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Un nuovo parco urbano, attrezzato con un percorso vita del tipo "Urban Fitness", è a disposizione di tutti i cittadini pisani nell'area del CUS di via Chiarugi. L'accordo per la nascita e la gestione del parco è stato siglato mercoledì 9 maggio 2012, a Palazzo alla Giornata, dal rettore Massimo Augello, dal vicesindaco Paolo Ghezzi, dal presidente del CUS Pisa, Denny Innamorati, e dal prorettore per gli Studenti, Rosalba Tognetti.

Il nuovo parco urbano nasce dalla scelta dell'amministrazione comunale di realizzare aree verdi attrezzate e parchi pubblici utilizzabili da parte della cittadinanza – in particolare anziani, giovani e bambini - al fine di favorire la pratica sportiva, lo stare insieme all'aria aperta e, per quanto possibile, l'attività fisica nel tempo libero intesa come valore sociale di crescita. Il nuovo percorso "Urban Fitness", composto da undici postazioni con attrezzi, si va ad aggiungere a quelli già realizzati sul Viale delle Piagge e in Piazza dei Fiori a Tirrenia.

La struttura è frutto della volontà dell'Ateneo e del CUS di integrare il parco sportivo universitario con la più generale rete di aree verdi comunali, mettendolo a disposizione di tutti i cittadini pisani, oltre che di ampliare e migliorare l'offerta di servizi sportivi a disposizione degli studenti universitari e dei tesserati CUS.

Con questo accordo, che ha durata decennale, l'Università e il CUS si impegnano a consentire ai cittadini pisani l'utilizzo gratuito, senza obbligo di tesseramento societario, del "percorso vita" e delle aree attrezzate che l'amministrazione comunale intende realizzare, nonché delle aree libere in genere. I due enti consentono inoltre l'utilizzo, anche oneroso ma sempre senza obbligo di iscrizione al CUS, delle aree sportive all'aperto già presenti nel parco, strutturate con campi da tennis, da calcio a 5 e a 8, hockey, basket e beach. Da parte sua, il Comune provvederà all'acquisto e all'installazione dei macchinari necessari alla realizzazione delle aree attrezzate del tipo "Urban Fitness", con un investimento di circa 110 mila euro, occupandosi inoltre delle opere connesse all'agibilità delle aree nel loro complesso. Al CUS andrà la gestione degli impianti e l'onere della manutenzione ordinaria.

I lavori di realizzazione delle nuove opere inizieranno la prossima settimana e termineranno entro la prima settimana di giugno con una grande festa di inaugurazione.

"Con questo intervento – ha commentato il vicesindaco Paolo Ghezzi - viene completato un lungo percorso che regala ai pisani il più grande 'parco attrezzato' della città. La collaborazione con il CUS e l'Università consente di aggiungere alle cinquanta aree verdi attrezzate un nuovo gioiello in cui trova piena attuazione l'integrazione tra mondo universitario e cittadini. È una grande opportunità per giovani, anziani e famiglie: dopo il successo dell''Urban Fitness' del Viale delle Piagge e di quello sul litorale, ne viene aggiunto un altro in un'area a vocazione sportiva e in cui sarà possibile, liberamente, trascorrere ore di svago e di attività sportiva".

"Questo accordo – ha continuato il rettore Massimo Augello – è un'ulteriore testimonianza del clima di dialogo positivo e di collaborazione esistente tra l'Ateneo e il Comune. Come Università e CUS abbiamo puntato ad allargare il bacino d'utenza del parco sportivo universitario di via Chiarugi, integrandolo ancora di più nella rete di aree verdi comunali, e nello stesso tempo ad ampliare e migliorare il centro di servizi sportivi a disposizione dei nostri studenti".

Il presidente del CUS Pisa, Denny Innamorati, ha quindi concluso di "poter affermare con orgoglio che, a partire dalla data di oggi, e grazie alla firma apposta sulla convenzione, il CUS si apre definitivamente alla città. È il passaggio finale di un processo iniziato da tempo e che ha visto attivamente coinvolti i soggetti presenti in questo importante momento. I cittadini, infatti, potranno accedere liberamente e gratuitamente al nuovo percorso vita, e utilizzare gli impianti all'aperto per l'attività libera, senza obbligo di iscrizione, e quindi pagando solamente la quota del campo. Le attività del Centro, inoltre, saranno fruibili anche di domenica. È insomma una novità storica, che lega in maniera indissolubile il CUS al territorio: per noi inizia una nuova era senza dimenticare ovviamente le priorità storiche, l'attività degli studenti, le manifestazioni, gli eventi. Sono certo che la città risponderà 'presente' in occasione dell'Open Day, in programma il 9 giugno nei nostri impianti".

Venerdì 11 maggio, a partire dalle 9.45, nell'Aula A del Polo Didattico "Renzo Nobili", in via Volta 4bis, si terrà la giornata di studi "Nuovi orizzonti per i biologi: dal marketing al management", un incontro promosso dalla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e dai corsi di laurea aggregati in Scienze biologiche dell'Università di Pisa. Dopo i saluti del prorettore alla Didattica Palo Mancarella e la presentazione di Roberto Marangoni, docente di Bioinformatica e membro della Commissione spin-off dell'Ateneo, interverranno Eleonora Fusco, biologa consulente per MyInsight2Action, e Francesco Senatore, responsabile del business development della Fondazione Toscana Life Sciences.

