Selezione Cat.B, presso il Centro "E. Avanzi". Scad. 16/01
Selezione Cat. D presso il Dip. di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica. Scad. 16/01
Auguri di Natale in musica dagli atenei di Circle U.
Auguri di Natale in musica per Circle U., l’alleanza universitaria europea di cui fa parte l’Università di Pisa insieme ad altri otto prestigiosi atenei.
Con la newsletter mensile di dicembre dell’alleanza è stata lanciata la playlist “A Circle U. Christmas” disponibile su Youtube: 19 canzoni in sette lingue selezionate con cura dalle diverse Università tra i classici natalizi del proprio paese.
Si va dal singolo “Wonderful Christmastime” pubblicato nel 1979 dal cantautore rock britannico Paul McCartney al canto tradizionale tedesco “O Tannenbaum”, dal brano danese “Til julebal i Nisseland” tratto dalla colonna sonora del film “Far til vier i byen” (1956) al successo degli anni ’60 del cantante italo-belga Salvatore Adamo “Tombe la neige”, dalla versione francese della canzone per bambini “Petit Papa Noël” a una compilation di brani balcanici registrati dall’artista serba Divna Ljubojević, da “O Helga Natt”, traduzione svedese del classico “Oh Holy Night” del quartetto d’archi tutto al femminile Oslo Strings a Andachtsjodler, canto jodel che ha la sua origine nelle messe di Natale in Austria.
Per l’Italia la scelta è ricaduta su due brani. Il primo è il classico natalizio “Tu scendi dalle stelle” nella versione del tenore Andrea Bocelli, tra i cantanti italiani più noti all’estero e anche tra i più celebri alumni dell’Università di Pisa: nato a Lajatico in provincia di Pisa, Bocelli si è infatti laureato in Giurisprudenza nel nostro Ateneo nel 1986.
La seconda canzone italiana è frutto di una scelta più pop: “A Natale puoi”, jingle creato per la televisione ma diventato presto un classico tra i più amati e famosi delle feste in Italia.
L’Università di Pisa ha aderito a Circle U. da un anno, iniziando da subito una proficua collaborazione con gli altri membri dell’alleanza: Università di Aarhus (Danimarca), Università Humboldt di Berlino (Germania), King’s College di Londra (Regno Unito), Università di Parigi (Francia), Università di Belgrado (Serbia), Università Cattolica di Lovanio (Belgio), Università di Oslo (Norvegia) e Università di Vienna (Austria). Dal suo lancio nel novembre 2020, i partner di Circle U. stanno cooperando per creare entro il 2025 un’università europea inclusiva, interdisciplinare e fortemente orientata alla ricerca.
Per scoprire tutte le iniziative Circle U. consulta la pagina dedicata sul sito d’Ateneo.
Ascolta la playlist sul canale Youtube di Circle U.
Le nuove parole della pandemia
Lockdown, smart working, Long covid, no vax, booster, ma anche termini come covidiot, dall’unione di covid e idiot, o coronababies, cioè i bambini concepiti durante la pandemia, o ancora quarantini, il cocktail casalingo per sbarcare la quarantena. Le nuove parole nate con la pandemia di Covid-19 sono al centro dell’ultimo libro della professoressa Elisa Mattiello (foto) del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, Linguistic Innovation in the Covid-19 Pandemic, pubblicato con la Cambridge Scholars Publishing. Il volume indaga l’influenza della pandemia sulla lingua inglese, fra neologismi e parole già esistenti che hanno assunto nuovi significati. Di fatto un’esplosione di innovazioni lessicali che è diventato un fenomeno globale contaminando anche l’italiano, basti pensare proprio al termine Covid-19, una nuova parola che deriva da un acronimo, Coranavirus disease, cioè malattia, con 19 per l’anno dell’insorgenza.
“L'idea di questo libro nasce dalla constatazione che la pandemia non ha cambiato soltanto le nostre vite, le nostre abitudini, ma anche il nostro linguaggio” – dice Elisa Mattiello.
