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Comunicati stampa

Introdurre l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole in Italia. E’ questo l’obiettivo di EduforIST, un progetto coordinato dall’Università di Pisa e finanziato dal Ministero della Salute di cui è stato appena pubblicato il rapporto conclusivo della prima fase. È infatti oggi disponibile online il “Rapporto tecnico EduForIST”che, a partire dall’evidenza internazionale disponibile, descrive l’implementazione di un’esperienza pilota di educazione alla sessualità estensiva (traduzione di CSE, Comprehensive Sexuality Education) condotta nelle scuole secondarie di I grado in 4 regioni italiane (Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia).

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Con l’avvicinarsi della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, il progetto contribuisce, con questi primi risultati, a produrre evidenza scientifica in vista di una futura e auspicata introduzione dell’educazione alla sessualità nel contesto scolastico italiano, elemento imprescindibile per la prevenzione della violenza di genere. Al rapporto tecnico si aggiungerà a breve la monografia, dal titolo: “Educare alla sessualità nelle scuole italiane: l’esperienza di un progetto tra analisi dell’evidenza, implementazione e valutazione”, che sarà disponibile online dal 1°dicembre 2023, sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (rapporto ISTISAN). Il rapporto mappa la situazione degli interventi di educazione alla sessualità nel nostro paese, individua e analizza le good pratices internazionali e descrive i risultati delle sperimentazioni del progetto EduForIST nelle scuole secondarie di I e II grado. Il progetto EduForIST, negli anni scolastici 2021/2022 e 2022/2023, ha coinvolto un totale di 24 scuole (11 secondarie di I grado e 13 secondarie di II grado), 1223 studenti e studentesse in quattro regioni italiane (Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia). E non si fermerà qui.

In Italia, al contrario di quanto accade in gran parte d’Europa, l'educazione alla sessualità e all’affettività non è una materia obbligatoria nei curriculum scolastici – spiega Lara Tavoschi professoressa di salute pubblica dell’Ateneo pisano – I dati dimostrano che l'educazione alla sessualità svolta a scuola non viene erogata in modo sistematico ed equo in tutta Italia, in alcuni casi gli interventi adottano un approccio estensivo, mentre nella maggior parte dei casi si concentrano sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse. È necessario quindi intervenire su più ampia scala, per fornire ai giovani un'educazione alla salute e al benessere relazionale, sessuale e riproduttivo che sia adeguata all'età e alle caratteristiche di ragazze e ragazzi”.

Iniziato nel 2019, il progetto EduforIST è entrato ora nella terza fase, allargando la parte sperimentale a sei regioni: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Le attività nelle scuole medie e superiori prevedono il coinvolgimento di operatori e operatrici di associazioni dislocate sul territorio e di alcuni servizi sanitari territoriali. In pratica, il progetto prevede cinque incontri con studenti e studentesse, e due con docenti e famiglie. Le ragazze e i ragazzi sono coinvolti in attività e role playing su temi fra i quali il consenso, la costruzione di buone relazioni interpersonali e la consapevolezza nei confronti degli stereotipi di genere. Aspetti fondamentali quali la gestione delle emozioni e le relazioni affettive, il rapporto con il proprio corpo, il piacere, l'uguaglianza di genere e il rispetto sono trattati, senza però tralasciare la prevenzione delle conseguenze negative legate all’attività sessuale, come le infezioni sessualmente trasmesse o le gravidanze non desiderate, e i servizi locali a cui rivolgersi in caso di necessità.

“Il gruppo di lavoro in campo è interdisciplinare e composto da esperti di salute pubblica, ma anche pedagogisti, antropologi, sessuologi, pediatri e psicologi – continua Tavoschi – seguiamo un approccio basato sulle linee guida internazionali della Comprehensive Sexuality Education (CSE), in italiano educazione comprensiva o estensiva alla sessualità, che si caratterizza per essere di ampio respiro, multidisciplinare e multisettoriale, inclusivo non solamente dell'aspetto medico, ma anche della crescita emotiva”.

