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Comunicati stampa

Aprire nuove strade di collaborazione e dialogo, con la proposta di dar vita a un master congiunto in diritti umani. Sono questi i temi principali della visita all'Università di Pisa del ministro argentino Carlos Cherniak, Carlos Cherniak e Alessandra Guidiaddetto per la politica, la cooperazione e i diritti umani dell'ambasciata argentina a Roma, che la scorsa settimana è stato accolto dai prorettori Alessandra Guidi e Marco Guidi in un incontro a Palazzo alla Giornata. Nell'occasione erano presenti anche la professoressa Katherine Isaacs, coordinatrice del programma EuroPlata e coordinatrice per l'Internazionalizzazione dell'area di Civiltà e forme del sapere, il professor Maurizio Vernassa, coordinatore dell'area di Scienze politiche, il professor Hugo Estrella, responsabile del corso "Transiciones democraticas en America Latina", e Simone Marinai, ricercatore presso l'Istituto di Diritto internazionale.

La visita del ministro Cherniak si inserisce nel processo di internazionalizzazione e apertura verso i paesi dell'America Latina che l'Ateneo di Pisa sta perseguendo negli ultimi anni. Tra questi c'è proprio l'Argentina, considerato un partner strategico e fondamentale con cui l'Ateneo ha già stipulato diversi accordi e con cui sta lavorando per dar vita ad altre collaborazioni, tra cui quella con l'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires.

Durante l'incontro pisano è stata confermata l'importanza delle relazioni tra Italia e Argentina e della necessità di rafforzare il dialogo e mantenerlo costante. Il ministro Cherniak ha suggerito la creazione di una rete nazionale in cui università, centri di ricerca, autorità locali e imprese italiane possano raggiungere gli obiettivi comuni inerenti all'internazionalizzazione e organizzare periodicamente incontri e seminari in cui vengano affrontate tematiche che coinvolgono congiuntamente Italia e Argentina. Tra le varie proposte fatte, si è inoltre discusso della possibilità di dar vita a un master congiunto in diritti umani, tema molto caro al Ministro.

 

ministro argentino gruppo

Venerdì, 17 Maggio 2013 08:33

Circolo Ricreativo Dipendenti Universitari

Venerdì, 17 Maggio 2013 08:26

Circolo Ricreativo Dipendenti Universitari

Venerdì, 17 Maggio 2013 07:53

Ente Parco

L'Università collabora con l'Ente Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, che gestisce in concessione circa 700 ettari di foresta della Tenuta di Tombolo.

Questo patrimonio forestale è stato di recente inserito nella rete MAB dell'UNESCO come Riserva della Biosfera con il nome di "Selva Pisana".

Si tratta di un bene ambientale significativo da conservare, proteggere e valorizzare: la concessione all'Ente Parco è nata proprio con questo obbiettivo, ferma restando la possibilità di utilizzo per attività di carattere scientifico-didattico.

Venerdì, 17 Maggio 2013 07:34

Comune e Provincia di Pisa

Comune di Pisa

La collaborazione tra Ateneo e Comune di Pisa è molto viva, sia nell'ambito culturale e della ricerca, sia nella gestione comune di questioni più "tecniche" di razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare.

La collaborazione forse più evidente in città, sia per i turisti che per i residenti, è la gestione del Museo della Grafica a Palazzo Lanfranchi, uno dei centri culturali di maggiore attrazione a Pisa

Tra Ateneo e Comune di Pisa è stato firmato un protocollo per l'utilizzo dell'area "Ex Macelli Pubblici", in via Nicola Pisano che darà vita alla "Cittadella Galileiana", destinato a diventare il cuore dell'offerta turistica culturale e scientifica al servizio della città.

Fra i principali progetti bisogna ricordare anche l'intesa per la costituzione di un Centro Internazionale di Studi sulla Democrazia che avrà il compito di promuovere il confronto e la ricerca scientifica sulla democrazia, e di lavorare per la costruzione di una rete internazionale di studi e di favorire la divulgazione del dibattito presso la cittadinanza. L'accordo prevede la collaborazione anche con: Regione Toscana, Domus Mazziniana, Provincia e Comune di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant'Anna, Fondazione Giovanni Spadolini, Associazione mazziniana italiana.

