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conthacktSono le quattro idee vincitrici della prima edizione di CONTHACKT, l'Hackathon virtuale lanciato dal Contamination Lab Pisa (CLab) e organizzato in collaborazione con Il TirrenoPolo Tecnologico di NavacchioSeacomDigital-HubPemcards by EmotionIntarget e iDNA.

La competizione si è svolta, in forma virtuale, nei giorni 9 e 10 dicembre e ha registrato 31 partecipanti tra studenti e ricercatori dell'Ateneo, che, divisi in 11 team, sono stati chiamati a elaborare e presentare una soluzione originale a tre sfide, relative ad altrettanti aspetti caratterizzanti del giornalismo e dell'editoria moderni.Alla conclusione della competizione i team hanno esposte le loro idee in un pitch davanti a una giuria di esperti che ha selezionato i vincitori.

Le sfide proposte riguardavano tre problemi con cui il giornalismo moderno si misura quotidianamente.La prima, incentrata sul tema della fidelizzazione della comunità dei lettori, ha visto la vittoria del team "Il thè corretto" (Gioia Giannetti, Giacomo Lemmetti) con la proposta di una "Tirreno Card", una tessera punti fedeltà che fornisce vantaggi agli abbonati del giornale.

Lseconda riguardava le nuove strategie per avvicinare il mondo dell'informazione alle generazioni più giovani e ha registrato la vittoria ex aequo dei team "NextGenNews" (Ludovica Binetti, Tommaso Pelagatti, Camila Garrubba) e "WebGeeks"(Camilla Poggianti, Andrea Vitiello)che hanno ideato rispettivamente "eRudy"un chatbotche permette al lettore del giornale di vivere un'esperienza interattiva e personalizzata, e un piano editoriale molto attento ai nuovi canali social e all'interazione con gli utenti/lettori

Infine la terza sfida, che puntava ad individuare nuove fonti di ritorno economico per il giornale, è stata vinta dal team "Pascalini" (Sofia Di Viesti, Fabio Melasi; Samuele Fortuna; Massimiliano Bozzaotrache hanno proposto alla giuria nuovi modelli di finanziamento basati su crowdfunding, giornalismo partecipativo e quiz contest per gli utenti.

vincitori si aggiudicanooltre all'accesso privilegiato alla prossima edizione del Contamination Lab Pisa, una sessione di consulenza per accelerazione d'impresa, un abbonamento di tre mesi a Spotify Premium, una gift card Amazon del valore di 20, che si aggiungono all'abbonamento di un mesea Il Tirreno digitale, gadget dell'evento e cartoline digitali previsti invece per tutti i partecipanti e offerti dai partner dell'evento.

"Il CONTHACKTha dichiarato il professor Leonardo BertiniChief del CLab Pisa - si proponeva di permettere ai ragazzi di mettere alla prova la loro creatività, verificando di persona quale grande soddisfazione si possa trarre dall'affrontare e risolvere in modo innovativo problemi reali. Il successo dell'iniziativa ci conferma nell'intenzione di ripeterla ed ampliarla nel prossimo futuro".

L'hackathon ha registrato la partecipazione di team multidisciplinari formati da studenti provenienti da aree disciplinari molto diverse, ma dove spicca un 50% di partecipanti afferenti all'area umanistica e delle scienze sociali.La comunità universitaria ha colto l'occasione di mettersi alla prova nella ricerca di idee innovative uscendo dalla dimensione individuale per condividere lavori e progetti in un contesto che ha portato i ragazzi a confrontarsi con i problemi posti dalla collaborazione e dalla competizione.

Tutte le informazioni sull'evento sono disponibili sul sito http://contaminationlab.unipi.it/conthackt/.

