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Giovedì, 19 Settembre 2024 16:34

La composizione del gruppo

Il Gruppo di lavoro su Molestie e Violenze di Genere in Ateneo è costituito da:

  • Sig.ra Alice Caliendo, Rappresentante della componente studentesca designata dal Consiglio degli studenti;
  • Prof.ssa Silvia Cervia, docente di Sociologia dei processi culturali e dell’educazione, componente del Presidio della Qualità e coordinatrice del Gruppo di Lavoro;
  • Prof. Antonio Cisternino, Presidente del Sistema Informatico di Ateneo (SIA)
  • Prof.ssa Elena Dundovich, Presidente del Comitato Unico di Garanzia (CUG);
  • Avv. Arianna Enrichens, Consigliera di fiducia dell’Università di Pisa;
  • Prof.ssa Barbara Pacini, Delegata per le statistiche di Ateneo;
  • Dott.ssa Francesca Pecori, Responsabile dall’Ufficio per l’eguaglianza e le differenze;
  • Prof.ssa Enza Pellecchia, Prorettrice per la coesione della comunità universitaria;
  • Prof.ssa Renata Pepicelli, Delegata del rettore per le attività in Gender studies and Equal opportunities;

Grazie al finanziamento del Comitato Unico di Garanzia (CUG), è stato possibile integrare il Gruppo di lavoro attraverso l’assunzione di una borsista di ricerca a tempo determinato, la dottoressa Eleonora Rigo, laureata triennale in Scienze Politiche – Curriculum sociologico all’Università di Pisa e studentessa magistrale in Sociologia e Sfide globali all’Università di Firenze.

DashTickets Foundation promuove per l'anno 2024-2025 il concorso per una borsa di studio di tremila euro che sarà conferita al miglior saggio sul tema "In che modo l’edutainment contribuisce all’apprendimento e alla crescita personale nell’era digitale?".

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 22 aprile 2025.

Leggi i dettagli 

Per ulteriori informazioni contattare via e-mail l'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

“Mi è piaciuta questa esperienza della Palestra di Gabriele – dice Aurora di scienze infermieristiche -. Ho notato come siete abituati tutti a prendervi cura delle persone a 360°”. Marco, di Scienze Motorie, si è emozionato vedendo il rapporto speciale tra un operatore e un assistito al momento dell’immersione di quest’ultimo nella vasca con idromassaggio. Le fa eco Elisa, della magistrale in scienze infermieristiche: “Belle emozioni. Vedere prima la persona che la patologia è qualcosa che bisogna imparare”. Mariangela che studia Scienze Infermieristiche al second’anno a Massa: “Ho visto molta collaborazione tra le diverse professioni, e questo mi piace”. Michel non ha dubbi: “mi piacerebbe fare il tirocinio in questa struttura, perché mi sembra un posto speciale

Questi sono alcuni dei commenti di studenti e studentesse delle professioni sanitarie dell'Università di Pisa nel corso dell’Open Day della Palestra di Gabriele che si è svolto sabato 14 settembre, a Collesalvetti, presso il Santa Caterina, una delle otto strutture della Fondazione Maffi.

Quaranta studenti della Scuola di medicina dell’università di Pisa che frequentano i corsi delle professioni sanitarie, in particolare Scienze infermieristiche (Presidente Prof. Angelo Baggiani), Fisioterapia (Presidente Prof. Carmelo Chisari), Logopedia (Presidente Prof.ssa Francesca Forli), Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (Presidente Prof. Paolo Parchi); Scienze e tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattive (Presidente Prof. Gabriele Siciliano), hanno partecipato in piccoli gruppi ad attività teorico-pratiche della Palestra di Gabriele.

Un percorso esperienziale che la Fondazione Maffi offre, ormai da tempo, a un pubblico molto vasto, anche di non addetti ai lavori. In questa occasione i partecipanti erano studenti che si avviano a diventare professionisti della cura. Ad accoglierli e ad introdurre la mattinata c’era Franco Luigi Falorni, Presidente della Maffi, che ha ricordato come la “Palestra di Gabriele” sia nata per aiutare a vedere bellezza anche lì dove si potrebbe percepire tutt’altro.

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L’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, ha parlato di gratuità e della necessità che la cura, pur utilizzando macchine sempre più sofisticate, abbia bisogno prima di tutto del rapporto umano. Ha poi ricordato la sua esperienza di partecipante alla “Palestra” e di come abbia scoperto un modo di vedere il mondo sorprendente e interessante grazie all’incontro con un’anziana signora malata di Alzheimer che vive nella casa Maffi di Rosignano.

