A quattro studenti dell’Università di Pisa le borse di studio della Fondazione Lazzareschi
Con una cerimonia che si è tenuta a Porcari (LU) lo scorso 21 ottobre, la Fondazione Lazzareschi ha assegnato a quattro studenti dell’Università di Pisa le borse di studio intitolate a Giuseppe Lazzareschi, imprenditore cofondatore del Gruppo Sofidel, scomparso oltre 30 anni fa.
Le borse di studio, del valore di 5.000 euro l’una, sono andate a Giulia Lena, originaria di Lucca, iscritta alla laurea magistrale in Strategia, management e controllo; Gabriele Lorenzi, originario di Lucca, iscritto alla laurea magistrale in Ingegneria robotica e dell’automazione; Mirco Lunardi, originario di Barga (LU), iscritto alla laurea magistrale in Tecnologia e produzione della carta e del cartone: Veronica Pistolesi, originaria di Campiglia Marittima (LI), iscritta alla laurea magistrale in Informatica.
La commissione che ha selezionato i vincitori era composta dai professori Silvio Bianchi Martini (presidente), Marco Frosolini e Francesco Marcelloni, Tommaso Valente, responsabile delle risorse umane del Gruppo Sofidel, e Monica Arena, direttrice della Fondazione Giuseppe Lazzareschi.
In occasione della cerimonia, a cui ha preso parte, oltre ai membri della commissione, anche il sindaco di Porcari Leonardo Fornaciari, i premiati e il numeroso pubblico hanno potuto assistere a una relazione sull’Intelligenza Artificiale tenuta dal professor Francesco Marcelloni, che all’Università di Pisa coordina il “Good AI Lab”.
La Fondazione Giuseppe Lazzareschi, a cui partecipa anche in Comune di Porcari, è nata nel 2003 con “l’intento di promuovere la crescita culturale, sociale e imprenditoriale del territorio” e ha istituito le borse di studio in collaborazione con l’Università di Pisa. Le borse sono rivolte a studenti iscritti a corsi di laurea magistrale non a ciclo unico dell’Università di Pisa, e residenti nelle provincie di Lucca, Pisa, Pistoia, Livorno e Prato, che abbiano maturato almeno 24 crediti formativi e che affrontino nel loro percorso di studio materie inerenti alla produzione della carta, la sostenibilità e l’Intelligenza Artificiale. La famiglia Lazzareschi controlla, insieme alla famiglia Stefani, la Sofidel Spa, azienda con oltre 7.000 dipendenti e oltre 3 miliardi di fatturato, nota in Italia per il marchio Regina.
Da sinistra il professor Silvio Bianchi Martini e il professor Francesco Marcelloni.
Il sistema dell’Università di Pisa per il telemonitoraggio di pazienti affetti da insufficienza cardiaca premiato al Forum Sanità 2024
Il sistema intelligente per il telemonitoraggio di pazienti affetti da insufficienza cardiaca è stato premiato al Forum Sanità 2024 con un doppio riconoscimento: Premio Forum PA 2024 nella categoria Data-driven Health e il Premio Speciale Intelligenza Artificiale. La cerimonia si è svolta il 24 ottobre 2024 a Roma. Il Forum, promosso dal Gruppo DIGITAL360, è pensato per far emergere le migliori esperienze che guardano al futuro della salute e della sanità, valorizzando progetti basati su tecnologie all’avanguardia o capaci di mettere in atto modelli innovativi di assistenza e cura.
Il sistema di telemonitoraggio messo a punto a Pisa si chiama Heart Failure Medical Expert System (HF-MES), ed era già stato premiato alla conferenza internazionale IEEE ISMICT 2024 (International Symposium on Medical Information and Communication Technology (ISMICT)). La ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto Bando Ricerca Toscana AIRTELTE Covid 19 da Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana e Agenzia Regionale di Sanità.
