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Martedì, 17 Settembre 2024 09:42

Convenzione CUG con asili nido 2025

Anche quest’anno il Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa, al fine di promuovere la conciliazione dei tempi di vita, ha stipulato una convenzione per ridurre i costi delle rette mensili degli asili nido con Arnera Società Cooperativa Sociale Onlus che gestisce numerosi nidi d’infanzia nel territorio pisano. 
Chiunque appartenga alla comunità universitaria pisana (personale docente, tecnico-amministrativo, dottorandi/e, specializzandi/e, assegnisti/e di ricerca, borsisti/e, studenti) può richiedere tali riduzioni per i propri figli e figlie.

Tutte le informazioni al link: https://cug.unipi.it/convenzione-con-asili-nido-2025/ 

Una targa e un grande applauso hanno salutato, questa mattina al Polo delle Benedettine di Pisa, gli 80 anni del professor Luciano Lenzini, ossia il “padre” italiano di Internet. Fu lui, infatti, l’artefice del primo nodo di connessione del nostro paese nel lontano 1986, proiettando l’Italia nel futuro.

“Con la targa che oggi consegniamo al prof. Luciano Lenzini il nostro Ateneo non vuole solo celebrare la sua carriera nel campo dell’informatica, ma anche ringraziarlo per il contributo che ha dato alla formazione delle nuove generazioni – ha commentato il prof. Giuseppe Iannacone, prorettore vicario dell’Università di Pisa, aprendo i festeggiamenti -  Sono tantissimi i giovani che lui ha guidato nel percorso da studenti a ricercatori e che oggi sono impegnati in importanti atenei, centri di ricerca e imprese”.

“Se oggi l’Università di Pisa può vantare una lunga e solida tradizione nel campo dell’informatica lo si deve, in primo luogo, a persone come Luciano Lenzini, artefice di quel progetto che il 30 aprile 1986 permise all’Italia di connettersi per la prima volta ad Internet – ha detto il prof. Giuseppe Anastasi, delegato del rettore per la transizione digitale dell’Ateneo pisano – Per questo oggi è un onore per noi poterlo festeggiare, come è un immenso piacere averlo ancora tra i nostri più stretti collaboratori in tanti progetti di ricerca. In particolari quelli che riguardano Quantum Computing e Quantum Networking, suo nuovo campo d’interesse.  Lunedì 23 settembre, peraltro, inaugurerà un suo corso su queste tematiche all’interno del corso di laurea in Ingegneria Informatica”.

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A festeggiarlo, sono stati i colleghi e tutta la governance dell’Università di Pisa, dove Lenzini si è laureato in Fisica nel 1969 e dove ha insegnato per quasi trent’anni come Professore Ordinario di Ingegneria Informatica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. All’Ateneo pisano era arrivato nel 1994, dopo aver lasciato il CNUCE, l’istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) dove, dal 1970, aveva svolto attività di ricerca in ambito networking.

“Questo riconoscimento mi onora e vi ringrazio - ha commentato il prof. Luciano Lenzini, al momento della consegna della targa e ricordando i passi che hanno portato al primo collegamento internet in Italia – Ho ottanta anni, ma l’entusiasmo nel fare ricerca è quello di sempre. Oggi il mio auspicio è che qui a Pisa nasca un gruppo che possa lavorare sul quantum internet in modo da poter giocare lo stesso ruolo strategico avuto tra gli anni Settanta e Ottanta per lo sviluppo di Internet nel nostro Paese”.

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Nella sua lunga e prestigiosa carriera, Lenzini ha lavorato dal 1973 al 1974 sulle reti di computer presso l'IBM Scientific Center di Cambridge in Massachusetts dove ha maturato una notevole esperienza nel campo dell'architettura e dei protocolli per le reti di computer, che a quel tempo erano nelle loro fasi iniziali. Ha poi sfruttato questa conoscenza dirigendo la progettazione e l'implementazione di RPCNET, la prima rete italiana a commutazione di pacchetto; di STELLA, la prima rete europea a pacchetto satellitare di trasmissione, e di OSIRIDE, la prima rete italiana OSI. Alla fine degli anni ’70 ha ideato e diretto l’iniziativa che ha portato al funzionamento del primo nodo Internet in Italia (il quarto in Europa dopo Norvegia, Regno Unito e Germania). Attualmente i suoi interessi di ricerca includono l’informatica quantistica e l’Internet quantistica.

