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L’International Mineralogical Association ha dichiarato “Minerale dell’Anno” 2023 la batoniite, studiata da un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Daniela Mauro del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e referente della Sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale. È la prima volta che il prestigioso riconoscimento, istituito nel 2014, viene attribuito ad una specie mineralogica scoperta in Italia.

Individuata negli anni Ottanta del secolo scorso da un gruppo di ricercatori, la batoniite era rimasta, fino ad oggi, un vero e proprio rompicapo mineralogico. Solo lo scorso anno gli studiosi dell’Ateneo pisano sono riusciti a definirne la struttura e la complessa cristallochimica. Una scoperta resa possibile anche grazie dalla recente installazione, presso i laboratori pisani, di un diffrattometro a raggi X per cristallo singolo del Centro per l’Integrazione della Strumentazione scientifica dell’Università di Pisa (CISUP).

Le indagini condotte dall’equipe guidata dalla dottoressa Mauro hanno così definito la formula chimica di questa nuova specie mineralogica: Al8(SO4)5(OH)14(H2O)18·5H2O, oltre ad averne individuato la struttura, una delle più complesse mai descritte fra i minerali oggi noti e caratterizzata dal poli-oxo-catione [Al8(OH)14(H2O)18]10+. Quest’ultimo era stato finora osservato solo in fasi sintetiche ottenute durante lo studio del comportamento geochimico dell’alluminio in soluzione acquosa.

La scoperta fatta dai ricercatori dell’Università di Pisa, oltre a raccontarci qualcosa in più sul ciclo geochimico dell’alluminio, uno degli elementi più abbondanti del nostro pianeta, ci illumina ancora una volta sulla bellezza della natura che, con gli adeguati mezzi tecnologici, si svela in tutta la sua complessità.

Ritrovato nella miniera abbandonata di Cetine di Cotorniano, in provincia di Siena, il minerale è stato consegnato ai ricercatori pisani dal collezionista Massimo Batoni, nel quadro di una collaborazione fra il Dipartimento di Scienze della Terra e gli appassionati dell’Associazione Mineralogica Fiorentina (AMF) e dell’Associazione Mineralogica Prato e Pistoia (AMPP). E proprio a Massimo Batoni è stata dedicata questa specie, per i suoi contributi alla conoscenza della mineralogia italiana.

Il premio “Minerale dell’Anno”, finalizzato a riconoscere il minerale di maggior interesse scientifico la cui pubblicazione sia avvenuta nell’anno solare precedente, è stato istituito nel 2014 dall’International Mineralogical Association, un gruppo internazionale rappresentativo delle società mineralogiche nazionali di quasi 40 differenti paesi.

Ogni anno vengono approvate circa 100 nuove specie mineralogiche, le quali passano al vaglio di una commissione di esperti, la Commission on New Minerals, Nomenclature and Classification. Sono poi questi stessi esperti, tramite votazione segreta, a indicare il “Minerale dell’Anno”.

La batoniite è il primo “Minerale dell’Anno” italiano, ed è la quinta nuova specie minerale scoperta nella miniera di Cetine di Cotorniano, dopo brizziite, cetineite, onoratoite e rosenbergite.

La descrizione completa del nuovo minerale è stata pubblicata sull'European Journal of Mineralogy: https://ejm.copernicus.org/articles/35/703/2023/

Bandi

Farmacologia e Tossicologia clinica, Microbiologia e Virologia, Patologia clinica e Biochimica clinica, Statistica sanitaria e biometria
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 3 settembre 2024

Farmacia ospedaliera
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 10 settembre 2024

Chirurgia orale e Odontoiatria pediatrica
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 12 settembre 2024

Fisica medica
Domande dalle ore 11:00 del 26 luglio alle ore 11:00 del 16 settembre 2024

Patologia e clinica degli animali d'affezione
Domande dalle ore 11:00 del 7 agosto alle ore 11:00 del 18 settembre 2024

Beni archeologici
Domande dalle ore 11:00 del 7 agosto alle ore 11:00 dell'8 ottobre 2024

Beni storico-artistici
Domande dalle ore 11:00 del 7 agosto alle ore 11:00 del 16 ottobre 2024

