Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Anthony L. Johnson, docente di Letteratura inglese all’Università di Pisa
Domenica 16 febbraio è venuto a mancare il professor Anthony Leonard Johnson, a lungo ordinario di Letteratura inglese all’Università di Pisa. Nato a Londra nel 1939, dopo un periodo all’Università di Firenze, si è trasferito nell’Ateneo pisano nel 1983, dove ha assunto la cattedra di Lingua e Letteratura inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. È stato vicedirettore del Dipartimento di Anglistica dal 2003 al 2006. Era in pensione dal 2010.
Qui di seguito pubblichiamo un ricordo del professore a firma dei colleghi del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.
*****
Domenica 16 febbraio ci ha lasciati Anthony Leonard Johnson, già professore ordinario di Letteratura inglese all'Università di Pisa. Stimato collega, brillante studioso, docente amato dai suoi allievi, ha consacrato la vita allo studio delle lettere indagando, con passione e ineguagliabile sottigliezza analitica, le intricate trame fonosimboliche, anagrammatiche e semiologiche della parola poetica in ambito anglofono.
Tra i suoi numerosi studi, caratterizzati da una sempre cristallina visione analitica e un rigore metodologico senza pari, spiccano le opere su Yeats (The Verbal Art of W.B.Yeats; i commenti alle edizioni delle opere yeatsiane tradotte da Marianni; il titanico lavoro fatto per i Meridiani, con Boitani e Marianni), e i saggi su Eliot (Sign and Structure in the Poetry of Eliot; Rhapsody: tre studi su una lirica di T.S. Eliot, con Pagnini e Serpieri, e molti altri).
Oltre a Shakespeare, ha indagato l’opera poetica di Keats, curando anche il volume per il bicentenario, insieme a Christensen (The Challenge of Keats: Bicentenary Essays, 1795-1995), e una splendida collettanea sull’esilio romantico di Shelley e Byron a Pisa (Paradise of Exiles. Shelley and Byron in Pisa), in collaborazione con l’altrettanto amato e compianto Mario Curreli.
Non tutti ricordano che Anthony L. Johnson è stato anche un giovane poeta di vibrante sensibilità. Tra le sue raccolte in versi, spicca Marigolds, Stilts, Solitudes: selected poems, 1956-1984, un insieme di liriche nelle quali l’attenzione al suono della parola, resa memorabile dalla ritmica del verso, è intessuta di immagini e simboli di vitalistica bellezza ed eterna sapienza archetipica, a riprova di quanto la grande competenza del saggista adulto sia sempre andata di pari passo con la raffinata eleganza del poeta.
Il Direttore e i colleghi del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, gli amici e allievi tutti lo salutano con affetto e gratitudine.
Once out of nature I shall never take
My bodily form from any natural thing,
But such a form as Grecian goldsmiths make
Of hammered gold and gold enamelling
(Sailing to Byzantium, di William B. Yeats).
Il commiato è previsto martedì 18, alle ore 15, presso la Pubblica Assistenza di via Bargagna.
L’Università di Pisa in prima linea per l’istruzione superiore in Palestina e Giordania: al via il progetto BASE
Riformare l’istruzione superiore in Palestina e Giordania, rafforzando la qualità dei corsi di laurea e il riconoscimento internazionale dei titoli di studio: è questo l’ambizioso obiettivo di BASE - Bologna for Science Education in Palestine and Jordan, il progetto Erasmus+ che vede l’Università di Pisa come unico istituto di istruzione superiore italiano, insieme all’Università di Barcellona e numerosi atenei palestinesi e giordani. L’Ateneo pisano è parte di un’iniziativa strategica che punta ad allineare i sistemi universitari locali agli standard europei, migliorando l’accreditamento e la sostenibilità della ricerca scientifica.