Professore ordinario di Ingegneria Economico-gestionale al Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni
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Andrea Bonaccorsi, nato a Pisa nel 1962, si è laureato in Economia all’Università di Pisa nel 1986, ha conseguito il Perfezionamento (PhD) presso la Scuola Superiore Sant’Anna e nel 1990 è entrato in servizio come ricercatore all’Università di Pisa. Nel 1998 è stato chiamato come professore associato alla Scuola Sant’Anna e nel 2001 ha vinto il concorso nazionale come professore ordinario. Chiamato alla Scuola di Ingegneria nel 2004 ha preso servizio presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, dove attualmente è professore ordinario di Ingegneria Gestionale.

Incarichi istituzionali

È stato Presidente del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale dal 2016 al 2019.

Dal 2011 al 2015 è stato membro del primo Consiglio Direttivo dell’ANVUR, l’Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca.

Ha collaborato a lungo con la Commissione Europea per le politiche di ricerca. Ha partecipato al Gruppo di esperti di alto livello che ha lanciato lo European Research Council, formulando il concetto di frontier research che tuttora guida le attività dell’ERC. È stato membro per due legislature del ristretto gruppo di esperti in diretta collaborazione con i Commissari Europei alla Ricerca.

In vari anni è stato Membro del Consiglio di Amministrazione del Polo Tecnologico di Navacchio, della Fondazione ISI per l’innovazione, di GATE 4.0.  È attualmente direttore del programma di Master in Scalability- Digital technology and company growth.

Attività scientifica e didattica

Le sue attività di ricerca si collocano nell’ambito della economia della scienza e delle tecnologia e degli studi quantitativi sulla scienza. Si è occupato di teoria della diffusione di innovazioni, di metodi di analisi nonparametrica di efficienza, di tecniche di identificazione di tecnologie emergenti, di teoria del design ingegneristico. Negli ultimi anni, nell’ambito del Laboratorio Business for Data Science (B4DS), lavora alla applicazione dei metodi di Natural Language Processing alla costruzione di indicatori di scienza e tecnologia.

Ha al suo attivo oltre 200 pubblicazioni, di cui la metà sulle principali riviste internazionali. L’archivio Google Scholar registra oltre 13.500 citazioni. Negli ultimi anni viene inserito nel top 2% dei ricercatori a livello mondiale in tutte le discipline, secondo dati elaborati dalla Stanford University.

Per chi è appassionato di sostenibilità e vuole sviluppare un'idea imprenditoriale sostenibile, la nuova edizione del “Circle U. Entrepreneurial Change-Making Programme” ritorna a partire dal prossimo ottobre con una serie di webinar online e un evento in presenza a Louvain-la-Neuve a dicembre. Per iscriversi c'è tempo fino alla mezzanotte di lunedì 23 settembre.

Aperto a tutti gli studenti di laurea magistrale e dottorato, Entrepreneurial Change-Making Programme è un corso che tratta di innovazione e imprenditorialità, destinato ad affrontare le principali sfide sociali, economiche e ambientali in Europa.

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Highlights:

  • Seminari online tenuti da docenti delle Università dell’Alleanza Circle U. appartenenti a discipline diverse
  • Team di studenti multiculturali e multidisciplinari
  • Facilitatori dei team che guidano la progettazione delle idee imprenditoriali
  • Presentazione delle idee a Louvain-la-Neuve, in Belgio

Programma
Il programma inizia il 16 ottobre 2024. La prima fase si svolge completamente online. Ogni mercoledì, dalle 17.30 alle 20.00 CET, si tiene un webinar di due ore e mezza. Il programma termina con un evento finale a Louvain-la-Neuve (Belgio) dal 9 al 13 dicembre 2024. La partecipazione a tutte le attività è obbligatoria. Il programma prevede il rilascio di 5 ECTS, il cui riconoscimento dovrà essere preliminarmente verificato con i referenti del proprio corso di laurea. 

