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IMG-20210312-WA0004-e1615547029481.jpgIl Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa ha vinto il Premio Nazionale Inclusione 3.0 indetto dall’Università di Macerata con “Orto Botanico Accessibile”, un prodotto multimediale pensato per bambini con disturbi nello spettro autistico.

La premiazione avverrà lunedì 15 marzo dalle ore 17.00 alle 18.00 sulla piattaforma zoom, sul sito dell’Orto Botanico è disponibile il link per assistere alla premiazione.

“Orto Botanico Accessibile” è stato realizzato dalla dottoressa Camilla Poggianti sotto la supervisione della prof.ssa Susanna Pelagatti come elaborato finale della suo laurea triennale in “Informatica Umanistica. L’obiettivo è di aiutare i bambini autistici che vogliono visitare l’Orto Botanico anche attraverso attività/giochi multimediali, per ridurre lo stress che un ambiente nuovo può loro causare.

Il Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa ha vinto il Premio Nazionale Inclusione 3.0 indetto dall’Università di Macerata con “Orto Botanico Accessibile”, un prodotto multimediale pensato per bambini con disturbi nello spettro autistico.
La premiazione avverrà lunedì 15 marzo dalle ore 17.00 alle 18.00 sulla piattaforma zoom, sul sito dell’Orto Botanico è disponibile il link per assistere alla premiazione.
“Orto Botanico Accessibile” è stato realizzato dalla dottoressa Camilla Poggianti come elaborato finale della suo laurea triennale in “Informatica Umanistica. L’obiettivo è di aiutare i bambini autistici che vogliono visitare l’Orto Botanico anche attraverso attività/giochi multimediali, per ridurre lo stress che un ambiente nuovo può loro causare.

C’è una nuova indagine per l’equipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, che questa volta dovrà studiare i resti di San Ceccardo, patrono di Carrara. Dopo la ricognizione delle reliquie conservate nel Duomo di Sant'Andrea, i paleopatologi dell’Ateneo pisano hanno effettuato per la prima volta uno studio scientifico delle spoglie del Santo, con lo scopo di ricostruire il suo profilo biologico e di ottenere informazioni sulle condizioni di vita e di salute e sull’epoca in cui è vissuto.
La ricognizione è stata effettuata dall’equipe della divisione di Paleopatologia, diretta dalla professoressa Valentina Giuffra del Dipartimento di Ricerca Traslazionale, e costituita dall’antropologa Simona Minozzi, dagli archeologi Agata Lunardini e Giovanni Gatti, e dal fotografo documentarista Marcello Gambini. Come prima cosa sono stati effettuati alcuni esami radiografici nella diagnostica di radiologia del Centro polispecialistico di Carrara, grazie alla disponibilità del direttore del presidio ospedaliero delle Apuane Giuliano Biselli e di Maria Xiarchou, incarico di funzione organizzativo dei tecnici di radiologia dell'Azienda USL Toscana nord ovest per l'ambito provinciale di Massa e Carrara che ha eseguito la tac.
Dal punto di vista tecnico è stata fatta una tac volumetrica della teca cranica utilizzando la tac modello GE 64strati. Le immagini acquisite verranno poi rielaborate per ottenere una immagine 3D del volto di San Ceccardo. Inoltre, sono state eseguite delle radiografie dello scheletro per lo studio di eventuali patologie ossee. Il referto radiologico sarà a cura di Carlo Tessa, direttore della Diagnostica per immagini dell'Azienda USL Toscana nord ovest per l'ambito provinciale di Massa e Carrara.
“L’intervento, che ha combinato le operazioni di ricognizione delle reliquie con lo studio bioarcheologico dei resti umani e con indagini storico-letterarie, potrà apportare dati nuovi e inediti per ricostruire la “biografia” del Santo, la cui vicenda storica è caratterizzata da pochissimi elementi certi, restituendo nuova luce ad una figura singolare e di grande rilevanza nella storia medievale di Carrara” afferma la dott.ssa Minozzi, principale autrice dello studio.
Le spoglie del Santo sono conservate in una teca posta sotto l’altare a lui dedicato nella navata laterale del Duomo, mentre il cranio è riposto in un reliquario di argento di pregiata fattura. L’apertura dei sigilli dei reliquiari è avvenuta dopo una semplice liturgia presieduta dall’Amministratore diocesano, mons. Gianni Ambrosio alla presenza del parroco, mons. Raffaello Piagentini, del Delegato vescovile rev. don Samuele Agnesini, del notaio rev. don Maurizio Manganelli e del Promotore di giustizia rev. don Luca Franceschini, che hanno poi supervisionato tutte le attività di studio che si sono concluse il 27 Febbraio con la ricollocazione delle spoglie del Santo. L’intervento e le attività scientifiche sono state finanziate dalle ditte VF Marmi Srl, Autotrasporti 2P Srl, Beran Srl e Coopertiva Cavatori Lorano Srl.

