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Comunicati stampa

Per le vacanze di Pasqua i musei di Ateneo, con il supporto della Regione Toscana, propongono mattinate all'insegna del gioco, tra arte, scienza e natura.

In allegato il dettaglio delle proposte del Museo della Grafica, del Museo degli Strumenti per il Calcolo, dell'Orto e Museo Botanico, Gipsoteca di Arte Antica e del Museo di Storia Naturale.

Informazioni e prenotazioni:
https://www.sma.unipi.it/campi-pasquali-2019/
https://www.msn.unipi.it/it/eventi/s-passo-al-museo-campi-pasquali/

Si ricorda che è prevista una riduzione del 10% sul costo di iscrizione per i figli dei dipendenti universitari.

Mercoledì 10 aprile, alle ore 21.00, presso la Gipsoteca di Arte Antica, si terrà il monologo di Teatro Civile "Oggi è un bel giorno", scritto e intepretato da Antonio Roma, per la regia di Filippo Borgia e Claudia Manfredda, con le musiche di Mario Roma.

L'iniziativa, attività autogestita finanziata con i contributi per le attività studentesche, si svolge sotto il patrocinio di Amnesty International.

Attività numero 2139

 

 

La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell’Università di Pisa. La “Honorary Fellowship” dell’American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston.

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L’ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro soltanto 11 italiani: Raffaele Bastianelli nel 1918, Vittorio Putti nel 1925, Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951, Pietro Valdoni nel 1955, Giambattista Bietti nel 1968, Umberto Veronesi nel 1998, Sergio Pecorelli nel 2005, Nicola Scopinaro nel 2007, Alberto Montori nel 2011 e Renzo Dionigi nel 2017.
Il professor Franco Mosca, Fellow dell’ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011).

Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che “il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall’inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l’organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l’endoscopia chirurgica, l’ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell’ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L’interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l’endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall’American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei”.

“Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all’ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale”.

L'Associazione Alif (Centro Linguistico Interculturale) di Pisa organizza due giorni di riflessioni su "Pensare il cinema", con la collaborazione del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa.
Giovedì 4 aprile, alle 21.00, Mario Brenta presenta all'Arsenale il film “Delta Park”, co-autrice Karine de Villers, che unisce l'accuratezza formale all'interesse per la problematicità del vivere. Nei giovani volti dei ragazzi migranti, in attesa in un piccolo albergo alle foce del Po, possiamo leggere tutta l'inadeguatezza delle nostre risposte. Un cinema che Brenta e Karine de Villers definiscono "un cinema dell'apertura, dell'attesa, dell'ascolto e dell'accoglienza". Con la partecipazione di Manuela Paschi e Sandra Lischi, docenti dell’Università di Pisa.
Sabato 6 aprile, alle 10.00, presso la Gipsoteca di Arte antica, in Piazza San Paolo all'orto 10, incontro su "Cinema e filosofia. La realtà delle immagini" con Aziz Hadadi, filosofo dell'Università di Rabat; Mario Brenta, regista e docente di Estetica del cinema dell'Università di Padova. Per l'Università di Pisa intervengono Giuliano Campioni, docente di Storia della Filosofia, Chiara Tognolotti, docente di Cinema italiano, Manuela Paschi, docente di Storia dell’estetica, Issam Marjani, Associazione Alif e docente di lingua araba.

Presto lavoreranno in team di ricerca internazionali e saranno chiamati a condividere i risultati dei loro studi e le loro scoperte con il pubblico più ampio. Per farlo serve una grande preparazione scientifica, ma questa da sola non basta: i dottorandi dell’Università di Pisa si preparano a diventare ricercatori di successo frequentando il corso di “Academic English for PhDs” organizzato dal CLI, il Centro Linguistico d’Ateneo, e tenuto da Joanne Spataro, un’iniziativa che nell’edizione 2019 ha coinvolto 233 partecipanti, per un totale di 8 corsi di 30 ore di lezione ciascuno.
Il corso è partito come progetto pilota nel 2015 soltanto per alcuni dottorati ma, su impulso dell’Ateneo, è stato esteso ai corsi di tutte le aree disciplinari: «Ci è sembrato opportuno rendere il corso di Academic English una tappa necessaria nel percorso formativo di tutti gli studenti del primo anno di PhD - commenta Marcella Aglietti, delegata del rettore per i dottorati di ricerca – I nostri allievi hanno così la possibilità di acquisire strumenti e competenze che, unite alla loro ottima preparazione scientifica, li aiuteranno ad affermarsi nel mondo della ricerca».
L’offerta formativa proposta dal CLI è finalizzata all’acquisizione della consapevolezza delle strutture linguistiche fondamentali per la scrittura e la pubblicazione di articoli scientifici in lingua inglese, nonché delle abilità linguistiche che sono necessarie in contesti accademici internazionali, come convegni, seminari e workshops. Ma non solo: «La particolarità del nostro corso – spiega Silvia Bruti, direttrice del CLI – è che si propone di fornire anche “soft skills”, competenze trasversali alla mera conoscenza della lingua inglese: i ragazzi imparano a lavorare in team, a sviluppare pensiero critico, capacità sociali e creatività, confrontandosi costantemente con dottorandi del proprio settore scientifico e con quelli appartenenti ad altri ambiti disciplinari. Imparano inoltre ad affrontare la stesura di un manoscritto scientifico partendo da una costante analisi comparativa tra la propria lingua madre e la lingua inglese, tutte competenze indispensabili nella loro futura carriera di ricercatori».
Alla fine del corso i ragazzi sono chiamati a tenere una presentazione dei loro progetti di ricerca, mettendo in pratica ciò che hanno acquisito a lezione: «Chiarezza nell’esposizione, efficacia delle slide, ma anche postura, gestualità e capacità di coinvolgemento del pubblico sono gli elementi che i ragazzi devono saper gestire al meglio in questa occasione – aggiunge Joanne Spataro – È affascinante accompagnare in questo percorso i dottorandi, che vivono questa esperienza con molto entusiasmo e partecipazione».