L’Università di Pisa supporterà economicamente la partecipazione di 5 studenti, contribuendo alle spese di viaggio/alloggio secondo quanto previsto dalle tabelle per la mobilità breve del programma Erasmus+.

Processo di registrazione e scadenze
Per la registrazione, inviare un CV accademico e una lettera di motivazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (e in copia conoscenza a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Nella lettera di motivazione (max 500 parole) i candidati devono descrivere, in lingua inglese, il proprio interesse verso l'imprenditoria sostenibile e l'innovazione nonché la loro esperienza o disponibilità a vivere un'esperienza formativa in un contesto internazionale e multiculturale.

La scadenza per l’invio delle domande per gli studenti UNIPI è la mezzanotte di lunedì 23 settembre 2024. L’ateneo organizzatore (UCLouvain) invierà le informazioni riguardanti l'ammissione entro e non oltre il 23 settembre. La registrazione al corso non equivale necessariamente all'ammissione. UCLouvain invierà una mail che comunica l'eventuale ammissione al corso o l'inserimento nella lista d'attesa.

Contatti
Per qualsiasi informazione, contattare il responsabile locale del corso, prof. Alessio Cavicchi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., mettendo sempre in copia la dr.ssa Alessandra Meoni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Imedaglia-chiusoli-antonetti.jpgn occasione del XXVIII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana (SCI2024) che si è svolto a Milano dal 26 al 30 agosto 2024 la professoressa Claudia Antonetti del Dipartimento di Chimica e Chimica Industria dell’Università di Pisa ha ricevuto la Medaglia Gian Paolo Chiusoli 2024.

Il riconoscimento, istituito dalla SCI su iniziativa della Divisione di Chimica Industriale e del Gruppo Interdivisionale di Catalisi, è attribuito a scienziati italiani di non oltre 45 anni di età che operano in centri di ricerca, sia accademici che industriali, per i loro contributi di particolare rilievo scientifico, innovativo o applicativo nel settore della catalisi.

La profesoressa Claudia Antonetti è stata premiata per la sua attività di ricerca focalizzata sulla sintesi, caratterizzazione ed impiego di catalizzatori preparati ad-hoc in reazioni di interesse industriale e sull’ottimizzazione di processi catalitici rivolti alla valorizzazione di biomasse, anche di scarto, ponendo sempre grande attenzione alla sostenibilità.

Nella foto, un momento della premiazione.

 

 

 

 

logo.jpgNicola Salvati, ordinario di Statistica presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, ha ricevuto l’Hukum Chandra Memorial Prize dell'International Association of Survey Statisticians (IASS). Il riconoscimento, istituito in memoria dello statistico indiano Hukum Chandra scomparso nel 2021 a causa del COVID-19, viene assegnato a statitici nel pieno della loro carriera il cui lavoro rispecchi l’eredità scientifica dello studioso scomparso. La selezione è fatta da una giura che valuta diversi criteri: la qualità del lavoro presentato, il curriculum vitae complessivo del candidato o della candidata e la rilevanza della ricerca rispetto agli interessi di Hukum Chandra.

Per l’edizione del 2024, la giuria era composta da Eric Rancourt (Presidente, Statistics Canada), Sharon Lohr, Siu-Ming Tam e Nancy McBeth che all’unanimità hanno deciso di assegnare il premio a Nicola Salvati per il suo articolo “A nested error regression model with high-dimensional parameter for small area estimation”, scritto in collaborazione con Partha Lahiri. Le motivazioni espresse dalla giuria sono state la qualità e il rigore scientifico dell’articolo, nonché l’eccellente curriculum di Salvati.

Come vincitore, Salvati ha ricevuto 500 euro e l’opportunità di presentare il suo lavoro durante il webinar IASS che si terrà nell’ottobre 2024.

