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Comunicati stampa

VolumeStoriaUnipiFrom the post Unification years to the controversial phase of the Gentile reform; from the democratic re-building of the post second world war period to the 'season' of contestation in nineteen sixty-eight: the contents of this volume “Per una storia dell'Università di Pisa” (For a history of the University of Pisa) edited by Romano Paolo Coppini and Alessandro Breccia (Bologna, Clueb, 2010) nearly arrive at the events of today. It was presented at the end of March in the Aula Magna of the Faculty of Law. This volume, as well as, giving a significant contribution for knowledge ( still not systematised ) of the history of the University in the contemporary age, offers a general picture of Pisa University and its role as one of the most important centres for scientific elaboration in the country and a privileged place with civil, social and political training.

After Professor Marco Guidi's greetings from the University of Pisa's Chancellor and from Lucia Tomasi Tongiorgi (the Chancellor's culture relating delegate), Sandro Rogari from the University of Florence, Antonio Cardini from the University of Siena and Marco Collareta from the University of Pisa all gave talks. The event was introduced and coordinated by Gian Paolo Brizzi from the University of Bologna.

The essays contained in the volume critically present the evolutionary political positions of the University after the Italian Unification. They touch upon both the normative and institutional themes of the evolution, as well as those relating to the city of Pisa, the Tuscan territory, other Pisan University Centres and civil society articulated as a complex whole. Particularly appealing for its breadth and for the complexity of reconstruction is the section on the subjects of study and research, on the schools of thought and on personages who have characterised the last hundred and fifty years and from whom an extraordinary variety of excellence, which has characterised the life of the University in every field, emerge in humanistic, scientific and social sciences studies.

This volume is the monographic insert dedicated to the history of Italian Universities hosted by the “Annali di storia delle università italiane” (Historic annals of Italian Universities), an annual periodical publication which allows for and provides points of discussion and information on the world of universities in Italy.

Venerdì, 10 Giugno 2011 09:17

The history of ports in Tuscany

Pisa_navi_torreThe Pisan port from late ancient times, the establishment of the port at Viareggio in the 16th century, the early studies on the port of Marina di Carrara in the 18th century, the central role of the port of Leghorn from the end of the fifteen hundreds to the present day and the port of Piombino and its definitive development between the 19th and 20th centuries. This list is a journey which starts out from the beginnings of the ancient world and arrives at the present day. Such a journey is depicted in the volume “I sistemi portuali della Toscana mediterranea. Infrastrutture, scambi, economie dall'antichità a oggi” (The port systems of Mediterranean Tuscany. Infrastructure, exchanges, economies of the ancient world to the world of today.) edited by the “Marco Tangheroni” Centre of Historical Mediterranean Studies (published by Pacini) and presented at the National Convention on “I porti della penisola italiana: due mari a confronto fra storia e sviluppo futuro” (The ports of the Italian Peninsula: two seas confronted by their history and future development) held in Ancona in the month of April.

The volume investigates the transformations and changes which happened on the Tuscan coastal front over the course of the centuries. It also examines the setting up of port and landing structures along with variations connections to the archipelago and the islands and the championed great river and internal land connections . “On the one hand we have the Mediterranean and a Mediterranean Sea of which one feels the need to re-think the history,” writes professor Giuseppe Petralia in his introduction to the volume. “On the other hand we have a regional area which is defined and perceived as Tuscan but which demands no less an in-depth re-interpretation. 'Toscana' (Tuscany) is not a 'natural' region but rather an operated slice of history in the midst of a much vaster and extended 'pantirrenica' (pan-Tyrrhenian region) whereby only the north-eastern Appenine front confers a space of obligatory frontier.”

The work provides, therefore, an in-depth picture of the importance of the ports and the coast for the development of Tuscany, for it underlines their central role for a new opening towards Mediterranean markets. “Leghorn – a multi-purpose port counterdistinguished by 'roll-on, roll-off' traffic, passengers, containers and loosely packed merchandise. Piombino – a port principally dedicated to its connection to the Mediterranean islands. Marina di Carrara – specialised in the transport of marble and granite. To these the importance of the port of Viareggio is added, which is of high level regional interest in the pleasure craft sector,” writes Luca Ceccobao, Tuscan Regional Councillor for Infrastructure and Mobility in his presentation. “Today more so than ever, thanks to the new centrality of the Mediterranean basin, the growth of our Region has gone from the necessity of rendering our ports competitive with the European economic system to acts which do not neglect but rather value integration with other European towns.”

