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Mercoledì 26 maggio 2021 si è svolta, a distanza, la cerimonia di premiazione del concorso CIRSEC (Centro Interdipartimentale per lo Studio degli Effetti dei Cambiamenti Climatici), sul tema dei cambiamenti climatici rivolto agli allievi delle scuole secondarie superiori. Il concorso era articolato in due sezioni, grafica e narrativa, e ha visto la partecipazione di 31 scuole e 58 studenti. In palio per i vincitori sei immatricolazioni gratuite all’Università di Pisa per l’anno accademico 2021-2022.

concorso Cirsec

Sono intervenuti il professore Marco Raugi, Delegato del Rettore dell’Università di Pisa per i temi della Sostenibilità e il professore Marcello Mele, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali. Trentuno le scuole (situate in nove province) che hanno aderito e ben 58 gli studenti concorrenti. In palio sei immatricolazioni gratuite all’Università di Pisa per il prossimo anno accademico. Nel corso della cerimonia i vincitori hanno descritto il significato e le caratteristiche delle loro opere e discusso, insieme ai loro insegnanti sulle tematiche ambientali di attualità. L’opera risultata al primo posto per la sezione grafica: Paint your future (foto), di Alessia Palmas, Liceo Scientifico Michelangelo, Forte dei Marmi (LU).

E’ on line sostenibile.unipi.it, il sito nato per raccontare l’impegno e le azioni dell’Università di Pisa sui temi dello sviluppo sostenibile e dell’Agenda 2030.
Nello statuto e, di recente, nel piano strategico e negli altri documenti di programmazione, l’Università di Pisa ha infatti fatto propria e rilanciato la cultura della sostenibilità. Il sito illustra quindi questo percorso e i passi più significativi già intrapresi come l’adesione alla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile e l’istituzione di una Commissione per la Sostenibilità composta da diciotto componenti fra docenti, studenti e personale tecnico amministrativo.


 

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La home page del sito

 

Raggiungibile direttamente dalla home di Ateneo grazie ad una freccia circolare in campo verde come logo, sostenibile.unipi.it vuole essere un contenitore e una cassa di risonanza per coinvolgere tutta la comunità accademica nello sforzo verso la transizione ecologica.

L’architettura comprende varie sezioni fra cui “azioni&obiettivi”, che mostra sinteticamente quanto stabilito nel Piano di Sostenibilità di Ateneo; “insieme per la sostenibilità” con uno spazio in cui si invitano stakeholder e comunità accademica a proporre iniziative e progetti; “documenti”, dove sono  raccolte le varie pubblicazioni; e quindi “eventi&notizie” dedicata alle varie iniziative e relativi aggiornamenti.

“Essere una Università sostenibile significa  interpretare quelle che sono le missioni classiche di un ateneo pubblico nella visione dello sviluppo sostenibile - commenta il professore Marco Raugi, presidente Commissione per lo sviluppo sostenibile di Ateneo – ed essere capaci di conseguenza di intraprendere  processi di trasformazione più profondi, sia all’interno dell’Ateneo, che all’esterno, nelle comunità con cui esso interagisce, per promuovere tutti gli obiettivi dell’Agenda 2030. il sito sostenibile.unipi.it è così un passo per rendere il più possibile accessibili e partecipati tutti i passaggi di questo percorso”.

 

I fiori selvatici e la biodiversità dei nostri panorami sono a rischio perché la diminuzione degli insetti impollinatori provoca un calo dal 20 al 50 per cento dei semi prodotti. E’ questo quanto emerge da uno studio condotto all’Università di Pisa e appena pubblicato sulla rivista Acta Oecologica. I ricercatori definiscono questo fenomeno come “depressione da consanguineità”. In altre parole le piante e i fiori selvatici “malsopportano” il proprio polline e per produrre semi prediligono invece quello proveniente da altri fiori della spessa specie portato appunto dagli insetti impollinatori come api, bombi o farfalle.

 

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“I risultati hanno evidenziato che alcune specie soffrono marcatamente già dopo una prima generazione della mancata impollinazione da parte degli insetti pronubi – spiega Stefano Benvenuti docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali - Questo vale in particolare per quei fiori che nell’evoluzione hanno consolidato stretti rapporti mutualisti “specializzati” e di reciproca dipendenza con determinati impollinatori, conformando la propria corolla alla forma ed alle dimensioni di certi impollinatori”.

La ricerca condotta ha richiesto dieci anni di studi preliminari (osservazioni su flora ed impollinatori, raccolta semi, ecologia di germinazione delle specie raccolte) e due anni di sperimentazione effettiva.

