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Si chiamano Francesco Palumbo, Gianluca Persia e Lorenzo Moscatelli e sono i primi tre "climatologi" laureati all’Università di Pisa. I ragazzi hanno discusso la tesi rispettivamente con i professori Sergio Pinna, Antonello Provenzale ed Eleonora Regattieri, presentando i risultati di studi che hanno riguardato le variazioni termometriche della Toscana negli ultimi venti anni, gli scambi gassosi negli ecosistemi montani del parco nazionale del Gran Paradiso e l'evoluzione climatica e idrologica del bacino di Sulmona in Abruzzo circa 400.000 anni fa. Il curriculum climatologico è stato istituito - primo in Italia - poco più di due anni fa all'interno del corso di laurea magistrale in Scienze ambientali, un percorso di studi che, secondo gli ultimi dati di Alma Laurea, garantisce ai suoi laureati un tasso di occupazione a tre anni dalla laurea pari al 100%.

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Immagine tratta da https://svs.gsfc.nasa.gov.

«Introducendo il curriculum climatologico abbiamo colmato una lacuna formativa nel panorama universitario nazionale - commenta la professoressa Marta Pappalardo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano, presidente del corso di laurea al momento dell’introduzione del curriculum - Le professioni legate alla tutela del territorio e dell'ambiente rappresentano un settore in forte crescita e i nostri laureati, con la loro formazione, riescono inserirsi molto facilmente nel mondo del lavoro».

«I primi tre laureati mostrano bene all’esterno la variegate opportunità di formazione e studio proposte nell’ambito di questo percorso di studio, all'interno della magistrale di Scienze ambientali - aggiunge l’attuale presidente del corso di studi, professor Giovanni Zanchetta - Il nostro lavoro  si sta focalizzando sull’aumentare le opportunità per gli studenti di interfacciarsi con il mondo del lavoro e della ricerca, sia in ambito climatologico sia sulle problematiche ambientali, per offrire sempre maggiori opportunità di lavoro e di soddisfazione. D’altra parte i numeri ci danno ragione. Sebbene laureiamo pochi studenti l’anno, le indagini di settore mostrano come i nostri laureati siano assorbiti nel mondo del lavoro in modo importante, e nell’ultimo trienno il 100% degli interpellati lavora in settori pertinenti con il loro titolo di studio».

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Francesco Palumbo e Gianluca Persia al momento della proclamazione.

  

image.pngFrancesco Palumbo ha 25 anni, è originario di Taranto e la sua tesi si intitola "Analisi delle caratteristiche termometriche della Toscana, dal 1998 al 2017”: «Il mio lavoro ha riguardato principalmente lo studio della termometria della Toscana tramite l’utilizzo del database del servizio idrografico regionale - spiega Francesco - In sintesi, si è trattato di delineare le caratteristiche termometriche della regione, come le variazioni termometriche negli ultimi 20 anni o ad esempio la differenza tra microclimi marittimi e continentali. L'ambito climatologico mi affascina da anni e l'Università di Pisa è stata l'unica che è riuscita a darmi ciò che cercavo. Ho intenzione di completare la mia preparazione con un master in Meteorologia e la mia aspirazione lavorativa è quella di diventare un meteorologo. Mi sento di consigliare il curriculum climatologico ai giovani laureati in Scienze ambientali perché lo studio del clima, a mio parere, sarà decisivo in futuro, oltre al fatto che potrebbe dare molte opportunità di lavoro, come ad esempio all'Ente Italia Meteo di prossima apertura a Bologna».

