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Sempre più negli ultimi anni si sta facendo strada nella cura dei tumori una nuova modalità di somministrazione dei farmaci chemioterapici denominata “chemioterapia metronomica” che si riferisce alla frequente, talvolta quotidiana, somministrazione di farmaci antineoplastici a basse dosi. Uno studio congiunto dell’Università di Pisa e di Toronto, appena pubblicato sulla rivista “Nature Reviews Clinical Oncology”, fa il punto sull’utilizzo di questa tecnica e per la prima volta ridefinisce questo schema terapeutico alla luce delle sue proprietà farmacologiche.
“La chemioterapia metronomica rappresenta una promettente terapia oncologica palliativa e di mantenimento per varie neoplasie”, spiega il dottor Guido Bocci dell’Ateneo pisano autore dell’articolo insieme al professore Robert S. Kerbel dell’Università di Toronto.
“Il basso costo, la bassa tossicità e la facilità di somministrazione, solitamente orale – ha aggiunto Bocci - ne fanno una terapia interessante non solo per i paesi europei con un Servizio Sanitario Nazionale pubblico come quello italiano, ma anche una valida alternativa per tutti quei paesi in via di sviluppo dove è praticamente impossibile l’acquisto di nuovi, ma molto costosi, farmaci a bersaglio molecolare”.
La ricerca, finanziata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e dall’Istituto Toscano Tumori (ITT), riconsidera l’esperienza di 10 anni di chemioterapia metronomica e ne focalizza il complesso meccanismo terapeutico che si realizza impedendo ai vasi sanguigni di “nutrire” le cellule tumorali (effetto antiangiogenico), sollecitando una risposta favorevole del sistema immunitario e agendo direttamente sulle cellule neoplastiche.
“L’Università di Pisa - ha concluso il dottor Bocci - ed in particolare la Divisione di Farmacologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, e l’Oncologia Medica del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia hanno avuto un ruolo centrale nello sviluppo preclinico e clinico della chemioterapia metronomica in Italia e a livello internazionale, in particolare delle sue basi farmacocinetiche, farmacodinamiche e farmacogenetiche”.
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Riferimento all’articolo scientifico:
http://www.nature.com/nrclinonc/journal/vaop/ncurrent/pdf/nrclinonc.2016.64.pdf

Guido BocciSempre più negli ultimi anni si sta facendo strada nella cura dei tumori una nuova modalità di somministrazione dei farmaci chemioterapici denominata “chemioterapia metronomica” che si riferisce alla frequente, talvolta quotidiana, somministrazione di farmaci antineoplastici a basse dosi. Uno studio congiunto dell’Università di Pisa e di Toronto, appena pubblicato sulla rivista “Nature Reviews Clinical Oncology”, fa il punto sull’utilizzo di questa tecnica e per la prima volta ridefinisce questo schema terapeutico alla luce delle sue proprietà farmacologiche.
“La chemioterapia metronomica rappresenta una promettente terapia oncologica palliativa e di mantenimento per varie neoplasie”, spiega il dottor Guido Bocci (foto a destra) dell’Ateneo pisano autore dell’articolo insieme al professore Robert S. Kerbel dell’Università di Toronto.

“Il basso costo, la bassa tossicità e la facilità di somministrazione, solitamente orale – ha aggiunto Bocci - ne fanno una terapia interessante non solo per i paesi europei con un Servizio Sanitario Nazionale pubblico come quello italiano, ma anche una valida alternativa per tutti quei paesi in via di sviluppo dove è praticamente impossibile l’acquisto di nuovi, ma molto costosi, farmaci a bersaglio molecolare”.

La ricerca, finanziata dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e dall’Istituto Toscano Tumori (ITT), riconsidera l’esperienza di 10 anni di chemioterapia metronomica e ne focalizza il complesso meccanismo terapeutico che si realizza impedendo ai vasi sanguigni di “nutrire” le cellule tumorali (effetto antiangiogenico), sollecitando una risposta favorevole del sistema immunitario e agendo direttamente sulle cellule neoplastiche.

“L’Università di Pisa - ha concluso il dottor Bocci - ed in particolare la divisione di Farmacologia del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, e l’Oncologia Medica del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia hanno avuto un ruolo centrale nello sviluppo preclinico e clinico della chemioterapia metronomica in Italia e a livello internazionale, in particolare delle sue basi farmacocinetiche, farmacodinamiche e farmacogenetiche”.


