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Comunicati stampa
Giovedì, 12 Aprile 2012 14:35

Professor Generoso Bevilacqua

Generoso BevilacquaNato a Foggia nel 1947, il professor Bevilacqua ha frequentato il Collegio Medico-Giuridico della Scuola Normale Superiore, diventato poi parte della Scuola Superiore Sant'Anna. Nel 1971 si è laureato in Medicina e Chirurgia, con lode, all'Università di Pisa e nel 1976 ha conseguito il diploma di specialista in Anatomia Patologica, con lode, all'Università Cattolica di Roma.

Nell'Istituto di Anatomia Patologica dell'Ateneo pisano è entrato come studente interno nel 1969, per poi iniziare e completare la carriera accademica: assistente incaricato, assistente ordinario, aiuto, professore associato e professore ordinario. Attualmente è direttore della Divisione di Anatomia Patologica e Diagnostica Molecolare e Ultrastrutturale del Dipartimento di Oncologia, Trapianti e Nuove Tecnologie in Medicina dell'Università e dell'Ospedale "Santa Chiara". In quest'ultimo è direttore di Unità Operativa dal 1989. Al contempo, è direttore della Scuola di Dottorato in Scienze Biologiche e Molecolari e coordinatore del Collegio dei Direttori delle Scuole di Dottorato dell'Università di Pisa.

Nell'Ateneo ha anche ispirato l'istituzione del Dipartimento di Oncologia, che ha diretto, della Scuola di Specializzazione in Oncologia, che ha diretto, e della Scuola di Dottorato in Scienze Biologiche e Molecolari.

Fra gli incarichi accademici e scientifici, il professor Generoso Bevilacqua è presidente del Collegio Italiano dei Professori di Anatomia Patologica, membro del Consiglio Direttivo della European Society of Pathology, membro del Consiglio Direttivo della European School of Pathology, nella quale è anche direttore del Molecular Pathology Program, le cui attività si svolgono a Pisa.

La formazione all'estero del professor Bevilacqua ha avuto inizio sin da studente, con un periodo di frequenza nell'Anatomia Patologica dell'Ospedale di Grisby, nel Regno Unito, per proseguire da assistente, sempre nel Regno Unito, in diverse Istituzioni Scientifiche di Londra e nelle Università di Edinburgo, Aberdeen e Glasgow. Infine, ha svolto un lungo periodo di ricerca negli Stati Uniti all'Invasion and Metastasis Laboratory del National Cancer Institute.

Il professor Bevilacqua è coautore del brevetto del Governo Americano sul gene NM23, primo gene a essere ritenuto responsabile del processo di diffusione tumorale. Gli studi sulla patogenesi molecolare del cancro, iniziati negli anni '80, hanno fatto sì che il suo laboratorio pisano sia stato il primo in Italia, e fra i primi in Europa, a introdurre la Patologia Molecolare, cioè lo studio degli aspetti molecolari delle malattie, con importanti ripercussioni sulla terapia. Al contempo, lo stesso laboratorio è stato il primo in Italia, e fra i primi in Europa, a condurre studi sugli aspetti molecolari della trasmissione ereditaria dei tumori della mammella e dell'ovaio, che hanno portato alla realizzazione del Centro Interdipartimentale di Genetica Oncologica dell'Ospedale "Santa Chiara" di Pisa.

Il professor Generoso Bevilacqua ha svolto e svolge funzioni di scientific reviewer e counselor per numerose Istituzioni Scientifiche Italiane, Europee e Internazionali, fra le quali la Catalan Agency for Health Technology Assessment and Research, la Dutch Cancer Society, le Fonds National de la Recherche Scientifique in Belgio, l'Austrian Science Fund, l'Helmholtz Zentrum in Germania, l'Institut National du Cancer in Francia, l'International Union Against Cancer, la Israel Science Foundation, l'Università di Manchester, il Ministero della Salute della Giordania.

Le sue attività di ricerca sono ora concentrate sull'ipotesi virale della eziologia del cancro della mammella umana.