“L’eccesso di antropizzazione, unitamente ai cambiamenti climatici in corso - conclude Stefano Benvenuti - penalizzano proprio quei fiori selvatici che sono i principali attori nel determinare l’impatto estetico-paesaggistico degli ambienti rurali. Fiori come speronella, fiordaliso, gittaione, garofanino selvatico o e nigella svolgono una “silenziosa terapia del benessere” mediante i proprio sgargianti colori durante le rispettive dinamiche di fioritura. La progressiva antropizzazione del territorio che priva di spazi ecologici gli impollinatori, unitamente a una gestione agronomica estremamente “semplificata”, rischiano di determinare una sorta di progressivo “abbruttimento” dei paesaggi rurali rendendoli sempre più poveri di quella componente cromatica che noi percepiamo come ‘bellezza’”.

 

L’idea di mangiare gli insetti generalmente provoca reazioni contrarie e disgusto, tuttavia si tratta di atteggiamenti in gran parte dovuti a pregiudizi che si possono superare grazie a una corretta comunicazione. La notizia arriva da uno studio condotto dalle Università di Pisa e di Parma che ha appena ricevuto il premio "Foods Best Paper Award”.


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I ricercatori hanno condotto una indagine su 165 persone che hanno intervistato sia prima che dopo un seminario informativo sugli insetti edibili svoltosi al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Ateneo pisano. Il confronto fra le risposte ha evidenziato che le informazioni ricevuto hanno influenzato positivamente tutte le opinioni sull'entomofagia riducendo in particolare proprio il disgusto verso questo cibo. Il test successivo è stato quindi una degustazione. Sessantasei partecipanti al seminario hanno accettato di assaggiare due tipologie di pane, in realtà del tutto identiche e a base di sola farina, sebbene una delle due fosse etichettata come “contenente insetti”. Da qui un’ulteriore sorpresa: i punteggi sensoriali hanno infatti indicato che i partecipanti hanno dato ai campioni etichettati “contenenti insetti” punteggi più alti per sapore, consistenza e gradimento generale.

“La comunicazione è un fattore cruciale quando si affrontano argomenti ignoti, specialmente se legati a preconcetti – spiega Simone Mancini ricercatore dipartimento di scienze Veterinarie dell’Università di Pisa - Il nostro studio suggerisce che un approccio educativo e informativo può essere una buona strategia per ridurre il meccanismo di rigetto verso gli insetti edibili, migliorando anche la valutazione delle proprietà sensoriali”.

Per i consumatori europei è infatti sempre più vicino l’arrivo degli insetti in tavola. Dopo il parere favorevole dell'Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, gli Stati membri dell'Ue hanno appena autorizzato a inizio maggio la commercializzazione come alimento del Tenebrio molitor (più comunemente conosciuto come tarma della farina). Il "nuovo alimento" potrà quindi essere immesso in commercio come insetto essiccato intero o come farina per biscotti, barrette proteiche e pasta.

“Attualmente gli insetti rappresentano un settore alimentare di nicchia in Europa, e numerosi Stati membri ne segnalano un consumo umano occasionale – aggiunge la professoressa Roberta Moruzzo dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Ateneo pisano - Tuttavia l'uso di insetti come fonte di alimenti e mangimi ha, potenzialmente, importanti benefici per l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare, in una logica di economia circolare”.

Lo studio degli insetti edibili è uno dei filoni di ricerca portati avanti da tempo al dipartimento di scienze Veterinarie dell’Università di Pisa. Simone Mancini è anche coordinatore anche della Summer School di Ateneo su “Insects as Feed and Food” che si terrà il prossimo 12-16 Luglio 2021. Per l’Ateneo pisano hanno inoltre collaborato alla ricerca la professoressa Gisella Paci e le dottoresse Roberta Nuvoloni e Beatrice Torracca.

s200_pietro.croce.jpgCresce il contributo dell’Università di Pisa al governo Draghi. Il professor Pietro Croce (foto), associato di Tecnica delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, è stato chiamato a far parte della Commissione di studio sui cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità sostenibili del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

Istituita il 7 aprile scorso dal Ministro Enrico Giovannini e guidata da Carlo Carraro, professore ordinario di Economia Ambientale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, la Commissione ha l’incarico di individuare, entro sei mesi, come le sfide derivanti dai cambiamenti climatici impattano e impatteranno sulle infrastrutture e i sistemi di trasporto, e di proporre iniziative per anticipare e mitigare i rischi ai quali il sistema infrastrutturale, anche a livello di singole città, è esposto, aumentandone resilienza e capacità di adattamento.