persia discussioneGianluca Persia, 24 anni, originario di La Spezia, si è laureato con una tesi dal titolo "Studio sulle interazioni suolo-vegetazione-atmosfera nella Critical Zone montana": «Per il mio lavoro ho preso parte a un progetto di monitoraggio dei flussi di carbonio nelle praterie di alta quota del parco nazionale del Gran Paradiso – spiega Gianluca – Nello specifico, la tesi ha riguardato la validazione del metodo strumentale di misura per la stima della variabilità spaziale dei flussi. In quanto laureati in Scienze ambientali, il nostro curriculum ci ha permesso di avere conoscenza dei collegamenti tra eventi climatici e fenomeni ambientali, nel mio caso tra vegetazione e clima. Al momento sto seguendo un progetto di ricerca sulla stima dei flussi di carbonio, acqua ed energia in una foresta tropicale secca della Thailandia del nord. Più che dell’aspetto climatico, mi occupo di aspetti ecofisiologici o al più micrometeorologici e stare qui mi permette di approfondire alcuni aspetti pratici non affrontati nel corso di studio, tra cui ad esempio la parte di programmazione e di analisi dati. In futuro proverò a candidarmi per un dottorato, il mio topic prediletto sarebbe il monitoraggio della vegetazione con riguardo all'ambito agricolo e alla disponibilità alimentare mondiale».

Lorenzo MoscatelliLorenzo Moscatelli ha 24 anni e viene dalla provincia di La Spezia. La dua tesi si intitola "Sedimentological and biogeochemical investigation of lacustrine sediments from Sulmona Basin (Abruzzo, Italy): Marine Isotope Stage 11c (420-370 ka) environmental and hydrological changes": «Mediante analisi sedimentologiche e biogeochimiche su sedimenti lacustri, mi sono occupato dello studio dell’evoluzione climatica e idrologica del bacino di Sulmona (Abruzzo), durante il MIS 11c (420-370 ka), un periodo chiave nella ricerca del paleoclima, in quanto, in termini di parametri orbitali, rappresenta il più recente analogo dell'attuale interglaciale, l'Olocene – spiega Lorenzo - Lo studio degli interglaciali del passato simili a quello attuale è di fondamentale importanza perchè consente di acquisire maggiori conoscenze su quali sarebbero i naturali cambiamenti futuri in assenza dell'influenza antropogenica. Dato questo presupposto, nella mia tesi mi sono proposto di ricostruire nel modo più preciso possibile i cambiamenti ambientali e idrologici avvenuti durante il MIS 11c nella regione del Mediterraneo, un’area densamente popolata e particolarmente sensibile a variazioni climatiche, soprattutto per quanto concerne la disponibilità di risorse idriche». Lorenzo è soddisfatto del suo corso di studi, perchè gli ha consentito di approfondire le conoscenze sul funzionamento del sistema climatico: «La climatologia rappresenta un argomento molto attuale e ritengo necessario che venga formato un maggior numero di esperti in questo settore. Per il mio futuro, sto orientando le mie scelte verso la ricerca scientifica e spero di ottenere un dottorato che mi consenta di intraprendere questo percorso».

Più arido e con minori precipitazioni, potrà essere così il clima del Mediterraneo nei prossimi cento anni secondo quanto emerge da uno studio internazionale pubblicato su Nature Communications e al quale hanno partecipato come unici italiani Eleonora Regattieri e Giovanni Zanchetta del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. La ricerca, che complessivamente ha coinvolto 12 istituzioni fra cui l’University College di Londra come capofila, si basa sull’idea che l’analisi del clima passato, in questo caso l’ultimo periodo interglaciale (129-116 mila anni fa), possa fornire fondamentali indicazioni per capire le tendenze attuali e future.

“Lo studio dell'ultimo periodo interglaciale è particolarmente rilevante perché è stato caratterizzato da un intenso riscaldamento artico, con temperature più alte di alcuni gradi rispetto a quelle attuali e quindi paragonabili agli scenari di riscaldamento previsti per la fine di questo secolo”, spiega Giovanni Zanchetta.

Come conseguenza del riscaldamento, la ricerca ha stimato che il livello globale del mare nell’ultima epoca interglaciale sia stato di circa 6-9 metri superiore al livello attuale, un innalzamento in buona parte dovuto alla fusione della calotta glaciale della Groenlandia.