Il 74% dei laureati magistrali biennali dell’Università di Pisa, compresi coloro che sono in formazione retribuita, ha trovato occupazione, a un anno dal conseguimento del titolo, con un guadagno mensile netto che è in media di 1.224 euro. Sono questi i dati principali che emergono dal XVIII Rapporto sul profilo dei laureati e sulla condizione occupazionale, presentato nelle scorse settimane da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario a cui dallo scorso anno ha aderito anche l'Ateneo pisano.
“Le attività di monitoraggio condotte annualmente da AlmaLaurea – dichiara la professoressa Monica Pratesi, delegata del rettore alle attività di Job Placement - sono il punto di riferimento per la valutazione della situazione occupazionale dei laureati e, grazie al fatto che ormai il consorzio comprende 73 università, cioè la quasi totalità degli atenei italiani, essi consentono di confrontare i dati di Pisa con quelli nazionali.
Da questo confronto emerge, ad esempio, che i dati che riguardano i laureati pisani sono migliori sia rispetto alla media toscana che a quella nazionale, dove si registrano rispettivamente il 72 e il 70% di laureati magistrali che hanno trovato lavoro a un anno dal titolo, mentre il guadagno netto mensile si attesta rispettivamente sui 1.144 e 1.132 euro, contro la media di 1.224 euro dei laureati pisani”.
A cinque anni dalla laurea nell'Ateneo pisano, la percentuale di occupati sale all'85%, di cui il 72% ha un posto stabile, con una retribuzione che tocca i 1.473 euro mensili netti. I laureati magistrali pisani sono inseriti per il 77% nel settore privato e per il 20% nel pubblico, mentre il restante 3% lavora nel non-profit. L'ambito dei servizi assorbe il 71% degli occupati, contro il 27% dell'industria.
Per quanto riguarda il profilo dei laureati, l'indagine AlmaLaurea conferma soprattutto la forte attrattività dell'Ateneo pisano, con il 34% di laureati che proviene da fuori regione, una percentuale che sale al 46% per i soli laureati delle magistrali. Per il resto, il 42% dei laureati ha svolto durante il proprio percorso formativo dei tirocini riconosciuti, il 9% vanta esperienze di studio all'estero, in primo luogo l'Erasmus, e il 57% ha avuto almeno un'esperienza lavorativa.
Per quanto riguarda, infine, il gradimento del proprio percorso formativo, l'83% dei laureati dell'Ateneo è soddisfatta del proprio rapporto con i docenti, il 79% valuta positivamente i servizi bibliotecari e il 67% considera adeguate le aule di studio, mentre, nota meno positiva, solo il 28% ritiene adeguate le postazioni informatiche. Complessivamente, l'80% dei laureati si riscriverebbe all'Università di Pisa, anche se l'11% di questi sceglierebbe un altro corso di laurea.
La fotografia dei laureati dell'Università di Pisa è scaturita dalle interviste con 6.770 laureati, dei quali 3.740 di primo livello, 2.154 magistrali biennali e 836 a ciclo unico, mentre per l'indagine sulla condizione occupazionale sono stati coinvolti 11.940 laureati, di primo e secondo livello, degli anni 2014, 2012 e 2010, intervistati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal raggiungimento del titolo.
La scheda completa con il Rapporto 2016 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati dell'Università di Pisa è disponibile sul sito del Job Placement: http://goo.gl/UCRuPe

Giovedì 26 maggio, dalle 9.30 alle 12.30, nell’Edificio E del Polo Fibonacci, si terrà l'Open day del Servizio civile, organizzato dal Centro interdisciplinare Scienze per la Pace (CISP) dell’Università di Pisa. L’iniziativa è rivolta agli studenti dell’Ateneo pisano e a tutti i giovani tra i 18 e i 30 anni che vogliono conoscere meglio questa particolare attività di volontariato: dedicare un anno della propria vita al Servizio civile è un’esperienza emozionante e formativa, poiché contribuisce alla creazione di una cittadinanza consapevole e allo sviluppo di una convivenza solidale pacifica e non violenta, basi per costruire il proprio futuro.
L'Università di Pisa è Ente accreditato per il Servizio civile regionale, e collabora con il Cesc project per la gestione del Servizio civile nazionale. All’Open day saranno presenti i volontari in Servizio civile che, insieme allo staff del Cisp, animeranno i vari momenti della mattinata.

studenti2Il 74% dei laureati magistrali biennali dell’Università di Pisa, compresi coloro che sono in formazione retribuita, ha trovato occupazione a un anno dal conseguimento del titolo, con un guadagno mensile netto che è in media di 1.224 euro. Sono questi i dati principali che emergono dal XVIII Rapporto sul profilo dei laureati e sulla condizione occupazionale, presentato nelle scorse settimane da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario a cui dallo scorso anno ha aderito anche l'Ateneo pisano.

