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Lunedì, 25 Novembre 2013 15:17

«Matricole ad Agraria in costante crescita»

Dipartimento di Scienze agrarieUno degli effetti più drammatici della crisi che ha colpito il nostro paese è il calo delle iscrizioni all'università che negli ultimi cinque anni si sono ridotte di circa il 13% a livello nazionale. Le cause di questo possono essere facilmente individuate: le famiglie a reddito medio-basso hanno sempre minori disponibilità economiche per far studiare i figli e in quest'ultimi c'è sempre meno convinzione sul fatto che la laurea possa offrire vantaggi effettivi per aprire le porte del mercato del lavoro. In controtendenza rispetto a tutto questo, sono invece cresciute le immatricolazioni alle ex facoltà, ora dipartimenti, più orientate all'economia reale, come Agraria, che fa registrare, con un +45%, il tasso di crescita più alto. A conferma di tale incremento, si pensi che nelle ex facoltà di Agraria dei principali atenei del Nord si è verificato un vero e proprio boom con un aumento complessivo pari al 134% dal 2009 ad oggi. Probabilmente questo è un segnale di cambiamento culturale in atto, confermato anche dall'aumento delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e negli istituti tecnici agrari, agroalimentari e agroindustriali.

Anche il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali (ex facoltà di Agraria) dell'Università di Pisa ha fatto registrare un notevole incremento delle immatricolazioni ai corsi di laurea triennale. Dai dati statistici è possibile osservare un progressivo incremento del numero degli immatricolati a partire dall'a.a. 2010-2011 dove, rispetto all'anno successivo, si osserva un incremento del 30%; incremento confermato anche l'anno seguente con un +16%. Un dato rilevante, e se vogliamo singolare, è anche l'aumento, a partire dall'a.a. 2008-2009, della popolazione femminile, che oggi è pari al 51% degli immatricolati. Si è rilevato, ultimamente, anche un evidente interessamento da parte degli studenti stranieri, europei, asiatici e sudamericani, ai corsi di studio del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-forestali.

Una possibile spiegazione di tale aumento di iscritti è la crescita di opportunità nel settore agricolo, dovuta anche al fatto che negli ultimi anni si sono sviluppati nuovi mestieri, tant'è che circa il 70% delle imprese create da giovani opera in attività multifunzionali come l'agriturismo, le fattorie didattiche, la vendita diretta dei prodotti tipici, la trasformazione aziendale del latte in formaggio e delle olive in olio, la produzione di pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.

Massai RossanoQueste opportunità di lavoro stanno attraendo sempre più i giovani in uscita dalla scuola dell'obbligo anche in virtù del richiamo forte verso le tematiche ambientali e del tentativo di fuga dalle città, sovraffollate e caotiche, in cui spesso viviamo. Per citare un esempio concreto di questa imprenditorialità giovanile presente nel nostro territorio possiamo ricordare l'azienda "Mi coltivo" che cura la produzione biologica nei campi di Pappiana (San Giuliano Terme). Con questo progetto una cooperativa di giovani ha iniziato a produrre verdura e frutta da vendere direttamente ai cittadini senza intermediari. Le famiglie di Pisa e Lucca "adottano" un appezzamento di terreno, dopo averlo scelto in un catalogo, e stipulato un contratto della durata di un anno decidendo cosa coltivarci. L'appezzamento viene coltivato dai soci della stessa cooperativa e i prodotti che nascono da tali orti vengono consegnati direttamente ai consumatori finali, senza passare da intermediari.

Una segnalazione particolare va fatta anche per il forte incremento (circa il 53% in 3 anni) degli immatricolati al corso di laurea in Viticoltura ed Enologia. In questo caso la forza trainante è data da un prodotto, il vino, fortemente caratterizzato dal territorio di produzione e nel quale i giovani riconoscono non solo uno sbocco lavorativo ma anche uno strumento di affermazione sociale e di riconquista di un patrimonio storico-culturale legato al territorio che altrimenti andrebbe perso per sempre.

A tutti questi giovani che ritornano alla terra e che saranno i nostri futuri imprenditori agricoli e custodi del territorio, del nostro cibo, della nostra cultura, oltre che del nostro benessere economico, vanno i nostri più sentiti auguri per un futuro di prosperità e di soddisfazioni professionali e umane.