L’European Research Council (ERC) ha assegnato un Consolidator Grant del valore di 1.683.750 euro a Lorenzo Bianchini, ricercatore della Sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e collaboratore del professor Guido Tonelli, docente di Fisica sperimentale all'Università di Pisa, e del professor Luigi Rolandi, docente della Classe di scienze della Scuola Normale Superiore di Pisa. Bianchini si è aggiudicato il prestigioso finanziamento grazie al progetto presentato ASYMOW "Power to the LHC data: an ASYmptotically MOdel-independent measurement of the W boson mass", il cui principale obiettivo è lo sviluppo di una nuova metodologia di analisi dati e di tecniche di calibrazione del rivelatore Compact Muon Solenoid (CMS) volte ad una misura di precisione della massa del bosone W. CMS è uno dei quattro grandi esperimenti di LHC del CERN, che assieme ad ATLAS ha permesso la scoperta del bosone di Higgs. Per la realizzazione del progetto saranno utilizzati tutti i dati già raccolti durante il secondo ciclo di attività di LHC, il cosiddetto Run2, e quelli che saranno prodotti nel corso del prossimo Run3, che è previsto iniziare nel 2022.

Bianchini fa parte della collaborazione CMS di Pisa, un forte gruppo di ricerca formato da INFN, Università e Scuola Normale di Pisa. Come da tradizione, per partecipare ai maggiori esperimenti di fisica in campo internazionale, si uniscono le energie migliori delle tre istituzioni. I gruppi possono così contare su moderni laboratori e infrastrutture di ricerca, finanziamenti adeguati e un flusso continuo di giovani menti brillanti e desiderose di farsi valere in campo internazionale.

Sposato e padre di due bambine, Lorenzo Bianchini è nato a Firenze nel 1985. Dopo la laurea triennale in Fisica all’Università degli Studi di Firenze, ha proseguito gli studi come allievo dell'Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, ottenendo la licenza e la laurea magistrale in Fisica nel 2009. Ha conseguito il dottorato di ricerca all’Ecole Polytechnique nel 2012 con una tesi sulla ricerca del bosone di Higgs nella via di decadimento in una coppia di leptoni tau, lavoro che ha fornito un contribuito diretto alla scoperta della particella di Higgs da parte di CMS. Ha proseguito il suo lavoro di ricerca come postdoc al Politecnico Federale di Zurigo (ETH Zurich), occupandosi principalmente della misura della sezione d’urto ttH, processo che permette di stabilire l’accoppiamento diretto del bosone di Higgs con il quark top. Dal 2017 è ricercatore a tempo indeterminato presso la Sezione INFN di Pisa, dove ha proseguito il suo impegno nell‘esperimento CMS, sia per quanto riguarda gli aspetti di potenziamento della Fase2 del rivelatore, sia per le analisi di fisica. In quest’ultimo ambito, Bianchini ha focalizzato il suo interesse sulle misure di precisione elettrodebole, in particolare sulla misura della massa del bosone W.

Bianchini Lorenzo2

Il progetto ASYMOW, di durata quinquennale, ha l’obiettivo di realizzare una misura della massa del bosone di gauge W (mW) con una precisione senza precedenti per un singolo esperimento: inferiore, cioè, a 10 Megaelettronvolt (MeV). Questa accuratezza sarà sufficiente per dirimere l’attuale tensione tra la misura sperimentale di mW agli acceleratori e la sua predizione da parte del Modello Standard. Se una nuova, più precisa misura di mW, come quella che ASYMOW si aspetta di ottenere, dovesse confermare la presente anomalia, ciò costituirebbe evidenza di una rottura del Modello Standard e, dunque, dell’esistenza di nuova fisica. La precisione alla quale ASYMOW ambisce permetterà non solo di sondare la teoria elettrodebole più in profondità che mai, ma anche di stabilire una pietra miliare nelle misure di precisione dei processi di interazione protone-protone a LHC, con implicazioni che vanno ben oltre la determinazione di mW. Tutto ciò sarà reso possibile da un nuovo approccio alla misura, che dovrà essere sviluppato in dettaglio nel corso del progetto, e che consentirà di sfruttare al massimo il potere statistico senza precedenti offerto da LHC.