“Le attività di monitoraggio condotte annualmente da AlmaLaurea – dichiara la professoressa Monica Pratesi, delegata del rettore alle attività di Job Placement - sono il punto di riferimento per la valutazione della situazione occupazionale dei laureati e, grazie al fatto che ormai il consorzio comprende 73 università, cioè la quasi totalità degli atenei italiani, essi consentono di confrontare i dati di Pisa con quelli nazionali. Da questo confronto emerge, ad esempio, che i dati che riguardano i laureati pisani sono migliori sia rispetto alla media toscana che a quella nazionale, dove si registrano rispettivamente il 72 e il 70% di laureati magistrali che hanno trovato lavoro a un anno dal titolo, mentre il guadagno netto mensile si attesta rispettivamente sui 1.144 e 1.132 euro, contro la media di 1.224 euro dei laureati pisani”.

A cinque anni dalla laurea nell'Ateneo pisano, la percentuale di occupati sale all'85%, di cui il 72% ha un posto stabile, con una retribuzione che tocca i 1.473 euro mensili netti. I laureati magistrali pisani sono inseriti per il 77% nel settore privato e per il 20% nel pubblico, mentre il restante 3% lavora nel non-profit. L'ambito dei servizi assorbe il 71% degli occupati, contro il 27% dell'industria.

studenti3Per quanto riguarda il profilo dei laureati, l'indagine AlmaLaurea conferma soprattutto la forte attrattività dell'Ateneo pisano, con il 34% di laureati che proviene da fuori regione, una percentuale che sale al 46% per i soli laureati delle magistrali. Per il resto, il 42% dei laureati ha svolto durante il proprio percorso formativo dei tirocini riconosciuti, il 9% vanta esperienze di studio all'estero, in primo luogo l'Erasmus, e il 57% ha avuto almeno un'esperienza lavorativa.
Per quanto riguarda, infine, il gradimento del proprio percorso formativo, l'83% dei laureati dell'Ateneo è soddisfatta del proprio rapporto con i docenti, il 79% valuta positivamente i servizi bibliotecari e il 67% considera adeguate le aule di studio, mentre, nota meno positiva, solo il 28% ritiene adeguate le postazioni informatiche. Complessivamente, l'80% dei laureati si riscriverebbe all'Università di Pisa, anche se l'11% di questi sceglierebbe un altro corso di laurea.

La fotografia dei laureati dell'Università di Pisa è scaturita dalle interviste con 6.770 laureati, dei quali 3.740 di primo livello, 2.154 magistrali biennali e 836 a ciclo unico, mentre per l'indagine sulla condizione occupazionale sono stati coinvolti 11.940 laureati, di primo e secondo livello, degli anni 2014, 2012 e 2010, intervistati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal raggiungimento del titolo.
La scheda completa con il Rapporto 2016 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati dell'Università di Pisa è disponibile sul sito del Job Placement http://goo.gl/UCRuPe

Lunedì, 23 Maggio 2016 12:41

Dante Posticipato, al via la kermesse

dante posticipatoMostrare quanto sia ancora viva la presenza di Dante nella cultura contemporanea e far vedere quanto essa incida sull’immaginario collettivo. Nasce così “Dante Posticipato”: dal 25 al 28 maggio, in occasione del 751esimo anno dalla nascita, la città di Pisa ospiterà una serie di iniziative dedicate al Sommo Poeta. Il progetto è ideato da Marco Santagata e sostenuto dal Comune di Pisa, in collaborazione con Università di Pisa, Fondazione Teatro di Pisa, Regione Toscana, Fondazione Blu, Museo della Grafica.

