Giornata mondiale per la paralisi cerebrale: convegno a Calambrone
Giornata Mondiale per la paralisi cerebrale: a Pisa un rapporto di collaborazione tra specialisti, istituzioni e famiglie. È quanto avvenuto nel corso del partecipatissimo incontro avvenuto oggi a Calambrone sul tema “Migliorare la qualità della vita per la persona con paralisi cerebrale” organizzato dalle Associazioni Coordinamento dei Caregivers ed EppursiMuove ASD con la collaborazione del IRCCS Fondazione Stella Maris. Il loro invito è stato raccolto dagli specialisti del settore, dagli operatori socio-sanitari, dai rappresentanti della politica e delle famiglie per offrire ai partecipanti un'occasione di conoscenza e approfondimento sui bisogni della persona con paralisi cerebrale infantile (PCI) in età pediatrica e adulta.
Nel convegno si è fatto il punto su come la ricerca e la realtà assistenziale, sociale e riabilitativa possano dare sempre più possibilità alla persone con paralisi cerebrale e al loro progetto di vita. All’iniziativa hanno partecipato Paolo Mancarella, rettore dell’Università di Pisa, Gianna Gambaccini, assessore del Comune di Pisa con deleghe alle Politiche sociali e alla Cooperazione con la rete dei servizi sanitari territoriali, Antonio Mazzeo, presidente della Commissione Costa Toscana del Consiglio Regionale e per la Stella Maris, Giuliano Maffei, presidente e Giovanni Cioni, direttore scientifico. Con loro erano presenti le rappresentanti delle famiglie Antonietta Scognamiglio e Stefania Bargagna.
La paralisi cerebrale in Italia coinvolge 100 mila tra adulti e bambini, mentre nel mondo sono milioni le persone che ne soffrono. Sono disturbi neurologici causati da lesioni del sistema nervoso centrale insorti prima o durante il parto, e colpiscono aree cerebrali che presiedono alle funzioni della postura e del movimento e tattili, quindi il cammino, la prensione, a cui spesso di associano forme di epilessia, disturbi sensoriali, cognitivi, del linguaggio. Il 25% circa dei bambini che ne è affetto ha una disabilità grave, 1 su 4 soffre di forme epilettiche, 1 su 3 non riesce a camminare, 1 su 4 non può parlare e 1 su 10 ha gravi disturbi visivi. Nel mondo sono milioni le persone con questi disturbi, solo in Italia dicevano all’inizio se ne calcolano 100.000, e ancor oggi ogni anno nel nostro paese più di 1.000 nuove persone manifestano questi disordini. Nei Paesi a sistemi sanitari più avanzati ne sono colpiti 2-3 neonati ogni 1.000 nati vivi, proporzione che nei Paesi poveri si triplica e quadruplica. Numeri che danno l’idea dell’impatto che questi disturbi hanno sulle famiglie e sulla società. In paesi con buon sistema socio-sanitario è stato calcolato che le cure e l’assistenza di una persone con questi disordini hanno un costo annuo di oltre 70.000 euro.
Il contesto italiano ed europeo delle cure alle persone con paralisi cerebrale infantile purtroppo non è confortante. Una inchiesta condotta nel 2017 in tutti i paesi europei dalla European Academy of Childhood Disability (la Società scientifica europea che si occupa di questo disturbo) ha evidenziato come in Europa e anche in Italia, si registri un netto peggioramento dalla qualità e quantità delle cure offerti ai bambini e agli adulti con paralisi cerebrali, anche a causa della crisi economica. Una recentissima pubblicazione ha messo questi dati molto allarmanti a disposizione di esperti, politici e largo pubblico (*Horridge et al. European Academy of Childhood Disability. Austerity and families with disabled children: a European survey. Dev Med Child Neurol. 2018).
