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Comunicati stampa
Mercoledì, 20 Marzo 2024 10:24

Francesco Camillo

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Nato a Castelforte (LT) nel 1957, il professore Francesco Camillo si è laureato con lode in Medicina veterinaria nel 1982 presso l’Università di Pisa. Ufficiale veterinario di complemento è diventato nel 1984 ricercatore presso la Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Pisa svolgendo subito dopo, un approfondimento delle sue conoscenze di ricerca presso i laboratori dell’INRA di Nouzilly, leader mondiale della ricerca in riproduzione degli equidi. È entrato nei ruoli come associato di Patologia della Riproduzione e Fecondazione artificiale presso la Facoltà di Medicina veterinaria dell’Ateneo nel 1991 e dal 2000 è ordinario di Clinica ostetrica veterinaria. È stato direttore del Dipartimento di Clinica veterinaria dal 2005 al 2012 e poi componente del Senato accademico dal 2021. Francesco Camillo è membro ECAR (European College for Animal Reproduction) e direttore del programma Equine Reproduction, sempre dell'ECAR.

La sua attività di ricerca, con grande anticipazione rispetto all’evolversi della conoscenza in Medicina veterinaria, si è concentrata sui temi dell’Embryo transfer e della criocorsevazione del seme negli equidi (cavallo e asino); del controllo e induzione del parto nella cavalla; del controllo dell’attività riproduttiva nella cavalla e nell’asina; delle terapie innovative per l’endometrite della cavalla anche in un’ottica di medicina traslazionale.

È stato coordinatore nazionale del progetto PRIN 2004 “Approccio multidisciplinare alla conservazione dell’asino dell’Amiata: riproduzione, allevamento e genetica” e coordinatore locale del PRIN 2022 “Amniotic mesenchymal extracellular vescicles for equine chronic degenerative endometritis (CDE) therapy: a model to treat aging and inflammatory uterine pathologies”. Ha al suo attivo 100 pubblicazioni di cui 61 recensite su Scopus e come editor del Journal of Equine Veterinary Science “International Symposium on Equine Embryo Transfer”.

Le conoscenze e le attività scientifiche sviluppate dal professore Camillo, hanno trovato applicazione di terza missione nell’azione di salvaguardia della biodiversità di razze a limitata diffusione o in via di estinzione in collaborazione con la Regione Toscana e l’Ente Terre Regionali Toscane, assicurando la salvaguardia genetica delle specie autoctone toscane.

Nella formazione dei giovani professionisti, il professore Camillo ha, in modo ostinato e lungimirante, cercato di creare le condizioni per assicurare una preparazione capace di legare le conoscenze scientifiche alla pratica professionale, anticipando alcune delle indicazioni poi divenute lo standard della formazione veterinaria in Europa. In questa direzione ha lavorato per organizzare la presenza in Dipartimento di un largo gruppo di studiosi di equidi a supporto delle attività di ricerca, didattica e terza missione. Il suo lavoro ha inoltre posto le basi per la nascita dell’Ospedale didattico veterinario, standard indispensabile per l’accreditamento della professione veterinaria secondo i criteri dell’European Association of Establishment for Veterinary Education. I medici veterinari formati a Pisa, anche nel settore degli equidi, hanno oggi un percorso formativo che lega didattica, ricerca e pratica professionale che non ha equivalenti in Europa.

Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Francesco Camillo.

Mercoledì, 20 Marzo 2024 10:23

Dianora Poletti

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Nata a Carrara nel 1957, la professoressa Dianora Poletti si è laureata con lode nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa nel 1981 e nel 1987 ha conseguito il dottorato di ricerca. Ha percorso tutta la sua carriera accademica nell’Ateneo pisano, come ricercatrice, come professoressa associata e come professoressa ordinaria presso la Facoltà di Economia e, dal 2012, presso il Dipartimento di Giurisprudenza, fino al 2022, anno nel quale è stata nominata, prima docente dell’Ateneo pisano, consigliera di Cassazione per meriti insigni. 

L’impegno al servizio dell’Ateneo e del Dipartimento è stato costante e intenso: la professoressa Poletti è stata preside della Facoltà di Economia dal 2010 al 2012, componente del Senato accademico e della Commissione didattica di Ateneo, presidente del Presidio della Qualità dal 2013 al 2019, coordinatrice del Gruppo di lavoro per la redazione del Piano strategico 2018-2020, presidente del Centro interdipartimentale di ricerca in Diritto e tecnologie di frontiera (Detect), direttrice del master in Internet Ecosystem e coordinatrice del dottorato di ricerca in Scienze giuridiche.

