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Mercoledì, 11 Gennaio 2023 16:51

Bando per collaborazioni part-time U.S.I.D

Graduatoria

La Direzione Servizi per la didattica e gli studenti procederà all’attribuzione degli incarichi rispettando l’ordine di graduatoria e i seguenti criteri stabiliti da bando.

Si ricorda che:

  1. la collaborazione può iniziare anche dopo il conseguimento del titolo;
  2. la collaborazione deve terminare entro il 30 aprile 2024, salvo diverse esigenze dell’Ufficio USID;
  3. la sottoscrizione del contratto di collaborazione dovrà essere effettuata presso l’Ufficio USID.

 

 

Per partecipare alla selezione è necessario iscriversi attraverso il portale Alice entro il 3 febbraio 2023 ore 12,00.

Bando

La Direzione Servizi per la didattica e gli studenti procederà all’attribuzione degli incarichi rispettando l’ordine di graduatoria e i seguenti criteri:
a) attività di cui al punto 1: verranno convocati singolarmente, sulla base dell’ordine della graduatoria, gli studenti iscritti ad un corso di laurea afferente al medesimo dipartimento dello studente disabile per il quale si intende attribuire l’incarico, per un colloquio teso a verificare la motivazione e la disponibilità a svolgere il servizio richiesto. Nel caso in cui lo studente, in base al colloquio svolto, non risulti idoneo o non sia disponibile, rimane comunque in graduatoria e potrà essere richiamato per ulteriori incarichi.
b) attività di cui al punto 2: saranno assegnati esclusivamente sulla base dell’ordine di graduatoria. Nel caso di mancata accettazione dell’incarico proposto lo studente sarà depennato dalla graduatoria.

Si ricorda che:
1. la collaborazione può iniziare anche dopo il conseguimento del titolo;
2. la collaborazione deve terminare entro il 30 aprile 2024, salvo diverse esigenze dell’Ufficio USID;
3. la sottoscrizione del contratto di collaborazione dovrà essere effettuata presso l’Ufficio USID. 

 

Informazioni a cura di:
Direzione Servizi per la Didattica e gli Studenti
largo Bruno Pontecorvo n. 3 - Pisa
 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

È di un laureato dell’Università di Pisa la tesi che che si è aggiudicata il secondo posto alla prima edizione del premio “David Sassoli” promosso dal Consiglio regionale della Toscana in memoria dell’ex presidente del Parlamento Europeo deceduto l’11 gennaio 2022. Si tratta di Filippo Bordoni, laureato in Giurisprudenza nell’Ateneo pisano nel 2021, premiato per la sua tesi dal titolo 'Management attraverso algoritmi e problemi di privacy: un approccio europeo’ discussa con il professor Oronzo Mazzotta. Nella sua tesi, Bordone si è occupato di un problema attinente al diritto del lavoro, ossia dell’impatto degli algoritmi per la gestione dei lavoratori sul diritto alla privacy. Nato a Pavia nel 1997, Filippo Bordoni è stato allievo della Scuola Superiore Sant’Anna ed è attualmente dottorando in Scienze giuridiche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

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Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e il presidente della commissione Europa Francesco Gazzetti. Presenti i membri della commissione esaminatrice del premio: i professori Jacopo Cellini dell’Istituto Universitario Europeo, Benedetta Baldi dell’Università degli studi di Firenze, Edoardo Bressanelli della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e Massimiliano Montini dell’Università degli studi di Siena. Alla premiazione era presente anche il professor Marco Macchia, delegato per i rapporti con il territorio dell’Università di Pisa.

Il premio è stato istituito per ricordare il pensiero e l’azione di Sassoli attraverso le miglior tesi di laurea su temi riguardanti l’Europa discusse negli atenei toscani. La prima classificata al premio è stata Alice Campolmi, laureata all’Università di Firenze, mentre al terzo posto si è classificata Mira Manini Tiwari, laureata a Siena. Il contributo di diecimila euro messo in palio dal premio è così distribuito: al primo premio sono assegnati cinquemila euro, al secondo tremila e al terzo duemila.

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La giuria ha premiato Filippo Bordoni con la seguente motivazione: "La tesi affronta un importante ambito della legislazione italiana e europea relativo all’impatto degli algoritmi sul diritto alla privacy dei cittadini per quanto riguarda il mondo del lavoro e la possibilità che le nuove tecnologie possano ridurre i diritti di riservatezza e la libertà del lavoratore. Il focus è sull’Italia ma è ben inquadrato in chiave europea, con stretta attinenza alle tematiche del bando e affronta una questione di grande rilievo come, appunto, l’impatto delle politiche UE nella vita quotidiana dei cittadini dell’Unione, esplorando le finalità e l’applicazione del Regolamento della Commissione europea, con l’istituzione del GDPR. La tesi, pur breve, è comunque molto ben organizzata e scritta e tratta in maniera chiara e interessante una tematica europea di fondamentale importanza”.