Una risposta concreta alle persone con paralisi cerebrale arriva dagli studi compiuti nel mondo per migliorare la loro qualità di vita. Purtroppo in questo campo c’è chi per soldi semina illusioni e false speranze, dando origine a quegli incresciosi fenomeni che sono i viaggi della speranza in lontani e “miracolosi” centri asiatici, dell’ex-Europa orientale o anche americani. La Stella Maris da anni è impegnata a fianco delle famiglie e dei bambini. Nell’Istituto di Calambrone molti sono i servizi a loro disposizione. Nelle sue Unità operative infatti gli specialisti di Stella Maris definiscono la diagnosi e approfondiscono il profilo funzionale con la formulazione del progetto riabilitativo e del programma terapeutico, progettano e validano i presidi protesici e ortesici e in caso di necessità terapia specifiche per la spasticità, la diagnosi e terapia dei disturbi associati come la disfagia, i disturbi visivi, o l’epilessia ed effettuano il trattamento successivo agli interventi di chirurgia funzionale. L’individuazione dei neonati a rischio di sviluppare questa patologia e la diagnosi precoce effettuata nei primissimi mesi di vita, consente di avviare un intervento precoce che ha come principali obiettivi quelli di minimizzare le difficoltà di sviluppo e l’emergenza di disabilità motorie, cognitive, socio-emozionali. Il razionale scientifico su cui si basa è il potenziamento della plasticità cerebrale, ossia la capacità del SNC (sistema nervoso centrale) di modificare la propria struttura e funzione in risposta all’ interazione tra i geni, le esperienze e gli stimoli ambientali (arricchimento ambientale). Sul fronte scientifico l’IRCCS Stella Maris nei propri laboratori e in collaborazione con l’Università di Pisa, l’Istituto di Neuroscienze di Fisiologia Clinica del CNR neurofisiologia e l’Istituto di Biorobotica, ha condotto e sta continuamente aprendo nuovi studi per terapie avanzate, in grado di prevenire e curare il danno cerebrale precoce e le paralisi cerebrali.
Proprio nel corso dell’incontro sono state presentate le ricerche più promettenti. Studi e collaborazioni che hanno permesso l’apertura proprio in queste settimane presso la Stella Maris del Centro terapie innovative nella paralisi cerebrale dove sono già iniziati e verranno sperimentati un numero sempre più grande di protocolli innovativi di trattamento dei bambini con paralisi cerebrale, specie i più piccoli, sviluppati attraverso finanziamenti nazionali e internazionali, e facenti parte a diversi progetti multicentrici internazionali in corso od in attivazione a breve.
Punto cruciale della terapia è mettere sempre la famiglia al centro del trattamento e una presa in carico precoce multidisciplinare psicologica e psicomotoria che promuova e sostenga la genitorialità, migliorando la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie. Proprio recentemente sono stati avviati - primi in Italia - studi sulla qualità della vita della persona con paralisi cerebrale, la qualità della vita è infatti, molto più del recupero funzionale l’obbiettivo vero dell’intervento. La Stella Maris per la paralisi cerebrale infantile, come per tutte le disabilità del neurosviluppo di cui si occupa (le disabilità intellettive, per lo più associate a malattie genetiche, l’autismo, le malattie neuromuscolari, i disturbi psichiatrici e molte altre) accanto alla ricerca e all’assistenza, svolge grazie e insieme all’Università di Pisa, un grande lavoro di formazione degli operatori, medici, terapisti, psicologi e altri, attraverso i corsi universitari che da molti anni anno sede presso l’Istituto (scuola di specializzazione in neuropsichiatria infantile, tra le più antiche d’Italia, corso per terapisti dell’età evolutiva e altre). Una sinergia con l’Università di Pisa che rende la nostra città polo internazionale di riferimento per questo disturbo, nella formazione oltre alla ricerca e l’assistenza. Nel luglio 2019 una Summer School dell’Università di Pisa, organizzata insieme alla Stella Maris e alla European Academy of Childhood Disability (la società scientifica europea che si occupa di questo disturbo) formerà giovani provenienti da tutto il mondo alla ricerca sulla paralisi cerebrale, attraverso l’opera di moltissimi docenti anche internazionali.
Etica e futuro. Oggi grande spazio è stato dato anche al tema etico, legato alla disabilità. La centralità della persona è il messaggio che da anni attraversa la letteratura e la legislazione in merito alla disabilità (ne sono un esempio la Convenzione ONU, il Piano per la salute, il Piano di indirizzo per riabilitazione e la classificazione ICF). Far diventare le persone colpite da paralisi cerebrale davvero protagonisti della propria vita. È questo il traguardo a cui oggi si tende. Una persona malata o disabile troppo spesso è un “oggetto del percorso assistenziale”. È necessario un cambio di paradigma per farla diventare un soggetto attivo. Un terreno ancora colmo di domande. È possibile una condivisione del piano riabilitativo quando il bambino ha gravi deficit comunicativi e cognitivi? Siamo certi che alla domanda di cura si risponda sempre in modo congruo e scientificamente valido? E poi la risposta è uniforme ed equa nei vari territori? Si tiene conto della prospettiva lifespan delle disabilità dello sviluppo?