Il prof. Marco Macchia, delegato del Rettore per i rapporti con il territorio, ha sottolineato quanto questa iniziativa sia particolarmente sentita dal Rettore Prof Riccardo Zucchi e di come entrambe le due istituzioni possano trarre vantaggio da questa collaborazione, offrendo una formazione che è cruciale per comprendere il significato della disabilità e per rappresentare concretamente valori quali la prossimità, la solidarietà e l’etica.

L’evento è il risultato di un percorso coordinato dal prof. Emanuele Neri, Presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Pisa, con i presidenti di Corso di Laurea che hanno aderito all’iniziativa, e con la Prof.ssa Caterina Rizzo, delegata per la formazione continua dell’Università, che hanno creduto in questa iniziativa e nelle possibili ricadute in ambito universitario.
Il Prof. Emanuele Neri ha ricordato agli studenti l’importanza dell'intelligenza emotiva, che si sviluppa unicamente attraverso un percorso esperienziale di tirocinio in strutture della rete formativa dei Corsi di laurea, che è alla base del rapporto operatore sanitario-paziente.

Michele Passarelli Lio, direttore generale della Fondazione, ha illustrato i servizi sociosanitari offerti nelle otto strutture che si caratterizzano per la cura di un ventaglio molto ampio di fragilità che va dagli anziani alle persone con diverse forme di disabilità mentale e fisica, fino alle persone in stato vegetativo.

Prima della divisione dei partecipanti nei sei laboratori – presentati da Antonia Peroni, direttore Socio-Sanitario della Maffi - Raffaele Carissimo, psichiatra e Medico Responsabile della struttura, ha svolto alcune riflessioni su come il linguaggio usato nelle leggi o nei media sia ancora oggi poco sensibile alla dignità delle persone portatrici di disabilità e di come questo sia indice di un lavoro che resta da fare, anche con la coerenza dei comportamenti.

 

Preparare professionisti che operano nelle imprese culturali pubbliche e private nel settore dei beni artistici da molti considerato il petrolio dell’Italia. È questo uno degli obiettivi di StaArt, la nuova laurea magistrale in storia dell’Arte dell’Università di Pisa appena attivata. Il percorso formativo multidisciplinare è infatti arricchito da laboratori pratici e tirocini che consentono di entrare in contatto con le diverse professioni nel mondo del lavoro. Queste non si limitano all’insegnamento nelle scuole, alla ricerca accademica, o alla pubblica amministrazione. Tra gli sbocchi possibili ci sono il curatore nella produzione e comunicazione di eventi connessi all’arte e alla sua storia, l’organizzazione di residenze per artisti emergenti, progetti di didattica museale, impieghi nell’editoria e nel mercato dell’arte in aste e gallerie commerciali.


“A Pisa - spiega il professore Sergio Cortesini presidente di StArt - studentesse e studenti potranno approcciarsi allo studio della Storia dell’arte intesa come mappatura visuale della storia dell’intelligenza umana, come espressione personale ma anche mezzo di comunicazione sociale. Saranno invitati ad analizzare le storie degli artisti e della critica, spaziando dal mondo tardo-antico al presente, in Italia e in Europa ma sempre di più guardando in prospettive transnazionali e decoloniali, che aprono alla consapevolezza di storie delle arti plurali e dell’arte globale”.

StArt intende così fornire a studentesse e studenti una solida base di carattere storico e metodologico per indagare le opere d’arte non soltanto da un punto di vista formale, ma anche come prodotto intellettuale e materiale di un determinato contesto storico, culturale, sociale ed economico. La specificità di un’opera d’arte si arricchisce così nello studio delle fonti documentarie, archivistiche e a stampa, e oggi anche digitali e multimediali.
Con questo approccio interdisciplinare, le iscritte e gli iscritti di StArt potranno inoltre conoscere le tecniche e lo stato di conservazione dei manufatti e studiare come valorizzare il patrimonio che ci è stato tramandato o quello che stiamo producendo, percorrendo la storia del collezionismo e confrontandosi con le sfide dei musei di oggi.

Per le iscrizioni e le informazioni sul piano di studi tutte le informazioni sono sul sito del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Preparare professionisti che operano nelle imprese culturali pubbliche e private nel settore dei beni artistici da molti considerato il petrolio dell’Italia. È questo uno degli obiettivi di StaArt, la nuova laurea magistrale in storia dell’Arte dell’Università di Pisa appena attivata. Il percorso formativo multidisciplinare è infatti arricchito da laboratori pratici e tirocini che consentono di entrare in contatto con le diverse professioni nel mondo del lavoro. Queste non si limitano all’insegnamento nelle scuole, alla ricerca accademica, o alla pubblica amministrazione. Tra gli sbocchi possibili ci sono il curatore nella produzione e comunicazione di eventi connessi all’arte e alla sua storia, l’organizzazione di residenze per artisti emergenti, progetti di didattica museale, impieghi nell’editoria e nel mercato dell’arte in aste e gallerie commerciali.