Tre le molte attività didattiche spicca uno dei primissimi corsi di Diritto dell’Informatica e l’ideazione del corso di laurea specialistica in Diritto dell’Innovazione.

L’attività di ricerca è testimoniata da 160 pubblicazioni, sempre attente alle ricadute applicative delle elaborazioni teoriche. 

Nota come esperta della responsabilità civile, i suoi contributi, anche monografici, in tema di danni da infortunio sul lavoro e da sinistro stradale hanno fornito un decisivo apporto alla riforma legislativa delle tabelle liquidative Inail del 2000.

Gli studi, anche monografici, in tema di circolazione immobiliare sono dedicati alle nuove modalità di accesso alla proprietà abitativa, con particolare riguardo ai soggetti vulnerabili. 

I contributi sui rapporti tra diritto e tecnologia, estesi ai dati personali, ai diritti nel contesto digitale (con il primo saggio italiano sul diritto alla disconnessione) e all’intelligenza artificiale hanno condotto alla condirezione di una collana in tema di Internet Ecosystem.  

Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino alla professoressa Dianora Poletti.

Mercoledì, 20 Marzo 2024 10:22

Benedetta Mennucci

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Nata a Lucca nel 1969, la professoressa Benedetta Mennucci si è laureata con lode in Chimica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa. Dopo un periodo all’Università del Colorado a Boulder e all’Università Carnegie-Mellon a Pittsburgh, negli Stati Uniti, ha conseguito il dottorato di ricerca in Chimica all’Università di Pisa nel 1999, sotto la supervisione del professore Jacopo Tomasi.

Ricercatrice presso il Dipartimento di Chimica e Chimica industriale dal 1998, è stata nominata professoressa associata nel 2002 e ordinaria nel 2012. Dal 2010 al 2013 è stata professoressa aggiunta presso il Centro di Chimica teorica e computazionale, centro di eccellenza del Consiglio delle Ricerche norvegesi presso le università di Oslo e Tromsø. Ha ricoperto la carica di coordinatrice della Scuola di dottorato in Scienze chimiche e dei materiali e di presidente dei corsi di laurea triennale e magistrale in Chimica. È inoltre stata presidente della divisione di Chimica teorica e computazionale della Società Chimica Italiana. Al momento, è prorettrice per la Promozione della ricerca.

È autrice di oltre 350 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, che hanno ricevuto oltre 50.000 citazioni. Ben otto fra le pubblicazioni hanno ricevuto più di mille citazioni.

I principali traguardi scientifici della professoressa Mennucci sono nello sviluppo di nuovi approcci multiscala che combinano la chimica quantistica con modelli classici e la loro applicazione a sistemi complessi. La professoressa Mennucci ha contribuito a formalizzare i modelli continui per la descrizione degli effetti del solvente in modo rigoroso e numericamente robusto: il modello IEF-PCM, di cui è stata la principale sviluppatrice, è diventato uno standard de facto ed è oggi incluso in tutti i principali software di chimica computazionale. Ha inoltre contribuito allo sviluppo dei metodi multiscala QM/MM polarizzabili, con particolare attenzione al loro uso per la descrizione di stati elettronici eccitati e di processi dinamici. Questi ultimi sviluppi sono fortemente intrecciati con la ricerca della professoressa Mennucci sui meccanismi molecolari con cui le proteine sentono e rispondono alla luce. Un contributo importante in questo ambito è stata l’elaborazione di un nuovo metodo teorico per simulare i trasferimenti energetici di eccitazione nei processi di assorbimento della luce da parte degli organismi fotosintetici, nonché nei meccanismi di adattamento a varie condizioni luminose. La professoressa Mennucci ha poi sviluppato una strategia multiscala per la modellazione delle proteine fotorecettrici, dove la luce attiva processi di trasduzione del segnale. Questa strategia permette di simulare processi che avvengono su un'ampia gamma di scale temporali, dai fenomeni elettronici nella scala dei picosecondi ai cambiamenti conformazionali nelle proteine su scale dei microsecondi e oltre.

Per la sua attività di ricerca ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti sia nazionali che internazionali, compresa la medaglia “Cesare Pisani” della Società Chimica Italiana e il Premio del ministro della cultura dell’Accademia dei Lincei.

