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Mercoledì, 13 Luglio 2016 11:10

Il rifugio. Tre atti di Cechov

LocandinaDomenica 24 luglio alle 20:30, in Via Derna 13, il gruppo teatrale GRACT presenta lo spettacolo "Il rifugio". In scena tre diversi atti unici di Cechov, che si articolano in un incrocio di ritmi, musica.

Lo spettacolo è "la conclusione di un percorso che è anche una sperimentazione in cui si mette in gioco l’essenza del teatro, dove il palcoscenico diventa uno spazio aperto, gli attori diventano esploratori, e la regia diventa un canovaccio da seguire. Al centro il testo poetico, che risuona in questo spazio privato di tutto".

Con: Elisabetta Biondi, Mario Cortese e Giulia Benacquista
Direzione registica: Silvia Rubes
Training: Stefano Franzoni

Info

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È stato assegnato al professor Mirko Tavoni, docente di Linguistica italiana all’Università di Pisa, il prestigioso Forschungspreis, il premio che la Fondazione Alexander von Humboldt, istituzione che sostiene la cooperazione scientifica tra il mondo della ricerca tedesco e quello straniero, consegna a studiosi di fama internazionale. Il professor Tavoni ha ricevuto il premio dal presidente della Humboldt Stiftung, il professor Helmut Schwarz, nel corso di una cerimonia tenutasi allo Schloss Charlottenburg di Berlino giovedì 7 luglio nell’ambito del meeting annuale della Fondazione.
Queste le motivazioni del riconoscimento: “Il professor Mirko Tavoni è uno dei più eminenti studiosi di Dante Alighieri nel panorama internazionale. La sua autorità come massimo esperto di storia della lingua italiana si riflette nella combinazione di grande attenzione dedicata ai testi, alla storia della letteratura e della cultura, all’epistemologia del Medioevo e della prima Età moderna in Italia. In Germania il professor Tavoni svolgerà la sua ricerca sugli aspetti visionari della Divina Commedia presso la Freie Universität di Berlino”.
«Il riconoscimento conferma con evidenza l’alto livello internazionale della ricerca umanistica espressa dall’università italiana e il fatto che tale livello è riconosciuto da istituzioni internazionali prestigiose», ha commentato il professore, che l’8 luglio ha poi partecipato all’incontro dei ricercatori italiani in Germania e dei vincitori di premi e borse Humboldt con la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini presso l'Ambasciata italiana di Berlino. Mirko Tavoni ha curato l’edizione del De vulgari eloquentia per il primo volume delle Opere di Dante pubblicato nella collana “I Meridiani” Mondadori (2011). Fra le sue pubblicazioni più recenti: Qualche idea su Dante, pubblicato dal Mulino (2015). Il professore è anche presidente del consorzio ICoN, una rete di 18 università che opera in convenzione con il ministero degli Affari esteri, nota per la promozione e diffusione della lingua e della cultura dell'Italia nel mondo attraverso tecnologie telematiche.

È stato assegnato al professor Mirko Tavoni, docente di Linguistica italiana all’Università di Pisa, il prestigioso Forschungspreis, il premio che la Fondazione Alexander von Humboldt, istituzione che sostiene la cooperazione scientifica tra il mondo della ricerca tedesco e quello straniero, consegna a studiosi di fama internazionale. Il professor Tavoni ha ricevuto il premio dal presidente della Humboldt Stiftung, il professor Helmut Schwarz, nel corso di una cerimonia tenutasi allo Schloss Charlottenburg di Berlino giovedì 7 luglio nell’ambito del meeting annuale della Fondazione.

tavoni copy

Queste le motivazioni del riconoscimento: “Il professor Mirko Tavoni è uno dei più eminenti studiosi di Dante Alighieri nel panorama internazionale. La sua autorità come massimo esperto di storia della lingua italiana si riflette nella combinazione di grande attenzione dedicata ai testi, alla storia della letteratura e della cultura, all’epistemologia del Medioevo e della prima Età moderna in Italia. In Germania il professor Tavoni svolgerà la sua ricerca sugli aspetti visionari della Divina Commedia presso la Freie Universität di Berlino”.