“La cifra del progetto – ha spiegato Bianchini – è dunque quella di dare potere ai dati, permettendo così di superare quei colli di bottiglia che hanno finora limitato la precisione sperimentale di mW. In questo sarò aiutato da un team di ricercatori e studenti che desidero far crescere all’interno dell’area di ricerca delle Alte Energie di Pisa, e che mi accompagneranno in un progetto ambizioso e con un grande potenziale di estendere la nostra conoscenza della fisica delle alte energie”.

“Un punto di riferimento per la via italiana alla nuova rivoluzione industriale” – così l’assessore regionale all’Economia e alle attività produttive Leonardo Marras ha definito il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, che ha visitato venerdì 11 dicembre accompagnato da Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale ed ex allievo proprio di quel dipartimento. Accolti dal direttore Andrea Caiti e da vari docenti e ricercatori, gli ospiti hanno potuto visitare i laboratori dove si realizzano le tecnologie per la fabbrica del futuro.

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Da sinistra: il professor Giuseppe Anastasi, il direttore del DII Andrea Caiti, l'assessore Leonardo Marras e Atonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale.

L’assessore e il presidente del Consiglio regionale hanno assistito alla presentazione di alcune delle ricerche più avanzate in settori chiave, come l’elettronica stampabile a due dimensioni su supporti flessibili, un potenziale rivoluzionario per le industrie di pelli e concerie del territorio toscano, che avrebbero la possibilità di studiare prodotti innovativi e aumentare la propria competitività, passando per i dispositivi indossabili di realtà aumentata, che permettono una integrazione mai sperimentata prima tra reale e virtuale, e agli innovativi sistemi per la medicina preventiva del futuro, come la scarpa KI-FOOT, un progetto finanziato proprio dalla Regione Toscana, in grado di analizzare la camminata ed effettuare la diagnosi precoce di malattie come il Parkinson, o di problemi fisici legati all’attività lavorativa, e il progetto AUTOCAPSULE, che progetta una capsula intelligente per lo screening ad alta precisione. Per finire con i sistemi IOT per la fabbrica intelligente, integrati con lo studio delle reti 5G di nuova generazione, in grado di connettere tra di loro non solo computer e smartphone, ma anche oggetti, e di far viaggiare le informazioni in tempo reale.

“Il Dipartimento è una realtà di grande pregio internazionale che per la Toscana è un vanto ed un valore aggiunto - afferma Leonardo Marras, assessore regionale allo Sviluppo economico e alle Attività produttive - in qualche modo, si progetta il futuro e mai come adesso c’è necessità di guardare avanti e continuare a investire nel domani. A partire dal trasferimento tecnologico che è fondamentale per l’impresa. Ringrazio i docenti per la visita di questa mattina, sono certo che già a partire dai prossimi mesi la collaborazione con la Regione potrà intensificarsi per dare sempre più risposte, innovative e sostenibili, al mondo dell’impresa”.

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“Sono orgoglioso di aver potuto mostrare all’assessore regionale all’economia Marras una delle principali eccellenze della Toscana – aggiunge Antonio Mazzeo – e non solo perché da ingegnere che s’è formato a Pisa questo dipartimento lo sento un po’ come casa mia, ma perché qui si capisce bene, si tocca con mano, cosa intendo io quando parlo di Toscana del futuro. È in centri come questi, con le capacità che mostrano questi ricercatori, che daremo le ali alla nostra regione per volare verso il futuro. Perché la Toscana è sì una regione dalla storia immensa e da un patrimonio artistico e culturale unico al mondo, ma è anche e lo deve diventare sempre di più la regione della ricerca e dell’innovazione. Una comunità che cosciente della propria tradizione, ha la voglia, il coraggio ma anche le competenze per scommettere sul domani”.