“Un tale scioglimento dei ghiacci potrebbe quindi aver contribuito ad un’instabilità, della circolazione oceanica del Nord Atlantico, con momenti di indebolimento corrispondenti a periodi di scarsità di precipitazioni in Europa”, aggiunge Zanchetta.

 

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Stalagmiti dall'Antro del Corchia (Lucca) (Foto I. Isola).


Per definire in dettaglio i cambiamenti oceanici e atmosferici dell'Atlantico settentrionale e dell'Europa meridionale, i ricercatori hanno prodotto una sorta di "stele di rosetta stratigrafica" analizzando una carota di sedimento marino proveniente dal margine atlantico della penisola iberica. I dati emersi, relativi ad esempio ai pollini e ai cambiamenti della vegetazione, sono stati quindi confrontati con l’andamento delle precipitazioni, registrato nelle stalagmiti della grotta “Antro del Corchia”, nel nord Italia, già studiate dai geologi dell’Università di Pisa. Il collegamento tra Corchia e il margine atlantico della penisola iberica ha così permesso ai ricercatori di datare per la prima volta in modo dettagliato e preciso i cambiamenti climatici nel Nord Atlantico. L'Antro del Corchia possiede infatti un vero e proprio archivio del clima passato, conservato nella stratigrafia e nelle proprietà chimiche delle sue concrezioni, che copre più di un milione di anni.

“Sebbene l’ultimo periodo interglaciale non sia un del tutto sovrapponibile a quanto accade oggi come conseguenza dell’attività umana – conclude Zanchetta - il profilo climatico che emerge, su scala secolare, indica che il progressivo riscaldamento che stiamo osservando possa generare in futuro un’instabilità del clima associata a fenomeni significativi di siccità”.

Giovanni Zanchetta ed Eleonora Zanchetta sono ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, dipartimento da anni leader nelle ricerche paleoclimatiche che a livello didattico offre, fra i primi in Italia, un nuovo curriculum di Climatologia nell’ambito un corso di laurea magistrale di Scienze ambientali.

 

Il Curriculum Climatologico del corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali dell’Università di Pisa è stato presentato al Festivalmeteorologia ospitato a Rovereto dal 17 al 19 novembre. L’evento, giunto alla sua terza edizione, è stato organizzato da Università degli Studi di Trento, Comune di Rovereto, Trentino Sviluppo e Fondazione Museo Civico di Rovereto. Quest’anno nell’ambito della manifestazione è stata organizzata, nella giornata di domenica 19 novembre, una sessione sulla formazione universitaria. Nell'Aula Magna del dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell'Università di Trento a Rovereto una dozzina di docenti universitari hanno illustrato l'offerta formativa dei vari atenei nel settore della meteorologia.

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L’organizzazione del Festival ha voluto includere tra le presentazioni anche quella del presidente del corso di laurea magistrale in Scienze ambientali dell’Università di Pisa, Marta Pappalardo, che ha presentato il Curriculum Climatologico, attivato nell’ambito del corso di laurea a partire dall’anno accademico 2016-17. Questo progetto didattico, infatti, rappresenta un unicum nel panorama italiano, ed è complementare all’offerta didattica in ambito meteorologico. Le due discipline, infatti, sono accomunate, nel nostro paese, dall’esistenza di un’offerta didattica insufficiente a fronte di un loro crescente impatto sociale. È indispensabile che meteorologi e climatologi sviluppino forme di collaborazione, anche a livello didattico, che consentano loro di acquisire peso specifico che nell’ambito delle politiche di pianificazione territoriale e di mitigazione dei dissesti, anche nell’ottica della prossima istituzione dell’Agenzia Nazionale “Italia Meteo”.