Medicina e chirurgia del cavallo
Domande dalle ore 11:00 del 12 agosto alle ore 11:00 del 10 ottobre 2024

Graduatorie

Microbiologia e Virologia, Statistica sanitaria e biometria
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 24 ottobre 2024

Farmacologia e Tossicologia clinica, Patologia clinica e Biochimica clinica
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 25 ottobre 2024

Fisica medica
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 30 ottobre 2024

Odontoiatria pediatrica
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 31 ottobre 2024

Farmacia ospedaliera
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 6 novembre 2024 

Chirurgia orale
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 6 novembre 2024 

Patologia e clinica degli animali d'affezione
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 14 novembre 2024 

Beni archeologici
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 14 novembre 2024

Beni storico-artistici
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 26 novembre 2024

Medicina e chirurgia del cavallo
Scadenza dell'immatricolazione: ore 11:00 del 2 dicembre 2024

 

La qualità dell’aria è migliore se le donne comandano le istituzioni. La notizia arriva da uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sull’European Journal of Political Economy. L’analisi ha riguardato 230 regioni di 27 Paesi dell’Unione europea.

“I nostri risultati evidenziano una relazione positiva tra l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria – spiega una delle autrici dello studio, la professoressa Lisa Gianmoena del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - Questo suggerisce che le donne, quando occupano posizioni di potere, tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità rispetto alle regioni governate da uomini e questo fenomeno può essere attribuito alla loro maggiore sensibilità e al loro impegno sociale”.

In particolare, questa correlazione positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa, tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre la maglia nera va alla Polonia, Ungheria e Romania. In Italia, la Valle d’Aosta si distingue per la qualità dell’aria migliore, mentre la Lombardia registra i livelli peggiori.

Per realizzare lo studio ricercatori e ricercatrici hanno lavorato alla costruzione di un dataset a livello regionale che integrasse empowerment politico femminile e dati ambientali. Questa impostazione è stata fondamentale anche perché nel contesto europeo le condizioni ambientali e sociali possono variare notevolmente tra le diverse zone e sono poi le autorità sub-nazionali ad essere maggiormente responsabili dell’applicazione di direttive e standard ambientali nazionali e sovranazionali. Per quanto riguarda le donne, è stato utilizzato l’Indice di Empowerment Politico delle Donne (WPEI), considerando la loro presenza a vari livelli di governo (nazionale, regionale e locale).

“Per assicurarci che il rapporto tra empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una "correlazione spuria", cioè puramente casuale – conclude Gianmoena - abbiamo testato altre variabili economiche e non economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione, le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra empowerment politico femminile e qualità dell’aria è rimasta significativa, confermando la robustezza del risultato”.

Lisa Gianmoena è autrice dell’articolo insieme al collega Vicente Rios, docente del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano. Entrambi collaborano con il centro di ricerca REMARC (Responsible Management Research Center) dell’Università di Pisa. Gli altri autori sono la dottoranda Izaskun Barba e il professore Pedro Pascual entrambi del dipartimento di Economia della Università Pública de Navarra, Spagna.

 

La qualità dell’aria è migliore se le donne comandano le istituzioni. La notizia arriva da uno studio condotto all’Università di Pisa e pubblicato sull’European Journal of Political Economy. L’analisi ha riguardato 230 regioni di 27 Paesi dell’Unione europea.

“I nostri risultati evidenziano una relazione positiva tra l'empowerment politico delle donne e la qualità dell'aria – spiega una delle autrici dello studio, la professoressa Lisa Gianmoena del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - Questo suggerisce che le donne, quando occupano posizioni di potere, tendono ad adottare politiche ambientali più rigide e orientate verso la sostenibilità rispetto alle regioni governate da uomini e questo fenomeno può essere attribuito alla loro maggiore sensibilità e al loro impegno sociale”.

In particolare, questa correlazione positiva risulta evidente in numerose regioni del Nord Europa, tra cui Finlandia, Irlanda, Estonia, Svezia e Danimarca, mentre la maglia nera va alla Polonia, Ungheria e Romania. In Italia, la Valle d’Aosta si distingue per la qualità dell’aria migliore, mentre la Lombardia registra i livelli peggiori.