«Il riconoscimento conferma con evidenza l’alto livello internazionale della ricerca umanistica espressa dall’università italiana e il fatto che tale livello è riconosciuto da istituzioni internazionali prestigiose», ha commentato il professore, che l’8 luglio ha poi partecipato all’incontro dei ricercatori italiani in Germania e dei vincitori di premi e borse Humboldt con la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini presso l'Ambasciata italiana di Berlino. Mirko Tavoni ha curato l’edizione del De vulgari eloquentia per il primo volume delle Opere di Dante pubblicato nella collana “I Meridiani” Mondadori (2011). Fra le sue pubblicazioni più recenti: Qualche idea su Dante, pubblicato dal Mulino (2015). Il professore è anche presidente del consorzio ICoN, una rete di 18 università che opera in convenzione con il ministero degli Affari esteri, nota per la promozione e diffusione della lingua e della cultura dell'Italia nel mondo attraverso tecnologie telematiche.

È già in moto la macchina organizzativa per la Notte dei Ricercatori, che torna anche quest’anno in Toscana con “BRIGHT 2016”, il grande evento in programma il prossimo 30 settembre in tutto il territorio regionale.
L’iniziativa, che si svolge contemporaneamente in circa 300 città di 24 paesi d'Europa, torna nella sua prossima edizione inquadrandosi in un progetto europeo coordinato dall’Università di Siena e finanziato dal programma di ricerca e innovazione dell'Unione Europea Horizon 2020. In Toscana è il frutto dalla collaborazione tra la Regione, le Università di Siena, Firenze e Pisa, l’Università per Stranieri di Siena, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore di Pisa, la Scuola IMT Alti Studi Lucca, l’area della ricerca di Pisa del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Sezione di Pisa.
Insieme, i team di università, enti di ricerca e istituzioni regionali, stanno lavorando a un programma ricco di eventi che animerà la serata portando nelle piazze e nelle strade i ricercatori e il loro lavoro quotidiano.
Con l’obiettivo di coinvolgere il grande pubblico e condividere il percorso fino alla grande festa sono già attivi i canali social: si possono seguire tutti gli aggiornamenti e le anticipazioni sull’edizione 2016 su Twitter (@brightoscana) e Facebook (www.facebook.com/brightoscana).
È inoltre in cantiere il sito web che ospiterà tutte le iniziative in programma quest’anno: http://www.bright-toscana.it/.
Saranno proposte tante attività per tutti, giovani, adulti, bambini e famiglie, che spazieranno nei vari filoni della scienza attraverso linguaggi coinvolgenti e divulgativi: proiezioni, dimostrazioni pratiche, incontri informali e aperitivi con ricercatori, reading, stand e laboratori, visite guidate e concerti, incontri in librerie e caffè della scienza.
La Notte dei Ricercatori in Toscana è un progetto finanziato dal programma di ricerca e innovazione dell'Unione Europea Horizon 2020 nell'ambito del grant n. 722944 – BRIGHT.

