione 2023 del Pisa Book Festival, dedicato alle donne – il volume “Nel giardino delle arti e delle scienze. Studi in onore di Lucia Tongiorgi Tomasi”, a cura di Alessandro Tosi e Massimiliano Rossi. “Nel giardino delle arti e delle scienze” raccoglie gli atti di una giornata dedicata, nel giugno del 2019, agli ottant’anni della storica dell’arte Lucia Tongiorgi Tomasi, studiosa di livello internazionale, per decenni docente presso l’Ateneo pisano. Dalla storia della illustrazione scientifica nella prima età moderna alla progettazione del giardino, dalla cultura della Wunderkammer alla storia del disegno, della grafica e dei corredi librari fino a tematiche di iconografia e iconologia, i contributi raccolti nel volume testimoniano il magistero di Lucia Tongiorgi Tomasi attraverso la vicinanza di amici, colleghi e allievi. Interverranno Alessandro Tosi e Lucia Tongiorgi Tomasi.
Tra le tante novità che saranno in vendita allo stand di Pisa University Press:
“Edizione degli scavi nei Praedia di Iulia Felix e studi sulla Regio II di Pompei” di Anna Anguissola (docente di archeologia classica all’Università di Pisa) e Riccardo Olivito (docente di archeologia classica alla Scuola IMT Alti Studi Lucca), volume che costituisce l’edizione dei risultati dei primi cinque anni (2016-2020) di ricerche e scavi stratigrafici a Pompei nell’ambito del Progetto PRAEDIA (Pompeian Residential Architecture: Environmental, Digital, Interdisciplinary Archive).
“Giacomo Matteotti. Ritratto per immagini” di Maurizio Degl’Innocenti e Stefano Caretti, originale rilettura della vita umana e politica di Giacomo Matteotti che restituisce la figura di un uomo premuroso con la moglie e i figli, colto, curioso, a cui si accompagna la militanza. Un libro che parla soprattutto alle nuove generazioni.
“La musica non cambia. Tito Petralia e Vittorio Emanuele Bravetta, due autori popolari tra fascismo e repubblica” di Alessandro Volpi (docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa), libro raccoglie le biografie di due personaggi, Tito Petralia e Vittorio Emanuele Bravetta, appunto, che dettero un contributo rilevante alla produzione diffusa di stereotipi destinati a influenzare l’immaginario del nostro paese.