Il progetto, coordinato dall’An-Najah National University in Palestina, è stato ufficialmente avviato con un kickoff meeting svoltosi recentemente ad Amman. Durante l’incontro inaugurale, rappresentanti accademici e istituzionali di Palestina, Giordania, Italia e Spagna hanno delineato le linee guida del progetto, che prevede la collaborazione tra università, ministeri dell’istruzione e organismi di accreditamento. L’obiettivo è quello di facilitare l’adozione degli standard del Processo di Bologna, ottimizzando la qualità della formazione universitaria e favorendo una maggiore mobilità internazionale per studenti e docenti. Un tema centrale del meeting è stato il difficile contesto in cui operano le università palestinesi, aggravato dal conflitto in corso. Il ministro dell’Istruzione palestinese, Amjad Barham, ha sottolineato l’urgenza di sostenere il settore accademico, con particolare attenzione all’impatto devastante che la crisi sta avendo sulle università di Gaza.
Per l’Università di Pisa, hanno preso parte all’incontro le referenti scientifiche del progetto, Maria Franzini e Lara Tavoschi, docenti del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Il loro contributo sarà cruciale per l’elaborazione di strategie volte a rafforzare la sostenibilità della ricerca scientifica e la cooperazione tra le istituzioni coinvolte, in un percorso che punta a costruire un sistema universitario più solido e riconosciuto a livello internazionale.
“Tali iniziative – sottolinea Maria Franzini – svolgono un ruolo cruciale nel sostenere l'istruzione e supportare il futuro degli studenti. I leader universitari e i funzionari dell'accreditamento hanno sottolineato l'importanza di modernizzare i programmi di studio, rafforzare le partnership tra università e industria e allineare l'istruzione universitaria alle esigenze del mercato del lavoro”. “Questo progetto segna un passo trasformativo verso il miglioramento dell'istruzione superiore in Palestina e Giordania, garantendo che i laureati siano ben attrezzati per poter cogliere le opportunità lavorative e di ricerca sia a livello regionale che globale”, aggiunge Lara Tavoschi”.
Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali e supervisore delle attività progettuali, ha così commentato la partecipazione al progetto: “Di fronte alle sfide della società contemporanea, l’Università di Pisa è da anni impegnata a generare e diffondere conoscenza e a contribuire, anche tramite i finanziamenti Erasmus+, allo sviluppo e alla modernizzazione del settore dell’istruzione superiore in varie parti del mondo. La partecipazione a BASE ci dà dunque la possibilità, da una parte, di sostenere gli istituti di istruzione superiore partner nel soddisfare gli standard internazionali, dando anche al personale universitario la possibilità di gestire e attuare efficacemente i cambiamenti, ma soprattutto dimostra concretamente l’impegno di Ateneo per l’attuazione dei principi della pace, della sostenibilità e della responsabilità sociale, come recentemente ratificato nello Statuto. Già la scorsa primavera, infatti, in una seduta congiunta di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione era stato approvato un documento in cui si indicava che l’Ateneo avrebbe promosso lo sviluppo di collaborazioni con istituzioni universitarie palestinesi e questo progetto ci dà l’occasione per attuare questo obiettivo”.
Concluse le indagini geofisiche nell’area archeologica di Khor Rori in Oman
Si è recentemente conclusa la missione scientifica del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa nel Sultanato dell’Oman, con i professori Adriano Ribolini ed Eusebio Stucchi che hanno condotto indagini geofisiche nel sito archeologico di Khor Rori, nella regione del Dhofar (Oman meridionale), patrimonio UNESCO dal 1998. In quell’area è attivo il DHOMIAP Project, che ha l’obiettivo di indagare il palinsesto uomo-ambiente nell’area del Dhofar, con l’intento di ricostruire le dinamiche insediative, la distribuzione spaziale e le relazioni che intercorsero fra gli abitanti dell’area durante l’epoca preislamica.
“Con il DHOMIAP Project prosegue la lunga tradizione di studi archeologici dell’Università di Pisa in quest’area dell’Oman – commenta Silvia Lischi, archeologa responsabile del progetto, che ha conseguito il dottorato nell’Ateneo di Pisa ed è attualmente post-doc alla Sorbona di Parigi – Queste indagini mirano a individuare strutture sepolte risalenti alla prima fase di insediamento dei Sudarabici nell’area di Khor Rori, antecedente alla fase di massima espansione della città costiera di Sumhuram (Tarda Età del Ferro) e contemporanea all’uso intensivo dell’area da parte della popolazione autoctona nota come Dhofar Coastal Culture”.