Il proliferare di aziende BioTech e la recente evoluzione dei modelli di marketing, che si ispirano a risultati della biologia comportamentale, creano opportunità per figure professionali innovative, dotate di profonde conoscenze biologiche da sfruttare in campi propri dell'economia come il marketing e il management. I relatori di questa giornata di studi, entrambi biologi "pionieri" di queste integrazioni inter-disciplinari, presenteranno, oltre al loro percorso professionale, le richieste del mercato per queste nuove figure e il contesto nel quale operano.

Alle ore 10.00 Eleonora Fusco parlerà di biologia e marketing nell'intervento "Dalle scoperte accademiche sui processi decisionali a come influenzare le decisioni dei consumatori... e le nostre", proseguendo nel pomeriggio alle 14.30 con "Dalla ricerca in campo psicologico allo sviluppo di prodotti commerciali e alla pubblicità". Francesco Senatore, alle 11.30, si occuperà invece del biologo "manager" nell'intervento "Dalla valutazione dei business-plan al coaching di aziende BioTech".

Eleonora Fusco, laureata in Biologia all'Università di Pisa e alla SNS, PhD in "Brain e Cognitive Sciences" al MIT, è una ricercatrice indipendente che si occupa dell'analisi del comportamento umano con approcci qualitativi e con modelli quantitativi. Francesco Senatore si occupa dei rapporti con gli investitori nella fase di start-up delle aziende e offre loro consulenza per lo sviluppo aziendale.

L'antico Egitto protagonista di un incontro organizzato dalla Pisa University Press al Salone internazionale del Libro di Torino. Domenica 13 maggio, alle ore 14.00, nello Spazio Autori B, appuntamento con «L'Egitto antico. I templi di Medinet Madi nel Fayum. Percorrere il parco archeologico», un incontro che prende spunto dal volume omonimo di Edda Bresciani, professore emeritus dell'Università di Pisa e membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei, e Antonio Giammarusti, architetto ed esperto in beni culturali, che un anno fa hanno dato vita al primo Parco archeologico e naturalistico dell'Egitto. Oltre agli autori, alla presentazione interverrà anche Massimo Becattini, regista di documentari archeologici. La «Pisa University Press», casa editrice dell'Università di Pisa, sarà presente al Salone Internazionale del Libro in programma al Lingotto Fiere di Torino dal 10 al 14 maggio allo stand L66 Pad. 2 insieme alle altre case editrici universitarie italiane.

Grazie alle campagne di scavo condotte dall'Università di Pisa fin dal 1978, oggi l'area monumentale di Medinet Madi è liberata dalla sabbia che l'aveva avvolta dopo le prime grandi scoperte di Achille Vogliano negli anni '30 del secolo scorso. Considerata la "Luxor del Fayum", l'area è stata trasformata nel primo Parco archeologico e naturalistico dell'Egitto, collegato da una pista nel deserto a Wadi Ryan, il parco naturale in cui si estende la famosa valle delle balene fossili. Medinet Madi conserva l'unico tempio del Medio Regno fornito di testi geroglifici e di scene scolpite presente in Egitto, e altri monumenti del periodo tolemaico, romano e copto.

Giovedì, 17 Maggio 2012 10:29

Nasce a Copenhagen l’«Erasmus for all»

L'Erasmus compie 25 anni e alla conferenza internazionale di Copenhagen, in programma l'8 e il 9 maggio, lancia il suo nuovo "Manifesto": dal 2013, infatti, il progetto di mobilità europeo che fino ad oggi ha coinvolto tre milioni di studenti universitari amplia le sue iniziative e diventa "Erasmus for all", promovendo la mobilità verso i paesi di tutto il mondo e rivolgendosi a nuove tipologie di studenti. A darne l'annuncio in Danimarca nell'ambito delle celebrazioni ufficiali saranno i 66 "ambasciatori Erasmus" provenienti da 33 paesi che negli scorsi mesi hanno lavorato alla stesura del documento. Tra loro anche la professoressa Ann Katherine Isaacs dell'Università di Pisa che, insieme a Maurizio Oliviero dell'Università di Perugia, rappresenta l'Italia alle celebrazioni di quest'anno.

Partendo dalla convinzione che l'Erasmus sia un'opportunità unica per la formazione e per il futuro lavorativo dei giovani europei, i 66 ambasciatori hanno elaborato un "Manifesto" che, in 10 punti, celebra i risultati finora conseguiti e presenta le azioni da intraprendere in futuro per implementare e far crescere il programma di scambio. Tra queste, "abbattere le barriere" che esistono in Europa tra i sistemi nazionali di educazione per creare uno spazio comune di formazione; incrementare i collegamenti con il mondo del lavoro; promuovere nelle università corsi delle lingue europee meno insegnate; ma soprattutto l'Erasmus vuole diventare "globale", estendendosi ai paesi extra-europei.

