CUS Pisa, una stagione da incorniciare
Con la fine dei campionati e delle manifestazioni più importanti è arrivato il momento di trarre un bilancio della stagione per il Cus Pisa. Tutte le sezioni sportive si sono distinte nell'attività agonistica, arrivando a ottenere risultati pregevoli.
Guarda il video e leggi il resoconto nel dettaglio:
Per il volley è stato un anno intenso per quanto riguarda uomini e donne. La squadra maschile dell'Arca Cus Pisa è riuscita a salvarsi all'ultima giornata, battendo il Carpi, terza forza del campionato, mantenendo così la serie B1. Un miracolo maturato in tre settimane, quando il Cus aveva un piede in B/2, per poi arrivare all'impresa. Le donne invece hanno vinto il campionato di Prima Divisione, essendo così promosse in Serie D. La vittoria è arrivata al Palacus contro Saline con una giornata di anticipo.
Con la vittoria contro il Bellaria Pontedera, il Pharmanutra Cus Pisa Rugby ha chiuso positivamente una stagione importante, che permette di porre le basi per la prossima. Il quarto posto finale ha consentito di mantenere agilmente la categoria, e grazie agli investimenti per il nuovo campo da calcio/rugby sintetico che sarà costruito questa estate, primo impianto in Italia con queste caratteristiche, ci sarà la possibilità di progettare in modo tranquillo il futuro.
Buona stagione anche per le squadre di calcio a 5, con gli uomini che sono riusciti a salvare la Serie B1, chiudendo con un ottimo 6-5 contro il Grosseto all'ultima giornata, e le donne che hanno vinto il campionato di Serie B, ma si sono dovute arrendere al Lazio nel triangolare che valeva la promozione in Serie A.
Sono arrivati davvero grandi risultati per le squadre di hockey, con la squadra maschile che ha vinto i playoff ed è tornata in Serie A2, mentre la squadra femminile si è classificata quinta in Serie A1, arrivandosi a giocare i playoff per la Champions Cup, la massima competizione europea di hockey.
La squadra di basket guidata da Matteo Giaconi è riuscita a vincere il campionato di Promozione, dopo un lungo duello con Lucca che si è protratto per tutta la stagione. I gialloblu hanno conquistato la Serie D all'ultima giornata, dopo una larga vittoria per 70-35 contro Prato.
La squadra di atletica prosegue con i successi che la rendono una delle società più quotate in Italia. Da un po' di tempo fa la fortuna del Cus, Yadisleidy Pedroso, cubana naturalizzata italiana che ha già fatto togliere molte soddisfazioni alla società, grazie al record del mondo nei 200/hs e al record italiano sui 300/hs.
Dal punto di vista istituzionale, la truppa cussina ha sbancato ai Cnu di Cassino e Sabaudia, conquistando il quarto posto nel medagliere con 28 medaglie, di cui 11 ori. La maggior parte delle medaglie sono arrivate dalla squadra di canottaggio e da quella di atletica, ma hanno brillato anche gli atleti di canoa, pugilato, scherma e tiro a volo, che sono giunti a medaglia, portando lustro alla società pisana.
Il presidente Denny Innamorati ha commentato così la grande stagione 2012/2013: "La stagione ha dato molte soddisfazioni, abbiamo raggiunto risultati di grandi rilievo, grazie alla salvezza in B1 del volley maschile e alla vittoria della squadra femminile che è promossa in D, l'hockey ha raggiunto la promozione col maschile in A2 e le donne si sono andate a giocare l'Europa. La Pedroso fa sognare la squadra di atletica, senza contare le squadre di basket, calcio a 5 e rugby. È stata un'annata che dal punto di vista sportivo ha dato davvero tanti bei risultati." Il presidente ha anche ricordato la convenzione con il Comune di Pisa: "Da circa un anno i nostri impianti sono dotati di un percorso vita con una bellissima area fitness accessibile a tutta la città poiché il Cus è parco cittadino. Grazie alla convenzione sottoscritta col Comune e all'impegno del vicesindaco Ghezzi è possibile prenotare gli impianti all'aperto anche per i cittadini che non sono iscritti al Cus."
