Le scienze mediche di base al centro di un progetto Erasmus+ in Giordania
A un anno dal suo inizio, prosegue con nuove iniziative il progetto triennale Establishment of Intercalated Program in Basic Medical Sciences in Jordan/ iBMS-JO che ha l’obiettivo di supportare tutte le scuole di medicina della Giordania nello sviluppo di nuovi curricula nelle scienze mediche di base (BMS), vale a dire anatomia, fisiologia, patologia, farmacologia, biochimica. Cofinanziato dal programma Erasmus +, il progetto è coordinato dalla Jordan University of Science & Technology e vede collaborare l’Università di Pisa con quelle di Patrasso e di Porto. Martedì 16 febbraio è previsto un workshop dedicato a “Research ethics and institutional review board”
La carenza nel numero di docenti qualificati in BMS è un problema globale, ed è particolarmente gravoso nei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, dove gli studenti delle scuole di medicina seguono il percorso clinico orientato al paziente semplicemente perché è l'unico disponibile, ma mancano delle competenze che per gli aspiranti medici europei costituiscono l’oggetto del primo triennio di studi.
Un programma cosiddetto “intercalated” è un corso intensivo e parallelo che permette agli studenti di completare la propria preparazione e di acquisire un diploma aggiuntivo. I paesi europei hanno una lunga esperienza nell’erogazione di programmi iBSc, sigla che sta per Intercalated Bachelor, tanto che in alcuni atenei europei oltre il 75% degli studenti di medicina sceglie di seguirne uno. In Giordania, invece, come nel resto del Medio Oriente e del Nord Africa, si tratta della prima iniziativa del genere nelle scienze mediche di base.
Dell’opportunità, finora inedita, possono beneficiare in particolare gli studenti più brillanti, che desiderano intraprendere una carriera nel mondo accademico. Oltre a comprendere i principi scientifici che sono alla base della pratica medica moderna, gli allievi acquisiranno competenze in un’ampia gamma di tecniche di laboratorio e potranno sperimentare le sfide legate alla realizzazione di progetti di ricerca di laboratorio. iBMS-JO consentirà inoltre agli studenti di stabilire contatti che potrebbero essere preziosi nella loro futura carriera, intensificando al contempo le relazioni tra le scuole di medicina giordane ed europee e la loro capacità di collaborare.
Altro scopo del progetto, che coinvolge i professori Pier Luigi Lopalco, Aldo Paolicchi e Lara Tavoschi, è l’istituzione di laboratori di telemedicina locali ma interconnessi. Proprio all’impiego della telemedicina e delle tecnologie informatiche nelle professioni sanitarie è stato dedicato, infatti, il precedente workshop del progetto.
RadioEco festeggia la Giornata mondiale della radio
Anche quest'anno, RadioEco, radio degli studenti dell'Università di Pisa, ha deciso di festeggiare la Giornata mondiale della radio. Sabato 13 febbraio, infatti, si celebra il World Radio Day, una ricorrenza indetta dall'UNESCO dedicata a "un potente mezzo per celebrare l'umanità in tutte le sue diversità, che costituisce una importante piattaforma di democrazia".
In occasione di questa giornata, verrà pubblicato sul profilo Instagram dell’emittente (@radioeco_unipi) un'intervista condotta da Flora Alfiero, speaker della radio, con ospite la professoressa Sandra Lischi, docente di Storia della radio, della TV e delle arti elettroniche, per parlare delle esperienze fondamentali di questo mezzo di comunicazione, di come si sia adattato al tempo in cui viviamo, delle prospettive future. Si tratta di un contenuto realizzato all'interno del progetto "60 anni di storia", in collaborazione con il Cineteatro San Gaetano di Pantelleria.
Selezioni volontari del padiglione Italia Expo Dubai
Il Commissariato italiano per Expo 2020 Dubai, in collaborazione con la Fondazione CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane), annuncia l’avvio del percorso di selezione del “Programma Volontari” del Padiglione Italia all’Esposizione Universale, al via il 1° ottobre di quest’anno.
Si tratta di un’occasione di formazione unica offerta agli studenti universitari (tra i 21 e i 28 anni di età) per ampliare le proprie conoscenze ed esperienze in ambito internazionale, contribuendo all’organizzazione e alla gestione della partecipazione italiana al più importante evento globale mai organizzato nell’area che comprende Medio Oriente, Africa e Asia Meridionale.
Il programma ha l’obiettivo di coinvolgere le migliori risorse delle Università italiane e di creare una comunità di volontari-in-formazione che contribuirà ad accogliere e a orientare i visitatori del Padiglione Italia durante i sei mesi di Expo Dubai.