Giovedì, 12 Aprile 2012 14:33

Professor Luciano Bardi

Il professor Luciano Bardi si è laureato in Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze nel 1975, completando il percorso formativo con il master e il Ph.D. in Scienza Politica conseguiti alla John Hopkins University di Baltimore. Dal 2000 è professore ordinario di Scienza politica alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pisa, in cui già aveva prestato servizio come professore associato.

Il professor Bardi ha tenuto corsi e seminari alla California State University, alla University of British Columbia, alle Università di Helsinki, Tampere, quella autonoma di Madrid, di Pompeu Fabra a Barcellona, al Dickinson College di Carlisle Pennsylvania e alla Keele University. Attualmente è presidente dello European Consortium for Political Research (ECPR), la principale organizzazione professionale della Scienza Politica Europea; membro del direttivo della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) e direttore dell'Osservatorio sui partiti e la rappresentanza (OPPR) all'Istituto Universitario Europeo di Fiesole.

Il professor Bardi ha condotto un'intensa attività scientifica a livello internazionale, dirigendo studi commissionati dal Parlamento Europeo, dalla Commissione Europea e dalla National Science Foundation USA. Nel 1998 è stato Jemolo Fellow al Nuffield College dell'Università di Oxford per la ricerca sui partiti transnazionali; nel 1999 è stato Noted Scholar alla canadese University of British Columbia con una ricerca sui partiti nei sistemi federali.

Il professor Bardi ha coordinato a livello nazionale o diretto unità di ricerca dei progetti finanziati dal MURST; è stato coordinatore scientifico nazionale del progetto di ricerca "Rapporto centro-periferia e differenziazione regionale nell'organizzazione dei partiti italiani" e del Programma di ricerca "Sistemi elettorali, partiti e personale politico in Italia: 1987-2008", cofinanziato dal MIUR. Infine, nel 2009, come co-direttore dell'Osservatorio sui Partiti Politici e la Rappresentanza dell'Istituto Universitario Europeo di Firenze, è stato vincitore di tender del Parlamento Europeo sullo sviluppo di un sistema partitico transnazionale.

Il professor Luciano Bardi è stato autore, co-autore e curatore di numerosi articoli e volumi, con particolare riguardo ai temi del sistema politico dell'Unione Europea, dei partiti politici e del sistema politico italiano. Tra i volumi si segnalano Il parlamento della Comunità Europea. Legittimità e riforma, Il Mulino, 1989; Euroministri. Il governo dell'Europa, con Gianfranco Pasquino, Il Saggiatore, 1994; Il Parlamento europeo, con Piero Ignazi, Il Mulino, 1999 e 2004; i saggi e la curatela di Enlarging the European Union: Facing the Political, Institutional and Economic Challenges, numero speciale dell' "International Political Science Review", Vol. 23, n.3, 2002, e di I partiti italiani. Iscritti, dirigenti, eletti, con Piero Ignazi e Oreste Massari, EGEA, 2007.

Il professor Bardi fa infine parte dello European Consortium for Political Research, della Società Italiana di Scienza Politica, dell'International Political Science Association, della Società Italiana di Studi Elettorali, dell'American Political Science Association, della European Union Studies Association, dell'International Studies Association e dei comitati scientifici delle riviste "Party Politics", "European Union Politics" e "Political Insight".

Giovedì, 12 Aprile 2012 14:32

Professor Umberto Mura

Umberto MuraIl professor Umberto Mura, nato a Chieti nel 1947, ha conseguito la laurea in Chimica all'Università di Pisa nel 1973, dove ha svolto attività di ricerca come contrattista fino al 1981. In questo periodo ha trascorso due anni negli Stati Uniti al Laboratory of Biochemistry dell'Heart Lung and Blood Institute dei National Institutes of Health, dove ha iniziato e completato un programma di ricerche sullo studio in situ del meccanismo di regolazione a cascata della glutamina sintetasi in E.coli.

Dal 1981 ha prestato servizio nell'Ateneo pisano prima come ricercatore confermato, poi come professore associato e dal 1997, dopo un passaggio all'Università di Modena, come professore ordinario di Chimica Biologica alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali.