Venerdì, 10 Giugno 2011 08:13

Il microclima delle opere d'arte

Le due ricercatrici pisane.Uno studio chimico-fisico per monitorare il microclima che circonda le opere d’arte e per assicurare le condizioni più idonee alla loro conservazione, con l’obiettivo di realizzare e mettere in commercio un sensore ambientale che sia allo stesso tempo efficiente, di facile uso ed economicamente accessibile. È questo il percorso che i ricercatori pisani stanno seguendo all’interno del progetto internazionale “MEMORI” e che li ha già portati a sperimentare i loro strumenti su capolavori quali la “Dama con l’ermellino” di Leonardo e la “Medusa” di Caravaggio, oltre che su vari altri dipinti conservati alla Galleria degli Uffizi di Firenze, alla Tate Britain di Londra, al Museo nazionale di Cracovia, al Museo di belle arti di Valencia e alla Galleria d’arte nazionale di Copenaghen.

“MEMORI” è un progetto internazionale che riunisce 14 gruppi di ricerca e istituti del patrimonio culturale europei, che fanno parte di Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Romania, Spagna e Regno Unito, con il coordinamento dell’Istituto norvegese per la ricerca dell’aria “NILU”. Finanziato già all’interno del VI Programma Quadro dell’Unione Europea, il progetto ha ricevuto tre milioni di euro nell’ambito del VII Programma Quadro, con il compito di sviluppare il programma nel prossimo triennio.

Il progetto “MEMORI” è focalizzato sugli inquinanti ambientali che si possono comunemente trovare nel micro ambiente che circonda le opere d’arte e che possono essere nocivi alla loro conservazione. A volte gli inquinanti ambientali, primi tra tutti gli acidi organici, possono essere emessi dall’opera d’arte stessa - per esempio dai materiali che la costituiscono, come gli strati pittorici, il legno o i tessuti - ma possono anche derivare da materiali impiegati in passate operazioni di restauro e conservazione. Sebbene infatti i musei possono proteggere gli artefatti dalle aggressioni esterne, come l’inquinamento cittadino e le variazioni termo igrometriche, una maggiore conoscenza è tuttora necessaria per comprendere il complesso microclima che si instaura intorno all’oggetto stesso. Il progetto si propone colmare questa lacuna, di studiare dei sistemi per mitigare l’aggressività del microclima che circonda le opere d’arte, e di sviluppare una nuova generazione di strumenti di monitoraggio ambientale, i dosimetri, funzionali e accessibili per piccoli e grandi istituti culturali. In questo modo, i conservatori avranno la possibilità di conoscere in tempo reale se un’opera d’arte è situata in una locazione idonea, o se è necessario prendere dei provvedimenti per migliorarne le condizioni di conservazione o di esposizione.

Il nostro Paese è rappresentato dal Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, attraverso l’attività del centro di Scienze Chimiche per la Conservazione del Patrimonio Culturale (SCIBEC), con la professoressa Maria Perla Colombini e la dottoressa Ilaria Bonaduce. Il gruppo di ricerca ha oltre venti anni di esperienza nel settore della ricerca scientifica dedicata alla salvaguardia dei beni culturali. Il gruppo internazionale di ricerca.All’interno del progetto “MEMORI”, Pisa fa da capofila per lo studio degli effetti degli inquinanti ambientali sulla conservazione delle vernici pittoriche, la prima barriera che un dipinto offre al mondo esterno. Le ricerche pisane permetteranno di valutare l’esistenza di parametri che consentano di attestare il rischio a cui è sottoposto l’oggetto conservato, stabilendo i valori limite oltre i quali è necessario intervenire per salvaguardare l’opera, assicurandone una efficace conservazione preventiva.

Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa

Ustation (video intervista)

Nazione Pisa

Unità Toscana

Ansa Toscana

InToscana.it

PisaNotizie

Gazzetta Parma

Mercoledì 8 giugno 2011 è stata la giornata dedicata al "World IPv6 Day", la prima prova a livello mondiale di IPv6, il moderno protocollo di rete che nei prossimi anni prenderà definitivamente il posto dell’attuale IPv4. L’iniziativa è stata promossa da Internet Society, in collaborazione con alcune tra le più importanti realtà internazionali dell’Information Technology, che per tutta la giornata hanno messo a disposizione i propri contenuti sia sulla rete IPv4 che sulla nuova IPv6, in modo tale da poter testare su scala mondiale l’utilizzo del nuovo protocollo. Lo spirito dell’iniziativa è stato quello di stimolare tutte le organizzazioni mondiali a rendere i propri servizi e le proprie reti compatibili con il nuovo protocollo, favorendo così una transizione indolore dall’attuale protocollo IPv4 verso la rete del futuro.

L’Università di Pisa, unica istituzione pubblica italiana registrata all’evento, ha partecipato in maniera attiva all’iniziativa, a fianco di multinazionali del calibro di Google, Facebook, Yahoo! e YouTube, sia come “Network operator”, avendo attivato sulla sua rete dati il protocollo di trasporto IPv6, sia come “Website owner”, avendo reso raggiungibile in IPv6 il proprio sito www.unipi.it.

L’Ateneo pisano ha già adottato ufficialmente l’IPv6 nella propria rete, affiancandolo al protocollo IPv4, in modo tale da garantirsi un passaggio graduale verso il nuovo standard. Il protocollo IPv6 semplifica la configurazione e la gestione delle reti IP e introduce moderni servizi innovativi, in particolare nell’ambito della sicurezza e della qualità della trasmissione dei dati. In ogni caso, la caratteristica più evidente del protocollo IPv6 rimane l’enorme disponibilità di indirizzi: se infatti l’IPv4 offre circa 7 indirizzi ogni milione di metri quadrati di superficie terrestre, l’IPv6 ne offre invece 666.000 miliardi di miliardi per ogni metro quadrato.

libroSi terrà a Mosca da giovedì 9 a sabato 11 giugno 2011 la conferenza su “Il testo italiano nella letteratura russa vs il testo russo nella letteratura italiana”, organizzata dalla Sezione di poetica dell’Istituto di lingua russa dell’Accademia russa delle scienze e dalla Sezione di slavistica del dipartimento di Linguistica dell’Università di Pisa. Il seminario, a cui prenderanno parte docenti e dottorandi dell’Ateneo pisano, rientra nell’ambito delle iniziative relative a “2011: anno dell’Italia in Russia”.

La conferenza affronterà il tema delle intersezioni letterarie, culturali e linguistiche tra Italia e Russia, concentrandosi sugli ultimi due secoli di rapporti tra i due Paesi. Accanto all'intreccio delle influenze poetiche, musicali e artistiche, sono previste relazioni sul viaggio in Italia e una serie di interventi sul ruolo culturale svolto dall'emigrazione russa in Italia, specie negli anni tra le due guerre. Una particolare sezione sarà dedicata all'analisi della “mentalità italiana”, attraverso il prisma della

lingua e della letteratura. Alla manifestazione prenderanno parte specialisti provenienti dalle università di diversi paesi europei e degli Stati Uniti.

In rappresentanza dell’Università di Pisa, parteciperanno ai lavori i professori Stefano Garzonio e Galina Denissova, insieme ai dottorandi Giuseppina Larocca, Lorenzo Cioni, Alessandra Carbone e Cinzia Cadamagnani. In questa occasione sarà anche presentato il volume “Lirici russi dell'Ottocento” (Roma, Carocci 2011), a cura di Guido Carpi e Stefano Garzonio.