Saranno quattro giorni intensi, introdotti da una lezione di Walter Siti, che vedono coinvolti alcuni importanti protagonisti della cultura italiana: dalla critica letteraria alle arti visive, dalla poesia alla narrativa, dal teatro al cinema, dal mondo della scuola a quello della comunicazione. Molti e diversi saranno gli spazi cittadini interessati, un modo per ricordare che Pisa può essere considerata una città dantesca a pieno titolo, come sottolineato da alcuni appuntamenti in calendario. Giovedì 26 maggio alle 15,30 nell’auditorium di Palazzo Blu c’è ad esempio la tavola rotonda “Dante e/a Pisa” coordinata da Adriano Prosperi alla quale partecipano Fabrizio Franceschini, Giuseppe Petralia, Diego Quaglioni, Mirko Tavoni e Marco Santagata.

"Se si pensa alle 'città di Dante' - spiega Marco Santagata ordinario di Letteratura Italiana dell’Ateneo pisano - vengono in mente la Firenze della sua nascita, dell'amore per Beatrice e delle lotte politiche, oppure la Verona scaligera, legata al tema del duro esilio, e poi Ravenna associata alla sua morte. Ma, oltre al Dante delle lotte politiche municipali e a quello esule e sconfitto, ce n’è un altro impegnato in un progetto di costruzione di un nuovo ordine italiano ed europeo che proprio a Pisa dal 1312 al 1313, alla corte di Enrico VII e per l'imperatore, scrisse il trattato politico La Monarchia".

E, per chi volesse seguire le tracce di Dante e dei suoi commentatori, sabato 28 maggio, alle 10, partirà da piazza del Carmine un tour dantesco attraverso la città. “Sarà una passeggiata di circa un’ora – racconta Fabrizio Franceschini, ordinario di Linguistica Italiana all’Università di Pisa, che farà da guida – e dal Carmine, associato al commentatore Guido da Pisa, porterà al palazzo dei Gambacorti nell’attuale Corso Italia, più volte soggiorno degli imperatori, al chiostro di S. Francesco (associato al Buti e ad altri glossatori) e sino alla Torre della Muda, nella moderna piazza dei Cavalieri, dove fu incarcerato il conte Ugolino”.

Duecento persone circa hanno partecipato giovedì 19 maggio nell’Aula Magna “Fratelli Pontecorvo” dell’Università di Pisa al convegno “L'adozione della metodologia di Building Information Modeling B.I.M. per la filiera italiana delle costruzioni”. Sono intervenuti il vice segretario del Consiglio dei Ministri Raffaele Tiscar, il provveditore alle Opere pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna Pietro Baratono, Paolo Fiamma dell’Università di Pisa, il professor Ezio Arlati del Politecnico di Milano, il professor Antonio Fioravanti dell’Università la Sapienza di Roma.
Il BIM è la metodologia innovativa che rivoluziona l’intero comparto delle costruzioni civili e dell’architettura, che il Parlamento Europeo ha indicato a tutti i paesi membri, per il settore dei lavori pubblici, grazie al grande risparmio di risorse economiche e tempi di realizzazione che permette di ottenere. L’Università di Pisa è stata fra le prime in Italia a sviluppare una ricerca specifica sul tema del BIM, con l'attività di Paolo Fiamma a cui si sono aggiunti negli anni gli ingegneri Mirko Mordagà, Marco Palazzuoli e l’architetto Giovanni Santi. Numerose le personalità presenti provenienti dalla Toscana e da Roma, in rappresentanza delle Istituzioni, della Pubblica amministrazione, degli Ordini professionali e delle imprese, fra i quali il presidente dell’Ordine nazionale dei Geometri e Geometri Laureati Maurizio Savoncelli e il presidente nazionale del CNA Costruzioni Mario Turco. Le prossime iniziative proposte dal gruppo di lavoro UNIBIM di Pisa e la documentazione dell'evento sono disponibili su www.unibim.it.

