Se la mente è affaticata, il cervello si addormenta a nostra insaputa
Che il sonno sia fondamentale per il buon funzionamento cerebrale è dimostrato dalle ben note conseguenze della sua deprivazione, che includono, tra le altre cose, cali di attenzione, confusione e instabilità emotiva. Di fatto, tali alterazioni rappresentano una delle cause di errori medici, incidenti automobilistici e comportamenti antisociali. Un originale studio pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Neuroscience e frutto della collaborazione tra il Laboratorio di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica dell'Università di Pisa e l'Unità Operativa di Psicologia clinica dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, entrambi diretti dal professor Pietro Pietrini, e il Centro per lo studio del sonno e della coscienza dell'Università del Wisconsin, (Madison, USA) guidato dal professor Giulio Tononi, ha dimostrato che la veglia prolungata in individui impegnati in un dato compito è associata alla comparsa di temporanei episodi di "sonno locale", con gravi conseguenze negative sulle abilità cognitive e sul controllo del comportamento.
In questa ricerca, Giulio Bernardi (nella foto a sinistra), giovane assegnista dell'Università di Pisa, e collaboratori hanno dimostrato che l'utilizzo prolungato di particolari funzioni cognitive può determinare un affaticamento delle regioni cerebrali coinvolte in queste stesse funzioni. In particolare, i ricercatori hanno studiato se la pratica prolungata di compiti basati sull'autocontrollo potesse determinare una riduzione relativa della capacità di controllare gli impulsi, a causa di un relativo affaticamento delle aree corticali frontali. Per verificare questa ipotesi, un gruppo di 16 giovani volontari sani ha completato una serie di test basati sulle cosiddette "funzioni esecutive", associate al reclutamento delle regioni corticali frontali, per un periodo di 24 ore e in assenza di sonno. Come compito di controllo, in una distinta sessione sperimentale, gli stessi volontari dovevano svolgere, ancora una volta per 24 ore, un compito basato sulla coordinazione occhio-mano (un simulatore di guida). L'ordine di completamento delle due sessioni sperimentali è stato assegnato ai partecipanti in ordine pseudo-casuale, in modo da minimizzare gli effetti dell'apprendimento e dell'abituazione.
Gli autori hanno inoltre impiegato registrazioni elettroencefalografiche ad alta densità (EEG) per monitorare l'attività cerebrale dei partecipanti prima e durante l'esecuzione di particolari test comportamentali basati sugli stessi distinti domini cognitivi. Di fatto, la pratica prolungata in assenza di sonno ha portato alla comparsa di errori comportamentali durante i due test. Inoltre, gli errori sono risultati essere associati con la comparsa di oscillazioni a bassa frequenza, simili a quelli normalmente osservabili durante il sonno, nelle aree cerebrali coinvolte nello svolgimento dei compiti stessi.
Questi risultati indicano che la pratica prolungata di specifiche attività può portare a un progressivo "affaticamento funzionale" di particolari regioni cerebrali. In tali condizioni, individui in apparente stato di piena vigilanza potrebbero in realtà presentare imprevedibili episodi di temporaneo sonno locale, con potenziali conseguenze negative sulla performance cognitiva e sul controllo del comportamento.
Queste osservazioni possono contribuire a spiegare i meccanismi che determinano la ridotta performance, l'impulsività e la perdita delle inibizioni, in conseguenza di una privazione acuta o di una restrizione prolungata del sonno. Inoltre, essi aprono nuove prospettive per lo sviluppo di approcci per l'identificazione e la prevenzione di questi fenomeni di "sonno locale".
"Un affaticamento funzionale frontale in individui che si trovano per un tempo prolungato in condizioni di stress potrebbe contribuire a spiegare la perdita improvvisa e imprevedibile di controllo sugli impulsi che viene frequentemente riscontrata nei reati d'impeto - conclude il professor Pietro Pietrini - Dunque, questi risultati offrono una nuova prospettiva sulla genesi e la dinamica dei comportamenti antisociali di tipo impulsivo e forniscono un correlato cerebrale dell'errore per stanchezza". (Nella foto a destra Emiliano Ricciardi, ricercatore del team di Pietrini, e il professor Pietro Pietrini).
