Il Monster University Tour fa tappa a Pisa
Arriva a Pisa il Monster University Tour, il ciclo di incontri nelle università italiane organizzato da Monster.it, leader mondiale nel favorire l'incontro tra persone e opportunità di lavoro, per aiutare i giovani a orientarsi e a sfruttare al meglio le potenzialità di Internet per cercare un'occupazione. La tappa pisana del progetto organizzata con la collaborazione dell'Ufficio Job Placement dell'Università di Pisa avrà luogo presso l'Aula Magna al Polo Fibonacci (Edificio E, in via Filippo Buonarroti 4) mercoledì 27 marzo a partire dalle ore 9.30.
Si tratterà di un evento, della durata di mezza giornata, in cui gli esperti di Monster.it incontreranno gli studenti affrontando temi come la ricerca di lavoro online e l'utilizzo dei siti di recruiting, come valorizzare al meglio il proprio profilo sui social network e quali sono le mosse giuste per migliorare la propria reputazione online. "Imparare a valorizzare le proprie competenze e il proprio capitale umano in vista del collocamento nel mondo del lavoro è un passaggio fondamentale per i giovani che escono dall'università - commenta la professoressa Monica Pratesi, delegato del rettore per il Job placement - Grazie a Monster.it gli studenti avranno l'opportunità di confrontarsi con i professionisti del recruitment, scoprendo come promuoversi al meglio sfruttando le potenzialità che offre la rete".
Il Monster University Tour è solo una delle tante iniziative messe a punto da Monster.it per avvicinarsi ancora di più alle esigenze dei propri candidati: "Le persone iscritte a Monster che sono alla ricerca di un lavoro crescono di svariate migliaia al mese - ha dichiarato Nicola Rossi, Country Manager di Monster.it - Siamo sempre alla ricerca di nuove modalità per andare incontro alle esigenze dei nostri candidati, e il Monster University Tour è sicuramente un progetto molto importante in questo senso".
Dal progetto Leopoldo le linee guida per la pavimentazione delle strade regionali toscane
Strade più sicure e meno rumorose: dalla collaborazione scientifica con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa sono nate le linee guida per la pavimentazione delle strade regionali toscane. E' questo l'esito di "Leopoldo", un progetto unico a livello nazionale, appena giunto a conclusione dopo cinque anni e al quale hanno partecipato, oltre all'Ateneo pisano, anche la regione Toscana, l'Arpat e tutte le dieci le Province della Regione.
"Le linee guida nate dal progetto 'Leopoldo' sono state appena inserite Bollettino ufficiale della regione Toscana – ha spiegato Massimo Losa professore dell'Università di Pisa e responsabile scientifico dello studio - il nostro obiettivo era di ottimizzare la sicurezza e la compatibilità ambientale delle pavimentazioni della viabilità ordinaria, puntando alla diminuzione degli incidenti stradali (il 30% sono dovuti infatti a difetti infrastrutturali delle strade), all'abbattimento dell'inquinamento acustico causato dal traffico dei veicoli sulle pavimentazioni bituminose tradizionali e, non ultimo, ad un maggiore comfort di marcia degli automobilisti".
Il progetto "Leopoldo" ha previsto un primo periodo di indagine su dieci siti sperimentali, uno per ogni Provincia aderente. Sulla scorta dei risultati ottenuti da queste sperimentazioni e da quelle eseguite contemporaneamente in laboratorio, sono state quindi individuate le miscele da utilizzare per la predisposizione di sei siti di studio sui quali è stato eseguito un controllo ed un monitoraggio nel tempo, in modo da confrontare le risposte dei diversi tipi di pavimentazione.
"Ci siamo concentrati sullo studio di miscele innovative ed ambientalmente sostenibili – ha detto Massimo Losa – alcune delle quali contengono anche elevate percentuali di materiali riciclati. L'elemento innovativo del progetto è legato al fatto che le classiche pavimentazioni fonoassorbenti sono 'molto porose' e per questo hanno una durata limitata nel tempo, nel progetto invece abbiamo realizzato delle 'pavimentazioni chiuse' a tessitura ottimizzata più resistenti e durature ma altrettanto capaci di garantire un abbattimento del rumore agendo sul fenomeno della generazione del rumore piuttosto che sull'assorbimento".