(Fonte: Ufficio stampa Stella Maris)
Antico Egitto: è on line e gratuita una collana di libri sul periodo del Medio Regno
Una prestigiosa collana internazionale di studi sul Medio Regno (2000-1550 a.C.) edita dalla Golden House Publications con sede a Londra è ora disponibile gratuitamente sul portale di Egittologia dell’Università di Pisa. L’iniziativa è nata su impulso di Gianluca Miniaci, docente dell’Ateneo pisano nonché supervisore scientifico della stessa collana: ecco il link per scaricare i libri.
“Middle Kingdom Studies, una collana nata tre anni fa da una mia idea, è già diventata una realtà ben affermata nel panorama scientifico, poiché si occupa di un periodo, il Medio Regno (2000-1550 a.C.), poco trattato a livello di ricerca nel campo dell’egittologia”, racconta Gianluca Miniaci.La collaborazione con l’editore inglese è stata ufficializzata nei mesi scorsi con la firma di un accordo con il dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo.“Dal mio arrivo all’Università Pisa nel 2016 mi sono mosso affinché la Golden House Publications, una delle case editrici più note nell'ambito scientifico internazionale dell'egittologia, si aprisse verso l'opensource ed in particolare verso il green opensource – conclude Miniaci – ora grazie a questo accordo i volumi saranno online e fruibili gratuitamente a partire da due anni dalla data di pubblicazione del cartaceo”.
INVITO STAMPA In rettorato la presentazione della Cetilar Pisa Half Marathon
Sarà presentata lunedì 8 ottobre, alle ore 12 nella Sala dei Mappamondi del Rettorato, la Cetilar Pisa Half Marathon (che si correrà domenica 14), manifestazione sportiva internazionale con finalità benefiche che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore sociale della donazione di organi e di tessuti.
Alla presentazione interverranno:
• il rettore Paolo Mancarella,
• il prorettore con delega alle attività sportive, Marco Gesi,
• il sindaco Michele Conti,
• il prefetto Angela Pagliuca,
• il questore Paolo Rossi,
• il direttore medico di presidio ospedaliero dell'Aoup, Mauro Giraldi,
• il professor Ugo Boggi, organizzatore dell'iniziativa,
• l'atleta Daniele Meucci, testimonial.
Parteciperanno inoltre Germano Tarantino, direttore scientifico di PharmaNutra, Giuseppe Bozzi, presidente dell'Associazione per Donare la Vita Onlus, e i rappresentanti dell'Arma dei Carabinieri e della Brigata paracadutisti "Folgore" di Pisa.
Antico Egitto: on line e gratuita una collana di libri sul periodo del Medio Regno
Una prestigiosa collana internazionale di studi sul Medio Regno (2000-1550 a.C.) edita dalla Golden House Publications con sede a Londra è ora disponibile gratuitamente sul portale di Egittologia dell’Università di Pisa. L’iniziativa è nata su impulso di Gianluca Miniaci, docente dell’Ateneo pisano nonché supervisore scientifico della stessa collana: ecco il link per scaricare i libri.
“Middle Kingdom Studies, una collana nata tre anni fa da una mia idea, è già diventata una realtà ben affermata nel panorama scientifico, poiché si occupa di un periodo, il Medio Regno (2000-1550 a.C.), poco trattato a livello di ricerca nel campo dell’egittologia”, racconta Gianluca Miniaci.
La collaborazione con l’editore inglese è stata ufficializzata nei mesi scorsi con la firma di un accordo con il dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo.
“Dal mio arrivo all’Università Pisa nel 2016 mi sono mosso affinché la Golden House Publications, una delle case editrici più note nell'ambito scientifico internazionale dell'egittologia, si aprisse verso l'opensource ed in particolare verso il green opensource – conclude Miniaci – ora grazie a questo accordo i volumi saranno online e fruibili gratuitamente a partire da due anni dalla data di pubblicazione del cartaceo”.