Il bando di partecipazione è consultabile sul sito https://italyexpo2020.it/italys-expo-2020-volunteers-programme/
Il percorso di selezione del Programma è articolato in 4 fasi:
- Gli studenti interessati al Programma Volontari sono invitati a compilare e inviare una preliminare manifestazione di interesse, entro le ore 12:00 di lunedì 1° marzo 2021, attraverso il modulo online disponibile all’indirizzo https://forms.gle/p7tQ3NeGYixAq4h79
- Gli studenti che hanno in questo modo espresso il proprio interesse per il Programma saranno invitati a partecipare a un incontro digitale lunedì 15 Marzo alle ore 15:00 durante il quale saranno forniti tutti i dettagli e le informazioni sul percorso di selezione e il periodo di permanenza a Dubai.
- Tutti gli studenti interessati saranno poi invitati a presentare ufficialmente - entro le ore 12:00 di lunedì 1° aprile 2021 - la propria candidatura al bando pubblicato su tirocini.crui.it
- Le manifestazioni di interesse pervenute saranno esaminate dal Commissariato e dalla Fondazione CRUI al fine di verificare la completezza delle informazioni e la sussistenza dei requisiti dei singoli candidati. Il processo di selezione finale potrà prevedere anche interviste e call bilaterali per meglio conoscere il profilo dei candidati.
Tutti i profili selezionati contribuiranno alla redazione di un Elenco di disponibilità al quale il Commissariato potrà fare riferimento per lo sviluppo delle attività nell’ambito del Programma. L’Elenco così predisposto verrà pubblicato sul sito www.italyexpo2020.it entro venerdì 30 aprile.
Le scienze mediche di base al centro di un progetto Erasmus+ in Giordania
A un anno dal suo inizio, prosegue con nuove iniziative il progetto triennale Establishment of Intercalated Program in Basic Medical Sciences in Jordan/ iBMS-JO che ha l’obiettivo di supportare tutte le scuole di medicina della Giordania nello sviluppo di nuovi curricula nelle scienze mediche di base (BMS), vale a dire anatomia, fisiologia, patologia, farmacologia, biochimica. Cofinanziato dal programma Erasmus +, il progetto è coordinato dalla Jordan University of Science & Technology e vede collaborare l’Università di Pisa con quelle di Patrasso e di Porto. Martedì 16 febbraio è previsto un workshop dedicato a “Research ethics and institutional review board”.
La carenza nel numero di docenti qualificati in BMS è un problema globale, ed è particolarmente gravoso nei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, dove gli studenti delle scuole di medicina seguono il percorso clinico orientato al paziente semplicemente perché è l'unico disponibile, ma mancano delle competenze che per gli aspiranti medici europei costituiscono l’oggetto del primo triennio di studi.
Un programma cosiddetto “intercalated” è un corso intensivo e parallelo che permette agli studenti di completare la propria preparazione e di acquisire un diploma aggiuntivo. I paesi europei hanno una lunga esperienza nell’erogazione di programmi iBSc, sigla che sta per Intercalated Bachelor, tanto che in alcuni atenei europei oltre il 75% degli studenti di medicina sceglie di seguirne uno. In Giordania, invece, come nel resto del Medio Oriente e del Nord Africa, si tratta della prima iniziativa del genere nelle scienze mediche di base.
Dell’opportunità, finora inedita, possono beneficiare in particolare gli studenti più brillanti, che desiderano intraprendere una carriera nel mondo accademico. Oltre a comprendere i principi scientifici che sono alla base della pratica medica moderna, gli allievi acquisiranno competenze in un’ampia gamma di tecniche di laboratorio e potranno sperimentare le sfide legate alla realizzazione di progetti di ricerca di laboratorio. iBMS-JO consentirà inoltre agli studenti di stabilire contatti che potrebbero essere preziosi nella loro futura carriera, intensificando al contempo le relazioni tra le scuole di medicina giordane ed europee e la loro capacità di collaborare.
Altro scopo del progetto, che coinvolge i professori Pier Luigi Lopalco, Aldo Paolicchi e Lara Tavoschi, è l’istituzione di laboratori di telemedicina locali ma interconnessi. Proprio all’impiego della telemedicina e delle tecnologie informatiche nelle professioni sanitarie è stato dedicato, infatti, il precedente workshop del progetto.
Formazione Insegnanti – Corso online “L’insegnamento dell’Educazione civica. Ambiti, temi, casi di studio”
Per monitorare l’insonnia ora c’è lo Smart Bed
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR ha realizzato uno Smart Bed per monitorare l’insonnia e la qualità del sonno. Il prototipo è stato testato durante la simulazione di una missione spaziale su Marte dagli astronauti del progetto “Sirius” dell’Accademia delle Scienze della Russia con cui da Pisa è in corso una collaborazione decennale.