Rossano Massai
Direttore del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali 

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Greenreport.it
PisaInformaFlash.it
PisaToday.it
Controcampus.it
TirrenoPisa.it 

Alexander HeinzIl 4 e il 5 novembre, Alexander Heinz, vice direttore dei programmi internazionali del King's College di Londra, è stato ospite all'Università di Pisa. La visita ufficiale era finalizzata a comprendere e discutere possibilità di collaborazione e di scambio future tra i due atenei. Da alcuni anni l'Università di Pisa ha attivato con il King's College una convenzione che permette agli studenti iscritti al corso di Informatica Umanistica di svolgere attività di tirocinio a Londra. L'obiettivo della visita di Heinz era fare un punto sui risultati degli scambi in essere e discutere la possibilità di migliorare e incrementare le collaborazioni. Inoltre, Alexander Heinz ha voluto conoscere da vicino alcuni servizi dell'Ateneo pisano, in particolare il Job placement e l'organizzazione dell'Ufficio Relazioni internazionali.

L'intervista di Radioeco
Durante la sua visita Alexander Heinz è stato intervistato dalle ragazze della redazione di Unipinews di Radioeco. Pubblichiamo qui di seguito il testo dell'intervista e il link al podcast sul sito di Radioeco.

D: Molti dei nostri ascoltatori probabilmente conoscono già il King's College, una delle università più prestigiose della Gran Bretagna. Qual è il suo ruolo al King's College e il motivo per cui è venuto qui a Pisa?
 

H: Sì, come hai detto tu, molte persone conoscono il King's College. È una vecchia istituzione, ma non quanto quella di Pisa, ha 184 anni, mi pare, ed è composta, ovviamente, da tantissimi individui, contiamo circa 4.000 impiegati e circa 30-40.000 studenti, come anche l'Università di Pisa, suppongo.

Heinz intervistato da RadioecoÈ un'istituzione molto vasta dunque, e io in particolare lavoro nell'organo deputato alle relazioni esterne per la direzione amministrativa (ERD- External Relations Directorate), il quale svolge diverse funzioni; interviene, ad esempio, nel caso in cui le borse di studio non siano usufruibili a livello internazionale. Nello specifico mi occupo proprio della gestione dei Programmi internazionali. Il King's ha un lungo passato di istruzione non-standard. Nel diciannovesimo secolo fu istituito il dipartimento di studi serali, ma il mio campo di interesse comprende tempi più lunghi, come l'intera stagione invernale o quella estiva, come, appunto, i programmi estivi all'estero: abbiamo Summer Schools in India e sicuramente ne istituiremo altre in Indonesia, Cina...


D:
Il King's College è conosciuto come una delle migliori università del mondo. Quali programmi di studio offre e, più precisamente, quali sono i corsi che è orgoglioso di presentare agli studenti internazionali?
 

Heinz intervistato da radioeco

H: Abbiamo un gran numero di corsi, e impiegherei troppo tempo se ve li elencassi uno per uno nel dettaglio. Posso dirvi che abbiamo nove aree di competenza, simili ai campi di studio che avete a Pisa, che vanno dagli studi umanistici, alle materie scientifiche. Abbiamo una scuola d'odontoiatria, istituti globali – che sono nuovi istituti creati per i paesi svantaggiati – in Cina, uno in India, Brasile, Russia. Esiste anche un istituto che segue i Paesi in via di Sviluppo, e poi ancora un istituto di specializzazione in Psichiatria, in Medicina, Giurisprudenza (che per noi è separato dalle Scienze Politiche), Scienze Naturali e Matematiche, Infermieristica, Scienze Sociali e molti altri, giusto per darvi un'idea. La maggior parte di questi corsi può essere frequentata da studenti provenienti da altri paesi.

D: Uno studente straniero è interessato a uno dei vostri programmi di studio: qual è la procedura per iscriversi? Ci sono particolari abilità richieste? Esistono agevolazioni particolari (es. borse di studio) per gli studenti? Quali sono i requisiti necessari per essere ammessi?

H: Abbiamo appena concluso un incontro in cui si è parlato proprio di questo. Devo dire che questa tra le due istituzioni è stata la collaborazione che ha dato più frutti fino ad ora. Informatica umanistica è un settore molto all'avanguardia e credo che il vostro dipartimento sia un pochino più vecchio del nostro. Cerchiamo di spingere molti dei nostri studenti a venire a studiare da voi, voglio dire, studiare in un posto come il vostro circondati da così tanta arte e storia è un vero privilegio. I vostri studenti giunti a studiare da noi, credo che alla fine si siano sentiti molto soddisfatti per i corsi intrapresi e anche ben integrati. Credo che il vostro sia uno dei dipartimenti leader nel campo dell'informatica umanistica, quindi la collaborazione tra i nostri istituti sta andando molto bene.
 