È membro dell’Accademia internazionale per le Scienze quantistiche molecolari, del board dell’Associazione mondiale dei Chimici teorici e computazionali, e nel 2021 è stata nominata fra le “Inspiring 50”, le 50 donne italiane più influenti nel mondo STEM. Ha inoltre ricevuto numerosi finanziamenti sia nazionali che internazionali, compresi uno Starting Grant e un Advanced Grant dell’European Research Council.

Nel corso degli anni, la professoressa Mennucci ha educato, inspirato e aiutato direttamente o indirettamente molti giovani, creando una vera e propria scuola. Le sue capacità accademiche e didattiche si coniugano infatti con una spiccata onestà intellettuale, disponibilità e generosità che la rendono una mentore ideale, sia umanamente che accademicamente.

Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino alla professoressa Benedetta Mennucci.

Mercoledì, 20 Marzo 2024 09:54

Andrea Bonaccorsi

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Nato a Pisa nel 1962, il professore Andrea Bonaccorsi si è laureato in Economia e commercio nel 1986 con lode alla Università di Pisa e ha poi conseguito il dottorato presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Nel 1990 è diventato ricercatore presso la Facoltà di Economia dell’Università di Pisa, nel 1999 è stato chiamato come professore associato alla Scuola Superiore Sant’Anna e nel 2001 ha vinto il concorso di professore ordinario di Economia e gestione delle imprese. Chiamato alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa nel 2004, nel 2011 è diventato ordinario di Ingegneria gestionale.

È stato presidente del Corso di studi in Ingegneria gestionale dal 2016 al 2018. Attualmente è direttore del master in Scalability- Digital Technology and Company Growth.

Dal 2011 al 2014 è stato membro del primo Consiglio direttivo dell’ANVUR, l’Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca. In questa veste ha collaborato al lancio della prima VQR e della Abilitazione Scientifica Nazionale e in prima persona è stato responsabile del sistema di classificazione delle riviste scientifiche e della valutazione della terza missione.

Le sue attività di ricerca si collocano nell’ambito della economia della scienza e della tecnologia. Ha al suo attivo oltre 200 pubblicazioni, di cui la metà sulle principali riviste internazionali con oltre 13.000 citazioni su Google Scholar. Negli ultimi anni viene inserito nel top 2% dei ricercatori a livello mondiale in tutte le discipline.

Ha collaborato a lungo con la Commissione Europea per le politiche di ricerca. Ha partecipato al gruppo di esperti di alto livello che ha lanciato lo European Research Council, formulando il concetto di frontier research che tuttora guida le attività dell’ERC. È stato membro per due legislature degli esperti in diretta collaborazione con i Commissari Europei alla Ricerca.

Per queste motivazioni il Senato accademico ha conferito l’Ordine del Cherubino al professore Andrea Bonaccorsi. 

Pierluigi Zerbino smallL'Economia Circolare è una grande opportunità d’innovazione e investimento, ma migliora davvero la sostenibilità ambientale? Solo se si interviene sull'intera filiera. A dirlo è Pierluigi Zerbino, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi del Territorio e delle Costruzioni dell'Università di Pisa, autore di numerosi articoli scientifici e divulgativi sul cosiddetto "Effetto Rebound". Ossia quel fenomeno per cui i possibili benefici ambientali derivanti dalla transizione circolare sono in parte o totalmente annullati da un aumento della produzione e dei consumi dovuti a dinamiche di mercato.

“Sulla carta, l’Economia Circolare è spesso rappresentata come la soluzione a molti dei nostri di problemi ambientali, dal cambiamento climatico all’eccessivo consumo di risorse - spiega Pierluigi Zerbino - Eppure, dati alla mano, la transizione dall'attuale paradigma economico lineare a quello circolare stenta ad avanzare. La causa di questa inerzia, spesso spiegata con l'aumento dei consumi a livello globale, è verosimilmente legata al cosiddetto Effetto Rebound, determinato in primo luogo dai comportamenti di consumo di ciascuno di noi che, di fatto, possono compromettere i vantaggi ambientali derivanti dalla transizione a un'Economia Circolare”.