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Il professore Cortesini insieme ad un gruppo di studentesse e studenti


“A Pisa - spiega il professore Sergio Cortesini presidente di StArt - studentesse e studenti potranno approcciarsi allo studio della Storia dell’arte intesa come mappatura visuale della storia dell’intelligenza umana, come espressione personale ma anche mezzo di comunicazione sociale. Saranno invitati ad analizzare le storie degli artisti e della critica, spaziando dal mondo tardo-antico al presente, in Italia e in Europa ma sempre di più guardando in prospettive transnazionali e decoloniali, che aprono alla consapevolezza di storie delle arti plurali e dell’arte globale”.

StArt intende così fornire a studentesse e studenti una solida base di carattere storico e metodologico per indagare le opere d’arte non soltanto da un punto di vista formale, ma anche come prodotto intellettuale e materiale di un determinato contesto storico, culturale, sociale ed economico. La specificità di un’opera d’arte si arricchisce così nello studio delle fonti documentarie, archivistiche e a stampa, e oggi anche digitali e multimediali.
Con questo approccio interdisciplinare, le iscritte e gli iscritti di StArt potranno inoltre conoscere le tecniche e lo stato di conservazione dei manufatti e studiare come valorizzare il patrimonio che ci è stato tramandato o quello che stiamo producendo, percorrendo la storia del collezionismo e confrontandosi con le sfide dei musei di oggi.

Per le iscrizioni e le informazioni sul piano di studi tutte le informazioni sono sul sito del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

 

In occasione della settimana europea della mobilità dal 16 al 22 settembre, la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) dell'Università di Pisa insieme a Federazione italiana ambiente e bicicletta (FIAB) organizzano per venerdì 20 settembre due iniziative speciali per promuovere una mobilità cittadina più sostenibile e consapevole.

Dalle 8.30 alle 10.00 e dalle 14.00 alle 15.30 si svolge “Bike2Work”: studentesse, studenti, personale e docenti sono invitati a recarsi in Ateneo con la biciletta e a passare dal cortile del Palazzo la Sapienza (via Curtatone e Montanara) dove potranno compilare un breve questionario e contribuire a migliorare le politiche di mobilità sostenibile dell’Ateneo. In cambio riceveranno le istruzioni su come ritirare un gadget gratuito per la propria bicicletta.
Il pomeriggio dalle 17.30 al Centro Congressi Le Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno, 16), si terrà un evento aperto a tutti dedicato alla mobilità urbana dal titolo "Chiacchierata informale sul tema del mobility management". Sono previsti gli interventi di Eleonora Perotto, Mobility manager Politecnico di Milano, di Barbara Melotti, Mobility Manager Aeroporto Bologna e di Paolo Ferri, Ceo Wecity.

Per partecipare alle due iniziative è raccomandata la registrazione. Ma intanto parliamo della giornata con il professor Marco Avvenuti, referente mobilità della Commissione per la Sostenibilità di Ateneo e con la sua presidente professoressa Elisa Giuliani, pro-rettrice per la Sostenibilità e l’Agenda 2030.

Professore Avvenuti, quali sono le sfide e opportunità per rendere le nostre città più accessibili, sicure e rispettose dell’ambiente?
Partiamo prima di tutto dalla sicurezza. Purtroppo, fatti tragici e recenti, e penso al ciclista travolto e rimasto ucciso in uno scontro con un’auto sui lungarni a Pisa a inizio settembre, ci ricordano, con grande rammarico, che anche nella nostra città la sicurezza stradale è motivo di allarme, come del resto lo è a livello nazionale. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 in Italia gli incidenti sono avvenuti per il 73,3% in strade urbane, le vittime sono aumentate per i conducenti di biciclette (212; 205 nel 2022) e sono 485 fra i pedoni. Gli utenti più vulnerabili rappresentano il 50% dei morti sulle strade (49,3% nel 2022). E una nota particolarmente negativa è la quota di bambini da 0 a 14 anni deceduti in incidente stradale: 41 nel 2023, in aumento rispetto agli anni precedenti. Proprio in ambito urbano, dove le infrastrutture e le regolamentazioni dovrebbero garantire sicurezza e vivibilità, assistiamo sempre più spesso a comportamenti che mettono a rischio la vita, quali velocità eccessiva, utilizzo dei cellulari alla guida, mancato rispetto delle norme elementari della circolazione. Ed è triste constatare che, come società, ci siamo abituati a tollerare tutto questo per un sistema di mobilità che privilegia la velocità, quando poi sappiamo che nei centri urbani gli spostamenti avvengono a velocità medie sempre più basse a causa dell’abuso delle auto private e della congestione che ne consegue. E che la maggior parte delle distanze percorse è inferiore ai 4 km, quindi percorribili con biciclette.