«La scuola pisana di ingegneria delle costruzioni è una realtà da sempre molto apprezzata e questa nomina è un’ulteriore conferma del suo prestigio – ha commentato il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – Mi congratulo con il prof. Pietro Croce per questo nuovo incarico che saprà ricoprire con la consueta professionalità. È un docente di valore e la sua nomina da parte del Ministro delle Infrastrutture è motivo di grande orgoglio per il nostro Ateneo che, di giorno in giorno, vede crescere il proprio apporto scientifico alle attività più delicate del Governo in carica».

Tra i massimi esperti internazionali sui temi dell'affidabilità strutturale e sicurezza delle strutture e dei ponti; delle analisi di vulnerabilità sismica, adeguamento sismico e consolidamento di strutture esistenti; delle tecniche costruttive innovative; delle tecniche di isolamento delle vibrazioni, della resistenza al fuoco e degli effetti del cambiamento climatico sulle costruzioni, il professor Pietro Croce è responsabile dell'Unità di Ricerca di Pisa in numerosi programmi di ricerca finanziati dalla Comunità Europea e da importanti industrie o associazioni. Già membro della “Commissione esperta di supporto alle decisioni” per la messa in sicurezza e la demolizione del Ponte Morandi di Genova, il prof. Pietro Croce è membro del Comitato Guida per la Ristrutturazione del Policlinico Umberto I di Roma e fa parte di numerose commissioni e gruppi di esperti nazionali e internazionali.

In particolare, nell’ambito del TC250 del CEN è presidente (Convenor) dell’HGB (Horizontal Group Bridges) - che coordina tutti gli Eurocodici strutturali relativi ai ponti - e dell’AHG (Ad Hoc Group) “Crane supporting structures”.
È membro, inoltre, del Collegio dei Docenti di Dottorato Internazionale in Civil and Environmental Engineering. Mentre in passato Pietro Croce è stato Vice-direttore del Dipartimento di Ingegneria Strutturale e presidente del Corso di Studi in Ingegneria delle Costruzioni Civili. Oltre ad aver fatto parte del Consiglio della Scuola di Dottorato "Leonardo da Vinci" dell'Università di Pisa.

Le sue ricerche si concentrano, in primo luogo, sull'analisi della fatica e carichi da traffico nei ponti e nei ponti strallati e sospesi; sulla valutazione della fatica e fatica oligociclica nelle strutture metalliche e nelle strutture in cemento armato e relative tecniche di riparazione; nel monitoraggio delle strutture, con particolare riferimento agli edifici e ai ponti monumentali; nell'analisi non lineare e rigidezza equivalente dei cavi e degli stralli, con speciale riferimento ai ponti strallati e sospesi. È autore di oltre 240 memorie pubblicate su riviste e in atti di convegno nazionali e internazionali, è topic editor della rivista Applied Science e revisore di numerose riviste scientifiche internazionali.

Un progetto nato nelle aule dell’Università di Pisa che poi è diventato un libro i cui proventi saranno devoluti a SOS MEDITERRANEE, una ONG che opera per il soccorso dei migranti in mare. Il 27 marzo uscirà ufficialmente "Al cuore della migrazione" una raccolta di testi in prosa e poesia curata dalla professoressa Barbara Sommovigo del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo pisano, insieme a due laureate dello stesso dipartimento: Marta Ingrosso e Carolina Paolicchi, quest’ultima anche fondatrice dello spin-off universitario Astarte Edizioni che ha pubblicato il libro.

 

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Particolare della copertina del volume

 

“Il progetto di traduzione di questa opera collettiva ha avuto inizio nel Laboratorio di Traduzione dal francese della professoressa Sommovigo lo scorso anno accademico – racconta Carolina Paolicchi - ed è proseguito fuori dalle aule universitarie grazie alla volontà di sette studenti che hanno svolto il tirocinio curricolare presso la nostra casa editrice e di alcune traduttrici più esperte che si sono affiancate a loro”.

Un risultato corale che vede quindi la partecipazione di dodici traduttori fra studenti e laureati dell'Ateneo pisano. Francesca Bonaccorsi, Chiara Caccavale, Federica Crosetto, Federica Falaschi, Carlotta Galimberti, Rosario Licata e Chiara Mazzanti, sono i sette corsisti ai quali si sono affiancate come traduttrici senior le due curatrici Marta e Carolina, Giulia Andreoli, Linda Cibati e Violetta Galgani.

Il libro sarà presentato il 27 marzo durante il live su Facebook dalle 18 alle 22 “32mila SOS dal Mediterraneo, il viaggio delle donne verso l’Europa”.

