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Comunicati stampa

Taglio del nastro per GOOD AI, il laboratorio multidisciplinare dell’Università di Pisa per lo studio e lo sviluppo di sistemi di “buona” Intelligenza Artificiale, che soddisfino cioè non solo criteri di accuratezza ed efficienza, ma anche di trasparenza, sicurezza ed eticità. 

Il laboratorio ha sede presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano, e vede la partecipazione di docenti e ricercatori con diverse competenze, dalla filosofia alla  linguistica computazionale fino alla giurisprudenza, all’informatica e all’ingegneria, non solo dell’Università di Pisa, ma anche di Scuola Normale Superiore e CNR. 

“La diffusione rapidissima di sistemi di Intelligenza Artificiale sempre più potenti ha inevitabilmente un grande impatto economico, sociale e culturale - afferma Francesco Marcelloni, docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e coordinatore del laboratorio - Basti pensare a sistemi come ChatGPT o DALL-E, che sono in grado di generare contenuti sotto forma di testi e immagini che hanno qualità spesso indistinguibili da quelli prodotti dagli umani. La recente evoluzione dei sistemi di Intelligenza Artificiale apre scenari applicativi fino a pochi anni fa impensabili, ma rende al tempo stesso urgente il tema della loro potenziale pericolosità, e diventa indispensabile poter distinguere una “buona IA”, a cui delegare con fiducia molti compiti anche in contesti critici, da una “cattiva IA”, che è invece imperativo controllare e limitare. Il laboratorio GOOD AI, che riunisce al suo interno competenze altamente interdisciplinari, si occuperà di valutare la conformità di sistemi di Intelligenza Artificiale, soprattutto quelli usati in contesti critici, come per esempio i sistemi di riconoscimento facciale, rispetto a criteri non solo di efficienza, ma anche di trasparenza, sicurezza ed eticità”.

La valutazione anche etica dei sistemi di Intelligenza Artificiale è oggetto della prima normativa europea sull’argomento, l’”AI Act”, che impone che i sistemi di AI immessi sul mercato abbiano superato la procedura di valutazione di impatto prevista dalla norma secondo un sistema a “scala di rischio”, che prevede la soddisfazione di requisiti di conformità sempre più elevati a seconda della criticità del contesto di applicazione. 

“Questa normativa - prosegue Marcelloni -  avrà naturalmente un effetto importante sul mercato stesso delle Tecnologie dell’Informazione, in quanto il successo di un’applicazione potrà dipendere proprio dal suo grado di conformità ai valori della “buona IA”. Per questo, oltre a occuparsi dello sviluppo di sistemi conformi, il laboratorio GOOD AI si occuperà anche di fornire consulenza a imprese e Pubbliche Amministrazioni relativamente al grado di adeguatezza delle loro applicazioni rispetto ai principi stabiliti dalla normativa europea.

“Il supporto da parte del mondo della ricerca a società e imprese per l’adeguamento delle proprie tecnologie alle nuove normative - conclude Marcelloni - è sempre più strategico su sistemi, come quelli di Intelligenza Artificiale, il cui sviluppo procede al momento a ritmo vertiginoso. Lo sviluppo anche industriale del nostro paese dipende in modo critico dalla capacità del mondo imprenditoriale di adeguarsi ai nuovi paradigmi di tipo etico, sociale e normativo dell’industria 5.0, che vogliono i processi produttivi plasmati sulle esigenze di persone e ambiente”.

Il laboratorio nasce dalle attività del progetto FAIR (https://fondazione-fair.it/), finanziato dal PNRR con l’obiettivo di sviluppare i sistemi di intelligenza artificiale del futuro. 