“Gran parte della ricerca per la nuova industria è condotta nei CrossLab, laboratori finanziati dal MIUR con il progetto “Dipartimenti di Eccellenza” – spiega Giuseppe Anastasi, docente di Ingegneria informatica al DII e referente del progetto – e pensati per colmare il gap tra ricerca e impresa, fino ad ora un grande ostacolo ai processi di innovazione nel nostro paese. I laboratori sono aperti anche alle industrie, che possono così sperimentare nuove filiere di prodotto o nuovi metodi di gestione e organizzazione, che altrimenti avrebbero richiesto loro investimenti troppo ingenti”.

mazzeo marras

 “Il nostro dipartimento ha da sempre una vocazione al trasferimento tecnologico - commenta Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università – ma il cuore del trasferimento tecnologico è una ricerca scientifica forte e di eccellenza, assieme a solide attività di formazione pensate anche per le imprese. Il progetto CrossLab, attorno a cui l’intero Dipartimento si è riorganizzato per fare fronte alla sfida della nuova industria, concretizza questa vocazione, creando occasioni di convergenza e possibili utilizzi, e aprendo così la strada ad una ricaduta positiva della ricerca avanzata e di eccellenza sul 4.0 italiano. Nei laboratori, i nostri scienziati procedono nella ricerca tenendo conto delle esigenze che le imprese esprimono, in un confronto continuo con il mondo industriale, in particolare regionale, per mantenere un allineamento tra la ricerca e l’esigenza del sistema produttivo territoriale”.

Raccontare e far raccontare la scienza ai ragazzi portando gli studiosi nelle scuole, dove nasce il sapere. Con questi obiettivi è al via la terza edizione del Premio Cosmos: gli studenti degli Istituti superiori di tutta Italia leggeranno e sceglieranno il miglior libro pubblicato in ambito scientifico.

Accanto alla sezione Junior del progetto, c'è anche una competizione Senior che mette in gara gli autori dei testi, giudicati da un Comitato scientifico composto da scienziati e divulgatori di fama internazionale, tra i quali ci sono la professoressa Maria Luisa Chiofalo, docente di Fisica della materia all'Università di Pisa, e il professor Andrea Ferrara, docente di Cosmologia alla Scuola Normale Superiore. Gli altri sono Amedeo Balbi, Roberto Buonanno, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Rovelli, Sandra Savaglio, Ginevra Trinchieri, Pierluigi Veltri, Lucia Votano e Paolo Zellini.

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Il Premio Cosmos è indetto dal Ministero dell'Istruzione, dalla Società Astronomica Italiana e da quest'anno in sinergia con la Fondazione per il Sud, e gode del patrocinio dell'Accademia dei Lincei. Nelle passate edizioni ha già coinvolto centinaia di studenti in tutta Italia e non si è fermato neanche lo scorso anno scolastico, nonostante l'emergenza sanitaria. Il progetto è sposato anche dal sito di Repubblica, che ogni anno pubblica le migliori recensioni degli studenti.

"Il premio Cosmos - ha ricordato il professor Andrea Ferrara - vede protagoniste le scuole, che possono accedere alla lettura di importanti opere di divulgazione scientifica con l'accompagnamento dei loro e delle loro insegnanti, e fare un esercizio reale di valutazione poiché a loro è affidato il compito di assegnare uno dei due premi in palio."

"La giuria - ha aggiunto la professoressa Maria Luisa Chiofalo - ha constatato con rammarico che nelle passate edizioni le case editrici hanno candidato opere in prevalenza di autori e pochissime opere di autrici, e auspica che la rotta possa essere invertita già in questa edizione."

Il 18 dicembre scadrà il termine per le candidature delle scuole per fare da giuria alle opere e il 21 dicembre quello per la sottomissione delle opere da parte delle case editrici.

Raccontare e far raccontare la scienza ai ragazzi portando gli studiosi nelle scuole, dove nasce il sapere. Con questi obiettivi è al via la terza edizione del Premio Cosmos: gli studenti degli Istituti superiori di tutta Italia leggeranno e sceglieranno il miglior libro pubblicato in ambito scientifico.