“Per capire meglio di cosa parliamo – prosegue Zerbino – è utile tenere sempre a mente come il prezzo e la qualità di un prodotto riciclato, riparato, o di seconda mano (spesso chiamati prodotti circolari) ci influenzino nella vita di tutti i giorni. Per esempio, un prezzo basso di un capo di vestiario prodotto con fibre riciclate può spesso portarci ad acquistare più capi di quelli di cui abbiamo realmente bisogno. Riteniamo di avere un comportamento “green” perché non acquistiamo prodotti nuovi, ma il basso prezzo ci invoglia a chiedere e consumare di più. E consumare di più vuol dire far produrre di più e far inquinare di più. E cosa succede, invece, quando acquistiamo un cellulare ricondizionato? Che pensiamo di aver contribuito a ridurre l’inquinamento comprando un secondo cellulare più economico, magari da usare con poca attenzione in viaggi avventurosi. Ma questo spesso non ci evita di acquistare anche l’ultimo modello dello smartphone top di gamma per la vita di tutti i giorni”.

“È amaro a dirsi – aggiunge -  e forse persino frustrante, ma l’Effetto Rebound di un’Economia Circolare definisce proprio questo rischio dei prodotti circolari di alimentare e non ridurre la nostra fame di consumo e l’inquinamento ad essa associata. Il problema è che, ad oggi, l’Effetto Rebound nell’Economia Circolare è poco noto, difficile da quantificare, e non è stato esaminato a fondo dalla letteratura accademica. Ma, se vogliamo stimarlo e mitigarlo con successo, è fondamentale dedicargli maggiore attenzione”.

Proprio ad una mappatura degli attuali modelli utilizzati per stimare l’Effetto Rebound dell’Economia Circolare è dedicato l'ultimo articolo scientifico che il ricercatore dell'Università di Pisa ha scritto assieme a tre colleghi della Sheffield University Management School e da poco pubblicato sul Journal of Cleaner Production di Elsevier.

"Nell'articolo sviluppato assieme al Dr. Benjamin H. Lowe, al Dr. Meletios Bimpizas-Pinis e al Professor Andrea Genovese dell'Università di Sheffield - spiega Zerbino - abbiamo passato in rassegna i metodi che potrebbero essere impiegati per misurare il Rebound in contesti circolari, identificando gli strumenti per stimarlo. Dalla mappatura nasce anche una riflessione sui dati necessari a stimarlo e sul modo in cui il Rebound si manifesta nei nostri comportamenti di consumo, nelle strategie aziendali, nelle filiere e nel commercio nazionale e internazionale. I risultati ottenuti evidenziano lacune nella stima di questo effetto e gettano le basi per sviluppare strategie per mitigarlo”.

“Solo conoscendo più a fondo il Rebound e concretizzandolo in numeri possiamo sperare di far fronte ad esso - conclude il ricercatore - e identificare gli interventi più significativi per (ri)lanciare l’Economia Circolare, così da invertire una tendenza negativa che, negli ultimi cinque anni, ha visto il tasso di circolarità ridursi dal 9.1% al 7,2%."

In via sperimentale l’Università di Pisa mette a disposizione della propria comunità alcuni distributori gratuiti di assorbenti compostabili. L’iniziativa promossa dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia sarà presentata giovedì 21 marzo alle 11 al Polo Piagge (Via Giacomo Matteotti, 11). L’installazione dei distributori è al momento in tre Poli, Piagge, San Rossore 1938 e Fibonacci. L’iniziativa è accompagnata da una campagna per superare lo stigma e il tabù delle mestruazioni in un’ottica di sostenibilità.

“Gli assorbenti che saranno a disposizione in Ateneo sono 100% di cotone organico, senza profumi, compostabili, non contengono plastica o microplastiche, sono senza cloro e ipoallergenici – spiega la professoressa Elisa Giuliani prorettrice per la Sostenibilità e l'Agenda 2030 - I distributori saranno messi negli antibagni e sono gratuiti. Speriamo che la nostra comunità universitaria ne faccia un uso responsabile e consapevole”.

“L’accesso ai prodotti mestruali negli spazi universitari è una questione di riconoscimento di un aspetto fisiologico – sottolinea la professoressa Renata Pepicelli delegata del rettore per le attività in Gender Studies and Equal Opportunities – che può riguardare tutti gli aspetti della vita, quelli economici, culturali, della salute. E' necessario normalizzare questa dimensione della vita delle donne, cominciando a chiamare le cose con il loro nome, quindi mestruazioni non “le mie cose” o “il marchese” o quel “periodo del mese” e facendo sentire le donne a loro agio nei luoghi di studio e di lavoro".