 

Dagli anni 80 ad oggi gli interventi di ripascimento e di dragaggio condotti lungo la costa, hanno generato un saldo negativo di circa 250mila m3 di sabbia nel tratto costiero compreso tra le foci dei fiumi Arno e Magra. Il calcolo arriva da uno studio appena pubblicato sulla rivista internazionale Water e coordinato da Duccio Bertoni e Giovanni Sarti del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa in collaborazione con Sergio Cappucci dell’ENEA e Gianfranco Boninsegni e Luigi Enrico Cipriani della Regione Toscana.

“Questa porzione di costa costituisce un vero “laboratorio naturale” – spiega il professore Sarti - perché se da una parte preserva caratteristiche interamente naturali per la presenza del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli dall’altra è molto antropizzata e sede di ingenti interessi socio-economici, dalle attività turistiche della riviera Apuo-Versiliese ai porti”.

Ma il deficit sedimentario calcolato dagli scienziati negli ultimi 40 anni non tiene conto degli ingenti volumi di sedimento estratti dagli alvei dei fiumi. Si tratta di gran lunga la parte più consistente e problematica che ha provocato nel tempo una carenza di apporto sedimentario naturale da parte dei principali sistemi fluviali (Arno, Magra e Serchio) al mare.

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Vista dal litorale dalla Torre Fiat a Marina di Massa

“Solo nel tratto finale del fiume Magra sono noti e quantificati dragaggi, effettuati in gran parte durante la fase di costruzione dell’autostrada negli anni 50-70, con estrazione in alveo di circa 24.000.000 m3 di sedimento – continua Sarti - È importante sottolineare come tali valori siano fortemente sottostimati perché non tengono conto di altri fattori, quali ad esempio la costruzione nel tempo di dighe e briglie sull’alveo. Altri prelievi sono poi documentabili anche lungo il fiume Arno ma in questo caso non abbiamo a disposizione dati quantitativi”.

Secondo gli studiosi, in questo quadro generale di budget naturale sedimentario negativo non devono trarre in inganno situazioni locali dove la situazione appare stabile o in avanzamento. Ad esempio, gli oltre 400 metri di spiaggia sulla darsena del Porto di Viareggio sono dovuti alla ridistribuzione, attraverso le correnti lungo costa, delle sabbie erose a sud nel Parco Naturale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli che è invece in forte erosione. Idem per la zona di Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta che gode attualmente del vantaggio di trovarsi in corrispondenza di una zona di convergenza di correnti litoranee, una dal fiume Magra a nord ed una dall’Arno a sud.

Situazioni specifiche a parte, a partire dalla fine dell’800 c’è stato infatti un generale arretramento della linea di costa fino a diverse centinaia di metri in alcuni tratti. A complicare la situazione ci sono stati poi interventi antropici come ad esempio la costruzione dei due porti di Carrara e Viareggio che ha innescato processi di accumulo sopraflutto ed erosione sottoflutto o la costruzione di opere rigide che se in alcuni casi hanno localmente stabilizzato la linea di costa hanno dall’altra generato un effetto “domino” con lo spostamento dei processi di erosione altrove.

“Alla luce dei cambiamenti climatici e delle previsioni future di sommersione delle coste, i problemi di erosione rappresentano una delle sfide più importanti dei prossimi decenni – conclude Sarti – Ma il problema principale è la carenza di apporto sedimentario naturale, occorre quantificarlo ed agire sulle cause, e sarebbe quindi opportuno, prima di qualsiasi intervento, utilizzare il principio di precauzione almeno finché non sarà messa a sistema una rete di acquisizione dati diffusa e continua nel tempo, per arrivare a scelte consapevoli e affrontare in modo corretto e su basi scientifiche il problema”.

IMG-20210312-WA0004-e1615547029481.jpgIl Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa ha vinto il Premio Nazionale Inclusione 3.0 indetto dall’Università di Macerata con “Orto Botanico Accessibile”, un prodotto multimediale pensato per bambini con disturbi nello spettro autistico.

La premiazione avverrà lunedì 15 marzo dalle ore 17.00 alle 18.00 sulla piattaforma zoom, sul sito dell’Orto Botanico è disponibile il link per assistere alla premiazione.

“Orto Botanico Accessibile” è stato realizzato dalla dottoressa Camilla Poggianti sotto la supervisione della prof.ssa Susanna Pelagatti come elaborato finale della suo laurea triennale in “Informatica Umanistica. L’obiettivo è di aiutare i bambini autistici che vogliono visitare l’Orto Botanico anche attraverso attività/giochi multimediali, per ridurre lo stress che un ambiente nuovo può loro causare.

Nella giornata internazionale della donna è uscita la nuova Newsletter bimestrale del Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell'Università di Pisa.