C’è una nuova indagine per l’equipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, che questa volta dovrà studiare i resti di San Ceccardo, patrono di Carrara. Dopo la ricognizione delle reliquie conservate nel Duomo di Sant'Andrea, i paleopatologi dell’Ateneo pisano hanno effettuato per la prima volta uno studio scientifico delle spoglie del Santo, con lo scopo di ricostruire il suo profilo biologico e di ottenere informazioni sulle condizioni di vita e di salute e sull’epoca in cui è vissuto.

La ricognizione è stata effettuata dall’equipe della divisione di Paleopatologia, diretta dalla professoressa Valentina Giuffra del Dipartimento di Ricerca Traslazionale, e costituita dall’antropologa Simona Minozzi, dagli archeologi Agata Lunardini e Giovanni Gatti, e dal fotografo documentarista Marcello Gambini. Come prima cosa sono stati effettuati alcuni esami radiografici nella diagnostica di radiologia del Centro polispecialistico di Carrara, grazie alla disponibilità del direttore del presidio ospedaliero delle Apuane Giuliano Biselli e di Maria Xiarchou, incarico di funzione organizzativo dei tecnici di radiologia dell'Azienda USL Toscana nord ovest per l'ambito provinciale di Massa e Carrara che ha eseguito la tac.

san ceccardo2

Dal punto di vista tecnico è stata fatta una tac volumetrica della teca cranica utilizzando la tac modello GE 64strati. Le immagini acquisite verranno poi rielaborate per ottenere una immagine 3D del volto di San Ceccardo. Inoltre, sono state eseguite delle radiografie dello scheletro per lo studio di eventuali patologie ossee. Il referto radiologico sarà a cura di Carlo Tessa, direttore della Diagnostica per immagini dell'Azienda USL Toscana nord ovest per l'ambito provinciale di Massa e Carrara.

“L’intervento, che ha combinato le operazioni di ricognizione delle reliquie con lo studio bioarcheologico dei resti umani e con indagini storico-letterarie, potrà apportare dati nuovi e inediti per ricostruire la “biografia” del Santo, la cui vicenda storica è caratterizzata da pochissimi elementi certi, restituendo nuova luce ad una figura singolare e di grande rilevanza nella storia medievale di Carrara” afferma la dott.ssa Minozzi, principale autrice dello studio.

san ceccardo1

Le spoglie del Santo sono conservate in una teca posta sotto l’altare a lui dedicato nella navata laterale del Duomo, mentre il cranio è riposto in un reliquario di argento di pregiata fattura. L’apertura dei sigilli dei reliquiari è avvenuta dopo una semplice liturgia presieduta dall’Amministratore diocesano, mons. Gianni Ambrosio alla presenza del parroco, mons. Raffaello Piagentini, del Delegato vescovile rev. don Samuele Agnesini, del notaio rev. don Maurizio Manganelli e del Promotore di giustizia rev. don Luca Franceschini, che hanno poi supervisionato tutte le attività di studio che si sono concluse il 27 Febbraio con la ricollocazione delle spoglie del Santo. L’intervento e le attività scientifiche sono state finanziate dalle ditte VF Marmi Srl, Autotrasporti 2P Srl, Beran Srl e Coopertiva Cavatori Lorano Srl.