“L’approccio CSE, sostenuto dalle maggiori agenzie internazionali che si occupano di promozione della salute (OMS, UNESCO), ha permesso un coinvolgimento attivo non solo di studenti e studentesse, ma anche di docenti e famiglie, di quelli che sono quindi i contesti di vita principali del nostro target, con un riscontro molto positivo tra coloro che hanno partecipato” aggiunge Alice Chinelli, assegnista di ricerca che coordina il progetto insieme alla dott.ssa Tavoschi.
“Nei prossimi due anni scolastici che ci aspettano, il progetto si amplierà ancora, non solo allargando l’area geografica, ma anche coinvolgendo altri enti, come i servizi sanitari territoriali, la rete scuole che promuovono salute e le associazioni professionali che si dimostreranno interessate a prendere parte al nostro gruppo di lavoro”, conclude Chinelli.

L’elenco dei partner di EduForIST (Sviluppo di strumenti tecnici e pratici per lo svolgimento di attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione delle IST nel contesto scolastico) comprende: Istituto Superiore di Sanità, Università di Pisa, Sapienza Università di Roma, Università̀ degli Studi di Foggia, Università̀ degli Studi di Verona, Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Caritas Italiana, Anlaids (Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS), CICA (Coordinamento Italiano Case alloggio HIV/AIDS), CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), CRI (Croce Rossa Italiana), LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS) e numerose altre associazioni territoriali. In questa nuova fase, EduForIST 3 (Educazione e formazione nell’ambito delle relazioni affettive, della sessualità e della prevenzione delle IST nel contesto scolastico: dall’evidenza alla pratica nelle regioni italiane) si sono inoltre aggiunti nuovi partner quali: Agenzia Regionale Sanità Toscana; Regione Lombardia DG Welfare UO Prevenzione; Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord.

The city of Florence is destined to imitate the virtual projection Airbnb makes of it, eventually creating an almost hybrid space of the so-called “onlife” society, neither “on” nor “off” line. This picture emerges from research published in the journal “Rivista Geografica Italiana” and is a case study into Florence’s new town planning regulations for short-term rentals in 2023. The authors, Antonello Romano of the University of Pisa and Cristina Capineri and Tiziano Bonini of the University of Siena, analysed 12,126 georeferenced advertisements and 651,515 reviews left by Airbnb users from 2010 to 2019 on Florence.

"Digital platforms, such as Airbnb, can be considered as ‘network orchestrators’ that manage the flows of data and information produced by users,” explains Romano. “In this context, reviews act as an echo chamber and shape the city, creating an increasingly marked division between areas that are well connected to global flows where all the value is concentrated, and other disconnected areas which results in an increasing polarisation and fragmentation between the centre and the suburbs.

The result is that the 5 square kilometre wide area of Florence’s historic centre, a “Unesco World Heritage site” since 1982, concentrates 62% of the offer of flats available for short-term rentals, and 70.3% of the reviews on Airbnb in 2019. This web platform placed a value on this city area, largely based on its algorithm favouring the visibility of some advertisements over others, thus according to a logic that is not entirely transparent to users.

 

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The platform’s algorithm,” Romano concludes, “creates a cumulative and centralising process that reiterates itself and further increases the inequalities in the urban area by confirming the value of some areas and at the same time the disvalue of others. This tension is also amplified by Airbnb’s promise to make people ‘live like locals’. While the reality is that the local urban areas have been effectively emptied of residents and the historic centres have become increasingly inhabited by ‘non-resident people’.

Antonello Romano, researcher of Economic-Political Geography at the Department of Civilisations and Forms of Knowledge of the University of Pisa, has been studying platforms and their relationship with space for ten years and is currently involved in FAIR (Future Artificial Intelligence Research), the partnership financed by PNRR funds that brings together 25 institutional and private partners led by the CNR. Besides Florence, his research focuses on different Italian cities, among them Rome, Venice, Naples, and Bologna. The research published in the journal “Rivista Geografica Italiana” is part of the 2017 Research Project of National Interest ‘Short term city: Digital platforms and Spatial justice’.

 

Una Firenze reale destinata ad imitare la sua proiezione virtuale su Airbnb, con il risultato alla fine di trasformare la città in uno spazio ibrido tipico della nuova società 'onlife', cioè né on né off line. Il quadro emerge da una ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana e citata anche come caso studio nel regolamento urbanistico per gli affitti brevi del Comune di Firenze del 2023. Gli autori Antonello Romano dell’Università di Pisa e Cristina Capineri e Tiziano Bonini dell’Università di Siena, hanno analizzato 12.126 annunci georeferenziati e 651.515 recensioni lasciate dagli utenti di Airbnb dal 2010 al 2019 a Firenze.

