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Con l'inaugurazione della mostra "Good Breeding" di Francesca Catastini, ospitata nella Saletta Allegrini di Borgo stretto, il prossimo sabato 9 novembre, alle ore 17, avrà inizio la nona edizione di "Pisa per la fotografia", la manifestazione biennale organizzata dal Centro Ricreativo Dipendenti Universitari dell'Università di Pisa in collaborazione con il Circolo Fotografico Pisano, la Foto Ottica Allegrini, la Fondazione Pisa e Nital. La giornata culminerà nell'evento della sera, con la consegna del CFP Nikon Photo Award a Franco Carlisi, che ritirerà il premio alle ore 21 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, in Largo Bruno Pontecorvo 3. Seguirà una proiezione di immagini commentate dall'autore. Durante la serata sarà inoltre consegnato a Francesca Catastini il Paolo Soldani Award premio rivolto agli allievi della Scuola di Fotografia del C.R.D.U. che si siano distinti nel mondo della fotografia.

Con cadenza biennale "Pisa per la fotografia" seleziona un fotografo che con le sue opere si è distinto a livello internazionale. Nella motivazione per la scelta di questa edizione si legge: "Franco Carlisi è fotografo in cui efficacia narrativa, sensibilità e senso estetico si fondono armoniosamente; da questa sinergia consegue un modo di operare fortemente innovativo ed estremamente personale palesato, nel tempo, in numerose mostre e pubblicazioni. È direttore di "Gente di Fotografia" rivista che si pone all'apice della cultura fotografica italiana". La manifestazione riprenderà la mattina di domenica 10 novembre al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, quando alle ore 10 sarà inaugurata "Légàmi", la mostra fotografica di Franco Carlisi, con circa 80 opere dell'artista siciliano che sono la somma di due mostre: "Il valzer di un giorno" e "Iavavoi". Dalle ore 9,30 sarà presente la LTR Nital che offrirà agli intervenuti un controllo sul sensore degli apparecchi digitali.

L'altro appuntamento è giovedì 11 novembre alle ore 15 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, dove si terrà il seminario organizzato in collaborazione con il dipartimento di Civiltà e forme del sapere "La fotografia nella caverna di Platone". Interverranno Maurizio Alfonso lacono, docente dell'Università di Pisa, Massimo Bergamasco, docente della Scuola Superiore Sant'Anna, Sandra Lischi, presidente del corso di laurea in Discipline dello spettacolo e della comunicazione dell'Università di Pisa e Roberto Evangelisti, della Scuola di Fotografia CRDU dell'Università di Pisa.

Martedì, 12 Novembre 2013 13:56

All’Università di Pisa si studia la Cina

Un corso per imparare a conoscere la Cina e la sua storia. Al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa il 30 ottobre si è svolta la prima lezione del corso "History of modern and contemporary China" che parte fa laurea magistrale in Storia e Civiltà.

Il corso, svolto tutto in lingua inglese e tenuto dal professor Luca Baldissara, vale 60 crediti ed è stato possibile grazie ad un accordo tra Ateneo, Scuola Sant'Anna e Istituto Confucio. Fra i docenti c'è anche la dottoressa Ye Fengmey, esperta di storia cinese e titolare di una borsa di studio sui "Rapporti tra Italia e Repubblica popolare Cinese dal 1946 ad oggi".

C'è una terza via fra l'agricoltura biologica e quella convenzionale: è l'agricoltura conservativa e il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "E. Avanzi" dell'Università di Pisa ha cominciato a studiare questa pratica già dal 1986, fra i primi in Italia. Un'esperienza quasi trentennale che è ora al servizio di un progetto della regione Toscana "Agrotecniche conservative finalizzate alla riduzione dell'impatto ambientale del frumento e alla caratterizzazione dei suoi derivati" finanziato con circa 200 mila euro nell'ambito dell'ultimo bando di sviluppo rurale 2007/2013. Oltre all'Ateno pisano come partner scientifico, il progetto è coordinato dal Consorzio Agrario di Pisa e vi partecipano l'Azienda Agricola Martello Nadia e l'Azienda Agricola Squadrelli Ottavia, rispettivamente nelle province di Pisa e Siena per un totale 80 ettari sotto monitoraggio.