"La nostra proposta è che in futuro l'Erasmus possa servire a promuovere l'eccellenza formativa e il trasferimento di conoscenze tra i paesi di tutto il mondo", spiega Ann Katherine Isaacs. "Attraverso le varie azioni Erasmus, l'Europa sta giocando un ruolo chiave nella modernizzazione delle università e nella formazione dei talenti a livello globale. L'Erasmus continuerà le attività di sostegno allo sviluppo dell'area europea dell'educazione superiore (oggi 49 paesi, dall'Islanda al Kazakstan), ma allo stesso tempo collaborerà sempre più nel rinnovamento dei sistemi di formazione anche negli altri paesi del mondo".

A Copenhagen sarà presente anche il professor Federico Fornai che rappresenterà il rettore alla cerimonia ufficiale di consegna del "Diploma Supplement Label", l'etichetta assegnata dalla Commissione Europea che riconosce all'Università di Pisa il merito di rilasciare il DS, un documento integrativo valido in tutta Europa - e anche nel resto del mondo - che serve a rendere più "trasparente" e più spendibile nel mondo del lavoro il proprio titolo di studio.

Accordo PUP AvvocatiSi chiama "Cultura e Diritti. Per una formazione giuridica" ed è la nuova rivista che la Scuola Superiore dell'Avvocatura del Consiglio Nazionale Forense pubblicherà con la Pisa University Press, casa editrice dell'Università di Pisa. Il 15 maggio, alla presenza del rettore Massimo Augello, è stato firmato un protocollo d'intesa che prevede anche la gestione editoriale, la stampa e la promozione della collana "Formazione giuridica" che raccoglie già otto volumi e ne ha altri due in cantiere: il primo sulle carte storiche dei diritti a partire dalla Magna Charta; il secondo sulle tecniche professionali legate all'esercizio della professione di avvocato.

Alla firma erano presenti, per la Pisa University Press, il presidente Ada Carlesi e il direttore editoriale Saulle Panizza; per la Scuola Superiore dell'Avvocatura, il vicepresidente Alarico Mariani Marini e David Cerri, membro del Comitato direttivo e del Comitato esecutivo.

La nuova rivista trimestrale sarà fedele nell'impostazione alla scelta della Scuola Superiore di valorizzare e approfondire i contenuti che ne hanno in questi anni caratterizzato l'attività, sviluppando l'esperienza maturata nel corso di una feconda collaborazione con le scuole forensi. L'uscita del primo numero è prevista per fine maggio insieme alla versione on line, scaricabile grazie a un'applicazione specifica creata per la Scuola Superiore dell'Avvocatura.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
PisaInformaFlash.it 

Giovedì, 17 Maggio 2012 09:18

Porta il tuo cane a donare il sangue

Cane_VeterinarioCom'è noto la trasfusione di sangue è considerato uno strumento terapeutico salvavita nella medicina umana. Non è noto a tutti però che anche i cani possono donare sangue ed erroneamente si ritiene che questa pratica possa essere dannosa per i propri animali.

Sono questi i temi della campagna di sensibilizzazione dal titolo "Le donazioni di sangue nel cane come strumento di educazione al volontariato e alla salute" che ha unito, in un progetto di cooperazione, il Centro Trasfusionale Veterinario del Dipartimento di Clinica Veterinaria dell'Università di Pisa, l'USL 6 di Livorno, l'AVIS locale, la Società Volontaria di Soccorso, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno. L'iniziativa è stata presentata i giorni scorsi dai medici veterinari del Centro Trasfusionale Veterinario, George Lubas e Alessandra Gavazza, Marco Melosi, in veste di presidente dell'Ordine provinciale, i medici e rappresentanti dell' AVIS livornese.

Il programma congiunto medicina veterinaria - medicina umana ha voluto condurre una maggiore sensibilizzazione alla donazione di sangue dei cani per il suo potenziale valore educativo anche per l'uomo. Inoltre è stato sottolineato che il monitoraggio della salute del cane può avere un ritorno anche sulla salute umana, che viene così tutelata da eventuali zoonosi.

Una prima parte del progetto ha previsto la distribuzione di questionari attraverso l'AVIS di Livorno, con l'intento di capire quali siano motivazioni dei donatori e le loro conoscenze relative alla donazione di sangue in medicina veterinaria. L'indagine ha permesso di osservare che il 78, 1% degli intervistati non era a conoscenza che anche i cani possono donare sangue e l'86,1% non era a conoscenza dell'esistenza del Centro Trasfusionale Veterinario. Un secondo questionario, somministrato ai proprietari dei cani donatori, ha permesso di indagare sulle motivazioni che portano a far donare sangue ai propri animali, le paure e sensazioni indirette provate, il livello di soddisfazione e gli eventuali motivi di abbandono dal programma.

E' stato inoltre realizzato un filmato dal titolo "Porta il tuo cane a donare sangue. E' una procedura innocua e può aiutare altri cani a vivere" che sarà di ausilio per la presentazione del progetto nelle scuole e negli centri di interesse e che ne ha permesso la diffusione anche sulle TV locali.

Mercoledì, 16 Maggio 2012 15:21

Il palio 'per Arnum'

Gioco Del PonteArno, via d'acqua importantissima per galee, imbarcazioni da trasporto o diporto e, fino alla metà del secolo passato, navicelli, è stato ed è anche scena di feste e gare remiere, oggi dette comunemente regate (con voce nota già nei secc. XIII-XIV a Venezia, Genova e Messina, da regatare < recaptare 'richiappare') ma a Pisa indicate piuttosto, dal Trecento in poi, come palio, corso o corsa.