Numerose specie ittiche invasive si stanno diffondendo nei nostri mari a causa dei fenomeni di “meridionalizzazione” e “tropicalizzazione” delle acque legati ai cambiamenti climatici. Fra queste, alcune specie di pesci tossici invasivi, e in particolare i pesci palla, sono diventate oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero della Salute a cui partecipa anche l’Università di Pisa con il FishLab del dipartimento di Scienze veterinarie. Il progetto “Cambiamenti climatici e sicurezza alimentare: indagine molecolare, microbiologica e tossicologica sulle specie ittiche tossiche presenti nel Mar Tirreno” ha come capofila l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ed è svolto in collaborazione con il Fish Health Veterinary Officer, Veterinary Services and Animal Health, Ministry of Agriculture & Rural Development di Israele e con ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Scopo dello studio è monitorare la presenza di specie ittiche invasive potenzialmente tossiche lungo le coste del Mar Tirreno e di caratterizzarle sotto il profilo molecolare, microbiologico e tossicologico. Il progetto, che ha come obiettivo finale la tutela dei consumatori, sta inoltre realizzando una campagna divulgativa mirata alla formazione dei pescatori e di tutte le altre figure che, a diversi livelli, frequentano l’ambiente marino (come i sub e gli stessi cittadini) al fine di creare una rete che possa permettere un monitoraggio della presenza e della distribuzione di queste specie in tempo reale. In seguito, i risultati delle analisi condotte sugli esemplari recuperati, forniranno un quadro più dettagliato sulla presenza e sulla tossicità di queste specie, consentendo una migliore caratterizzazione del rischio a loro associato.
«I “Tetraodontidae”, meglio conosciuti come pesci palla, possono essere considerati veri e propri “alieni” dei nostri mari – spiega Andrea Armani, Responsabile del FishLab – Originari del Mar Rosso, dal 2003 hanno iniziato a spostarsi, attraverso il Canale di Suez, lungo le coste del Mediterraneo Orientale (segnalazioni si riscontrano soprattutto da Egitto, Israele e Turchia) per arrivare a Lampedusa nel 2013 e diffondersi verso nord. Il problema è che alcune di queste specie sono tossiche, pertanto, oltre all’impatto sull’ecosistema marino che non è da sottovalutare, rappresentano un possibile pericolo per la salute umana». La tossicità dei pesci palla deriva dall’accumulo di una neurotossina chiamata Tetrodotossina (TTX), che è prodotta da batteri presenti nell’intestino dei pesci e che si concentra soprattutto nel fegato, nelle uova e nell’intestino stesso, anche se a volte si può riscontrare anche nel muscolo. Se ingerita, la TTX può comportare conseguenze particolarmente gravi per la salute (la tossina è circa 100 volte più tossica rispetto al cianuro di potassio) ed è per questo che i pesci palla non devono essere in alcun modo commercializzati o consumati.
«Con il nostro progetto ci proponiamo di monitorare e recuperare esemplari di queste specie anche per la caratterizzazione tossicologica – continua Armani – Infatti, attualmente i dati sulla tossicità degli esemplari catturati nelle nostre acque sono scarsi. È per questo che stiamo organizzando sul territorio vari incontri e attività di formazione rivolte a tutti i soggetti interessati, come pescatori, sub, ma anche semplici cittadini che frequentano le spiagge». Il gruppo di ricercatori del FishLab, ha anche prodotto materiale informativo in cui si spiega come riconoscere le 3 le specie di Tetraodontidae che si possono ritrovare nelle acque italiane (Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato; Lagocephalus lagocephalus o capolepre; Sphoeroides pachigaster o pesce palla liscio).