Fanno parte del Consiglio Scientifico del GOOD AI Lab:

  • Francesco Marcelloni (coordinatore) e Pietro Ducange, Dipartimento Ingegneria dell’Informazione
  • Adriano Fabris e Veronica Neri, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere
  • Alessandro Lenci e Giovanna Marotta, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
  • Dino Pedreschi e Anna Monreale, Dipartimento di Informatica
  • Marco Conti, CNR
  • Fosca Giannotti, Scuola Normale Superiore

 Nel periodo pasquale le Sale studio sarano chiuse secondo il seguente calendario:

  • Sala Studio Polo Etruria: 29 marzo-1° aprile
  • Sala Studio Palazzo Ricci:  29 marzo -1° aprile
  • Aula studio Pacinotti : 29 marzo-1° aprile
  • Sala Studio Polo Piagge: 29 marzo-1° aprile
  • Sala Studio Polo Porta Nuova: 29 marzo-1° aprile
  • Aule Studio Biennio: 29 marzo-2 aprile
  • Aule studio Polo Fibonacci: 29 marzo-2 aprile

Prosegue il cammino comune dell’Università di Pisa e dell’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, uno dei centri più importanti in Occidente in quanto scuola internazionale di filosofia e pratiche buddhiste, rinomato per i suoi programmi di studi superiori. Lunedì 25 marzo, il Rettore dell’Ateneo pisano, Riccardo Zucchi, e la Presidentessa dell’Istituto, Lucia Landi, hanno rinnovato la convenzione che da otto anni vede le due istituzioni collaborare nello studio dei processi mentali, attraverso l'utilizzo contestuale di tecniche complementari messe a punto, da una parte, nei 2500 anni di storia dalla tradizione buddista e, dall'altra, dalla Filosofia e dalla Scienza Occidentali. Un’esperienza, quella maturata tra l’Ateneo e l’Istituto Lama Tzong Khapa, analoga a quella di altre grandi università internazionali come Stanford o la Columbia.

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Al centro degli studi condotti nel quadro della convenzione i diversi aspetti dell’interazione con la realtà esterna, della percezione, dell’introspezione, della consapevolezza, del training, del controllo e dello sviluppo delle potenzialità. Tutto ciò sia per l'arricchimento della conoscenza che per il conseguimento di uno stato di migliore benessere personale e sociale.

Con la firma di lunedì 25 marzo, la collaborazione proseguirà per altri tre anni, durante i quali gli esperti di entrambe le parti realizzeranno progetti comuni di ricerca e formazione e potranno organizzare attività seminariali, conferenze, workshop, così come master di I e II livello, nonché Summer School e di Perfezionamento universitari sui temi oggetto della convenzione. Presso l’Università di Pisa, peraltro, sono già attivi un master di primo livello in "Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative" e una Summer School dal titolo “Consciousness and Cognition”. La convenzione, infine, dà la possibilità di assegnare tesi o di istituire premi di laurea per gli studenti dell’Università di Pisa.

Prosegue il cammino comune dell’Università di Pisa e dell’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, uno dei centri più importanti in Occidente in quanto scuola internazionale di filosofia e pratiche buddhiste, rinomato per i suoi programmi di studi superiori. Lunedì 25 marzo, il Rettore dell’Ateneo pisano, Riccardo Zucchi, e la Presidentessa dell’Istituto, Lucia Landi, hanno rinnovato la convenzione che da otto anni vede le due istituzioni collaborare nello studio dei processi mentali, attraverso l'utilizzo contestuale di tecniche complementari messe a punto, da una parte, nei 2500 anni di storia dalla tradizione buddista e, dall'altra, dalla Filosofia e dalla Scienza Occidentali. Un’esperienza, quella maturata tra l’Ateneo e l’Istituto Lama Tzong Khapa, analoga a quella di altre grandi università internazionali come Stanford o la Columbia.

Al centro degli studi condotti nel quadro della convenzione i diversi aspetti dell’interazione con la realtà esterna, della percezione, dell’introspezione, della consapevolezza, del training, del controllo e dello sviluppo delle potenzialità. Tutto ciò sia per l'arricchimento della conoscenza che per il conseguimento di uno stato di migliore benessere personale e sociale.

Con la firma di lunedì 25 marzo, la collaborazione proseguirà per altri tre anni, durante i quali gli esperti di entrambe le parti realizzeranno progetti comuni di ricerca e formazione e potranno organizzare attività seminariali, conferenze, workshop, così come master di I e II livello, nonché Summer School e di Perfezionamento universitari sui temi oggetto della convenzione. Presso l’Università di Pisa, peraltro, sono già attivi un master di primo livello in "Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative" e una Summer School dal titolo “Consciousness and Cognition”. La convenzione, infine, dà la possibilità di assegnare tesi o di istituire premi di laurea per gli studenti dell’Università di Pisa.