La professoressa è partita dallo studio di diversi corpora, cioè collezioni di testi orali o scritti relativi al Covid-19 ripresi in particolare da giornali e media, ed ha quindi individuato un centinaio di nuove parole. Di queste circa la metà ha un’alta frequenza d’uso (più di mille attestazioni) e si candida per restare stabilmente nel vocabolario, mentre altre parole, con occorrenze medie o effimere (meno di cento attestazioni) rientrano nei termini occasionali.
“La lingua cambia in molti modi diversi – conclude Mattiello - Si evolve, si espande, ma soprattutto si rinnova, adattandosi alle nuove realtà e circostanze. Storicamente, disastri naturali, guerre e altri eventi importanti hanno dimostrato di avere un impatto enorme sull'innovazione linguistica. La pandemia di Covid-19 non ha fatto eccezione”.
Unità Privacy
L'Unità Privacy dà supporto a tutte le attività attribuite al Responsabile della Protezione Dati dal Regolamento di Ateneo e dalla normativa vigente, in particolare:
- Predisposizione di atti e di note informative per il titolare e per tutti coloro che a vario titolo trattano dati personali all’interno dell’Ateneo
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Il neorettore dell’Università di Pisa ospite del Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno
Si è riunito presso Villa Letizia il Comitato strategico e di indirizzo del Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno con la partecipazione di Gianluca Dini, direttore del Polo, di Francesco Dal Canto in rappresentanza dei Dipartimenti universitari coinvolti, di Nicola Castellano, presidente del Consiglio aggregato dei corsi di studio, di Luciano Guerrieri e di Claudio Capuano, rispettivamente presidente e dirigente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, di Luca Salvetti e di Barbara Bonciani, sindaco e assessore con delega all'università e al porto del Comune di Livorno, e di Luciano Barsotti e Giovanna Colombini, presidente e dirigente della Fondazione Livorno. Ospite d'eccezione il neoeletto rettore dell'Università di Pisa, Riccardo Zucchi, che ha voluto presentarsi personalmente al Comitato per ribadire l’attenzione dell’Ateneo verso il Polo Sistemi Logistici di Livorno, “un esempio - ha detto – di come la didattica e la ricerca universitarie possano mettersi al servizio delle esigenze concrete del territorio, in un dialogo continuo e costruttivo con le istituzioni e le realtà imprenditoriali di riferimento interessate a far crescere e sviluppare l’economia di quell’area”.
La riunione del Comitato è stata l’occasione per tracciare le linee di sviluppo del prossimo anno e approvare il budget di spesa. Il Polo, che vanta un percorso di laurea magistrale in Management e Controllo dei Processi Logistici e un percorso di laurea triennale in Economia e Legislazione dei Sistemi Logistici, intende ampliare gli investimenti a favore di percorsi di alta formazione e di ricerca oltre che di innovazione tecnologica.
"Il placement dei nostri laureati conferma il ruolo strategico dei nostri corsi di studio - afferma il direttore Gianluca Dini - dal 2006 ad oggi ben 600 infatti sono i laureati e per circa metà hanno trovato un impiego sul territorio. Il nostro obiettivo è insistere ancora di più sulla valorizzazione delle competenze in termini di ricerca e di trasferimento tecnologico, in modo da rendere maggiormente appetibile la nostra collaborazione per progetti locali, nazionali e internazionali".
Zippalanda, il Dio della Tempesta e il mistero del "cerchio"
Turchia Centro-Settentrionale, sito archeologico di Uşaklı Höyük. È qui, nel cuore dell’altopiano anatolico, che il team internazionale di archeologi guidato dall'Università di Pisa ha riportato alla luce una misteriosa costruzione a forma di cerchio di epoca ittita. Il ritrovamento, assieme agli altri fatti nel corso delle precedenti campagne di scavi, potrebbe contribuire a confermare che il sito è veramente l’antica città santa di Zippalanda.
“L’interpretazione di questa struttura circolare – spiega il professore Anacleto D’Agostino dell’Università di Pisa, che dirige gli scavi - è molto difficile al momento e sarà necessario un’estensione dei lavori che permetta di farsi un’idea di cosa ci sia attorno ad essa”.
“La sua collocazione a nord di quello che, probabilmente, è il principale tempio della città, non lontano dal fiume che scorre vicino alla base degli spalti – aggiunge D’Agostino – ci fa però propendere per una interpretazione in chiave rituale di questo ritrovamento, la cui importanza è data anche dal fatto che non ne sono documentati di simili in altri siti contemporanei”.