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Il Festival rappresenta un’ormai collaudata occasione di incontro, di conoscenza e interazione tra le diverse realtà della meteorologia italiana, riunendo i ricercatori del settore, gli operatori dei servizi meteorologici istituzionali e privati, i professionisti e i rappresentanti delle aziende del settore, ma anche gli appassionati di meteorologia, le scuole di diverso ordini e grado e il grande pubblico. Il programma comprende incontri e conferenze, attività didattiche e ludiche, laboratori, mostre e concorsi, oltre a spazi espositivi dedicati a enti, aziende ed associazioni. All’Università di Trento il Presidente della Repubblica ha voluto conferire la Medaglia d’Onore come segno di riconoscimento per la rilevanza assunta da questa iniziativa.

All’Università di Pisa è nato un nuovo centro di ricerca che si occuperà di management responsabile e sviluppo sostenibile. Il suo nome è REMARC e raccoglie le expertise di alcuni docenti del dipartimento di Economia e Management e quelle di numerosi collaboratori esterni.

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“Il nostro obiettivo è quello di avere un impatto sui manager e policy maker a tutti i livelli – spiega la direttrice Elisa Giuliani – e intanto nei prossimi mesi, per avere visibilità internazionale, abbiamo fatto richiesta di inserimento fra i Sustainability Centres, una rete di istituzioni che si occupano del tema della sostenibilità”.

La genesi del centro, nato ufficialmente a nell’autunno del 2017, risale a due anni fa, quando la professoressa Giuliani si è aggiudicata un finanziamento dell’Ateneo per un progetto di ricerca su "Responsabilità Sociale d'Impresa nelle Multinazionali da Peasi Emergenti: Quale impatto in Europa?".

“In qualche modo quel progetto ha consentito di far convergere alcuni docenti del dipartimento intorno al tema della responsabilità sociale – ha aggiunto Elisa Giuliani – ora il nuovo finanziamento per progetti di ricerca di Ateneo di cui sono risultata vincitrice nel 2017 rappresenta sicuramente un ulteriore supporto per le future attività del centro”.

Intanto per chi volesse saperne di più c’è il sito internet del centro https://remarc.ec.unipi.it/ e un canale facebook dedicato per essere aggiornati su tutte le principali iniziative.

Il “Latte Sostenibile” Selezione Mugello, marchio dell’azienda Centrale del Latte della Toscana S.p.A. e frutto di un progetto finanziato dalla regione Toscana e coordinato scientificamente dal Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi” dell’Università di Pisa, ha ricevuto il premio Italian Resilience Award (IRA) per il 2016. Il riconoscimento, promosso da EcoNewsweb.it, Primaprint e Kyoto Club con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e dell’ANCI, viene assegnato ogni anno ai Comuni e alle aziende che si sono impegnati in attività a favore dello sviluppo sostenibile.

una delle aziende agricole del mugello dove è stato condotto il progetto

“Al centro del progetto di filiera CASET, il cui capofila è stata la Centrale del Latte della Toscana S.p.A. e che abbiamo coordinato dal punto di vista scientifico – spiega il professore Marcello Mele direttore del Centro “Enrico Avanzi” - c’era la produzione di latte dell’area del Mugello, con particolare riguardo alla sostenibilità del processo produttivo e alle innovazioni di mercato collegate alla responsabilità ambientale, sociale ed etica”.

Insieme alla Centrale del latte di Firenze, Pistoia, Livorno (oggi Centrale del Latte della Toscana S.p.A.), alla Società Agricola Poggiale e all’Università di Firenze, il Centro “Enrico Avanzi” ha sviluppato un sistema per la stima delle emissioni di gas ad effetto serra nelle aziende di bovine lattifere del Mugello. In particolare, la valutazione della sostenibilità aziendale ha tenuto conto degli aspetti agro-ambientali, socioeconomici ed etici con particolare riguardo al benessere animale. Il progetto, terminato nel 2014, ha generato un protocollo di filiera e una dichiarazione ambientale di prodotto per comunicare ai consumatori le caratteristiche del latte e sottolineare l’impegno delle aziende della filiera al rispetto dell’ambiente e della qualità dei prodotti. A progetto concluso il Centro “Enrico Avanzi” continua a collaborare con la centrale del latte nel monitoraggio della filiera.