"La particolarità del progetto unica a livello nazionale (e rara a livello internazionale) – ha concluso il professor Losa - consiste anche nel fatto che i siti sono stati studiati con sensori all'avanguardia per il monitoraggio della temperatura, dell'umidità del sottofondo, del peso degli assi dei mezzi in transito e delle deformazioni subite dagli strati della pavimentazione al passaggio dei veicoli. Le informazioni ottenute hanno quindi consentito di calibrare i modelli di previsione del degrado delle pavimentazioni utilizzando misure ricavare direttamente da strade in normali condizioni di esercizio".
Nota dell’Ateneo sulle dichiarazioni riportate da La Nazione del 22 marzo
In merito alle dichiarazioni del Movimento 5 Stelle, cui hanno fatto seguito quelle degli "Amici della Biblioteca Universitaria", sulla chiusura del Palazzo della Sapienza, entrambe riportate nell'articolo pubblicato in data odierna sull'edizione pisana de La Nazione, l'Università di Pisa torna, per l'ennesima volta, a precisare quanto segue.
La chiusura del Palazzo della Sapienza è stata disposta non per volontà degli organi di governo dell'Università, ma in conseguenza di una specifica ordinanza del Sindaco di Pisa del 29 maggio 2012. Con tale provvedimento, del quale l'Ateneo non ha potuto che prendere atto, si intimava "di procedere immediatamente a mantenere inutilizzato per le attuali destinazioni l'intero edificio".
Tale ordinanza è giunta all'indomani di un sopralluogo svolto dai Vigili del Fuoco del Comando di Pisa, a seguito dello sciame sismico che interessava il centro-nord dell'Italia già da settimane; un sopralluogo richiesto dall'Ateneo, che si era reso necessario al fine di scongiurare il rischio che il fenomeno sismico potesse aver provocato un aggravamento nelle condizioni di sicurezza dell'edificio.
A questo proposito si ricorda che i problemi relativi alla stabilità del Palazzo erano da tempo di dominio pubblico, come dimostrano numerosi documenti, presentati anche alla Conferenza dei servizi del 4 giugno 2012 appositamente convocata dal Rettore per affrontare l'emergenza Sapienza.
In particolare, per richiamare solamente alcuni dei più recenti atti, il Consiglio di amministrazione dell'Ateneo il 16 dicembre 2011 aveva disposto l'attivazione di un'ulteriore campagna di indagini più approfondite, mentre nelle due lettere del 19 gennaio e del 23 maggio 2012 inviate al MIBAC, alla Soprintendenza, al Prefetto e al Sindaco, il Rettore aveva denunciato l'aggravarsi della situazione strutturale dell'edificio.
Si ricorda infatti che l'Ateneo aveva già avviato dal 2010, per iniziativa del precedente Rettore, un'attività di monitoraggio costante del Palazzo, coordinata dal professor Walter Salvatore, esperto di Tecnica delle costruzioni dell'Ateneo.
Si osserva infine che, nel rispetto della citata ordinanza del sindaco, l'Università di Pisa ha proceduto a liberare la Sapienza dal carico di libri della propria biblioteca giuridica al fine di consentire la messa in sicurezza dell'edificio.
Da allora l'Università di Pisa si è fatta parte attiva anche nel reperire finanziamenti da destinare ai lavori di recupero del Palazzo, stanziando recentemente nel proprio bilancio 1,5 milioni di euro e ottenendo dal MIUR un finanziamento di 1,2 milioni di euro sui fondi destinati alle ricostruzioni del dopo terremoto.
L'Università di Pisa, in conclusione, non ha alcun debito di trasparenza in questa vicenda, sulla quale anzi da più parti si fanno strumentalizzazioni con finalità non sempre coincidenti con il solo interesse che dovrebbe invece essere perseguito, vale a dire quello di garantire a più presto l'utilizzo della Sapienza in condizioni di funzionalità e sicurezza, per le attività alle quali è da sempre destinata.