 Elisabetta Palagi, etologa e professoressa dell’Università di Pisa è autrice insieme al neuroscienziato Fausto Caruana del volume Perché ridiamo. Alle origini del cervello sociale (Il Mulino, 2024). I due autori sfatano una serie di luoghi comuni a partire dall’idea, molto diffusa, secondo cui il riso sarebbe una prerogativa esclusiva degli esseri umani o che il ridere sia strettamente connesso all’humor. Il tema in realtà è un altro: la risata secondo Palagi e Caruana è la Stele di Rosetta del comportamento sociale da cui derivare una vera e propria teoria dell’interazione sociale.

Pubblichiamo di seguito l’introduzione al volume.

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Una decina di anni fa, uno degli autori di questo libro – il neuroscienziato – si era trovato nella rara condizione di poter dire qualcosa di scientificamente interessante sulle basi neurali del riso (diremo poi come e perché) e ha colto l’occasione. Molto cinico, ma l’occasione era ghiotta. Considerate che in neurologia il tema è molto serio, dato che esistono numerose condizioni patologiche che hanno il riso come tratto distintivo (una di queste, la «sindrome di riso e pianto patologico» associata alla paralisi pseudobulbare, è stata studiata da Joaquin Phoenix per dare vita alla sua celebre interpretazione di Joker). Tuttavia, per le neuroscienze, il riso – il nostro comportamento più frequente, la cosa che facciamo più spesso nell’arco delle nostre giornate – è un enigma, un comportamento misterioso. Terra incognita, come dicevano gli antichi. Perché?

Il problema principale è che il riso si sottrae a uno studio neuroscientifico rigoroso con tutte le sue forze. Robert Provine – psicologo americano e massimo studioso di questo comportamento (sentirete spesso il suo nome in questo libro) – una volta scrisse che il riso è quel comportamento che scompare quando si mette un individuo sotto scrutinio in laboratorio. Porti un soggetto sperimentale in un laboratorio scientifico e, appena si sente isolato e studiato come una cavia, per prima cosa smette di ridere. Ma se anche riusciste a farlo ridere, non potreste studiare il suo cervello a causa di un secondo problema: quando ride muove la testa, e tutto il corpo, e ogni sistema di rilevazione dell’attività neurale perderebbe il segnale e registrerebbe solo artefatti da movimento. Per questo molti neuroscienziati hanno cercato di aggirare il problema, studiando cosa succede quando ascoltiamo una risata, anziché quando siamo noi a ridere, anche se ovviamente non è la stessa cosa. Tornando a noi, poco meno di dieci anni fa, dicevamo, uno degli autori inizia una collaborazione con l’importantissimo centro di chirurgia dell’epilessia «Claudio Munari», all’Ospedale Niguarda di Milano, un gruppo di medici leader al mondo nella cura dei pazienti con epilessia farmacoresistente mediante approccio neurochirurgico. Una delle pratiche cliniche utilizzate al «Claudio Munari» prevede l’utilizzo della stimolazione elettrica intracerebrale, che viene applicata tramite elettrodi in grado di attivare artificialmente una piccola porzione di materia cerebrale. La stimolazione elettrica – una tecnica largamente utilizzata in neurochirurgia e il cui scopo è quello di individuare con la massima precisione il focus epilettogeno – viene eseguita su pazienti svegli e produce due tipi di risposte: risposte comportamentali (cioè movimenti osservabili da chiunque sia presente nella stanza) o risposte soggettive (ovvero effetti percepiti solo dal paziente: sensazioni, allucinazioni visive o uditive, ricordi, sapori ecc.). Ma i neurologi avevano notato che, in alcuni casi, i pazienti rispondevano alla stimolazione scoppiando a ridere e che spesso il riso era associato a una vera e propria esplosione di divertimento. Che diavolo stava succedendo? Ecco aperta una finestra esclusiva sulle basi neurali del riso: se non è possibile registrare segnali neurali dal cervello di una persona mentre ride, almeno è possibile indurre questo comportamento stimolando alcune regioni del cervello.