Accanto alla sezione Junior del progetto, c'è anche una competizione Senior che mette in gara gli autori dei testi, giudicati da un Comitato scientifico composto da scienziati e divulgatori di fama internazionale, tra i quali ci sono la professoressa Maria Luisa Chiofalo, docente di Fisica della materia all'Università di Pisa, e il professor Andrea Ferrara, docente di Cosmologia alla Scuola Normale Superiore. Gli altri sono Amedeo Balbi, Roberto Buonanno, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Rovelli, Sandra Savaglio, Ginevra Trinchieri, Pierluigi Veltri, Lucia Votano e Paolo Zellini.

Il Premio Cosmos è indetto dal Ministero dell'Istruzione, dalla Società Astronomica Italiana e da quest'anno in sinergia con la Fondazione per il Sud, e gode del patrocinio dell'Accademia dei Lincei. Nelle passate edizioni ha già coinvolto centinaia di studenti in tutta Italia e non si è fermato neanche lo scorso anno scolastico, nonostante l'emergenza sanitaria. Il progetto è sposato anche dal sito di Repubblica, che ogni anno pubblica le migliori recensioni degli studenti.

"Il premio Cosmos - ha ricordato il professor Andrea Ferrara - vede protagoniste le scuole, che possono accedere alla lettura di importanti opere di divulgazione scientifica con l'accompagnamento dei loro e delle loro insegnanti, e fare un esercizio reale di valutazione poiché a loro è affidato il compito di assegnare uno dei due premi in palio."

"La giuria - ha aggiunto la professoressa Maria Luisa Chiofalo - ha constatato con rammarico che nelle passate edizioni le case editrici hanno candidato opere in prevalenza di autori e pochissime opere di autrici, e auspica che la rotta possa essere invertita già in questa edizione."

Il 18 dicembre scadrà il termine per le candidature delle scuole per fare da giuria alle opere e il 21 dicembre quello per la sottomissione delle opere da parte delle case editrici.

Come è andata l’esperienza della DAD che, con il perdurare dell’emergenza, è dovuta proseguire anche a settembre? Ce lo racconta un’indagine della Human Foundation condotta da maggio a ottobre 2020, i cui risultati sono stati presentati giovedì 10 dicembre nel corso di una tavola rotonda online, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. A studenti e professori dell’Ateneo pisano è stato chiesto se fossero soddisfatti del modello di didattica a distanza adottato durante il lockdown e la valutazione complessiva è stata più che favorevole, con un voto che si attesta intorno a 7,5 (su una scala da 1 a 10).

La tavola rotonda, moderata dalla giornalista di Repubblica Valeria Strambi, è stata aperta dall’introduzione del segretario generale di Human Foundation, Francesco Spano. A seguire il rettore Paolo Mancarella ha illustrato le ragioni della scelta di sottoporre a valutazione d’impatto la DAD dell’Università di Pisa. La presidente di Human Foundation, Giovanna Melandri, è poi intervenuta sul tema della valutazione come strumento di management, mentre la prorettrice agli Affari giuridici, Michela Passalacqua, ha illustrato come il successo della programmazione del futuro debba muovere dall’analisi dei bisogni emersa con il percorso di valutazione. Il prorettore all’Informatica Paolo Ferragina e il presidente del Sistema informatico di Ateneo Antonio Cisternino, infine, sono entrati nel merito della strategia digitale e della offerta complessiva di didattica digitale dell’Università di Pisa. L’evento si è chiuso con l’intervento del ministro Gaetano Manfredi.

L’indagine sull’impatto della DAD affidata alla Human Foundation aveva l’obiettivo di comprendere al meglio e con un metodo di ricerca rigoroso se le risposte ai nuovi bisogni di formazione emersi a seguito della crisi Covid sono state all’altezza delle aspettative, in modo da mettere a punto nuove strategie per usare al meglio questa importante innovazione dell’offerta didattica di Ateneo. Gli studenti coinvolti nella ricerca hanno assegnato un voto medio pari a 7.40 alla capacità dimostrata dall’Università di Pisa nel rispondere all’emergenza assicurando la continuità della didattica. Anche la valutazione del corpo docente è più che positiva, con un voto medio pari a 7,94.