Lo scorso 8 luglio, nell’ambito dell’edizione fiorentina di SMAU, il Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa si è aggiudicato il premio SMAU Innovation, conferito a progetti altamente innovativi nel campo dei processi di produzione o della governance. Il Centro di Ricerca dell’Ateneo pisano è stato premiato per il progetto SAFE QUARRY, finanziato dalla Regione Toscana con il bando “sistemi e distretti produttivi tipici”, che ha messo a punto tecnologie di monitoraggio innovative a supporto del distretto lapideo, con lo scopo di aumentare e migliorare l’attività estrattiva.
“La tecnologia messa a punto nel corso del progetto – spiega Andrea Caiti, direttore del Centro di Ricerca “E. Piaggio”, che ha ritirato il premio – consente, tramite emissione radar, di fare una sorta di radiografia al blocco di marmo direttamente in cava, prima che sia estratto, individuando eventuali fratture interne anche di dimensioni inferiori al millimetro. In questo modo è possibile programmare l’attività estrattiva in modo più efficiente, per evitare sprechi sia economici che ambientali, ed estrarre un materiale privo di fratturazioni e quindi qualitativamente migliore. Inoltre, le operazioni di controllo del sottosuolo, e le relative attività di analisi e interpretazione dei dati aprono spazi di formazione e impiego per personale altamente qualificato.”.
“La sfida – afferma Andrea Lorenzini, della G.M.C., l’azienda di Massa Carrara che ha coordinato il progetto e messo a disposizione la prima cava per il prototipo - era anche l’utilizzo di tecnologie complesse in un ambiente industriale difficile come quello di una cava: il sistema, costituito da sensori radar e sensori per il posizionamento, è stato collocato su una struttura meccanica che, muovendosi su binari, può ricoprire con facilità e in tempi ristretti tutta la superficie della cava, evitando così che gli operatori debbano arrampicarsi sulle pareti mettendo a rischio la loro sicurezza.”
Il sistema componibile e trasportabile messo a punto attraverso SAFE QUARRY può essere inoltre utilizzato, sempre nel settore del marmo, per certificare la mancanza di fratture all’interno dei blocchi più grossi già estratti, con una ovvia ricaduta sul prezzo finale di vendita e, inoltre, può essere utilizzato a seguito di eventi, come scosse di terremoto, per valutare l’effettivo danneggiamento di edifici storici e di beni culturali, orientando le attività di messa in sicurezza e di restauro.
Per concorrere al bando della Regione si è costituita una partnership tra enti provenienti dal mondo industriale e accademico toscano, con competenze di alto livello: G.M.C. Spa (Graniti Marmi Colorati – Estrazione e trasformazione marmi e graniti), Dazzini Macchine Srl, (Costruzioni meccaniche per il settore escavazioni), Sintecnica Srl (Ingegneria civile, strutturale, geotecnica e ambientale), Adatec Sensing & Automation Srl, (Progettazione elettronica di sensoristica avanzata), e Centro di Ricerca “E. Piaggio”.

Smau5Venerdì 8 luglio, nell’ambito dell’edizione fiorentina di SMAU, il Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa si è aggiudicato il premio SMAU Innovation, conferito a progetti altamente innovativi nel campo dei processi di produzione o della governance. Il Centro di Ricerca dell’Ateneo pisano è stato premiato per il progetto SAFE QUARRY, finanziato dalla Regione Toscana con il bando “sistemi e distretti produttivi tipici”, che ha messo a punto tecnologie di monitoraggio innovative a supporto del distretto lapideo, con lo scopo di aumentare e migliorare l’attività estrattiva.

“La tecnologia messa a punto nel corso del progetto – spiega Andrea Caiti, direttore del Centro di Ricerca “E. Piaggio”, che ha ritirato il premio – consente, tramite emissione radar, di fare una sorta di radiografia al blocco di marmo direttamente in cava, prima che sia estratto, individuando eventuali fratture interne anche di dimensioni inferiori al millimetro. In questo modo è possibile programmare l’attività estrattiva in modo più efficiente, per evitare sprechi sia economici che ambientali, ed estrarre un materiale privo di fratturazioni e quindi qualitativamente migliore. Inoltre, le operazioni di controllo del sottosuolo, e le relative attività di analisi e interpretazione dei dati aprono spazi di formazione e impiego per personale altamente qualificato.”.

cava marmo 1“La sfida – afferma Andrea Lorenzini, della G.M.C., l’azienda di Massa Carrara che ha coordinato il progetto e messo a disposizione la prima cava per il prototipo - era anche l’utilizzo di tecnologie complesse in un ambiente industriale difficile come quello di una cava: il sistema, costituito da sensori radar e sensori per il posizionamento, è stato collocato su una struttura meccanica che, muovendosi su binari, può ricoprire con facilità e in tempi ristretti tutta la superficie della cava, evitando così che gli operatori debbano arrampicarsi sulle pareti mettendo a rischio la loro sicurezza.”