Il premio internazionale «Galileo Galilei» assegnato a Janos Kelemen e Pierpaolo Faggi
Janos Kelemen (a sinistra nella foto) e Pierpaolo Faggi (a destra nella foto) sono i vincitori del premio internazionale «Galileo Galilei» 2018 promosso dai Rotary club italiani, uno dei riconoscimenti culturali più importanti d'Europa e punto di riferimento per la promozione della cultura italiana, che dal 2006 viene conferito anche a studiosi italiani che si siano distinti nelle scienze fisiche, mediche, geografiche, dell'ingegneria, della terra, chimiche, agrarie e biologiche.
Il 57mo premio Galilei «è stato attribuito all'unanimità della giuria (presieduta dal presidente della Fondazione premio Galilei, Antonio Pieretti, e composta dagli specialisti italiani della materia Giuseppe Santillo, Giannino Di Tommaso e Mauro Visentin) all'ungherese Janos Kelemen, professore emerito dell'Università Elte di Budapest, per il suo contributo alla Storia del pensiero italiano».
Al padovano Pierpaolo Faggi, professore di geografia umana all'Università di Padova, è andato il premio per la scienza, giunto alla 13ma edizione dedicata alle scienze geografiche, assegnato dalla giuria composta dagli specialisti stranieri della materia Jean Pierre Lozato Giotart, Jean Louis Moretti e Pere Salve Tomas (presidente di giuria anche in questo caso Antonio Pieretti).
La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 6 ottobre nell'aula magna dell'ateneo pisano: erano presenti la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, il presidente della Fondazione premio «Galileo Galilei» dei Rotary club italiani, Marco Mancini, e l’assessore comunale all’Urbanistica Massimo Dringoli, in rappresentanza del Comune di Pisa.
Da sinistra: Janos Kelemen, Pierpaolo Faggi, Marco Mancini, Nicoletta De Francesco, Massimo Dringoli subito dopo la premiazione.
Le ricerche di Janos Kelemen si incentrano prevalentemente sulla filosofia del linguaggio e la storia della filosofia e della letteratura italiana con particolare riguardo a Dante e al pensiero italiano nel Novecento. La giuria del premio «Galilei« ha scelto il professore «per i suoi eccellenti meriti nel campo della ricerca e della diffusione del pensiero italiano in Ungheria e della cultura ungherese in Italia, cui ha contribuito in maniera determinante anche nella sua qualità di direttore dell'Accademia di Ungheria a Roma, di direttore del dipartimento di Italianistica dell'Università di Szeged, di socio fondatore e presidente della Società Dantesca Ungherese».
Pierpaolo Faggi vanta un curriculum ricchissimo sia nel campo ricerca empirica sia nel campo «terreno», infatti si presenta come «camminatore geografo». Un lavoro che è grande passione, come dimostrano i numerosi libri e articoli scientifici pubblicati in Europa, in particolare in Italia e Francia, e nel Nord America. Tra questi, si possono segnalare i suoi studi e azioni in Africa, specialmente in Senegal e Burkina Faso. Durante quasi quarant'anni, Pier Paolo Faggi ha dimostrato grande attenzione per la natura e per le popolazioni locali.
Corso di base in materia di protezione degli animali utilizzati a fini scientifici - 5 e 6 novembre 2018
Quattro studenti Unipi nell’estremo sud dell’Angola insieme a Medici con l’Africa CUAMM
L’Università di Pisa conferma il proprio impegno nell’ambito della cooperazione internazionale per la salute e lo sviluppo. Grazie all’accordo sottoscritto lo scorso dicembre tra Unipi, Medici con l'Africa CUAMM e Fondazione Arpa, quattro studenti del sesto anno di Medicina sono appena partiti per l’Angola nell’ambito della missione umanitaria di Medici con l’Africa CUAMM. Gli studenti pisani Beniamino Bortoli, Marco Favilli, Federica Mei e Debora Tognarelli effettueranno un periodo di tirocinio nell'ospedale di Chiulo, nei mesi di ottobre e novembre.