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A sinistra la distribuzione geografica della qualità dell'aria, a destra distribuzione geografica del potere politico femminile

Per realizzare lo studio ricercatori e ricercatrici hanno lavorato alla costruzione di un dataset a livello regionale che integrasse empowerment politico femminile e dati ambientali. Questa impostazione è stata fondamentale anche perché nel contesto europeo le condizioni ambientali e sociali possono variare notevolmente tra le diverse zone e sono poi le autorità sub-nazionali ad essere maggiormente responsabili dell’applicazione di direttive e standard ambientali nazionali e sovranazionali. Per quanto riguarda le donne, è stato utilizzato l’Indice di Empowerment Politico delle Donne (WPEI), considerando la loro presenza a vari livelli di governo (nazionale, regionale e locale).

“Per assicurarci che il rapporto tra empowerment politico femminile e qualità aria non fosse una "correlazione spuria", cioè puramente casuale – conclude Gianmoena - abbiamo testato altre variabili economiche e non economiche come lo sviluppo economico, il livello di istruzione, le innovazioni in tecnologie verdi, l'ideologia politica e la densità di popolazione. Tuttavia la relazione positiva tra empowerment politico femminile e qualità dell’aria è rimasta significativa, confermando la robustezza del risultato”.

Lisa Gianmoena è autrice dell’articolo insieme al collega Vicente Rios, docente del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano. Entrambi collaborano con il centro di ricerca REMARC (Responsible Management Research Center) dell’Università di Pisa. Gli altri autori sono la dottoranda Izaskun Barba e il professore Pedro Pascual entrambi del dipartimento di Economia della Università Pública de Navarra, Spagna.

 

EYCA 2024 Albano Press release picÈ Gianluigi Albano, Ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, il vincitore della prestigiosa European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal per la categoria Early Career Researcher. La EYCA 2024 Gold Medal – il riconoscimento più importante a livello europeo per giovani chimici - è stata consegnata al ricercatore dell’Ateneo pisano durante la cerimonia conclusiva del 9th EuChemS Chemistry Congress. Albano è risultato vincitore del Premio a fronte di centinaia di candidature provenienti da tutta Europa, grazie alla sua eccellente attività di ricerca nel campo della chimica organica.

L’European Young Chemist’s Award (EYCA), istituito nel 2008 ed assegnato con cadenza biennale, si pone come obiettivo di dare visibilità alla ricerca svolta da giovani scienziati che lavorano in istituzioni europee nel campo delle scienze chimiche. Tale Premio intende onorare ed incoraggiare giovani chimici la cui attività di ricerca mostra un alto livello di eccellenza ed innovazione. L’EYCA prevede due diverse classi di concorso: la categoria PhD, riservata a dottorandi, e la categoria Early Career Researcher, riservata a giovani ricercatori fino ad 8 anni dal conseguimento del Dottorato di Ricerca.

Giunto alla sua nona edizione, il Premio EYCA 2024 è stato assegnato da EuChemS con la sponsorizzazione di Società Chimica Italiana (SCI), Royal Society of Chemistry (RSC) e Chemistry Europe. Il processo di valutazione delle candidature è stato strutturato in due fasi. Nella prima, sono stati valutati il Curriculum Vitae ed il lavoro di ricerca del candidato, sulla base dei seguenti criteri: eccellenza dell’attività di ricerca nel campo delle scienze chimiche; originalità ed indipendenza del contributo del candidato; profonda conoscenza dello stato dell’arte; prospettive future della propria ricerca. Al termine di tale valutazione sono stati selezionati 6 Finalisti per ciascuna categoria, che hanno avuto la possibilità di presentare la propria attività di ricerca davanti alla Giuria Valutatrice durante il 9th EuChemS Chemistry Congress, tenutosi a Dublino (Irlanda) dal 7 all’11 luglio 2024.

È Gianluigi Albano, Ricercatore presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, il vincitore della prestigiosa European Young Chemist’s Award 2024 Gold Medal per la categoria Early Career Researcher. La EYCA 2024 Gold Medal – il riconoscimento più importante a livello europeo per giovani chimici - è stata consegnata al ricercatore dell’Ateneo pisano durante la cerimonia conclusiva del 9th EuChemS Chemistry Congress. Albano è risultato vincitore del Premio a fronte di centinaia di candidature provenienti da tutta Europa, grazie alla sua eccellente attività di ricerca nel campo della chimica organica.

