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Venerdì, 04 Ottobre 2024 08:41

E’ in arrivo una “nuova fisica”?

C’è anche l’Università di Pisa nell’esperimento NA62 condotto al CERN di Ginevra che potrebbe annunciare una rivoluzione nel mondo della fisica. Al centro di tutto ci sono le osservazioni su una rarissima forma di decadimento che avviene soltanto una volta ogni dieci miliardi di casi di una particella chiamata 'kaone' scoperta quasi 80 anni fa.

Secondo gli scienziati, i risultati ottenuti dall’esperimento NA62 sono ancora compatibili con le previsioni del Modello Standard, la teoria di riferimento della fisica che descrive il comportamento di tutte le particelle, ma se ne discostano un poco. Gli eventi osservati, infatti, sono del 50% più numerosi del previsto. Ciò potrebbe essere dovuto all’effetto di particelle sconosciute, e non previste dal Modello Standard, che aumentano la probabilità di questo fenomeno.

NA62.jpg

“Il gruppo di Pisa, che comprende alcuni docenti dell’Ateneo e personale della sezione di Pisa dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha contribuito in modo essenziale a numerosi aspetti della costruzione del raffinato apparato sperimentale, in particolare negli ultimi anni realizzando il sistema elettronico di selezione e lettura dei moltissimi dati raccolti e contribuendo alla loro analisi”, racconta Marco Sozzi, professore del dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa.

“Le particelle K – continua Sozzi - sono estremamente sensibili a fenomeni anche molto piccoli ed elusivi, e quindi permettono di mettere alla prova le attuali teorie sulla composizione dell'universo con una precisione difficilmente raggiungibile in altro modo”.

L'esperimento NA62 è frutto di una collaborazione internazionale ed è coordinato dall'ottobre 2022 da Giuseppe Ruggiero, ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e professore all'Università di Firenze.

 

Mercoledì 16, 23 e 30 ottobre e mercoledì 6 novembre, presso l'Orto Botanico, avrà luogo la nuova edizione "Ritratti nell'Orto", un incontro di illustrazione scientifico-botanica tenuto da Silvana Rava.

Dalle ore 14.30 alle ore 16.00 si terrà il corso per principianti dedicato a "La rotondità dei frutti".
Dalle ore 17.00 alle ore 18.30 si terrà il corso intermedio -avanzato dedicato a "Il ciclamino".

Posti limitati. Prenotazione obbligatoria scrivendo a Silvana Rava: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Referente per l’Orto e Museo Botanico: Roberta Vangelisti, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per maggiori informazioni consultare il link:

https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/scuola-pittura-botanica-acquerello/ 

Mercoledì 16, 23 e 30 ottobre e mercoledì 6 novembre, presso l'Orto Botanico, avrà luogo la nuova edizione "Ritratti nell'Orto", un incontro di illustrazione scientifico-botanica tenuto da Silvana Rava.

Dalle ore 14.30 alle ore 16.00 si terrà il corso per principianti dedicato a "La rotondità dei frutti".
Dalle ore 17.00 alle ore 18.30 si terrà il corso intermedio -avanzato dedicato a "Il ciclamino".

Posti limitati. Prenotazione obbligatoria scrivendo a Silvana Rava: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Referente per l’Orto e Museo Botanico: Roberta Vangelisti, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per maggiori informazioni consultare il link:

https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/scuola-pittura-botanica-acquerello/ 

Maggiori informazioni: https://www.circle-u.eu/events/2025/cross-incubation-week.html

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì 27 settembre 2024 si è tenuto il workshop di apertura del Corso di perfezionamento Executive "AI 4 YOUR BUSINESS" organizzato dal Dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa con il Consorzio Quinn, dal titolo "Information Technology: Un ruolo sempre più centrale e un catalizzatore per le strategie aziendali". L'evento ha rappresentato un'importante occasione per discutere il ruolo crescente dell'intelligenza artificiale come strumento essenziale per la trasformazione digitale delle aziende.

Il corso accoglie 17 partecipanti, provenienti da vari background accademici e professionali, che hanno iniziato un percorso di crescita volto a sviluppare competenze trasversali e una visione strategica sull’utilizzo delle tecnologie digitali nel contesto aziendale. Il workshop ha segnato l’inizio di un programma formativo che mira a fornire gli strumenti necessari per affrontare le sfide del futuro e guidare le imprese nel cambiamento che si concluderà a gennaio 2025.

