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Martedì, 27 Agosto 2024 09:40

Course catalogue: Master's degree programmes

Sorry, please follow the link: www.unipi.it/ects

Con la sua vettura elettrica ET-16, l’E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa ha partecipato alla Formula Student Germany, l’International Design Competition che dal 12 al 18 agosto ha riunito sul circuito di Hockenheim team di studenti da tutto il mondo. Eccellente il risultato ottenuto dalla scuderia pisana: l’E-Team ha concluso la prova "Endurance" – considerata la “prova regina” in quanto valuta le performance complessive del prototipo – portando a casa una ventesima posizione su 79 partecipanti, unico team italiano a completare e passare le ispezioni, riuscendo nell’impresa di concludere l’ardua prova. Dopo aver completato l’assetto macchina, il primo sprint è stato una sfida con l’asfalto bagnato, per poi finire con un cambio pilota nella seconda parte della prova.

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Le prove statiche si sono suddivise tra design, business plan e cost report, e sono state portate a termine con ottimi risultati. Il Business Plan ha ricevuto i complimenti per l’idea nata e portata avanti con dedizione durante l’anno. Il Cost Report si aggiudica un’eccellente ottava posizione nella top ten di FSG per l’altissimo livello raggiunto. La prontezza e precisione nel superare piccoli ostacoli lungo il percorso hanno permesso di superare le ispezioni meccaniche, elettriche e sulla batteria e di accedere alle prove dinamiche. L’acceleration si è conclusa con un tempo di 4.66 e l’autocross ha regalato 94 secondi al primo giro e un ottimo tempo di 87 al secondo.

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Nell’overall il team di Pisa si è posizionato 40esimo, terzo tra le squadre italiane dietro solo al Politecnico di Milano e all'Università di Padova. Ottima soddisfazione considerato il livello della competizione che accoglie i migliori team del mondo e che il team pisano è soltanto alla sua seconda partecipazione con la vettura elettrica. Un risultato che rimarrà negli annali dell’E-Team Squadra Corse. La prossima competizione sarà in casa, a Varano de’ Melegari dal 4 al 9 settembre.

Dal prossimo 9 settembre apriranno le iscrizioni ai corsi universitari del Cus Pisa. Il primo periodo di attività dei corsi comincerà martedì 1° ottobre e finirà sabato 21 dicembre.
I corsi come di consueto sono suddivisi tra sport di squadra e sport individuali.
Tra quelli di squadra, ai classici (Pallavolo, Beach volley, Basket, Calcio a 5, Tennis) si affiancano due novità: Dodgeball e Pickleball. Proseguiranno inoltre anche quest’anno i corsi di Rugby a 7 e di Ultimate Frisbee.
Gli sport individuali comprendono il Tennis, le più tradizionali Preparazione atletica e Sala pesi, ma anche le arti marziali (Judo, Karate, Thai boxe, Pugilato, e da quest’anno anche l’MMA, acronimo di Mixed Martial Arts), in convenzione con un’altra società sportiva.
Per quanto riguarda l’area fitness, ai corsi consueti (Get Fit, Fit boxe, Funzionale, Pilates) si aggiungono GAG e Calisthenics.

Chi studia all’Università gode di un’iscrizione gratuita al centro che può essere completata con il tesseramento direttamente nei nostri impianti e fruisce inoltre di agevolazioni nell’iscrizione ai corsi e nella prenotazione dei campi. Ma le porte del Cus Pisa sono aperte a chiunque dai 14 anni in su.

Il Percorso Vitae all’interno degli impianti di via Chiarugi è liberamente fruibile da tutte le persone tesserate. Infine, è possibile prenotare i campi per giocare a Pallacanestro, Pallavolo, Tennis, Beach Volley, Calcio a 5, Calcio a 8 e Tennis tavolo.