Mercoledì 27 marzo, alle ore 11, nell’Aula Magna Nuova del Palazzo "La Sapienza" (in via Curtatone e Montanara 15), si terrà la cerimonia ufficiale di conferimento dell’Ordine del Cherubino a 19 docenti dell’Università di Pisa. La cerimonia sarà introdotta dal rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi.

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I professori e le professoresse ai quali viene conferito l’Ordine del Cherubino sono: Mario Salvetti (Dipartimento di Matematica), Marco Beghini (Dipartimento di Ingegneria civile e industriale), Roberto Bizzocchi (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere), Francesco Camillo (Dipartimento di Scienze veterinarie), Massimo Pappalardo (Dipartimento di Informatica), Liliana Dell’Osso (Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale), Vincenzo Ambriola (Dipartimento di Informatica), Lucia Migliore (Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia), Giovanni Alberti (Dipartimento di Matematica), Saulle Panizza (Dipartimento di Scienze politiche), Dianora Poletti (Dipartimento di Giurisprudenza), Paolo Maria Mancarella (Dipartimento di Informatica), Gianluca Brunori (Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali), Andrea Bonaccorsi (Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni), Rolando Ferri (Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica), Raffaele De Caterina (Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’Area critica), Giuseppe Anastasi (Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione), Benedetta Mennucci (Dipartimento di Chimica e Chimica industriale), Monica Pratesi (Dipartimento di Economia e Management).

L’Ordine del Cherubino è una onorificenza conferita dal rettore dell’Università di Pisa, in seguito a delibera del Senato accademico, a docenti ordinari dell’Ateneo pisano con almeno dieci anni di anzianità che abbiano contribuito ad accrescerne il prestigio per i loro particolari meriti scientifici o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell’Università. Il conferimento è accompagnato dalla consegna di un diploma e di una insegna nella quale è rappresentato il Cherubino con sei ali.

Sabato 23 marzo alle ore 21.00 al Teatro Nuovo andrà in scena lo spettacolo dal titolo ‘Shakespearology’, oneman-show di Woody Neri, per la regia dal collettivo fiorentino Sotterraneo.

Sotterraneo è un collettivo di ricerca teatrale che nasce a Firenze nel 2005 e nel tempo si confronta con formati diversi quali spettacoli, performance, site-specific, regie liriche, progetti per l’infanzia, talk-show. Le produzioni del gruppo replicano in diversi dei più importanti festival e teatri nazionali e internazionali, ricevendo negli anni numerosi riconoscimenti tra cui Premio Lo Straniero, Premio Hystrio, Be Festival First Prize, Silver Laurel Wreath Award/Sarajevo MESS Festival e tre Premi UBU di cui due come "Spettacolo dell’anno” per Overload (2018) e L’Angelo della Storia (2022).
Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies, è artista associato al Piccolo Teatro di Milano e compagnia residente presso l'Associazione Teatrale Pistoiese.

Biglietti ridotti a 10 euro per studenti e dipendenti dell'Università.
Botteghino del teatro aperto martedì e giovedì dalle 16 alle 19 e a partire da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli.
Prevendite online: https://www.ciaotickets.com/it/biglietti/shakespearology-sotterraneo 

 

Domenica 24 marzo alle ore 17.00 al Teatro Nuovo andrà in scena lo spettacolo per bambini dal titolo "Una volta c'era una volta".
In scena Silvia Lazzeri, Cecilia Bartoli e Carlo Scorrano.

In una biblioteca come tante, un signore cerca un libro che lo aiuti a superare le proprie paure. Ma può un libro curare le paure?

Ebbene un grande libro apparirà quasi per magia e metterà alla prova lo scetticismo dei tre personaggi ai quali si presenteranno delle storie pronte a prendere vita... Ogni paura una storia, ogni storia una regione italiana: la paura del buio, dell’orco e della solitudine, nelle tre storie antidoto di Colapesce dalla Sicilia, l’auciello Grifone dalla Campania e Buchettino dalla Toscana. Un percorso magico in cui i personaggi fluttuano tra realtà e fantasia, un viaggio immaginifico possibile solo grazie alla lettura. Lo spettacolo è accompagnato da disegni dal vivo.