“Per le nostre indagini, sono stati utilizzati un Ground-Penetrating Radar e un Magnetometro differenziale (Gradiometro) con cui abbiamo esplorato i primi metri di sottosuperficie, alla ricerca di resti di potenziale interesse archeologico e in particolare strutture murarie compatibili con un insediamento stabile”, spiega Adriano Ribolini. “I dati raccolti sono attualmente in fase di elaborazione presso il Laboratorio Georadar e il Laboratorio di Geofisica del Dipartimento di Scienze della Terra” – aggiunge il professor Eusebio Stucchi. "Le prime immagini radar (mappe di ampiezza di riflessione) rivelano l'esistenza di figure geometriche coerenti con strutture murarie di spessori pluri-decimetrici", conclude Adriano Ribolini.
I risultati della missione potrebbero fornire nuove chiavi di lettura sui rapporti tra la popolazione costiera autoctona del Dhofar, insediata sul promontorio di Inqitat, e quella esogena proveniente dal Regno Sudarabico dello Hadramawt, stanziata a Sumhuram.
L’Università di Pisa in prima linea per l’istruzione superiore in Palestina e Giordania: al via il progetto BASE
Riformare l’istruzione superiore in Palestina e Giordania, rafforzando la qualità dei corsi di laurea e il riconoscimento internazionale dei titoli di studio: è questo l’ambizioso obiettivo di BASE - Bologna for Science Education in Palestine and Jordan, il progetto Erasmus+ che vede l’Università di Pisa come unico istituto di istruzione superiore italiano, insieme all’Università di Barcellona e numerosi atenei palestinesi e giordani. L’Ateneo pisano è parte di un’iniziativa strategica che punta ad allineare i sistemi universitari locali agli standard europei, migliorando l’accreditamento e la sostenibilità della ricerca scientifica.
Il progetto, coordinato dall’An-Najah National University in Palestina, è stato ufficialmente avviato con un kickoff meeting svoltosi recentemente ad Amman. Durante l’incontro inaugurale, rappresentanti accademici e istituzionali di Palestina, Giordania, Italia e Spagna hanno delineato le linee guida del progetto, che prevede la collaborazione tra università, ministeri dell’istruzione e organismi di accreditamento. L’obiettivo è quello di facilitare l’adozione degli standard del Processo di Bologna, ottimizzando la qualità della formazione universitaria e favorendo una maggiore mobilità internazionale per studenti e docenti. Un tema centrale del meeting è stato il difficile contesto in cui operano le università palestinesi, aggravato dal conflitto in corso. Il ministro dell’Istruzione palestinese, Amjad Barham, ha sottolineato l’urgenza di sostenere il settore accademico, con particolare attenzione all’impatto devastante che la crisi sta avendo sulle università di Gaza.
Per l’Università di Pisa, hanno preso parte all’incontro le referenti scientifiche del progetto, Maria Franzini e Lara Tavoschi, docenti del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Il loro contributo sarà cruciale per l’elaborazione di strategie volte a rafforzare la sostenibilità della ricerca scientifica e la cooperazione tra le istituzioni coinvolte, in un percorso che punta a costruire un sistema universitario più solido e riconosciuto a livello internazionale.
“Tali iniziative – sottolinea Maria Franzini – svolgono un ruolo cruciale nel sostenere l'istruzione e supportare il futuro degli studenti. I leader universitari e i funzionari dell'accreditamento hanno sottolineato l'importanza di modernizzare i programmi di studio, rafforzare le partnership tra università e industria e allineare l'istruzione universitaria alle esigenze del mercato del lavoro”. “Questo progetto segna un passo trasformativo verso il miglioramento dell'istruzione superiore in Palestina e Giordania, garantendo che i laureati siano ben attrezzati per poter cogliere le opportunità lavorative e di ricerca sia a livello regionale che globale”, aggiunge Lara Tavoschi”.
Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali e supervisore delle attività progettuali, ha così commentato la partecipazione al progetto: “Di fronte alle sfide della società contemporanea, l’Università di Pisa è da anni impegnata a generare e diffondere conoscenza e a contribuire, anche tramite i finanziamenti Erasmus+, allo sviluppo e alla modernizzazione del settore dell’istruzione superiore in varie parti del mondo. La partecipazione a BASE ci dà dunque la possibilità, da una parte, di sostenere gli istituti di istruzione superiore partner nel soddisfare gli standard internazionali, dando anche al personale universitario la possibilità di gestire e attuare efficacemente i cambiamenti, ma soprattutto dimostra concretamente l’impegno di Ateneo per l’attuazione dei principi della pace, della sostenibilità e della responsabilità sociale, come recentemente ratificato nello Statuto. Già la scorsa primavera, infatti, in una seduta congiunta di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione era stato approvato un documento in cui si indicava che l’Ateneo avrebbe promosso lo sviluppo di collaborazioni con istituzioni universitarie palestinesi e questo progetto ci dà l’occasione per attuare questo obiettivo”.
Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Anthony L. Johnson, docente di Letteratura inglese all’Università di Pisa
Domenica 16 febbraio è venuto a mancare il professor Anthony Leonard Johnson, a lungo ordinario di Letteratura inglese all’Università di Pisa. Nato a Londra nel 1939, dopo un periodo all’Università di Firenze, si è trasferito nell’Ateneo pisano nel 1983, dove ha assunto la cattedra di Lingua e Letteratura inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. È stato vicedirettore del Dipartimento di Anglistica dal 2003 al 2006. Era in pensione dal 2010.
Qui di seguito pubblichiamo un ricordo del professore a firma dei colleghi del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica.
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Domenica 16 febbraio ci ha lasciati Anthony Leonard Johnson, già professore ordinario di Letteratura inglese all'Università di Pisa. Stimato collega, brillante studioso, docente amato dai suoi allievi, ha consacrato la vita allo studio delle lettere indagando, con passione e ineguagliabile sottigliezza analitica, le intricate trame fonosimboliche, anagrammatiche e semiologiche della parola poetica in ambito anglofono.
Tra i suoi numerosi studi, caratterizzati da una sempre cristallina visione analitica e un rigore metodologico senza pari, spiccano le opere su Yeats (The Verbal Art of W.B.Yeats; i commenti alle edizioni delle opere yeatsiane tradotte da Marianni; il titanico lavoro fatto per i Meridiani, con Boitani e Marianni), e i saggi su Eliot (Sign and Structure in the Poetry of Eliot; Rhapsody: tre studi su una lirica di T.S. Eliot, con Pagnini e Serpieri, e molti altri).
Oltre a Shakespeare, ha indagato l’opera poetica di Keats, curando anche il volume per il bicentenario, insieme a Christensen (The Challenge of Keats: Bicentenary Essays, 1795-1995), e una splendida collettanea sull’esilio romantico di Shelley e Byron a Pisa (Paradise of Exiles. Shelley and Byron in Pisa), in collaborazione con l’altrettanto amato e compianto Mario Curreli.
Non tutti ricordano che Anthony L. Johnson è stato anche un giovane poeta di vibrante sensibilità. Tra le sue raccolte in versi, spicca Marigolds, Stilts, Solitudes: selected poems, 1956-1984, un insieme di liriche nelle quali l’attenzione al suono della parola, resa memorabile dalla ritmica del verso, è intessuta di immagini e simboli di vitalistica bellezza ed eterna sapienza archetipica, a riprova di quanto la grande competenza del saggista adulto sia sempre andata di pari passo con la raffinata eleganza del poeta.
Il Direttore e i colleghi del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, gli amici e allievi tutti lo salutano con affetto e gratitudine.
Once out of nature I shall never take
My bodily form from any natural thing,
But such a form as Grecian goldsmiths make
Of hammered gold and gold enamelling
(Sailing to Byzantium, di William B. Yeats).
Il commiato è previsto martedì 18, alle ore 15, presso la Pubblica Assistenza di via Bargagna.