Al tempo di Dante, nel 1292, i Fiorentini attaccarono Pisa e, dato il guasto alle campagne, "per la festa di San Giovanni feciono correre il palio [di cavalli] presso alle porte di Pisa", come racconta Giovanni Villani e mostrano le illustrazioni della sua Cronaca (Bibl. Ap. Vaticana, ms. Chigiano L VIII 296, c. 152r). L'attacco fu respinto, grazie alla prodezza e all'astuzia del conte Guido da Montefeltro, e la città poté a sua volta festeggiare, il 15 di Agosto, nella ricorrenza dell'Assunzione di Maria Vergine sua patrona. Così narra, nelle sue Memorie istoriche della città di Pisa (Livorno, Bonfigli, 1682), lo storiografo e cultore di cose pisane Paolo Tronci che, appunto all'anno 1292, offre una vivida rappresentazione di quella festa con sontuosi addobbi del Duomo e della Torre, processioni, illuminazioni, palii di terra e, appunto, palii d'acqua. Tutti o almeno parte dei documenti due-trecenteschi noti al Tronci furono pubblicati da Pietro Vigo nell'opuscolo Una festa popolare a Pisa nel Medio Evo (Pisa, Mariotti, 1888); abbiamo ad es. un documento dell'Agosto 1323 relativo a pagamenti "pro pretio palii vellosi et fregiorum ibi adplicatorum [...] per homines cum equis (170 lire) [...]; pro pretio duorum paliorum de sirico et auro [...] que curri fecerunt unum per aquam et alium per terra more solito (40 lire)".

LuminaraUn altro documento dell'epoca attesta un pagamento fatto da "Feo Gualfrei tabernario pro pretio unius bovis, unius montonis et unius porci, unius papari et unius galli quos curri fecerunt [che misero in palio] die festivitatis cum vachettis per Arnum more solito sine cabella (libras viginti octo et soldos quatuordecim denariorum pisanorum)".

Questa seconda notizia indica il tipo di imbarcazione impiegato nel palio pisano per Arnum e cioè la vacchetta, termine attestato in fonti latine duecentesche e, ad es., nella Cronaca di Giovanni Villani là dove si racconta di Castruccio Castracani; il Dizionario di Marina della R. Accademia d'Italia (Roma 1937) spiega il termine come 'piccolo bastimento da guerra da 20 remi' ma riporta anche un documento latino secondo cui le vacchette potevano essere a otto remi, e dunque di dimensione non molto superiore a quella delle imbarcazioni che ancora oggi corrono in Arno: "Vaceta [...] debet habere remos octo [...], quorum remorum quatuor debent bogare ad duos bancos et de reliquis quatuor quilibet debet remare per se".

Un'altra informazione importante riguarda i premi per le imbarcazioni in gara, cioè, oltre al palio vero e proprio ossia un drappo prezioso (lat. pallium), animali di grossa taglia per le imbarcazioni migliori e di piccola taglia per quelle perdenti; in base a questi o ad analoghi documenti lo stesso Paolo Tronci conferma che "per acqua si correva in Arno con galeotte e brigantini e quello che prima arrivava alla meta guadagnava un toro covertato di scarlatto, con scudi cinquanta; il secondo drappo di seta di valuta di trenta fiorini d'oro; il terzo aveva [...] per scherzo un paio d'oche et una resta d'agli (op. cit., p. 270)".

Una processioneLa tradizione di questo beffardo premio è rimasta viva sino ad oggi: nel palio che si corre non più per l'Assunta ma per S. Ranieri con quattro barche, una per ognuno dei quartieri pisani (S. Maria, S. Francesco, S. Martino, S. Antonio), all'ultima arrivata tocca un paio di paperi, che i perdenti debbono rincorrere in acqua essendo stati evidentemente indegni di gareggiare con agguerrite imbarcazioni.

Se sotto questo profilo la moderna regata di S. Ranieri continua quella medievale, in molti particolari segue le regole fissate nel secolo XVII per il palio dell'Assunta. Già "nelle Riforme della città di Pisa della seconda metà del Cinquecento, [ove] non si nomina mai il Gioco del Ponte [...], viene sancito il carattere tradizionale di un'altra ricorrenza [...], quella di Santa Maria Mezzo Agosto [...] che consisteva in palî per acqua e per terra, cortei, processioni, offerte di candele [ma doveva adattarsi] alla "povertà del Comune" cui fanno esplicito riferimento le Riforme (I. Aliverti, in Il gioco del ponte di Pisa. Memorie e ricordi di una città, Firenze, Vallecchi, 1980; cfr. Archivio di Stato di Pisa = ASPi, Comune D, 1 e 2, specie c. 172)".

Queste difficoltà economiche dovettero a un certo punto interrompere la tradizione dei palii dell'Assunta, che fu ripristinata solo grazie a un lascito privato. Il cittadino pisano Antonio Bartaloni Seppia, o Antonio Del Seppia Bortoloni, morto nel 1631, dispose infatti nel suo testamento (notaio Lionardo di Bernardino Lacca, 5 dicembre 1631 pis. ossia 1630) una dotazione finanziaria perché si potesse "correre annualmente in Pisa un palio del valore di scudi cinquanta, o nel giorno della vigilia dell'Assunta della Beata Vergine di Mezzo Agosto o nel giorno stesso dell'Assunta, per terra per la via Santa Maria o per Arno con le fregate (sottolineato nel testo: ASPi, Comune D, 90, c. 18)".