Si terrà a Mosca da giovedì 9 a sabato 11 giugno 2011 la conferenza su “Il testo italiano nella letteratura russa vs il testo russo nella letteratura italiana”, organizzata dalla Sezione di poetica dell’Istituto di lingua russa dell’Accademia russa delle scienze e dalla Sezione di slavistica del dipartimento di Linguistica dell’Università di Pisa. Il seminario, a cui prenderanno parte docenti e dottorandi dell’Ateneo pisano, rientra nell’ambito delle iniziative relative a “2011: anno dell’Italia in Russia”.

La conferenza affronterà il tema delle intersezioni letterarie, culturali e linguistiche tra Italia e Russia, concentrandosi sugli ultimi due secoli di rapporti tra i due Paesi. Accanto all'intreccio delle influenze poetiche, musicali e artistiche, sono previste relazioni sul viaggio in Italia e una serie di interventi sul ruolo culturale svolto dall'emigrazione russa in Italia, specie negli anni tra le due guerre. Una particolare sezione sarà dedicata all'analisi della “mentalità italiana”, attraverso il prisma della lingua e della letteratura. Alla manifestazione prenderanno parte specialisti provenienti dalle università di diversi paesi europei e degli Stati Uniti.

In rappresentanza dell’Università di Pisa, parteciperanno ai lavori i professori Stefano Garzonio e Galina Denissova, insieme ai dottorandi Giuseppina Larocca, Lorenzo Cioni, Alessandra Carbone e Cinzia Cadamagnani. In questa occasione sarà anche presentato il volume “Lirici russi dell'Ottocento” (Roma, Carocci 2011), a cura di Guido Carpi e Stefano Garzonio.


insettoDialogano attraverso le vibrazioni, comunicando da foglia a foglia senza alcun contatto tra loro. Sono piccoli insetti che vivono sui tralci della vite e che riescono a duettare – producendo vibrazioni con rapidissimi movimenti corporei – anche attraverso il mezzo aereo, come dimostrato da uno studio condotto da Anna Eriksson, dottoranda svedese iscritta al secondo anno della Scuola di dottorato in Scienze agrarie e veterinarie (SAV) dell’Università di Pisa. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista internazionale Plos One e citati da Sciencenews col suggestivo titolo “First leaf-to-leaf duet”.

Lo studio ha puntualizzato l’importante ruolo di segnali vibrazionali emessi da un piccolo insetto (Scaphoideus titanus Ball - 0,5 mm), vettore di una pericolosa malattia fitoplasmatica della vite (la Flavescenza dorata), nella regolazione del comportamento dei due sessi nelle fasi che precedono l’accoppiamento. Se, infatti, la comunicazione mediante feromoni è ormai nota, la comunicazione vibrazionale è ancora oggi tra i fenomeni meno conosciuti nel mondo degli insetti.

La continuità del substrato sul quale gli insetti stabiliscono un dialogo vibrazionale (ad es. 2 foglie di vite che comunicano attraverso una porzione di tralcio) era ritenuta fino ad oggi indispensabile per il trasferimento del messaggio da un insetto all’altro. Lo studio ha dimostrato per la prima volta che il trasferimento e la percezione dei segnali vibrazionali in S. titanus non avvengono solo in presenza di continuità di substrato ma, entro certi limiti, maschio e femmina possono comunicare anche attraverso il mezzo aereo, da foglie che non abbiano in comune alcun contatto fisico.

Anna Eriksson sta svolgendo un dottorato congiunto tra l’Università di Pisa e la Fondazione “E. Mach” di San Michele all’Adige (TN), tutori Andrea Lucchi per l’Università di Pisa e Valerio Mazzoni per San Michele all'Adige. La ricerca è finanziata da CBC-Europe-Milan branch, la cui casa madre ha sede a Tokio, in Giappone. Queste nuove acquisizioni sono ritenute non solo interessanti, perché nuove per la scienza, ma anche di importanza strategica nella definizione di un nuovo sistema di lotta all’insetto basato sull’interferenza vibrazionale, su cui i due gruppi di ricerca (Università di Pisa e Fondazione E. Mach) stanno lavorando da tempo, in una stretta e proficua collaborazione.