«I dati di questa indagine confermano la bontà delle scelte politiche operate, sia garantendo la continuità didattica durante la pandemia sia favorendo le lezioni in presenza per le matricole – ha commentato il ministro Gaetano Manfredi - Il coinvolgimento di tutta la comunità accademica nella valutazione di questa esperienza ci consentirà di rinnovare l’offerta didattica e di comprendere al meglio le opportunità date dalle nuove tecnologie. In questo modo potremo creare un’università più inclusiva e maggiormente capace di offrire risposte a una comunità di studenti formata ormai per lo più da nativi digitali».

«Ad aprile abbiamo capito come fosse urgente valutare l’efficacia della didattica erogata a distanza e sondare le aspettative di studenti e docenti - ha spiegato il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella - Sapevamo già che quella che stavamo vivendo era una situazione che avremmo dovuto riaffrontare in autunno, con il nuovo anno accademico. Farci valutare per capire quale impatto avessero avuto le nostre scelte era fondamentale perché le risorse impiegate per far fronte alla prima ondata pandemica risultassero anche un investimento strategico per il futuro. Quello che ci ha mossi è stata, infatti, la ferma convinzione che ogni avversità racchiuda in sé delle opportunità. Le indicazioni emerse dal Rapporto di Human Foundation ci consentono di tracciare una strategia di potenziamento per elaborare un modello innovativo di didattica con una serie di strumenti che, una volta tornati alla normalità, rimarranno attivi a beneficio delle nostre studentesse e dei nostri studenti».

«Sono anni che lavoriamo sulla valutazione d’impatto, che non è un semplice strumento di rendicontazione degli output, ma lavora sugli outcome, sui reali cambiamenti messi in atto da un progetto o da una policy», ha spiegato Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation. «Crediamo nella valutazione come strumento di management. L’Università di Pisa ha avuto grande visione nel voler sottoporre a valutazione la DAD universitaria, ben sapendo che la didattica digitale è ormai parte integrante dell’offerta universitaria di questo Paese e decidendo di lavorare alla sua analisi e al suo perfezionamento da subito. L’attenzione che il ministro Manfredi sta riservando all’iniziativa è riprova che abbiamo scelto una strada utile e innovativa», prosegue Melandri. «Spero che anche altri Atenei seguano questo esempio e che il lavoro di Human Foundation possa essere un vero e proprio prototipo», ha concluso.

Dalla lettura del report emerge anche un altro dato significativo: il 42,6% degli studenti intervistati considera la didattica online come uno strumento utile se integrato a quello in presenza, perché facilità la partecipazione alle attività didattiche e nel medio-lungo termine e determina un aumento della frequenza e un accrescimento dei processi di democratizzazione dell’accesso al sapere, in particolare per gli studenti affetti da disabilità motorie, per gli studenti pendolari e lavoratori. Per quanto riguarda i docenti, la metà di loro (49,0%) vede nella DAD un’opportunità supplementare, un servizio che aggiunge qualcosa senza però sovrapporsi alla didattica normalmente intesa.

49 università che ispirano la propria azione ai principi fondamentali della Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, dei Trattati istitutivi dell'UE. E' questa RUniPace, la Rete delle Università italiane per la Pace promossa dalla CRUI. La Rete è stata presentata oggi online in due momenti: un evento nazionale durante la mattina e, nel resto della giornata, una cascata di eventi locali in tutta Italia che hanno portato le comunità accademiche a conoscenza dell'iniziativa.

"Non è un caso che la Rete venga presentata oggi. Il 10 dicembre si celebra la Giornata internazionale per i diritti umani, e la pace deve essere considerata un diritto inalienabile – ha detto Ferruccio Resta, Presidente della CRUI – Nei duri mesi della pandemia abbiamo visto inasprirsi le differenze economiche ed emergere difetti e conflitti delle nostre società. Ciò rende evidente e ancora più necessario il contributo di analisi e progettazione che solo le università e un approccio interdisciplinare possono fornire. La pace è un progetto che va sostenuto con le gambe solide della ricerca, della didattica e della terza missione."