“Se così fosse – conclude il direttore degli scavi – questa struttura, assieme agli altri reperti scoperti negli corso degli anni, contribuirebbe a rafforzare l’identificazione di Uşaklı con l’importante città ittita di Zippalanda, centro di culto di un potente Dio della Tempesta, sede di un santuario e di una residenza reale e menzionata in diverse feste cui prendeva parte il re”.
L’importante ritrovamento è avvenuto durante la campagna 2022 della missione archeologica internazionale diretta dall’Università di Pisa. Campagna che ha riportato alla luce anche i resti di una grande cinta muraria a gradoni che circonda la cittadella dell’età del Ferro e alcune tombe di età tardoantica.
In quindici anni di indagini e scavi, il lavoro degli archeologi ha permesso di far riemergere i resti di edifici monumentali e frammenti di tavolette con iscrizioni in cuneiforme, contribuendo alla ricostruzione di un periodo di primaria importanza per il Vicino Oriente e il bacino orientale del Mediterraneo, quando gli Ittiti, popolazione che parlava una lingua appartenente alla famiglia delle lingue indoeuropee, fecero la loro comparsa tra i protagonisti della grande storia, costituendo il potente regno di Hatti.
Architetture e materiali, quelli ritrovati durante gli scavi, la cui consistenza e qualità, oltre a rendere sempre più solida l’identificazione tra Uşaklı Höyük e la città santa di Zippalanda, mostrano anche come questo sito sia stato occupato in maniera estesa a partire dalla fine del Bronzo Antico fino all’epoca romano-bizantina, con sporadiche tracce più recenti che arrivano sino al periodo ottomano.
Il progetto archeologico della Missione Archeologica Italo-Turca in Anatolia Centrale (Uşaklı Höyük Archaeological Project), iniziato nel 2008 e in cui è impegnato l’Ateneo pisano, è l’unico a direzione italiana che opera su un insediamento ittita nell’area che fu centro del regno prima e poi dell’impero.
Il progetto opera con una concessione decennale della Direzione Generale del Patrimonio Culturale e dei Musei, Ministero della Cultura e Turismo della Repubblica di Turchia. Sostenuto finanziariamente, per l’anno 2022, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dall’Università di Pisa, dalla Fondazione Oriente Mediterraneo e dall’Università degli Studi di Firenze, coinvolge archeologi, filologi, ricercatori e studenti delle Università di Pisa, Firenze, Siena, Yozgat Bozok, UCL Londra, Hacettepe Ankara e del Salento, coordinati da Anacleto D’Agostino (Pisa), Valentina Orsi (Siena), Stefania Mazzoni e Giulia Torri (Firenze), Yagmur Heffron (Londra), Demet Taşkan (Yozgat Bozok), Yılmaz Selim Erdal (Ankara) e Claudia Minniti (Salento).
Hanno inoltre preso parte alla campagna 2022: i dottori Neil Erskine, Giacomo Casucci, Joshua Britton e Marta Doglio; gli studenti Ilaria Carboni, Federico Papa, Emanuele Gemignani, Federico Mandorino e Filomena Rescigno; il dottor Emanuele Taccola del Laboratorio LaDiRe dell’Università di Pisa - che ha realizzato il rilievo topografico e le riprese da drone -; Sergio Martelli che ha eseguito i disegni dei materiali e la dott.ssa Chiara Tarantino che ha curato la comunicazione.
Per approfondimenti scarica il Report della Campagna di Scavo 2022 (.pdf)
Terza laurea per Jacopo Favarin
È il terzo obiettivo universitario che raggiunge, oltre a master e specializzazioni, per i quali ha studiato anche all’estero. Jacopo Favarin ha conseguito la laurea triennale in Lettere antiche al Dipartimento di Filologia, letteratura e linguistica dell’Università di Pisa, pochi giorni fa, discutendo una tesi di storia dell’egittologia con la professoressa Marilina Betrò e conseguendo il voto di 100.