“Abbiamo sperimentato lo Smart Bed analizzando il sonno di sei aspiranti astronauti durante la simulazione di un viaggio interplanetario che li ha costretti a un drastico isolamento per tre mesi”, spiega il professore Angelo Gemignani dell’Università di Pisa.
I test effettuati in questo “laboratorio vivente” così particolare hanno evidenziato che il materasso dotato di sensori è in grado di rilevare in modo affidabile la posizione e i movimenti del corpo, la frequenza cardiaca e l'attività respiratoria oltre ad una serie di parametri ambientali come il rumore e la luminosità.
“Lo Smart Bed ci permesso di stimare la macrostruttura del sonno e di classificare correttamente quattro situazioni: se il letto è occupato, se la persona è sveglia, se in fase di sonno REM o non-REM – continua Gemignani – si tratta di informazioni fondamentali per stimare un indice oggettivo di qualità del sonno e quindi, più in generale, della qualità di vita”.
Oltre a questo, i vantaggi dello Smart Bed sono che è dispositivo a basso costo, che può facilmente essere installato in ogni abitazione e che rispetto altre soluzioni come ad esempio smartwatch e attigrafi, non è invasivo, non va indossato né bisogna ricordarsi di caricarlo.
“Abbiamo realizzato i sensori del materasso grazie ad una specifica tecnologia – dice Marco Laurino dell’Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, Pisa – e per l’elaborazione dei dati ci siamo avvalsi dell’intelligenza artificiale e di algoritmi basati su Machine Learning”.
Lo Smart Bed può fornire dei report periodici (giornalieri, settimanali e mensili) consultabili via web o applicazione per smartphone. Questi rapporti possono permettere ai medici e agli specialisti di valutare in modo continuativo gli effetti di terapie psicoterapeutiche o farmacologiche sulla qualità del sonno dei propri pazienti.
La ricerca che ha portato alla realizzazione del prototipo d ello Smart Bed è descritta in un articolo pubblicato sulla rivista “IEEE Access”. Gli autori del lavoro sono Marco Laurino dell’Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, Pisa, e per l’Università di Pisa Lucia Arcarisi, Nicola Carbonaro e Alessandro Tognetti del Dipartimento di Ingegneria Informazione e Centro interdipartimentale E. Piaggio e Danilo Menicucci e Angelo Gemignani del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica.
Il prototipo dello Smart Bed è stato inoltre realizzato nell’ambito del Progetto LAID finanziato dalla Regione Toscana in partenariato con alcune aziende del territorio, il Materassificio Montalese, EB Neuro e BP Engineering.
Per monitorare l’insonnia ora c’è lo Smart Bed
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR ha realizzato uno Smart Bed per monitorare l’insonnia e la qualità del sonno. Il prototipo è stato testato durante la simulazione di una missione spaziale su Marte dagli astronauti del progetto “Sirius” dell’Accademia delle Scienze della Russia con cui da Pisa è in corso una collaborazione decennale.
“Abbiamo sperimentato lo Smart Bed analizzando il sonno di sei aspiranti astronauti durante la simulazione di un viaggio interplanetario che li ha costretti a un drastico isolamento per tre mesi”, spiega il professore Angelo Gemignani dell’Università di Pisa.
I test effettuati in questo “laboratorio vivente” così particolare hanno evidenziato che il materasso dotato di sensori è in grado di rilevare in modo affidabile la posizione e i movimenti del corpo, la frequenza cardiaca e l'attività respiratoria oltre ad una serie di parametri ambientali come il rumore e la luminosità.
Uno dei prototipo Smartbed montanti all'interno del simulatore Sirius a IBMP, Mosca. Nello stesso setup sperimentale, negli anni passati sono stati condotti diversi esperimenti dal gruppo del Prof. Gemignani nell’ambito delle missioni MARS105 e MASR500
“Lo Smart Bed ci permesso di stimare la macrostruttura del sonno e di classificare correttamente quattro situazioni: se il letto è occupato, se la persona è sveglia, se in fase di sonno REM o non-REM – continua Gemignani – si tratta di informazioni fondamentali per stimare un indice oggettivo di qualità del sonno e quindi, più in generale, della qualità di vita”.
Oltre a questo, i vantaggi dello Smart Bed sono che è dispositivo a basso costo, che può facilmente essere installato in ogni abitazione e che rispetto altre soluzioni come ad esempio smartwatch e attigrafi, non è invasivo, non va indossato né bisogna ricordarsi di caricarlo.
“Abbiamo realizzato i sensori del materasso grazie ad una specifica tecnologia – dice Marco Laurino dell’Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, Pisa – e per l’elaborazione dei dati ci siamo avvalsi dell’intelligenza artificiale e di algoritmi basati su Machine Learning”.
Lo Smart Bed può fornire dei report periodici (giornalieri, settimanali e mensili) consultabili via web o applicazione per smartphone. Questi rapporti possono permettere ai medici e agli specialisti di valutare in modo continuativo gli effetti di terapie psicoterapeutiche o farmacologiche sulla qualità del sonno dei propri pazienti.