Altri studi sono in corso per verificare se specifici fattori, come una predisposizione genetica, particolari alterazioni cerebrali morfologiche o funzionali, o l'intervento di determinate variabili ambientali, possano essere associate a una maggiore o minore vulnerabilità agli effetti dell'affaticamento cognitivo e alla comparsa di episodi di sonno locale durante la veglia.
La ricerca è stata finanziata dai National Institutes of Health (NIH, Stati Uniti), dalla McDowell Foundation, dalla Swiss National Foundation, dalla Swiss Foundation for Medical-Biological Grants e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
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Riferimenti all'articolo pubblicato sul Journal of Neuroscience:
Neural and Behavioral Correlates of Extended Training during Sleep Deprivation in Humans: Evidence for Local, Task-Specific Effects
Bernardi Giulio 1,2,3, Siclari Francesca 1, Yu Xiaoqian 1, Zennig Corinna 1, Bellesi Michele 1, Ricciardi Emiliano 2,3, Cirelli Chiara 1, Ghilardi Maria Felice 4, Pietrini Pietro 2,3*, Tononi Giulio 1*
1 Department of Psychiatry, University of Wisconsin, Madison, Wisconsin, USA
2 Laboratory of Clinical Biochemistry and Molecular Biology, University of Pisa, Italy
3 Clinical Psychology Branch, University of Pisa, AOUP Santa Chiara, Pisa, Italy
4 Department of Physiology and Pharmacology, City University of New York Medical School, New York, NY
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Giovane ricercatore dell’Università di Pisa riceve il Premio UNASA 2015
Al giovane ricercatore Marco Landi, assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, è stato conferito dall'Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze applicate allo Sviluppo dell'Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare e alla Tutela Ambientale (UNASA) il Premio UNASA 2015 per il miglior articolo scientifico dell'anno 2014 nell'ambito della Chimica agraria e della Scienza del suolo. La cerimonia di premiazione si è svolta il 6 marzo 2015 presso la prestigiosa sede dell'Accademia dei Fisiocritici a Siena, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico UNASA.
Dopo una valutazione curriculare a livello nazionale, Marco Landi è risultato vincitore per la candidatura del lavoro "Photoprotection by foliar anthocyanins mitigates effects of boron toxicity in sweet basil (Ocimum basilicum)" pubblicato nel 2014 sulla rivista di fisiologia vegetale 'Planta' e di cui il giovane ricercatore risulta primo autore. Nel lavoro viene dimostrato come in condizioni di eccesso di boro nel suolo, frequenti in ambienti aridi e semi-aridi, il ruolo fotoprotettivo degli antociani possa consentire alla pianta una maggior tolleranza nei confronti di questo elemento, evidenziando ancora una volta come i prodotti del metabolismo secondario racchiudano un enorme potenziale adattativo per le piante. La ricerca è stata condotta con la collaborazione della professoressa Lucia Guidi e del professor Alberto Pardossi dell'Università di Pisa, del dottor Massimiliano Tattini dell'Istituto per la Protezione delle Piante del CNR di Firenze e del professor Kevin S. Gould della Victoria University of Wellington (NZ), dove Marco Landi ha condotto una parte delle ricerche durante il periodo del suo dottorato di ricerca.
Marco Landi ha conseguito il titolo di dottorato di ricerca internazionale presso l'Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna nel marzo 2014. Attualmente le sue ricerche nell'ambito della biochimica agraria vertono sull'indagine delle risposte fisiologiche di piante di interesse agrario esposte a stress di natura abiotica tipici dell'areale mediterraneo. Oltre ad essere co-autore di articoli scientifici su riviste internazionali e capitoli di libri a invito, Landi è stato coinvolto nei Progetti nazionali PRIN assegnati al Dipartimento d Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali di Pisa dal titolo "Risposta delle piante alla tossicità da boro" coordinato dal professor Alberto Pardossi e "Progettare la città verde nell'era del cambiamento globale: funzioni degli alberi urbani e loro adattabilità nelle future condizioni climatiche (TreeCity)", coordinato dal professor Giacomo Lorenzini.