Dal prossimo 9 settembre apriranno le iscrizioni ai corsi universitari del Cus Pisa. Il primo periodo di attività dei corsi comincerà martedì 1° ottobre e finirà sabato 21 dicembre.
I corsi come di consueto sono suddivisi tra sport di squadra e sport individuali.
Tra quelli di squadra, ai classici (Pallavolo, Beach volley, Basket, Calcio a 5, Tennis) si affiancano due novità: Dodgeball e Pickleball. Proseguiranno inoltre anche quest’anno i corsi di Rugby a 7 e di Ultimate Frisbee.
Gli sport individuali comprendono il Tennis, le più tradizionali Preparazione atletica e Sala pesi, ma anche le arti marziali (Judo, Karate, Thai boxe, Pugilato, e da quest’anno anche l’MMA, acronimo di Mixed Martial Arts), in convenzione con un’altra società sportiva.
Per quanto riguarda l’area fitness, ai corsi consueti (Get Fit, Fit boxe, Funzionale, Pilates) si aggiungono GAG e Calisthenics.

Chi studia all’Università gode di un’iscrizione gratuita al centro che può essere completata con il tesseramento direttamente nei nostri impianti e fruisce inoltre di agevolazioni nell’iscrizione ai corsi e nella prenotazione dei campi. Ma le porte del Cus Pisa sono aperte a chiunque dai 14 anni in su.

Il Percorso Vitae all’interno degli impianti di via Chiarugi è liberamente fruibile da tutte le persone tesserate. Infine, è possibile prenotare i campi per giocare a Pallacanestro, Pallavolo, Tennis, Beach Volley, Calcio a 5, Calcio a 8 e Tennis tavolo.

Sede
 
Dipartimento di Economia e Management

Obbiettivo del Corso
Il Dipartimento di Economia e Management dell’Uni­versità di Pisa propone il corso Executive in: “La rendi­contazione di sostenibilità secondo gli standard europei ESRS”. Questo corso è progettato per fornire una com­prensione approfondita delle nuove normative europee (Direttiva 2022/2464/UE, c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive, abbreviato “CSRD”) sulla rendicon­tazione di sostenibilità, che saranno obbligatorie per le grandi imprese europee a partire dal 1° gennaio 2025 (o già obbligatorie dal 1° gennaio 2024, per le imprese che redigevano la “Dichiarazione Non Finanziaria” in base alla Direttiva 2014/95/EU, “NFRD”). 
Il corso approfondisce l’analisi degli standard di repor­ting sulla sostenibilità (European Sustainability Repor­ting Standards, in breve “ESRS”), con particolare rife­rimento agli standard tematici “ESG” (Environmental, Social, and Governance).
È rivolto a chi ha già esperienza ed a chi desidera ag­giornarsi sulle ultime novità.
È articolato in nove moduli della durata di mezza giorna­ta ciascuno e di un workshop.
Il corso si svolgerà in modalità “on line” attraverso la Piattaforma Microsoft Teams.
Il workshop si svolgerà in presenza.

Requisiti di Ammissione
Possono presentare domanda di ammissione coloro che sono in possesso di diploma di laurea di primo livello ai sensi del DM 509/99 e/o del DM 270/2004 o titoli equipollenti o superiori ai sensi del vecchio e nuovo ordinamento in qualsiasi disciplina. L’iscrizione al Corso di Perfezionamento è compatibile con la contemporanea iscrizione a Corsi di Laurea, Laurea Magistrale, a ciclo unico, Scuole di Specializzazione, Dottorati e Master. È altresì consentita la partecipazione a chi ha conseguito lauree triennali e/o magistrali all’estero negli ambiti disciplinari ritenuti dal Consiglio attinenti ai fini dell’ammissione al Corso.

Durata
Il corso inizierà il 25 Ottobre 2024 e terminerà il 2 Dicembre 2024.

Scadenza Domanda di Ammissione
15 Ottobre 2024

Costo
€ 1.800,00 per allievi ordinari e uditori

Bando e Moduli

Contatti
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È stato realizzato a Pisa il primo intervento in Italia, e il 25esimo al mondo, di sostituzione della valvola tricuspide con un innovativo tipo di protesi valvolare introdotta, senza bisogno di aprire il torace, attraverso un catetere inserito dall’inguine tramite la vena femorale.

