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Giovedì, 14 Novembre 2013 11:08

Colori per i settori dei dipartimenti

Da questa pagina è possibile scaricare sei cartelle compresse con le immagini dimostrative con le variazioni cromatiche dei gradienti sulla base dei sei diversi colori selezionati per i template. All'interno di ogni cartella è anche presente un file pdf con i codici dei colori esadecimali, utili per la riproduzione dei gradienti.
I nomi dei file delle immagini e i nomi dei codici presenti nei file di testo corrispondono.
Il gradiente è verticale ed è composto da un colore più chiaro (in alto) che va verso quello più scuro (in basso).

Personalizzare il colore del pacchetto 18 ottobre 2013

Per personalizzare il gradiente del proprio template sulla base dei gradienti proposti o liberamente è necessario eseguire le seguenti azioni:

  1. Scegliere, attraverso il backend, il tema "Personalizzato" e salvare;
  2. aprire, tramite un editor css, il file "style-Personalizzato.css" presente al seguente percorso: Templates->js_wright->css->style-Personalizzato.css
  3. il gradiente è composto da due colori, nel caso del tema "Personalizzato" i colori hanno i seguenti codici eadecimali: #ffffff e #000000. Eseguire la funziona "cerca e sostituisci", sostituendo ciascun codice con quello del colore desiderato.
  4. infine salvare il file appena modificato e visualizzare il risultato ottenuto.

Il Museo di Storia Naturale di Calci e il Museo degli Strumenti per il Calcolo del Sistema Museale di Ateneo partecipano al XXIII congresso dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) dal titolo "Allestire per comunicare nei musei scientifici: spazi e tecnologie per una cultura accessibile", in programma a Venezia, al Museo di Storia Naturale, dal 13 al 15 novembre 2013.

Gli interventi dei pisani in trasferta saranno cinque: "Paleontologia dal vivo. I nuovi allestimenti del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa" a cura di Chiara Sorbini, Giovanni Bianucci e Walter Landini; "Designing an exhibition about the history of personal computing" a cura di Giovanni Antonio Cignoni e Fabio Gadducci; "Di necessità, virtù. L'esperienza del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa col finanziamento CIPE 36/2002" a cura di Chiara Sorbini, Giovanni Bianucci e Walter Landini; "'Plasticità fenotipica'" della didattica sull'Evoluzione dei vertebrati" a cura di Marco Alberto Luca Zuffi, Martina Calamusa, Simone Farina, Patrizia Scaglia e Silvia Sorbi; "La tecnologia al servizio della natura. L'uso dei codici a barre (Data Matrix e Qr-code) nel Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa" a cura di Simone Farina.

L'ANMS, Associazione Nazionale Musei Scientifici, riunisce istituzioni che svolgono attività di conservazione, ricerca e comunicazione in ambito scientifico. Tra i suoi compiti rientrano la tutela del patrimonio nazionale di museologia scientifica, il supporto alla funzione educativa e divulgativa, la promozione di intese fra istituzioni per facilitare scambi di esperienze e per la formulazione di normative comuni.

Quei nomi parlanti che caratterizzano un personaggio, che sia letteratura, opera lirica o cinema, che spiegano il suo destino quasi che un autore battezzando una creatura nata dalla sua fantasia voglia dare una chiave di lettura in più, a volte in modo più o meno evidente. Portare alla luce questi significati è uno dei compiti dell'onomastica letteraria i cui maggiori esperti si riuniscono a Pisa da giovedì 14 a sabato 16 novembre per il XVIII Convegno internazionale dell'Associazione di "Onomastica & Letteratura" che si svolgerà nell'aula magna del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa. Al centro della discussione di quest'anno ci sono i nomi nelle opere liriche, il tema del doppio e i nomi nelle letterature regionali più varie incursioni nel cinema, in autori classici antichi e moderni o nella religione, tra San Ranieri e Odino.

"Con il bicentenario di Verdi e Wagner – spiega la professoressa Donatella Bremer dell'Ateneo pisano, una delle organizzatrici dell'evento – è venuto spontaneo dedicare buona parte del convegno ai nomi dell'opera lirica. Partiremo in realtà dalla fine, da Turandot, l'ultima opera della lunga parabola melodrammatica italiana, il cui soggetto è proprio incentrato sulla ricerca di un nome ignoto a tutti per risalire poi attraverso i secoli focalizzando il fenomeno dei "nomi parlanti", frequentissimi nell'opera comica nonché quello dei cognomi, che fanno però un tardivo ingresso nel mondo della lirica".