Il 14 marzo “Pisa veste Erasmus”
Il 14 marzo Pisa si colora d'Europa e dedica un'intera giornata all'Erasmus, il progetto promosso fin dal 1987 dall'Unione Europea che solo a Pisa, negli ultimi 15 anni, ha coinvolto oltre cinquemila studenti. L'iniziativa, dal titolo «Pisa veste Erasmus», è organizzata da Università, Comune, Aeroporto e Fondazione garagErasmus, in collaborazione con l'Agenzia di Promozione Economica della Regione Toscana, e il suo obiettivo è quello di promuovere il progetto di mobilità europea come esperienza fondamentale di crescita e formazione degli studenti.
La riflessione che sta alla base della giornata è che l'Erasmus è uno dei programmi di maggiore successo promossi dall'Unione Europea, che ha il merito di trasferire i principi fondamentali dell'essere Europeo a studenti in un'età decisiva per la loro maturazione personale e professionale. Lo sa bene l'Università di Pisa che è stata i primi atenei d'Europa a credere in questo progetto: l'Erasmus è una "life changing experience" che ha coinvolto in tutta Europa più di 3 milioni di persone che oggi hanno tra i 25 e i 45 anni e che provengono da 33 Paesi. Lo sa bene anche la città di Pisa che ha una dimensione sempre più europea, in particolare come città dei saperi e della conoscenza.
La giornata si articolerà in diversi momenti: la mattina, a partire dalle 9.30, la Fondazione garagErasmus e l'Agenzia per la Promozione Economica della Regione Toscana organizzano all'Aeroporto il convegno "Ex Erasmus e sviluppo: una nuova Europa del lavoro e delle idee che parte dalla Toscana", a cui parteciperanno l'amministratore delegato dell'Aeroporto Gina Giani, il sindaco Marco Filippeschi, il rettore Massimo Augello, il presidente esecutivo di garagErasmus Francesco Cappé e imprenditori che, grazie all'esperienza Erasmus, hanno saputo costruirsi un percorso professionale indirizzato verso l'Europa unita. Alle 12.30, sempre all'Aeroporto, Marco Mazzini, co-fondatore di garagErasmus, presenterà la prima installazione fisica in Europa di "Check-in Europe", l'applicazione che mette in rete gli ex Erasmus.
Grazie alla collaborazione del DSU, a pranzo gli studenti troveranno uno "speciale menù Erasmus" alle mense di via dei Martiri, via Betti e via Cammeo, con piatti tradizionali di diversi Paesi europei.
Alle 16.30, presso la Tenuta di San Rossore, sarà inaugurata la sede della Fondazione garagErasmus, che ha la missione di dar vita al primo network professionale della Generazione Erasmus, un progetto ambizioso finalizzato ad attrarre idee, talenti e investimenti a livello europeo. Interverranno il sindaco Marco Filippeschi, il presidente del Parco di San Rossore Fabrizio Manfredi, il coordinatore del progetto Giovanisì della Regione Toscana Carlo Andorlini, il prorettore per l'Internazionalizzazione dell'Università di Pisa Alessandra Guidi e il presidente della Fondazione garagErasmus Francesco Cappè.
Alle 19.30, al Lumiere (in Vicolo del Tidi 6), l'Università di Pisa organizza l'"Apericena con gli Erasmus", un incontro che attraverso cibo tipico dei Paesi europei, musica e intrattenimento, farà conoscere e scoprire le storie di studenti Erasmus ed ex Erasmus. Storie di vita e di studio si alterneranno a testimonianze di chi, grazie all'esperienza all'estero, è riuscito ad ampliare il proprio percorso formativo, trovando motivazioni e stimoli di crescita, nati dal confronto e dallo scambio con i diversi Paesi dell'Europa. In collaborazione con le associazioni ESN e AEGEE, è previsto inoltre un faccia a faccia con gli studenti Erasmus di Pisa, che potranno spiegare ai colleghi italiani come si vive e si studia nei loro Paesi. La serata sfocerà in musica con un dj set di Radioeco, la radio degli studenti dell'Università di Pisa.