(Ufficio Stampa CUS Pisa)
Dopo 100 anni potrebbe presto rinascere la Scuola di Ingegneria
A 100 anni dalla sua prima istituzione, avvenuta il 22 giugno 1913, potrebbe presto rinascere a Pisa la Scuola di Ingegneria. Il 12 giugno scorso il Senato accademico dell'Ateneo ha espresso parere positivo sulla sua istituzione che verrà decisa nel Consiglio di Amministrazione del 26 giugno, completando così la trasformazione delle strutture didattiche e di ricerca dell'Università voluta dalla cosiddetta legge Gelmini del 2010.
Pubblichiamo di seguito un intervento del professore Pierangelo Terreni, già preside della ex facoltà di Ingegneria dell'Ateneo pisano, sui 100 anni della Scuola di Ingengeria pisana.
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Cento anni fa veniva istituita la Scuola di Ingegneria
Il 22 giugno di 100 anni fa fu promulgata la legge n. 856 che decretava la nascita della "Scuola di applicazione per gl'ingegneri". In particolare l'articolo 2 recitava: «È istituita in Pisa, presso quella Università, a cominciare dall'anno scolastico 1913-14, una scuola di applicazione per gl'ingegneri. Essa rilascerà i diplomi d'ingegnere civile e di architetto. Sarà regolata con le norme del regolamento generale per le scuole di applicazione per gl'ingegneri». In realtà, le origini degli studi di Ingegneria possono farsi risalire all'epoca granducale, quando cominciò a evidenziarsi la necessità della nuova figura professionale dell'ingegnere, tecnico e uomo di scienza capace di sovrintendere alla realizzazione delle opere pubbliche cui il Granducato dedicava molta attenzione. Bisogna, però, attendere il 1913 perché l'Università di Pisa possa vedere soddisfatta la sua remota aspirazione di avere una "Scuola di applicazione per gl'ingegneri", la quale, di durata triennale, poteva rilasciare i diplomi di ingegnere civile e di architetto. Nella realtà, tuttavia, la Scuola di applicazione non diplomò mai architetti, ma solo ingegneri civili.
Il merito ed il successo dell'iniziativa furono dovuti specialmente all'opera perseverante ed illuminata del prof. Ulisse Dini, che può considerarsi, a buon diritto, il vero fondatore della Scuola, della quale fu anche il primo Direttore. L'organizzazione della Scuola rimase pressoché immutata fino al 1935, quando diede origine alla "Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa", cessando pertanto di essere un Istituto distaccato ed assumendo uno "status" simile a quello delle altre Facoltà Universitarie. Il 28 ottobre 1936 venne inaugurata la nuova sede (l'attuale "Triennio" ubicato in Largo Lucio Lazzarino, già via Diotisalvi) alla presenza del Re Imperatore Vittorio Emanuele III e del Rettore Giovanni D'Achiardi, oltre a tutte le autorità civili e religiose. Nel 1937 alla Sezione Civile fu aggiunta la Sezione Industriale.
Le successive modifiche agli ordinamenti degli studi di Ingegneria coincisero con le varie riforme universitarie. Di seguito vengono riportate le più significative. Nell'anno accademico 1960-61, in base al nuovo ordinamento degli studi delle Facoltà di Ingegneria (D.P.R. 31 gennaio 1960, n. 53, nota come legge Capocaccia), la Facoltà di Ingegneria di Pisa risultò costituita su cinque anni, avendo assorbito anche il biennio propedeutico, già annesso alla Facoltà di Scienze e comprese i seguenti sette "corsi di laurea": Ingegneria Civile (con le tre sezioni: Edile, Idraulica, Trasporti); Ingegneria Meccanica; Ingegneria Elettrotecnica; Ingegneria Chimica; Ingegneria Aeronautica; Ingegneria Elettronica; Ingegneria Nucleare. Nel 1999, in virtù del DM 509, furono istituite le Lauree triennali e le Lauree Specialistiche, di durata biennale (la così detta riforma "3 + 2"). In seguito a tale riforma ed ai suoi successivi aggiornamenti, l'offerta didattica si è ulteriormente differenziata, in particolare per quanto concerne le Lauree di secondo livello, arrivando ad una offerta formativa tra le più ampie nell'ambito della Facoltà di Ingegneria Italiane, che attualmente comprende dieci Lauree triennali, sedici Lauree Magistrali e una Laurea Magistrale a ciclo unico.
