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Venerdì 19 marzo, alle 18 Irene Tinagli sarà in diretta streaming su YouTube e Facebook insieme a Giuseppe Iannaccone dell’Università di Pisa per parlare di "Ripresa, resilienza, talenti". Al centro dell’incontro le opportunità e i rischi della ripresa post Covid in l’Italia e l’Europa, le due transizioni digitale ed ecologica, i giovani e la formazione.
Irene Tinagli, neo nominata vice presidente del Pd, è presidente della Commissione Problemi Economici e Monetari (ECON) del Parlamento Europeo, che ha istruito il Resilience and Recovery Facility e lo strumento InvestEU, recentemente approvati. La commissione ECON si occupa inoltre della politica industriale e Industria 4.0, e dei finanziamenti e investimenti regionali. È poi autrice di “La Grande Ignoranza” e “Un futuro a Colori” (Editore Rizzoli) e di numerosi studi accademici sull’impatto sociale dei settori dell’industria culturale e creativa.
L’evento fa parte del ciclo i21, una serie di conversazioni con Giuseppe Iannaccone su come prepararsi al mondo che cambia, ed è promosso dal progetto di ricerca Evo4.0 sull’evoluzione delle tecnologie industria 4.0 e il loro impatto sociale ed economico. Il progetto Evo4.0 è cofinanziato dalla Regione Toscana ed è coordinato da Giuseppe Iannaccone, nell’ambito del laboratorio Crosslab IT& Società del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa.

Marta Banchi, specializzanda in Farmacologia e Tossicologia Clinica presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa, è stata premiata al 40° Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia (SIF) che si è svolto dal 9 al 13 marzo. Marta ha ricevuto il riconoscimento per uno dei migliori studi presentati da giovani ricercatori sotto i 38 anni. La sua ricerca riguarda nuovi trattamenti per il carcinoma anaplastico della tiroide che rappresenta la forma più aggressiva, sebbene meno frequente nella popolazione, tra i tumori della tiroide.
Marta Banchi, 26 anni originaria di Monteverdi Marittimo in provincia di Pisa, si è laureata in Farmacia con lode presso l’Università di Pisa e ha poi proseguito la sua attività di ricerca sempre a Pisa in qualità di specializzanda in Farmacologia e Tossicologia Clinica, con una borsa di ricerca su “Sperimentazioni precliniche in ambito oncologico”.
La dottoressa Banchi ha realizzato la sua ricerca presso i laboratori del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale sotto la supervisione del professor Guido Bocci e della dottoressa Paola Orlandi con la collaborazione della professoressa Gabriella Fontanini del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e Dell’Area Critica e del professor Giulio Francia del “Border Biomedical Research Center” della University of Texas at El Paso. Il lavoro è stato finanziato da due contributi dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro vinti dai professori Guido Bocci e Giulio Francia.

marta_banchi.jpgMarta Banchi, specializzanda in Farmacologia e Tossicologia Clinica presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa, è stata premiata al 40° Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacologia (SIF) che si è svolto dal 9 al 13 marzo. Marta ha ricevuto il riconoscimento per uno dei migliori studi presentati da giovani ricercatori sotto i 38 anni. La sua ricerca riguarda nuovi trattamenti per il carcinoma anaplastico della tiroide che rappresenta la forma più aggressiva, sebbene meno frequente nella popolazione, tra i tumori della tiroide.

Marta Banchi (foto), 26 anni originaria di Monteverdi Marittimo in provincia di Pisa, si è laureata in Farmacia con lode presso l’Università di Pisa e ha poi proseguito la sua attività di ricerca sempre a Pisa in qualità di specializzanda in Farmacologia e Tossicologia Clinica, con una borsa di ricerca su “Sperimentazioni precliniche in ambito oncologico”.

La dottoressa Banchi ha realizzato la sua ricerca presso i laboratori del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale sotto la supervisione del professor Guido Bocci e della dottoressa Paola Orlandi con la collaborazione della professoressa Gabriella Fontanini del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e Dell’Area Critica e del professor Giulio Francia del “Border Biomedical Research Center” della University of Texas at El Paso. Il lavoro è stato finanziato da due contributi dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro vinti dai professori Guido Bocci e Giulio Francia.

cover b gÈ stato pubblicato dalla Pisa University Press il Bilancio di Genere 2020 dell’Università di Pisa, il primo redatto secondo le linee guida della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Il documento, che si riferisce al triennio 2017-19, restituisce la fotografia in chiave di genere dell’Ateneo, offrendo molti spunti di riflessione, con ambiti che sono da migliorare e altri da monitorare. A redigere il Bilancio è stato un gruppo di lavoro nominato dal rettore e composto dalla professoressa Nadia Pisanti (presidente), dal professor Arturo Marzano, dalla dott.ssa Adriana Ciurli, dalla dott.ssa Alessandra La Spina, dalla dott.ssa Francesca Magagnini e dalla dott.ssa Francesca Pecori.