Il programma completo della giornata è disponibile a questo link.
Volontari (con smatphone o tablet) cercasi per tracciare la mappa dei domini di Internet
Disegnare la mappa dei domini dei domini di Internet grazie a un sistema di crowdsourcing applicato alla ricerca. Basta avere uno smartphone o un tablet e scaricare un'App per partecipare a Portolan, un progetto del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e dell'Istituto di Informatica e Telematica (IIT) di Pisa del CNR. L'«App Portolan» è già disponibile e gratuita per Android (https://play.google.com/store/apps/details?id=it.unipi.iet.Portolan.traceroute) mentre è in preparazione anche la versione per gli Iphone della Apple.
"Attualmente la mappa dei domini di Internet è pressoché sconosciuta – ha spiegato Luciano Lenzini professore di networking del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo pisano – quello che abbiamo è una 'immagine sfocata' che ce la raffigura come una sorta di albero con tanto di radici e foglie. Tuttavia saperne di più sarebbe di fondamentale importanza per poter affrontare le sfide del 'future Internet' e per comprendere anche molti fenomeni del presente come ad esempio la propagazione di eventi catastrofici scatenati da pirati informatici".
Il progetto Portolan nasce dunque dall'esigenza di "mettere a fuoco" l'immagine della struttura interna di Internet. Rispetto ad altre ricerche internazionali che dal 2000 hanno cominciato mappare Internet come "Caida Ark" negli USA, "Ripe Ris" in Europa e "Dimes" in Israele, Portolan utilizza per la prima volta il paradigma di osservazione top-down, partendo quindi non dalle radici, ma dalle foglie dell'albero, cioè dalla periferia da cui gli utenti normalmente si collegano.
In pratica Portolan si configura come un sistema costituito da una innumerevole quantità di smartphone e tablets che giocano il ruolo di monitor, coordinati da un server centrale. Ciascun monitor esegue micro-campagne di misura al termine delle quali i risultati vengono spediti al server centrale che li elabora e li ricompone come tanti tasselli di un mosaico per inferire la struttura di Internet, tutto in maniera pressoché non invasiva per gli utenti. Le risorse utilizzate dallo smartphone per effettuare le misure sono minime e comunque, se il livello della batteria scende al di sotto del 40% le misurazioni non iniziano e, se in corso, vengono interrotte. Gli smartphone inoltre rimangono sempre rigorosamente anonimi e, come contropartita per la sperimentazione, gli utenti possono accedere gratuitamente ad alcuni servizi, come ad esempio, conoscere esattamente il livello del "campo" disponibile lungo tutto un percorso (Figura 1 - mediante punti colorati) o visualizzare gli operatori attraversati per raggiungere un indirizzo IP dato (Figura 2).
"Il nome del progetto – ha concluso Luciano Lenzini - deriva dalla Carta Pisana del 1275-1300, il primo portolano noto che descrive il Mar Mediterraneo sulla base della tecnologia di navigazione disponibile di quel periodo. Da allora in poi, e nei secoli successivi, i portolani sono diventati sempre più precisi e dettagliati grazie alle nuove misure e informazioni raccolte da marinai. In un certo senso, questa è una delle più antiche forme di crowdsourcing che si conosca".
Inaugurata la terza edizione del "PhD plus", il corso formativo su creatività, innovazione e spirito imprenditoriale
È stata inaugurata martedì 12 marzo 2013 la terza edizione del "PhD plus", il percorso formativo dell'Università di Pisa finalizzato ad arricchire i più alti livelli della formazione accademica con una serie di competenze rivolte alla diffusione dello spirito imprenditoriale, alla valorizzazione dei risultati della ricerca e alla creazione di impresa. La prima giornata, aperta dai saluti del rettore Massimo Augello e del prorettore per la Ricerca applicata e l'innovazione, Paolo Ferragina, si è incentrata sulla presentazione delle esperienze di successo da parte di testimonial di casi di successo, alcuni dei quali che hanno frequentato le precedenti edizioni del corso.