Nella sua attività di ricerca scientifica, documentata da oltre 80 pubblicazioni in extenso su riviste internazionali, il professor Mura si è occupato principalmente di:

a) Metabolismo purinico, con particolare riferimento alla utilizzazione dei nucleosidi esogeni in cellule batteriche sia sotto il profilo del recupero del nucleo eterociclico preformato che nell'uso della porzione ribosidica a fini energetici;

b) Proprietà cinetiche e di regolazione degli enzimi, con particolare riferimento alla relazione tra ionizzazione dei gruppi funzionali e catalisi enzimatica e allo studio della regolazione in situ della cascata enzimatica che modula l'attività della glutamina sintetasi mediante modificazione covalente;

c) Processi enzimatici implicati nell'invecchiamento cellulare e nello stress ossidativo;

d) Biochimica del cristallino e processi enzimatici implicati nella insorgenza della cataratta diabetica.

Nel corso della sua carriera, il professor Umberto Mura ha coordinato ricerche finanziate da enti pubblici - CNR, MIUR, Regione Toscana - e privati. Nel triennio 1990-1992 è stato responsabile di un progetto di ricerca su: "Metabolic regulation of aldose reductase" realizzato al Dipartimento di Fisiologia e Biochimica dell'Università di Pisa e finanziato unilateralmente dallo statunitense National Eye Institute dell' N.I.H. di Bethesda. Ha inoltre partecipato quale Consultant all'elaborazione del National Plan for Vision Research 1999-2003 (Lens and cataract) promosso dallo stesso National Eye Institute dell'N.I.H.

Il professor Mura ha dato un importante contributo alla vita istituzionale dell'Ateneo, come direttore del Dipartimento di Fisiologia e Biochimica tra 1998 e 2003 e come preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali tra 2003 e 2010.

Giovedì, 12 Aprile 2012 14:23

Professor Oronzo Mazzotta

mazzottaIl professor Oronzo Mazzotta si è laureato nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa nel 1971, discutendo una tesi in Diritto del lavoro della quale era relatore uno dei più eminenti giuslaburisti italiani, Giuseppe Pera. Del professor Pera, Mazzotta è stato allievo e dal 1973 assistente ordinario, fino alla vittoria del concorso a cattedra nel 1980. Nominato professore di ruolo di prima fascia di Diritto del lavoro nella Facoltà di Giurisprudenza di Ferrara, il professor Mazzotta è stato chiamato come ordinario della stessa materia prima all'Università di Firenze e poi, dal 2001, a Pisa.

Oltre a innumerevoli saggi, note a sentenza, voci di enciclopedie giuridiche, recensioni, prefazioni di volumi, il professor Mazzotta è autore di varie monografie, tra le quali devono essere segnalate quelle dedicate a Rapporti interpositori e contratto di lavoro (Milano, Giuffrè 1979); Diritto del lavoro e diritto civile. I temi di un dialogo (Giappichelli, Torino 1994); I licenziamenti. Commentario (Giuffrè, Milano 1999 seconda edizione); Diritto del lavoro. Il rapporto di lavoro nel Trattato di Diritto privato a cura di Iudica e Zatti, (Giuffrè, Milano, giunto nel 2011 alla quarta edizione).

La ricostruzione del fenomeno dell'interposizione nei rapporti di lavoro, contenuta nella monografia del 1979, costituisce tuttora, nonostante gli oltre trent'anni trascorsi, un punto di riferimento obbligato per gli studiosi non meno che per la giurisprudenza. In tutta la sua produzione scientifica, il professor Oronzo Mazzotta ha posto al centro dell'interesse il problema del dialogo tra il diritto del lavoro e il diritto privato - pur guardandosi bene dall'avallare discutibili prospettive di sudditanza della materia nei confronti del diritto civile. Egli ha saputo affrontare con grande apertura e sensibilità le disparate problematiche di una disciplina articolata e composita come il diritto del lavoro. Lo confermano anche i manuali dedicati al Diritto del lavoro (CEDAM, Padova) e al Diritto sindacale (Giappichelli, Torino), le cui ultime edizioni sono del 2011, entrambi adottati come testo di riferimento in varie Facoltà giuridiche italiane.