Corsa barchetteLa scelta precisa del giorno e delle modalità era delegata ai Priori di Pisa che però non poterono subito dar corso al mandato, a causa dello scoppio di una pestilenza. Finalmente, a dì 20 luglio 1634, i Priori della Magnifica comunità di Pisa, coadunati ossia riuniti insieme coi Collegi, i Sei Buoni Homini e i Proveditori e Sindici, deliberarono, su proposta del Proposto messa ai voti e approvata,

"- che il palio si deva correre il dì 15 Agosto festa della Santissima Assunta avvocata della città, et detto palio si deva correre alle ventidue ore [...]
- che la qualità del palio deva essere tanto damasco rosso crimisi che capisca la valuta di scudi cinquanta, insieme con due arme, una della Comunità, l'altra del signor Antonio Bartaloni Seppia testatore, da affigersi et attaccarsi annualmente al detto palio et damasco [...]
- che il suddetto palio si deva correre per Arno con le fregate (ibidem, c. 19)".

Sulle modalità della gara vi fu però discussione e la proposta alfine formulata e messa ai voti fu bocciata: "doppo molti discorsi, fu proposto che le fregate [...] devino pigliare il corso dal Ponte alla Fortezza et quivi stare dentro a quelli termini che dalli S.ri Priori [...] sarà ordinato, et a un tiro di maschio ['mortaretto'] di quivi partirsi et correre alla volta d'una antenna ritta da quattro o più venti ['tiranti'] dirimpetto alla statua del Serenissimo Gran Duca Ferdinando, da ponersi detta antenna in Arno o sopra una chiatta o altro, et chi de' corritori leverà il palio che sarà posto in cima della detta antenna, et haverà osservato quanto nel Corso si contiene, allhora s'intenda detto havere vinto et acquistato il detto palio, et misso il partito per deliberarsi, la suddetta proposta ottenne fave 11 nere, 9 bianche in contrario, et non fu vinto (ibidem, c. 19)".

ArnoLa seduta fu aggiornata e i Priori, nella riunione del 24 luglio successivo, accolsero quanto "dal Signor Proposto, sentito il parere delli suddetti coadunati, esposto et proposto", cioè "che tutte le fregate, et di qualsivoglia loco o stato, venissero per correre al detto palio, devino comparire adornate nel miglior modo possibile et rappresentarsi almeno il giorno innanti al detto corso avanti li SS.ri Priori acciò, da loro Signorie conosciuto le fregate che vorranno correre e loro qualità, possino essere ammesse al detto corso e palio o ributtate, et consequentemente rimborsate le ammesse et per mano de' SS.ri Priori estratte, acciocché nel luogo della levata al Ponte a Mare non nasca confusione, ma ciascheduna delle fregate habbia et pigli il luogo ordinatamente secundo la sua estrazione; et si deva piantare una antenna in Arno, o sopra una chiatta in Arno o altro, ritta da quattro o sei venti ['tiranti'] dirimpetto alla casa dell'habitazione del quondam signor Antonio Bartoloni Seppia, sopra la quale antenna et nella sommità di essa si ci ponga una banderola o fiamma; et che il palio si deva esponere il giorno del corso in sul Ponte Vecchio, sopra l'antenna o sbarra solita servirsi al Gioco del Ponte, et quivi starvi fine alla fine del palio; et venuto l'hora di correre il palio devino le fregate che saranno state ammesse al detto palio (ricevuto prima l'ordine da' SS.ri Priori o da chi per lor Signorie fussi deputato) partirsi dal loco dell'antenna dirimpetto alla casa del suddetto quondam signor Bartaloni et andare alla volta del Ponte a Mare, et questo non per vincersi o perdersi il palio da esse, ma per bel vedere et gusto della Città; et arrivate al Ponte a Mare, ciascheduna delle fregate si fermi et pigli il loco che gli sarà tocco nell'estrazione, nel qual luogo devino le dette fregate stare dentro a quelli termini, che da' SS.ri Priori di quelli tempi [...] sarà ordinato et da quivi non si partino fine a che non sentiranno il cenno della partenza ad un tiro di maschio ['mortaretto'], che sarà ordinato da' SS.ri Priori o da chi per lor Signorie fussino deputati; al qual cenno, et non prima, devino et possino le fregate pigliare il corso contro all'acqua alla volta dell'antenna piantata dirimpetto alla casa del detto signor Antonio Bartaloni come sopra, et il primo che salendo piglierà dalla sommità della detta antenna l'apposta banderola o fiamma, s'intenda habbia acquistato et vinto il suddetto palio, et deva rappresentarsi avanti li SS.ri Priori, et in mano del Proposto consegnerà la banderola in segno della vittoria, ad effetto che di poi dalli SS.ri Priori gli sia consegnato il palio, mentre ['purché'] da esso e sua fregata sarà stato osservato quanto sopra et ogni altra cosa che da' Ss.ri Priori fussi deliberata (ibidem, c. 21)".