L’Università di Pisa ha aderito al “Mentorship II, Verso un Network di università inclusive”, avviato su proposta dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) in partnership con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), finanziato dal Ministero dell’Interno.
Nell’ambito di tale progetto l’Università di Pisa ha istituito un Comitato di Mentori la cui missione è quella di favorire l’inclusione e la coesione sociale all’interno della comunità accademica, attraverso la promozione di ambienti sociali in cui gli individui possano incontrarsi e costruire relazioni volte alla valorizzazione delle diversità.
Il Comitato, aperto alla partecipazione di studenti di tutto l’Ateneo che vi intendano aderire su base volontaria, porta avanti la propria azione in quattro aree: area sociale, didattica, amministrativo-legale e comunicazione.
Le attività svolte nell’area sociale mirano a supportare e accompagnare gli studenti rifugiati e con background migratorio nel loro percorso di integrazione sociale e culturale in Italia. A tal fine, vengono organizzati eventi d’intrattenimento, sportivi, sociali e culturali (visite turistiche e/o culturali, attività ricreative, spettacoli teatrali, ecc.).
Nell’area didattica il Comitato si impegna a supportare e accompagnare gli studenti internazionali nel loro percorso di studi. Vengono in particolare facilitati i contatti di tali studenti con i docenti e con i servizi di tutoraggio, vengono creati gruppi di studio in modo da facilitare la preparazione degli esami.
Nell’area amministrativo-legale, gli studenti internazionali vengono supportati nello svolgimento di procedure burocratiche/amministrative/legali dell’Università o comunque relative al loro soggiorno in Italia (iscrizione ai corsi di laurea e agli esami, attivazione della tessera mensa, richiesta del permesso di soggiorno, iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, ecc).
L’area della comunicazione mira a sensibilizzare la comunità accademica rispetto ai temi dell’inclusione e dell’integrazione degli studenti internazionali, rifugiati e con background migratorio. In particolare, le attività includono la sensibilizzazione dello staff universitario ai temi e alle attività del Progetto e la condivisione delle attività del Progetto stesso attraverso i vari canali di comunicazione, tra cui anche i social media.
Le attività del Comitato dei Mentori sono coordinate dalla tutor Francesca Napoli. Responsabile scientifico del progetto è il professor Simone Marinai del Dipartimento di Giurisprudenza.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche della Repubblica di Lituania ha assegnato a Julija Šabasevičiūtė, dottoranda in co-tutela delle Università di Pisa e Vilnius, un premio per la sua attività scientifica, organizzativa e per la qualità dei risultati conseguiti nell’anno accademico 2019-2020.
Julia ha svolto una tesi dal titolo “Cromonimia contrastiva lituano-italiana”, con relatori i professori Pietro U. Dini, del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo pisano, e Diego Ardoino, docente all’Università di Vilnius e all’Università di Berna. È una dei cinque dottorandi in discipline umanistiche – l’unica “umanista” dell’Università di Vilnius – ad aver ottenuto quest’anno il riconoscimento che il Consiglio Nazionale delle Ricerche della Repubblica di Lituania assegna agli studenti PhD che si siano distinti per la loro attività scientifica e per la qualità dei risultati conseguiti.
Julija Šabasevičiūtė, 32 anni, originaria di Vilnius, si è laureata in Filologia Francese e quindi in Filologia Italiana presso la Facoltà di Filologia dell’Università di Vilnius e nell’a.a. 2018/19 ha vinto il concorso del XXIV ciclo (curriculum linguistico) del Dottorato in Discipline Linguistiche e Letterature Straniere presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. A partire dall’a.a. 2019/2020, Julia è dottoranda in cotutela con l’Università Vilnius. Ciò istituzionalizza il legame attivo da tempo tra la cattedra di Filologia Baltica dell’Università di Pisa, l’unico centro di lituanistica e baltistica in Italia, e il Dipartimento di Linguistica e Letteratura Italiana dell’Università di Vilnius, il maggior centro di studi italiani in Lituania e, più in generale, nei Paesi baltici.
Con i suoi studi e le sue ricerche, Julia prosegue e contribuisce a rafforzare il rapporto sinergico di diffusione degli studi baltistici in Italia e degli studi italianistici in Lituania inaugurato dalla scuola pisana, che nel 2019 ha organizzato a Pisa il più importante convegno internazionale di baltistica svoltosi ad oggi in Italia.

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