Dal 6 al 10 giugno il CiRAA - Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico-Avanzi" - ha ospitato educatori e formatori provenienti da vari Paesi europei (Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Regno Unito), coinvolti in percorsi di formazione formali e non formali e attivi nel settore agricolo e ambientale. Nel corso delle cinque giornate è stato realizzato un seminario sul tema dell’Agricoltura Sociale (AS) che ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori del nostro ateneo e di altri soggetti, sia pubblici che privati, che da anni sono coinvolti a vario titolo nelle pratiche di AS.

 

gruppo life from soil


Sono state inoltre realizzate visite conoscitive ad alcune aziende agricole e associazioni presenti sul territorio toscano che nel tempo hanno sviluppato progetti di AS. Tra le realtà visitate, particolare attenzione è stata data al progetto Orti E.T.I.C.I. (acronimo di Orticoltura, Economia, Tecnica e Inclusione soCiale Innovativa), progetto nato dalla collaborazione tra soggetti del mondo del privato, del pubblico e del terzo settore con l’obiettivo di promuovere integrazione sociale attraverso la produzione di cibo e l’inserimento lavorativo di persone con bassa capacità contrattuale.

I partner del progetto sono la Cooperativa Sociale Ponteverde Onlus, la Cooperativa sociale Arnera, l’azienda agricola BioColombini, il Centro di Ricerca Agro-Ambientale E. Avanzi (CiRAA), il dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa, l’Ateneo Pisano, costituiti in associazione temporanea di impresa (ATI).

Questa attività di formazione si inserisce nell’ambito del progetto Erasmus+ dal titolo Life From Soil, che vede da settembre 2015 il coinvolgimento del CiRAA e il coordinamento locale da parte della dott.ssa Roberta Moruzzo. Obiettivo generale del progetto è quello di arrivare alla condivisione di conoscenze e di buone pratiche in ambito di agricoltura sociale e sostenibile, concentrandosi sui bisogni di formazione e istruzione di specifici gruppi target (formatori, insegnanti, professionisti e rappresentanti delle autorità locali coinvolti in percorsi di formazione formali e non formali e gruppi di persone vulnerabili - disoccupati, studenti, minoranze etniche svantaggiate, migranti).

Le attività del progetto saranno primariamente focalizzate sulla predisposizione, preparazione, testaggio e sulla diffusione degli strumenti di apprendimento (linee guida su best practice, corsi di formazione a moduli e dimostrazioni pratiche – pilot specifici e test - per la valutazione degli strumenti di apprendimento).

Per condividere e sviluppare conoscenze, stabilire gemellaggi e collaborazioni durevoli, il progetto svilupperà attività di apprendimento e insegnamento transnazionali, attraverso percorsi di mobilità coinvolgendo oltre 40 formatori ed educatori.

 

Floriddia

 

paesaggio 2

 

gruppo avanza

 

aula Di Iacovo

Pista ciclabile 2Venerdì 26 febbraio è stato firmato fra i rappresentanti dei principali enti pubblici della città di Pisa un protocollo di intesa per “una mobilità urbana sostenibile, intelligente, accessibile, integrata e innovativa", un documento che fissa le linee guida e le attività necessarie per favorire forme di mobilità alternativa. Dell'accordo fanno parte Comune di Pisa, Prefettura, Università di Pisa, Provincia di Pisa, Scuola Normale, Scuola Sant'Anna, Cnr, Aoup, Asl, Ardsu, Camera di Commercio, Ufficio scolastico provinciale, Agenzia delle entrate, Inps.