"Una Newsletter rivolta a tutta la comunità accademica per condividere riflessioni, buone prassi ed esperienze" è scritto nell'editoriale che presenta questo primo numero e che continua con un programma ben preciso: "Ogni Newsletter tratterà tematiche sempre nuove e di approfondimento sulle questioni di competenza del CUG relative alla promozione delle pari opportunità, del benessere organizzativo e del contrasto alle discriminazioni. L’attenzione è rivolta, oltre alla realtà accademica pisana, anche al mondo universitario in generale".

 

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Per quanto riguarda i contenuti, le anticipazioni dal Bilancio di Genere 2020 dell’Università di Pisa aprono questo primo numero. Seguono poi le azioni intraprese dal CUG nel corso della pandemia, fra sostegno psicologico e aiuti economici, e quindi le altre iniziative realizzate, ad esempio sulle carriere alias o sull’adozione del linguaggio rispettoso delle differenze di genere.

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ll marzo delle donne continua inoltre con due presentazioni di libri e dibattiti online organizzati sempre dal CUG, con il Delegato alle politiche di genere.

Il 10 marzo alle 16,00 si parlerà del libro “Femminismo al lavoro. Come le donne hanno cambiato il sindacato in Italia e in Francia (1968-1983)” (Viella, 2020) di Anna Frisone. L'11 marzo sempre alle 16,00 ci sarà la presentazione del volume di Marilisa D’Amico, "Una parità ambigua. Costituzione e diritti delle donne" (Raffaello Cortina Editore, 2020). Entrambi gli eventi saranno presentati da Elettra Stradella, Presidente del CUG e Arturo Marzano, Delegato del rettore alle pari opportunità e alle questioni di genere.

Grande successo e oltre trecento iscritti per il corso “L’Agenda 2030 e gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile”, la nuova iniziativa aperta a tutti gli studenti dell’Università di Pisa per “imparare” la sostenibilità. Il corso iniziato il 26 febbraio si articolerà in 12 lezioni tematiche impartite dal 26 febbraio al 21 maggio 2021 da docenti ed esperti dell’Ateneo.

“Vogliamo introdurre studentesse e studenti al concetto di Sviluppo Sostenibile come articolato nei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 – spiega la professoressa Giovanna Pizzanelli promotrice dell’iniziativa, unitamente ai professori Marco Raugi, Delegato del Rettore alla Sostenibilità, e Marco Abate, Prorettore alla Didattica e alla Commissione per lo sviluppo sostenibile di Ateneo.

“L’approccio - continua la professoressa - è multidisciplinare e comprende la dimensione economica, ambientale e sociale dello sviluppo sostenibile per dare gli strumenti a sostegno di una ampia consapevolezza sul tema. Comprendere le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile significa conoscere il ruolo delle imprese, della tecnologia e delle istituzioni pubbliche nel perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030”.
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Il corso vale 3 CFU e rientra tra le attività a libera scelta degli studenti Unipi iscritti a corsi di laurea triennale, magistrale e a ciclo unico. Le lezioni sono impartite a distanza sulla piattaforma Microsoft Teams, dal 26 febbraio al 22 maggio 2021, il venerdì pomeriggio dalle ore 14:30.

La lezione inaugurale è stata tenuta da Marco Raugi e Giovanna Pizzanelli (Introduzione ai contenuti dell’Agenda 2030 e Obiettivo 17 - Partnership per gli Obiettivi), seguiranno: Tommaso Luzzati e Luigi Pellizzoni sugli Obiettivi 1, 8 e 12 (Sconfiggere la povertà; Lavoro dignitoso e crescita economica; Consumo e produzione responsabili), Lucia Guidi e Beatrice Casini sugli Obiettivi 2 e 3 (Sconfiggere la fame; Salute e benessere), Annateresa Rondinella sull’Obiettivo 4 (Istruzione di qualità), Elettra Stradella sugli Obiettivi 5 e 10 (Parità di genere; Ridurre le disuguaglianze), Lisandro Benedetti Cecchi e Annalaura Carducci sugli Obiettivi 6 e 14 (Acqua pulita e servizi igienico-sanitari; Vita sott’acqua), Leonardo Tognotti sull’Obiettivo 7 (Energia pulita e accessibile), Gino Dini sul 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture), Stefano Chessa e Marco Avvenuti sull’11 (Città e comunità sostenibili), Giacomo Lorenzini sul 13 (Lotta contro il cambiamento climatico), Daniela Ciccarelli sul 15 (Vita sulla terra) e Pierluigi Consorti sul 16 (Pace, giustizia e istituzioni solide).

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