È scomparso negli scorsi giorni il dottor Giorgio Coluccini, già direttore amministrativo dell’Università di Pisa tra il 1989 e il 1998.

Nato a Pietrasanta nel gennaio del 1933, il dottor Coluccini ha iniziato a prestare servizio nell’amministrazione universitaria dal 1955 nella carriera direttiva del personale di ragioneria. Dal 1975 è stato in servizio all’Università di Pisa, con funzioni di responsabilità nell’ambito dei settori economici, patrimoniali, finanziari e contabili. Nel 1985 è stato nominato dirigente, con la funzione di direttore amministrativo vicario.

Il 1° settembre 1989 ha assunto l’incarico di direttore amministrativo dell’Ateneo pisano, che ha tenuto fino al 1° febbraio 1998, anno del suo pensionamento.

Sono 84 gli iscritti alla dodicesima edizione del corso di alta formazione in "Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti" che si terrà a Pisa dal 16 gennaio al 3 febbraio. Il corso, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, durerà tre settimane. Dopo due edizioni svolte “a distanza”, il percorso formativo torna ad assumere i tratti tradizionali sia per durata che per modalità di erogazione, tornando ad essere svolto in presenza.

I partecipanti provengono dall’Europa (Italia e Spagna) e, in larghissima misura, da Paesi dell’America Latina; i quasi cento docenti che si alterneranno sono italiani, spagnoli, centro e sudamericani. Oltre ai seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il corso vedrà affrontare casi pratici connessi all’attualità costituzionale, attraverso l’analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All’interno del corso sono programmate conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Luigi Ferrajoli, Eduardo Ferrer-Mac Gregor, Lucio Pegoraro e Gustavo Zagrebelsky.

Per approfondire: https://cafdirittifondamentali.jus.unipi.it.

Da rifiuto a risorsa. La lignina, principale prodotto di scarto dell’industria cartiera, potrebbe presto essere alla base di una piccola, ma significativa rivoluzione “green” nell’elettronica. Uno studio internazionale, guidato dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e recentemente pubblicato sulla rivista scientifica “Advanced Sustainable Systems”, ha infatti dimostrato un suo possibile impiego nella produzione dei transistor integrati in dispostivi leggeri, flessibili e trasportabili, come i nostri tablet e cellulari.

Ecologica, economica e sostenibile, questa nuova tipologia di transistor permetterebbe di non sprecare più le circa 80 milioni di tonnellate di lignina prodotte ogni anno e, attualmente, destinate ad essere bruciate in bioraffinerie con scarso rendimento. Un uso veramente poco dignitoso per uno dei biopolimeri più abbondanti sulla Terra, prodotto dalle piante.

Da domani, invece, grazie a quella che è la prima ricerca scientifica in cui la lignina viene applicata come materiale attivo in un transistor, si potrà pensare ad una sua applicazione nell’elettronica del futuro. Senza che questo, peraltro, comporti modifiche agli attuali processi produttivi.

“L’uso della lignina permette non solo di abbattere i costi di produzione, ma anche di ottenere dispositivi più sostenibili e meno impattanti per l’ambiente – spiega la professoressa Alessandra Operamolla dell’Università di Pisa, responsabile del progetto – Al momento, però, non ci sono reali usi di massa per questo polimero anche se il mondo della ricerca sta cercando di valorizzarla come fonte di materie prime. Fino ad oggi, però, i ricercatori si sono concentrati principalmente su un suo possibile utilizzo nella produzione di sostanze chimiche, di resine e di altri materiali potenzialmente utili per sostituire le plastiche derivanti dal petrolio. Il suo impiego nella produzione di transistor potrebbe essere, invece, la prima soluzione concreta ad uno spreco di risorse non più accettabile”.

Dallo studio approfondito che il gruppo di ricercatori - composto da chimici organici e analitici e da fisici dell’Università di Pisa, della Johannes Kepler Universität di Linz e dell’Università degli Studi di Bari - ha condotto sulla struttura del polimero e sulle sue prestazioni all’interno del dispositivo, è emersa, peraltro, una relazione tra il processo di produzione della lignina e le sue performance. Tanto che, adesso, i ricercatori sono al lavoro proprio per definire dei processi di estrazione che permettano di ottenere lignina di più alta qualità, rendendo così maggiormente sostenibili, da un punto di vista ambientale, anche i processi di produzione della polpa di cellulosa da cui viene fabbricata la carta.