Pisa è una città dove operano circa 20mila dipendenti pubblici, dove i servizi pubblici muovono migliaia di persone ogni giorno (studenti, utilizzatori dei servizi sanitari etc.). Avere azioni e strategie condivise è di fondamentale importanza. Il Protocollo delinea complessivamente quali saranno le azioni congiunte, quali i temi che grazie alle eccellenze scientifiche e di ricerca degli enti coinvolti (il CNR e le Università) saranno affrontate anche grazie al lavoro del Tavolo Tecnico che il protocollo istituisce tra le istituzioni.
Il tavolo ha già lavorato per realizzare, inizialmente, una approfondita analisi sulle esigenze di mobilità, sulle abitudini attuali, sui percorsi casa-lavoro.

protocollo mobilitàPartirà infatti entro il mese di marzo, con un apposito questionario, una grande indagine, un importantissimo strumento di partecipazione che, a partire da tutti i dipendenti pubblici, verrà estesa progressivamente a tutti i cittadini residenti e anche a coloro che ogni giorno raggiungono e vivono la giornata nella nostra la città.

Gli enti pubblici si impegneranno a promuovere la survey, l’indagine, tra tutti i dipendenti. L’indagine servirà ad avere dati su moltissimi aspetti, tutti utili a migliorare la vita della città e dei cittadini e in particolare servirà a verificare e capire gli orari e i tempi di vita della città, verificare le disponibilità alla condivisione dei mezzi privati, l’opinione sui mezzi pubblici e l’attuale configurazione della rete. Il Comune ha deciso di lavorare al nuovo piano per la mobilità sostenibile (PUMS) e il lavoro congiunto con gli enti è un primo tassello molto importante. Il braccio tecnico operativo del lavoro tra gli Enti sarà Pisamo, che guiderà il lavoro tecnico indicato dal protocollo.

«L'Università di Pisa è già partner di molti progetti che promuovono la mobilità urbana sostenibile su Pisa (tra cui CicloPi) - afferma Rosalba Tognetti, prorettore per gli studenti - Tutta la comunità universitaria è molto sensibile sul tema, sarà facile coinvolgerla in questa indagine».

Il secondo obiettivo dopo l’indagine che gli enti dovranno affrontare in modo condiviso è la promozione della mobilità sostenibile tra i dipendenti attraverso forme di incentivo comune e strumenti efficaci per incentivare la condivisione dei mezzi privati (car pooling).

Su questo tema il Comune di Pisa intende lanciare una sfida concreta su cosa significhi per una comunità lavorare al cambio degli stili di vita, al miglioramento ambientale, ad una città più accogliente e capace di guardare ai modelli più avanzati di Smart City.

I dati che saranno recepiti e gli strumenti che saranno messi in campo saranno utilissimi per la definizione del nuovo piano della mobilità sostenibile (PUMS) che il Comune di Pisa, coinvolgendo naturalmente i comuni dell’area Pisana, ha intenzione di realizzare entro un anno. La sfida è saper progettare la città del futuro sul fronte della mobilità, guardando ai modelli più avanzati, puntando all’innovazione come da tradizione e vocazione, con un occhio attento alle esigenze di sostenibilità generale. (Comunicato Comune di Pisa).

 

Franco AlessandroAlessandro Franco (a destra) e Maurizio Vaccaro (in basso a sinistra) – rispettivamente docente di Fisica tecnica industriale e dottore di ricerca in Energetica elettrica e termica all'Università di Pisa – sono risultati vincitori del prestigioso "IGA Best Paper Award 2015", premio internazionale messo in palio dalla IGA (International Geothermal Association) destinato agli autori di lavori particolarmente significativi relativi all'energia geotermica presentati sulle varie riviste tematiche durante il quinquennio 2010-2014. Il premio è stato annunciato nel corso del World Geothermal Congress, che si svolge con cadenza quinquennale e che quest'anno si è tenuto a Melbourne in Australia.

L'IGA Best Paper Award 2015 è stato conferito da una commissione internazionale composta da vari membri esperti che afferiscono alla prestigiosa associazione, che comprende geologi, geofisici, ingegneri che a vario titolo si occupano di problematiche connesse con la geotermia e l'utilizzazione dell'energia geotermica.