Jacopo è un ragazzo speciale, non solo per i numerosi traguardi di studio raggiunti ma anche perché soffre di una malattia degenerativa, la Corea di Huntington, che affronta con il sostegno degli operatori che lo seguono al centro Le Vele, il centro polifunzionale socio-assistenziale della Fondazione Dopo di Noi - ente di scopo della Fondazione Pisa - attiva sul fronte dell’assistenza e riabilitazione a persone con disabilità.
Il brillante percorso di studi universitari di Jacopo, che ha 33 anni ed è nato a Pontedera, è iniziato con la laurea triennale in Scienze politiche nel 2012 (voto 110/110 Lode), è proseguito con la laurea magistrale in Scienze politiche - relazioni internazionali nel 2018, sempre con voto finale 110/110 e lode. Nel 2013 Favarin aveva frequentato un master a Maastricht in Studi Europei e nel 2014 aveva conseguito una specializzazione in Diritti Umani al Parlamento Europeo. La voglia di continuare a studiare lo ha poi portato a iscriversi a Lettere antiche.
Jacopo dal 2018 è inserito presso il centro Le Vele, dove vive. Da subito ha manifestato la volontà di impegnarsi nel percorso di studi universitari e trovato il necessario supporto nelle azioni quotidiane, nella riabilitazione e nello studio. Il centro Le Vele è una struttura residenziale accreditata al sistema socio–sanitario regionale che opera nel campo dell’assistenza socio–sanitaria, socio–assistenziale, educativa e riabilitativa. Il centro Le Vele nasce da un progetto della Fondazione Pisa, che dopo aver finanziato la realizzazione della struttura l’ha affidata in gestione al proprio ente di scopo, la Fondazione Dopo di Noi, che ha come sua mission l’assistenza alle categorie deboli svantaggiate.
“Sono molto contento dell’obiettivo raggiunto – racconta Jacopo – e non ho intenzione di fermarmi, anzi prestissimo inizierò a frequentare i corsi per proseguire gli studi per la laurea magistrale in Orientalistica. Ringrazio gli operatori del centro Le Vele, che ogni giorno mi seguono e mi aiutano. Ringrazio anche l’Università di Pisa, nella persona del delegato del Rettore per gli studenti con disabilità, il professor Luca Fanucci, e il dottor Alfonso Curreri, dell’Ufficio servizio per l’inclusione degli studenti con disabilità (USID), che mi ha supportato nelle procedure amministrative”.
L’Ateneo è impegnato a istituire un percorso di Dual career
L’Università di Pisa istituirà un percorso di Dual career per studenti atleti. Il prorettore per la Didattica, Giovanni Paoletti, il delegato per i Rapporti con il territorio e per lo sport, Marco Macchia, la prorettrice per la Coesione della comunità universitaria e per il diritto allo studio, Enza Pellecchia, elaboreranno una proposta da sottoporre alla valutazione degli organi in vista del prossimo anno accademico.
Il percorso di Dual career è rivolto alle studentesse e agli studenti regolarmente iscritti ai corsi di laurea, laurea magistrale, scuole di specializzazione, dottorati di ricerca e master universitari dell’Ateneo pisano, che praticano sport ad alti livelli agonistici, partecipando a competizioni di particolare rilievo a carattere nazionale o internazionale. Il percorso terrà conto delle Linee guida nazionali ed europee per l’incentivo e il sostegno della Dual career degli atleti di alto livello che intraprendono la carriera universitaria.
Nelle more dell’istituzione di tale percorso, le studentesse e gli studenti interessate/i possono scrivere per informazioni e supporto al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Zippalanda, il Dio della Tempesta e il mistero del "cerchio"
Turchia Centro-Settentrionale, sito archeologico di Uşaklı Höyük. È qui, nel cuore dell’altopiano anatolico, che il team internazionale di archeologi guidato dall'Università di Pisa ha riportato alla luce una misteriosa costruzione a forma di cerchio di epoca ittita. Il ritrovamento, assieme agli altri fatti nel corso delle precedenti campagne di scavi, potrebbe contribuire a confermare che il sito è veramente l’antica città santa di Zippalanda.
“L’interpretazione di questa struttura circolare – spiega il professore Anacleto D’Agostino dell’Università di Pisa, che dirige gli scavi - è molto difficile al momento e sarà necessario un’estensione dei lavori che permetta di farsi un’idea di cosa ci sia attorno ad essa”.