Provincia di Pisa

Con la Provincia di Pisa sono attivi una serie di accordi bilaterali o inclusivi di altre realtà che vanno dalla promozione dell'istruzione, della formazione e della cultura sul territorio provinciale a servizi per studenti come, ad esempio, Giovani Card provinciale. La Giovani Card può essere richiesta da tutte le persone fra i 14 e i 30 anni, residenti nella provincia di Pisa, dagli studenti universitari non residenti e dai giovani partecipanti agli scambi internazionali. La Card offre sconti o condizioni agevolate di accesso presso negozi, musei, teatri, cinema, iniziative culturali, agenzie formative in tutta Europa.

Venerdì, 17 Maggio 2013 07:14

Venere allo specchio

Il mondo dell'università e della ricerca sta attraversando una fase di radicale cambiamento, la cui portata è tuttora da capire, indotta da alcuni interventi normativi di grande impatto: la legge 133 del 2008, il decreto 150 del 2009, la legge 240 del 2010, con l'articolato palinsesto dei decreti collegati e dei provvedimenti connessi (le numerose leggi di riforma del pubblico impiego e le norme in tema di spending review). Tutte queste leggi incidono a fondo sui pilastri della vita degli atenei, a partire dal sistema di finanziamento, dalle politiche di reclutamento, dalla valutazione della didattica e della ricerca, dalla pianificazione e gestione finanziaria, dall'organizzazione interna e dalla misurazione della performance anche nell'ambito del self-assessment.

Queste considerazioni sono alla base del volume Venere allo specchio. Valutazione, accountability, organizzazione delle Università, edito dall'ETS, di Michele da Caprile, Simone Kovatz e Vincenzo Tedesco. Pubblichiamo di seguito la presentazione del libro scritta dai tre autori.

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Il volume, partendo dall'analisi del contesto europeo, analizza l'impatto della legge 240 sulla struttura interna degli atenei e si sofferma sui concetti di valutazione e di misurazione della performance, individuale ed organizzativa, allo scopo di individuare alcune linee guida per l'organizzazione della "macchina amministrativa" degli atenei dei prossimi anni.
 Ne emerge una proposta metodologica, corredata da alcuni strumenti di analisi e di ricerca, che cerca di definire la struttura e la dimensione interna più efficace per rispondere alle sfide che attendono le nostre università nel prossimo futuro. Riportiamo, sul punto, uno stralcio della prefazione al volume curata dal Consigliere dottor Antonio Naddeo, Capo Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri: La valutazione della ricerca e della didattica va intesa come strumento per favorire sviluppo e crescita, maggiormente in settori, quali quello delle Università e della ricerca, che hanno la responsabilità di accrescere la 'conoscenza', che genera, a sua volta, qualità, creatività e perciò capacità competitive per il Paese. (...)La funzione della valutazione dovrebbe rappresentare lo strumento per rilanciare il sistema universitario creando i presupposti per premiare le situazioni di eccellenza. Il volume illustra il connubio tra il sistema di valutazione del d.lgs 150/2009 e la disciplina specifica prevista per le università, evidenziando limiti, criticità ma anche possibili soluzioni.

È stato sviluppato il legame tra "valutazione" e "conoscenza" calandolo correttamente nel contesto dell'integrazione e cooperazione europea, le cui linee di azione hanno determinato il ridisegno del sistema universitario italiano almeno dell'ultimo decennio. È evidenziato, così, il ruolo centrale degli Atenei quali protagonisti sia della circolazione della conoscenza nello spazio europeo, più specificamente in quello dell'istruzione superiore e della ricerca, sia dell'affermazione della nuova dimensione di cittadinanza europea, attraverso la promozione della mobilità degli studenti e l'integrazione dei sistemi di istruzione superiore.

In questo contesto la questione della valutazione e l'assicurazione della qualità della didattica e della ricerca, oltre a rappresentare uno strumento atto a misurare e migliorare la performance rispetto al contesto italiano, diventa un requisito essenziale di verifica dell'affidabilità verso l'esterno, tanto nel processo di integrazione europea, quanto in un contesto di respiro internazionale. Il tutto attraverso l'utilizzo di standard comparabili e la diffusione di una cultura della trasparenza.