Vaccaro MaurizioI due studiosi sono stati premiati per il loro articolo dal titolo "An integrated "Reservoir-Plant" strategy for a sustainable and efficient use of geothermal resources", pubblicato nel corso dell'anno 2012 sulla rivista Energy e che sintetizza i risultati di una ricerca multidisciplinare sul tema dell'utilizzazione sostenibile dell'energia geotermica.

Il professor Alessandro Franco, docente presso il dipartimento di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni, si occupa da molti anni di tematiche connesse con l'energetica e gli usi dell'energia ed è attualmente presidente del corso di laurea in Ingegneria dell'energia. Maurizio Vaccaro, laureatosi in Ingegneria energetica nell'anno 2009, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca nel corso dell'anno 2013.

 

 

 

 

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa 
QuiNewsPisa
Greenreport
StampToscana
Distretto delle Energie Rinnovabili 
Controcampus

centro toscano statistica insideÈ stato inaugurato il Centro interuniversitario di ricerca e servizi sulla statistica avanzata per lo sviluppo equo e sostenibile, risultato della collaborazione fra il dipartimento di Statistica, informatica e applicazioni dell'Università di Firenze, il dipartimento di Economia e management dell'Università di Pisa e quello di Economia politica e statistica dell'Università di Siena. Il Centro, che avrà sede a Pisa con la previsione di ruotare successivamente nelle altre città, è stato presentato venerdì 15 maggio 2015, alla Gipsoteca di arte antica, da Alberto Tesi e Massimo Augello, rispettivamente rettori delle Università di Firenze e Pisa, Achille Lemmi in rappresentanza dell'Ateneo senese, e dal presidente dell'ISTAT, Giorgio Alleva, che ha tenuto una relazione dal titolo "L'esperienza dell'ISTAT nella misurazione del benessere".
Il Centro nasce dalla volontà della comunità scientifica toscana di approfondire e sviluppare una tematica che è - e sarà sempre più in futuro - di assoluta centralità istituzionale e politica. Lo sviluppo equo e sostenibile richiede infatti strumenti analitici in grado di trattare una realtà decisamente complessa, come quella collegata alla definizione di well-being secondo l'approccio del Premio Nobel, Amartya Sen. Questa supera e rende maggiormente realistico il concetto di benessere della dottrina economica tradizionale, collegata al principio di massimizzazione del reddito (o della spesa per consumi) per ottenere massimizzazione di benessere.
Su queste tematiche, nelle realtà accademiche toscane esiste un importante patrimonio di sperimentate conoscenze e di consolidati risultati di ricerca, formatosi in modo autonomo o in gruppi integrati di ricerca, spesso ancorati a finanziamenti di istituzioni pubbliche e private internazionali, sia locali che nazionali. Proprio per questo rilevante patrimonio comune, i promotori del Centro hanno voluto intitolare l'istituzione a uno dei più autorevoli studiosi dei temi della disuguaglianza e della distribuzione personale del reddito: il professore Camilo Dagum, che proprio nell'ambito scientifico toscano ha contribuito all'approfondimento e alla diffusione delle tematiche proprie del Centro stesso.
Il Centro interuniversitario di ricerca e servizi sulla statistica avanzata per lo sviluppo equo e sostenibile ha tra le sue finalità quelle di promuovere e favorire la cooperazione multidisciplinare nell'ambito della ricerca e dell'applicazione di metodi statistici avanzati, consolidati e/o alternativi, per la studio dello sviluppo equo e sostenibile, e di fornire una risposta specifica nell'ambito sopra indicato alla volontà espressa dalla Regione Toscana di sostenere la collaborazione fra università, l'integrazione fra sistema della ricerca e sistema produttivo. L'istituzione promuoverà inoltre ricerche applicate su temi che impegnino la sperimentazione di apporti multi e interdisciplinari; acquisirà incarichi di ricerca internazionali, nazionali, regionali e locali che permettano di verificare in modo incrementale gli avanzamenti scientifici della sperimentazione multidisciplinare, interdisciplinare e interateneo; organizzerà manifestazioni scientifiche nazionali e internazionali anche con il coinvolgimento di altri enti, istituzioni ed imprese; promuoverà, infine, accordi e convenzioni con centri e istituti di ricerca e sviluppo, con enti, Fondazioni e imprese, pubblici o privati, sia italiani che stranieri, operanti nei settori di interesse.
Il Consiglio scientifico è costituito dai professori Monica Pratesi, che è stata eletta come direttore, Simone D'Alessandro, Davide Fiaschi e Nicola Salvati per l'Università di Pisa; dai professori Marcello Galeotti, Laura Grassini, Filomena Maggino e Alessandra Petrucci per l'Università di Firenze; dai professori Gianni Betti, Giulio Ghellini, Laura Neri e Tiziano Razzolini per l'Università di Siena.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Toscana24.ilSole24Ore.com
GreenReport.it
TirrenoPisa.it
GoNews.it
Unifi.it