“Le piattaforme digitali, come Airbnb, possono essere considerate come ‘orchestratori di reti’ che gestiscono i flussi di dati e di informazioni prodotti dagli utenti - spiega Romano - In questo contesto, le recensioni agiscono come una camera d’eco che plasmano la città creando una divisione sempre più marcata tra alcune parti connesse ai flussi globali dove si concentra tutto il valore e altre disconnesse con il risultato di una sempre maggiore polarizzazione e frammentazione fra centro e periferie”.

Il risultato per Firenze è che la sola area del centro storico dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1982, che corrisponde a circa 5 km2, è arrivata a concentrare il 62% dell’offerta, cioè degli appartamenti disponibili per gli affitti brevi, e il 70,3% delle recensioni su Airbnb nel 2019. La piattaforma ha dunque dato un valore allo spazio cittadino e lo ha fatto in gran parte in base al proprio algoritmo che favorisce la visibilità di alcuni annunci su altri, quindi secondo una logica non del tutto trasparente per gli utenti.

“L’algoritmo della piattaforma – conclude Romano – crea un processo cumulativo e accentrante che reitera se stesso e aumenta ancora di più le diseguaglianze nello spazio urbano confermando il valore di alcune zone e il disvalore di altre, un tensione ampliata anche dalla promessa di Airbnb di far "vivere come una persona del posto", il che di fatto svuota i luoghi di vita e rende i centri storici aree sempre più abitate da “popolazione non residente”.

Antonello Romano, ricercatore di Geografia Economico-politica al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Ateneo pisano, studia da dieci anni le piattaforme e il loro rapporto con lo spazio e attualmente è coinvolto in FAIR (Future Artificial Intelligence Research), il Partenariato esteso finanziato dai fondi PNRR che mette insieme 25 partner istituzionali e privati guidati dal CNR. Oltre a Firenze le sue ricerche sono concentrate su differenti città italiane, da Roma a Venezia, Napoli, Bologna. La ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana si inserisce nell’ambito del Progetto di ricerca di interesse nazionale 2017 'Short term city: Digital platforms and Spatial justice'.

Una Firenze reale destinata ad imitare la sua proiezione virtuale su Airbnb, con il risultato alla fine di trasformare la città in uno spazio ibrido tipico della nuova società 'onlife', cioè né on né off line. Il quadro emerge da una ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana e citata anche come caso studio nel regolamento urbanistico per gli affitti brevi del Comune di Firenze del 2023. Gli autori Antonello Romano dell’Università di Pisa e Cristina Capineri e Tiziano Bonini dell’Università di Siena, hanno analizzato 12.126 annunci georeferenziati e 651.515 recensioni lasciate dagli utenti di Airbnb dal 2010 al 2019 a Firenze.

“Le piattaforme digitali, come Airbnb, possono essere considerate come ‘orchestratori di reti’ che gestiscono i flussi di dati e di informazioni prodotti dagli utenti - spiega Romano - In questo contesto, le recensioni agiscono come una camera d’eco che plasmano la città creando una divisione sempre più marcata tra alcune parti connesse ai flussi globali dove si concentra tutto il valore e altre disconnesse con il risultato di una sempre maggiore polarizzazione e frammentazione fra centro e periferie”.

Il risultato per Firenze è che la sola area del centro storico dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1982, che corrisponde a circa 5 km2, è arrivata a concentrare il 62% dell’offerta, cioè degli appartamenti disponibili per gli affitti brevi, e il 70,3% delle recensioni su Airbnb nel 2019. La piattaforma ha dunque dato un valore allo spazio cittadino e lo ha fatto in gran parte in base al proprio algoritmo che favorisce la visibilità di alcuni annunci su altri, quindi secondo una logica non del tutto trasparente per gli utenti.