 

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Più o meno negli stessi anni, all’Università di Pisa, l’altro autore di questo libro (l’etologa) cominciava a interessarsi ai meccanismi alla base della condivisione degli stati d’animo tra i compagni di gruppo, fossero questi umani o non umani. Quali sono i meccanismi attraverso cui gli uomini e gli animali trasmettono emozioni o informazioni in modo automatico e veloce, senza necessità di utilizzare meccanismi di comunicazione complessa? Il primo comportamento su cui cadono gli occhi dell’etologa è lo sbadiglio. Che nulla ha a che vedere con il riso, penseranno i lettori. Vero. Tuttavia, lo sbadiglio è contagioso e lo sappiamo bene quando siamo in gruppo e uno di noi comincia a sbadigliare. Tempo qualche secondo e la combriccola si trasforma in un insieme di persone a bocca aperta, impegnate in grandi respiri e mugolii. Dopo poco tempo, l’idea che è ora di andare a dormire viene condivisa da tutti. Attraverso un comportamento semplice, o meglio attraverso la sua contagiosità, il gruppo si sincronizza. Vedremo più tardi, nel corso di questa narrazione, come il contagio di sbadiglio sia uno dei meccanismi alla base della nostra socialità e di quella degli altri animali. Lo sbadiglio è contagioso, ma lo è anche la risata. E l’etologa lo sapeva bene! Per il suo dottorato di ricerca (più di dieci anni fa!) decide infatti di concentrarsi sulle espressioni facciali, condite da vocalizzazioni che le grandi scimmie emettono quando giocano. Appare immediatamente evidente che tali «schiamazzi» avvengono non tanto quando le scimmie giocano da sole, ma quando si solleticano, si rotolano e rincorrono le altre. In parole povere, le risate sono intercalate nelle diverse azioni ludiche effettuate dagli animali. La risata appare quindi un elemento essenziale quando si gioca insieme, un elemento di punteggiatura che dà senso alle azioni che si susseguono velocemente. Ma come fanno gli animali a comprenderne il significato, elaborarlo e tradurlo in informazione emotiva. Esattamente come avviene per lo sbadiglio, la risata è contagiosa, Ecco che tutto ruota di nuovo intorno al concetto «faccio mio ciò che vedo sulla tua faccia» per entrare in sintonia con te. Ecco quindi trovata la chiave per la comprensione del riso, guardarlo sulla faccia dell’altro.

In entrambi i filoni di studio, sia in quello legato alle basi neurali del riso umano sia in quello legato al comportamento animale, le domande suscitate dalle prime evidenze hanno aperto la porta ad altre domande, per rispondere alle quali è necessario uscire dall’ambito ristretto di una singola disciplina, per intavolare un dialogo con discipline incredibilmente lontane e disparate, che includono neurologia, filosofia, linguistica, psicologia dello sviluppo, semiotica e altre ancora più lontane, come la storia romana o l’arte visiva (esiste anche lo yoga della risata, ma in realtà non ne sappiamo nulla: sappiamo solo che esiste). Ed ecco cosa emerge: per secoli e secoli sulla risata sono circolate due assunzioni che a questo punto, però, pensiamo siano totalmente sbagliate e che hanno bloccato la strada a ogni progresso. La prima è che la risata è un comportamento unicamente umano e, quindi, che gli altri animali non ridano. La seconda è che la risata è qualcosa di strettamente connesso allo humor. Questo dialogo interdisciplinare ci ha invece convinto di due cose. La prima è che le due assunzioni appena citate siano sbagliate. La seconda è che la risata sia la Stele di Rosetta del comportamento sociale. E da qui l’idea di unire le forze e scriverci sopra un libro. Abbiamo dato un nome a questa idea: teoria dell’interazione sociale.

Questo libro vuole fornire una fotografia del riso presa da diverse prospettive – neuroscienze, etologia, filosofia, psicologia sociale, linguistica – ma tutto tenuto insieme all’interno di una narrazione coerente, ovvero quella fornita da un approccio evoluzionista. Ci sono solo alcuni libri sul riso, e questi libri sono scritti per lo più da critici letterari, da antropologi, da psicologi sociali e, soprattutto, da filosofi. Di conseguenza, questi volumi si focalizzano sugli aspetti più tipicamente umani del riso, allontanandosi inevitabilmente da un approccio naturalistico. Questo libro invece è scritto da un neuroscienziato e da un’etologa, e questo rende il libro molto diverso, con un orientamento «neuroetologico», smaccatamente naturalistico ed evoluzionista. Ma partiamo dall’inizio. E quando diciamo dall’inizio diciamo sul serio: partiamo dai filosofi greci.