L’European Young Chemist’s Award (EYCA), istituito nel 2008 ed assegnato con cadenza biennale, si pone come obiettivo di dare visibilità alla ricerca svolta da giovani scienziati che lavorano in istituzioni europee nel campo delle scienze chimiche. Tale Premio intende onorare ed incoraggiare giovani chimici la cui attività di ricerca mostra un alto livello di eccellenza ed innovazione. L’EYCA prevede due diverse classi di concorso: la categoria PhD, riservata a dottorandi, e la categoria Early Career Researcher, riservata a giovani ricercatori fino ad 8 anni dal conseguimento del Dottorato di Ricerca.

Giunto alla sua nona edizione, il Premio EYCA 2024 è stato assegnato da EuChemS con la sponsorizzazione di Società Chimica Italiana (SCI), Royal Society of Chemistry (RSC) e Chemistry Europe. Il processo di valutazione delle candidature è stato strutturato in due fasi. Nella prima, sono stati valutati il Curriculum Vitae ed il lavoro di ricerca del candidato, sulla base dei seguenti criteri: eccellenza dell’attività di ricerca nel campo delle scienze chimiche; originalità ed indipendenza del contributo del candidato; profonda conoscenza dello stato dell’arte; prospettive future della propria ricerca. Al termine di tale valutazione sono stati selezionati 6 Finalisti per ciascuna categoria, che hanno avuto la possibilità di presentare la propria attività di ricerca davanti alla Giuria Valutatrice durante il 9th EuChemS Chemistry Congress, tenutosi a Dublino (Irlanda) dal 7 all’11 luglio 2024.

Gli studenti della terza edizione del Master telematico di II livello in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento Climatico dell'Università di Pisa hanno partecipato a un hackathon presso il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" a San Piero a Grado. Questo centro, unico in Europa per dimensioni e diversificazione delle attività, è noto per il suo impegno verso la sostenibilità. Un hackathon è un evento in cui persone con diverse competenze si riuniscono per risolvere problemi in una maratona creativa. In questo contesto, rappresenta una forma di "challenge-based learning", ideale per promuovere il lavoro di squadra e l'innovazione in maniera rapida ed efficace. Gli studenti, attraverso un approccio collaborativo, hanno affrontato sfide complesse, generando soluzioni innovative in un breve lasso di tempo.

master sviluppo sostenibile

L’evento, a cui ha portato i suoi saluti il rettore Riccardo Zucchi, era strutturato per far lavorare in maniera collaborativa studenti sia in presenza che a distanza e si è focalizzato sulla progettazione eco-sostenibile del centro ospitante. I partecipanti, provenienti da 10 regioni italiane e con lauree magistrali in diverse aree, si sono suddivisi in cinque gruppi di lavoro per condurre un'analisi dettagliata del territorio. Attraverso interviste agli operatori del centro, tecnici e cittadini, hanno esplorato la mission del centro e raccolto dati anche tramite una ciclo-escursione. La presenza della Basilica romanica, a pochi passi dal Centro, ha fornito ulteriore valore storico e culturale all’osservazione mirata dei partecipanti.

Guidati da Sonia Massari, ricercatrice del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali, e dal professor Alessio Cavicchi afferente allo stesso dipartimento e delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione, gli studenti hanno presentato proposte concrete per miglioramenti a livello sociale, gestionale, comunicativo e digitale del centro.

Tra i progetti e gli outcomes emersi, si segnalano:

  • La creazione di un luogo per le famiglie e i bambini, accessibile e proiettato verso l'educazione agro-alimentare attraverso l'esperienza.
  • Un'attività ibrida di orientamento e ricerca dedicata ai giovani adolescenti e ai nativi digitali, per permettere loro di utilizzare anche strumenti digitali per riappropriarsi del loro spazio nella natura.
  • La trasformazione del centro in un luogo di eccellenza per la ricerca, attrattivo per ricercatori nazionali e internazionali, che include anche soluzioni per il cosiddetto "turismo della ricerca", che offre soluzioni innovative e tasting sul campo, nonché uno spazio di well-being per i ricercatori e le loro famiglie.
  • Un luogo per il training, in particolare per donne innovatrici, per ritrovare fiducia nel lavoro agricolo e nell'impresa agricola, creando un ambiente per il networking e la nascita di ecosistemi rigenerativi.