 

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“L’algoritmo della piattaforma – conclude Romano – crea un processo cumulativo e accentrante che reitera se stesso e aumenta ancora di più le diseguaglianze nello spazio urbano confermando il valore di alcune zone e il disvalore di altre, un tensione ampliata anche dalla promessa di Airbnb di far "vivere come una persona del posto", il che di fatto svuota i luoghi di vita e rende i centri storici aree sempre più abitate da “popolazione non residente”.

Antonello Romano, ricercatore di Geografia Economico-politica al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Ateneo pisano, studia da dieci anni le piattaforme e il loro rapporto con lo spazio e attualmente è coinvolto in FAIR (Future Artificial Intelligence Research), il Partenariato esteso finanziato dai fondi PNRR che mette insieme 25 partner istituzionali e privati guidati dal CNR. Oltre a Firenze le sue ricerche sono concentrate su differenti città italiane, da Roma a Venezia, Napoli, Bologna. La ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana si inserisce nell’ambito del Progetto di ricerca di interesse nazionale 2017 'Short term city: Digital platforms and Spatial justice'.

In occasione del Fibonacci Day, la giornata internazionale dedicata al matematico pisano che per primo introdusse in Occidente i numeri arabi e lo zero, il 23 novembre alle 20 all’Archivio di Stato a Palazzo Toscanelli (Lungarno Mediceo, 17) apre al pubblico la mostra a ingresso gratuito “Pisa e il mondo Arabo” che sarà visitabile sino al 23 gennaio 2024. Il programma della sera prevede un annullo filatelico speciale dalle 20 alle 21 e quindi alle 21 il concerto a ingresso gratuito sino a esaurimento posti “La musica del mondo arabo”, a cura di Toscana Produzione Musica, con Francesco Martinelli, Ziad Trabelsi (oud) e Simone Pulvano (percussioni).

L’esposizione, che coinvolge anche al Museo Nazionale di San Matteo (Piazza San Matteo In Soarta, 1), è incentrata sugli intensi rapporti tra Pisa e il Nord-Africa dal XII a tutto il XIV secolo e presenta gli originali dei più significativi trattati di pace e commercio stipulati tra le autorità pisane e le autorità di città come Tunisi, Bona e Bugia, Fez. Questi documenti sono densi di informazioni ma anche eccezionali per le dimensioni e per la qualità: gli originali arabi mostrano capolavori di calligrafia, capaci di stupire e affascinare, e la lunghezza dei supporti di carta o pergamena può arrivare ai 10 metri.

“Sarà esposto un unicum assoluto – racconta il professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa nel comitato scientifico delle iniziative - la traduzione in pisano, ma scritta in caratteri arabi, della lettera-trattato inviata il 10 giugno 1366 dal signore di Bona e Bugia al doge di Pisa Giovanni de’ Conti Dell’Agnello, traduzione che serviva forse da lasciapassare per i mercanti arabi i quali potevano così godere, nei domini pisani, delle stesse garanzie offerte ai mercanti pisani in Africa settentrionale”.

“L’Archivio di Stato per l’occasione espone un patrimonio unico per la storia dei rapporti commerciali nel Mediterraneo nel periodo medievale che vede Pisa protagonista delle politiche di scambio – spiega Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa – si tratta di un genere di documenti che con la Spagna siamo gli unici a possederli in tutto il Mediterraneo, una testimonianza storica da questo punto di vista straordinaria”.

"In occasione della mostra, al Museo nazionale di San Matteo, sarà esposto un bacino islamico di manifattura spagnola decorato a lustro metallico color rame su smalto bianco, secondo quarto XIII secolo, conservato nei depositi del museo. La preziosa scodella, sul fondo della quale si staglia il vocabolo as-salama, la sicurezza, la serenità, in un elegante thuluth, andrà ad arricchire l'esposizione permanente delle ceramiche arabe invetriate che nel Medioevo decoravano i prospetti esterni delle chiese romaniche di Pisa", dice Pierluigi Nieri, direttore del Museo Nazionale di San Matteo.

"La musica araba – racconta Francesco Martinelli professore e critico musicale a proposito del concerto inaugurale - ha esercitato un'influenza fondativa sulla musica europea rinascimentale e barocca a partire dall'introduzione del liuto, e viene oggi riscoperta dagli esecutori di musica antica per ricreare strumenti e prassi originali. Le sue fondamenta teoriche, a sua pratica e le sue varie tradizioni saranno sinteticamente illustrate grazie alla partecipazione di Ziad Trabelsi, musicista tunisino residente in Italia e specialista dell'oud, da cui il liuto deriva."

