Laboratorio "Senza consenso non fa lo stesso"
Lunedì 19 dicembre, alle ore 17.30, presso l'Aula L del Polo Fibonacci, l'associazione Sinistra per... l'integrazione e le culture presenta l'evento "Senza consenso non fa lo stesso", laboratorio di educazione sessuale al piacere e al consenso. Il relatore ospitato sarà Camilo Miguel Teillier Villagran, membro di Chi si cura di te, la rete nazionale degli specializzandi nelle scienze mediche.
Si tratta di un'attività autogestita svolta con il contributo finanziario dell'Università di Pisa.
Mozione del Senato Accademico sugli alloggi universitari
Nella seduta di venerdì 16 dicembre, il Senato Accademico dell'Università di Pisa ha approvato la seguente mozione relativa al tema degli alloggi universitari:
L’Università di Pisa si impegna a cercare e realizzare un coordinamento tra Università, Città e ARDSU per portare avanti una interlocuzione con la Società San Ranieri S.r.l., al fine di individuare soluzioni che implementino il diritto allo studio, riducano il disagio abitativo degli studenti a basso reddito, promuovano Pisa come città accogliente verso gli studenti anche grazie alla collaborazione virtuosa tra soggetti pubblici e soggetti privati, tramite un accordo che permetta di rendere accessibile alla comunità studentesca, attraverso il bando per il posto alloggio, la struttura (oppure un certo numero di posti) che nel progetto si intende adibire a studentato.
L’Università di Pisa si impegna inoltre ad individuare, di concerto con la Città e l’ARDSU, qualsiasi altra soluzione volta a calmierare l’emergenza abitativa: a questo scopo andranno valutate con attenzione le possibilità che si apriranno con l’imminente emanazione del decreto attuativo previsto dalla legge 17-11-2022 n.175, relativo alle misure attuative del PNRR in materia di alloggi e residenze per studenti universitari.
Più in generale, l’Università di Pisa si impegna a promuovere iniziative che favoriscano l’inserimento nel tessuto cittadino degli studenti che scelgono l’Ateneo pisano, migliorando la qualità di vita e quella dei servizi disponibili, per la piena realizzazione del diritto allo studio, che è a sua volta strumento per il progresso e l’avanzamento della società tutta, a livello locale e nazionale.
"Rappresentanze e associazioni studentesche hanno un ruolo importante per la vitalità della comunità universitaria"
Venerdì 16 dicembre, in concomitanza con lo svolgimento del Senato Accademico, un gruppo di studenti e studentesse ha organizzato un presidio dinanzi al Rettorato per richiamare l'attenzione sulla vicenda giudiziaria che ha riguardato uno studente nella sua qualità di presidente di un’associazione studentesca denunciata per avere svolto, nel dicembre 2021, un'assemblea non autorizzata in un'aula del Polo Fibonacci. Il presidio – assolutamente pacifico – non ha interferito con il regolare svolgimento dei lavori del Senato.
Prima dell'inizio della riunione il rettore Riccardo Zucchi è uscito per ascoltare le ragioni dei manifestanti, dando appuntamento a una loro delegazione per il pomeriggio.
Durante l'incontro con la delegazione studentesca - al quale ha partecipato anche la professoressa Enza Pellecchia (prorettrice per la Coesione della comunità universitaria e per il diritto allo studio) - il rettore ha richiamato alcuni dei temi qualificanti del suo programma relativamente alla grande attenzione per gli studenti e ha ribadito l’intento di rilanciare una stagione di dialogo e confronto con le rappresentanze e le associazioni studentesche: “penso che le rappresentanze e le associazioni studentesche abbiano un ruolo importante per la vitalità di tutta la comunità universitaria, perché con la loro sensibilità e la loro attenzione a quanto accade nella società consentono una proficua interazione tra università e società, che andrebbe incoraggiata piuttosto che ostacolata. Nessuna voce deve essere repressa, a condizione che il dibattito sia costruttivo e rifugga da ogni forma di violenza e prevaricazione”.
Metastasi epatiche, studio pisano pubblicato su "Frontiers in Oncology"
I risultati di un approccio personalizzato combinando chirurgia e microonde per il trattamento delle metastasi epatiche da tumore del colon-retto sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Oncology” e riportano l’esperienza della Sezione dipartimentale di Chirurgia generale universitaria dell’Aoup diretta dal professore Giulio Di Candio, con ottimi risultati nel controllo a distanza a medio termine sui pazienti operati. “Surgery combined with intra-operative microwaves ablation for the management of colorectal cancer liver metastasis: a case-matched analysis and evaluation of recurrences”, questo il titolo dello studio che ha potuto svilupparsi in Aoup grazie alla coesistenza, nello stesso team, di una elevata esperienza sia in chirurgia generale (accesso tradizionale, mini invasivo laparoscopico e robot-assistito), sia in ecografia chirurgica. Infatti, gli alti volumi di chirurgia oncologica maggiore effettuati negli anni, insieme alla pluriennale esperienza in ecografia interventistica e intraoperatoria, hanno consentito di unire le forze ed effettuare sul paziente scelte personalizzate con i risultati eccellenti riportati nel lavoro.