L'eccellente reputazione di cui ha sempre goduto la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa, legata alla capacità di unire attività di ricerca ad alto livello con la più grande attenzione alla qualità della didattica, è testimoniata dal grande numero dei suoi laureati che occupano posizioni di grande prestigio, sia in ambito nazionale che internazionale e dagli eccellenti "feed-back" continuamente ricevuti dal mondo industriale. A questa eccellente reputazione si è accompagnata una sempre maggiore richiesta di accesso da parte degli allievi, con richieste di immatricolazione che hanno continuato a crescere, anche negli ultimi anni, ed un numero di iscritti che ha ormai superato le 10.000 unità.
La coscienza del rilevante patrimonio culturale di cui la Facoltà dispone ha indotto il corpo docente a chiedere di mantenere, anche dopo l'entrata in vigore della "legge Gelmini" che ne consentiva l'abolizione, una struttura di coordinamento didattico denominata "Scuola di Ingegneria", la cui istituzione è stata recentemente approvata dal Senato Accademico dell'Ateneo. Tale struttura, che unisce i tre Dipartimenti sorti all'interno della ex-area di Ingegneria ed i due Dipartimenti di Matematica e Fisica, avrà il compito di garantire la qualità della formazione nelle scienze di base e la visione interdisciplinare, entrambe indispensabili alla formazione di un moderno ingegnere. Essa dovrà inoltre assicurare agli allievi l'acquisizione del corretto approccio culturale, comune alle diverse specializzazioni della professione, tutte unite dalla finalità prima di risolvere, tramite applicazioni della scienza più avanzata, i problemi connessi con il progresso tecnologico.
È infatti opportuno osservare che quello spirito di forte collegamento tra le scienze esatte e le applicazioni tecnologiche che spinse, un secolo fa, Ulisse Dini a promuovere con vigore la nascita della "Scuola di applicazione per gl'ingegneri" è tutt'oggi presente, anzi, oggi più che allora non è possibile concepire la formazione di un valido ingegnere senza un solido appoggio sulle conoscenze di Matematica e Fisica. Inoltre, è necessario tenere presente che la tipica attività progettuale di un ingegnere non è mono disciplinare. Il percorso classico di un progetto inizia con l'analisi del problema da risolvere, che, solitamente, comporta la suddivisione nei vari aspetti che lo compongono. Ovvero, nella fase di analisi si scinde il problema nelle sue parti essenziali; per esempio, in aspetti strutturali, meccanici, elettronici. Nella successiva fase di sintesi i vari aspetti si uniscono per dar vita al progetto del sistema desiderato.
Questa interdipendenza degli aspetti che costituiscono un progetto è oggi molto più sentita di qualche tempo fa. A titolo di esempio, si consideri il progetto di una casa, che è tipico di Ingegneria Civile-Edile; oggi, non si possono trascurare i problemi termici degli edifici, gli impianti idraulici, elettrici e trasmissione dati, che sono parte integrante del progetto. Quindi, è necessario che le varie parti progettuali non avvengano in momenti diversi. Infatti, il progetto strutturale deve essere svolto contemporaneamente al progetto degli impianti e dei servizi. La stessa interdisciplinarietà è comune al progetto di qualunque sistema si voglia realizzare ed è indispensabile nella preparazione di un moderno ingegnere.
Pierangelo Terreni
Nati con metà del campo visivo cieco, evitano gli ostacoli come se vedessero
"Abbiamo scoperto che nei bambini con lesioni alla nascita la corteccia sana compensa la parte cerebrale lesionata", spiegano il professor Giovanni Cioni e la professoressa Maria Concetta Morrone, entrambi docenti presso l'Università di Pisa (rispettivamente dei Dipartimenti di Medicina Clinica e Sperimentale e di Ricerca Traslazionale) ma anche ricercatori presso l'IRCCS Fondazione Stella Maris per la Neuropsichiatria dell'infanzia e l'adolescenza. "Lo studio che abbiamo realizzato dimostra l'estrema plasticità del cervello del bambino - proseguono i due scienziati _ e quindi la sua formidabile capacità di riorganizzarsi anche dopo una lesione molto grande e potenzialmente invalidante".