AI4YB Banner corso

Il workshop è iniziato con i saluti istituzionali di Vincenzo Ambriola, direttore del Dipartimento di Informatica, che ha sottolineato come l'intelligenza artificiale sia ormai parte integrante della nostra quotidianità e della necessità di formare professionisti consapevoli. Caterina Rizzo, delegata alla Formazione continua dell'Università di Pisa, ha evidenziato l'importanza di un life-long learning multidisciplinare e della collaborazione tra dipartimenti per affrontare tematiche sempre più complesse e in continua evoluzione. Giuseppe D'Onza, delegato al Bilancio dell'Università e membro del Consiglio del corso, ha rimarcato il bisogno di formare figure professionali in grado di rispondere alla crescente richiesta di competenze trasversali da parte delle aziende e delle pubbliche amministrazioni. Anna Monreale, delegata ai Master e direttrice del Master in Big Data Analytics & Social Mining, ha concluso i saluti istituzionali, sottolineando come questo corso rappresenti un consolidamento delle collaborazioni tra diverse realtà accademiche e professionali.

Mariarita Pierotti, direttrice del corso, ha introdotto i partecipanti, evidenziando l'importanza di un programma formativo che unisce teoria e pratica per affrontare le sfide del presente e del futuro delle aziende. Giacomo Petrini, Head of Advanced Education del Consorzio Quinn, ha rimarcato come l’intelligenza artificiale rappresenti una leva strategica per il business moderno.

Durante il workshop, numerosi esperti del settore hanno condiviso le loro testimonianze, provenienti da realtà come la Scuola Superiore Sant'Anna, SoBigData, AI-LOG, 3logic, Saipem, Wolters & Kluwer, Kode, Geckosoft e AlmaWave. Questi interventi hanno messo in luce il valore della contaminazione tra discipline economico-aziendali e informatiche, evidenziando l'importanza di un approccio integrato alla trasformazione digitale.

 

Giovedì, 03 Ottobre 2024 08:49

Anche i delfini ridono

I delfini sono giocherelloni e si sa, la scoperta è che quando giocano fra loro ridono pure. Una nuova ricerca, appena pubblicata sulla rivista Cell Press iScience e condotta dall’Università di Pisa, ha dimostrato infatti per la prima volta che questi animali (nome scientifico Tursiops truncatus) usano una particolare espressione facciale a “bocca aperta”, analoga alla risata di altre specie di mammiferi, nelle loro interazioni ludiche.

“Nel corso del nostro studio non solo abbiamo osservato questa espressione facciale, ma abbiamo anche dimostrato che i delfini sono in grado replicarla - spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell'Ateno pisano che ha coordinato il team di ricerca internazionale - infatti quando vedono la “risata” di un loro simile la ricambiano una volta su tre”.

Il gioco dei delfini può includere acrobazie, surf, giochi con gli oggetti, inseguimenti e combattimenti, ed è importante che queste attività non vengano fraintese con atti di aggressioni.

“Il gesto della bocca aperta si è probabilmente evoluto dall'azione del mordere, interrompendo la sequenza del morso per lasciare solo l'“intenzione di mordere” senza contatto” - continua Palagi - “La bocca aperta rilassata, che si vede nei mammiferi, dai carnivori, ai primati, uomo incluso, è un segno universale di giocosità, che aiuta i giocatori a evitare che un gioco di lotta vada incontro a una escalation conflittuale”.

Nel corso dello studio, ricercatrici e ricercatori hanno registrato i tursiopi in cattività mentre giocavano in coppia e mentre giocavano liberamente con i loro addestratori umani. È risultato che i delfini usano spesso l’espressione a bocca aperta quando giocano con altri delfini, ma meno frequentemente quando giocano con gli umani o da soli, in quest’ultimo caso la risata è stata rilevata un’unica volta. In totale sono stati registrati 1288 casi di “bocca aperta” durante le sessioni di gioco. I delfini erano poi più propensi a “ridere” quando si trovavano nel campo visivo del compagno di gioco - l'89% delle espressioni a bocca aperta registrate sono state emesse in questo contesto - e quando questa espressione è stato percepita è stata ricambiata il 33% delle volte.