Responsabile di unità di ricerca in vari programmi di rilevante interesse nazionale, il professor Mazzotta dirige la prestigiosa collana "Biblioteca di diritto del lavoro" presso l'editore Giappichelli ed è direttore scientifico della rivista "Questione lavoro". Fa parte della direzione di riviste come "Lavoro e diritto" (edita da il Mulino), "Rivista italiana di diritto del lavoro" (edita da Giuffrè) e "Nuova giurisprudenza civile commentata" (edita dalla CEDAM). È membro del Consiglio direttivo dell'Associazione Italiana di Diritto del Lavoro, della quale è stato segretario generale nel triennio 1994-1997.

Il professor Mazzotta ha sempre partecipato attivamente alla vita dell'Ateneo pisano, ricoprendo anche importanti cariche istituzionali, quale, da ultimo, la direzione della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali.

Giovedì, 12 Aprile 2012 11:59

Premiati i Cherubini e i Professori Emeriti

CherubiniUn appuntamento per celebrare l'eccellenza scientifica che caratterizza l'Università di Pisa e una festa della comunità accademica pisana declinata tra storia, analisi del presente e prospettive future. È stata questo, in estrema sintesi, la cerimonia di conferimento dell'Ordine del Cherubino a illustri docenti dell'Ateneo e di saluto ai nuovi Professori Emeriti, che si è svolta giovedì 12 aprile 2012 nell'Aula Magna Nuova della Sapienza.

L'Ordine del Cherubino, l'unico riconoscimento che l'Ateneo conferisce ai suoi docenti e le cui radici risalgono al 1843, premia coloro che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell'Università di Pisa per i particolari meriti scientifici e culturali o per l'apporto dato alla vita e al funzionamento dell'Ateneo. Esso consiste in una spilla in oro che raffigura, su un fondo di smalto celeste, una testa di Cherubino con sei ali appesa a un nastro sempre di colore celeste. Disposti secondo l'anzianità di nomina, sono stati chiamati a ricevere l'insegna e il diploma i professori Oronzo Mazzotta, della facoltà di Giurisprudenza; Umberto Mura, della facoltà di Scienze matematiche fisiche naturali; Generoso Bevilacqua, della facoltà di Medicina e chirurgia; Enrico Giaccherini, della facoltà di Lingue e letterature straniere; Saverio Sani, della facoltà di Lettere e filosofia; Danilo Emilio De Rossi, della facoltà di Ingegneria; Adriano Martinelli, della facoltà di Farmacia; Ada Carlesi, della facoltà di Economia; Luciano Bardi, della facoltà di Scienze politiche.

Professori emeriti1Il saluto ai nuovi Professori Emeriti è invece un'innovazione di quest'anno e mira a dare rilievo pubblico a questa importante figura, che finora rimaneva relegata in una dimensione sostanzialmente privata. Possono essere nominati emeriti i docenti che hanno prestato almeno venti anni di servizio in qualità di ordinari e che si sono particolarmente distinti per i contributi di grande rilievo in campo scientifico, didattico e accademico. Disposti in ordine alfabetico, sono stati chiamati a ricevere il Decreto di nomina del ministero i professori Umberto Bertini, della facoltà di Economia; Giuseppe Di Stefano, della facoltà di Lingue e letterature straniere; Elena Fasano Guarini, della facoltà di Lettere e filosofia; Fabrizio Luccio, della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali; Danilo Marrara, della facoltà di Scienze politiche; Bruno Pellegrini e Franco Russo, entrambi della facoltà di Ingegneria; Umberto Santarelli, della facoltà di Giurisprudenza; Franco Strumia, della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali.

La cerimonia è stata aperta dal rettore Massimo Augello, che nel suo intervento ha parlato di "un'occasione felice per la nostra comunità accademica, in cui festeggiamo gli illustri Maestri che hanno contribuito a definire il prestigio di cui gode l'Università di Pisa, creando le premesse per un futuro ancora più luminoso e ricco di successi".