Fanno parte del gruppo di ricerca: la dottoressa Rosarita D’Orsi e le professoresse Jeannette J. Lucejko e Alessandra Operamolla del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa; Cristian Vlad Irimia, Bilge Kahraman, i dottori Yasin Kanbur, Cigdem Yumusak e Mateusz Bednorz e il professor Mihai Irimia-Vladu dalla Johannes Kepler Universität (Austria) e il Prof. Francesco Babudri del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari.

corso giustizia homeSono 84 gli iscritti alla dodicesima edizione del corso di alta formazione in "Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti" che si terrà a Pisa dal 16 gennaio al 3 febbraio. Il corso, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, durerà tre settimane.

Dopo due edizioni svolte “a distanza”, il CAF torna ad assumere i tratti tradizionali sia per durata che per modalità di erogazione, tornando ad essere svolto in presenza. I partecipanti provengono dall’Europa (Italia e Spagna) e, in larghissima misura, da Paesi dell’America Latina; i quasi 100 docenti che si alterneranno sono italiani, spagnoli, centro e sudamericani.

Oltre ai seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il corso vedrà affrontare casi pratici connessi all’attualità costituzionale, attraverso l’analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All’interno del corso sono programmate conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Luigi Ferrajoli, Eduardo Ferrer-Mac Gregor, Lucio Pegoraro e Gustavo Zagrebelsky.

Per approfondire: https://cafdirittifondamentali.jus.unipi.it.

L'associazione Sinistra per... Scienze presenta la brochure "Miniguida alla sessione", una guida tascabile rivolta alla comunità studentesca con l'obiettivo di illustrare i principali diritti in sede d'esame normati dal Regolamento didattico d'Ateneo.

Vi si trovano quindi informazioni utili sulla sessione d'esami e le modalità di svolgimento e fruizione degli appelli, in modo da creare maggiore consapevolezza della comunità studentesca verso i propri diritti.

La distribuzione della pubblicazione comincerà il 16 gennaio. Si tratta di un'attività autogestita svolta con il contributo finanziario dell'Università di Pisa.

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Da rifiuto a risorsa. La lignina, principale prodotto di scarto dell’industria cartiera, potrebbe presto essere alla base di una piccola, ma significativa rivoluzione “green” nell’elettronica. Uno studio internazionale, guidato dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e recentemente pubblicato sulla rivista scientifica “Advanced Sustainable Systems”, ha infatti dimostrato un suo possibile impiego nella produzione dei transistor integrati in dispostivi leggeri, flessibili e trasportabili, come i nostri tablet e cellulari.

Ecologica, economica e sostenibile, questa nuova tipologia di transistor permetterebbe di non sprecare più le circa 80 milioni di tonnellate di lignina prodotte ogni anno e, attualmente, destinate ad essere bruciate in bioraffinerie con scarso rendimento. Un uso veramente poco dignitoso per uno dei biopolimeri più abbondanti sulla Terra, prodotto dalle piante.

 

transistor lignina interno

 

Da domani, invece, grazie a quella che è la prima ricerca scientifica in cui la lignina viene applicata come materiale attivo in un transistor, si potrà pensare ad una sua applicazione nell’elettronica del futuro. Senza che questo, peraltro, comporti modifiche agli attuali processi produttivi.

“L’uso della lignina permette non solo di abbattere i costi di produzione, ma anche di ottenere dispositivi più sostenibili e meno impattanti per l’ambiente – spiega la professoressa Alessandra Operamolla dell’Università di Pisa, responsabile del progetto – Al momento, però, non ci sono reali usi di massa per questo polimero anche se il mondo della ricerca sta cercando di valorizzarla come fonte di materie prime. Fino ad oggi, però, i ricercatori si sono concentrati principalmente su un suo possibile utilizzo nella produzione di sostanze chimiche, di resine e di altri materiali potenzialmente utili per sostituire le plastiche derivanti dal petrolio. Il suo impiego nella produzione di transistor potrebbe essere, invece, la prima soluzione concreta ad uno spreco di risorse non più accettabile”.