All’esposizione è collegato un ciclo di iniziative che coinvolgono Museo Nazionale di San Matteo, l’Università di Pisa e Palazzo Blu. Gli altri appuntamenti sono la presentazione del volume “Italia e islam. Culture, persone e merci dal Medioevo all'età contemporanea” il 30 novembre a Palazzo Blu, il 7 dicembre un seminario all’Archivio di Stato di Pisa sui documenti medievali arabo pisani che vi sono conservati e infine il 7 gennaio una conferenza al Museo Nazionale di S. Matteo sulle iscrizioni arabe nelle opere esposte.

Tutte le iniziative sono realizzate nell’ambito della rassegna Pisa is Fibonacci 2023 del Comune di Pisa. Il comitato scientifico è composto da Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa, Pierluigi Nieri, direttore Museo Nazionale di S. Matteo, Valentina Pannini, Università La Sapienza di Roma, e per l’Università di Pisa Renata Pepicelli, Issam Marjani e Fabrizio Franceschini.



In occasione del Fibonacci Day, la giornata internazionale dedicata al matematico pisano che per primo introdusse in Occidente i numeri arabi e lo zero, il 23 novembre alle 20 all’Archivio di Stato a Palazzo Toscanelli (Lungarno Mediceo, 17) apre al pubblico la mostra a ingresso gratuito “Pisa e il mondo Arabo” che sarà visitabile sino al 23 gennaio 2024. Il programma della sera prevede un annullo filatelico speciale dalle 20 alle 21 e quindi alle 21 il concerto a ingresso gratuito sino a esaurimento posti “La musica del mondo arabo”, a cura di Toscana Produzione Musica, con Francesco Martinelli, Ziad Trabelsi (oud) e Simone Pulvano (percussioni).

L’esposizione, che coinvolge anche al Museo Nazionale di San Matteo (Piazza San Matteo In Soarta, 1), è incentrata sugli intensi rapporti tra Pisa e il Nord-Africa dal XII a tutto il XIV secolo e presenta gli originali dei più significativi trattati di pace e commercio stipulati tra le autorità pisane e le autorità di città come Tunisi, Bona e Bugia, Fez. Questi documenti sono densi di informazioni ma anche eccezionali per le dimensioni e per la qualità: gli originali arabi mostrano capolavori di calligrafia, capaci di stupire e affascinare, e la lunghezza dei supporti di carta o pergamena può arrivare ai 10 metri.

 

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“Sarà esposto un unicum assoluto – racconta il professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa nel comitato scientifico delle iniziative - la traduzione in pisano, ma scritta in caratteri arabi, della lettera-trattato inviata il 10 giugno 1366 dal signore di Bona e Bugia al doge di Pisa Giovanni de’ Conti Dell’Agnello, traduzione che serviva forse da lasciapassare per i mercanti arabi i quali potevano così godere, nei domini pisani, delle stesse garanzie offerte ai mercanti pisani in Africa settentrionale”.

“L’Archivio di Stato per l’occasione espone un patrimonio unico per la storia dei rapporti commerciali nel Mediterraneo nel periodo medievale che vede Pisa protagonista delle politiche di scambio – spiega Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa – si tratta di un genere di documenti che con la Spagna siamo gli unici a possederli in tutto il Mediterraneo, una testimonianza storica da questo punto di vista straordinaria”.

"In occasione della mostra, al Museo nazionale di San Matteo, sarà esposto un bacino islamico di manifattura spagnola decorato a lustro metallico color rame su smalto bianco, secondo quarto XIII secolo, conservato nei depositi del museo. La preziosa scodella, sul fondo della quale si staglia il vocabolo as-salama, la sicurezza, la serenità, in un elegante thuluth, andrà ad arricchire l'esposizione permanente delle ceramiche arabe invetriate che nel Medioevo decoravano i prospetti esterni delle chiese romaniche di Pisa", dice Pierluigi Nieri, direttore del Museo Nazionale di San Matteo.