L’aspetto ambientale è sottolineato anche da Danila Scalzo e Margherita Capitani, rappresentanti della Comunità studentesca della Commissione di sostenibilità.
“Crediamo molto in questa iniziativa dell’Ateneo – sostengono le due studentesse - i prodotti mestruali monouso adesivi sono mediamente composti per il 90% di plastica, l’utilizzo di un assorbente convenzionale equivale a immettere nell’ambiente circa 2 grammi di plastica non biodegradabile, circa quanto 4 sacchetti della spesa”.

 

In via sperimentale l’Università di Pisa mette a disposizione della propria comunità alcuni distributori gratuiti di assorbenti compostabili. L’iniziativa promossa dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia sarà presentata giovedì 21 marzo alle 11 al Polo Piagge (Via Giacomo Matteotti, 11). L’installazione dei distributori è al momento in tre Poli, Piagge, San Rossore 1938 e Fibonacci. L’iniziativa è accompagnata da una campagna per superare lo stigma e il tabù delle mestruazioni in un’ottica di sostenibilità.

“Gli assorbenti che saranno a disposizione in Ateneo sono 100% di cotone organico, senza profumi, compostabili, non contengono plastica o microplastiche, sono senza cloro e ipoallergenici – spiega la professoressa Elisa Giuliani prorettrice per la Sostenibilità e l'Agenda 2030 - I distributori saranno messi negli antibagni e sono gratuiti. Speriamo che la nostra comunità universitaria ne faccia un uso responsabile e consapevole”.

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“L’accesso ai prodotti mestruali negli spazi universitari è una questione di riconoscimento di un aspetto fisiologico – sottolinea la professoressa Renata Pepicelli delegata del rettore per le attività in Gender Studies and Equal Opportunities – che può riguardare tutti gli aspetti della vita, quelli economici, culturali, della salute. E' necessario normalizzare questa dimensione della vita delle donne, cominciando a chiamare le cose con il loro nome, quindi mestruazioni non “le mie cose” o “il marchese” o quel “periodo del mese” e facendo sentire le donne a loro agio nei luoghi di studio e di lavoro".

L’aspetto ambientale è sottolineato anche da Danila Scalzo e Margherita Capitani, rappresentanti della Comunità studentesca della Commissione di sostenibilità.
“Crediamo molto in questa iniziativa dell’Ateneo – sostengono le due studentesse - i prodotti mestruali monouso adesivi sono mediamente composti per il 90% di plastica, l’utilizzo di un assorbente convenzionale equivale a immettere nell’ambiente circa 2 grammi di plastica non biodegradabile, circa quanto 4 sacchetti della spesa”.

 

Sono aperte le iscrizioni per ForDoc, la rassegna promossa dalla Fondazione Emblema dedicata a chi sta conseguendo o ha conseguito il dottorato di ricerca in una delle università aderenti al programma.
L'iniziativa mira a mettere in contatto questi profili altamente qualificati con aziende che investono in ricerca in Italia.

Il calendario di ForDoc comprende eventi di recruiting, approfondimento, confronto e orientamento al lavoro e all'autoimprenditoria.

Calendario eventi on line

21 marzo - Recruiting Day di Ericcson

4 aprile - Recruiting Day di Esaote

11 aprile - Recruiting Day di Axians

9 maggio - Recruiting Day di Microtec

16 maggio - Recruiting Day di Spindox

23 maggio - Recruiting Day di Infineon

28 maggio - Recruiting Day di Marsilio Editori

29 maggio - Recruiting Day di BASF

30 maggio - Recruiting Day di Garmin

19 settembre - Recruiting Day di Intercos

26 settembre - Recruiting Day di CMG Consulting

3 ottobre - Recruiting Day di Istituto Italiano di Tecnologia

8 ottobre - Recruiting Day di STMicroelectronics

10 ottobre - Recruiting Day di RINA

17 ottobre - Recruiting Day di Aenovis

7 novembre - Recruiting Day di CEA Group

14 novembre - Recruiting Day di Add Value

Virtual Fair

Il 20 giugno si terrà la Virtual Fair ForDoc, il career day nazionale interamente dedicato a queste figure. Due settimane prima dell'evento, gli iscritti potranno monitorare la propria agenda di colloqui e candidarsi direttamente con le aziende interessate ai loro profili.

Come partecipare

Per partecipare ai singoli eventi è necessario iscriversi sul portale della Borsa del Placement

L'iniziativa è promossa dalla Fondazione Emblema in collaborazione con il Career Service dell'Università di Pisa.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

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Il Museo di Storia Naturale, in collaborazione con Feronia Guide Ambientali Aps, organizza "S-passo al Museo 2024!". 