Il sistema componibile e trasportabile messo a punto attraverso SAFE QUARRY può essere inoltre utilizzato, sempre nel settore del marmo, per certificare la mancanza di fratture all’interno dei blocchi più grossi già estratti, con una ovvia ricaduta sul prezzo finale di vendita e, inoltre, può essere utilizzato a seguito di eventi, come scosse di terremoto, per valutare l’effettivo danneggiamento di edifici storici e di beni culturali, orientando le attività di messa in sicurezza e di restauro.

Per concorrere al bando della Regione si è costituita una partnership tra enti provenienti dal mondo industriale e accademico toscano, con competenze di alto livello: G.M.C. Spa (Graniti Marmi Colorati – Estrazione e trasformazione marmi e graniti), Dazzini Macchine Srl, (Costruzioni meccaniche per il settore escavazioni), Sintecnica Srl (Ingegneria civile, strutturale, geotecnica e ambientale), Adatec Sensing & Automation Srl, (Progettazione elettronica di sensoristica avanzata), e Centro di Ricerca “E. Piaggio”.

fishlabNumerous invasive fish species are spreading through our seas due to the phenomenon of ‘meridionalization’ and ‘tropicalization’ of the waters linked to climate changes. Among these, some species of invasive toxic fish and in particular puffer fish, have become the object of a research project funded by the Ministry of Health together with the participation of the University of Pisa and the FishLab of the Department of Veterinary Sciences. The project ‘Climate change and food safety: molecular, microbiological and toxicological analysis on toxic fish species in the Tyrrhenian Sea’ is led by the Experimental Zooprophylactic Institute of Lazio and Tuscany and is carried out in collaboration with the Fish Health Veterinary Officer, Veterinary Services and Animal Health, Ministry of Agriculture & Rural Development of Israel and with ISPRA, The Italian National Institute for Environmental Protection and Research.

The aim of the study is to monitor the occurrence of potentially toxic invasive fish species along the Tyrrhenian Sea coast and to characterize them under the molecular, microbiological and toxicological profile. The project, whose final aim is the protection of consumers, is also preparing an informative campaign for the specific training of fishermen and all other figures who, on different levels, gravitate around the marine environment (such as scuba divers and the citizens themselves). This will create a network allowing the monitoring of the presence and distribution of these species in real time. Subsequently, the results of the analyses carried out on the specimens found will provide a more detailed picture of the presence and toxicity of these species, allowing a better characterization of the risk associated with them.

Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato web“’Tetraodontidae’, better known as puffer fish, can be considered true ‘aliens’ in our seas,” explains Andrea Armani, Head of the FishLab. “These species, originally native to the Red Sea, have been migrating, through the Suez Canal to the Eastern Mediterranean coast since 2003 (sightings have been noted especially in Egypt, Israel and Turkey) and arrived in Lampedusa in 2013 moving northwards. The problem is that some of these species are toxic, therefore, as well as the impact on the marine ecosystem which is not to be underrated, they represent a possible risk for human health.” The toxicity of the puffer fish stems from the accumulation of a neurotoxin called tetrodotoxin (TTX), which is produced by the bacteria present in the fishes’ intestines. Its concentration is higher in the liver, gonads, and the intestine itself, and at times also in the fish meat. If consumed, TTX can have extremely serious consequences on health (the toxin is 100 times more potent than potassium cyanide) and for this reason puffer fish must not be placed on the market or consumed.

“Our project aims to monitor and collect specimens of the species also to characterize them under the toxicological profile,” continues Armani. “In fact, at present, the data referring to the toxicity of the specimens caught in our waters is scarce. It is for this reason that various meetings and training activities are being organized for all the interested parties, such as fishermen and scuba divers, as well as ordinary beachgoers.” The research group from the FishLab have also prepared informative material which explains how to recognize the three species of Tetraodontidae found in Italian waters (Lagocephalus sceleratus (photo on the left by Nadav Davidovich) or silver-cheeked toadfish; Lagocephalus lagocephalus or Oceanic puffer; Sphoeroides pachigaster or blunthead puffer).