"La musica araba – racconta Francesco Martinelli professore e critico musicale a proposito del concerto inaugurale - ha esercitato un'influenza fondativa sulla musica europea rinascimentale e barocca a partire dall'introduzione del liuto, e viene oggi riscoperta dagli esecutori di musica antica per ricreare strumenti e prassi originali. Le sue fondamenta teoriche, a sua pratica e le sue varie tradizioni saranno sinteticamente illustrate grazie alla partecipazione di Ziad Trabelsi, musicista tunisino residente in Italia e specialista dell'oud, da cui il liuto deriva."

All’esposizione è collegato un ciclo di iniziative che coinvolgono Museo Nazionale di San Matteo, l’Università di Pisa e Palazzo Blu. Gli altri appuntamenti sono la presentazione del volume “Italia e islam. Culture, persone e merci dal Medioevo all'età contemporanea” il 30 novembre a Palazzo Blu, il 7 dicembre un seminario all’Archivio di Stato di Pisa sui documenti medievali arabo pisani che vi sono conservati e infine il 7 gennaio una conferenza al Museo Nazionale di S. Matteo sulle iscrizioni arabe nelle opere esposte.

Tutte le iniziative sono realizzate nell’ambito della rassegna Pisa is Fibonacci 2023 del Comune di Pisa. Il comitato scientifico è composto da Jaleh Bahrabadi, direttrice dell’Archivio di Stato di Pisa, Pierluigi Nieri, direttore Museo Nazionale di S. Matteo, Valentina Pannini, Università La Sapienza di Roma, e per l’Università di Pisa Renata Pepicelli, Issam Marjani e Fabrizio Franceschini.



Martedì, 21 Novembre 2023 10:03

"Preveniamo" - conferenza a cura di SISM Pisa

Giovedì 30 novembre, alle ore 17.00, presso l'Aula Massart della Scuola Medica, avrà luogo la conferenza dal titolo "Preveniamo!" dedicata alla prevenzione del tumore al seno.

L'evento è organizzato da SISM (Segretariato Italiano Studenti di Medicina) Pisa in collaborazione con l'Azionda Ospedaliera Universitaria Pisa AOUP, e finanziato con il contributo dell'Università per le attività autogestite.

Intervengono:
Dottoressa Manuela Roncella (Chirurgo)
Dottoressa Cristina Cossu (Radiologa)
Dottoressa Valeria Camilleri (Psico-Oncologa)

Informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

polini vertMarco Polini, professore ordinario di Fisica della Materia all'Università di Pisa, è stato inserito per il quarto anno consecutivo tra gli “Highly Cited Researchers 2023”, la classifica di Clarivate Analytics che valuta i ricercatori che hanno dimostrato un’influenza significativa nel loro campo di ricerca. In particolare, la classifica seleziona i ricercatori i cui articoli si collocano tra l’1% più citato per la loro disciplina. Su base mondiale, gli Highly Cited Researchers sono 1 su 1.000. La classifica 2023 di Clarivate ne ha designati in totale 7.125.

Marco Polini è coautore di oltre 220 pubblicazioni su riviste internazionali, tra cui Physics Today, Science, Nature Physics, Nature Materials, Nature Nanotechnology, Nature Photonics, Nature Communications e Physical Review Letters. Attualmente le sue ricerche si concentrano sullo studio di sistemi elettronici fortemente correlati in cristalli di moiré, sullo sviluppo di batterie quantistiche, sull’elettrodinamica quantistica in cavità di sistemi di elettroni fortemente correlati, e su materiali magnetici 2D.

È co-fondatore e Chief Scientific Officer della spin-off Planckian.

Nel 2023, Polini è stato nominato Fellow della American Physical Society (APS) nella Division of Condensed Matter Physics (DCMP). Il programma di fellowship della APS riconosce membri che hanno dato contributi eccezionali nella ricerca in fisica. Il numero di “Fellows” annuale non supera lo 0.5% del numero totale di membri dell’APS in quell’anno, con l’esclusione degli studenti. Nelle motivazioni per la nomina del professor Polini si legge: “For contributions to the theory of interacting electrons in solids, including the theory of electron hydrodynamics in graphene”.