“Alcuni potrebbero obiettare che i delfini imitano le espressioni a bocca aperta dei loro simili per puro caso, ma questo non spiegherebbe velocità e frequenza di reazione, il comportamento imitativo arriva infatti entro un secondo e si verifica 13 volte di più quando c’è un contatto visivo”, spiega Veronica Maglieri, assegnista di ricerca dell’Ateneo pisano - “Questo comportamento dei delfini è inoltre molto simile con quanto osservato in altri carnivori, come le manguste e gli orsi malesi”.

“Comunicare con la faccia durante il gioco è importante anche in animali acquatici – conclude Palagi – Questo aspetto è stato finora largamente trascurato nei mammiferi marini. La maggior parte degli studi si concentra su comportamenti più funzionali della comunicazione, come il coordinamento sociale o la caccia, mentre il gioco viene spesso considerato un comportamento secondario. In più, mentre molti studi sui delfini si sono focalizzati sulla comunicazione acustica (ad esempio, i fischi e i suoni emessi sott'acqua) questa ricerca esplora il ruolo della comunicazione visiva, mettendo in luce l'importanza delle espressioni facciali e ampliando così la comprensione delle molteplici modalità comunicative dei delfini che appaiono più integrate di quello che si pensava in precedenza”.

Per l’unità di Etologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, ha condotto lo studio la professoressa Elisabetta Palagi insieme a Veronica Maglieri e a Federica Vantaggio, studentessa magistrale. Hanno inoltre collaborato i professori Livio Favaro dell’Università di Torino e Alban Lemasson dell’Università di Rennes (Francia). Infine, il parco Zoomarine Italia, con la dottoressa Cristina Pilenga, e quello di Planete Sauvage (Francia), con il dottor Martin Boye hanno ospitato la parte sperimentale e contribuito alla parte tecnica.

Crediti foto: ZooMarine, Italia

Giovedì, 03 Ottobre 2024 08:43

Anche i delfini ridono

I delfini sono giocherelloni e si sa, la scoperta è che quando giocano fra loro ridono pure. Una nuova ricerca, appena pubblicata sulla rivista Cell Press iScience e condotta dall’Università di Pisa, ha dimostrato infatti per la prima volta che questi animali (nome scientifico Tursiops truncatus) usano una particolare espressione facciale a “bocca aperta”, analoga alla risata di altre specie di mammiferi, nelle loro interazioni ludiche.

“Nel corso del nostro studio non solo abbiamo osservato questa espressione facciale, ma abbiamo anche dimostrato che i delfini sono in grado replicarla - spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell'Ateno pisano che ha coordinato il team di ricerca internazionale - infatti quando vedono la “risata” di un loro simile la ricambiano una volta su tre”.

Open Mouth Credits ZooMarine, Italia copia.jpg

Il gioco dei delfini può includere acrobazie, surf, giochi con gli oggetti, inseguimenti e combattimenti, ed è importante che queste attività non vengano fraintese con atti di aggressioni.

“Il gesto della bocca aperta si è probabilmente evoluto dall'azione del mordere, interrompendo la sequenza del morso per lasciare solo l'“intenzione di mordere” senza contatto” - continua Palagi - “La bocca aperta rilassata, che si vede nei mammiferi, dai carnivori, ai primati, uomo incluso, è un segno universale di giocosità, che aiuta i giocatori a evitare che un gioco di lotta vada incontro a una escalation conflittuale”.

Nel corso dello studio, ricercatrici e ricercatori hanno registrato i tursiopi in cattività mentre giocavano in coppia e mentre giocavano liberamente con i loro addestratori umani. È risultato che i delfini usano spesso l’espressione a bocca aperta quando giocano con altri delfini, ma meno frequentemente quando giocano con gli umani o da soli, in quest’ultimo caso la risata è stata rilevata un’unica volta. In totale sono stati registrati 1288 casi di “bocca aperta” durante le sessioni di gioco. I delfini erano poi più propensi a “ridere” quando si trovavano nel campo visivo del compagno di gioco - l'89% delle espressioni a bocca aperta registrate sono state emesse in questo contesto - e quando questa espressione è stato percepita è stata ricambiata il 33% delle volte.

“Alcuni potrebbero obiettare che i delfini imitano le espressioni a bocca aperta dei loro simili per puro caso, ma questo non spiegherebbe velocità e frequenza di reazione, il comportamento imitativo arriva infatti entro un secondo e si verifica 13 volte di più quando c’è un contatto visivo”, spiega Veronica Maglieri, assegnista di ricerca dell’Ateneo pisano - “Questo comportamento dei delfini è inoltre molto simile con quanto osservato in altri carnivori, come le manguste e gli orsi malesi”.