“Con la pubblicazione di questo documento, l’Università di Pisa prosegue con passo deciso nell’importante percorso di cambiamento culturale intrapreso ormai da tempo e volto alla creazione, all’interno della nostra comunità, di una reale uguaglianza di genere – commenta il rettore Paolo Mancarella – C’è ancora molto da fare, ma se ad esempio si pensa all’attuale composizione del Senato Accademico, rinnovato a fine 2020, in cui vi è perfetta parità tra componente maschile e femminile, possiamo dire che stiamo iniziando a respirare un clima culturale al passo con l’evoluzione della società contemporanea”.

“Il Bilancio di Genere è uno strumento essenziale per poter realizzare una piena parità, integrando la prospettiva di genere in tutte le politiche dell’Università di Pisa – commenta la professoressa Nadia Pisanti – Il nostro studio indica che ci sono ambiti critici in linea col contesto nazionale, ma emergono anche criticità specifiche di UniPi. Con questo documento speriamo di far capire alla comunità accademica la necessità, oltre che l’urgenza, di porre la centralità della questione di genere per migliorare la performance del nostro Ateneo”. 

Articolato in molte sezioni di cui la parte più sostanziale è rappresentata dall’analisi di contesto dell’Ateneo pisano, il Bilancio di Genere 2020 ha preso in esame, come indicato nelle linee guida della CRUI, quattro categorie specifiche: la componente studentesca, il personale docente, il personale tecnico-amministrativo e la governance

Il primo dato rilevante è che a Pisa le studentesse sono numericamente la maggioranza (oltre il 60%), che hanno negli studi performance mediamente migliori (sia in termini di voti che di tempi di laurea), ma che poi diventano una minoranza tra coloro che si iscrivono ai corsi di dottorato e, inoltre, già un anno dopo la laurea guadagnano in media sensibilmente meno degli uomini, con un gender pay gap che a 5 anni dalla laurea arriva al 21% .

Tra gli altri dati significativi, ci sono quelli sul personale docente, in particolare sulla forbice delle carriere che si allarga quanto più si sale ai livelli apicali della carriera accademica: se da un lato l’Università di Pisa è ben attiva nella ricerca su temi di genere e propone nell’offerta formativa svariati insegnamenti in questo ambito, accade che le carriere femminili siano evidentemente non prive di ostacoli. Infatti, secondo le fonti MIUR al 2018, solo il 19% di professori e professoresse ordinari(e) erano donne (su 100 docenti di prima fascia ci sono 19 donne e 81 uomini), contro il 24% del dato nazionale, e nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) tale percentuale scende al 15%, contro il 20% del dato nazionale. Dai dati CINECA, al 2019 nell’Area 8 del CUN (Ingegneria civile e Architettura) Pisa non aveva addirittura nessuna ordinaria, contro il 24% della media nazionale.

Anticipando i dati del prossimo Bilancio di Genere, che è già in fase di redazione, la percentuale di professoresse ordinarie a Pisa nel 2019 è salita al 21%, ed è salito al 25% anche il dato nazionale, mostrando un trend di lento miglioramento. 

Per quanto riguarda il personale tecnico amministrativo le donne sono in totale il 61%, ma solo il 29% tra i/le dirigenti e, inoltre, sono marcatamente sotto-inquadrate degli uomini; ad aggravare entrambi i fenomeni c'è l'evidenza dai dati che questi siano specificamente marcati nell’Ateneo. Anche nei dati che riguardano la governance si nota, a prima lettura, una netta e generalizzata prevalenza maschile, conseguenza anche del fatto che le possibilità di accesso ad alcune posizioni sono connesse al ruolo di appartenenza, e pertanto la scarsa presenza femminile negli incarichi di governo è anche conseguenza della minore presenza femminile nelle posizioni apicali della carriera scientifica.

Il Bilancio di Genere è scaricabile gratuitamente a questo link.