La struttura sanitaria, gestita dai medici di CUAMM, è situata nel profondo sud dell'Angola ed è il punto di riferimento di un’ampia regione, essendo l’unica unità sanitaria di 2° livello presente nella parte settentrionale della Provincia del Cunene, unico presidio dotato di sala operatoria in cui si possa eseguire il taglio cesareo.
Dal 2012 l’ospedale di Chiulo e il suo territorio di riferimento sono stati coinvolti nel programma del Cuamm “Prima le mamme e i bambini”, un’iniziativa che mira a garantire l’accesso gratuito al parto sicuro, alla cura del neonato e, in una successiva fase (2017-2021), alla generale tutela della salute della mamma e del neonato lungo i primi suoi 1000 giorni di vita, con un’attenzione particolare alla nutrizione della gravida e del bambino fino ai 2 anni.
Prima di partire gli studenti, accompagnati dal professore Emanuele Cigna, hanno fatto visita al rettore Paolo Mancarella e al prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali Francesco Marcelloni dai quali hanno ricevuto, a nome dell’intera istituzione universitaria, l’augurio di vivere una ricca esperienza in Africa, che possa formarli dal punto di vista umane e già qualificarli sul lato professionale, rappresentando al meglio l'Università di Pisa nel mondo.
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Nelle foto:
- Gli studenti con il rettore Paolo Mancarella e il professor Emanuele Cigna
- Gli studenti con il prorettore Francesco Marcelloni e il professor Emanuele Cigna
Grano duro: le varietà antiche e moderne hanno la stessa capacità simbiotica di assorbire i nutrienti dal suolo
Le varietà antiche e moderne di grano duro hanno la stessa capacità di entrare in simbiosi con i microrganismi benefici del suolo per estrarre grandi quantità di nutrienti minerali fondamentali per la loro crescita, primi tra tutti fosforo e azoto. E’ questo quanto emerge da uno studio pubblicato su “Scientific Reports”, rivista del gruppo "Nature", e condotto da un team di microbiologi agrari dell’Università di Pisa e del CNR, coordinati dalla professoressa Manuela Giovannetti, e dai genetisti del CREA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), coordinati dai dottori Pasquale de Vita e Luigi Cattivelli.
La ricerca, condotta su 108 diverse varietà di grano duro sia antiche che moderne, ha infatti dimostrato per la prima volta che le ripetute selezioni a cui il grano duro è andato incontro nel corso degli anni, mirate ad ottenere varietà più produttive e a taglia ridotta, non hanno provocato effetti negativi sulla sua capacità di entrare in simbiosi con particolari microrganismi benefici attraverso i quali le piante si assicurano il nutrimento dal terreno. I ricercatori hanno infatti verificato che i geni Rht, responsabili della riduzione della taglia e associati all’aumento del raccolto nelle moderne varietà di grano, non interferiscono con lo sviluppo della simbiosi.
“Il grano duro, utilizzato principalmente per la produzione di pasta, è una delle più importanti piante agrarie, e rappresenta un elemento chiave della dieta mediterranea - spiegano Cristiana Sbrana del CNR e Luciano Avio dell’Ateneo pisano - Noi in questo studio abbiamo dimostrato che non ci sono differenze fra le diverse varietà di grano duro, sia antiche che moderne, riguardo alla loro capacità di entrare in simbiosi con i funghi benefici micorrizici”.
La collaborazione tra genetisti e microbiologi ha inoltre permesso di individuare alcuni marcatori genetici, presenti in diversi cromosomi, coinvolti nei cambiamenti fisiologici che avvengono nella pianta durante lo sviluppo della simbiosi.
“La mappatura dei tratti genetici associati alla simbiosi micorrizica, individuati per la prima volta nel grano duro - sottolinea Manuela Giovannetti - potrà permettere la selezione di piante altamente suscettibili alla simbiosi, da impiegare in agricoltura sostenibile, e migliorare la comprensione delle relazioni tra caratteri fenotipici e genetici in questa importante pianta alimentare”.
Grano duro: le varietà antiche e moderne hanno la stessa capacità simbiotica di assorbire i nutrienti dal suolo
Le varietà antiche e moderne di grano duro hanno la stessa capacità di entrare in simbiosi con i microrganismi benefici del suolo per estrarre grandi quantità di nutrienti minerali fondamentali per la loro crescita, primi tra tutti fosforo e azoto. E’ questo quanto emerge da uno studio pubblicato su “Scientific Reports”, rivista del gruppo "Nature", e condotto da un team di microbiologi agrari dell’Università di Pisa e del CNR, coordinati dalla professoressa Manuela Giovannetti, e dai genetisti del CREA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), coordinati dai dottori Pasquale de Vita e Luigi Cattivelli.