Further information is available following this link or on the Fishlab Facebook page.


fishlabNumerose specie ittiche invasive si stanno diffondendo nei nostri mari a causa dei fenomeni di “meridionalizzazione” e “tropicalizzazione” delle acque legati ai cambiamenti climatici. Fra queste, alcune specie di pesci tossici invasivi, e in particolare i pesci palla, sono diventate oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero della Salute a cui partecipa anche l’Università di Pisa con il FishLab del dipartimento di Scienze veterinarie. Il progetto “Cambiamenti climatici e sicurezza alimentare: indagine molecolare, microbiologica e tossicologica sulle specie ittiche tossiche presenti nel Mar Tirreno” ha come capofila l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ed è svolto in collaborazione con il Fish Health Veterinary Officer, Veterinary Services and Animal Health, Ministry of Agriculture & Rural Development di Israele e con ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Scopo dello studio è monitorare la presenza di specie ittiche invasive potenzialmente tossiche lungo le coste del Mar Tirreno e di caratterizzarle sotto il profilo molecolare, microbiologico e tossicologico. Il progetto, che ha come obiettivo finale la tutela dei consumatori, sta inoltre realizzando una campagna divulgativa mirata alla formazione dei pescatori e di tutte le altre figure che, a diversi livelli, frequentano l’ambiente marino (come i sub e gli stessi cittadini) al fine di creare una rete che possa permettere un monitoraggio della presenza e della distribuzione di queste specie in tempo reale. In seguito, i risultati delle analisi condotte sugli esemplari recuperati, forniranno un quadro più dettagliato sulla presenza e sulla tossicità di queste specie, consentendo una migliore caratterizzazione del rischio a loro associato.

Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato web«I “Tetraodontidae”, meglio conosciuti come pesci palla, possono essere considerati veri e propri “alieni” dei nostri mari – spiega Andrea Armani, responsabile del FishLab – Originari del Mar Rosso, dal 2003 hanno iniziato a spostarsi, attraverso il Canale di Suez, lungo le coste del Mediterraneo Orientale (segnalazioni si riscontrano soprattutto da Egitto, Israele e Turchia) per arrivare a Lampedusa nel 2013 e diffondersi verso nord. Il problema è che alcune di queste specie sono tossiche, pertanto, oltre all’impatto sull’ecosistema marino che non è da sottovalutare, rappresentano un possibile pericolo per la salute umana». La tossicità dei pesci palla deriva dall’accumulo di una neurotossina chiamata Tetrodotossina (TTX), che è prodotta da batteri presenti nell’intestino dei pesci e che si concentra soprattutto nel fegato, nelle uova e nell’intestino stesso, anche se a volte si può riscontrare anche nel muscolo. Se ingerita, la TTX può comportare conseguenze particolarmente gravi per la salute (la tossina è circa 100 volte più tossica rispetto al cianuro di potassio) ed è per questo che i pesci palla non devono essere in alcun modo commercializzati o consumati.

«Con il nostro progetto ci proponiamo di monitorare e recuperare esemplari di queste specie anche per la caratterizzazione tossicologica – continua Armani – Infatti, attualmente i dati sulla tossicità degli esemplari catturati nelle nostre acque sono scarsi. È per questo che stiamo organizzando sul territorio vari incontri e attività di formazione rivolte a tutti i soggetti interessati, come pescatori, sub, ma anche semplici cittadini che frequentano le spiagge». Il gruppo di ricercatori del FishLab, ha anche prodotto materiale informativo in cui si spiega come riconoscere le 3 le specie di Tetraodontidae che si possono ritrovare nelle acque italiane (Lagocephalus sceleratus o pesce palla maculato; Lagocephalus lagocephalus o capolepre; Sphoeroides pachigaster o pesce palla liscio).