Giovedì, 09 Giugno 2011 08:26

Alla scoperta di Medinet Madi

colonne Medinet MadiÈ diventato il primo Parco archeologico e naturalistico dell’Egitto, collegato da una pista nel deserto a Wadi Ryan, il arco naturale in cui si estende la famosa valle delle balene fossili. Dopo lunghi anni di scavi e indagini, vive una nuova Medinet Madi, il sito nella regione del Fayoum in concessione archeologica all’Università di Pisa dal 1978, in cui lo scorso 8 maggio è stato inaugurato un modernissimo Visitor Centre.

I risultati del progetto - che vede la collaborazione tra la Cooperazione Italiana, il Consiglio Supremo delle Antichità d’Egitto (SCA) e l’Ateneo pisano - sono stati illustrati il 7 giugno al rettorato dell’Università di Pisa. Dopo i saluti del prorettore vicario Nicoletta De Francesco, sono intervenuti Edda Bresciani e Antonio Giammarusti, rispettivamente direttore scientifico e direttore tecnico del progetto ISSEMM (Institutional Support to Supreme Council of Antiquities for Environmental Monitoring and Management) realizzato nell’ambito del Programma di Cooperazione Ambientale Italo-Egiziana (EIECP).

Medinet Madi, di recente più volte definita “la Luxor del Fayoum”, conserva l’unico tempio del Medio Regno fornito di testi geroglifici e di scene scolpite presente in Egitto, e altri monumenti del periodo tolemaico, romano e copto: questa “città del passato”, come suona il nome arabo di Medinet Madi, si presenta con i suoi tre templi, la cappellina di Isis, i suoi dromoi, i leoni e le sfingi, la straordinaria piazza porticata, tutti consolidati a conclusione di lavori di restauro metodologicamente perfetti. L’area è collegata attraverso una pista panoramica di 28 km nel deserto con l’area protetta di Wadi el Rayan.

Molto curioso è in particolare il tempio tolemaico, caratterizzato da una struttura a volta utilizzata per l’incubazione di uova di coccodrillo. Secondo Edda Bresciani, nella struttura fondamentalmente si allevavano coccodrilli sacri. Il suo team ha scoperto più di trenta uova in vari stati di evoluzione in una buca coperta da uno strato di sabbia. Nella stanza adiacente c’era invece una vasca di pietra perfettamente conservata.Visitor Centre

“Questo ha portato a ipotizzare per l’edificio la funzione di nursery per coccodrilli sacri, che, usciti dalle uova, potevano essere messi nella vasca, probabilmente per un breve periodo, prima che gli animali venissero sacrificati e mummificati, e venduti ai devoti di Sobek in visita al tempio e alla necropoli dei coccodrilli”, ha scritto Edda Bresciani nella relazione di scavo.

Il Progetto ISSEMM è stato finanziato interamente dal Ministero italiano per gli Affari Esteri, direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, destinato a dare un supporto tecnico e scientifico per il monitoraggio e la gestione dei siti archeologici egiziani.

"Iris-Arpa: persona al centro. Sinergie di campioni per la solidarietà": questo è il nome dell'iniziativa sportiva e di raccolta fondi che la Fondazione IRIS (Istituto per la Riabilitazione e l’Inserimento Sociale) e la Fondazione Arpa stanno organizzando per sabato 11 giugno.

Il ricavato della partita di calcio andrà a sostegno delle attività assistenziali, di ricerca e formazione in cui le due fondazioni sono da anni impegnate nel campo della medicina della mente e della salute del corpo. Grazie all’impegno continuativo e qualificato del prof. Mario Guazzelli e del prof. Franco Mosca, l’Ateneo Pisano e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana possono giovarsi dell’apporto di idee e di risorse messe a disposizione nell’ambito del principio di sussidiarietà con cui operano le due fondazioni. La Banca di Credito Cooperativo di Fornacette, la Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, la Banca Popolare di Lajatico, la Cabel, Computer Discount e la Confindustria Toscana hanno sposato la causa della Fondazione Iris e della Fondazione Arpa aiutandole a creare un evento a cui, grazie al loro supporto, tutti sono invitati.