“I progetti, esposti dai portavoce di ogni gruppo durante l'ultima giornata di lavoro aperta alla cittadinanza, hanno evidenziato nuove potenzialità per il Centro Enrico Avanzi, ponendo le basi per sviluppi futuri in termini di tecnologia, ricerca e innovazione, e promuovendolo come meta turistica complementare alla città di Pisa”, ha commentato il professor Angelo Canale, direttore del Centro di Ricerche Agro-ambientali "E. Avanzi".

“L'evento ha permesso agli studenti di instaurare nuovi rapporti, creare dialogo e collaborazione, esperienze che rimarranno impresse nella loro memoria – ha aggiunto la professoressa Cristina Nali, direttrice del Master - Il management del Centro Enrico Avanzi ora dispone di una preziosa raccolta di idee e proposte da valutare attentamente per il futuro sviluppo del centro”.

Il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" si distingue per la sua poliedrica natura, che combina didattica, ricerca e produzione agro-zootecnica con un forte impegno verso la sostenibilità. La maratona creativa di giugno ha rappresentato un'opportunità unica per mettere in evidenza questa diversificazione. Questo evento ha dimostrato come l'unione di diverse prospettive possa portare a soluzioni innovative e sostenibili, contribuendo a rendere il Centro un luogo ancora più dinamico e ricco di potenzialità per il futuro.

Venerdì, 19 Luglio 2024 10:22

V° edizione Botanical School

“Co_Co_24 - Contesti e Convergenze botaniche: la botanica nei grandi temi di attualità”, è il titolo della quinta edizione di BotS – Botanical School, il percorso di formazione e aggiornamento organizzato all’Orto e Museo Botanico rivolto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. In questa edizione vengono affrontati in chiave botanica aspetti di economia, di uso sostenibile delle risorse naturali, di effetti antropici connessi alla perdita di biodiversità. L’obiettivo è incrementare la visione multidisciplinare rispetto alle questioni ambientali e alla conservazione del patrimonio ambientale, certi che lo studio dell’ambiente e della sua evoluzione sono imprescindibilmente collegati alla conoscenza della biodiversità, dei servizi ecosistemici e del capitale naturale. Il percorso è valido per il riconoscimento di crediti formativi.

Leggi i dettagli 

Formare laureati capaci di assicurare la transizione da un modello produttivo a forte impatto ambientale ad uno con elevato grado di sostenibilità. È questo l’obiettivo della nuova laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili in partenza al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa che mercoledì 24 luglio aprirà le immatricolazioni per il nuovo anno accademico.

“Il mondo delle produzioni animali è sempre più attento alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, per assicurare alimenti di elevata qualità globale e, allo stesso tempo, che siano prodotti nel rispetto degli animali, delle persone e della natura – spiega il professor Marco Mariotti, presidente del nuovo corso di studio - In questa prospettiva diviene strategica la formazione di laureati magistrali che siano in grado di favorire e gestire la transizione ecologica e tecnologica in atto nella zootecnia contemporanea. Laureati che devono essere dotati di approfondite conoscenze sull’allevamento sostenibile delle diverse specie animali, sulle produzioni e sulla valutazione degli impatti che ne derivano”.

 

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Una vista della sede del Dipartimento di Scienze Veterinarie a San Pietro a Grado

 

Ad accesso libero, il nuovo corso di laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili (Classe LM-86) nasce proprio con queste finalità e prevede un percorso di studi, della durata di due anni, durante il quale le studentesse e gli studenti avranno modo di sviluppare conoscenze e competenze nei vari ambiti delle scienze agro-zootecniche.

Tra i punti salienti del corso: allevamento sostenibile di monogastrici, poligastrici, piccole specie, specie acquatiche e invertebrati; tecnologie eco-compatibili e innovazioni tecniche; benessere animale e basso impatto ambientale; biosicurezza e strategie di gestione sanitaria degli allevamenti; qualità, sicurezza e valorizzazione dei prodotti agro-alimentari.