La ricerca che ha portato alla realizzazione del prototipo dello Smart Bed è descritta in un articolo pubblicato sulla rivista “IEEE Access”. Gli autori del lavoro sono Marco Laurino dell’Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, Pisa, e per l’Università di Pisa Lucia Arcarisi, Nicola Carbonaro e Alessandro Tognetti del Dipartimento di Ingegneria Informazione e Centro interdipartimentale E. Piaggio e Danilo Menicucci e Angelo Gemignani del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica.
Il prototipo dello Smart Bed è stato inoltre realizzato nell’ambito del Progetto LAID finanziato dalla Regione Toscana in partenariato con alcune aziende del territorio, il Materassificio Montalese, EB Neuro e BP Engineering.
A un mese dalla scomparsa i colleghi ricordano la professoressa Dionisia Cazzaniga Francesetti
L’11 gennaio 2021 è venuta a mancare la professoressa Dionisia Cazzaniga Francesetti, che è stata docente dell’Università di Pisa dove ha insegnato Economia dei Sistemi Industriali, Organizzazione della Produzione e Sistemi logistici e Trasporti Marittimi.
Laureatasi con lode in Giurisprudenza presso l’Università di Pisa, orientò da subito i suoi interessi di ricerca verso l’economia lavorando con il gruppo del professor Antonio Pesenti, su questioni macroeconomiche e del lavoro. La sua curiosità verso la realtà economico–produttiva la spinse negli anni ad approfondire maggiormente tematiche di economia industriale applicata a studi settoriali, prima il settore meccanico e delle macchine utensili, e poi, con molto successo, quello marittimo, dei porti e dei cantieri.
Con l’apertura dell’Ateneo pisano agli studi nel settore dell’informatica, gli interessi della Professoressa Cazzaniga Francesetti si rivolsero allo studio dei mutamenti indotti dalle nuove tecnologie informatiche e microelettroniche nelle strutture produttive e nelle forme di mercato. In quegli anni divenne docente nell’allora Corso di Laurea in Informatica, fu membro del Comitato Scientifico del “Qualital” (Consorzio Universitario in Ingegneria della Qualità) e Responsabile scientifico attraverso convenzioni universitarie di importanti progetti per alcune grandi società meccaniche quali la Breda, la Mandelli, la Nuovo Pignone e molte altre piccole società. Lo studio delle problematiche industriali non erano per Lei solamente aspetti teorici; Ella amava “lavorare sul campo” visitando le imprese di avanguardia a livello mondiale, come la Fanuc e Toyota in Giappone, la Volvo in Svezia, la Siemens in Germania, il Thomas J. Watson Research Center IBM e lo stabilimento Poughkeepsie IBM entrambi nello stato di New York, ed i cantieri navali della Hyundai Pulsan in Corea del Sud.
Questa sua attitudine di studiosa di economia applicata ai settori produttivi si è poi nel tempo orientata all’economia marittima nelle sue espressioni di trasporti marittimi, ma anche di portualità e cantieristica. E proprio in questo settore degli studi marittimi che ella ha espresso tutta la sua notevole abilità e tenacia. Negli anni ‘90’ specialmente nel settore della portualità si verificavano mutamenti fortissimi che a livello mondiale rovesciavano la struttura del mercato. Ciò richiedeva conoscenze teoriche e presenza: in questo contesto la professoressa Cazzaniga Francesetti ha visitato decine tra i più importanti Porti nel mondo su invito delle locali Autorità Portuali ed ha saputo trarre insegnamenti esportabili alla realtà italiana e particolarmente in quella Toscana.
Ricerca accademica e conoscenza della portualità determinavano nel suo lavoro esperienze sempre più importanti e strumenti economico–teorici sempre più fini per una comprensione del difficile settore marittimo che iniziava ad esprimere modelli nuovissimi e complessi ed in continua evoluzione nei rapporti fra imprese, strutture di mercato, organizzazione. Come accademica è stata membro di varie associazioni scientifiche tra le quali la IAME (International Association of Maritime Economists) e la SIET (Società Italiana di Economia dei Trasporti e della Logistica) partecipando come relatrice a numerosissimi convegni internazionali.
L’interesse scientifico del settore marittimo–portuale e della caratteristica commerciale ha poi avuto una ulteriore evoluzione per quello della cantieristica da diporto, dove è anche da ricordare il suo importante contributo a ricerche promosse dalla Provincia di Livorno e dalla Regione Toscana tra le quali la stesura del Piano della Regione Toscana per la Mobilità e Logistica.
Di Lei ricordiamo anche il suo grande coraggio.
Le colleghe e i colleghi dell’Ateneo.