“La soluzione Heart Failure Medical Expert System (HF-MES) - spiega Luca Fanucci, docente di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa - utilizza tecniche di Intelligenza Artificiale per offrire un sistema esperto che supporta i medici nell’attivazione e gestione di percorsi di telemonitoraggio per pazienti con scompenso cardiaco. Il sistema è in grado di replicare il processo decisionale di un medico esperto, aiutando nella selezione del piano di monitoraggio iniziale e nei successivi adeguamenti, in base alle informazioni cliniche e anamnestiche del soggetto e alla gravità della malattia valutata attraverso i dati ricevuti dal paziente (sintomi e parametri vitali). La soluzione, progettata per essere integrata in piattaforme di telemonitoraggio esistenti, è destinata all’utilizzo in ambito di medicina generale e/o ambulatoriale, da parte di medici di famiglia o specialisti ospedalieri impegnati nella cura delle patologie cardio-respiratorie acute che prevedano l’impiego di strumenti di telemonitoraggio dei pazienti”.
“Il sistema - aggiunge Stefano Masi, dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana - è stato sottoposto a sperimentazione clinica, dimostrando un elevato grado di accuratezza, oltre alla sua affidabilità e fattibilità tecnologica. Queste caratteristiche lo rendono un efficace strumento di supporto per l’implementazione di percorsi di cura personalizzati in grado di favorire interventi precoci basati su evidenze cliniche che possano arrestare l’evoluzione verso quadri severi di malattia che richiedono l’ospedalizzazione”.
Fondamentale per il successo del progetto è stato il team multidisciplinare che ha visto coinvolti ingegneri (Luca Fanucci, Alessio Bechini, Massimiliano Donati e Martina Olivelli) insieme a medici (Stefano Masi, Annamaria Vianello e Ilaria Petrucci) e statistici (Paolo Francesconi ed Elisa Gualdani).
The University of Pisa is launching AUTOMATA, a new EU-funded project revolutionizing archaeological documentation
Archaeology focuses on material culture, revealing the stories embedded in objects, offering insights into technology, daily life, relationships, the environment, and human histories. However, the labour-intensive process of documenting and classifying finds, despite digitization efforts, restricts access to countless artefacts, thus limiting the creation and sharing of knowledge.
Automata kick off meeting was held in Pisa on October 22th
The “AUTOMated enriched digitisation of Archaeological liThics and cerAmics” project (AUTOMATA) seeks to enhance this process by enabling low-cost and time-efficient digitisation of archaeological objects. This cutting-edge collaborative scheme, supported by the EU programme Horizon Europe for the period 2024-2029, is implemented by a network of excellence composed of 12 academic and non-academic organisations from 7 countries, placed under the coordination of the University of Pisa (IT).
Using AI-augmented robotics and sensors, AUTOMATA will create 3D models enriched with archaeometry data, providing a practical and cost-effective solution for digitisation. Robotic tools with newly developed AI methodologies will improve the digitisation process of visible and non-visible properties of archaeological finds, enhance the robustness and efficiency of 3D digitisation, improve surface appearance acquisition, and integrate 2D representations. This approach streamlines data acquisition, aided by human-AI collaboration, and, in turn, the collection of big, well-identified data will empower the development of AI models.
This cost-effective technology will democratise access to digitisation, benefiting the Cultural Heritage community at large, including public and private organisations dealing with culture, education, ICT, museums, creative companies and media, aid preservation methods and restorers’ work, and foster inclusive knowledge-sharing via a dedicated crowdsourcing platform.
Finally, the data collected by AUTOMATA will be seamlessly integrated into the European Collaborative Cloud for Cultural Heritage (ECCCH), a shared platform designed to facilitate collaboration among heritage professionals and researchers, and provide them with access to data, scientific resources, training, and advanced digital tools tailored to suit their needs. This platform is developed by ECHOES (European Cloud for Heritage OpEn Science), an overarching EU-funded project that brings together fragmented communities of the Cultural Heritage field into a new community around the Digital Commons.