 

Rettore

Nel suo discorso il rettore ha sviluppato una rapida riflessione sul cambiamento epocale di cui l'Università di Pisa si è fatta promotrice: "il nuovo Statuto – ha ricordato - la ridefinizione dei modelli di governance, la scomparsa delle facoltà e la creazione delle nuove strutture dipartimentali, la riorganizzazione del personale e degli spazi, sono fattori che incideranno in maniera decisiva sulla realtà dell'Ateneo. La nostra comunità dovrà 'sentire' tale trasformazione come opportunità di ulteriore crescita e di valorizzazione e ciò sarà possibile nella misura in cui il cambiamento sarà attuato con indirizzi chiari e modalità partecipate e condivise".

Professori emeriti 2

L'ultima battuta del rettore è stata riservata a un primo giudizio sul nuovo governo, da cui, ha detto, "sono giunti timidi segnali di maggior comprensione e attenzione verso alcune delle principali problematiche del mondo universitario, che naturalmente non vanno lasciati cadere e che anzi vanno incoraggiati con forza. Su altre questioni - penso soprattutto ai dottorati e agli altri canali di formazione dei giovani e del loro reclutamento nel sistema della ricerca, o alla lentezza con cui si sta procedendo con la definizione dei Decreti attuativi della riforma - occorrerà chiedere maggior coraggio nel segnare un'inversione di tendenza rispetto al recente passato". Il professor Augello ha quindi concluso la sua relazione affermando che "ciò che, soprattutto, sembra ancora mancare è la scelta strategica di investire sull'università come risorsa fondamentale nella costruzione del nostro domani, potendo rappresentare da un lato un fattore decisivo di sviluppo economico e dall'altro una risposta concreta alle giuste istanze che provengono dalle giovani generazioni".

Leggi il discorso del Rettore

Docenti insigniti dell’Ordine del Cherubino

Docenti nominati Professore Emerito

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Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa (12/04)
Nazione Pisa (12/04)
Tirreno Pisa (13/04)
Nazione Pisa (13/04) 
PisaNotizie.it
PisaInformaFlash.it 

Tg:
TG Telegranducato 

 

 

invitroFrom the laboratories of the University of Pisa comes a groundbreaking study to help prevent metabolic diseases: through interdisciplinary research conducted by Arti Ahluwalia, Professor of Bioengineering, and her group of the Interdepartmental Research Center "E. Piaggio ", the first in-vitro model of diabetes has been developed. "In our experiment we have reproduced some of the features of human metabolic disorders in vitro, simulating the stress that organs are subjected to as a consequence of diabetes," says Arti Ahluwalia, lecturer of Biomedical Engineering, University of Pisa. "The system responds in a manner similar to the human body, showing the same signs of damage that occur at the systemic level and in vascular tissue in the presence of the disease."

The findings, published in the journal PLoS ONE, are of great importance not only for the study of metabolic diseases (including obesity), but also for their potential applications to the study of other diseases and the realization of new models of pathophysiology. This opens up a whole range of possible investigations on integrative physiology which have previously been thought impossible in-vitro. The research involves the use of the innovative cell culture system Quasi-Vivo ®, which has since been licensed to Kirkstall Ltd. All experiments were conducted by Dr. Bruna Vinci during her PhD and post doc, diving her time between the laboratories of Pisa and the University of Padua.

Arti_Ahluwalia2In the study described, 3 cell types relevant to energetic substrate metabolism (hepatocytes, adipose tissue and endothelial cells) have been cultured together in a 3-way culture system, connected by the flow of a common medium and exposed to media which simulate physiologically and pathologically relevant conditions such as the post feeding resting state and hyperglycemia. The results are startling because they demonstrate that a culture of multiple tissues connected according to rational schemes and allometric scaling can recapitulate some of the features of human metabolism such as systemic inflammation and vascular damage in the presence of nutritional overload

Metabolic diseases are often related to an excess of adipose tissue. These diseases are the leading cause of morbidity and mortality in Italy, and in progressive increase. Diabetes, like other metabolic diseases, is multifactorial, being inflammatory as well as genetic and epigenetic in nature. Metabolic disorders have a negative influence on the quality and duration of life and create severe cardiovascular complications. Where the prevention of metabolic diseases is insufficient , a growing commitment to improving its treatment from the perspective of more targeted and personalized medicine.