Galletti teamNel mondo della lavorazione delle pelli arriva una piccola rivoluzione "green": grazie a uno studio condotto dai ricercatori del dipartimento di Chimica e chimica industriale dell'Università di Pisa, in collaborazione con il Polo tecnologico conciario (POTECO), è stato brevettato un processo conciario innovativo che prevede l'utilizzo di agenti chimici "metal free" in grado di garantire un basso impatto ambientale e, allo stesso tempo, prospettive di crescita e innovazione per il territorio.

Il brevetto apre nuovi scenari nel panorama dei concianti ottenibili da materie prime rinnovabili, proponendo una nuova classe di agenti non tossici e biodegradabili. Infatti sono state sperimentate con ottimi risultati molecole innovative facilmente ottenibili direttamente da biomasse presenti sul territorio. L'innovativo sistema di concia rende così possibile l'ottenimento di un prodotto finito con caratteristiche estetiche e funzionali ottimali, rispettando l'ecosistema e garantendo la massima sostenibilità ambientale ed economica.

Dipartimento ChimicaLa ricerca applicata è stata condotta presso i laboratori del Polo Tecnologico Conciario, diretto da Domenico Castiello, e presso i laboratori del gruppo di ricerca della professoressa Anna Maria Raspolli Galletti del dipartimento di Chimica e chimica industriale dell'Università di Pisa: «Oltre all'assoluta novità delle molecole concianti proposte, finora mai prese in considerazione da alcun gruppo di ricerca industriale o accademico nel mondo, il grande punto di forza di questa invenzione è rappresentato dalla loro assenza di tossicità e dalla possibilità di usare esclusivamente materie prime rinnovabili – spiega la professoressa Raspolli - I materiali di partenza sono infatti disponibili nel territorio toscano, sono a basso costo o addirittura scarti agro-alimentari, e il processo di conversione studiato risulta ambientalmente ed economicamente sostenibile. ».

Sicuramente questa scoperta non avrebbe potuto aver luogo senza la stretta sinergia tra l'Università di Pisa e POTECO, e si è avvalsa delle grandi competenze e delle apparecchiature specifiche disponibili presso i laboratori di Castelfranco: «Questa collaborazione – conclude la professoressa Raspolli - ci ha permesso di trasformare un'idea progettuale in un risultato concreto che può avere un importante impatto sul settore conciario accelerandone il progresso verso processi e prodotti totalmente eco-sostenibili ed al tempo stesso offre valide opportunità formative nel settore della chimica conciaria a laureandi e borsisti della nostra Università».

Ne hanno parlato: 
Nazione Pontedera
Tirreno Pisa 
Tirreno.it 
PisaToday.it 
gonews.it 
Greenreport 
GreenBiz.it 
BioEcoGeo.it 


 

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