Arno e barcheL'imbarcazione impiegata in questo palio è la fregata (con sottolineatura nel testo a indicare il carattere tradizionale del termine) ossia, secondo il signficato comune fino al sec. XVI, una lancia o 'palischermo più piccolo della feluca, senza coperta [...] guidato da otto o dieci uomini, velocissimo' (Dizionario di Marina cit., s. v.). Da altri documenti, studiati da Alfredo Segrè nell'opuscolo Una festa tradizionale in Pisa nei secoli XVII-XVIII (Pisa, Mariotti, 1902), sappiamo che le fregate, in numero variabile di quattro, cinque o sei (come suggerisce anche il numero dei venti), "avevano quattordici remi ed anche dieci ed appartenevano a quelli stessi che correvano il palio" (op. cit., p. 8). Le barche erano identificate con nomi indicanti il colore (gialla, verde, rossa ecc., come ancora oggi), lo stemma a esse associato (delfina, dragona) o l'appartenenza territoriale (fregata di San Michele, s'intende degli Scalzi, o anche di Calcinaia, di Pontedera, di Livorno, data la possibile presenza anche di equipaggi di tali aree). L'inizio della corsa era segnato da un tiro di maschio ossia dal lancio di un mortaretto; bocciata la proposta di correre con corrente a favore, dal Ponte alla Fortezza all'attuale piazza Carrara, la gara si disputava contro corrente dal Ponte a Mare fino, almeno nelle prime edizioni, alla casa del fu Bartoloni Seppia grazie al quale la tradizione era ripresa. La mèta era costituita da una chiatta con un'antenna tenuta ritta da quattro o sei tiranti detti venti, che servivano anche per la seconda fase della gara; come infatti si fa tuttoggi, quando le barche giungono alla chiatta, uno dei membri dell'equipaggio, a tal fine allenato, deve salire lungo il canapo per pigliare la banderuola o fiamma ('lunga banderuola a forma di triangolo isoscele') alla sommità dell'antenna; l'ordine di arrivo della gara remiera può così essere sovvertito dall'abilità dei montatori, e si capisce che, oltre alle irregolarità possibili nella regata, capitasse pure che "quando il montatore era sull'antenna, gli altri di sotto lo tiravano per i piedi, tentando di precipitarlo in Arno" (Segrè, op. cit., p. 13).

Dopo la ripresa seicentesca la gara, nelle forme allora definite, è dunque continuata fino a oggi, conoscendo edizioni particolarmente significative, come documenta Segrè. Ad esempio nel 1790, quando Pietro Leopoldo fu nominato imperatore, fu corso un palio col premio di 60 braccia di damasco offerto dalla Nazione Ebrea di Pisa; un grande palio si corse anche il 12 agosto 1808, giorno di S. Napoleone e dunque onomastico "di Sua Maestà il Re, imperatore dei Francesi, re d'Italia, protettore della Confederazione del Reno". Durante i palii per Arnum dunque si è talora respirata quell'aria internazionale che sentiamo in questi giorni, grazie alla presenza degli equipaggi universitari non solo di Pisa e Pavia ma anche di Cambridge e Aachen.

Fabrizio Franceschini
docente di Linguistica italiana

Mercoledì, 16 Maggio 2012 15:16

L'Arno, un teatro per la città

Festa MediceaBen nota è la diversità della forma urbana di Pisa dall’odierna nel corso della storia più antica, prima cioè che si fissasse quella fisionomia di città sul fiume così caratteristica da connotarne indelebilmente l’identità, con l'Arno che la divide – è vero – nelle due grandi ripartizioni di Mezzogiorno e Tramontana, contrapposte in occasione del Gioco del Ponte, ma per il resto unisce intimamente le due sponde con il grande anello dei Lungarni e i suoi ponti. La Pisa etrusca invece e la Pisa romana, come la Pisa altomedievale, non si sviluppavano sulle due rive: si affacciavano sì sull'Arno, che ne costituiva il confine, il limite meridionale, ma anche sull'Auser, il fiume proveniente dalla Lucchesia che, attraverso la stretta di Ripafratta, si dirigeva verso Pisa per lambirne il lato settentrionale. Erano, insomma, città tra due fiumi.

Arno PienaÈ all’indomani dell’anno Mille che il baricentro dell’insediamento si spostò decisamente verso l’Arno e, mentre sulla riva sinistra decollava lo sviluppo dell’abitato intorno a S. Cristina, elemento generatore del futuro quartiere di Chinzica, si affermò il 'primato' dell’Arno. Da allora l'Arno è divenuto una presenza costante per i Pisani, ed elemento di riferimento insostituibile della vita quotidiana è il rimando spaziale al 'di qua d'Arno' e al 'di là d'Arno'; e all'Arno sono legate le principali manifestazioni di festa cittadine, a cominciare dalla Luminaria in onore del patrono S. Ranieri, ma anche le grandi paure collettive, come quando si fa sentire la minaccia del fiume in piena. All’Arno, infine, è affidato lo sviluppo futuro della vocazione turistica di Pisa con il grande progetto dell’asse museale dei Lungarni, perseguito dall’Amministrazione comunale in questi ultimi anni. E in questi giorni l’Arno è ancora una volta protagonista, ospitando la 50a edizione della Regata Universitaria Pisa-Pavia.