invitro Scientific efforts are turning to in vitro models to study increasingly complex and more physiologically relevant scenarios , using new technologies to integrate different stimuli and cell types. These efforts make it possible to identify the interactions between various tissues and the specific role of each organ in maintaining metabolic homeostasis. They also serve to reduce the use of animal models for testing drugs and as models of human disease, which are known to be unreliable when extrapolated to humans.

in vitroDai laboratori dell'Università di Pisa arriva uno studio innovativo per aiutare a prevenire le malattie metaboliche: grazie a una ricerca interdisciplinare condotta da Arti Ahluwalia, professoressa di Bioingegneria, e dal suo gruppo del Centro di Ricerca Interdipartimentale "E. Piaggio", è stato riprodotto in vitro il primo modello di diabete. "Nel nostro esperimento abbiamo riprodotto in vitro molte delle alterazioni caratteristiche del metabolismo umano, simulando lo stress a cui sono sottoposti gli organi a causa del diabete", spiega Arti Ahluwalia. "Il sistema ha risposto come il corpo umano, mostrando gli stessi segni di danno che compaiono al livello sistemico e nel tessuto vascolare in presenza della malattia".

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista PLoS ONE nell'articolo «Glucose and Fatty Acid Metabolism in a 3 Tissue In-Vitro. Model Challenged with Normo- and Hyperglycaemia», sono di grande rilievo non solo per lo studio delle malattie dismetaboliche (tra cui l'obesità), ma quanto per le sue potenziali applicazioni allo studio di altre patologie e quindi alla realizzazione di nuovi modelli fisiopatologici. Si aprono così una serie di possibilità d'indagine nella ricerca di segnali tissutali integrati, che fino ad oggi era stata ritenuta impossibile in vitro. La ricerca ha visto l'utilizzo dell'innovativo sistema di coltura cellulare Quasi-Vivo®, che nel frattempo è stato concesso in licenza alla Kirkstall Ltd. Tutti gli esperimenti sono stati condotti dalla dottoressa Bruna Vinci, durante il suo dottorato e il suo post-doc, dividendo la sperimentazione e trascorrendo il suo tempo tra i laboratori di Pisa e quelli dell'Università di Padova.

Arti Ahluwalia Nello studio descritto, sono stati coltivati insieme tre tipi di cellule derivanti da altrettanti tessuti attivi e responsivi al metabolismo di substrati energetici e molecole secondarie (cellule da tessuto epatico, tessuto adiposo e cellule da tessuto endoteliale). Le cellule e i tessuti, posti in un sistema di coltura a "tre comparti separati" comunicanti e collegati grazie un flusso di un mezzo di coltura comune, sono stati sottoposti a condizioni simulanti sia stati fisiologici che patologici post-prandiali (ad es. normo- e iperglicemia da alimentazione). I risultati sono stati sorprendenti perché hanno dimostrano che una cultura multipla di tessuti collegati secondo schemi razionali e in scala allometrica, può simulare e riassumere (in maniera semplificata) molte delle alterazioni caratteristiche del metabolismo umano in sovraccarico nutrizionale, come ad esempio l'infiammazione sistemica e danno vascolare.

Le malattie metaboliche sono spesso legate a un eccesso di tessuto adiposo. Queste patologie sono la prima causa di morbilità e mortalità nel nostro paese in un progressivo aumento legato all'innalzamento della vita media della popolazione. Il diabete, come altre malattie metaboliche è multifattoriale; ha natura infiammatoria, genetica ed epigenetica, ed è diventata una malattia fortemente penalizzante per la qualità e la durata della vita poiché crea complicazioni decise prevalentemente a carico dell'apparato cardio-circolatorio.

in vitro

Là dove la prevenzione delle malattie metaboliche è insufficiente, cresce l'impegno per il miglioramento del suo trattamento specifico nella prospettiva di una medicina sempre più mirata e personalizzata. Gli sforzi scientifici s'indirizzano verso modelli di studio in vitro sempre più complessi e vivosimilari, avvalendosi di nuove tecnologie capaci d'integrare principi di natura diversa. Questi sforzi permettono di individuare le interazioni tra i vari tessuti e il ruolo specifico di ogni organo nella omeostasi metabolica. Inoltre, permettono di abbattere l'utilizzo di animali per il testing di farmaci e come modelli di patologie umane, da cui è nota la difficoltà e imprecisione a estrapolare alla casistica umana.