Una delle principali finalità di RUniPace è infatti lo studio delle disuguaglianze, del sottosviluppo e della povertà che possono essere considerate fra le principali cause dei conflitti. Quindi uno studio non fine a sé stesso ma funzionale all'intervento sulle dinamiche in atto: sono infatti queste le caratteristiche che anche a livello internazionale qualificano i Peace Studies. Fra le altre finalità: il supporto all'educazione alla pace, alla nonviolenza, alla non discriminazione e al dialogo; la valorizzazione del ruolo delle donne nei processi di pace a ogni livello; la creazione delle condizioni favorevoli alla leadership delle giovani generazioni nei processi di pace.

"La crisi pandemica ha posto l'attenzione sul valore della formazione e della ricerca come bene comune e come grande strumento di riduzione dei divari, sia a livello nazionale che a livello globale – ha dichiarato Gaetano Manfredi, Ministro dell'Università e della Ricerca – Una delle strategie del Ministero, in un momento di grande trasformazione tecnologica, è rafforzare il ruolo delle università nella promozione dei valori universali della tolleranza e dell'inclusione. La Rete delle Università italiane per la Pace lavorerà proprio in questa direzione, con proposte ispirate a principi e valori dal forte impatto sociale."

"Quando abbiamo immaginato la Rete – ha detto Maurizio Tira, Rettore dell'Università Brescia e uno dei promotori – abbiamo pensato che l'azione non dovesse concentrarsi solo sull'esterno ma anche verso l'interno dell'università. Di conseguenza, Runipace nasce anche con l'obiettivo di promuovere la riflessione da parte delle comunità accademiche sulla responsabilità sociale di tutte le discipline. Questo per rafforzare la costruzione e il consolidamento della pace, anche accogliendo e sostenendo chi nel mondo soffre per violazioni dei diritti umani e del diritto alla libertà della ricerca."

"La costruzione della Rete ha avuto il suo momento più intenso proprio durante i difficili mesi della pandemia, ed è stata resa possibile solo grazie alla passione e alla resilienza dei nostri delegati – ha detto l'altro promotore Paolo Mancarella, Rettore dell'Università di Pisa – RUniPace ha obiettivi ambiziosi che vanno realizzati a partire dal patrimonio di ricerche e competenze che già esiste nelle università, creando coordinamenti tra studiosi e studiose negli atenei e fra gli atenei. Senza però dimenticare il necessario raccordo con la società civile. Lo scopo primario di questa rete è infatti promuovere lo sviluppo, anche a livello territoriale, di una cultura della pace che permetta un approccio non violento alla risoluzione dei conflitti."

Per informazioni: www.runipace.org

Come è andata l’esperienza della DAD che, con il perdurare dell’emergenza, è dovuta proseguire anche a settembre? Ce lo racconta un’indagine della Human Foundation condotta da maggio a ottobre 2020, i cui risultati sono stati presentati giovedì 10 dicembre nel corso di una tavola rotonda online, alla presenza del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. A studenti e professori dell’Ateneo pisano è stato chiesto se fossero soddisfatti del modello di didattica a distanza adottato durante il lockdown e la valutazione complessiva è stata più che favorevole, con un voto che si attesta intorno a 7,5 (su una scala da 1 a 10).

La tavola rotonda, moderata dalla giornalista di Repubblica Valeria Strambi, è stata aperta dall’introduzione del segretario generale di Human Foundation, Francesco Spano. A seguire il rettore Paolo Mancarella ha illustrato le ragioni della scelta di sottoporre a valutazione d’impatto la DAD dell’Università di Pisa. La presidente di Human Foundation, Giovanna Melandri, è poi intervenuta sul tema della valutazione come strumento di management, mentre la prorettrice agli Affari giuridici, Michela Passalacqua, ha illustrato come il successo della programmazione del futuro debba muovere dall’analisi dei bisogni emersa con il percorso di valutazione. Il prorettore all’Informatica Paolo Ferragina e il presidente del Sistema informatico di Ateneo Antonio Cisternino, infine, sono entrati nel merito della strategia digitale e della offerta complessiva di didattica digitale dell’Università di Pisa. L’evento si è chiuso con l’intervento del ministro Gaetano Manfredi.