Che si può fare per migliorare la situazione?
È urgente recuperare il ritardo nell'attuazione di interventi concreti per ridurre, se non azzerare, il numero delle vittime. Sappiamo che è possibile, come dimostrano le esperienze di molte città europee e ora anche italiane, come ad esempio a Bologna, dove dopo l’introduzione della “Città 30” si è registrato un calo degli incidenti più gravi (-37,8%), insieme ad un aumento dell’uso della bicicletta (+12%), del bike sharing (+92%) e del trasporto pubblico (+11%). Esistono quindi strumenti efficaci per salvare vite umane e migliorare la vivibilità nelle città senza comprometterne la mobilità. Tra questi, la moderazione della velocità, con l'istituzione di zone a 30 km/h sempre più ampie, il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, l’uso di dispositivi previsti dal codice della strada come il restringimento dello spazio dedicato alle auto private, la condivisione della carreggiata, le piste ciclabili. Inoltre, è fondamentale un’azione di repressione dei comportamenti scorretti con una presenza più capillare delle forze dell'ordine e l’uso appropriato di strumenti tecnologici di controllo (autovelox) e i sistemi di sicurezza attiva a bordo dei veicoli.

Professoressa Giuliani, cosa sta facendo la Commissione per la Sostenibilità di Ateneo?
Come Commissione per la Sostenibilità di Ateneo abbiamo il compito di guidare l'Università verso un suo sviluppo sostenibile, anche sotto il profilo della mobilità urbana. Soprattutto non vogliamo che la percezione di una scarsa sicurezza scoraggi le migliaia di persone che popolano la nostra comunità universitaria a utilizzare la bicicletta per gli spostamenti. Il tema della sicurezza si aggiunge peraltro al già grave problema dell’esposizione dei cittadini e delle cittadine (a piedi o meno) all’inquinamento da particolati fini legato al traffico urbano, che la ricerca scientifica dimostra essere responsabile di migliaia di morti premature all’anno. Auspichiamo pertanto un cambiamento culturale nella concezione dell’uso della strada e che questo sia ampiamente condiviso anche nelle altre realtà cittadine. Anche alla luce dell’accordo sui temi della sostenibilità siglato tra la nostra università e il Comune di Pisa il 7 maggio scorso, siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale per trovare soluzioni che rendano la mobilità sostenibile e, soprattutto, sicura.

 

In occasione della settimana europea della mobilità dal 16 al 22 settembre, la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) dell'Università di Pisa insieme a Federazione italiana ambiente e bicicletta (FIAB) organizzano per venerdì 20 settembre due iniziative speciali per promuovere una mobilità cittadina più sostenibile e consapevole.

Dalle 8.30 alle 10.00 e dalle 14.00 alle 15.30 si svolge “Bike2Work”: studentesse, studenti, personale e docenti sono invitati a recarsi in Ateneo con la biciletta e a passare dal cortile del Palazzo la Sapienza (via Curtatone e Montanara) dove potranno compilare un breve questionario e contribuire a migliorare le politiche di mobilità sostenibile dell’Ateneo. In cambio riceveranno le istruzioni su come ritirare un gadget gratuito per la propria bicicletta.
Il pomeriggio dalle 17.30 al Centro Congressi Le Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno, 16), si terrà un evento aperto a tutti dedicato alla mobilità urbana dal titolo "Chiacchierata informale sul tema del mobility management". Sono previsti gli interventi di Eleonora Perotto, Mobility manager Politecnico di Milano, di Barbara Melotti, Mobility Manager Aeroporto Bologna e di Paolo Ferri, Ceo Wecity.

 

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Per partecipare alle due iniziative è raccomandata la registrazione. Ma intanto parliamo della giornata con il professor Marco Avvenuti, referente mobilità della Commissione per la Sostenibilità di Ateneo e con la sua presidente professoressa Elisa Giuliani, pro-rettrice per la Sostenibilità e l’Agenda 2030.