Circle U. Climate Day - Call for proposals
Tutte le informazioni al link: https://www.unipi.it/index.php/internazionalizzazione/item/28900-circle-u-climate-day-call-for-proposals
Circle U. Climate Day - Call for proposals
Tutte le informazioni al link: https://www.unipi.it/index.php/internazionalizzazione/item/28900-circle-u-climate-day-call-for-proposals
Premio Locati 2025
E' bandita l'edizione 2025 del Premio Locati, promosso dall'Associazione Culturale dedicata a Giuseppe Locati, con l’obiettivo di valorizzarne il pensiero filosofico e artistico. Quest'anno il tema è "Interdisciplinarità e unità del sapere:
la dimensione umanistica della ricerca scientifica".
Informazioni e bando al link: https://giuseppelocati.it/premio-locati/
Il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 31 maggio 2025.
Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La danza quantistica dei qubit, flash mob e videomapping in Piazza dei Miracoli a Pisa
EVENTO ANNULLATO CAUSA MALTEMPO
Il 23 ottobre dalle 19.30 alle 21 lo spettacolo aperto alla cittadinanza che unisce arte e scienza curato dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e INFN
Prima iniziano le braccia poi il resto del corpo, ogni ballerino e ballerina rappresenta un qubit di un computer quantistico; quindi, tutto si trasforma in luce proiettate sulle mura del Camposanto monumentale dietro la Torre pendente di Pisa. E’ la "danza dei qubit", uno spettacolo che mette insieme arte e scienza e che andrà in scena mercoledì 23 ottobre dalle 19.30 allo 21 in Piazza dei Miracoli. L’evento aperto alla cittadinanza inaugura la conferenza internazionale “Quantum Gases, Fundamental Interactions, and Cosmology” che si svolge dal 23 al 25 ottobre in città organizzata dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e dall’INFN-sezione di Pisa.
La serata prevede un flash mob iniziale alle 19,30: a partire da un’idea nata alla Sherbrooke University in Canada, i movimenti dei danzatori e delle danzatrici riprodurranno un formalismo matematico utilizzato per rappresentare visivamente lo stato quantistico, infine coinvolgendo il pubblico. Nella seconda parte del programma, dalle 20,15 una coreografia di luci sarà proiettata sulle mura sud del Camposanto monumentale, con la collaborazione dell’Opera Primaziale. Si tratta dell’evoluzione temporale della “funzione d'onda”: il videomapping rappresenta la probabilità di trovare una particella quantistica in una regione di spazio. I pattern luminosi sono tanto più intensi quanto più grande è la probabilità e i calcoli sono effettuati mediante la celebre equazione di Schroedinger. Attraverso questa suggestiva visualizzazione verrà illustrato il significato fisico della danza.
“Lo danza dei qubit rappresenta in maniera intuitiva la matematica della fisica quantistica attraverso la danza, per coinvolgere in prima persona il pubblico, e le immagini, per formare un ricordo vivido nella memoria di chi assisterà - racconta la professoressa Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa - da anni con il mio gruppo di ricerca ricerchiamo in collaborazioni internazionali metodi per raccontare la scienza anche attraverso i linguaggi dell’arte che, come la matematica, sono estremamente densi e compatti, come per esempio è stato con l’installazione interattiva Quantum Jungle ora al Polo Fibonacci dell’Ateneo. La danza si rivela così efficace nella narrazione scientifica e infatti la coreografia nasce in un team di scienziati, scienziate e ballerine e ballerini. A fare da ponte Chiara nostra neolaureata e ballerina della Ghezzi che ha appena un dottorato appena iniziato al King’s College”.