Principale direttrice di collegamento fluviale con l’entroterra, l’Arno rappresentava lo sbocco al mare della città; e nel suo tratto urbano, sino alla foce, non dovette tardare a trasformarsi in una sorta di percorso trionfale ove si celebrarono i successi riportati sui Musulmani nella difesa delle coste del Tirreno e del Mediterraneo occidentale.

Porta AureaCiò accadde in occasione della vittoriosa spedizione dei Pisani contro i Saraceni delle Baleari nel 1113-1115. Se il Liber Maiorichinus – il poema in cui un testimone oculare, prete Enrico canonico della cattedrale pisana e pievano di Calci, restituì in esametri dattilici d’ispirazione virgiliana il racconto veritiero dei fatti – racconta i preparativi per allestire la grande flotta che avrebbe preso il mare il 6 agosto 1113, ai versi di un’epigrafe fu affidato il compito di celebrare il ritorno trionfale degli eroi di Maiorca, reduci da due lunghi anni d’assedio. A fissare per sempre la memoria della grande impresa compiuta fu la Porta Aurea, affacciata sull’Arno nel lato meridionale della cinta urbana precomunale, che immetteva nel cuore della civitas quanti provenivano dal mare. La testimonianza è racchiusa nei distici dell’iscrizione apposta sopra la porta (e oggi murata sulla facciata della chiesa di S. Maria dei Galletti), vero e proprio arco di trionfo per i vincitori che risalendo il fiume facevano ritorno in patria, che si presentava così, quasi rivolgendosi ad un ipotetico passante in procinto di varcarla: «Questa porta è chiamata Aura perché ne è riservato l’accesso ai cittadini che si sono distinti: così vuole l’onore dovuto alle nobili imprese», per proseguire poi definendo Pisa «onore dell’Impero» a motivo della missione svolta – al pari dell’antica Roma – per imporre ai malvagi il rispetto delle regole della convivenza tra i popoli.

Possiamo solo immaginare i cittadini accorsi sulle sponde del fiume per accogliere le galee parate a festa, che riportavano in patria i vincitori, mentre i caduti erano stati seppelliti nel monastero di S. Vittore di Marsiglia «affinché il lutto non turbasse la gioia [ne turbet gaudia luctus]», come recitano i versi scolpiti che ancora si conservano laggiù.

San PierinoC’è però un altro episodio che, più esplicitamente, mostra questa folla festante assieparsi lungo l’Arno per assistere ad una sorta di parata. È la partenza dell’arcivescovo Federico Visconti per la visita pastorale in Sardegna, effettuata nella Settimana Santa del 1263 con l’intento di ribadire i diritti di primazia e legazia della Chiesa pisana sull’isola, restituita dal puntuale resoconto del viaggio. La delicatezza della missione dà ragione del grande impegno del Comune nei preparativi per la partenza, con l’allestimento di una galea che recava le insegne rosse della città, oltre alla mitra e al pastorale, e armata con cento uomini reclutati tra Piombino, Vada e Livorno. Un folto e qualificato seguito accompagnava il presule: quindici chierici (tra i quali due canonici, i titolari di alcune tra le più importanti chiese della città e del territorio, tre cantores) e trentacinque laici, personaggi d’alto rango ivi inclusi due ambasciatori del Comune di Pisa. E il racconto della partenza offre un’idea precisa dell’innesto tra navigazione fluviale e marittima, che avveniva a valle della città. Il viaggio prese avvio il 23 marzo, Venerdì delle Palme, «circa mactutinum» da S. Pietro in Vincoli, la chiesa in posizione centrale nell’arco del lungarno ove Federico risiedeva [dia 8]. Con lui, su imbarcazioni utilizzate per la navigazione interna («barcas»), salpò una parte del seguito, dirigendosi a S. Rossore dove fu celebrata una messa «pro navigantibus christianis». Qui li aspettava la galea dell’arcivescovo pronta a prendere il largo: ad accompagnarla lungo le rive, «usque ad litus maris», un corteo di canonici, prelati e chierici e molti altri laici a cavallo che la seguivano con lacrime e singhiozzi.

Arno ghiacciatoUn’ultima testimonianza medievale che pone l’Arno al centro di festeggiamenti cittadini è offerta dalla cronaca anonima, scritta in volgare pisano e databile ai primissimi anni del XV secolo, recentemente pubblicata da Cecilia Iannella. Nell’inverno del 1355, mentre alla vigilia dell’incoronazione imperiale [5 aprile] Carlo di Boemia soggiornava a Pisa, si registrò un evento assolutamente non comune: «E del mese di giennaio a la ’ntrata ghiacciò Arno tutto che lle persone v’andavano suso chome per le vie e per tutto, e févisi suso li fuochi, e giocovisi a le braccia e a massaschudo [...]. E ognuno diciea: “Questo tenpo non è senssa grande chagione, questa è cosa fatturata divina ed è fuor di natura”, parea a ognuno fusse uno grande segno che llo ditto inperadore dovessi fare ogni bene» [Iannella, pp. 159-160], quasi a dire che a Pisa stava riaffiorando, inattesa e singolare, l’antica concezione del ‘re taumaturgo’, la cui venuta era annunciata da fenomeni atmosferici eccezionali [Pailer, pp. 10-11, 38-39].