Il programma del "PhD plus" si articolerà in una serie di seminari tenuti da prestigiosi relatori nazionali e internazionali provenienti dal mondo accademico e imprenditoriale, da enti locali e governativi, da finanziatori istituzionali. Le lezioni verteranno su temi legati alla brevettazione, alla creazione di impresa, alla valorizzazione delle idee scientifiche e alla gestione dell'innovazione. Rivestiranno grande rilievo le sessioni dedicate alla comunicazione e alla valorizzazione delle proprie idee, che troveranno poi pieno completamento in una serie di sessioni di coaching individuale e di gruppo realizzate anche con il supporto dei Poli di innovazione regionali, di potenziali investitori, imprenditori e manager.
L'edizione di quest'anno si caratterizza per due significative novità. Innanzitutto per la partecipazione che è stata estesa, oltre ai dottorandi e dottori di ricerca, ai ricercatori e ai professori dell'Ateneo, a laureandi e laureati magistrali che si sono candidati attraverso la presentazione di un'idea con potenziali ricadute imprenditoriali. Al corso prenderanno così parte 100 iscritti fra dottorandi, dottori di ricerca e assegnisti, e 27 laureandi e laureati magistrali selezionati tra le 63 richieste di ammissione, provenienti dai settori più attesi dell'ITC e dell'ingegneria, ma anche dall'area umanistica e da quella giuridica.
In secondo luogo, si contraddistingue per l'interazione con il Master in Business Administration del dipartimento di Economia e management, che permetterà ai migliori talenti del corso di frequentare il modulo "Entrepreneurship" dell'MBA con l'obiettivo di accrescere le possibilità di future attività di business.
Il percorso del "PhD plus", prima iniziativa del genere in Italia, fin dall'inizio ha riscontrato un significativo successo. Nelle prime due edizioni gli iscritti sono stati rispettivamente 110 e 200 e dal loro lavoro sono già nati 11 spin-off, che si sono affermati in competizioni nazionali e internazionali dedicate alla creazione di imprese innovative, quali per esempio Start Cup Toscana, registro.it, PayPal Developer Challenge, INTEL Business Challenge Europe.
Una convenzione per far crescere la collaborazione con Radioeco
Un progetto nato dagli studenti e portato avanti dalla loro voce, che martedì 12 marzo, attraverso una convenzione firmata con l'Università di Pisa, si rafforza come realtà culturale e mediatica di riferimento per tutto l'Ateneo. Proseguendo una collaborazione già avviata negli ultimi anni, Radioeco, la web radio degli studenti dell'Università di Pisa, collaborerà per campagne di comunicazione istituzionale ed eventi particolari, con l'idea di implementare e attivare progetti comuni, tra cui il web radio tg d'Ateneo.
La convenzione, frutto di un percorso condiviso negli organi accademici – Senato, Cda e Consiglio degli studenti - è stata firmata dal rettore Massimo Augello e da Francesco Cito, lo station manager che dal 2010 coordina le attività di Radioeco e dei circa ottanta studenti che ogni giorno danno vita alle trasmissioni e organizzano gli eventi. Nell'occasione erano presenti anche i membri del Comitato di garanti della web radio appena istituito, composto da tre docenti, Marco Guidi, Dianora Poletti e Rosalba Tognetti, e da due ragazzi membri del Consiglio degli studenti, Gianluca Batzu e Daniele Meucci.
Proprio in questi giorni Radioeco ha lanciato una nuova campagna per il recruitment di nuovi membri per la redazione news e musicale: si cercano produttori di contenuti, articoli, recensioni e report da pubblicare sul sito oltre a, naturalmente, speaker per la radio. La nuova redazione news, con l'aiuto dell'Ufficio stampa e comunicazione dell'Ateneo, dovrà dare vita a un web radio tg con approfondimenti e servizi dedicati agli studenti, alla vita universitaria e a temi di attualità, in una formula nuova in grado di coinvolgere sempre più ascoltatori. Radioeco cerca inoltre ragazzi che abbiano una predisposizione particolare verso la tecnologia per lavorare nell'area tecnica: aspiranti fonici e tecnici del suono, esperti di reti informatiche, videomaker o fotografi.