La "danza dei qubit" è stata realizzata con una collaborazione internazionale coordinata dall’Università di Pisa, che coinvolge l’Institut quantique de Université de Sherbrooke in Quebec e il consorzio europeo CircleU, sostenitore e cofinanziatore grazie al supporto del professor Alessio Cavicchi, delegato dell’Ateneo pisano per la promozione della Cultura imprenditoriale. Alla parte artistica hanno collaborato la Scuola di danza Elsa Ghezzi di Pisa di Stefania Zucchelli e MUMU srl di Lorenzo Garzella. L’evento ha inoltre il supporto dell’Associazione Frontiers Detectors for Frontiers Physics e la collaborazione tecnica della ditta Bufalini Francesco srl. Il team coordinato da Marilù Chiofalo è composto da Jorge Yago Malo, Antonio Romano, Chiara Coviello e Vittoria Stanzione del Dipartimento di fisica, Giulia Sandroni e Rachele Bellina della Scuola Ghezzi, con la collaborazione di Ghislain Lefebvre e Dominique Wolfshagen di Sherbrooke, e di Simon Goorney della Aarhus University di CircleU.
Nota dell’Università di Pisa sulla convezione quadro con l’Azienda USL Toscana Nord Ovest
Pisa, 24 ottobre 2024 - In riferimento all’articolo pubblicato sul quotidiano Il Tirreno in data 23 ottobre u.s., dal titolo “Guerra tra medici negli ospedali, I professori colonizzano l’Asl”, si vuole innanzitutto segnalare che non vi è alcuna “guerra” e men che meno una “colonizzazione”.
E’ opportuno precisare che la convenzione quadro tra l’Università di Pisa e l’Azienda USL Toscana Nord Ovest, è un accordo generale, volto a porre in primo luogo le basi di una ampia e strutturata collaborazione scientifica e didattica. Si tratta di un modello che l’Università ha già adottato negli ultimi due anni con numerosi enti e con diverse finalità.
Poiché si tratta di convenzione quadro, i suoi effetti immediati e diretti sono nulli. In altre parole, per passare alla applicazione pratica saranno necessari specifici accordi attuativi, che richiederanno anche la firma di AOUP (art. 2 della Convenzione).
Bisogna ricordare inoltre che nell'area medica universitaria esiste un chiaro principio di inscindibilità delle funzioni didattiche, di ricerca e assistenziali, che l’accordo quadro ha necessariamente previsto. Ciò che evidentemente non si è colto nell’articolo è lo spirito bidirezionale dell’accordo, che favorisce uno scambio di competenze tra i professionisti UNIPI e Asl, prevedendo sì lo svolgimento di attività assistenziale di medici universitari in Asl se previsto dalla collaborazione scientifica e didattica, ma al tempo stesso un ampio coinvolgimento dei medici Asl in attività di ricerca e didattica (già adesso i corsi di laurea delle professioni sanitarie vedono il coinvolgimento di numerosi professionisti dell’Asl nella docenza, così come in base all’accordo essi potrebbero essere inclusi formalmente nelle docenze delle scuole di specializzazione).
La possibilità teorica che alcuni docenti UniPI possano svolgere attività assistenziale in strutture diverse da AOUP era nel programma elettorale dell'attuale Rettore ed è bene ricordare che è già stata attuata più volte (seppur sporadicamente) in passato, ed inoltre è stata sollecitata da alcune amministrazioni locali e, discussa, in modo assolutamente trasparente, con le autorità regionali e con i soggetti, a diverso titoli, competenti.
Più in generale, non si può dimenticare, e in questa sede occorre ribadire, che le assegnazioni degli incarichi dirigenziali nelle aziende sanitarie sono disciplinate dalla legge e non possono certamente essere messe in discussione, alterate o modificate da diversi accordi di natura decentrata. In questa direzione, la stessa Convenzione, ovviamente, richiama (all’art. 5) la normativa vigente e, per ciò che interessa, il D.lgs. 517/1999.