Heinz intervistato da radioeco

D: Siete interessati ad allargare questa collaborazione ad altri settori? Se sì, nelle discipline umanistiche (filosofia, storia dell'arte) i nell'area scientifica (ingegneria, fisica, informatica)?

H: È proprio su questo che cerchiamo di porre la nostra attenzione e i nostri sforzi futuri, ossia, come possiamo far sì che i nostri studenti possano scegliere come meta per i loro studi Pisa e i campi di ricerca attivati da voi. In particolare siamo interessati, attraverso questa collaborazione tra le due nostre università, ad ampliare i campi di ricerca, campi aperti anche ai laureandi, e questo può includere campi sia umanistici che scientifici; oppure aree che includano tutti e due questi campi. So che voi siete forti per quanto riguarda "ingegneria"; ecco, questo non si può dire altrettanto di noi; continuiamo a chiamare ingegneri dall'estero, e questo viene fatto nonostante noi abbiamo un dipartimento d'ingegneria qui a Londra.

D: Il King's College ha un ufficio di Job Placement? Se sì, pensa che gli studenti internazionali potrebbero essere aiutati a trovare un'occupazione dopo l'esperienza di studio al King's?

H: Sì, abbiamo un ufficio che si occupa di "tirocini" ed io personalmente conosco molto bene e sono molto vicino a tutti coloro che collaborano ed organizzano questo organo. Ho avuto modo d'intrattenere una conversazione davvero interessante con i vostri responsabili didattici. Stiamo programmando un corso a Londra che permetta a chi già si trovi lì per motivi di studio, nel momento in cui si trovano a compilare i nostri moduli (penso di iscrizione ndt), di indicare quali siano le loro preferenze in materia di tirocini e stage. Vi sono vari steps che portano verso il colloquio finale, anche per quei nostri studenti ritenuti qualificati dalle imprese a cui avevano fatto domanda nei loro moduli, esprimendo il loro interesse di effettuare un tirocinio presso le loro sedi, e che magari si trovano a studiare in Italia. È comunque possibile effettuare un colloquio con queste aziende via Skype.

Heinz e IsaacsGrazie ai nostri uffici dediti ai tirocini e al job placement, i nostri studenti hanno anche la possibilità di venire a conoscenza di tutte quelle linee guida che permettano loro di compilare in maniera corretta un CV, senza incappare in qualche errore imbarazzante, come può essere l'allegare al CV una propria foto, o scrivere la propria data di nascita, visto che questo in Inghilterra non si fa più, sono pratiche cadute in disuso. Dobbiamo ricordarci che è vero, viviamo nello stesso continente, ma a volte le nostre aspettative nel leggere un CV sono diverse, e cose richieste durante un colloquio o nelle analisi dei vari CV in un paese non sono le stesse in un altro. Dando un'occhiata al nostro portale web, nella sezione dedicata ai tirocini vi sono i requisiti richiesti durante un colloquio. Sul come candidarsi, (e magari anche seguendo queste dritte, non sarete presi), ma la cosa importante è mostrare sempre il vostro entusiasmo, il vostro interesse e dimostrare chi siete veramente. Questo ufficio-tirocini è anche molto utile in quanto, attraverso dei seminari, vi diamo alcune idee su cosa è alla fine un tirocinio, di cosa si tratta e in che modo viene eseguito e concepito qui in Inghilterra. I colloqui per i tirocini, così come il clima durante l'esperienza lavorativa, non sono uguali in tutti i paesi. In Germania ad esempio, si tende a comunicare tutto, anche ciò che non ci piace o lo riteniamo poco produttivo; in Inghilterra invece, si cerca di evitare i disaccordi. Abbiamo anche i programmi estivi Erasmus, molto interessanti, e stiamo cercando di renderli ancor più intriganti in modo tale da spingere i nostri studenti del King's a venire qui in Italia a fare una nuova esperienza di studio.

abbraccio_bonoboQuando consoliamo un amico dopo un evento traumatico, lo facciamo per confortarlo e alleviare una sofferenza. Questo comportamento si basa sul fatto che siamo animali empatici, cioè riusciamo a percepire il dolore dell'altro e tentiamo di porvi rimedio. Da anni i primatologi cercano di capire se questo fenomeno sia tipicamente umano o presente anche in altre specie di scimmie.