Equality and Diversity: How to Welcome Differences without Freezing Identities? (Parigi e online, 10 marzo 2025)
Concluse le indagini geofisiche nell’area archeologica di Khor Rori in Oman
Si è recentemente conclusa la missione scientifica del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa nel Sultanato dell’Oman, con i professori Adriano Ribolini ed Eusebio Stucchi che hanno condotto indagini geofisiche nel sito archeologico di Khor Rori, nella regione del Dhofar (Oman meridionale), patrimonio UNESCO dal 1998. In quell’area è attivo il DHOMIAP Project, che ha l’obiettivo di indagare il palinsesto uomo-ambiente nell’area del Dhofar, con l’intento di ricostruire le dinamiche insediative, la distribuzione spaziale e le relazioni che intercorsero fra gli abitanti dell’area durante l’epoca preislamica.
“Con il DHOMIAP Project prosegue la lunga tradizione di studi archeologici dell’Università di Pisa in quest’area dell’Oman – commenta Silvia Lischi, archeologa responsabile del progetto, che ha conseguito il dottorato nell’Ateneo di Pisa ed è attualmente post-doc alla Sorbona di Parigi – Queste indagini mirano a individuare strutture sepolte risalenti alla prima fase di insediamento dei Sudarabici nell’area di Khor Rori, antecedente alla fase di massima espansione della città costiera di Sumhuram (Tarda Età del Ferro) e contemporanea all’uso intensivo dell’area da parte della popolazione autoctona nota come Dhofar Coastal Culture”.
“Per le nostre indagini, sono stati utilizzati un Ground-Penetrating Radar e un Magnetometro differenziale (Gradiometro) con cui abbiamo esplorato i primi metri di sottosuperficie, alla ricerca di resti di potenziale interesse archeologico e in particolare strutture murarie compatibili con un insediamento stabile”, spiega Adriano Ribolini. “I dati raccolti sono attualmente in fase di elaborazione presso il Laboratorio Georadar e il Laboratorio di Geofisica del Dipartimento di Scienze della Terra” – aggiunge il professor Eusebio Stucchi. "Le prime immagini radar (mappe di ampiezza di riflessione) rivelano l'esistenza di figure geometriche coerenti con strutture murarie di spessori pluri-decimetrici", conclude Adriano Ribolini.
I risultati della missione potrebbero fornire nuove chiavi di lettura sui rapporti tra la popolazione costiera autoctona del Dhofar, insediata sul promontorio di Inqitat, e quella esogena proveniente dal Regno Sudarabico dello Hadramawt, stanziata a Sumhuram.
Le ricercatrici di Ingegneria incontrano bambini e bambine della Scuola primaria di Lorenzana per la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza
L'11 febbraio 2025, in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, una delegazione di docenti e ricercatrici del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DESTEC) dell’Università di Pisa ha partecipato a un evento speciale organizzato dalla Scuola primaria di Lorenzana dell’Istituto comprensivo di Fauglia.
La delegazione messa insieme da Eva Schito, ricercatrice in ingegneria energetica e delegata per le Questioni di genere e le pari opportunità del DESTEC, includeva altre quattro ricercatrici: Irene Spada, ricercatrice in ingegneria gestionale, che ha rappresentato insieme ad altre due dottorande, Diana Domenichini e Chiara Lelli, il loro gruppo di ricerca Business Engineering for Data Science, e Benedetta Marradi, ingegnera edile. L’iniziativa è stata promossa da Chiara Tracanna, insieme alle altre maestre della Scuola Primaria di Lorenzana, che adotta il modello di scuola Senza Zaino e accoglie in totale 70 bambini tra la prima e la quinta.
L’obiettivo della giornata di avvicinare bambine e bambini alle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) è stato colto dalle docenti e ricercatrici del DESTEC attraverso esperimenti pratici e momenti di confronto, realizzando diverse attività per le varie classi, coinvolgendo le bambine e i bambini ai loro ambiti di studio e ricerca attraverso il gioco e gli esperimenti.
Per i più piccoli della prima e della seconda classe sono state svolte due attività. Eva Schito ha realizzato insieme alle bambine e ai bambini degli esperimenti utilizzando una termocamera collegata a uno smartphone: hanno osservato come gli oggetti e il corpo umano emettono calore, al fine di comprendere i concetti di temperatura e radiazione infrarossa.