“La sua collocazione a nord di quello che, probabilmente, è il principale tempio della città, non lontano dal fiume che scorre vicino alla base degli spalti – aggiunge D’Agostino – ci fa però propendere per una interpretazione in chiave rituale di questo ritrovamento, la cui importanza è data anche dal fatto che non ne sono documentati di simili in altri siti contemporanei”.
“Se così fosse – conclude il direttore degli scavi – questa struttura, assieme agli altri reperti scoperti negli corso degli anni, contribuirebbe a rafforzare l’identificazione di Uşaklı con l’importante città ittita di Zippalanda, centro di culto di un potente Dio della Tempesta, sede di un santuario e di una residenza reale e menzionata in diverse feste cui prendeva parte il re”.
Vista aerea degli scavi di Uşaklı Höyük. In basso al centro è visibile la struttura circolare rinvenuta durante la campagna di scavo 2022. Foto Emanuele Taccola
L’importante ritrovamento è avvenuto durante la campagna 2022 della missione archeologica internazionale diretta dall’Università di Pisa. Campagna che ha riportato alla luce anche i resti di una grande cinta muraria a gradoni che circonda la cittadella dell’età del Ferro e alcune tombe di età tardoantica.
In quindici anni di indagini e scavi, il lavoro degli archeologi ha permesso di far riemergere i resti di edifici monumentali e frammenti di tavolette con iscrizioni in cuneiforme, contribuendo alla ricostruzione di un periodo di primaria importanza per il Vicino Oriente e il bacino orientale del Mediterraneo, quando gli Ittiti, popolazione che parlava una lingua appartenente alla famiglia delle lingue indoeuropee, fecero la loro comparsa tra i protagonisti della grande storia, costituendo il potente regno di Hatti.
Architetture e materiali, quelli ritrovati durante gli scavi, la cui consistenza e qualità, oltre a rendere sempre più solida l’identificazione tra Uşaklı Höyük e la città santa di Zippalanda, mostrano anche come questo sito sia stato occupato in maniera estesa a partire dalla fine del Bronzo Antico fino all’epoca romano-bizantina, con sporadiche tracce più recenti che arrivano sino al periodo ottomano.
Il progetto archeologico della Missione Archeologica Italo-Turca in Anatolia Centrale (Uşaklı Höyük Archaeological Project), iniziato nel 2008 e in cui è impegnato l’Ateneo pisano, è l’unico a direzione italiana che opera su un insediamento ittita nell’area che fu centro del regno prima e poi dell’impero.
Il team di archeologi della Missione Archeologica Italo-Turca in Anatolia Centrale guidata dall'Università di Pisa
Il progetto opera con una concessione decennale della Direzione Generale del Patrimonio Culturale e dei Musei, Ministero della Cultura e Turismo della Repubblica di Turchia. Sostenuto finanziariamente, per l’anno 2022, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dall’Università di Pisa, dalla Fondazione Oriente Mediterraneo e dall’Università degli Studi di Firenze, coinvolge archeologi, filologi, ricercatori e studenti delle Università di Pisa, Firenze, Siena, Yozgat Bozok, UCL Londra, Hacettepe Ankara e del Salento, coordinati da Anacleto D’Agostino (Pisa), Valentina Orsi (Siena), Stefania Mazzoni e Giulia Torri (Firenze), Yagmur Heffron (Londra), Demet Taşkan (Yozgat Bozok), Yılmaz Selim Erdal (Ankara) e Claudia Minniti (Salento).
Hanno inoltre preso parte alla campagna 2022: i dottori Neil Erskine, Giacomo Casucci, Joshua Britton e Marta Doglio; gli studenti Ilaria Carboni, Federico Papa, Emanuele Gemignani, Federico Mandorino e Filomena Rescigno; il dottor Emanuele Taccola del Laboratorio LaDiRe dell’Università di Pisa - che ha realizzato il rilievo topografico e le riprese da drone -; Sergio Martelli che ha eseguito i disegni dei materiali e la dott.ssa Chiara Tarantino che ha curato la comunicazione.
Per approfondimenti scarica il Report della Campagna di Scavo 2022 (.pdf)