Tecnicamente si è trattato di un intervento simile a quello realizzato a Massa, pochi giorni fa, da un’équipe composta da cardiologi interventisti dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e della Fondazione Monasterio. Le differenze principali, rispetto a quell’intervento, sono consistite nella forma, nel sistema di ancoraggio e nella presenza, nella nuova valvola, di una sorta di “foro di sfiato” che ne facilita l’adattamento al cuore: è infatti l’unica disegnata per adattarsi alla forma asimmetrica dell'anello tricuspidale, consentendo l’impianto anche in pazienti il cui ventricolo destro è molto indebolito.
L’équipe di Emodinamica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana – diretta da Marco De Carlo, associato di Malattie dell'apparato cardiovascolare all'Università di Pisa – ha impiantato la valvola in una paziente di oltre settant’anni affetta da una gravissima insufficienza della valvola tricuspide che le causava debolezza e affanno sempre più gravi. L’insufficienza tricuspidale, infatti, ha sintomi subdoli e viene spesso diagnosticata in fase avanzata, quando ormai diventa molto elevato il rischio operatorio.

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L'équipe medica guidata da Marco De Carlo


Il giorno precedente all’intervento, l’impianto è stato provato con un simulatore dotato di un cuore di silicone identico a quello della paziente, ottenuto con la stampa in 3D sulla base della TAC. L’intervento è stato quindi effettuato in soli settanta minuti dall’équipe composta da Marco De Carlo, Cristina Giannini e Alessandro Sticchi, con la guida dell’ecocardiografia tridimensionale affidata a Paolo Spontoni e Matteo Mazzola – tutti della sezione Laboratorio emodinamica – e con l’assistenza anestesiologica di Augusta Danella, dell'unità operativa Anestesia e rianimazione Ctv. Era presente in sala operatoria anche l’inventore della protesi valvolare, Georg Lutter, docente di Cardiochirurgia alla facoltà di Medicina dell'Università Christian Albrechts di Kiel (CAU), in Germania.

L’impianto della protesi è stato tollerato benissimo dal cuore della paziente, che è stata riportata nella sua camera di degenza senza bisogno di un ricovero in terapia intensiva, né di farmaci endovenosi. Il giorno successivo all’operazione si è alzata e dopo soli tre giorni è tornata a casa: un tempo di recupero record per l’intervento di sostituzione valvolare tricuspidalica.
“Il nostro gruppo – sottolinea Marco De Carlo – si conferma ai vertici nazionali ed europei negli interventi “transcatetere”, mini-invasivi, sulle valvole cardiache. Ci ha fatto particolarmente piacere il complimento dell’inventore della valvola: “Avete un grande team, estremamente motivato, di cui abbiamo apprezzato la positività e la dedizione”. Nei prossimi mesi l’Emodinamica dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana sarà protagonista di uno studio clinico internazionale mirato a dimostrare i benefici di questo dispositivo”.

Esprime grande soddisfazione anche la direttrice generale dell’Aoup, Silvia Briani: “Questi risultati sono il frutto della competenza, dell’entusiasmo e del lavoro di squadra di medici, infermieri, tecnici, coordinatori degli studi clinici, operatori socio-sanitari. E della squadra fa parte anche chi, in Azienda, ha fatto in modo che questa innovativa protesi valvolare, non ancora in commercio, fosse disponibile per la nostra paziente, che non aveva altre opzioni terapeutiche in grado di risolvere la sua grave insufficienza tricuspidale”.

L’Università di Pisa sale sul podio in Italia dopo la Sapienza di Roma e a pari merito con l’Università di Milano e si conferma fra i primi 200 atenei su scala mondiale secondo l’Academic Ranking of World Universities (ARWU). La classifica della Shanghai Ranking Consultancy, una delle più accreditate agenzie di rating internazionale per la valutazione di università ed enti di ricerca, è appena uscita con la nuova edizione aggiornata al 2024. Rispetto al 2023 Pisa cresce nella produttività scientifica, sia in assoluto che pro-capite e migliora anche a livello nazionale, era fra i primi 4 lo scorso anno, mantenendo invece il posizionamento globale nella fascia tra il 151° e il 200° posto.
Sono state oltre 2.500 le università scrutinate complessivamente dall’agenzia asiatica e di queste soltanto 1.000 sono rientrate in classifica, con 42 presenze italiane. Al primo posto mondiale rimane l’Università di Harvard, seguita dalla Stanford University e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), una top ten globale interamente dominata da atenei degli Stati Uniti, ad eccezione della britannica Cambridge, posizionata al quarto posto.