"L'obiettivo del progetto – ha spiegato Marco Mazzoncini direttore del Centro "E. Avanzi" – è di far conoscere e diffondere la pratica dell'agricoltura conservativa che si basa sull'impiego di tecniche semplificate di lavorazione del terreno e un impiego razionale della chimica di sintesi. Tra le tecniche "conservative", la non-lavorazione (semina su sodo) e anche la lavorazione minima, hanno un ruolo di primaria importanza dal punto di vista della sostenibilità, sia ambientale che economica".

In particolare, la non-lavorazione del terreno (la tecnica conservativa saggiata nel progetto), riduce i rischi di erosione, incrementa il carbonio organico dello strato superficiale del terreno rendendolo più fertile. La sostenibilità di questa tecnica si basa anche sulla minore quantità di energia richiesta delle colture seminate su "terreno sodo" connessa al forte risparmio di gasolio che si traduce in una significativa riduzione delle emissione di anidride carbonica (anche oltre il 50% rispetto alla tecniche convenzionali).

Per quanto riguarda poi l'aspetto economico, l'agricoltura conservativa, quando correttamente applicata, non determinando apprezzabili cali di produzione rispetto alle tecniche ordinarie (almeno per i cereali invernali come il grano) offre maggiori margini di guadagno riducendo significativamente i costi di produzione intorno ai 130-160 euro per ettaro .

"Malgrado i numerosi vantaggi, allo stato attuale, tuttavia, le tecniche di agricoltura conservativa non hanno ancora una grande diffusione in Italia – ha sottolineato il professor Mazzoncini – e questo per una serie di difficoltà di tipo agronomico ed extra-agronomico che spesso incontrano gli agricoltori. Ma il superamento di queste difficoltà potrebbe rappresentare un passo avanti verso una maggiore sostenibilità dei sistemi cerealicoli regionali".

Si terrà mercoledì 6 novembre, alle ore 11 al dipartimento di Scienze politiche, il seminario dal titolo "Violenza di genere. Quali politiche di contrasto? Un'analisi comparata", che discuterà i casi del Portogallo e del Brasile, mettendoli a confronto con la situazione italiana. Protagonista dell'iniziativa sarà la professoressa Rita Freitas, dell'Universidade Federal Fluminense di Rio de Janeiro, mentre a introdurre e coordinare i lavori sarà la professoressa Rita Biancheri, dell'Università di Pisa. All'incontro prenderà parte l'assessore provinciale Anna Romei, che ha la delega al lavoro, formazione, welfare, associazionismo e terzo settore, pari opportunità.

Il femminicidio e la violenza sulle donne stanno registrando una crescita più che preoccupante e il dibattito su questi temi è stato finora affrontato prevalentemente dai media attraverso il racconto di casi di cronaca. I dati statistici evidenziano che tali eventi riguardano trasversalmente tutte le appartenenze sociali, dallo status economico ai livelli di istruzione, e che i fattori di rischio possono essere molteplici e poco prevedibili, in particolare quelli agiti all'interno di legami sentimentali.

Una caratteristica anomala di chi compie atti violenti che certamente ha origini psicologiche, sia nelle interazioni del presente sia in quelle avvenute traumaticamente nel passato, ma che implica risposte più generali a partire dai conflitti derivanti da trasformazioni sociali a cui non hanno fatto seguito riscontri in termini di politiche di welfare e di misure di prevenzione.

Il dibattito dovrà essere affrontato da punti di vista diversi - sia istituzionali che relazionali all'interno della coppia - con il contributo di nuove riflessioni teoriche multidisciplinari e comparative che diano risposte attraverso strumenti e misure di contrasto efficaci. L'analisi delle realtà di altri paesi potrà dunque fornire conoscenze e buone prassi da applicare anche al caso italiano.

Nati da relazioni extra coniugali, vissero comunque una vita privilegiata, allevati a corte e sepolti nelle cappelle di famiglia: parliamo di Gianfrancesco Maria (1619-1689) e Antonfrancesco Maria (1618-1659), figli illegittimi dei Medici, esponenti minori della dinastia dei Granduchi di Toscana, di cui adesso, grazie a uno studio archeologico e paleopatologico condotto dall'Università di Pisa, sono stati esaminati i resti. Le loro sepolture sono state esplorate nell'ambito di interventi di risanamento e adeguamento impiantistico delle Cappelle Medicee di Firenze, con un'operazione avvenuta sotto la direzione della Soprintendenza speciale per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale fiorentino.