Confidiamo che la collaborazione continui e si rafforzi, nel rispetto delle prerogative, delle autonomie e delle competenze specifiche di tutti gli enti coinvolti.
L’idea che UniPI cerca di sostenere è che questo processo di sviluppo e miglioramento delle sinergie esistenti sia condotto attraverso un confronto serio, rigoroso, aperto e continuo, come, d’altra parte, quotidianamente si cerca di fare.
Si ribadisce quindi che non esiste, alcuno “scontro” o alcuna "guerra", termini in questo momento assolutamente fuori contesto, almeno per quanto concerne le intenzioni e gli atti concreti posti in essere dal mondo universitario.
AUTOMATA, l’archeologia diventa robotica e smart
Un braccio robotico preleva i frammenti ceramici o di pietra, li passa ai sensori per le analisi chimico fisiche e crea poi un modello 3D completo di dati e informazioni. Questo avveniristico scenario che unisce robotica e intelligenza artificiale, destinato a rivoluzionare il mondo dell’archeologia, sarà presto realtà grazie ad AUTOMATA, un nuovo progetto quinquennale (2024-2029) coordinato dall’Università di Pisa e finanziato dal programma HorizonEU dell’Unione Europea. AUTOMATA svilupperà due prototipi di braccia robotiche smart, uno dei quali sarà testato qui a Pisa nei laboratori del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Inoltre, l’idea è di diffondere il più possibile questa tecnologia rendendola disponibile a basso costo: i software saranno rilasciati come open source e le principali componenti robotiche del dispositivo potranno essere riprodotte con una stampante 3D.
“Ad oggi la fase di analisi dei reperti richiede molto tempo e forti competenze per questo non è possibile fare analisi in modo massivo – spiega Gabriele Gattiglia, coordinatore del progetto – tutto questo con AUTOMATA è destinato a cambiare. AUTOMATA faciliterà la documentazione archeologica grazie allo sviluppo di un sistema di digitalizzazione avanzata che integra sensoristica archeometrica, automazione robotica e Intelligenza Artificiale. I reperti diventeranno così oggetti parlanti a partire da origini, utilizzi ed evoluzione per raccontare la vita quotidiana, le relazioni, l'ambiente e la storia umana di chi ci ha preceduto”.
A livello tecnico, AUTOMATA consentirà una digitalizzazione rapida e a basso costo. Questo approccio semplificherà l'acquisizione dei dati, a beneficio di istituzioni pubbliche e private, musei e istituti dedicati alla ricerca, alla conservazione e alla tutela. Non ultimo, il lavoro di documentazione di AUTOMATA andrà ad arricchire il Cloud dedicato alla condivisione e all’utilizzo innovativo del patrimonio culturale che l’Unione Europea sta costruendo (ECCCH: European Collaborative Cloud for Cultural Heritage - ECHOES project: European Cloud for Heritage OpEn Science).
I partner. AUTOMATA sarà realizzato da un partenariato di eccellenza composto da dodici organizzazioni accademiche e non accademiche provenienti da sette paesi (le università di Bordeaux Montaigne, York, Barcellona, Gerusalemme; il King’s college di Londra; l’Istituto Italiano di Tecnologia; l’Institut National de Recherches Archéologiques Préventives-INRAP; il Museo Archeologico di Zagabria; le imprese italiane QBrobotics e Miningful e l’agenzia di comunicazione belga Culturelab) sotto il coordinamento dell'Università di Pisa. Coordinatore del progetto è il professore Gabriele Gattiglia, docente di Metodologia della ricerca archeologica e Archeologia digitale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Lo stesso Dipartimento sarà protagonista con un team interdisciplinare di archeologi, filosofi ed esperti di comunicazione. Fanno parte del gruppo di ricerca Francesca Anichini, project e communication manager del progetto, i docenti di archeologia Federico Cantini, Niccolò Mazzucco e Simonetta Menchelli, la filosofa prof.ssa Veronica Neri e l’esperto di videocomunicazione Nicola Trabucco
Il progetto è stato presentato martedì 22 ottobre presso la Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa. All’evento hanno partecipato rappresentanti della Commissione Europea, del progetto ECHOES e dei partener del consorzio.