Radioeco è nata nel 2007 come web radio della facoltà di Economia dell'Università di Pisa, nell'ambito del progetto formativo "UniOnAir" del quotidiano "Il Sole 24 Ore", destinato a promuovere una radio per ogni ateneo italiano. Fin dall'inizio ha avuto l'obiettivo di sviluppare servizi di informazione e di intrattenimento rivolti all'intera comunità dell'Ateneo, individuando negli studenti e più in generale nel pubblico giovanile i suoi principali interlocutori, funzionando anche come laboratorio formativo. Negli anni la radio è cresciuta fino ad arrivare nel maggio 2012 a organizzare un festival nazionale come il FRU (Festival delle Radio Universitarie) portando più di diecimila ragazzi da tutta Italia a partecipare a concerti, oltre che a workshop, conferenze e molto altro.
Studenti transgender, l’impegno dell’Università di Pisa
Nei giorni in cui sui giornali emergono storie e problematiche relative agli studenti transgender, l'Università di Pisa tiene a sottolineare il proprio impegno nell'affrontare questo tipo di tematiche, ricordando un significativo traguardo raggiunto dall'Ateneo pochi mesi fa. Dopo aver ricevuto numerose richieste per la ristampa dei diplomi di laurea da parte di studenti che avevano proceduto alla rettificazione dell'attribuzione di sesso, lo scorso giugno l'Ufficio legale dell'Università di Pisa ha inoltrato un'interrogazione al Garante per la protezione dei dati personali, chiedendo che sulla ristampa non comparisse l'annotazione in calce al diploma che riportava la sentenza e il nuovo nome dell'interessato, come previsto dalla normativa. Con il provvedimento 341 del 15 novembre 2012, il Garante ha accolto la modalità proposta dall'Università di Pisa: in presenza di una sentenza del tribunale passata in giudicato, il diploma di laurea potrà essere ristampato con i nuovi dati anagrafici, escludendo l'annotazione della sentenza che motiva la ristampa.
"Per il nostro Ateneo è stato un successo – commenta Rosalba Tognetti, prorettore per gli Studenti – Dopo il provvedimento, il Garante per la privacy ha prescritto alle altre università italiane l'adozione della soluzione proposta dall'Università di Pisa e ha inoltre ritenuto di dover trasmettere il provvedimento al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, nonché alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane".
È invece ancora aperta la questione che riguarda la possibilità di rilasciare il doppio libretto alle persone che hanno iniziato il percorso di transizione per la rassegnazione chirurgica del sesso ex L. 164/82 e che però hanno già modificato il loro aspetto fisico. Anche su questo fronte, l'Università di Pisa è impegnato a trovare una soluzione: già da tempo, è stata inoltrata un'interrogazione al Garante della privacy, in cui si chiede un'indicazione precisa sui provvedimenti da adottare per garantire allo studente la tutela della privacy e in particolare se sia praticabile la soluzione di rilasciare agli studenti transessuali due libretti universitari, uno con i dati anagrafici reali e uno con i dati anagrafici "futuri", indicati dallo studente ma non ancora autorizzati da una sentenza di tribunale.
Il Garante ad oggi non ha fornito una risposta scritta, ma è comunque nostra intenzione proseguire l'iter aperto con questa interrogazione. "Nell'attesa della soluzione "normativa" – conclude la professoressa Tognetti - da parte dell'Università c'è piena disponibilità all'ascolto e alla discussione di questo tipo di problematiche, in linea con la politica di dialogo e interlocuzione con tutti i suoi studenti e nell'ottica di poter trovare insieme soluzioni concrete praticabili".
Un professore dell’Ateneo a capo dell’European Nuclear Education Network
Walter Ambrosini, professore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa, è stato eletto presidente dell'European Nuclear Education Network (ENEN) durante l'assemblea generale dell'associazione che si è svolta a Vienna il 1 marzo scorso. L'ENEN è stata fondato nel 2003 come spin-off di un progetto finanziato dalla Comunità Europea e attualmente conta 64 membri provenienti da 18 paesi. L'Italia vi è rappresentata dal Consorzio Interuniversitario per la Ricerca Tecnologica Nucleare (CIRTEN) di cui fanno parte le Università di Pisa, Bologna, Padova, Palermo, "La Sapienza" di Roma e i Politecnici di Milano e Torino.