Di fronte alle importanti riforme che hanno interessato, negli ultimi anni, il settore delle pubbliche amministrazioni, il volume dà evidenza del percorso parallelo, settoriale ma coerente con il sistema generale, seguito dal legislatore per le Università. Più recentemente, in tema di valutazione, gli obiettivi della riforma del d.lgs 150/2009, sono stati declinati e finalizzati per le università all'interno della legge 240/2010. Non manchiamo di dare risalto alla difficile situazione economica in cui sono calate le riforme citate, determinando la necessità, a fronte di una riduzione delle risorse finanziarie disponibili, di una maggiore capacità di ottimizzare i mezzi e di condividere gli obiettivi, sia all'interno degli organi di governance degli Atenei, sia con gli studenti, le parti sociali e le istituzioni tutte.

Gli interventi normativi più recenti hanno insistito molto su questi aspetti, accompagnando l'introduzione di vincoli in tema di valutazione e di reporting, con regole volte a valorizzare l'autonomia finanziaria e gestionale degli atenei, in un circuito virtuoso tra autonoma e corretta gestione e capacità di autovalutazione.

Il modello organizzativo degli atenei, ridisegnato dalla legge 240/2010, non manca di aspetti contraddittori che vengono opportunamente messi in luce e che fanno emergere l'affermarsi della logica centrista da parte dello Stato.

La funzione della valutazione dovrebbe rappresentare lo strumento per rilanciare il sistema universitario creando i presupposti per premiare le situazioni di eccellenza.

È puntualmente trattato il tema della performance delle amministrazioni pubbliche e delle metodologie da adottare per la loro misurazione e valutazione. L'obiettivo è delineare un sistema che possa efficacemente misurare la capacità del soggetto pubblico di creare valore per il cittadino con le risorse rese disponibili dalla comunità, ossia come misurare i risultati perseguiti mediante l'azione pubblica. Altro punto importante su cui si incentra l'analisi è garantire la massima qualità con un ottimale consumo di risorse, senza sprechi ed inefficienze, dando spazio al merito e alle best practices e facendo emergere con evidenze quantitative tutto l'ottimo lavoro che in molti contesti pubblici pur esiste.

Oltre alla valutazione un ruolo fondamentale è ricoperto dalla accountability, strumento indispensabile se si vuole dare pieno compimento all'autonomia universitaria che vede coinvolti, ognuno con le proprie responsabilità, amministratori, tecnici, docenti a rendere doveroso conto del proprio operato sia agli studenti che formano l'utenza e forniscono una quota (fra l'altro crescente!) delle risorse, sia al Governo che fornisce la quota rimanente. Quella stessa accountability che, in un contesto sia pur profondamente diverso dal nostro, e cioè negli Stati Uniti, si pone al centro del Government Performance and Result Act (GPRA), e che, nelle parole dei legislatori stessi, ha come scopo, ambizioso certo, quello di "restore the confidence of the ...people in the capability of Federal Government by systematically holding...Agencies accountable for achieving program results".

Si tratta, a nostro avviso, di prendere atto del passaggio da un modello burocratico, meccanicistico, coerente con un quadro economico stabile e coerente caratterizzato dal "potere degli uffici", a un modello adhocratico, organicistico più flessibile e basato sulle competenze professionali e relazionali, che si è ormai realizzato in molte realtà aziendali e che dovrebbe trovare terreno fertile anche nelle università.

Michele da Caprile, Simone Kovatz, Vincenzo Tedesco

 

 

Giovedì, 16 Maggio 2013 15:23

Fondazione Paolo Cresci

 

 

Giovedì, 16 Maggio 2013 15:21

Fondazione Domus Galilaeana

 

 

Giovedì, 16 Maggio 2013 15:17

Polo Universitario Penitenziario di Pisa

Il Polo Universitario Penitenziario di Pisa  è stato costituito ufficialmente il 14 maggio 2003 con la firma di un protocollo d'intesa tra l'Università di Pisa, il Provveditorato Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, la Direzione della Casa Circondariale di Pisa e la Regione Toscana. Dal 2008 è stato intitolato a Renzo Corticelli, il compianto docente dell'Ateneo pisano che, con tenacia e impegno, ha contribuito a costituirlo e a coordinarlo nei primi anni di vita.

Le attività universitarie vengono realizzate in collaborazione con l'Università di Pisa, che mette a disposizione docenti (tra cui il delegato del Rettore e i delegati delle varie facoltà espresse dal e nel Polo), studenti o dottorandi – su base volontaria – in qualità di tutor per seguire gli studenti, procurare i testi, orientare la scelta delle facoltà, costituire le commissioni di esame nonché quelle di laurea.