E' bandita la 25° edizione del premio ICU "Laura Conti" - dedicato ad Ambiente Sostenibilità Educazione Sicurezza Risparmio Solidarietà.

Il premio è nato per ricordare Laura Conti, che fu tra i fondatori della Lega per l’Ambiente e autrice di talento sulla questione dell’educazione, dell’assistenza sociale e d’ambiente.

Il Premio ha come obiettivo la valorizzazione e la divulgazione delle tesi di laurea che si occupano delle problematiche legate alla società sostenibile, alle energie rinnovabili, alla mobilità intelligente, al riciclo, ai rifiuti, alla bioedilizia, al commercio equo, alla difesa della natura, allo studio e alla difesa dei diritti dei consumatori e di molto altro ancora.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 30 novembre 2024.

Informazioni in allegato. 
Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

L'Università di Palermo deve procedere al rinnovo della composizione del Collegio di disciplina di Ateneo per il triennio 2024/2027, di cui fanno anche parte, oltre ai docenti interni, quattro componenti effettivi (2 ordinari e 2 associati) e  due componenti supplenti (1 ordinario e 1 associato scelti tra professori ordinari e associati) in servizio presso altri atenei.

Le manifestazioni d’interesse dovranno pervenire tramite PEC all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. corredate dal curriculum vitae et studiorum, datato e firmato, e di copia di un documento di identità in corso di validità.

Nell’oggetto dovrà essere riportata la seguente dicitura: “Avviso per la designazione dei componenti esterni nel Collegio di disciplina dell’Ateneo di Palermo”.
Le manifestazioni d’interesse dovranno pervenire entro le ore 12:00 del 09 ottobre 2024.

Leggi i dettagli

Modulo per partecipare

La Gioconda di Leonardo da Vinci in due millimetri, il Cherubino dell’Università di Pisa in appena mezzo millimetro. Sono micro “prove di maestria” per testare un nuovo prototipo di stampante ad alta risoluzione dell’Ateneo pisano destinato a fabbricare microdispositivi elettronici su supporti bidimensionali come la carta. Lo strumento è infatti in grado di realizzare stampe a risoluzioni submicrometriche, superando i limiti dei dispositivi attualmente in commercio.

“Questa miniaturizzazione costituisce un ulteriore passo avanti - spiega Elisabetta Dimaggio, ricercatrice dell’Università di Pisa - Il futuro è infatti nell’elettronica flessibile e indossabile, nella creazione di sistemi alternativi rispetto a quelli classici basati su silicio che possano adattarsi a diverse superfici per portare l'elettronica ovunque, proprio lì dove serve. In questo scenario, uno dei campi di applicazione più promettenti è ad esempio quello biomedicale con apparecchi indossabili e capaci di registrare i parametri vitali senza dover necessariamente far ricorso a sistemi ingombranti o invasivi”.

Dal punto di vista tecnico la stampante realizzata è estremamente versatile e integra due diverse tecniche di deposizione additiva di materiali (Inkjet e Dip Pen Nanolithography) e una tecnica sottrattiva, (Scratching Lithography). Le diverse modalità possono essere eseguite in sequenza senza dover mai rimuovere il campione dalla stampante, fattore che riduce il rischio di danneggiamento dei substrati e dei materiali.

La stampante è stata messo a punto nel laboratorio di Printable Electronics del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione in collaborazione con l’azienda toscana Quantavis srl e NANO-CNR di Pisa. La ricerca, pubblicata sulla rivista Advanced Materials Technologies ha come primo autore Riccardo Sargeni, dottorando UNIPI ed è stata finanziata dalla Commissione europea attraverso due progetti (ERC PEP2D e ERC Proof of Concept PREPRINT) che vedono impegnato il gruppo guidato dal professore Gianluca Fiori dell’Università di Pisa.


 

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