 

team di lavoro

Da sinistra verso destra: Prof.ssa Jeannette Lucejko, docente di Chimica Analitica presso il DCCI; Dott.ssa Rosarita D’Orsi, Assegnista di ricerca in Chimica Organica presso il DCCI; Dott. Mihai Irimia-Vladu, Professore di Fisica presso la Johannes Kepler Universität di Linz (Austria); Dott.ssa Laura Spagnuolo, dottoranda presso il DCCI; Prof.ssa Alessandra Operamolla, docente di Chimica Organica presso il DCCI

 

Dallo studio approfondito che il gruppo di ricercatori - composto da chimici organici e analitici e da fisici dell’Università di Pisa, della Johannes Kepler Universität di Linz e dell’Università degli Studi di Bari - ha condotto sulla struttura del polimero e sulle sue prestazioni all’interno del dispositivo, è emersa, peraltro, una relazione tra il processo di produzione della lignina e le sue performance. Tanto che, adesso, i ricercatori sono al lavoro proprio per definire dei processi di estrazione che permettano di ottenere lignina di più alta qualità, rendendo così maggiormente sostenibili, da un punto di vista ambientale, anche i processi di produzione della polpa di cellulosa da cui viene fabbricata la carta.

Fanno parte del gruppo di ricerca: la dottoressa Rosarita D’Orsi e le professoresse Jeannette J. Lucejko e Alessandra Operamolla del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa; Cristian Vlad Irimia, Bilge Kahraman, i dottori Yasin Kanbur, Cigdem Yumusak e Mateusz Bednorz e il professor Mihai Irimia-Vladu dalla Johannes Kepler Universität (Austria) e il Prof. Francesco Babudri del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari.

Martedì, 10 Gennaio 2023 12:47

Alla ricerca delle piante aliene con i droni

I droni sono lo strumento ideale per monitorare la presenza di Yucca gloriosa, una pianta aliena originaria del Nord America che minaccia gli ecosistemi costieri del Mediterraneo. La conclusione arriva da uno studio sperimentale del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa appena pubblicato sulla rivista Regional Studies in Marine Science. La ricerca è stata condotta nel 2020 all'interno del Parco Regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli (Parco MSRM), un'area protetta di circa 230 km2 situata nel nord della Toscana, che ospita uno dei sistemi dunali costieri meglio conservati del litorale italiano.

“Abbiamo usato il drone per quantificare la presenza di Yucca gloriosa nella Riserva della Bufalina - spiega la professoressa Daniela Ciccarelli del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa – con i tradizionali metodi di campionamento a terra ci vogliono molto più tempo, persone e soldi. Grazie ai droni invece possiamo scattare immagini ad alta risoluzione con un livello di precisione sotto il centimetro che poi analizziamo con dei software molto semplici, un passo avanti notevole anche rispetto alle ricognizioni aeree dove il livello di dettaglio delle immagini va dai 50 cm al metro”.
 
Il drone si è rivelato uno strumento ideale anche per le caratteristiche morfologiche di Yucca gloriosa, soprattutto a livello fogliare, che la rendono particolarmente riconoscibile. La vegetazione delle dune costiere è infatti un mosaico di diverse comunità vegetali difficile da identificare e valutare. La sperimentazione ha previsto una decina di voli effettuati a un’altitudine di 35 m sul livello del mare tra le 11 e le 13 di giorno, per ridurre al minimo le ombre. Da questo punto di vista è emerso che il periodo migliore per il monitoraggio è la primavera, quando i raggi delle radiazioni del sole sono più perpendicolari.

“La lotta contro la Yucca del Parco è una lotta antica e a metà anni Duemila era stato attivato un progetto europeo per combatterla – dice Ciccarelli – Questa pianta, che ruba spazio al ginepro coccolone, la specie spontanea autoctona, ricresce anche da piccoli frammenti di rizoma, cioè di fusti sotterranei”. 

“La nostra ricognizione – conclude Ciccarelli - ha rivelato la presenza di circa 1800-2200 cespi di Yucca gloriosa corrispondenti a meno dell’1 per cento dell’area studiata, non molto apparentemente, anche se in realtà l’aspetto critico da tenere sotto controllo è la dimensione di questi agglomerati compito che i droni svolgono in maniera del tutto efficace”.

La ricerca pubblicata è partita da una tesi di laurea triennale della dottoressa Elena Cini attualmente studentessa magistrale in tesi con la professoressa Ciccarelli. Oltre all’Ateneo pisano i partner coinvolti sono gli istituti di Fisiologia Clinica, di Bioeconomia e di Scienze Marine del Cnr e l’Universidad del Atlántico della Colombia.




 

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