Il nuovo studio di Elisabetta Palagi e Ivan Norscia del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa pubblicato a novembre sulla rivista internazionale PLOS ONE indica chiaramente che il fenomeno della consolazione è presente nel bonobo, la scimmia antropomorfa considerata più vicina all'uomo sia dal punto di vista genetico che comportamentale.

I bonobo vittima di un'aggressione da parte di un membro del gruppo possono ricevere un contatto affiliativo, amichevole, da parte di un terzo soggetto non coinvolto nel conflitto. Questo contatto può essere offerto spontaneamente oppure richiesto dalla vittima stessa. Lo studio ha dimostrato che entrambi i tipi di contatto (spontaneo e sollecitato) proteggono la vittima, riducendo il rischio che venga aggredita di nuovo. Questo però non è sufficiente a stabilire che si tratti di vera e propria consolazione. Infatti, affinché un contatto affiliativo possa definirsi veramente "consolatorio" è necessario dimostrare che il gesto amichevole conforta la vittima, riducendone l'ansia.

Lo studio ha dimostrato per la prima volta che nei bonobo, gli individui traggono un beneficio emotivo dal gesto amichevole solo quando questo è frutto di un'offerta spontanea. Ciò è reso evidente dalla riduzione, nella vittima, di quei comportamenti stereotipati che in etologia e psicologia permettono di verificare e quantificare con precisione lo stato d'ansia di un soggetto. La vittima legge l'autonomia motivazionale del consolatore che, non necessitando di alcuna sollecitazione, risulta davvero coinvolto affettivamente: è dunque la spontaneità del gesto che conta, più che il gesto in sé.

Ma non è tutto. La parte del lavoro che apre nuove strade per future ricerche è l'indicazione che consolazione ed empatia viaggiano sullo stesso binario. Infatti, lo studio ha evidenziato che i contatti consolatori spontanei più probabili avvengono tra parenti. A stretto giro di posta troviamo gli amici. In ultima posizione i conoscenti, che si confortano più raramente, un andamento a "scala" della consolazione riflette il gradiente empatico già descritto per l'uomo.

Ne hanno parlato:
Ansa - Scienza e medicina
Corriere.it
PisaInformaFlash.it

StampToscana.it
NovedaFirenze.it
LiveUniversity.it

PietriniIn a study published today by 'Frontiers in Human Neuroscience', researchers at the University of Pisa (Italy) led by Pietro Pietrini showed that forgiveness is associated with a positive emotional state and engages a complex brain network, including the dorsolateral prefrontal cortex, the cingulate cortex, the precuneus and the inferior parietal cortex.

Emiliano Ricciardi and colleagues used functional Magnetic Resonance Imaging (fMRI) to measure brain activity while ten healthy volunteers were instructed to imagine social scenarios describing hurtful events (e.g., being betrayed by a partner) and then to either grant forgiveness or hold a grudge towards the offender. Following each scenario, subjects rated their imaging abilities as well as levels of emotional relief after forgiving.

The dorsolateral prefrontal cortex modulates emotion through cognitive strategies. The way we perceive an event and its potential consequences affects our emotional reaction to it. For example, we might view being fired as a personal failure or an unfair act or, on the contrary, as a challenge to look for a better job. Activation in the dorsolateral prefrontal cortex suggests that a cognitive reframing in positive, or less negative, terms of the consequences of hurtful interpersonal events may be a crucial step in forgiving an offender.

Furthermore, activation in the inferior parietal cortex, a brain region consistently associated with empathy, and in the precuneus, an area important for putting oneself into other people's shoes,suggests that the ability to forgive might be fostered by the understanding that the offender is not different from the self, and that everyone may behave unfairly under the same circumstances.

"Throughout history, forgiveness has been endorsed by religions - If someone strikes you on one cheek, turn to him the other also Luke 6:27-29 - and by political leaders as a morally righteous way to respond to an offense. Our study now indicates that forgiveness is rooted in our brain as a process that may enable individuals to overcome emotionally detrimental thinking through a positive reappraisal of a negative event" - says Professor Pietro Pietrini, the senior author of the study.

The study was supported by a Grant to Prof. Pietrini from the Campaign for Forgiveness Research - John Templeton Foundation (USA).