E così si scopre ad esempio che ne "Viaggio a Reims" di Gioachino Rossini del 1825 l'intellettuale dedito allo studio delle antichità si chiama Don Profondo, il maggiore tedesco appassionato di musica Barone von Trombonok e la ricca vedova amante della bella vita Contessa di Folleville. Ognuno dei personaggi porta insomma un nome parlante e al tempo stesso bizzarro, il che amplifica l'atmosfera di brio e di leggerezza che pervade questa cantata scenica rossiniana.

"Non bisogna dimenticare poi – aggiunge Donatella Bremer – quanto i nomi dell'opera lirica abbiano trovato un'ampia diffusione nella società soprattutto fra Ottocento e Novecento. Il primo è stato Giuseppe Verdi: chi di noi non ricorda, fra i nomi dei genitori, dei nonni, dei prozii, un'Elvira, una Amneris, un Manrico, un Arnoldo, un'Amelia e persino una Desdemona, una Violetta e un Otello? Ma anche Giacomo Puccini, mezzo secolo più tardi, godrà di un grande favore, sia tra la media e piccola borghesia sia a livello popolare, con una diffusa adozione di nomi come Mario, Tosca, Rodolfo, Marcello, Mimì e Musetta. Ma fra questi due poli, moltissimi sono i compositori, e i librettisti, che hanno immortalato personaggi dai nomi del tutto originali e suggestivi. Si pensi solo che lo stesso Vasco entra nel patrimonio onomastico degli Italiani grazie all'Africaine di Meyerbeer".

Non solo lirica, anch nel cinema d'autore i nomi infatti sono spesso ritagliati sui personaggi. "In 'Psycho' di Hitchcock – spiega ancora Donatella Bremen - ad esempio il protagonista, Norman Bates, si chiama come la madre, Norma, che lui stesso ha ucciso e in cui si sdoppia. Come se non bastasse, nel suo cognome volteggia un pipistrello. È la gru invece, animale assai più mansueto, ad essere richiamata dal cognome della ragazza accoltellata nella famosa scena della doccia, Marion Crane. Quanto al nome che porta, Marion, una variante di Maria, va detto che tale denominazione è frequente fra le figure femminili hitchcockiane, si pensi a Marnie o a Margot Mary di 'Dial M for Murder'. Il mago del brivido ci propone infatti quasi sempre un suo ideale di donna: bellissima, bionda, piuttosto algida e che porti il nome più femminile che esista".

L'Associazione "Onomastica & Letteratura" che organizza il convegno è stata fondata a Pisa nel 1994 ed è attualmente presieduta da Maria Giovanna Arcamone, a cui è dedicato il volume "Nomina. Studi di onomastica letteraria offerti a Maria Giovanna Arcamone" che sarà presentato nella cornice del convegno venerdì 15 novembre. Tutti i contributi dei convegni di Onomastica letteraria sono pubblicati nella rivista "il Nome nel testo" e sono consultabili on line al sito http://riviste.edizioniets.com/innt/index.php/innt.

Giovedì 14 novembre, alle 11.30, nella Sala del Palazzo del Consiglio dei Dodici, in Piazza dei Cavalieri 1, si terrà l'incontro "Alla fine dell'Europa sulle porte della Cina. Il Kazakhstan nell'attuale sistema di relazioni internazionali", con la partecipazione dell'ambasciatore del Kazakhstan in Italia, Andrian Yelemessov. La conferenza è promossa nell'ambito delle iniziative organizzate dal dipartimento di Scienze politiche e dal corso di dottorato di ricerca in Geopolitica dell'Università di Pisa.

L'Italia è il terzo partner economico del Kazakhstan dopo Russia e Cina, con un volume di interscambio intorno ai 20 miliardi di euro. Oltre ai tradizionali settori energetici del gas naturale e del petrolio, esistono rilevanti interessi comuni nei campi della meccanica, nuove tecnologie, logistica, agricoltura, controllo dei rischi ambientali e risanamento aree ad alto inquinamento.

Accanto agli aspetti economici, non meno importanti sono quelli strategici e politici del Kazakhstan: membro con Russia e Bielorussia dell'Unione Economica Euroasiatica, partner strategico per la gestione del Dossier Afghanistan, perno di un'Asia Centrale sempre più crocevia di interessi cruciali tra Cina, Russia e Occidente.