È stato assegnato a Natalia Quintavalle, ambasciatrice d’Italia a Kabul, il “Campano d’Oro” 2023, il premio conferito dall'Associazione Laureati Ateneo Pisano (ALAP) ad ex allievi dell’Università di Pisa che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell’industria e delle professioni. Natalia Quintavalle si è laureata nel 1981 in Scienze politiche con indirizzo economico presso l’Università di Pisa, iniziando poco dopo la sua carriera nelle istituzioni che l’ha portata, nel corso degli anni, a ricoprire prestigiosi incarichi nella rappresentanza diplomatica internazionale.

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Da sinistra: Maria Rosa Cutrufelli, Giuseppe Iannaccone, Paolo Ghezzi, Natalia Quintavalle, Michele Conti.

La cerimonia di conferimento del premio, che sì è tenuta nell’Aula magna nuova del Palazzo della Sapienza, è stata aperta dai saluti del prorettore vicario dell’Università di Pisa, Giuseppe Iannaccone, e del sindaco Michele Conti. La laudatio è stata pronunciata dalla giornalista e scrittrice Maria Rosa Cutrufelli, mentre le motivazioni del conferimento sono state lette da Paolo Ghezzi, presidente dell’ALAP, che ha poi proceduto alla consegna del “Campano d’Oro”. Dopo l’intervento della premiata, la cerimonia si è chiusa con un omaggio musicale del Coro dell’Università di Pisa.

"Sono orgogliosa e onorata di ricevere questo premio - ha commentato Natalia Quintavalle - Questo riconoscimento, assegnato ogni anno a personalità di grande spessore culturale, sancisce un legame particolare con l’Università di Pisa, l'Ateneo dove mi sono formata e che mi ha dato l’opportunità di aprirmi al mondo. Passando per gli studi economici, sono arrivata a interessarmi alle tematiche internazionali, che poi sono diventate il mio lavoro". E poi ha ricordato: “La mia carriera mi ha portato a lavorare in contesti molto diversi, talvolta particolarmente difficili, come adesso in Afghanistan dove, dopo la caduta della repubblica nell’agosto 2021, i talebani sono tornati al potere. Da allora sono stati emanati una serie di decreti molto restrittivi delle libertà individuali, in particolare delle donne, ed è verso loro che cerchiamo di avere oggi un’attenzione particolare: come ambasciata siamo in costante contatto con loro, sia con le donne che sono scappate, ma soprattutto con quelle che sono rimaste e che hanno bisogno di vedere rappresentati i loro interessi. Il premio che ricevo oggi è dedicato a tutte loro, alle donne afghane”.

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“Oggi siamo qui per celebrare una nostra ex allieva che, attraverso il suo impegno straordinario nel campo della diplomazia e del servizio pubblico, porta grande lustro alla nostra università – ha dichiarato il prorettore vicario dell’Università di Pisa, Giuseppe Iannaccone – Il mondo è oggi testimone di numerosi conflitti e tensioni in paesi vicini e lontani – pensiamo a Israele e Gaza, all’Ucraina, alla Siria, al Sudan, allo Yemen, al Myanmar, all’Etiopia, al Nagorno Karabakh. Proprio in questo momento, è di fondamentale importanza riflettere su come personalità come Natalia Quintavalle, operanti in un contesto di crisi economica e umanitaria quale è l'Afghanistan, siano in grado di fare una differenza significativa. Il suo impegno e la sua dedizione nel promuovere i diritti umani, con un’attenzione particolare a quelli delle donne in un paese dove, oggi, quei diritti sono da ricostruire, devono servirci da stimolo per intensificare i nostri sforzi nel promuovere i valori della pace e del rispetto tra i popoli".

“La consegna oggi del Campano d’Oro a Natalia Quintavalle rappresenta, non solo per la nostra Università ma per l’intera città, un motivo di grande orgoglio – ha detto il sindaco Michele Conti – A Pisa ospitiamo atenei e scuole di eccellenza che da una parte accolgono centinaia di studiosi e ricercatori da tutta Italia contribuendo al prestigio del sistema pisano dell’università e della ricerca, ma che al tempo stesso formano la classe dirigente del paese. Ringraziamo l’associazione ALAP per dare l’occasione alla nostra comunità di conferire lo storico riconoscimento ad una ex studentessa pisana che si è affermata con ruoli dirigenziali a livello nazionale e internazionale per le sue capacità e il suo impegno nel mondo delle istituzioni e della cooperazione internazionale, facendosi ambasciatrice, non solo di fatto ma anche in senso simbolico ed esemplare, in Italia e in tutto il mondo dell’eccellenza e dell’alto livello di formazione del nostro sistema universitario e della nostra città”.