“Come le Olimpiadi ci hanno mostrato che il nostro Paese è una potenza ben equilibrata nello sport, la classifica di ARWU ci mostra un sistema universitario nazionale forte nella ricerca - ha commentato il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone - ARWU usa un criterio che premia la ricerca di punta per selezionare i primi 1000 atenei del mondo (su circa 33mila): 42 di questi sono italiani, ben distribuiti geograficamente, 51 tedeschi, 62 britannici. L’Università di Pisa va bene in questa classifica, il secondo posto a parimerito con la statale di Milano è un ottimo risultato, anche grazie al matematico Enrico Bombieri che ha studiato a Milano ed era professore nella nostra università quando ha ricevuto la medaglia Fields.”

Il ranking ARWU è elaborato sulla base di sei indicatori: i premi Nobel e le Medaglie Fields di ex studenti (Alumni) o di ricercatori della singola università (Award), il numero di ricercatori altamente citati affiliati presso l’Ateneo (Hi-Ci), le pubblicazioni su “Nature & Science” (N&S), le pubblicazioni sulle riviste più citate nelle aree tecnico-scientifico e sociale (PUB), più un ulteriore indicatore che rapporta i precedenti cinque parametri allo staff accademico, fornendo una sorta di produttività di pro-capite (PCP).

“Una considerazione generale è d’obbligo nella lettura dei risultati: ogni classifica ha le proprie regole e metodologie, non sempre trasparenti, per questo non deve sorprendere che una istituzione ottenga valutazioni diverse nei vari ranking – conclude Iannaccone – e tuttavia, pur con questi limiti, le classifiche sono uno strumento importante perché orientano le scelte di studentesse e studenti e ci permettono di comprendere punti di forza e di debolezza su cui lavorare per continuare a migliorare”.

ARWU-ranking-new-1135x350-1-1080x333 copia.jpgL’Università di Pisa sale sul podio in Italia dopo la Sapienza di Roma e a pari merito con l’Università di Milano e si conferma fra i primi 200 atenei su scala mondiale secondo l’Academic Ranking of World Universities (ARWU). La classifica della Shanghai Ranking Consultancy, una delle più accreditate agenzie di rating internazionale per la valutazione di università ed enti di ricerca, è appena uscita con la nuova edizione aggiornata al 2024. Rispetto al 2023 Pisa cresce nella produttività scientifica, sia in assoluto che pro-capite e migliora anche a livello nazionale, era fra i primi 4 lo scorso anno, mantenendo invece il posizionamento globale nella fascia tra il 151° e il 200° posto.
Sono state oltre 2.500 le università scrutinate complessivamente dall’agenzia asiatica e di queste soltanto 1.000 sono rientrate in classifica, con 42 presenze italiane. Al primo posto mondiale rimane l’Università di Harvard, seguita dalla Stanford University e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT), una top ten globale interamente dominata da atenei degli Stati Uniti, ad eccezione della britannica Cambridge, posizionata al quarto posto.

“Come le Olimpiadi ci hanno mostrato che il nostro Paese è una potenza ben equilibrata nello sport, la classifica di ARWU ci mostra un sistema universitario nazionale forte nella ricerca - ha commentato il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone - ARWU usa un criterio che premia la ricerca di punta per selezionare i primi 1000 atenei del mondo (su circa 33mila): 42 di questi sono italiani, ben distribuiti geograficamente, 51 tedeschi, 62 britannici. L’Università di Pisa va bene in questa classifica, il secondo posto a parimerito con la statale di Milano è un ottimo risultato, anche grazie al matematico Enrico Bombieri che ha studiato a Milano ed era professore nella nostra università quando ha ricevuto la medaglia Fields.”