Di tutto questo e delle ulteriori prospettive parlerà l'ambasciatore del Kazakhstan in Italia Andrian Yelemessov, dopo i saluti del rettore Massimo Augello, del direttore del dipartimento di Scienze politiche Paolo Nello e del presidente del programma di dottorato in Geopolitica Maurizio Vernassa, e gli interventi di Andrea Giannotti, dottorando di ricerca in Geopolitica, e di Lorenzo Becattini, presidente di Toscana Energia. Chiuderà l'incontro Elena Dundovich, docente di Storia dell'Europa Orientale.

In occasione del "Centenario della Geotermia", giovedì 14 novembre, alle ore 15, nell'Aula Magna "U. Dini" della Scuola di Ingegneria, in Largo Lucio Lazzarino 1, l'UGI - Unione Geotermica Italiana, in collaborazione con l'associazione Limonaia Scienza Viva, organizza il convegno "Il Centenario dell'industria geotermoelettrica. La Geotermia in Italia dal passato al futuro". L'incontro, che tratterà argomenti di interesse storico-culturale generale, è aperto al pubblico. Dopo i saluti e l'introduzione dei professori Walter Grassi, e Vincenzo Cavasinni, seguiranno gli interventi di Renata Grifoni Cremonesi (Università di Pisa), Raffaele Cataldi (UGI), Roberto Parri (Enel Green Power) e Giancarlo Passaleva (UGI).

I fenomeni geotermici nell'area mediterranea e, in particolare in Toscana, erano noti fin dalla preistoria e furono utilizzati per scopi termali sia dagli Etruschi sia dai Romani. Nel XIX secolo, in Toscana, a Larderello, partendo dalle manifestazioni geotermiche naturali, fu sviluppata una fiorente industria chimica e nel secolo successivo nacque, prima nel mondo, l'industria geotermoelettrica, essendo entrata in funzione la prima centrale elettrica azionata da vapore geotermico, nell'anno 1913, esattamente un secolo fa.

Lo sviluppo della geotermia fino ai nostri giorni, rappresenta un vanto per la nostra Regione, che da essa ottiene oggi quasi il 30% del proprio fabbisogno di energia elettrica, da una fonte naturale, rinnovabile ed ecologica. Inoltre la geotermia ha attualmente una valenza di grande pregio anche per l'uso diretto del calore terrestre, con varie applicazioni agricole, serricole e industriali, ma soprattutto nell'ambito della climatizzazione delle case con pompe di calore geotermiche, la cui diffusione è in continua crescita.

Quadri conservati nelle teche, opere d'arte e libri antichi custoditi nei musei, niente sembra più al sicuro. In realtà a minacciare lo stato di conservazione di tutti questi tesori c'è un nemico invisibile quanto insidioso: l'inquinamento atmosferico. Per salvare l'immenso patrimonio conservato nelle gallerie e nelle biblioteche è nato MEMORI, uno strumento facile da gestire e a basso costo, frutto dell'omonimo progetto europeo, "MEMORI - Measurement, Effect Assessment and Mitigation of Pollutant Impact on Movable Cultural Assets". Il progetto, appena giunto a conclusione dopo tre anni di ricerche, è stato coordinato dall'Istituto Norvegese per la Ricerca sull'Aria e ha coinvolto 14 partner europei fra cui il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università Pisa.

In pratica MEMORI è un dosimetro sensibile al clima, alla luce, e ai gas inquinanti foto-ossidanti e acidi, ed è capace di trasmettere i dati ad una piattaforma web in modo da eseguire l'analisi dei parametri rilevati in tempo reale e quindi intervenire tempestivamente prima che gli eventuali danni siano visibili sulle opere d'arte. Il prototipo MEMORI, che è stato presentato al convegno conclusivo del progetto che si è svolto a Madrid lo scorso ottobre, è stato testato in più di 16 musei europei, fra cui il Tate di Londra, lo Stibbert di Firenze, il Museum of Cultural History di Oslo e il Musée National Picasso a Parigi, ed è già pronto per la commercializzazione.