Walter Ambrosini, toscano, classe 1958, si è laureato in ingegneria nucleare a Pisa nel 1985 e dal 2001 è professore associato di Impianti nucleari. Oltre alla presidenza dell'ENEN, Ambrosini è anche membro dell'American Nuclear Society, dell'Associazione Italiana Nucleare (AIN) e dell'Unione Italiana di Termofluidodinamica.
La misura più accurata di sempre della distanza della Grande Nube di Magellano
La misura più accurata di sempre - al livello del 2% - della distanza della grande Nube di Magellano – 163.000 anni luce dalla Terra – è stata ottenuta da un team internazionale di scienziati di cui fa parte anche Pier Giorgio Prada Moroni dell'Università di Pisa. Un risultato molto significativo per la comunità astronomica internazionale, impegnata da decenni a misurare la distanza di oggetti astronomici molto lontani per conoscere la struttura dell'Universo, le sue dimensioni e la sua storia di espansione. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista "Nature" in un articolo dal titolo "An eclipsing binary distance to the Large Magellanic Cloud accurate to two per cent".
"Date le enormi dimensioni in gioco, non è possibile utilizzare un'unica tecnica per misurare le distanze di tutti gli oggetti del cosmo, da quelli che distano pochi minuti luce come il Sole (8 minuti luce) a quelli che distano miliardi di anni luce come i quasar - spiega Prada Moroni, ricercatore al dipartimento di Fisica dell'ateneo pisano, associato all'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e all'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e tra gli autori dell'articolo - Bisogna ricorrere alla cosiddetta scala delle distanze, in cui, partendo dalle tecniche applicabili agli oggetti più vicini, si calibrano quelle che riescono ad arrivare a oggetti via via più lontani, un gradino dopo l'altro, fino a raggiungere distanze cosmologiche".
Le Nubi di Magellano, visibili a occhio nudo come due macchie di luce diffusa nel cielo notturno dell'emisfero australe, sono due galassie nane irregolari satelliti della Via Lattea, la galassia in cui viviamo. Il lavoro di ricerca riguarda la maggiore delle due, la Grande Nube di Magellano, una galassia che riveste un ruolo molto importante in astronomia perché costituisce il primo gradino della scala delle distanze extragalattiche, quello più solido e su cui poggiano tutti gli altri a distanze via via più grandi, fino a raggiungere scale cosmologiche.
"La scala delle distanze extragalattiche è ancorata alla distanza della Grande Nube di Magellano, per questo è così importante misurarla con la maggior accuratezza possibile – aggiunge Prada Moroni - Basti pensare che a tutt'oggi la principale sorgente di incertezza sistematica nella determinazione della costante di Hubble, che fornisce il tasso di espansione dell'Universo, è dovuta proprio all'incertezza con cui conosciamo la distanza della Grande Nube di Magellano."
Una delle motivazioni principali per la costruzione del Telescopio Spaziale Hubble fu proprio il miglioramento della precisione delle misure di distanza. Infatti ancora negli anni '80 la costante di Hubble era molto incerta, con valori che variavano di circa un fattore due tra le varie stime. Nei primi anni del nuovo millennio questa incertezza è scesa a un più accettabile 10% grazie proprio al Telescopio Spaziale. Conoscere con precisione il valore della costante di Hubble permette di porre vincoli stringenti ai modelli cosmologici, alla natura dell'ancora misteriosa energia oscura e alla geometria globale dello spazio. Per questo motivo negli ultimi anni si sono moltiplicati gli sforzi per raffinare ulteriormente le misure di distanza. Grazie alle osservazioni descritte nell'articolo su Nature condotte dal team internazionale con vari grandi telescopi in Cile – tra cui quelli dell'ESO (European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere) e il Magellan Clay da 6.5 metri di diametro – l'incertezza sul valore della costante di Hubble è ora scesa al livello del 3%.