Per i rilievi archeologici e gli studi paleopatologici, l'operazione ha visto impegnati i ricercatori della Divisione di Paleopatologia dell'Ateneo pisano guidati dal professor Gino Fornaciari, già responsabile del "Progetto Medici" tra il 2003 e il 2009. Lo studio radiologico è stato effettuato presso il Reparto di Radiologia dell'Ospedale di Santa Maria Nuova, sotto la direzione di Roberto Carpi e Ilario Menchi.

Lo studio preliminare dei due individui ha dimostrato che la pratica dell'autopsia con scalottamento del cranio e imbalsamazione, già attestata nei Granduchi, veniva utilizzata correntemente anche per personaggi minori della famiglia. Inoltre i resti scheletrici ritrovati all'interno delle due sepolture promettono di rivelare nuovi particolari sulla vita degli esponenti della famiglia fiorentina. Sarà possibile, ad esempio, fare luce su alcune leggende che riguardano Antonio de' Medici (1576-1621), figlio del Granduca Francesco I (1541-1587) e padre di Antonfrancesco Maria. Leggenda vuole che Antonio de' Medici, priore di Pisa dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, non sarebbe figlio di Francesco I, ma un neonato adottato nel corso di un parto simulato dall'amante del principe, Bianca Cappello, che voleva dare un figlio maschio a Francesco. Confrontando il DNA di Antonfrancesco Maria, figlio di Antonio, con quello del Granduca Francesco I sarà possibile fare luce anche su questa vicenda.

L'altra storia che raccontano questi resti scheletrici è che anche ai figli illegittimi dei Medici veniva garantita una vita di agi. Antonfrancesco, dopo la morte del padre, fu educato alla corte dei Medici, mentre la madre Artemisia Tozzi fu confinata nel monastero fiorentino di San Clemente. Il benessere e i privilegi della vita di corte di cui godette Antonfrancesco sono testimoniati anche da un primo esame paleopatologico che ha permesso la diagnosi di una grave forma di gotta cronica del piede destro, localizzata in corrispondenza dell'alluce, che indica un'alimentazione molto ricca di carne, confermando fra l'altro la familiarità della cosiddetta "gotta dei Medici".

Ancora più esemplificativa la storia di Gianfrancesco Maria, figlio di Don Giovanni de' Medici e di Livia Vernazza. Nato quando il padre si trovava a Venezia come generale al servizio della Serenissima, il bambino era frutto di una relazione illegittima, ma fu legittimato dal fatto che i suoi genitori si sposarono il giorno della sua nascita. Nonostante ciò, il bambino fu tolto alla madre dopo la morte del marito avvenuta nel 1621 e fu allevato a corte dai Medici a Firenze. Livia Vernazza fu rinchiusa in un convento fino al 1639 e poi segregata a Villa Le Macine. Gianfrancesco Maria divenne così illegittimo, ma la famiglia granducale gli concesse una rendita annua.

I rilievi scientifici sui resti

L'apertura della tomba di Antonfrancesco Maria ha rivelato i resti scheletrizzati di un individuo di sesso maschile di età adulta e di statura elevata (oltre 185 cm), con il cranio e le coste segate per l'autopsia e l'imbalsamazione. Come risultava anche dalla documentazione d'archivio, era stato sepolto con l'abito monastico dell'Ordine dei Cappuccini, completo di cordone e rosario in legno, purtroppo assai danneggiato dall'alluvione di Firenze del 1966.

L'esame della tomba di Gianfrancesco Maria ha invece rivelato la presenza di un individuo di sesso maschile di età adulto-matura, con il cranio scalottato per l'autopsia e l'imbalsamazione, vestito con un elegante abito della seconda metà del '600 e ancora con la spada al fianco. La presenza di vesti e di oggetti del corredo ha impedito il recupero di gran parte dei resti. Tuttavia è stato possibile studiare il cranio e sottoporlo a indagine antropologica, paleopatologica e radiologica.

Una sessione di lavoro per parlare di economia toscana, dei suoi trend di lungo periodo e dinamiche di breve in questo contesto internazionale di calo dei consumi e investimenti. L'occasione è data dalla presentazione della ricerca del dottor Pasquale Cuomo, realizzata grazie a una borsa di studio messa a disposizione da Unicredit, che si terrà nell'Aula Magna della Facoltà di Economia dell'Università di Pisa, martedì 5 novembre, alle ore 11,30.