"Il mio gruppo di ricerca al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale si è occupato in particolare della valutazione degli effetti degli acidi organici volatili su materiali organici presenti nei manufatti conservati in musei, biblioteche e archivi – ha spiegato la professoressa Maria Perla Colombini dell'Università Pisa - uno studio che non è mai stato fatto prima d'ora in maniera così sistematica ed estensiva".

"La nostra ricerca – ha detto Ilaria Bonaduce ricercatrice dell'Ateneo pisano che è intervenuta al congresso conclusivo del progetto MEMORI a Madrid – ha dimostrato l'estrema pericolosità degli acidi organici per i manufatti pittorici, in quanto catalizzano l'ossidazione di vernici. Si tratta di un risultato molto importante perché evidenzia come il monitoraggio della qualità dell'ambiente sia fondamentale, non solo in sedi espositive, ma anche all'interno delle teche dove sono conservati dipinti e altri oggetti policromi, dato che è proprio al loro interno che le concentrazioni di acidi organici possono essere estremamente elevate. Questo ci dice che, per proteggere un dipinto prezioso, non basta sigillarlo all'interno di una cornice o teca microclimatica, ma che bisogna controllare attentamente i materiali di cui questi supporti sono costruiti e monitorare la qualità dell'aria al loro interno, per assicurare le migliori condizioni di conservazione possibile per il nostro patrimonio pittorico".

Il 9 ottobre del 1963, alle ore 22.49, una grande frana si staccò dal Monte Toc, che sovrastava il lago artificiale del Vajont, sbarrato dalla diga omonima, appena realizzata e alta 265 m. In poche decine di secondi la frana piombò nel bacino a una velocità di 20-30 m/sec, dislocando quasi 50 milioni di m3 di acqua e provocando colossali onde di piena, alte più di 200 metri, che oggi potremmo definire come uno "tsunami di montagna". In meno di 12 minuti la catastrofe si compì, portando morte e distruzione in molti centri abitati, fra cui Longarone, Erto, Casso, Castellavazzo, Codissago, Pirago. Le vittime furono 1.910 e per molte di esse non è stato possibile neppure ritrovare i corpi, che giacciono ancora sepolti dalla frana e dai detriti.

In un documento ONU presentato nel 2008, in occasione dell'International Year of Planet Earth (IYPE), la tragedia del Vajont è stata considerata come il peggior esempio di gestione del territorio e dell'ambiente.

Il 50° anniversario di questa immane catastrofe, che è stata commemorata con molte iniziative a livello nazionale, sarà ricordato anche a Pisa con una mostra, un documentario e una conferenza. I tre eventi sono stati presentati al dipartimento di Scienze della terra dal direttore Michele Marroni, dal professore Alberto Puccinelli e dai ricercatori Giacomo D'Amato e Roberto Giannecchini.

La mostra, organizzata dall'Associazione Italiana di Geologia Applicata e Ambientale e dal Consiglio Nazionale dei Geologi, si intitola "La storia del Vajont: la conoscenza della frana attraverso le foto di Edoardo Semenza". È composta da 13 pannelli illustrati con testi, disegni e fotografie di Edoardo Semenza, che è stato tra i primi a scoprire l'esistenza della frana quando ancora si poteva intervenire per evitare il disastro. L'esposizione, che ha già toccato molte sedi universitarie e centri di ricerca italiani, è finalizzata a sensibilizzare studenti, tecnici e professionisti, e soprattutto la società civile, sulla necessità di conoscere la geologia per il rispetto e la protezione dell'ambiente. Sarà visitabile da lunedì 11 a venerdì 15 novembre al dipartimento di Scienze della terra, in via Santa Maria.

All'esposizione sono associate altre due iniziative. Giovedì 14, alle ore 15, sarà proiettato un documentario sulla frana; mentre venerdì, 15 alle ore 11, ci sarà una conferenza della professoressa Monica Ghirotti, dell'Università di Bologna, esperta di frane, allieva di Edoardo Semenza e grande conoscitrice della frana del Vajont, su "La storia del Vajont: la conoscenza della frana attraverso le foto di Edoardo Semenza".

Martedì, 12 Novembre 2013 14:01

17 docenti dell'Ateneo finanziati con i PRIN

Nell'anno in cui i finanziamenti ministeriali hanno subito un taglio del 77%, arrivano all'Università di Pisa i fondi dei Progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) che premiano le ricerche di ben 17 docenti dell'Ateneo. Sono cinque i ricercatori pisani che hanno ottenuto fondi come coordinatori nazionali dei progetti, per un importo totale di oltre 1,3 milioni di euro. Tra loro anche il fisico Guido Tonelli, che potrà proseguire gli esperimenti e gli studi sul bosone di Higgs, protagonista della vittoria del Nobel per la Fisica. Sono inoltre 12 i ricercatori che sono stati premiati come responsabili locali di progetti (Unità B).