Professore Avvenuti, quali sono le sfide e opportunità per rendere le nostre città più accessibili, sicure e rispettose dell’ambiente?
Partiamo prima di tutto dalla sicurezza. Purtroppo, fatti tragici e recenti, e penso al ciclista travolto e rimasto ucciso in uno scontro con un’auto sui lungarni a Pisa a inizio settembre, ci ricordano, con grande rammarico, che anche nella nostra città la sicurezza stradale è motivo di allarme, come del resto lo è a livello nazionale. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 in Italia gli incidenti sono avvenuti per il 73,3% in strade urbane, le vittime sono aumentate per i conducenti di biciclette (212; 205 nel 2022) e sono 485 fra i pedoni. Gli utenti più vulnerabili rappresentano il 50% dei morti sulle strade (49,3% nel 2022). E una nota particolarmente negativa è la quota di bambini da 0 a 14 anni deceduti in incidente stradale: 41 nel 2023, in aumento rispetto agli anni precedenti. Proprio in ambito urbano, dove le infrastrutture e le regolamentazioni dovrebbero garantire sicurezza e vivibilità, assistiamo sempre più spesso a comportamenti che mettono a rischio la vita, quali velocità eccessiva, utilizzo dei cellulari alla guida, mancato rispetto delle norme elementari della circolazione. Ed è triste constatare che, come società, ci siamo abituati a tollerare tutto questo per un sistema di mobilità che privilegia la velocità, quando poi sappiamo che nei centri urbani gli spostamenti avvengono a velocità medie sempre più basse a causa dell’abuso delle auto private e della congestione che ne consegue. E che la maggior parte delle distanze percorse è inferiore ai 4 km, quindi percorribili con biciclette.

Che si può fare per migliorare la situazione?
È urgente recuperare il ritardo nell'attuazione di interventi concreti per ridurre, se non azzerare, il numero delle vittime. Sappiamo che è possibile, come dimostrano le esperienze di molte città europee e ora anche italiane, come ad esempio a Bologna, dove dopo l’introduzione della “Città 30” si è registrato un calo degli incidenti più gravi (-37,8%), insieme ad un aumento dell’uso della bicicletta (+12%), del bike sharing (+92%) e del trasporto pubblico (+11%). Esistono quindi strumenti efficaci per salvare vite umane e migliorare la vivibilità nelle città senza comprometterne la mobilità. Tra questi, la moderazione della velocità, con l'istituzione di zone a 30 km/h sempre più ampie, il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, l’uso di dispositivi previsti dal codice della strada come il restringimento dello spazio dedicato alle auto private, la condivisione della carreggiata, le piste ciclabili. Inoltre, è fondamentale un’azione di repressione dei comportamenti scorretti con una presenza più capillare delle forze dell'ordine e l’uso appropriato di strumenti tecnologici di controllo (autovelox) e i sistemi di sicurezza attiva a bordo dei veicoli.

Professoressa Giuliani, cosa sta facendo la Commissione per la Sostenibilità di Ateneo?
Come Commissione per la Sostenibilità di Ateneo abbiamo il compito di guidare l'Università verso un suo sviluppo sostenibile, anche sotto il profilo della mobilità urbana. Soprattutto non vogliamo che la percezione di una scarsa sicurezza scoraggi le migliaia di persone che popolano la nostra comunità universitaria a utilizzare la bicicletta per gli spostamenti. Il tema della sicurezza si aggiunge peraltro al già grave problema dell’esposizione dei cittadini e delle cittadine (a piedi o meno) all’inquinamento da particolati fini legato al traffico urbano, che la ricerca scientifica dimostra essere responsabile di migliaia di morti premature all’anno. Auspichiamo pertanto un cambiamento culturale nella concezione dell’uso della strada e che questo sia ampiamente condiviso anche nelle altre realtà cittadine. Anche alla luce dell’accordo sui temi della sostenibilità siglato tra la nostra università e il Comune di Pisa il 7 maggio scorso, siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale per trovare soluzioni che rendano la mobilità sostenibile e, soprattutto, sicura.

Martedì, 17 Settembre 2024 09:44

Convenzione CUG con asili nido 2025

 

Anche quest’anno il Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa, al fine di promuovere la conciliazione dei tempi di vita, ha stipulato una convenzione per ridurre i costi delle rette mensili degli asili nido con Arnera Società Cooperativa Sociale Onlus che gestisce numerosi nidi d’infanzia nel territorio pisano. 
Chiunque appartenga alla comunità universitaria pisana (personale docente, tecnico-amministrativo, dottorandi/e, specializzandi/e, assegnisti/e di ricerca, borsisti/e, studenti) può richiedere tali riduzioni per i propri figli e figlie.

Tutte le informazioni al link: https://cug.unipi.it/convenzione-con-asili-nido-2025/ 

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