Il ranking ARWU è elaborato sulla base di sei indicatori: i premi Nobel e le Medaglie Fields di ex studenti (Alumni) o di ricercatori della singola università (Award), il numero di ricercatori altamente citati affiliati presso l’Ateneo (Hi-Ci), le pubblicazioni su “Nature & Science” (N&S), le pubblicazioni sulle riviste più citate nelle aree tecnico-scientifico e sociale (PUB), più un ulteriore indicatore che rapporta i precedenti cinque parametri allo staff accademico, fornendo una sorta di produttività di pro-capite (PCP).

“Una considerazione generale è d’obbligo nella lettura dei risultati: ogni classifica ha le proprie regole e metodologie, non sempre trasparenti, per questo non deve sorprendere che una istituzione ottenga valutazioni diverse nei vari ranking – conclude Iannaccone – e tuttavia, pur con questi limiti, le classifiche sono uno strumento importante perché orientano le scelte di studentesse e studenti e ci permettono di comprendere punti di forza e di debolezza su cui lavorare per continuare a migliorare”.

Martedì, 06 Agosto 2024 10:03

KA171 2024

Mobility of higher education students and staff supported by external policy funds

Unipi Team Leader: Giovanni Federico Gronchi, Vice Rector for Cooperation and International Relations

This action supports physical and blended mobility of higher education students and staff from/to third countries not associated to Erasmus+. Students in all study fields and cycles can take part in a study period or traineeship abroad. Higher education teaching and administrative staff can take part in professional development activities abroad, as well as staff from the field of work in order to teach and train students or staff at higher education institutions.

Coordinator:  Università di Pisa

Start date: 01-08-2024

End date: 31-07-2027

EU Grant: 250.326,00  €

Project website: http://erasmuspluska107.unipi.it/

logo erasmus en full

 

In Europa c’erano i pre-neandertaliani, l’emisfero settentrionale della Terra aveva meno ghiaccio di oggi e il livello del mare era circa 10 metri più alto. Siamo nel paleolitico inferiore, 400mila anni fa, un periodo chiamato MIS 11c, il più caldo del nostro pianeta negli ultimi milioni di anni.

Secondo uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature Communications, a cui ha partecipato la professoressa Elisabetta Starnini dell’Università di Pisa, la causa di questa eccezionale fase climatica del nostro pianeta sarebbe da rintracciare nel riscaldamento dei mari (a sua volta dovuta a un complesso intreccio di fattori).

La ricerca si è basata su una carota lunga due metri prelevata dalla Grotta della Bàsura in Liguria e analizzata utilizzando la tecnica di datazione uranio-torio ad alta precisione. Il reperto ha consentito di ricostruire la storia ambientale dell'Europa meridionale da 480.000 a 360.000 anni fa e di risolvere un enigma paleoclimatico noto come "paradosso MIS 11c" che per lungo tempo ha impegnato studiose e studiosi. Il caldo della Terra 400mila anni fa non sarebbe infatti giustificato dai livelli di radiazioni solari e di gas serra.



Oggi come allora la radiazione solare non era particolarmente forte, ma il nostro studio dimostra come il riscaldamento prolungato degli oceani da solo possa causare un collasso della piattaforma glaciale e un innalzamento del livello del mare senza richiedere temperature atmosferiche estremamente elevate o concentrazioni di gas serra”, spiega Starnini.

“Il clima passato è quindi di massima importanza per comprendere il futuro del nostro pianeta e il ruolo che i cambiamenti climatici estremi possono aver giocato nell’evoluzione umana. – conclude Starnini– basti pensare che dopo la fine del MIS 11 l’Europa inizia ad essere popolata da una nuova specie: l’uomo di Neanderthal”.

Elisabetta Starnini è docente di Preistoria e Protostoria del dipartimento di Civiltà e forme del Sapere dell’Università Pisa e da anni lavora alla Grotta della Bàsura. La ricerca alla quale ha collaborato è frutto di progetto internazionale e interdisciplinare, guidato dal Dipartimento di Geoscienze dell’Università Nazionale di Taiwan che ha coinvolto ricercatori di 20 enti di ricerca in Europa, Stati Uniti e Asia.


 

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