Maggiori informazioni sono disponibili a questo link o sulla pagina Facebook del FishLab.


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Nella foto: il pesce palla maculato o Lagocephalus sceleratus (foto di Nadav Davidovich).

Ne hanno parlato: 
Ansa
ADNkronos 
Repubblica.it 
Agricoltura Moderna 
QuiNewsPisa.it 
Meteoweb.it 
Greenreport.it 
GazzettaParma.it 
Controradio.it 
Nazione Pisa
Panorama.it

Uno studio tutto pisano sull'utilizzo di un nuovissimo tavolo operatorio integrato, in grado di comunicare wireless con il robot Da Vinci Xi, con particolare riferimento al suo utilizzo in chirurgia robotica del colon-retto per neoplasie, è stato pubblicato a maggio sulla rivista International Journal of Colorectal Disease. Si intitola: "Use of a new integrated table motion for the da Vinci Xi in colorectal surgery" e rappresenta la prima esperienza descritta a livello mondiale nell'utilizzo di questo nuovo dispositivo. 1

Lo studio nasce dalla selezione da parte di Intuitive, casa madre del robot chirurgico, del Centro multidisciplinare di chirurgia robotica di Pisa - parte integrante del Polo regionale di chirurgia robotica - come centro pilota per il primo utilizzo clinico, a livello mondiale, del nuovo tavolo operatorio TruSystem 7000dV (TS7000dV, TRUMPF Medizin Systeme GmbH & Co. KG, Saalfeld, Germania), ai fini della valutazione dell'efficacia, sicurezza e fattibilità nel corso degli interventi di chirurgia robotica eseguiti con il nuovo Da Vinci Xi.

L'innovazione offerta da questo device è legata al fatto che è in grado di interagire via wireless con l'ultima versione del robot Da Vinci Xi, permettendo quindi al chirurgo di cambiare la posizione del tavolo operatorio durante l'intervento in corso, senza la necessità di rimuovere gli strumenti robotici e scollegare il robot ad ogni movimento. Questo aspetto, rendendo più semplice e fluido il cambiamento di inclinazione del letto operatorio ad intervento in corso, risulta particolarmente importante per potenziare la capacità del chirurgo-robot, di eseguire interventi sincroni su più quadranti dell'addome, quali spesso sono gli interventi sul colon retto.

Come detto, l'articolo in questione si è focalizzato sulle applicazioni del nuovo device in chirurgia colo-rettale mentre l'intero studio, che sarà oggetto di successive pubblicazioni, ha coinvolto più pazienti ed ha assunto, in armonia con lo spirito del Centro e del Polo regionale di chirurgia robotica, un respiro multidisciplinare, vedendo coinvolte figure professionali di varie specialità quali chirurghi generali, urologi e ginecologi. A coordinare l'attività sono stati la dottoressa Franca Melfi (Lead Advisor dello studio), direttore del Centro multidisciplinare di chirurgia robotica e il professor Luca Morelli (Investigator dello studio), associato di Chirurgia generale (Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell'Università di Pisa) e chirurgo della Sezione dipartimentale di Chirurgia generale universitaria dell'Aoup, diretta dal professor Giulio Di Candio.

La scelta del Centro pisano come il più idoneo per condurre lo studio ha rappresentato un importante riconoscimento del suo ruolo leader a livello internazionale, sia per volume di attività svolta che per qualità di organizzativa multidisciplinare nonché produzione scientifica.

I dati ottenuti sono stati determinanti per l'approvazione da parte della Food and Drug Amministration all'utilizzo del nuovo tavolo operatorio TruSystem 7000dV negli USA (edm).

Qui sotto il link allo studio con i nomi di tutti i coautori:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27236322

(Nella foto di gruppo: alcuni degli autori dello studio, alcuni dei chirurghi Aoup che utilizzano il "Da Vinci Xi", parte della Direzione aziendale e della casa madre produttrice del sistema robotico)

 

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Fonte

Ufficio Stampa AOUP

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