Il Polo è ospitato presso una sezione opportunamente ristrutturata nella palazzina del reparto penale dell'istituto pisano, ed è composto da una zona per le attività di studio e dalle celle di detenzione le quali accolgono, in condizioni standard, due detenuti ciascuna; ospita detenuti iscritti all'università e, in casi di emergenza, studenti della scuola media superiore. Sono presenti una cucina in comune, librerie che si arricchiscono di continuo grazie a costanti donazioni, computer e spazi per l'attività didattica.

In base al protocollo del 2003 i criteri per accedere al Polo sono il possesso del diploma di scuola superiore, la condanna definitiva, il permesso di soggiorno per i detenuti extracomunitari, e il parere positivo da parte dell'équipe di esperti (GOT: Gruppo di Osservazione e Trattamento) che valuta il livello di pericolosità del soggetto e dunque la sua idoneità a vivere in una sezione a regime di sorveglianza attenuata.

Nel corso del tempo nel Polo sono state rappresentate molte delle Facoltà dell'Università di Pisa: Agraria, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature straniere, Medicina veterinaria e Scienze Politiche; inoltre vi sono stati studenti anche del corso interfacoltà in Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa, e di Scienze per la pace.

Inizialmente il Polo era stato pensato per ospitare non più di 10 studenti, come recita l'art.1 del protocollo, essendo un'esperienza pilota che si inseriva all'interno di una realtà complessa e difficile come quella del carcere. La validità del progetto e lo sforzo organizzativo di Renzo Corticelli hanno fatto superare gli ostacoli burocratici consentendo anche all'esperienza di Pisa di consolidarsi, e portare il numero di studenti, in alcuni momenti, anche a 18 unità.

Nel novembre 2006 si è avuta la prima laurea, conseguita con il massimo dei voti e cum laude, in Scienze dei Beni culturali, indirizzo archeologico. E, a seguire, ne sono arrivate altre in Lettere, Ingegneria, Economia e Commercio, Scienze Politiche, Giurisprudenza.

Tra le attività culturali promosse dall'Università di Pisa nel Polo, bisogna ricordare l'esperienza dei "Seminari al don Bosco", inaugurati nell'A.A. 2005-2006. Organizzati inizialmente dalla Facoltà di Lettere a cui si sono aggiunte successivamente quelle di Giurisprudenza e di Scienze Politiche, essi hanno avuto quattro edizioni, fino al 2009, e sono stati un evento estremamente significativo perché vi hanno partecipato personalità di primo piano, a livello nazionale, del panorama intellettuale, artistico e universitario (ad es. Teresa Strada, Antonio Scurati, Franco Angioni, Luciana Castellina, ecc.) che si sono volentieri prestati ad un incontro-dibattito con gli studenti del Polo in un'atmosfera informale e molto cordiale.

Nel 2010 il successo delle attività dei Poli penitenziari universitari ha indotto le medesime istituzioni che avevano dato vita alla prima esperienza a sottoscrivere un nuovo protocollo, approvato a livello regionale dalle tre università toscane, Esso prevede la costituzione di un sistema unico e integrato dei poli penitenziari della Toscana (Polo penitenziario universitario regionale) imperniato sui tre poli originariamente firmatari dei tre distinti protocolli, che vengono messi in condizione di scambiarsi informazioni, know-how, costruire progetti, avere una segreteria unica con funzione di counseling e di soluzione dei problemi - ad esempio la centralizzazione e gestione delle informazioni relative alla carriera universitaria di ciascun detenuto.

Il nuovo protocollo recepisce i contenuti dei vecchi protocolli, riproponendo organi di indirizzo e gestione come i Comitati di indirizzo e i Comitati didattico-organizzativi, ma li colloca all'interno di una ottica di sistema finalizzata ad uniformare le procedure tecniche, a razionalizzare e quindi ridurre i tempi burocratici, oltre a mostrare cospicue aperture circa il problema dell'iscrizione degli extracomunitari senza permesso di soggiorno e l'uso di strumenti didattici sempre più tecnologicamente avanzati.

Negli ultimi anni, proprio la presenza di un'alleanza a livello regionale tra le tre università toscane, ha consentito di contrastare i rischi di un ridimensionamento dell'esperienza dei poli, dovuti al sovraffollamento delle carceri italiane. Nel 2012 il Polo di Pisa, pur in presenza di inevitabili problemi logistici interni, continua ad ospitare diversi studenti e si prepara ad una nuova stagione di intense attività formative e culturali.

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