Proprio per la sua importanza la ricerca è valsa la pubblicazione sulla autorevole rivista internazionale di Neuroscienze Cortex. L'équipe che ha fatto questa importante scoperta è multidisciplinare e comprende ricercatori dell'IRCCS Fondazione Stella Maris, del CNR e dell'Università di Pisa e dell'Università di Firenze. Lo studio che porta le firme di Francesca Tinelli, Guido Marco Cicchini, Roberto Arrighi, Michela Tosetti, Giovanni Cioni e Maria Concetta Morrone, ha evidenziato i meccanismi con cui alcuni soggetti riescono a correggere l'emianopsia, ovvero la perdita di metà del campo visivo, acquisendo la possibilità di utilizzare i segnali visivi provenienti dal campo cieco senza averne una percezione cosciente.
"Abbiamo seguito alcuni bambini con questo tipo di lesioni alla nascita nel corso degli anni, sottoponendoli ad imaging funzionale, ovvero l'uso della risonanza magnetica per analizzare e studiare la relazione tra l'attività di determinate aree cerebrali e specifiche funzioni cerebrali. _ continua la professoressa Morrone _. Con l'uso di queste avanzate tecnologie abbiamo potuto comprendere il meccanismo con cui il loro cervello compensa la mancanza di questa funzione visiva. La parte buona della corteccia assume anche le funzioni di quella danneggiata, andando a colmare il danno che si trova nell'altro emisfero. E' la prova di quanto sia plastico il cervello del bambino e quindi sia capace di riorganizzarsi per far fronte alle difficoltà".
Aggiunge il professor Cioni: "Questo avviene solo nei bambini con una lesione congenita. Nel gruppo dei bambini che hanno avuto danni di questo tipo successivamente e quindi non alla nascita, non abbiamo assistito a questa riorganizzazione e nemmeno negli adulti. La ricerca evidenzia chiaramente tre elementi fondamentali: il cervello è plastico; l'ambiente insegna ed è quindi il "farmaco del cervello" e in base a quanto scoperta possiamo studiare terapie ad hoc".
Le ricadute di questo studio porteranno a nuove cure? "E' una speranza molto concreta - aggiunge il professor Cioni _ , comprendendo meglio I meccanismi possiamo intensificare gli stimoli sulla plasticità cerebrale e approntare interventi terapeutici anche per tutti quei bambini con danni non congeniti e per gli adulti. Certo siamo appena agli inizi ma abbiamo una prima e importante risposta preliminare". Che terapie pensa siano attivabili? "Mi riferisco per esempio a interventi riabilitativi con supporto di tecnologie bioingegneristiche e di Information Comunication - conclude il professore - capaci di riattivare la plasticità attraverso trattamenti più intensivi e personalizzati, fatti a casa ma con sorveglianza medica mediante la telemedicina. C'è uno studio in corso che si ricollega a questo, i cui risultati sono promettenti".
Ne hanno parlato:
LeScienze.it
Agi.it
Tirreno.it
50Canale.tv
PisaInformaFlash.it
A un gruppo di ricercatori del Centro «E. Piaggio» il premio Arscientia 2013
Lo scorso 14 giugno, a Venezia, un gruppo di ricercatori del Centro "E. Piaggio" dell'Università di Pisa ha ricevuto il primo premio per la categoria "Food and Green" del concorso Arscientia 2012-2013.
Il progetto premiato è MultiDyn, un innovativo supporto per le tecniche alternative ai test sugli animali, che punta a ridurre il numero di cavie animali per i test usando dei modelli di tessuti e organi sviluppati in vitro unendo i vantaggi di tecnologie all'avanguardia come i bioreattori a quelli di sistemi ben conosciuti dai ricercatori come le multiwell."MultiDyn consente di implementare e monitorare in tempo reale modelli 3D multi-organo, in condizioni dinamiche - spiegano Tommaso Sbrana, Serena Giusti e Giorgio Mattei del Centro "E. Piaggio" - Il suo design è compatibile con molti dei protocolli sperimentali ad oggi consolidati e facilita quindi il passaggio a modelli in vitro più simili alla realtà in vivo".
Arscientia punta a far convergere i territori di arte, scienza e impresa e apprezzarne le potenzialità d'innovazione attraverso momenti di dialogo e confronto su tendenze e scenari a cavallo tra arte e scienza.