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"Ringrazio l’ALAP e tutti gli organizzatori di questo evento per avermi invitata a tenere la laudatio dell’ambasciatrice Natalia Quintavalle - ha detto Maria Rosa Cutrufelli - È un grazie vero, di cuuore, perché dandomi questo compito mi avete consentito di dire in pubblico quanto io sia orgogliosa di essere amica di una donna come Natalia. Un donna con molti meriti professionali, indubbiamente, ma vorrei metterne in evidenza uno di carattere più generale, per così dire. Per come la conosco, Natalia Quintavalle è infatti una donna che sa essere al tempo stesso intransigente e sensibile, pragmatica (come richiede il suo impegno professionale) e tuttavia con una visione, un’idea di mondo capace di orientare anche le sue scelte lavorative e i suoi comportamenti. È insomma una diplomatica, un’ambasciatrice che, nella vita pubblica come nella vita privata, sa prendersi cura di chi le sta attorno”.

Leggendo le motivazioni, Paolo Ghezzi ha così riconosciuto le straordinarie doti professionali nonché l’elevata qualità umana dell’ambasciatrice Natalia Quintavalle: “È una professionista attenta, sensibile, capace di portare nella propria missione professionale uno spiccato senso di giustizia e di etica che ne hanno caratterizzato l’operato nello sviluppo di ogni incarico. È una donna che sa parlare alle donne, dando loro spazio e voce e difendendone l’autonomia e le qualità in qualunque contesto mondiale, anche difficile. Natalia Quintavalle è senza dubbio una delle diplomatiche italiane che con il suo agire trasparente ed elevato ha saputo offrire un contributo visibile al processo di crescita culturale e sociale in comunità complesse e tanto differenti tra loro, dando vera concretezza al ruolo della nostra rappresentanza diplomatica internazionale”.

Guarda la galleria di immagini:


 

Natalia Quintavalle

Natalia Quintavalle, laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Economia, all’Università di Pisa nel 1981, entra al Ministero degli Affari Esteri nel 1985. Dopo un primo incarico alla Direzione per la Cooperazione allo Sviluppo, nel 1989 è nominata console a Toulouse, Francia. Nel 1991 è incaricata degli affari politici e consolari all’Ambasciata d’Italia a Riad, Arabia Saudita. Nel 1995 rientra a Roma alla Direzione per gli Affari Politici e fa parte del team della Presidenza Italiana dell’UE. Nel 1997 ritorna alla Direzione per la Cooperazione allo Sviluppo come responsabile della cooperazione con le organizzazioni non governative. Nel 2000 è consigliera alla Rappresentanza Permanente presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra dove gestisce i rapporti con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Dal 2004 al 2007 è alla Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite a New York dapprima come delegata italiana alla Commissione Bilancio dell’Assemblea Generale e poi come responsabile del settore economico, commerciale e dello sviluppo. Rientrata a Roma, dal 2008 al 2011 è alla Direzione Generale per gli Affari politici, dapprima come capo ufficio Nazioni Unite e poi come vicedirettrice generale e direttrice centrale per le Nazioni Unite e Diritti Umani. Nel 2011 è nominata console generale d’Italia a New York e da febbraio 2014 a luglio 2015 ha assicurato anche la direzione dell’Istituto Italiano di Cultura di New York. A marzo 2016 rientra a Roma dove svolge per alcuni mesi l’incarico di coordinatrice delle politiche anticorruzione presso la Direzione Generale per la Mondializzazione e da giugno 2016 a gennaio 2019 è consigliera diplomatica del Ministro alla Giustizia. Dal 2019 è ispettrice generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Dal 2022 è ambasciatrice d’Italia a Kabul, con Sede temporaneamente collocata a Doha, Qatar. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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