Biglietti ridotti a 7 euro per studenti e dipendenti dell'Università.
Botteghino del teatro aperto martedì e giovedì dalle 16 alle 19 e a partire da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli.Botteghino del teatro aperto martedì e giovedì dalle 16 alle 19 e a partire da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli.
Prevendite online: https://www.ciaotickets.com/it/biglietti/una-volta-c%E2%80%99era-una-volta 


Contatti

392.3233535
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, il Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno, in collaborazione con la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile d’Ateneo (CoSA), ha aderito all’iniziativa dal titolo Water for peace (l’acqua come strumento per la pace).

Leggi i dettagli: https://polologistica.unipi.it/2024/03/20/22-marzo-2024-world-water-day-2024-distribuzione-borracce/ 

Grazie a un osso del piede risalente al Pleistocene medio scoperto nel sito di Sedia del Diavolo (Roma) e datato a 295.000 anni, ricercatori delle Università di Pisa e Firenze hanno fornito nuove prospettive sulla vita dei nostri antenati in questo importante periodo della nostra evoluzione recente. L’analisi morfometrica e morfologico-funzionale del fossile, effettuata mediante tecniche di antropologia virtuale, ha rivelato la presenza di un’insolita frattura da stress, tipica degli atleti e dei corridori. Questo tipo di frattura si forma in risposta a sollecitazioni ripetute dovute all’attività fisica tipica di chi cammina per lunghe distanze, come i maratoneti. Lo studio, dal titolo “The Middle Pleistocene human metatarsal from Sedia del Diavolo”, è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

Figura1

Il Pleistocene medio è un periodo importante per l’evoluzione umana. Oltre allo sviluppo di nuove tecnologie, come il fuoco controllato e la tecnica di scheggiatura Levallois, in questo periodo affondano le radici di Homo sapiens e Homo neanderthalensis. Nella prima parte del Pleistocene medio, l’Europa viene popolata da Homo heidelbergensis, da molti considerato l’antenato dei Neanderthal. Nella parte centrale di questo periodo, quella compresa tra circa 300 e 200 mila anni fa, i fossili sono scarsi e non si hanno molte informazioni su quello che è accaduto. Da 200 mila anni fa in poi, invece, troviamo fossili con chiare caratteristiche neandertaliane.

Profico Marchi Unipi“La morfologia del secondo metatarsale di Sedia del Diavolo differisce da quella dei Neanderthal e suggerisce la presenza di un secondo gruppo umano, molto probabilmente Homo heidelbergensis, l’antenato comune di Homo sapiens e Homo neanderthalensis” – commenta Antonio Profico, ricercatore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e autore corrispondente dello studio (nella foto, a sinistra). “La struttura di questo osso del piede ci informa sul fatto che la popolazione a cui apparteneva questo fossile fosse costituita da individui molto attivi sul territorio, che camminavano per lunghe distanze nella loro vita quotidiana’’, aggiunge Damiano Marchi, docente del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, tra gli autori dello studio (nella foto, a destra).

"La presenza di questa tipologia di frattura nel metatarsale – spiega Tommaso Mori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze - potrebbe essere collegata alle modalità di sussistenza dei nostri antenati e in particolare alla persistence hunting, una tecnica che prevedeva l’inseguimento fino allo sfinimento delle prede durante le ore più calde del giorno”.

Figura2

"Questo studio - aggiunge Alessandro Riga del Dipartimento di Biologia di Unifi - dimostra come molto spesso le nuove scoperte vengono da una reinterpretazione di vecchi dati. Nel nostro caso, un fossile scoperto negli anni '50 è stato studiato attraverso tecniche avanzate di antropologia virtuale che hanno permesso di indagare caratteristiche che prima non sarebbe stato possibile studiare. Da un piccolo osso del piede è stato possibile ricavare una grande quantità di informazioni sull'evoluzione e lo stile di vita dei nostri antenati."

L'Associazione Italiana Sindrome di Pitt-Hopkins - Insieme di Più bandisce nel 2024 la 10° edizione del concorso "M.L.Claudia Victoria Diez de Medina Romero" per 6 premi di laurea o di specializzazione sulla Sindrome di Pitt-Hopkins.

Per informazioni consultare il bando in allegato o scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

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