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Nella foto Tommaso Sbrana e Giorgio Mattei
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Primato per la produttività al CESM
Il Cesm-Comitato etico per la sperimentazione clinica dei medicinali dell'Aoup conquista in Italia il primato della tempestività per la valutazione dei protocolli di studio (tempo medio: 8 giorni nel triennio 2009-2011) ed è al secondo posto nella classifica nazionale per numero di pareri unici espressi, ossia di valutazioni di sperimentazioni cliniche interventistiche farmacologiche profit e no-profit, in qualità di comitato etico coordinatore. I risultati sono riportati sulla Gazzetta Ufficiale del 24 aprile scorso, nella tabella allegata al Decreto ministeriale dell'8 febbraio 2013 "Criteri per la composizione e il funzionamento dei comitati etici", che integra la precedente normativa in materia, risalente al 2006, con le prescrizioni del "Decreto Balduzzi" contenute nella legge n. 189 dell'8 novembre 2012.
Grazie alla presenza di strutture di eccellenza ospedaliere e universitarie, Pisa è uno dei centri italiani a più alta densità di sperimentazione clinica. Il Cesm è operante da circa 25 anni, con il compito di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere dei soggetti coinvolti nella sperimentazione. Si tratta di un organismo indipendente composto da personale qualificato che deve esaminare gli aspetti etici, scientifici e metodologici degli studi proposti. I suoi componenti sono in possesso di una documentata conoscenza e esperienza nelle sperimentazioni cliniche dei medicinali, dei dispositivi medici e delle altre materie di competenza del comitato etico. Il Cesm è presieduto da Romano Danesi e vice-presidente è Maido Castiglioni. Lo scopo principale è analizzare il valore scientifico ed etico della sperimentazione clinica su nuove procedure diagnostiche e terapeutiche prima che vengano applicate all'uomo, o su farmaci già utilizzati per indicazioni diverse da quelle autorizzate, allo scopo di offrire nuove possibilità di trattamento, specialmente per i pazienti che hanno fallito tutte le terapie e non hanno alcuna speranza di guarigione con gli strumenti attuali. La sperimentazione clinica è dunque necessaria per l'avanzamento della ricerca medica e per il miglioramento dell'aspettativa di vita nelle malattie gravi ma è chiaro che implica dei rischi che il Cesm è chiamato a valutare.
Come funziona il Comitato etico
Per gli studi multicentrici, le aziende farmaceutiche o le istituzioni non-profit, dopo avere individuato il centro coordinatore per l'Italia, inviano alle varie strutture sanitarie sedi di comitati etici la documentazione prevista dalla normativa vigente. Tutti i comitati e centri clinici coinvolti sono tenuti ad esprimere un parere per il centro clinico di propria competenza, ma solo il comitato etico che riveste il ruolo di coordinatore nazionale, per quella specifica sperimentazione, ha la responsabilità di esprimere il parere unico (PU) nazionale e la facoltà di richiedere modifiche al protocollo, se lo ritiene necessario. In questo senso, quanto più prestigiosa è un'azienda sanitaria e quanto più è affidabile il comitato etico, tanto più alta è la garanzia che il protocollo sperimentale, approvato dopo un'attenta valutazione degli esperti, sia eticamente e scientificamente valido.
I dati riportati sulla Gazzetta Ufficiale testimoniano che il Cesm dell'Aoup è al secondo posto per numero di pareri unici espressi nel triennio 2009-2011 (110 in totale), confermandosi tra i primi comitati etici per la sua elevata attività di coordinamento nazionale della sperimentazione clinica dei farmaci. La sua intensa attività è inoltre testimoniata dai risultati relativi al 2012, anno in cui Cesm dell'Aoup ha valutato 300 studi clinici, di cui 163 profit (ovvero promossi e finanziati dalle aziende farmaceutiche proponenti) e i PU espressi sono stati 40 (confermando il ruolo rivestito dal Cesm Aoup in Italia).
(Comunicato Ufficio Stampa AOUP)
Heart protection from citrus fruits
Citrus fruits offer natural protection for the heart. This has been demonstrated by a group of researchers at the department of Pharmacy at the University of Pisa, who recently published results of their work in the scientific journal "Biomedical Pharmacology".
These Pisan researchers have shown that naringenin – a flavonoid which citrus fruits such as oranges, lemons and grapefruits are particularly rich in – has (in addition to its anti-oxidant properties) important cardio-protective properties against ischemic damage by a specific interaction with a protein (in particular an ion channel) located at the level of the cardiac mitochondria. Many epidemiological studies had already pointed out that regular consumption of fruit and vegetables (foods rich in flavonoids) reduce the onset of cardiovascular pathologies.