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
InToscana.it
PisaNotizie.it
PisaInformaFlash.it
ilReporter.it 

laboratori CEPCome funzionavano i primi calcolatori? Quali sono i meccanismi che stanno alla base dell'informatica? Oltre 1100 persone lo hanno scoperto alla mostra "La CEP prima della CEP" rimasta aperta fino al 31 marzo 2012 al Museo degli Strumenti per il Calcolo di Pisa. La quasi totalità di questi visitatori ha approfondito l'esperienza partecipando ai laboratori didattici nati dal progetto HMR, "Hackerando la Macchina Ridotta". I laboratori sono stati frequentati in maggioranza da scuole superiori, licei scientifici e istituti tecnici, ma non sono mancate medie ed elementari. Le presenze arrivano principalmente dalla provincia di Pisa (45%), ma la percentuale dei gruppi provenienti da fuori della Toscana è stata significativa (circa il 20%). 

«Con la mostra e i laboratori didattici associati, l'Università di Pisa ha creato per il Museo un'offerta divulgativa e didattica moderna», ha sottolineato il prorettore vicario Nicoletta De Francesco. «Questo tipo di attività costituisce un'opportunità per la città, anche in relazione ai progetti per l'Area dei Vecchi Macelli che si prepara a diventare la 'Cittadella galileiana'». Il progetto "Hackerando la Macchina Ridotta" ha affrontato per la prima volta la storia del progetto CEP con la lente della curiosità tecnologica. Oltre cinque anni di ricerca hanno "riscoperto" la Macchina Ridotta: una macchina indipendente dalla definitiva Calcolatrice Elettronica Pisana (e dunque una vera e propria "CEP prima della CEP") di notevole interesse sia storico che scientifico.

laboratori CEP

I laboratori di HMR hanno usato la Macchina Ridotta per spiegare l'informatica. «Da una parte, è stato curioso e affascinante lavorare su un calcolatore vecchio di oltre cinquanta anni e protagonista assoluto della storia dell'informatica nazionale», hanno spiegato Giovanni Cignoni e Fabio Gadducci, responsabili dei laboratori e docenti dell'Università di Pisa. «Dall'altra, la relativa semplicità della macchina ha permesso di vedere e comprendere i concetti e i meccanismi di base dell'informatica che, nonostante le incredibili prestazioni raggiunte oggi, sono gli stessi di allora».

La proposta didattica offerta alle scuole in visita alla mostra ha compreso tre momenti: un'introduzione all'informatica e alla storia del progetto CEP ricostruita dai documenti d'archivio; uno sguardo d'assieme alle macchine del progetto CEP, dalla Macchina Ridotta del 1956-58 alla calcolatrice definitiva del 1961-67; una sessione d'uso sul simulatore della prima versione della Macchina Ridotta del 1956. Ai più interessati sono stati proposti esperimenti con gli elementi componibili dell'addizionatore e sessioni d'uso e di programmazione sulla Macchina Ridotta del 1957.

laboratori CEP

E le iniziative continuano: per scuole e gruppi organizzati è ancora possibile prenotare i laboratori di HMR e le visite guidate alla mostra fino al 31 maggio 2012, mentre per il pubblico più ampio ci sono ancora numerosi eventi in calendario. Il prossimo appuntamento è sabato 14 aprile alle 16.30 al Museo per gli strumenti per il Calcolo con "Cronologia dell'informatica: the Directors' cut", una presentazione estesa e commentata della cronologia che introduce la mostra "La CEP prima della CEP".

I laboratori di HMR fanno parte di CEP50, il progetto nato per celebrare con varie iniziative il cinquantenario dell'inaugurazione della Calcolatrice Elettronica Pisana e coordinato dal dipartimento di Informatica. CEP50 è realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Hanno inoltre partecipato AICA, la Sezione di Pisa dell'INFN, gli istituti ISTI e IIT del CNR, i dipartimenti di Fisica e di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, il Comune di Pisa, l'Associazione La Limonaia. Una fruttuosa collaborazione è stata instaurata con il Museo del Computer di Novara.