(Ufficio Stampa AOUP)

Venerdì, 22 Novembre 2013 16:47

Cosa succede nel cervello quando perdoniamo

PietriniPerdonare comporta stati emotivi positivi e mette in moto un complesso network cerebrale, che include la corteccia prefrontale dorsolaterale, la corteccia del cingolo, il precuneo e la corteccia parietale inferiore. La ricerca, condotta da un team di ricercatori dell'Università di Pisa guidato dal Professor Pietro Pietrini, è stata pubblicata dalla rivista scientifica "Frontiers in Human Neuroscience".

Emiliano Ricciardi e i suoi colleghi hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per misurare l'attività delle diverse regioni cerebrali in un gruppo di soggetti che dovevano immaginare scenari di eventi sociali dolorosi (quali essere traditi dal proprio partner) e rispondere perdonando l'aggressore oppure provando risentimento e/o immaginando di mettere in atto una vendetta. Alla fine di ciascun scenario i partecipanti davano un punteggio alle proprie capacità immaginative e al livello di sollievo esperito in seguito all'atto del perdonare.

La corteccia prefrontale dorsolaterale è coinvolta nella modulazione dei vissuti emotivi mediante processi di ristrutturazione cognitiva. Come percepiamo un evento e le sue conseguenze influenza il nostro vissuto emotivo. Un licenziamento, ad esempio, può essere vissuto come un fallimento, come un atto di ingiustizia o come un'opportunità di cambiamento. L'attivazione della corteccia prefrontale dorsolaterale suggerisce che la rivisitazione in termini positivi delle conseguenze associate a un evento negativo sia uno dei processi cruciali che vengono messi in atto nel perdonare un aggressore.

Le attivazioni della corteccia parietale inferiore, una regione associata all'empatia e del precuneo, un'area che viene reclutata per 'mettersi nei panni dell'altro', suggeriscono che un passo importante per perdonare sia comprendere che chi ci ha offesi è un altro essere umano, simile a noi, e che ciascuno, se posto nelle stesse circostanze, potrebbe arrivare a comportarsi in modo simile.

"Nel corso della storia il perdono è stato invocato dalla religione e da leader politici come la risposta moralmente corretta nei confronti di un'offesa. Il nostro studio ora indica che il perdono affonda le proprie radici nel cervello e che si configura come un processo cognitivo articolato che può consentire all'individuo di superare stati emotivi negativi tramite la rivalutazione in termini positivi di un evento negativo" – commenta il professor Pietro Pietrini, autore dello studio e direttore della Psicologia Clinica a Pisa.

La ricerca è stata finanziata da un Grant della Campaign for Forgiveness Research - John Templeton Foundation (USA).

(Ufficio Stampa AOUP)

ricerca Marie CuriePer due giorni Firenze diventa la capitale dei ricercatori europei. Su iniziativa di Regione Toscana e Commissione Europea, il 26 e il 27 novembre il capoluogo toscano ospiterà al Palaffari, in Piazza Adua, la "Conferenza Europea Marie Curie" un evento di grande impatto a cui sono attesi circa 400 ricercatori dai vari Paesi d'Europa che si inserisce in una fase molto delicata per la ricerca europea, il lancio del nuovo programma ("Orizzonte 2020").

Alla conferenza prenderanno parte anche numerosi ricercatori dell'Università di Pisa: dopo i saluti istituzionali, nella conferenza d'apertura, a partire dalle 14.30, interverranno i professori Ugo Boggi, Guido Tonelli e Giuseppe Iannaccone. Il 27 novembre, invece, il professor Paolo Ferragina farà un intervento all'interno della sessione "Big data e data mining" (prevista alle ore 11) dal titolo "On the Power of Algorithms". Nelle sessioni parallele pomeridiane parleranno poi dei loro progetti di ricerca Rani Reshma, Gianluca Brunori, Benedetta Mennucci e Massimiliano Razzano.

"Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa - sostiene Stella Targetti, vicepresidente della Regione Toscana e assessore anche per i rapporti con il mondo della ricerca scientifica - sia per l'importanza della conferenza Marie Curie e sia perché si tratta di un riconoscimento al sistema toscano della ricerca, un sistema che esprime diverse eccellenze italiane ed europee".

Questo incontro viene tenuto a cadenza annuale in un Paese diverso del vecchio continente. Quest'anno la scelta è toccata all'Italia puntando sulla Toscana. Circa 200 fra i ricercatori iscritti alla conferenza di Firenze sono beneficiari delle borse di studio intitolate alla scienziata polacca Nobel per la fisica e per la chimica.