Nel complesso quella dell'Università di Pisa è una performance positiva, se si pensa che, a livello nazionale, i finanziamenti del MIUR sono passati dai 170 milioni di euro dello scorso anno ai 38 milioni di quest'anno. I cinque progetti a coordinamento nazionale premiati nell'ambito dei PRIN sono stati selezionati tra i 48 presentati dall'Ateneo, con un rapporto del 10,41%.

Qui nel dettaglio i progetti finanziati.

Coordinatori nazionali dei progetti:

1) Settore LS – Life Sciences

Maria Letizia Trincavelli (dipartimento di Farmacia): "Il controllo dell'osteoblastogenesi quale nuova strategia terapeutica per le patologie ossee". Totale progetto 353.445 euro, contributo assegnato 247.411.

2) Settore PE – Mathematics, physical sciences, information and communication, engineering, universe and earth sciences

Giovanni Bianucci (dipartimento di Scienze della Terra): "Biodiversità marina e produttività primaria nei bacini neogenici di avanarco andini: relazioni tra Konservat-Lagerstätten a vertebrati marini e la deposizione di tappeti a diatomee. I ruoli della cenere vulcanica e del moderno regime di circolazione oceanica come fattori di fertilizzazione delle acque e di rafforzamento dell'upwelling costiero. La Formazione di Pisco (Perù) come caso studio". Totale progetto 252.605 euro, contributo assegnato 176.823.

Guido Emilio Tonelli (dipartimento di Fisica): "H-TEAM: trigger, elettronica avanzata e metodi innovativi per misure di precisione nel settore dell'Higgs ad LHC". Totale progetto 459.725 euro, contributo assegnato 321.808.

3) Settore SH – Social Sciences and Humanities

Leonardo Boncinelli (dipartimento Economia e Management): "Economia dell'intuizione e del ragionamento: uno studio sul cambiamento delle attitudini razionali in presenza di due sistemi di elaborazione (acronimo inglese: SOCRATES)". Totale progetto 76.718 euro, contributo assegnato 53.703.

Antonella Gioli (dipartimento Civiltà e forme del sapere): "La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Progetto pilota per la ricerca e la comunicazione nei musei della storia conservativa delle opere d'arte". Totale progetto 171.041 euro, contributo assegnato 119.729.

Unità B:

1) Settore LS:

Lupetti Antonella – dipartimento Ricerca Traslazionale

Petroni Giulio - dipartimento Biologia

Vitti Paolo – dipartimento Medicina clinica

2) Settore PE:

Berarducci Alessandro - dipartimento Matematica

Cappelli Chiara – dipartimento Chimica e chimica industriale

Grossi Roberto - dipartimento Informatica

Di Bari Lorenzo - dipartimento Chimica e chimica industriale

Frangioni Antonio - dipartimento Informatica

Diani Marco – dipartimento Ingegneria informazione

3) Settore SH:

Salvati Nicola – dipartimento Economia e Management

Petralia Giuseppe – dipartimento Civiltà e forme del sapere

Barrotta Pierluigi – dipartimento Civiltà e forme del sapere

"Da Pisa a Mosca, un lungo viaggio attraverso storia e scienza" è il titolo della mostra che La Limonaia dedica a Bruno Pontecorvo a cento anni dalla nascita. Visibile fino al 22 dicembre nella sede di Palazzo Ruschi, l'esposizione ripercorre la vita e gli studi del grande fisico nato a Pisa il 22 agosto del 1913, oltre che soffermarsi sulle vicende della sua famiglia, a partire dai due fratelli, il regista Gillo e il biologo Guido. La mostra, a ingresso gratuito, è stata organizzata dall'Associazione "La Limonaia Scienza Viva", dall'Università di Pisa, dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dal Joint Institute for Nuclear Research di Dubna in Russia. I curatori scientifici sono Marcomaria Massai, docente del dipartimento di Fisica dell'Ateneo, Gloria Spandre, ricercatrice dell'INFN, ed Elena Volterrani, responsabile della Limonaia e dell'INFN.