Lo scopo della ricerca è stato quello di fornire un'analisi delle tendenze delle esportazioni toscane, sganciata da una visione meramente congiunturale, per poter mettere in luce i meccanismi legati alle trasformazioni di più lungo periodo del sistema produttivo regionale. In questo senso il termine a quo della ricerca è individuato nel 1992, anno di uscita dallo SME, per concludersi con il 2012. In questo contesto sono stati oggetto di particolare attenzione lo sviluppo del Pil toscano e la dipendenza dalla bilancia commerciale nell'ultimo ventennio; l'evoluzione della struttura dell'export toscano in rapporto con quello nazionale; l'impatto della domanda estera sulle dinamiche dei distretti. A questo proposito la selezione dei più importanti settori di specializzazione dell'economia regionale ha compreso il sistema moda, la meccanica, il cartario, i mezzi di trasporto, l'orafo, l'alimentare. Oltre alla dinamica dei distretti, inoltre, sono state esaminate le recenti trasformazioni delle agglomerazioni industriali toscane alla luce di recenti studi.

Oltre all'autore, parteciperanno all'incontro la professoressa Valeria De Bonis, direttore del dipartimento di Economia e management, Luca Lorenzi, deputy regional manager di Unicredit Area Centro-Nord, e Pierfrancesco Pacini, presidente di Confindustria Regionale Toscana. All'evento porteranno i loro contributi di analisi il professor Carlo Casarosa e Zeno Rotondi, dell'Ufficio Studi di UniCredit.

Sono state avviate mercoledì 30 ottobre 2013 le operazioni di messa in sicurezza della Casa Torre di Palazzo Bianchi-Monzon, lo storico edificio adiacente alla Sapienza e al dipartimento di Scienze politiche, che ospita due aule al piano terreno e alcune stanze di docenti e personale tecnico-amministrativo nei restanti piani.

Queste operazioni di messa in sicurezza della Casa Torre che, in accordo con la Protezione Civile e il Comando dei Vigili Urbani del Comune di Pisa, hanno richiesto la parziale chiusura dell'edificio e il transennamento delle zone circostanti, si protrarranno presumibilmente fino alla fine dell'anno, per poi proseguire con uno specifico progetto di pieno recupero dell'edificio.

I lavori fanno parte del programma di valutazione del rischio sismico e dei conseguenti interventi sul patrimonio immobiliare dell'Ateneo avviato a seguito dei noti eventi dell'anno passato. Questo programma prevede una serie di analisi della vulnerabilità statica e sismica degli edifici storici finalizzate all'individuazione di criticità che possano costituire un potenziale pericolo per persone e cose, anche tenendo conto del contesto urbano in cui sono inseriti questi immobili.

Negli archivi digitali delle pubbliche amministrazioni ci sono milioni e milioni di documenti. Come rintracciare le informazioni che servono per rispondere alle domande dei cittadini o per programmare al meglio le attività degli enti? La risposta è SEMPLICE ovvero "SEMantic instruments for PubLIc administrators and CitizEns", un progetto di durata biennale partito nel 2013 in linea con i principi dell'agenda digitale italiana. SEMPLICE è stato finanziato con 1,2 milioni di euro dalla Regione Toscana. Partner scientifico dell'iniziativa è il Laboratorio di Linguistica Computazionale del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa che lavorerà insieme a tre aziende 01S srl, Seacom srl e Bnova Srl.

"In pratica SEMPLICE consentirà alle amministrazioni una gestione dei documenti molto più efficiente di quella attuale – ha spiegato Alessandro Lenci, professore di linguistica dell'Ateneo pisano e direttore del Laboratorio di Linguistica Computazionale - Gli archivi potranno essere interrogati su base 'semantica', con un programma in grado di comprendere i significati delle parole nei testi. Questo grazie a sistemi di ontology learning text mining e classificazione dell'informazione non strutturata".

E intanto già alcuni comuni toscani si sono candidati per sperimentare SEMPLICE. In prima fila ci sono Anghiari, Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Monterchi, San Sepolcro, Sesto Fiorentino e l'Unione dei Comuni della Valtiberina.