Oltre alla conferenza vera e propria (presentazioni, dibattiti, attività di networking con ricadute su centri, università, industrie) il programma prevede iniziative parallele: visite ai laboratori e ai centri di ricerca presenti in Toscana. Scopo principale dell'iniziativa è fornire un forum ai ricercatori che favorisca uno scambio di esperienze sul loro lavoro e sugli sviluppi della ricerca scientifica. Dell'Università di Pisa saranno coinvolti il THERMOLAB, il Laboratorio MAPPA e i Chromatography and mass spectrometry laboratories (SCIBEC) del dipartimento di Chimica e Chimica industriale, il Centro di ricerca "E. Piaggio" e il laboratorio Emerging Technology and innovation for cultural heritage (ETICH) del dipartimento di Civiltà e forme del sapere. Sono previsti anche scambi di punti di vista con personalità della politica, della ricerca e dell'industria.

"Per la Regione Toscana - sottolinea Stella Targetti - è una bella occasione per valorizzare il proprio sistema non solo ampliandone la visibilità ma anche, in continuità con uno specifico evento tenuto a Bruxelles a fine maggio, coinvolgendo fattivamente nella definizione dei programmi le Università e i Centri di ricerca toscani".

Programma: https://mariecurieactions.teamwork.fr/en/programme

Iniziative parallele (visite ai centri di ricerca e laboratori): https://mariecurieactions.teamwork.fr/en/activities

dolceacqua1Due giornate di riflessione sulla risorsa acqua, con appuntamenti scientifici e stand divulgativi che si alterneranno con spettacoli teatrali, giochi, mostre e, a conclusione dell'iniziativa, l'incontro con il navigatore Giovanni Soldini. È questo il programma di "Dolce acqua. L'acqua nella ricerca, nella salute, nell'arte", organizzato dall'Università di Pisa e dal Museo di Storia Naturale di Calci, con il coordinamento del professor Roberto Barbuti, in occasione dell'anno internazionale della cooperazione per l'acqua. La manifestazione si terrà martedì 26 e mercoledì 27 novembre 2013 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, con un'importante appendice in calendario alla Certosa di Calci.

Già arrivando al complesso di Largo Bruno Pontecorvo, i visitatori saranno accolti all'esterno da una prima sorpresa, rappresentata da un grande ippopotamo realizzato dall'azienda Naturaliter, leader degli allestimenti museali. All'ingresso dell'edificio, potranno inoltre girare tra i circa quindici stand che presentano progetti di ricerca e pubblicazioni sul tema dell'acqua.

Gli appuntamenti scientifici si apriranno martedì 26, alle ore 9.30, con i saluti delle autorità e con un primo dibattito sulla varietà e sulle caratteristiche delle diverse specie ittiche, a cui parteciperanno anche studiosi della Humboldt University di Berlino e del Museo di Storia Naturale di Parigi. Nel pomeriggio, con inizio alle ore 14.30, ricercatori e rappresentanti delle istituzioni si confronteranno sulle problematiche idriche dal livello locale ai progetti di cooperazione internazionale.

Alle 16.45 andrà in scena il breve spettacolo teatrale su "Acqua minerale" scritto da Achille Campanile e interpretato da Agnese Bernardini, Raffaele Pica e Giacomo Terreni, a cui seguirà la tavola rotonda su "Acqua minerale o naturale?".

soldini1

Il dibattito scientifico e istituzionale sul bene acqua proseguirà mercoledì 27, dalle ore 9.30. Alle ore 12 è previsto un intervento ludico su "I giocattoli, l'acqua e la conoscenza dell'ambiente" a cura di Roberto Papetti, mastro giocattolaio e autore di libri per ragazzi.

Nel primo pomeriggio, alle ore 16, la manifestazione si sposterà al Museo di Storia Naturale di Calci per l'inaugurazione della mostra di pittura di Antonio Possenti dal titolo "Storie d'acqua".

La conclusione dell'iniziativa è programmata nuovamente nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, alle ore 17.30, dove si terrà l'incontro con il navigatore Giovanni Soldini. Il noto velista sarà a Pisa per illustrare il suo ultimo record di traversata tra New York e San Francisco via Capo Horn, che ha portato alla pubblicazione del volume "Sulla rotta dell'Oro", edito da Longanesi. A coordinare il dibattito interverrà Michele Lupi, amico di lunga data di Soldini e attuale direttore dell'edizione italiana della rivista "Rolling Stone".