Gestire lo stress e l’ansia tramite una app installata sul proprio smartphone, che ti ricorda di respirare e mostra come il cuore batte e risponde all’esercizio. È disponibile online “Hear and Now”, la app sviluppata da BioBeats, spin off dell’Università di Pisa ormai affermata a livello internazionale che, per questo nuovo progetto, ha ottenuto oltre due milioni di dollari di finanziamento da un venture capitalist inglese.
“Basata su pratiche di riduzione dello stress e meditazione clinicamente validate, la nostra applicazione insegna a fare una respirazione profonda usando il diaframma – spiega Davide Morelli, fondatore di BioBeats – Appoggiando il dito sulla telecamera, lo smartphone rileva il battito cardiaco e dà il ritmo della respirazione, registrando come il tuo cuore reagisce all’esercizio”.
Guarda il video di presentazione.
La tecnica di respirazione diaframmatica è conosciuta e utilizzata dagli anni sessanta per gestire stress e ansia: in generale siamo abituati a respirare di petto e finiamo per non stimolare più il diaframma, che tende a rimanere contratto. Il fenomeno si aggrava in caso di tensioni emotive particolarmente forti ma, con la respirazione profonda, che va a stimolare il nervo vago, riusciamo ad agire sul battito cardiaco, che prima rallenta, poi riprende con un equilibrio ristabilito.
“Hear and Now” – il cui nome che gioca sull’assonanza di “hear” (ascolta) con l’“here” di “Here and Now” (qui e ora) – è anche un’esperienza esteticamente piacevole: BioBeats ha curato molto l’aspetto grafico e musicale facendo in modo che la app crei in tempo reale musica sincronizzata con il battito del cuore, mentre sullo schermo passano immagini che si modificano seguendo il nostro respiro: sono a fuoco se eseguiamo l’esercizio di respirazione in modo corretto, rimangono sfuocate se invece non riusciamo ad usare il maniera corretta il diaframma.
“La nostra app vuole essere di supporto ai terapisti, che in questo modo possono avere a disposizione uno strumento per controllare se e con quale qualità i pazienti eseguono gli esercizi di respirazione – specifica Morelli – “Hear and Now” è infatti il risultato di un percorso iniziato due anni fa quando abbiamo iniziato a lavorare a fianco di chi ha problemi respiratori, sviluppando applicazioni nel campo medicale e del wellness”.
La app, al momento disponibile solo su piattaforma IOS, vanta già oltre 40.000 download e, fino ad oggi, ha riscosso successo in particolare in Inghilterra e in Germania.

Lunedì, 23 Maggio 2016 09:49

Beat Night al Polo Porta Nuova

LocandinaIl 28 maggio alle 21.30, presso il Polo Porta Nuova, L' Associazione BEAT organizza il concerto 'BEAT NIGHT'.

Nell'Area 1 ci sarà musica Reggae, Dub, Rap e Hip Hop, mentre l'Area 2 sarà dedicata a musica Jungle,  d'n'b e Elettronica.

Suoneranno Manlio Sanchez, Skat, Fraska FF, Ambassador Culture e molti altri.

Ingresso gratuito

Info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.



hearnowManage stress and anxiety with an app installed on your smartphone that reminds you to breathe and measures your heartbeat, showing if it is responding to the exercise. The app Hear and Now developed by BioBeats, a spin off from the University of Pisa, now well established at international level, is available online. This new project has received backing for more than two million dollars from a British venture capitalist.

“Based on clinically validated stress-reducing and mindfulness practices, our application teaches you to breathe deeply using your diaphragm,” explains Davide Morelli, the founder of BioBeats. ”By placing your finger over the camera, the smartphone monitors your heartbeat and gauges your breathing, tracking how your heart reacts to the exercise.”

The diaphragmatic breathing technique has been recognized and used since the sixties to manage stress and anxiety: we are generally used to chest breathing and do not stimulate the diaphragm any longer, which tends to remain contracted. This phenomenon worsens in cases of particularly strong emotional tension, but with deep breathing, which stimulates the vagus nerve, we are able to work on the heartbeat, which slows down initially and then picks up a balanced rhythm.

hearnow logo“Hear and Now” – whose name plays on the sound of the word “hear” with “here” from “Here and Now” – is also an esthetically pleasing experience. Biobeats has worked carefully on the graphic and musical aspect so that the app simultaneously creates music in time with the heartbeat while on the screen images change following the breathing pattern: they are in focus if the breathing is done correctly but remain blurred if the diaphragm is not being used correctly.

“Our app aims to assist therapists, who in this way will have an instrument to check the quality of their patients’ breathing exercises,” specifies Morelli. “’Hear and Now’ is in fact the result of a journey we started two years ago when we began to work alongside people with breathing difficulties, developing applications in the field of wellness and medical care.”

The app, at present only available on the iOS platform, has already registered 40,000 downloads and has been particularly successful in the United Kingdom and Germany.

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Developer: BioBeats Inc.
Developer Website: http://hearandnow.biobeats.com/
iTunes link: https://itunes.apple.com/gb/app/hear-and-now/id977650202?mt=8
Product Video: https://youtu.be/w2TxfKUN2IU
Twitter handle: @getHearandNow

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