Oggi le metastasi epatiche beneficiano sul lungo termine di speranze di controllo della malattia molto superiori rispetto al passato, finanche di prospettive di guarigione in molti casi, grazie alla crescente efficacia delle terapie oncologiche e di molteplici opzioni chirurgiche tutte mirate il più possibile a preservare l’organo.
La chirurgia combinata con la termoablazione è una di quelle, anzi, quanto di nuovo emerge dal lavoro pubblicato è che il tipo di utilizzo intraoperatorio delle microonde descritto per le metastasi epatiche da tumore del colon retto - scarsamente indagato fino ad oggi in letteratura – dà ottimi risultati.
In questo settore disciplinare, ormai, si tende ad essere più conservativi possibile, mirando a trattare solo le lesioni senza sacrificio inutile di parenchima epatico che può servire in caso di ricadute, chemioterapia o re-interventi. Il merito dello studio pisano è di aver acceso i riflettori su un’altra opportunità terapeutica per le metastasi epatiche da tumore del colon-retto, ossia l’utilizzo intraoperatorio delle microonde, nell’ambito di un percorso multidisciplinare oncologico-chirurgico (quasi sempre preceduto e seguito da chemioterapia).
Nel dettaglio, l’approccio combinato descritto nel lavoro del gruppo pisano consiste in un accurato studio ecografico intraoperatorio da parte del chirurgo prima di procedere all’asportazione chirurgica di tutte le metastasi aggredibili agevolmente. Le lesioni profonde, invece, specie se a ridosso di grossi vasi, vengono termoablate mediante microonde guidando un apposito ago sotto controllo ecografico. Una volta verificato il corretto posizionamento, il calore sviluppato dalle microonde provoca la necrosi della metastasi trattata che avrà estensione variabile in base a quanta energia si decide di utilizzare e al tempo di erogazione stabilito. A differenza di sistemi di termoablazione precedenti, il rilascio di energia garantito dalle microonde è molto rapido e maggiori le aree di ablazione ottenibili. Queste caratteristiche, consentendo di variare agevolmente la dimensione dell’area trattata e al tempo stesso di termoablare molte lesioni senza prolungare troppo la durata dell’intervento, hanno reso possibile trattare con successo anche pazienti con oltre 40 metastasi.
Nella foto, da sinistra: Morelli, Guadagni, Marmorino.
A condividere la prima authorship dello studio sono stati il dottor Simone Guadagni, chirurgo ed ecografista in forza nella Sezione dipartimentale di Chirurgia generale universitaria e la dottoressa Federica Marmorino, ricercatrice in Oncologia medica (Unità operativa di Oncologia medica 2 universitaria).
“Siamo molto contenti per questo riconoscimento proveniente dalla comunità internazionale che ha ritenuto meritevole di pubblicazione la nostra esperienza - afferma il professore Luca Morelli, responsabile dello studio ed autore materiale degli interventi. - Con l’approccio descritto abbiamo trattato molti pazienti complessi, alcuni dei quali al limite della fattibilità, senza registrare mortalità e con risultati oncologici soddisfacenti. L’analisi pubblicata ci incoraggia a proseguire sulla strada intrapresa”.
Fondamentale, per la gestione condivisa dei pazienti, per l’analisi dei dati e per la stesura del lavoro, la collaborazione con tutto il gruppo oncologico pisano dedicato al colon retto, i cui referenti sono la professoressa Chiara Cremolini e il professor Gianluca Masi, entrambi associati di Oncologia medica e rispettivamente direttore della Scuola di specializzazione in Oncologia dell’Università di Pisa e direttore dell’Unità operativa di Oncologia medica 2 universitaria.
Qui sotto il link allo studio con l’elenco completo degli autori:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36505851/
(fonte: Ufficio Stampa AOUP)
Ateneo in lutto per la scomparsa del professore Nicola Cerullo
Si è spento a Milano, agli inizi di dicembre, il professor Nicola Cerullo, per lunghi anni Professore Associato di “Impianti Nucleari” e libero docente in “Fisica del Reattore Nucleare” presso l’Università di Pisa, oltre ad essere stato Professore Ordinario di “Reattori Nucleari Avanzati” presso l’Università di Genova.
Pubblichiamo di seguito il ricordo del professor Nicola Cerullo, scritto dagli allievi e colleghi Donato Aquaro, Guglielmo Lomonaco, Francesco Oriolo.
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Lunedì 5 dicembre si è spento, nella sua abitazione milanese, il prof. Nicola Cerullo che per oltre cinquant’anni ha insegnato e ha svolto la sua attività di ricerca nell’Ateneo Pisano nell’ambito dell’ingegneria dei reattori nucleari.