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
InToscana.it

pannellosatelliteSul satellite UNISAT-5 lanciato in orbita il 21 novembre dalla base russa di Yasny c'è anche un dispositivo sperimentale progettato e realizzato all'Università di Pisa: si tratta di un pannello solare di nuova concezione la cui caratteristica principale è di essere a "basso costo" grazie a un innovativo metodo di installazione delle celle solari. Il dispositivo è stato sviluppato da Stefan Gregucci, giovane borsista del dipartimento di Ingegneria civile e industriale, sotto la supervisione del professor Salvo Marcuccio e di Pierpaolo Pergola, ingegnere di Alta SpA, azienda spin-off dell'Ateneo che ha partecipato al progetto anche tramite i propri specialisti Carlo Tellini, Nicola Giusti e Stefano Caneschi. UNISAT-5, microsatellite italiano sviluppato dall'azienda romana GAUSS Srl, è stato immesso in orbita dal vettore Dnepr alle 8:10:10 ora italiana, a 700 km di altezza, insieme a diversi altri piccoli satelliti.
 

Stefan GregucciPer l'assemblaggio e la qualifica del pannello, il ricercatore dell'Università di Pisa, in collaborazione con Alta SpA e GAUSS Srl, è riuscito a sviluppare tecniche "low-tech", ossia procedure semplificate che permettono di ridurre notevolmente il costo delle missioni spaziali: "Una delle peculiarità che distingue questo pannello dagli altri a basso costo è un nuovo metodo per il "coverglassing" delle celle solari – spiega Stefan Gregucci - Le celle solari sono state installate sul substrato del pannello con una tecnica innovativa che, rispetto ai metodi tradizionali, non richiede particolari strumenti o tecnologie. Abbiamo raggiunto così l'obiettivo di incrementare le prestazioni in orbita, pur riducendo i costi di costruzione".

Durante l'attività sono stati realizzati due prototipi accuratamente provati a terra. Entrambi i prototipi sono stati caratterizzati elettricamente per verificarne il corretto funzionamento e sono stati sottoposti a prove di termovuoto presso uno dei simulatori spaziali di Alta SpA, per determinarne la compatibilità con l'ambiente spaziale secondo le normative standard internazionali, requisito necessario per poter volare nello spazio. Il pannello solare è stato quindi sottoposto a prove di vibrazione con l'intero satellite per simulare i violenti scuotimenti che si verificano durante il lancio, non mostrando alcun problema.

 

Marcuccio e Gregucci"Il know-how acquisito dall'Università di Pisa e da Alta SpA nello sviluppo di questa ricerca, culminata con questa fondamentale esperienza di volo nello spazio – commenta il professor Marcuccio - ci posizionano al meglio per poter competere sul mercato dei pannelli solari a basso costo ma con elevate prestazioni per piccoli satelliti, un mercato in continuo fermento e rapido sviluppo, poiché rende accessibile lo spazio anche a chi dispone di risorse limitate". L'attività di ricerca è ancora in corso e punta a migliorare ulteriormente le proprietà meccaniche e termiche di questo tipo di pannelli con lo sviluppo di substrati in fibra di carbonio e fibra di vetro, anche grazie ai dati generati con la missione UNISAT-5 che giungeranno a Pisa dallo spazio nei prossimi mesi.

Il progetto di ricerca è stato supportato da numerose aziende, anche internazionali, quali la NuSil Technology, Airtech Europe, Qioptiq, Schelnk e la pisana CadLine.

************** 

Il dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa ha una lunga storia di ricerca e sviluppo nel settore spaziale. Le attività in corso, oltre allo sviluppo dei pannelli solari avanzati a basso costo, riguardano i settori della propulsione elettrica e chimica e dell'analisi e simulazione di missioni spaziali.

Alta SpA, spin-off dell'Università di Pisa, occupa circa 60 specialisti di tecnologie spaziali formatisi in larga parte nell'Ateneo pisano. L'azienda, recentemente entrata a far parte del gruppo Angelo Investments, è fra i leader europei nel settore della propulsione di bordo per veicoli spaziali e delle tecnologie per le piccole piattaforme satellitari.