Giunta al culmine delle celebrazioni nazionali per il centenario della nascita, la rassegna mira a inquadrare il percorso umano e scientifico di Bruno Pontecorvo all'interno del difficile contesto storico in cui egli ha vissuto. Da un lato, infatti, Pontecorvo è ricordato come uno dei principali scienziati del '900, che ha dato un contributo decisivo allo sviluppo della fisica moderna e che, per ampiezza e profondità d'intuizioni, avrebbe sicuramente meritato il Premio Nobel. Dall'altro, deve la sua notorietà, anche fuori dalla comunità scientifica, alla scelta di trasferirsi con la famiglia nel 1950, in piena epoca da Guerra Fredda, nell'Unione Sovietica di Stalin.

La vita e le ricerche di Bruno Pontecorvo sono approfondite attraverso 45 pannelli descrittivi e sette monitor con immagini e filmati d'epoca, in cui scorrono anche interviste a illustri scienziati che parlano del fisico pisano. All'interno della mostra, saranno inoltre esposti materiali originali, alcuni dei quali di grande rilievo scientifico. Sono inediti e mai esposti prima, per esempio, i due voluminosi quaderni di appunti che il fisico scrisse subito dopo l'arrivo in URSS, tra 1950 e 1955, così come altri documenti del periodo sovietico e il Premio Lenin che ricevette nel 1963. Viene poi illustrato l'esperimento eseguito da Enrico Fermi nel laboratorio di via Panisperna, che portò alla scoperta dell''effetto paraffina' per il quale vinse il Nobel nel 1938 e al quale partecipò lo stesso Bruno Pontecorvo.

Nella sezione "Scienza" che descrive l'attualità delle idee proposte da Pontecorvo, saranno infine presentati un tracciatore di raggi cosmici, in funzione; un campione dell'esperimento Opera al Gran Sasso, che ha verificato l'ipotesi di Bruno Pontecorvo sull'oscillazione del neutrino; un fotomoltiplicatore gigante dell'esperimento Antares, che è un telescopio subacqueo per neutrini di altissima energia, e altri modelli di apparati sperimentali operanti al mondo.

Per tutte le informazioni sulla mostra si rinvia al sito: http://www.pontecorvopisa.it

Sabato 9 Novembre, alle ore 10,30, nell'Auditorium del Palazzo dei Congressi avrà luogo la cerimonia di consegna dei diplomi a 259 allievi dei master in Auditing e Controllo Interno, Auditing e Controllo di Gestione, Bilancio e Amministrazione Aziendale, Economia Aziendale e Management, Finanza e Controllo di Gestione, Management Aziendale, Management delle Aziende Sanitarie e MBA Master in Business Administration.
I master hanno un bacino di utenza nazionale e internazionale, con la presenza di un master mba in lingua inglese a cui partecipano studenti provenienti da oltre 20 paesi.

I master inoltre rientrano nel programma Inpdap Certificated che prevede borse di studio a copertura totale della quota di iscrizione per studenti meritevoli che rientrano nelle condizioni previste dal bando.

La consegna sarà preceduta dal saluto di Marco Guidi, Prorettore per la comunicazione e la promozione dell'internazionalizzazione e Luciano Marchi, Professore Ordinario dell'Università di Pisa.

I master, il primo dei quali è giunto alla 16° edizione, si caratterizzano per il consolidato rapporto con le imprese, ne sono testimonianza le sinergie con prestigiose associazioni professionali e il supporto di primarie società industriali e finanziarie, per la qualità della formazione che si realizza con il supporto di metodologie e piattaforme tecnologiche avanzate e che si avvale di contributi provenienti dal mondo accademico e di numerosi interventi di manager e professionisti, per la rete di relazioni che si è costituita negli anni tra gli allievi, e infine, per la vocazione all'internazionalizzazione.

Il Master in Auditing e Controllo Interno, primo Master organizzato dall'Ateneo pisano, è l'unico master italiano e il quarto in Europa che è stato inserito dall'Institute of Internal Auditors nel programma IAEP "International Auditing Education Partnership" che costituisce il principale riconoscimento a livello mondiale dei programmi formativi di eccellenza sulle tematiche di internal auditing.

Sono prossime le scadenze per le iscrizioni alle nuove edizioni dei Master: maggiori informazioni sul sito www.masterdea.it

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