Irene Spada, insieme a Diana Domenichini e Chiara Lelli, ha introdotto le bambine e i bambini in un viaggio nell’Intelligenza Artificiale (AI) attraverso un approccio ludico e narrativo.
Benedetta Marradi ha svolto con i bambini più grandi, delle classi terza, quarta e quinta, l’attività “misura e costruisci la classe che vorresti”. Attraverso misuratori laser e software di progettazione 3D, hanno preso le misure della loro aula e immaginato la classe ideale, esplorando i concetti di spazio, progettazione e design architettonico.
L’evento si è concluso con un’intervista in cui i bambini e le bambine hanno avuto la possibilità di porre domande alle docenti, scoprendo da vicino il loro percorso accademico e professionale nel mondo della scienza e dell’ingegneria.
La partecipazione dell’Università di Pisa e del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni a questa giornata testimonia l’importanza di iniziative che promuovano la presenza femminile nelle discipline scientifiche fin dall’infanzia, ispirando le nuove generazioni a esplorare il mondo della scienza senza barriere di genere.
L’evoluzione dell’alta formazione in un volume curato dal Consorzio Quinn
Il Consorzio Quinn celebra oltre 35 anni di impegno nella formazione avanzata con “L’Evoluzione dell’Alta Formazione”, una pubblicazione che ripercorre le trasformazioni del settore e ne racconta il ruolo strategico nel favorire il cambiamento e l’innovazione. Curato da Giacomo Petrini, responsabile Alta Formazione, Ricerca e Sistemi di Gestione del Consorzio Quinn, il volume raccoglie il contributo di esperti e professionisti che hanno vissuto in prima linea l’evoluzione dell’alta formazione come leva strategica per la crescita delle persone e delle organizzazioni.
“Fare accadere il cambiamento è ciò per cui lavoriamo, studiamo, progettiamo e ci confrontiamo ogni giorno in Consorzio – sottolinea Ilaria Campana, direttrice del Consorzio Quinn – Una missione che trova nell'Alta Formazione non solo un grande alleato ma una vera e propria condizione abilitante. Questa pubblicazione attinge a piene mani da una storia di Alta Formazione del Consorzio lunga 35 anni e rappresenta il racconto vivo di centinaia di progetti di cambiamento "in campo". Grazie a Giacomo Petrini per aver saputo raccontare questa esperienza, a tutti coloro che hanno messo a disposizione i loro preziosi contributi e un grazie speciale al nostro Roberto Mirandola”
La pubblicazione è strutturata in tre sezioni, ciascuna dedicata a temi centrali che hanno plasmato il panorama formativo negli ultimi trent’anni: “Evoluzione dell’Alta Formazione”, in cui si fa un’analisi dell’esperienza trentennale del Consorzio Quinn, dalla sua fondazione nel 1989 sotto la guida del Prof. Roberto Mirandola, fino ad oggi. Roberto Mirandola, Giacomo Petrini, Roberta Giunta e Alessia Sebastiano riflettono sull’evoluzione dei percorsi master, evidenziandone il valore e la capacità di adattarsi ai cambiamenti.
Si prosegue con uno sguardo su esperienze di formazione settoriale altamente specializzate. Mara D’Amico e Silvia Ubaldini (ISPRA) raccontano l’esperienza ventennale delle Scuole EMAS, nate per formare esperti nella gestione ambientale, mentre Gianvito D’Aprile e Massimo Giacomelli (Lattanzio KIBS) analizzano il ruolo dell’e-learning nella Pubblica Amministrazione. Completano la sezione Enzo Di Giulio ed Elisabetta Pisatti (Eni Corporate University), che esplorano il legame tra formazione, transizione energetica e sostenibilità.
La sezione “Formazione al Cambiamento” approfondisce la formazione come leva per la gestione del cambiamento. Marco Bernardini e Ilaria Campana (Consorzio Quinn) illustrano l’importanza di formare figure chiave per affrontare le trasformazioni tecnologiche e organizzative, mentre Giacomo Petrini e Gianpiero Negri presentano Innovation Way, una suite di laboratori pensata per l’innovazione nelle PMI. Gianpiero Negri riflette inoltre sulla formazione all’imprenditorialità, basandosi su esperienze con studenti e startup.