Most of the experimental studies were nevertheless limited to emphasizing the well-known antioxidant properties of flavonoids, which alone are not sufficient to justify the effects of this important class of herbal compounds. "Even if, so far, studies have only been conducted upon experimental models," clarified Vincenzo Calderone and Lara Testai, the two researchers of the department of Pharmacy and the authors of this project, "this discovery could have a strong nutraceutical and pharmaceutical impact, since in industrial countries cardiovascular pathology remains the principal cause of death, resulting as it does, in high costs for the national health services of these countries.. Therefore the possibility of developing appropriate nutraceutical formulations based on naringenin is very promising. Such formulations, if regularly used as food integrators, can contribute to reducing cardiovascular risk.
"The activation of mitochondrial BK potassium channels contributes to the protective effects of naringenin against myocardial ischemia/reperfusion injury", in "Biochemical Pharmacy", 1 June 2013, pp. 1634-1643.
Dagli agrumi una protezione per il cuore
Gli agrumi offrono una protezione naturale per il cuore. Lo ha dimostrato un gruppo di ricerca del dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa, che negli scorsi giorni ha pubblicato i risultati del lavoro svolto sulla rivista scientifica "Biochemical Pharmacology". Gli studiosi pisani hanno evidenziato che la naringenina - un flavonoide di cui sono particolarmente ricchi i frutti del genere Citrus, quali arancia, limone e pompelmo - oltre alla tipica azione antiossidante, ha significative proprietà cardioprotettive nei confronti del danno ischemico, con un meccanismo d'azione specifico che risiede nell'interazione con una proteina (in particolare un canale ionico) localizzata a livello dei mitocondri cardiaci.
Molti studi epidemiologici avevano già mostrato che il consumo abituale di frutta e verdura, alimenti ricchi di flavonoidi, riduce l'insorgenza di patologie cardiovascolari. La maggior parte delle ricerche sperimentali si limitavano, tuttavia, a sottolineare le ben note proprietà antiossidanti dei flavonoidi, che da sole non sono sufficienti a giustificare gli effetti di questa importante classe di composti naturali. "Anche se finora gli studi sono stati condotti solo su modelli sperimentali - hanno precisato Vincenzo Calderone e Lara Testai, i due ricercatori del dipartimento di Farmacia che sono autori della ricerca - questa scoperta potrebbe avere un concreto impatto nutraceutico e farmaceutico, visto che tutt'oggi le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei Paesi industrializzati e comportano inoltre una spesa imponente per il sistema sanitario nazionale. Appare dunque molto promettente la possibilità di sviluppare appropriate formulazioni nutraceutiche a base di naringenina, che assunte costantemente come integratori dell'alimentazione possano contribuire alla riduzione del rischio cardiovascolare".
Riferimenti dell'articolo: "The activation of mitochondrial BK potassium channels contributes to the protective effects of naringenin against myocardial ischemia/reperfusion injury", in "Biochemical Pharmacology", 1° giugno 2013, pp.1634-1643.
Ne hanno parlato:
Nazione Pisa
Nazione Massa
Ansa.it
TgCom24.Mediaset.it
Messaggero.it
okSalute.it
Panorama.it
SaluteSole24Ore
Tiscali.Scienze.it
InToscana.it
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
StampToscana.it
PianetaUniversitario.com
Elements in deep water
Programma
20.30
Inaugurazione della mostra di pittura, fotografia e poesia.
Interventi di:
Carlo Milani - Mimesis
Alberto Zoratti - Associazione Fairwatch
Sandra Capuzzi - Assessore alle politiche sociali del comune di Pisa e Presidente sezione Soci Coop Pisa
21.00
Spettacolo danzante della Compagnia Nostoi sulla lettura delle poesie di Eleonora Bellini a cura dell'attore Alberto Ierardi
Aperitivo a cura della Bottega di commercio equo e solidale "Il Chicco di Senape"
Info:
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La psicologia pisana sbarca negli Usa
Importante riconoscimento per la scuola psicologica pisana, fondata dal compianto professor Mario Guazzelli. Il professor Pietro Pietrini (a sinistra), docente di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica dell'Università di Pisa e direttore dell'Unità operativa di Psicologia clinica universitaria dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, e il dottor Claudio Gentili (in basso a destra), ricercatore in Psicologia clinica e psicoterapeuta, sono stati chiamati - unici italiani - a far parte del Comitato scientifico "REBT International Excellence Research Network" dell'Albert Ellis Institute di New York.