Si partirà sabato 11 giugno alle 16.00 allo stadio Comunale Ettore Mannucci di Pontedera (via Vittorio Veneto) con un torneo quadrangolare di pulcini. Alle 18.00 si giocherà la partita di calcio con le glorie del calcio toscano e non solo. Si attende una rappresentativa delle seguenti squadre: Empoli, Fiorentina, Livorno, Perugia, Pisa, Pontedera e della neo campione d'Italia di calcio femminile Torres. La generosità e l’entusiasmo di Celeste Pin sono riusciti a mobilitare tanti dei suoi colleghi che si affronteranno nello stadio di Pontedera. Eccezionalmente il campo sarà aperto anche ai giocatori non professionisti, a quanti vorranno misurarsi nell’agone non solo per divertimento ma anche per promuovere un messaggio di solidarietà.

Insomma, una giornata primaverile all’insegna della solidarietà che il comitato organizzatore auspica possa, da quest’anno, diventare un appuntamento ricorrente della primavera pontederese.

Iris. Istituto per la Riabilitazione e l’Inserimento Sociale Onlus www.fondazioneiris.eu Fondazione Arpa Onlus http://fondazionearpa.it

Per ogni informazione per la Fondazione IRIS: tel. 050/992658 – mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., e per la Fondazione ARPA: tel. 050/996811 – mail:f.fiorentini@med.

(Ufficio stampa Aoup)

In riferimento all’articolo de “La Nazione” di lunedì 30 maggio 2011, dal titolo “È già scontro sul taglio delle tasse. ‘Nessun regalo, l’ateneo era fuorilegge’”, che riporta alcune dichiarazioni di esponenti politici del Pdl, l’Università di Pisa precisa che:

- non corrisponde al vero che “la diminuzione delle tasse è semplicemente la conseguenza della riforma Gelmini”. La decisione di ridurre le tasse agli studenti dell’Ateneo non ha infatti alcuna relazione con la legge Gelmini, che non contiene riferimenti su questo argomento, ma nasce dalla volontà dell’Università di Pisa di alleggerire la contribuzione degli studenti, in particolare di quelli della fascia medio-bassa di reddito ISEE (tra 17.000 e 40.000 euro). Questa politica è stata ritenuta tanto più opportuna nell’attuale fase di prolungata crisi economica dell’intero Paese, che si traduce nella difficoltà di tante famiglie a mantenere i propri figli agli studi universitari.

- non corrisponde al vero che “già dal 2008 a Pisa si sfonda il limite del 20% (nel rapporto tra tasse agli studenti e Fondo di Finanziamento Ordinario), arrivando al 20,35% del FFO”. Se infatti nel 2008 tale percentuale è stata del 20,16, (quindi di pochissimo superiore alla soglia limite), nel 2009 essa è scesa al 19,42 e nel 2010 si è attestata, secondo stime attendibili, anche se ancora non definitive, al 19,83. Gran parte delle università italiane ha invece sforato il limite del 20%, ma nessuna ha programmato riduzioni della contribuzione. L’Università di Pisa è dunque l’unica che, senza avere alcun obbligo in tal senso, ha previsto una riduzione delle tasse e questo dovrebbe essere motivo di legittima soddisfazione per tutta la comunità universitaria pisana e in special modo per chi si pone come rappresentante della componente studentesca.

- non corrisponde al vero, infine, che “l’ateneo pisano fino a non molto tempo fa sforava ampiamente il tetto del 90% fra spese per il personale e FFO”. I dati certificati dal ministero posizionano l’Università di Pisa rispettivamente al 90,00% nel 2007, all’88,79% nel 2008, all’86,97% nel 2009 e all’89,15% nel 2010. Se non fosse stato così, l’Ateneo non avrebbe potuto varare alla fine dello scorso anno la manovra di assunzioni, tra le più imponenti fatte a livello nazionale, grazie alla quale sono stati assunti circa 90 tecnici e amministrativi che erano in attesa di stabilizzazione e sono stati indetti bandi per 85 posti di ricercatore.-

In definitiva, la riduzione delle tasse decisa dall’Università di Pisa è frutto di una seria opera di gestione e di programmazione da parte dell’Ateneo, che anche attraverso queste iniziative vuole ribadire la piena consapevolezza della sua mission di istituzione pubblica.

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