Gabriella Garzella
docente di Storia medievale

Mercoledì, 16 Maggio 2012 14:49

Un teatro per la città

Conferenza ArnoL'Arno come fonte di vita, ma anche come spazio destinato al divertimento. L'Arno come teatro per la città di Pisa, che nei secoli ha fatto da sfondo a sfide e palii, parate e spettacoli. Questo tratto inedito del fiume pisano è stato ricostruito dai professori Gabriella Garzella e Fabrizio Franceschini, in un seminario che si è tenuto mercoledì 16 maggio, nella sala degli Arazzi di Palazzo Reale.

L'incontro, organizzato dalla Società storica pisana, fa parte del programma di avvicinamento alla Regata storica Pisa-Pavia, che quest'anno celebra la sua cinquantesima edizione. Sabato 19 maggio, a partire dalle ore 18 allo Scalo De' Renaioli di Lungarno Galilei, si sfideranno prima gli equipaggi universitari di Pisa e Pavia per il Trofeo "Curtatone e Montanara" e poi quelli internazionali delle università di Cambridge e Aachen. I vincenti delle due gare si affronteranno successivamente con in palio il trofeo "In supremae dignitatis".

Pubblichiamo di seguito una sintesi delle relazioni dei professori Gabriella Garzella e Fabrizio Franceschini.

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garzellaL'Arno, un teatro per la città

di Gabriella Garzella 

Ben nota è la diversità della forma urbana di Pisa dall’odierna nel corso della storia più antica, prima cioè che si fissasse quella fisionomia di città sul fiume così caratteristica da connotarne indelebilmente l’identità, con l'Arno che la divide – è vero – nelle due grandi ripartizioni di Mezzogiorno e Tramontana, contrapposte in occasione del Gioco del Ponte, ma per il resto unisce intimamente le due sponde con il grande anello dei Lungarni e i suoi ponti. La Pisa etrusca invece e la Pisa romana, come la Pisa altomedievale, non si sviluppavano sulle due rive: si affacciavano sì sull'Arno, che ne costituiva il confine, il limite meridionale, ma anche sull'Auser, il fiume proveniente dalla Lucchesia che, attraverso la stretta di Ripafratta, si dirigeva verso Pisa per lambirne il lato settentrionale. Erano, insomma, città tra due fiumi.

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franceschiniIl palio 'per Arnum'

di Fabrizio Franceschini

Arno, via d'acqua importantissima per galee, imbarcazioni da trasporto o diporto e, fino alla metà del secolo passato, navicelli, è stato ed è anche scena di feste e gare remiere, oggi dette comunemente regate (con voce nota già nei secc. XIII-XIV a Venezia, Genova e Messina, da regatare < recaptare 'richiappare') ma a Pisa indicate piuttosto, dal Trecento in poi, come paliocorso o corsa. Al tempo di Dante, nel 1292, i Fiorentini attaccarono Pisa e, dato il guasto alle campagne, "per la festa di San Giovanni feciono correre il palio [di cavalli] presso alle porte di Pisa", come racconta Giovanni Villani e mostrano le illustrazioni della sua Cronaca

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Mercoledì, 16 Maggio 2012 10:09

La Notte dei Musei dell’Università di Pisa

Antonio Possenti "Di corsa"

In occasione dell'VIII edizione della Notte dei Musei, promossa sabato 19 maggio dalla Regione Toscana nell'ambito degli appuntamenti di Amico Museo, l'Università di Pisa promuove gratuitamente una serie di iniziative che permetteranno al pubblico di visitare in orario serale alcune delle esposizioni conservate nelle sue strutture.

Serata all'insegna dell'arte al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi che presenterà al pubblico l'opera "Di corsa", grande tavola sagomata realizzata a matita e collage dall'artista Antonio Possenti e recentemente donata all'Università di Pisa. Insieme a "Di corsa" saranno esposti nelle sale museali del primo piano venti disegni a tecnica mista eseguiti dall'artista appositamente per questa occasione. L'inaugurazione avrà luogo alle ore 18 ed è previsto un incontro con il maestro. La mostra, allestita con la collaborazione della Fondazione Cerratelli, rimarrà aperta fino al 3 giugno.

Dopo il successo di visite dell'anno scorso, il Museo di Storia naturale e del territorio di Calci propone dalle 21.00 alle 24.00 una serata alla scoperta dei suoi settori espositivi: Acquari, Minerali, Preistoria del Monte Pisano, Dinosauri della Patagonia, Evoluzione dei Monti Pisani, Galleria Storica; Rettili, Mammiferi, Cetacei, Vertebrati, Vulcani e Protisti. Per tutto l'orario di apertura i visitatori troveranno all'interno delle varie unità espositive gli esperti scientifici del museo che risponderanno alle domande e alle curiosità sulla storia delle esposizioni e sulle straordinarie collezioni.

AmenofiDalle 21.00 alle 24.00 il Museo degli Strumenti per il Calcolo propone un'apertura straordinaria della mostra "La CEP prima della CEP". Oltre alla visita alla mostra a tutti i curiosi saranno offerti seminari, dimostrazioni e laboratori. Le visite guidate partiranno alle ore 21.30 e alle ore 23.00.

Anche le Collezioni Egittologiche dell'Università di Pisa saranno aperte in orario serale dalle 21.00 alle 23.00, con visite guidate alle due sale del museo situato in via San Frediano 12.

Ne hanno parlato:
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it

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