La ricerca, condotta su 108 diverse varietà di grano duro sia antiche che moderne, ha infatti dimostrato per la prima volta che le ripetute selezioni a cui il grano duro è andato incontro nel corso degli anni, mirate ad ottenere varietà più produttive e a taglia ridotta, non hanno provocato effetti negativi sulla sua capacità di entrare in simbiosi con particolari microrganismi benefici attraverso i quali le piante si assicurano il nutrimento dal terreno. I ricercatori hanno infatti verificato che i geni Rht, responsabili della riduzione della taglia e associati all’aumento del raccolto nelle moderne varietà di grano, non interferiscono con lo sviluppo della simbiosi.
“Il grano duro, utilizzato principalmente per la produzione di pasta, è una delle più importanti piante agrarie, e rappresenta un elemento chiave della dieta mediterranea - spiegano Cristiana Sbrana del CNR e Luciano Avio dell’Ateneo pisano - Noi in questo studio abbiamo dimostrato che non ci sono differenze fra le diverse varietà di grano duro, sia antiche che moderne, riguardo alla loro capacità di entrare in simbiosi con i funghi benefici micorrizici”.
La collaborazione tra genetisti e microbiologi ha inoltre permesso di individuare alcuni marcatori genetici, presenti in diversi cromosomi, coinvolti nei cambiamenti fisiologici che avvengono nella pianta durante lo sviluppo della simbiosi.
“La mappatura dei tratti genetici associati alla simbiosi micorrizica, individuati per la prima volta nel grano duro - sottolinea Manuela Giovannetti - potrà permettere la selezione di piante altamente suscettibili alla simbiosi, da impiegare in agricoltura sostenibile, e migliorare la comprensione delle relazioni tra caratteri fenotipici e genetici in questa importante pianta alimentare”.
Quattro studenti Unipi in Angola insieme a Medici con l’Africa CUAMM
L’Università di Pisa conferma il proprio impegno nell’ambito della cooperazione internazionale per la salute e lo sviluppo. Grazie all’accordo sottoscritto lo scorso dicembre tra Unipi, Medici con l'Africa CUAMM e Fondazione Arpa, quattro studenti del sesto anno di Medicina sono appena partiti per l’Angola nell’ambito della missione umanitaria di Medici con l’Africa CUAMM. Gli studenti pisani Beniamino Bortoli, Marco Favilli, Federica Mei e Debora Tognarelli effettueranno un periodo di tirocinio nell'ospedale di Chiulo, nei mesi di ottobre e novembre.
I quattro studenti con il rettore Paolo Mancarella e il professor Emanuele Cigna.
La struttura sanitaria, gestita dai medici di CUAMM, è situata nel profondo sud dell'Angola ed è il punto di riferimento di un’ampia regione, essendo l’unica unità sanitaria di 2° livello presente nella parte settentrionale della Provincia del Cunene, unico presidio dotato di sala operatoria in cui si possa eseguire il taglio cesareo.
Dal 2012 l’ospedale di Chiulo e il suo territorio di riferimento sono stati coinvolti nel programma del Cuamm “Prima le mamme e i bambini”, un’iniziativa che mira a garantire l’accesso gratuito al parto sicuro, alla cura del neonato e, in una successiva fase (2017-2021), alla generale tutela della salute della mamma e del neonato lungo i primi suoi 1000 giorni di vita, con un’attenzione particolare alla nutrizione della gravida e del bambino fino ai 2 anni.
Prima di partire gli studenti, accompagnati dal professor Emanuele Cigna, hanno fatto visita al rettore Paolo Mancarella e al prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali Francesco Marcelloni dai quali hanno ricevuto, a nome dell’intera istituzione universitaria, l’augurio di vivere una ricca esperienza in Africa, che possa formarli dal punto di vista umane e già qualificarli sul lato professionale, rappresentando al meglio l'Università di Pisa nel mondo.
Gli studenti con il prorettore Francesco Marcelloni e il professor Emanuele Cigna.