Dal 3 all’8 aprile, si riunisce a Pisa, per la prima volta in Italia, il Comitato direttivo dell’Associazione Internazionale Docenti di Tedesco L2 (Internationaler Deutschlehrerverband e.V. /IDV). Scopo dell’incontro è dare veste finale al progetto scientifico del convegno a cura dell’Associazione che si realizzerà a Lipsia nel luglio 2019, coinvolgendo circa cento rappresentanti delle Associazioni nazionali di Germanistica di tutti i contenenti, tra cui naturalmente l’Associazione Italiana di Germanistica/AIG.

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Riunione del Direttivo IDV, New Orleans, novembre 2018.


Fanno parte del Direttivo IDV la professoressa Marianne Hepp, titolare di Lingua e traduzione tedesca del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa, che lo presiede dal 2009, e quattro colleghi provenienti da India, Brasile, Polonia e Bosnia, vi partecipano inoltre esperti dei quattro maggiori paesi di lingua tedesca (Germania, Austria, Svizzera, Liechtenstein).

Tra le realizzazioni principali dello IDV si annovera l’organizzazione del Convegno Internazionale Docenti di Tedesco (Internationale Deutschlehrertagung /IDT), massimo forum internazionale dedicato alla disciplina Lingua e traduzione tedesca. Al prossimo appuntamento, fissato per il 2021 con sede presso l’università di Vienna, si attende la partecipazione di oltre 3.000 convegnisti.

Il comitato IDV sarà ospite del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. Il direttore del dipartimento, Rolando Ferri, darà il suo benvenuto all’apertura della riunione in lingua tedesca.

Presto lavoreranno in team di ricerca internazionali e saranno chiamati a condividere i risultati dei loro studi e le loro scoperte con il pubblico più ampio. Per farlo serve una grande preparazione scientifica, ma questa da sola non basta: i dottorandi dell’Università di Pisa si preparano a diventare ricercatori di successo frequentando il corso di “Academic English for PhDs” organizzato dal CLI, il Centro Linguistico d’Ateneo, e tenuto da Joanne Spataro, un’iniziativa che nell’edizione 2019 ha coinvolto 233 partecipanti, per un totale di 8 corsi di 30 ore di lezione ciascuno.

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I dottorandi e le dottorande dell'area umanistica insieme a Joanne Spataro.

Il corso è partito come progetto pilota nel 2015 soltanto per alcuni dottorati ma, su impulso dell’Ateneo, è stato esteso ai corsi di tutte le aree disciplinari: «Ci è sembrato opportuno rendere il corso di Academic English una tappa necessaria nel percorso formativo di tutti gli studenti del primo anno di PhD - commenta Marcella Aglietti, delegata del rettore per i dottorati di ricerca – I nostri allievi hanno così la possibilità di acquisire strumenti e competenze che, unite alla loro ottima preparazione scientifica, li aiuteranno ad affermarsi nel mondo della ricerca».

L’offerta formativa proposta dal CLI è finalizzata all’acquisizione della consapevolezza delle strutture linguistiche fondamentali per la scrittura e la pubblicazione di articoli scientifici in lingua inglese, nonché delle abilità linguistiche che sono necessarie in contesti accademici internazionali, come convegni, seminari e workshops. Ma non solo: «La particolarità del nostro corso – spiega Silvia Bruti, direttrice del CLI – è che si propone di fornire anche “soft skills”, competenze trasversali alla mera conoscenza della lingua inglese: i ragazzi imparano a lavorare in team, a sviluppare pensiero critico, capacità sociali e creatività, confrontandosi costantemente con dottorandi del proprio settore scientifico e con quelli appartenenti ad altri ambiti disciplinari. Imparano inoltre ad affrontare la stesura di un manoscritto scientifico partendo da una costante analisi comparativa tra la propria lingua madre e la lingua inglese, tutte competenze indispensabili nella loro futura carriera di ricercatori».

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Un momento della lezione di Joanne Spataro.

Alla fine del corso i ragazzi sono chiamati a tenere una presentazione dei loro progetti di ricerca, mettendo in pratica ciò che hanno acquisito a lezione: «Chiarezza nell’esposizione, efficacia delle slide, ma anche postura, gestualità e capacità di coinvolgemento del pubblico sono gli elementi che i ragazzi devono saper gestire al meglio in questa occasione – aggiunge Joanne Spataro – È affascinante accompagnare in questo percorso i dottorandi, che vivono questa esperienza con molto entusiasmo e partecipazione».

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Una dottoranda presenta il suo progetto di ricerca.

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