Per chi cerca un'opportunità di studio, ricerca o insegnamento negli Stati Uniti, arrivano le borse di studio Fulbright. Come ogni anno l'omonima Commissione, nata oltre sessanta anni fa per favorire gli scambi culturali tra diversi paesi, ha bandito circa 35 borse destinate a cittadini italiani interessati a vivere un'esperienza accademica nei campus americani. In particolare, per i laureati italiani sono disponibili fino a 15 borse per intraprendere percorsi di specializzazione post-laurea di master e PhD e, parallelamente, opportunità di ricerca e di insegnamento per profili junior e senior. Nei giorni scorsi, il programma di scambio è stato illustrato a studenti, laureati e docenti dell'Università di Pisa da Sandro Zinani, educational advisor della Commissione Fulbright, che ha spiegato come candidarsi per i vari posti disponibili.

Nel caso di master e PhD, le borse riguardano tutti gli ambiti disciplinari fatta eccezione per l'ambito "business" e le specializzazioni in ambito medico, odontoiatrico e delle scienze veterinarie. I finanziamenti coprono fino a 38.000 dollari per la frequenza del primo anno accademico di corso negli USA. Per chi vuole fare domanda, le scadenze per le diverse competition scadono a dicembre e ad aprile, con diverse modalità di candidatura.

Le borse di studio per opportunità di ricerca si rivolgono invece ad assegnisti di ricerca, ricercatori confermati e professori associati interessati a svolgere soggiorni di ricerca di 6-9 mesi presso campus americani. I finanziamenti per la ricerca coprono tutti gli ambiti disciplinari a eccezione delle discipline cliniche dell'ambito medico, delle scienze veterinarie e delle scienze odontoiatriche. Il ricercatore, nel momento in cui presenta domanda di borsa di studio Fulbright, dovrà avere già concordato con un campus americano i termini del proprio soggiorno di ricerca.

Infine le opportunità di insegnamento si suddividono in opportunità per profili junior e senior. Nel primo caso tramite il concorso Fulbright FLTA vengono offerte borse di studio a giovani laureati, in possesso del titolo triennale e massimo 29 anni di età, interessati a ricoprire il ruolo di assistenti di lingua e cultura italiana per un anno accademico presso college statunitensi che richiedano teaching assistantships.

Nel secondo caso i destinatari sono docenti universitari di I e II fascia e ricercatori confermati con affidamento didattico per andare a svolgere brevi soggiorni di insegnamento nel solco degli Italian Studies presso le 5 università con cui la Commissione Fulbright ha accordi di partnership, ovvero Georgetown, Northwestern, Notre Dame, Chicago, Pittsburgh.

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito www.fulbright.it.

Un'intera giornata per festeggiare i 100 anni e la rinascita della Scuola d'Ingegneria a Pisa. Il 31 ottobre nell'aula magna "U. Dini" in largo Lucio Lazzarino i lavori cominceranno alle 9,30 e, dopo i saluti del rettore Massimo Augello, è atteso fra gli altri anche l'intervento del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza. Nel pomeriggio, dalle 15.00, è prevista una tavola rotonda sulla formazione della figura professionale dell'ingegnere che sarà moderata dal direttore di Alma Laurea Andrea Cammelli e alla quale partecipano il presidente Oto Melara Carlo Alberto Iardella, il direttore generale Alenia Aermacchi Massimo Lucchesini, il direttore Motori e Elettronica Scuderia Ferrari Luca Marmorini, l'amministratore delegato Ansaldo Energia Giuseppe Zampini, il presidente CoPi (Conferenza per l'Ingegneria) Fabrizio Micari e il Presidente CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri) Armando Zambrano.

"L'obiettivo della tavola rotonda – spiega il professor Luigi Lazzeri, coordinatore del comitato organizzatore dell'evento - è di approfondire il rapporto fra la figura dell'ingegnere e le nuove sfide del mercato del lavoro. E non è certo un caso che il compito della rinata Scuola di Ingegneria sarà di coordinare le attività didattiche dei tre dipartimenti nati dalla ex Facoltà di Ingegneria (Ingegneria civile e industriale, Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni e Ingegneria dell'informazione) e di quelli di Matematica e Fisica per garantire una solida formazione nelle scienze di base e una visione interdisciplinare, caratteristiche indispensabili per il moderno ingegnere".

Durante la giornata sarà inoltre possibile visitare la mostra "Storia e futuro degli studi ingegneristici: dal trattato agli e-book" allestita nei locali della Biblioteca, e la mostra relativa ad un secolo di Ingegneria che illustra la storia della "Scuola di Applicazione per gl'ingegneri", di cui fu promotore e primo direttore il professor Ulisse Dini, nata appunto cento anni fa, nel 1913.

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