L’acquisizione delle varie competenze previste dal corso di studio avverrà tramite lezioni teoriche, seminari di approfondimento tenuti da liberi professionisti e dialoghi tra gli studenti ed esperti del settore. Previste anche esercitazioni in aula o in laboratorio e lezioni fuori sede presso allevamenti, aziende agro-zootecniche, industrie mangimistiche, industrie alimentari e laboratori di ricerca.

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Per conseguire la laurea sarà necessario, infine, svolgere un tirocinio curriculare, finalizzato alla messa in pratica degli strumenti teorici acquisiti, e discutere una tesi sperimentale su un argomento in accordo con un docente del corso di studio.

I principali sbocchi occupazionali sono rappresentati da: aziende zootecniche e agro-zootecniche; industrie mangimistiche; industrie di costruzioni e di impiantistica zootecnica; aziende alimentari; aziende ed enti di consulenza e di certificazione; enti pubblici e privati, associazioni di categoria della filiera zootecnica e associazioni di consumatori; attività libero-professionale come dottore Agronomo e Forestale, previo conseguimento della relativa abilitazione all'esercizio della professione; insegnamento nelle scuole secondarie, previa partecipazione alle prove di ammissione per i percorsi di formazione.

Formare laureati capaci di assicurare la transizione da un modello produttivo a forte impatto ambientale ad uno con elevato grado di sostenibilità. È questo l’obiettivo della nuova laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili in partenza al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa che mercoledì 24 luglio aprirà le immatricolazioni per il nuovo anno accademico.

“Il mondo delle produzioni animali è sempre più attento alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, per assicurare alimenti di elevata qualità globale e, allo stesso tempo, che siano prodotti nel rispetto degli animali, delle persone e della natura – spiega il professor Marco Mariotti, presidente del nuovo corso di studio - In questa prospettiva diviene strategica la formazione di laureati magistrali che siano in grado di favorire e gestire la transizione ecologica e tecnologica in atto nella zootecnia contemporanea. Laureati che devono essere dotati di approfondite conoscenze sull’allevamento sostenibile delle diverse specie animali, sulle produzioni e sulla valutazione degli impatti che ne derivano”.

Ad accesso libero, il nuovo corso di laurea magistrale in Sistemi Zootecnici Sostenibili (Classe LM-86) nasce proprio con queste finalità e prevede un percorso di studi, della durata di due anni, durante il quale le studentesse e gli studenti avranno modo di sviluppare conoscenze e competenze nei vari ambiti delle scienze agro-zootecniche.

Tra i punti salienti del corso: allevamento sostenibile di monogastrici, poligastrici, piccole specie, specie acquatiche e invertebrati; tecnologie eco-compatibili e innovazioni tecniche; benessere animale e basso impatto ambientale; biosicurezza e strategie di gestione sanitaria degli allevamenti; qualità, sicurezza e valorizzazione dei prodotti agro-alimentari.

L’acquisizione delle varie competenze previste dal corso di studio avverrà tramite lezioni teoriche, seminari di approfondimento tenuti da liberi professionisti e dialoghi tra gli studenti ed esperti del settore. Previste anche esercitazioni in aula o in laboratorio e lezioni fuori sede presso allevamenti, aziende agro-zootecniche, industrie mangimistiche, industrie alimentari e laboratori di ricerca.

Per conseguire la laurea sarà necessario, infine, svolgere un tirocinio curriculare, finalizzato alla messa in pratica degli strumenti teorici acquisiti, e discutere una tesi sperimentale su un argomento in accordo con un docente del corso di studio.

I principali sbocchi occupazionali sono rappresentati da: aziende zootecniche e agro-zootecniche; industrie mangimistiche; industrie di costruzioni e di impiantistica zootecnica; aziende alimentari; aziende ed enti di consulenza e di certificazione; enti pubblici e privati, associazioni di categoria della filiera zootecnica e associazioni di consumatori; attività libero-professionale come dottore Agronomo e Forestale, previo conseguimento della relativa abilitazione all'esercizio della professione; insegnamento nelle scuole secondarie, previa partecipazione alle prove di ammissione per i percorsi di formazione.

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