“Comunicare con la faccia durante il gioco è importante anche in animali acquatici – conclude Palagi – Questo aspetto è stato finora largamente trascurato nei mammiferi marini. La maggior parte degli studi si concentra su comportamenti più funzionali della comunicazione, come il coordinamento sociale o la caccia, mentre il gioco viene spesso considerato un comportamento secondario. In più, mentre molti studi sui delfini si sono focalizzati sulla comunicazione acustica (ad esempio, i fischi e i suoni emessi sott'acqua) questa ricerca esplora il ruolo della comunicazione visiva, mettendo in luce l'importanza delle espressioni facciali e ampliando così la comprensione delle molteplici modalità comunicative dei delfini che appaiono più integrate di quello che si pensava in precedenza”.

Per l’unità di Etologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, ha condotto lo studio la professoressa Elisabetta Palagi insieme a Veronica Maglieri e a Federica Vantaggio, studentessa magistrale. Hanno inoltre collaborato i professori Livio Favaro dell’Università di Torino e Alban Lemasson dell’Università di Rennes (Francia). Infine, il parco Zoomarine Italia, con la dottoressa Cristina Pilenga, e quello di Planete Sauvage (Francia), con il dottor Martin Boye hanno ospitato la parte sperimentale e contribuito alla parte tecnica.

Crediti foto: ZooMarine, Italia

Giovedì, 03 Ottobre 2024 07:51

Il Nobel Parisi ospite di Sguardi nel futuro

Cascina (Pisa), 3 ottobre - Il Nobel Giorgio Parisi è l'opite di eccezione che apre il nuovo ciclo di Sguardi nel Futuro’, una iniziativa di orientamento e alta formazione dell’Università di Pisa, che mette in contatto le nuove generazioni con i più importanti esperti del mondo della ricerca scientifica e tecnologica.

Questo primo appuntamento è in diretta streming dall’Osservatorio Gravitazionale Europeo di Cascina dove si festeggiano i 20 anni dell’esperimento Virgo e il suo cruciale contributo alla rivoluzione dell’Astronomia gravitazionale e multimessaggera. Alla giornata di festeggiamenti sono presenti rappresentanti istituzionali e scientifici di molti Paesi europei, oltre che del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi, del Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Antonio Zoccoli, e del Direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo, Massimo Carpinelli.

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Da destra, Carpinelli, Zucchi, Parisi

La celebrazione, organizzata da EGO con INFN e MUR, sono ufficilamente inaugurate da un videomessaggio del Ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini e dai saluti istituzionali del vice direttore generale per la Promozione dell’Italia del Ministero degli Esteri, Giuseppe Pastorelli. Al premio Nobel Giorgio Parisi, al coordinatore scientifico di Virgo Gianluca Gemme e al coordinatore della presa dati del rivelatore, Nicolas Arnaud il compito quindi di ripercorrere le tappe dei successi scientifici e tecnologici della ricerca sulle onde gravitazionali.

Cominciava infatti nel 2004 l’avventura scientifica dell’esperimento Virgo, uno dei tre più grandi e sensibili rivelatori di onde gravitazionali al mondo e l’unico in Europa. Con il suo contributo alla prima rivelazione dele onde gravitazionali nel 2015 e poi alla straordinaria osservazione della fusione di due stelle di neutroni nel 2017, Virgo, assieme ai due rivelatori statunitensi LIGO, è stato nell’ultimo decennio protagonista di una vera e propria rivoluzione del nostro modo di osservare l’Universo, inaugurando la cosiddetta Astronomia multimessaggera. Una rivoluzione scientifica che ha gettato le basi per nuove infrastrutture di ricerca, che ospiteranno rivelatori e osservatori di onde gravitazionali sempre più potenti e sensibili, come il futuro Einstein Telescope (ET), che l’Italia si è candidata ad ospitare in Sardegna. In questi giorni infatti l’Osservatorio Gravitazionale Europeo di Cascina, ospita anche un importante appuntamento del BGR ( Board of Governmental Representatives), ovvero del consiglio dei rappresentati governativi delegati a discutere della realizzazione di ET.

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