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L’indagine sull’impatto della DAD affidata alla Human Foundation aveva l’obiettivo di comprendere al meglio e con un metodo di ricerca rigoroso se le risposte ai nuovi bisogni di formazione emersi a seguito della crisi Covid sono state all’altezza delle aspettative, in modo da mettere a punto nuove strategie per usare al meglio questa importante innovazione dell’offerta didattica di Ateneo. Gli studenti coinvolti nella ricerca hanno assegnato un voto medio pari a 7.40 alla capacità dimostrata dall’Università di Pisa nel rispondere all’emergenza assicurando la continuità della didattica. Anche la valutazione del corpo docente è più che positiva, con un voto medio pari a 7,94.

«I dati di questa indagine confermano la bontà delle scelte politiche operate, sia garantendo la continuità didattica durante la pandemia sia favorendo le lezioni in presenza per le matricole – ha commentato il ministro Gaetano Manfredi - Il coinvolgimento di tutta la comunità accademica nella valutazione di questa esperienza ci consentirà di rinnovare l’offerta didattica e di comprendere al meglio le opportunità date dalle nuove tecnologie. In questo modo potremo creare un’università più inclusiva e maggiormente capace di offrire risposte a una comunità di studenti formata ormai per lo più da nativi digitali».

«Ad aprile abbiamo capito come fosse urgente valutare l’efficacia della didattica erogata a distanza e sondare le aspettative di studenti e docenti - ha spiegato il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella - Sapevamo già che quella che stavamo vivendo era una situazione che avremmo dovuto riaffrontare in autunno, con il nuovo anno accademico. Farci valutare per capire quale impatto avessero avuto le nostre scelte era fondamentale perché le risorse impiegate per far fronte alla prima ondata pandemica risultassero anche un investimento strategico per il futuro. Quello che ci ha mossi è stata, infatti, la ferma convinzione che ogni avversità racchiuda in sé delle opportunità.  Le indicazioni emerse dal Rapporto di Human Foundation ci consentono di tracciare una strategia di potenziamento per elaborare un modello innovativo di didattica con una serie di strumenti che, una volta tornati alla normalità, rimarranno attivi a beneficio delle nostre studentesse e dei nostri studenti».

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«Sono anni che lavoriamo sulla valutazione d’impatto, che non è un semplice strumento di rendicontazione degli output, ma lavora sugli outcome, sui reali cambiamenti messi in atto da un progetto o da una policy», ha spiegato Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation. «Crediamo nella valutazione come strumento di management. L’Università di Pisa ha avuto grande visione nel voler sottoporre a valutazione la DAD universitaria, ben sapendo che la didattica digitale è ormai parte integrante dell’offerta universitaria di questo Paese e decidendo di lavorare alla sua analisi e al suo perfezionamento da subito. L’attenzione che il ministro Manfredi sta riservando all’iniziativa è riprova che abbiamo scelto una strada utile e innovativa», prosegue Melandri. «Spero che anche altri Atenei seguano questo esempio e che il lavoro di Human Foundation possa essere un vero e proprio prototipo», ha concluso.

Dalla lettura del report emerge anche un altro dato significativo: il 42,6% degli studenti intervistati considera la didattica online come uno strumento utile se integrato a quello in presenza, perché facilità la partecipazione alle attività didattiche e nel medio-lungo termine e determina un aumento della frequenza e un accrescimento dei processi di democratizzazione dell’accesso al sapere, in particolare per gli studenti affetti da disabilità motorie, per gli studenti pendolari e lavoratori. Per quanto riguarda i docenti, la metà di loro (49,0%) vede nella DAD un’opportunità supplementare, un servizio che aggiunge qualcosa senza però sovrapporsi alla didattica normalmente intesa.

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