Laureato in Fisica all’Accademia Militare dell’Esercito Italiano a Modena, ha ricoperto prestigiosi incarichi nazionali ed internazionali per conto del Ministero della Difesa raggiungendo i più elevati gradi della gerarchia militare. Dopo la direzione del reattore nucleare del CAMEN (Pisa) e del Centro Tecnico Logistico Interforze BNC (Civitavecchia), come professore associato all’Università di Pisa e successivamente come professore ordinario all’Università di Genova ha formato una nutrita schiera di allievi sui Principi dell’Ingegneria dei reattori nucleari a fissione e fusione.
In questo campo ha svolto ricerche pioneristiche cooperando con i più avanzati centri di ricerca internazionali e le più prestigiose Università.
Ai suoi allievi, molti dei quali ricoprono importanti incarichi in centri di ricerca nazionali ed internazionali ed in Università Italiane e Straniere, il Prof. Cerullo ha trasmesso il rigore scientifico, il coraggio di intraprendere nuove strade e di aprire nuove e visionarie frontiere del sapere. Alla sua autorevolezza accademica univa una profonda umanità che lo portava ad interessarsi non solo della formazione dei suoi allievi, ma anche delle quotidiane necessità della loro vita studentesca. Le schiere di allievi delle Università di Pisa e di Genova non hanno mai smesso di ricordare quanto i suoi insegnamenti siano stati preziosi.
Per chi l’ha conosciuto, è apparso evidente di trovarsi davanti ad un Maestro nel senso più completo del termine. E’ stato un grand’Uomo che ha mostrato sempre comprensione, interessamento e capacità di mettere a proprio agio anche il più modesto dei suoi allievi.
La scomparsa del Prof. Cerullo ci incute un sentimento di profonda tristezza.
Con questi sentimenti, anche a nome di tutti gli allievi e dei colleghi dell’area dell’Ingegneria Nucleare, esprimiamo il più sentito cordoglio alla famiglia.
Gli allievi e colleghi
Donato Aquaro, Guglielmo Lomonaco, Francesco Oriolo
Spettacolo teatrale "Brevi monologhi contro l'affanno"
Spettacolo teatrale "Filumè"
Il 19 dicembre alle 18, in Aula Am2 (Largo B. Pontecorvo 3), l'associazione "Pisa città di frontiera" organizza lo spettacolo teatrale "Filumè", con Franco Di Corcia.
Lo spettacolo è realizzato con il contributo finanziario dell’Università di Pisa.
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Spettacolo teatrale "Brevi monologhi contro l'affanno"
Il 20 dicembre alle18, in Aula Am2 (Largo B. Pontecorvo 3), l'associazione "Pisa città di frontiera" organizza lo spettacolo teatrale "Brevi monologhi sull'affanno", con Eleonora Macchia e Gianluca Morcaldi .
Lo spettacolo è realizzato con il contributo finanziario dell’Università di Pisa.
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Vicino Firenze scoperto il primo caso in Italia di naturalizzazione di "edera velenosa"
Un team di botanici dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa ha scoperto il primo caso in Italia di naturalizzazione della cosiddetta "edera velenosa" (Toxicodendron radicans), una specie aliena originaria del Nord America e di alcune parti della Cina. Il ritrovamento di una grossa popolazione completamente spontaneizzata è avvenuto in località Sassi Neri a Impruneta (Firenze) ad opera di Giovanni Astuti, Francesco Roma-Marzio e Roberta Vangelisti. I tre ricercatori hanno documentato la scoperta in un articolo sulla rivista Italian Botanist, organo ufficiale della Società Botanica Italiana. I campioni raccolti sono stati inseriti nell’erbario del Museo botanico dell'Ateneo,
L’edera velenosa non era mai stata trovata in Toscana e per l’Italia c’erano solo due segnalazioni storiche per il Trentino-Alto Adige risalenti al 1893 e al 1930, come specie occasionalmente sfuggita alla coltivazione. Si tratta di una pianta fortemente tossica, che provoca dermatiti da contatto che, nel solo Nord America, colpiscono milioni di persone ogni anno. È dunque importante che le amministrazioni e la popolazione locale siano consapevoli della pericolosità di questa specie.
“Le invasioni biologiche – spiega il professore Lorenzo Peruzzi, Direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa – sono oggi uno tra i più rilevanti temi ambientali nella nostra società. Specie aliene animali o vegetali, introdotte consapevolmente o inconsapevolmente dall’uomo in un territorio dove non sarebbero mai giunte con dinamiche naturali, possono causare danni anche gravi alla biodiversità autoctona. In alcuni casi, però, i problemi causati da queste specie possono anche ritorcersi direttamente contro la specie umana. Il ritrovamento dell’edera velenosa a Impruneta è un importante esempio in questo senso, che forse può essere utile per renderci più consapevoli di questi problemi”.
Giovanni Astuti, Francesco Roma-Marzio e Roberta Vangelisti fanno parte dello staff tecnico-scientifico dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa e collaborano a una iniziativa promossa dal Gruppo per la Floristica, Sistematica ed Evoluzione della Società Botanica Italiana, volta a ricercare sul territorio specie di piante segnalate in passato e non più confermate per il territorio italiano. Il fortuito ritrovamento dell’edera velenosa è avvenuto nell’ambito di questa attività.