Albert Ellis è stato uno dei padri della terapia cognitivo-comportamentale: la REBT (Rational Emotive Behavioral Therapy) da lui sviluppata negli anni '50 è ancora oggi una delle psicoterapie più utilizzate ed efficaci. Nel 1959, Ellis fondò l'Istituto che porta il suo nome per promuovere il benessere psicologico attraverso la ricerca e l'applicazione di psicoterapie efficaci, di breve durata ma con effetti durevoli.
La Scuola psicologica pisana è da anni impegnata nello studio della natura biologica dei fenomeni mentali e degli effetti degli interventi farmacologici e psicoterapeutici nella cura dei disturbi psichiatrici. "Il nuovo legame con l'Albert Ellis Institute - spiega il Prof. Pietrini (foto a destra), che è anche presidente del corso di laurea aggregato di Psicologia clinica e della salute presso l'Università di Pisa - favorirà ulteriormente gli scambi di formazione per i giovani allievi psicologi del nostro corso di laurea".
"L'obiettivo - conclude il dottor Gentili (foto a sinistra) - è che l'interazione sempre più stretta tra ricerca neurobiologica e clinica possa portare a solide basi biologiche dell'efficacia delle terapie psicologiche, ma soprattutto a nuovi spunti per gli interventi psicoterapeutici mirati". (Ufficio Stampa AOUP)
Un algoritmo made in Pisa per predire il potenziale archeologico delle città
Un pool di archeologi, geologi e matematici dell'Università di Pisa ha sviluppato il primo algoritmo in grado di predire il potenziale archeologico delle città. Questo strumento fondamentale e innovativo per pianificare lo sviluppo territoriale in modo rispettoso del patrimonio sepolto, è il frutto del progetto "MAPPA – Metodologie Applicate alla Predittività del Potenziale Archeologico" finanziato dalla Regione Toscana e realizzato dall'Università di Pisa con la collaborazione del Comune di Pisa e delle Soprintendenze per i Beni Archeologici della Toscana e per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Pisa e Livorno.
"Abbiamo usato come case study Pisa – ha spiegato la professoressa Maria Letizia Gualandi dell'Ateneo di Pisa – e per calcolare il potenziale archeologico un pool di archeologi, geologi e matematici esperti in analisi numerica ha elaborato un algoritmo in grado di fare valutazioni sulla base di una serie di parametri predeterminati. Gli obiettivi di questa scelta sono stati due: ridurre il più possibile i margini di soggettività nelle valutazioni archeologiche e realizzare uno strumento esportabile in altre realtà urbane, andando oltre il luogo comune che 'in Italia, ovunque si scava si trova di tutto'".
Da questo lavoro è nata la "carta di potenziale archeologico" di Pisa che è stata consegnata alla città durante il convegno internazionale "Opening the Past 2013. Archaeology of the Future" che si svolge dal 13 al 15 giugno al Polo Carmignani. In pratica, i geologi hanno ricostruito la morfologia del territorio su cui si è sviluppata la città, dalla protostoria all'età contemporanea, determinando quali fossero di volta in volta le aree asciutte, quelle palustri e quelle soggette a esondazioni, in modo da permettere agli archeologi di formulare ipotesi circa la distribuzione dell'insediamento umano nei vari periodi.
Oltre alla carta di potenziale archeologico, nella tre giorni di convegno sono stati presentati anche altri risultati di MAPPA. Sul sito del progetto c'è un webGis liberamente consultabile con tutti i dati archeologici e geologici relativi a Pisa (archivi, pubblicazioni, antiche cartografie, fotografie aeree, tracce materiali conservate negli edifici ecc.). A questo si aggiunge il MOD (MAPPA Open Data archaeological archive), il primo e unico archivio italiano di dati archeologici open data, dove si possono trovare i "dati grezzi" degli scavi archeologici, cioè tutte le informazioni originali che emergono durante i lavori di scavo e che costituiscono la base documentaria di ogni successiva interpretazione archeologica e ricostruzione storica.
Ne hanno parlato:
Repubblica Firenze
Tirreno Pisa
Tirreno.it
La Nazione
Intoscana.it
PisaToday.it
GoNews.it
Ognisette.it
PisaInformaFlash.it
TV:
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