Tre giornate all’insegna delle scoperte scientifiche in ciascuna delle quali sarà approfondito un tema ispirato dalle sale e dalle esposizioni del museo.

Micromondo misterioso – 28 marzo 2024
Conoscere il fantastico mondo degli organismi unicellulari, attraverso una suggestiva mostra fotografica e l’opportunità di osservare al microscopio le cellule vive.

La mia camera delle meraviglie – 29 marzo 2024
Un viaggio nel tempo per scoprire l’origine dei musei e nell’occasione di creare la propria “Camera delle Meraviglie”, combinando fantasia e conoscenza.

La natura in gioco – 02 aprile 2024
Una immersione nel divertimento autentico della natura! Per conoscere l’importanza del gioco in natura e imparare a costruire giochi con materiali naturali.

Informazioni:
Orario: dalle 8.30 alle 16.30.
Età: dai 5 anni e mezzo ai 12 anni.
Quota di partecipazione: quota giornaliera € 40,00, quota mezza giornata (8.30 – 12,30,/13.30) € 30,00
La quota non comprende pasti, merende e servizio di trasporto.

Riduzioni e sconti:
Sconto del 10% per i soci Coop, per i figli dei dipendenti dell’Università di Pisa e per fratelli
Riduzione della quota giornaliera di € 3,00 per i residenti nel Comune di Calci.
Gli sconti non sono cumulabili.

Prenotazioni:
Per informazioni e prenotazioni obbligatorie contattare Feronia Guide Ambientali Aps Silvia Asciamprener cell. 333 6602747

Tutte le informazioni al link: https://www.msn.unipi.it/it/eventi/s-passo-al-museo-2024/ 

barillaro.jpegUna tecnologia innovativa per produrre condensatori robusti, flessibili e a basso costo, capaci di accumulare energia in pochi nanometri e posizionabili su ogni tipo di substrato, anche flessibile. Lo studio del team del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa coordinato da Giuseppe Barillaro (foto) è stato condotto in collaborazione con il Surflay Nanitec GmbH di Berlino e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, ed è stato pubblicato su Advanced Materials, la rivista più prestigiosa nel settore della scienza dei materiali.

“Un condensatore - spiega Giuseppe Barillaro - è in grado di immagazzinare energia in un materiale isolante posto tra due conduttori metallici. La sua capacità aumenta al diminuire dello spessore del materiale isolante.
Il metodo che abbiamo sviluppato ci consente di controllare l’assemblaggio dei condensatori chiamati elettrolitici, cioè quelli che tipicamente usano come materiale isolante un liquido o un gel con un'elevata concentrazione di ioni (detto elettrolita). I condensatori elettrolitici prodotti con il nostro metodo hanno spessore ridotto di almeno cinquanta volte rispetto ai condensatori attuali, mentre una frequenza di funzionamento di almeno cinquanta volte superiore. A differenza degli attuali condensatori elettrolitici, che funzionano per applicazioni a bassa frequenza, come le reti elettriche, i nano-condensatori dell’Università di Pisa possono essere usati per applicazioni a media ed alta frequenza, come per esempio le comunicazioni wireless".

Il processo di produzione individuato dai ricercatori è molto semplice: un substrato metallico sul quale è stata indotta una carica superficiale viene immerso in un liquido contenente un polielettrolita di spessore nanometrico con carica opposta, che quindi si deposita sul metallo. Il substrato può essere poi immerso di nuovo in un altro liquido contenente un polielettrolita con carica opposta alla prima, per formare un altro strato. Il processo è semplicissimo e può essere automatizzato con una macchina che immerge alternativamente il metallo nei due liquidi, il che lo rende anche estremamente economico.

“Il condensatore - conclude Barillaro - è realizzabile su qualunque tipo di substrato, anche su materiali curvi e flessibili, e su aree molto vaste, aprendo la strada a diverse possibili applicazioni in campo di sistemi wearable, automotive, e energy storage. Per esempio, la flessibilità intrinseca dei polielettroliti permetterebbe di usarli all’interno di una pelle elettronica – electronic skin -, come sensori di pressione e/o per immagazzinare energia, ma le potenzialità sono infinite, e in settori che nella nuova rivoluzione industriale del 5.0 assumeranno una rilevanza sempre più marcata.

Il lavoro su materiali innovativi per immagazzinare energia infatti è una delle ricerche condotte nel laboratorio FoReLab del Dipartimento, dedicato allo sviluppo delle tecnologie per industria e società 5.0.




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