 

While the overall evolution of the oncological disease can be predicted using epidemiological data, its development in the individual patient derives from genetic factors and specific stochastic events that define prognosis and therapeutic options. In the quest for biomarkers that can predict the course of the disease as early as possible, the analysis of the tumor genome – where lies all information that defines it - has so far proved problematic due to the difficulty in obtaining tumor material. Thanks to the collaboration between the Institute of clinical physiology of the National research council (Cnr-Ifc), the Institute for cancer research, prevention and clinical network (Ispro), the University of Pisa (Unipi), the University of Florence (Unifi), and Pisa University Hospital (Aoup), an innovative method to monitor cancer patients has been developed using third generation sequencing. The study has been published in Molecular Cancer.

 

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 The figure shows a Nanopore sequencer (left) and the genomic profile (right) of samples obtained from a cancer patient (above) and from a healthy donor (below). The red line indicates the number of copies for each chromosome: values above zero indicate the amplification of a given chromosomal region, the ones below indicate the loss of portions of a chromosome.

"The approach is based on liquid biopsy: it starts with a blood sample to isolate the circulating DNA - damaged DNA characterized by very small fragments- mostly resulting from the death of healthy cells. In cancer patients circulating DNA also contains material from the death of cancer cells in a percentage that depends on the state of the tumor: little amounts in primary tumors and after therapy, higher amounts when tumor growth increases, after the onset of metastasis", explains Silvo Conticello of Cnr-Ifc and Ispro, coordinator of the study. "In the new method, after purification from patients' plasma, the circulating DNA is sequenced directly using Nanopore technology".

Nanopore technology is based on hundreds of nano-pores on a membrane, through which the DNA is pushed by artificial motor proteins. As DNA fragments pass through the pore, the individual bases (adenine, cytosine, guanine, thymine) alter an electrical signal, which is then decoded into the sequence of the individual fragments. The sequence of the fragments allows their localization on the genome, and to count their number in each specific genomic region.

“By calculating their excess or defect, compared to the average, we can identify regions of the genome where alterations in the number of chromosomal copies (amplifications or deletions) are present. These alterations are associated with tumor progression: our ability to characterize the tumor can give indications for the individual patient -in a context of personalized medicine- to better classify the tumor and to monitor it over time, in order to choose the most suitable treatment”, continues Conticello. "Our approach can represent a solution to various problems, for the ease with which the method can be performed, for the short time required to perform the analysis, and for the reduction of the costs necessary to set it up (a Nanopore sequencer costs about €1000, rather less than other sequencers, whose price starts at €80,000)”.

“Using a user-friendly protocol, this method will finally allow to bring the genomic analysis into clinical practice and to carry it out even in the smallest hospitals”, confirms Filippo Martignano of Ispro, who conceived the study, in collaboration with the research units led Alberto Magi from Unifi, Marzia Del Re from Unipi and Iacopo Petrini from the Pisa University Hospital (Aoup). “It will also be possible to access  the epigenetic information -the set of modifications that cells -including cancer ones- add to DNA to activate or deactivate parts of the genome. This information, crossed with that regarding chromosomal alterations, will enable physicians to obtain an even better characterization of the tumor”.

 

Dall’Università di Pisa al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nuovo incarico per il professor Pasqualino Albi, che il ministro Andrea Orlando ha voluto al suo fianco in veste di esperto giuridico.
«Questa nomina ci riempie d’orgoglio – ha commentato il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – Con Pasqualino Albi ci conosciamo molto bene. È persona che stimo moltissimo e un esperto di grande valore. Sono convinto che saprà dare un contributo significativo per affrontare le sfide che il nostro Paese ha davanti nel campo del lavoro e delle politiche sociali. Due tematiche rese ancor più delicate dall’attuale situazione. Gli faccio i miei più sentiti auguri per questo suo nuovo incarico».
Allievo di Giuseppe Pera e professore ordinario di Diritto del Lavoro del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa, Pasqualino Albi già in passato ha ricoperto importanti cariche istituzionali: tra il 2013 e il 2014 è stato consigliere del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per lo studio e l’analisi dello statuto giuridico e dei rapporti di lavoro del personale del medesimo Dicastero.
In tempi più recenti ha fatto parte delle Commissioni, istituite dal Ministro della Giustizia, per l’elaborazione di proposte di interventi di riforma, la ricognizione e il riordino della disciplina delle procedure concorsuali e per la successiva elaborazione del relativo decreto legislativo di riforma.
Vincitore del premio Massimo D'Antona 2009 per la migliore monografia scientifica in materia di diritto del lavoro, il professor Albi nella sua carriera ha partecipato a vari progetti di ricerca scientifica nazionale ed è autore di circa centocinquanta pubblicazioni in materia di diritto del lavoro. Attualmente è Condirettore del Commentario alle leggi sul lavoro (Cedam, VI edizione, 2018) e membro del Consiglio direttivo del master in Gestione della crisi di impresa dell’Università di Pisa.
Socio dell'Associazione Italiana di Diritto del Lavoro e della Sicurezza Sociale – AIDLASS – e dell'Associazione dei Giuslavoristi Italiani – AGI, dove ha ricoperto anche il ruolo di membro del comitato scientifico, il professor Pasqualino Albi svolge anche l’attività professionale di avvocato e si occupa in via esclusiva di diritto del lavoro, diritto sindacale, diritto della previdenza sociale.