AUTOMATA, l’archeologia diventa robotica e smart
Un braccio robotico preleva i frammenti ceramici o di pietra, li passa ai sensori per le analisi chimico fisiche e crea poi un modello 3D completo di dati e informazioni. Questo avveniristico scenario che unisce robotica e intelligenza artificiale, destinato a rivoluzionare il mondo dell’archeologia, sarà presto realtà grazie ad AUTOMATA, un nuovo progetto quinquennale (2024-2029) coordinato dall’Università di Pisa e finanziato dal programma HorizonEU dell’Unione Europea. AUTOMATA svilupperà due prototipi di braccia robotiche smart, uno dei quali sarà testato qui a Pisa nei laboratori del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Inoltre, l’idea è di diffondere il più possibile questa tecnologia rendendola disponibile a basso costo: i software saranno rilasciati come open source e le principali componenti robotiche del dispositivo potranno essere riprodotte con una stampante 3D.
I partner di Automata al kick off meeting a Pisa
“Ad oggi la fase di analisi dei reperti richiede molto tempo e forti competenze per questo non è possibile fare analisi in modo massivo – spiega Gabriele Gattiglia, coordinatore del progetto – tutto questo con AUTOMATA è destinato a cambiare. AUTOMATA faciliterà la documentazione archeologica grazie allo sviluppo di un sistema di digitalizzazione avanzata che integra sensoristica archeometrica, automazione robotica e Intelligenza Artificiale. I reperti diventeranno così oggetti parlanti a partire da origini, utilizzi ed evoluzione per raccontare la vita quotidiana, le relazioni, l'ambiente e la storia umana di chi ci ha preceduto”.
A livello tecnico, AUTOMATA consentirà una digitalizzazione rapida e a basso costo. Questo approccio semplificherà l'acquisizione dei dati, a beneficio di istituzioni pubbliche e private, musei e istituti dedicati alla ricerca, alla conservazione e alla tutela. Non ultimo, il lavoro di documentazione di AUTOMATA andrà ad arricchire il Cloud dedicato alla condivisione e all’utilizzo innovativo del patrimonio culturale che l’Unione Europea sta costruendo (ECCCH: European Collaborative Cloud for Cultural Heritage - ECHOES project: European Cloud for Heritage OpEn Science).
I partner. AUTOMATA sarà realizzato da un partenariato di eccellenza composto da dodici organizzazioni accademiche e non accademiche provenienti da sette paesi (le università di Bordeaux Montaigne, York, Barcellona, Gerusalemme; il King’s college di Londra; l’Istituto Italiano di Tecnologia; l’Institut National de Recherches Archéologiques Préventives-INRAP; il Museo Archeologico di Zagabria; le imprese italiane QBrobotics e Miningful e l’agenzia di comunicazione belga Culturelab) sotto il coordinamento dell'Università di Pisa. Coordinatore del progetto è il professore Gabriele Gattiglia, docente di Metodologia della ricerca archeologica e Archeologia digitale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. Lo stesso Dipartimento sarà protagonista con un team interdisciplinare di archeologi, filosofi ed esperti di comunicazione. Fanno parte del gruppo di ricerca Francesca Anichini, project e communication manager del progetto, i docenti di archeologia Federico Cantini, Niccolò Mazzucco e Simonetta Menchelli, la filosofa prof.ssa Veronica Neri e l’esperto di videocomunicazione Nicola Trabucco
Il progetto è stato presentato martedì 22 ottobre presso la Gipsoteca di Arte Antica dell’Università di Pisa. All’evento hanno partecipato rappresentanti della Commissione Europea, del progetto ECHOES e dei partener del consorzio.