Per maggiori informazioni:
www.cep50.di.unipi.it 
www.hmr.di.unipi.it


Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa 

Fru 2010 Grande spazio per la musica al Festival nazionale delle radio universitarie (FRU), la manifestazione promossa dal 3 al 5 maggio a Pisa da Radioeco.it, la web radio degli studenti dell'Università di Pisa. Fino al 18 aprile sarà possibile votare on line le band emergenti che partecipano alla selezione del "Fru contest", concorso per band e artisti della scena indipendente (upload sul sito www.ustation.it fino al 11 aprile). L'artista più votato on line e i 4 finalisti decretati da una giuria di qualità (tra cui spicca il nome Mariolina Simone, conosciuta come "La Tagliateste" del Festival di Sanremo), apriranno i concerti del 3 maggio introducendo i Pan del diavolo, gruppo ospite della prima serata. La seconda serata sarà aperta dal vincitore del FRU contest seguito dalle note di Boxeur the Coeur, Iori's eyes e i Giardini di Miró.

Il FRU, promosso da Raduni, l'Associazione nazionale operatori radiofonici universitari, dall'Università di Pisa e da Ustation.it, il network nazionale dei media universitari e degli studenti reporter, porterà sotto la Torre 300 operatori radiofonici universitari provenienti dalle università di tutta Italia. Nei tre giorni di convegni, workshop, dirette radiofoniche e concerti, si parlerà di sostenibilità, rispetto all'ambiente, al mondo culturale, sociale e musicale. L'evento di chiusura prevede un'edizione speciale del "Radioeco Spring Party", l'appuntamento annuale di culto per gli studenti pisani e non, che per la sua quarta edizione si avvarrà della partecipazione di Renèe La Bulgara e Chiara Robiony, dj di m2o.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa (07/04)
Nazione Pisa (08/04)

logo phd+Con circa 200 iscritti, parte mercoledì 11 aprile la seconda edizione del "PhD plus: il dottorato si fa strada", il percorso formativo promosso dall'Università di Pisa per diffondere lo spirito imprenditoriale tra i dottorandi di tutte le aree. La novità di quest'anno è che la partecipazione è aperta anche a borsisti, assegnisti, ricercatori, professori e personale tecnico amministrativo dell'Università di Pisa: oltre ai 100 dottorandi iscritti, tra i partecipanti ci sono anche 22 assegnisti, 19 borsisti, 7 contrattisti, 11 dottori di ricerca, 2 professori, 17 ricercatori, 9 tecnici-amministrativi, 5 studenti e 2 soci spin-off di Pisa che potranno assistere ai seminari, quest'anno concentrati in due settimane.

La lezione inaugurale si terrà l'11 aprile alle 14.30 nell'Aula Magna della facoltà di Scienze MFN. Dopo i saluti di Paolo Ferragina, prorettore per la Ricerca applicata e l'innovazione, Ray Garcia, già docente e mentor di imprenditorialità al MIT Media Lab e attualmente docente al Baruch College di New York City, terrà la lezione "The Entrepreneurial Spirit".

Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia, tra le più avanzate in campo europeo. 

Il percorso consiste in una serie di seminari tenuti da speaker nazionali e internazionali prestigiosi provenienti dal mondo accademico, imprenditoriale, da enti locali o governativi, e da finanziatori istituzionali e non. Le lezioni verteranno su temi legati alla brevettazione, alla creazione di impresa, alla valorizzazione delle idee scientifiche, alla gestione dell'innovazione, al fund raising da vari soggetti quali EU, business angels, venture capitalist.

I seminari si terranno nel mese di aprile 2012 secondo il calendario indicato qui di seguito. 
Il percorso, inoltre, prevede nei mesi maggio-luglio il supporto alla redazione di un progetto imprenditoriale per la creazione di uno spin-off da parte di professionisti e dei Poli di Innovazione Tecnologica regionale.

Programma Phd plus 2012. 

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