 

Prosegue la collaborazione tra Università di Pisa e Samsung Electronics Italia per dare vita a un nuovo progetto, questa volta dedicato agli studenti dei corsi di laurea triennale dei Dipartimenti di Informatica e di Ingegneria dell’Informazione che potranno così integrare le conoscenze acquisite durante il percorso universitario.
“Dopo il successo di Samsung Innovation Camp, siamo felici di rinnovare la collaborazione con l'Università di Pisa coinvolgendo alcuni dei loro migliori studenti nel percorso SmartThings – ha dichiarato Anastasia Buda, Corporate Citizenship Manager, Samsung Electronics Italia – SmartThings è un progetto di responsabilità sociale fortemente voluto dall'Head Quarter della nostra azienda. Un percorso che permetterà a questi giovani studenti e studentesse di acquisire competenze digitali avanzate su temi come l’Internet of Things applicato al mercato dei prodotti Consumer Electronics, potenziando al contempo le capacità di ideazione, gestione progettuale e problem solving, le cosiddette soft skills, ovvero quelle capacità altrettanto rilevanti per diventare professionisti preparati ad affrontare le sfide future".
“Alla selezione hanno partecipato 44 studenti degli ultimi anni dei corsi di studio e dopo la valutazione delle carriere e il superamento di un test scritto molto selettivo, sono risultati idonei 29 candidati, di cui 25 sono stati ammessi ufficialmente al corso” – ha commentato Rossano Massai, prorettore per gli studenti dell’Università di Pisa e referente del progetto – “Il progetto, nato dalle precedenti esperienze con Samsung Electronics Italia e con il contributo del prorettore per l’Informatica, professor Paolo Ferragina, è stato reso possibile grazie alla collaborazione dei docenti dei due dipartimenti che sono stati coordinati dal professor Enzo Mingozzi di Ingegneria dell’Informazione e dal professor Giuseppe Prencipe di Informatica.
“Questa iniziativa avvicina i nostri studenti a un tema rilevante nell’ambito dell’innovazione industriale e sociale, quale appunto quello dell’Intelligenza Artificiale, della Cybersecurity e delle Smart Things, per di più con un partner d’eccezione come Samsung” – ha dichiarato il professor Paolo Ferragina – “Il corso costituirà anche un modo indiretto per fare orientamento tra le varie offerte formative magistrali della nostra Università, presentando ai nostri studenti dei temi avanzati che poi potranno approfondire nelle nostre lauree magistrali”.
“Siamo felici di collaborare per questo importante progetto di formazione integrativa per gli studenti universitari selezionati, con Samsung Electronics e l’Università di Pisa dimostrando la forte sinergia instaurata con entrambi” – ha commentato Patrizia Alma Pacini, presidente dell’Unione industriale Pisana – “Il nostro contributo sarà quello di calare gli studenti nella vita aziendale applicando le tecnologie studiate, mostrando allo stesso tempo le aziende altamente tecnologiche del nostro territorio.”
Gli studenti selezionati avranno a disposizione una piattaforma di e-learning, messa a disposizione da Samsung, e inoltre seguiranno un ciclo di lezioni, che si svolgeranno a distanza, tenute da docenti dei due dipartimenti, esperti nelle materie oggetto del corso, e da manager ed esperti informatici di Samsung. Le lezioni si concluderanno a fine maggio con l’assegnazione di alcuni Project Work da sviluppare in un periodo di 80 ore in gruppi di 2-3 componenti, che saranno poi valutati da una commissione composta da tecnici Samsung e docenti dell’Ateneo. Alla fine di tutto il percorso saranno individuati i migliori 5 studenti cui Samsung assegnerà un premio dell’importo lordo di € 1.875,00.
L’organizzazione è a cura del Career Service dell’Università di Pisa.
Informazioni: www.unipi.it/careerservice/smartthings, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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