Ne hanno parlato: 
Corriere.it
ADNkronos
Panorama 
QuotidianodiPuglia.it
Tirreno Pisa
Gazzettino di Puglia 
Corriere del Giorno
Greenreport.it 
Verdecologia.it
TirrenoPisa.it
PisaInformaFlash.it 
gonews.it 

Giovedì, 21 Novembre 2013 13:03

Pisa Green Days - 23 e 24 novembre

 AEGEE Pisa, con il patrocinio del Consiglio degli Studenti dell'Università, organizza un convegno di due giorni per   creare un momento di riflessione, dialogo e presa di coscienza sul tema nevralgico della tutela ambientale e la promozione di modelli di comportamento virtuosi volti a minimizzare l'inquinamento ed il cattivo uso delle risorse.

In particolare gli obiettivi del meeting sono:

  • trattare il tema dell'organizzazione di eventi internazionali a basso impatto ambientale, in accordo con lo spirito di Aegee ed in particolare dell'EnWG (Environmental Working Group).
  • informare sui modelli di vita e di comportamento sostenibili, con particolare attenzione rivolta al consumo critico, anche in termini di impatto ambientale del prodotto lungo il suo intero ciclo di vita;
  • sensibilizzare alla tutela del territorio in cui viviamo per contrastare il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti e mostrare che un adeguato senso civico migliora la qualità della vita;
  • incoraggiare i giovani a unirsi e a contribuire al dibattito e alle decisioni riguardo a un futuro sostenibile delle società in Europa;
  • contribuire alla maturazione della consapevolezza dell'importanza delle scelte e dei comportamenti individuali per la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse

 

bocelli_foundationLa Andrea Bocelli Foundation e il Massachusetts Institute of Technology, nella volontà di aprirsi al confronto e condividere i risultati del lavoro comune, hanno organizzato una giornata di workshop a Boston il prossimo 6 dicembre alla presenza di nomi di eccellenza internazionale nei campi della ricerca scientifica e tecnologica e dell'economia dello sviluppo. Tra loro anche tre docenti dell'Università di Pisa, Antonio Bicchi, Ugo Faraguna e Luca Fanucci.

Segui la diretta streaming dell'evento.

"Siamo davvero orgogliosi di questo progetto – dice la Presidente Laura Biancalani - e soprattutto che la sua valenza culturale, di innovazione e sviluppo sia stata riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri tanto da essere inserito nel programma ufficiale delle Celebrazione dell'Anno della Cultura Italiana in America. Siamo orgogliosi inoltre di avere ottenuto il patrocinio delle Università di Pisa, di Firenze e della Scuola Superiore Sant'Anna e di avere con noi rappresentanti di Università di un po' tutte le parti d'Italia: il nord (Venezia Ca' Foscari e Milano Bicocca), il centro (Pisa, Firenze e Sant'Anna), il sud (Palermo)".

È la seconda giornata di studio che la Andrea Bocelli Foundation organizza al fine di divulgare i risultati raggiunti con la sua attività e stimolare il dialogo e la ricerca quale mezzi principali per la crescita comune. "Siamo fieri che la Andrea Bocelli Foundation abbia scelto il MIT per collaborare alla realizzazione di questa importante occasione di approfondimento" – aggiunge Jeffrey Newton, Vice Presidente del MIT - Condividiamo l'impegno della Fondazione nella ricerca tecnologia al fine di aiutare le persone a superare i propri limiti, soprattutto in quelli imposti alle persone non vedenti o ipovedenti, e ci sentiamo anche profondamente coinvolti nell'affrontare insieme la lotta per l'abbattimento della barriere imposte dalla povertà in tutto il mondo. Rendiamo onore alla Andrea Bocelli Foundation per l'impegno in questi due importanti ambiti".

La giornata si articola nello specifico in due workshop paralleli dedicati ai programmi di intervento della Andrea Bocelli Foundation: "Challenges" e "Break the Barriers", legati entrambi all'attività di ricerca del MIT. Nel programma Challenges la Andrea Bocelli Foundation lavora con un gruppo multidisciplinare di ricerca del MIT per la realizzazione di un insieme di dispositivi che permetta al non vedente o ipovedente di acquisire maggiore autonomia soprattutto nella svolgimento della sua vita quotidiana e nella socialità.

Nel programma Break the Barriers la Fondazione agisce individuando interventi nella lotta alla povertà che siano misurabili per impatto e numero di vite salvate e per questo guarda con attenzione le attività di J-Pal, (Jameel Poverty Action Lab) al MIT, una rete internazionale di ricercatori che utilizzano la valutazione randomizzata come metodo per combattere la povertà.

Per informazioni e iscrizioni www.abfmit2013.com.

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