L’ultima sezione “Formazione e Tecnologia” esamina il rapporto tra alta formazione e innovazione tecnologica. Luca Santoni (Regione Toscana) presenta l’esperienza di TRIO, la piattaforma di e-learning della Regione Toscana, mentre Niccolò Viale approfondisce l’impatto della gamification nei percorsi formativi. Anna Monreale e Daniela Rotelli dell’Università di Pisa chiudono la sezione con un’analisi sull’uso dell’Intelligenza Artificiale in ambito educativo, evidenziandone opportunità, limiti e implicazioni etiche.
Più di un’opera di approfondimento, la pubblicazione è un racconto corale che, attraverso la voce degli autori, offre una prospettiva concreta su come la formazione abbia accompagnato e abilitato il cambiamento in diversi contesti. "La lettura di questo testo ci sprona e dà gli stimoli ad andare avanti a migliorare la capacità di trasformazione, di “fare accadere” che ha l’alta formazione," afferma Giacomo Petrini, curatore della pubblicazione.
“L’Evoluzione dell’Alta Formazione” è disponibile gratuitamente sul sito www.consorzioquinn.it.
(Fonte Ufficio Stampa Consorzio Quinn).
First census of the flora of the Pisa area: 1404 species in total, 112 of which alien
The city of Pisa is considered the cradle of modern botany: in 1543, during the Renaissance, the first academic botanical garden in the world was founded at the University of Pisa. However, despite this illustrious history, there has never been a complete list of all species and subspecies of vascular plants (ferns, conifers, flowering plants) that grow spontaneously in the Pisa area.
This gap was filled by a group of botanists from the University of Pisa – Lorenzo Peruzzi, Gianni Bedini and Jacopo Franzoni of the Department of Biology, and Iduna Arduini of the Department of Agricultural, Food and Agro-environmental Sciences – along with Brunello Pierini, a passionate scholar of the subject. The group conducted a study, recently published in the international journal Plants, which examined a total of 1404 species and subspecies, 112 of which alien, in the Pisa area.
“Despite the marked urbanisation of the area, we have documented significant floristic richness, with 33% more native species than expected,” says Lorenzo Peruzzi, Full Professor of Systematic Botany. “Unfortunately, however, alien species are also strongly represented, with 34.9% more than expected.”
From a conservation perspective, the inventory includes some endangered plants, most of which were found in the nature reserve of the Parco Naturale Regionale di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli. Specifically, there are four vulnerable species (Butomus umbellatus, Leucojum aestivum subsp. Aestivum, Ranunculus ophioglossifolius, Thelypteris palustris), nine endangered species (Anacamptis palustris, Baldellia ranunculoides, Cardamine Apenina, Centaurea aplolepa subsp. Subciliata, Hottonia palustris, Hydrocotyle vulgaris, Sagittaria sagittifolia, Solidago virgaurea subsp. Litoralis, Triglochin barrelieri) and one critically endangered species (Symphytum tanaicense).
All the work was based on existing literature and field observations recorded in the Wikiplantbase online database #Toscana and in iNaturalist.
“The problem of biological invasions is very significant in the Pisa area,” comments Iduna Arduini, Associate Professor of Environmental and Applied Botany, “among the 45 invasive alien species documented in the study, there are 4 species of union relevance, i.e. those whose negative impact is so serious that it requires coordinated and uniform action at the European Union level, and one species, Salpichroa origanifolia, which is locally very invasive”.
“The main source of the floristic data used is Wikiplantbase #Toscana,” continues Gianni Bedini, Full Professor of Systematic Botany, “a freely accessible floristic database from which we were able to extract 12,002 reports, available thanks to the efforts of numerous active collaborators, illustrating the crucial role played by the so-called Citizen Science in gathering important floristic information”.
“This work, in addition to taking stock of the floristic knowledge of the city, will also provide the basic data for the project IDEM FLOS, financed through a cascade grant call by the National Biodiversity Future Center, with the University of Trieste as the lead partner,” concludes Jacopo Franzoni, research fellow in Systematic Botany. “It will also allow us to build a tool for the identification of all these species, which will be made freely available to the local population by 2025.”