'Ripensare il nostro passato'
Si intitola "Ripensare il nostro passato" la giornata di studi che si terrà venerdì 20 marzo, dalle ore 11 alle 18 nella Sala Stemmi della Scuola Normale Superiore. Un'occasione per celebrare i 90 anni di Mario Mirri, professore emerito dell'Università di Pisa e studioso di storia moderna, attraverso la Postfazione scritta per L'impegno di una generazione (a cura di M. Mirri, R. Sabbatini, L. Imbasciati, Milano, Franco Angeli, 2014), il volume dedicato alla formazione culturale, morale e politica di quattro giovani amici lucchesi: Fausto Codino, Giorgio Giorgetti, Mazzino Montinari e Angelo Pasquinelli. La profonda riflessione che traspare dalle pagine di Mirri, oltre a offrire nuovi modelli interpretativi sugli ultimi cinquant'anni di storia italiana ed europea, sarà lo spunto per riflettere sull'esigenza di affidare alla cultura e agli uomini di cultura, ieri quanto oggi, un ruolo preminente nella vita sociale e civile del nostro paese. Interverranno come relatori alcuni dei più stimati conoscitori della materia provenienti da prestigiose università italiane, tra i quali Roberto Barzanti, Roberto Finzi, Giovanni Gozzini, Maurizio Iacono, Adrien Lyttelton, Daniele Menozzi, Paolo Pezzino e Marcello Verga.
Mario Mirri è professore emerito dell'Università di Pisa, studioso di storia del Settecento, di storia degli Stati territoriali, di storia dell'agricoltura e di storia dell'istruzione agraria nell'Ottocento. Tra gli ultimi suoi lavori ricordiamo Andare a scuola di agricoltura in Agricoltura come manifattura (Firenze, 2000); Fisiocrazia e riforme, il caso della Toscana e il ruolo di Ferdinando Paoletti (Fondazione Feltrinelli, «Annali 2007»).
L'Enigma a Pisa
Sabato 14 marzo, nell'ambito dell'iniziativa "Un mese con Turing e l'Enigma", è stata inaugurata al Museo degli Strumenti per il Calcolo la mostra "L'Enigma a Pisa", curata per la Fondazione Galileo Galilei da Giovanni Cignoni, che resterà aperta fino a domenica 22 marzo. Sono intervenuti per l'Università di Pisa, il prorettore vicario Nicoletta De Francesco; per il Comune, l'assessora alle Politiche socioeducative e scolastiche, Marilù Chiofalo; per il Ministero dello Sviluppo Economico, la responsabile del Polo culturale del Museo Storico della Comunicazione del Ministero, Gilda Gallerati. Dopo l'introduzione di Giovanni Cignoni, che ha spiegato come operava e come fu battuta l'Enigma, si è svolta una dimostrazione dal vivo del funzionamento della macchina, prestata per l'occasione dal MiSE. L'evento ha suscitato grande curiosità e interesse negli oltre 250 partecipanti che sono intervenuti all'inaugurazione.
Cogliendo al volo l'interesse seguito al film "The Imitation Game" e al suo meritato Oscar (miglior sceneggiatura non originale) il Museo degli Strumenti per il Calcolo ha proposto un ricco programma di eventi: l'Enigma al Museo, e poi approfondimenti sulla macchina, su Turing e gli altri personaggi, su Bletchley Park e la battaglia dei codici, sulla crittografia, sul serio e nella fantasia, nella storia e nel quotidiano, film all'Arsenale con presentazioni e dibattiti, il Turing di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni, tavole rotonde, articoli su PaginaQ, dirette streaming con Radiocicletta.it
Per le scuole, incontri e laboratori didattici sulla crittografia e l'Enigma che rimarranno nell'offerta didattica del Museo anche dopo la Mostra.
Gli appuntamenti nei prossimi giorni:
- lunedì 16 marzo, al Teatro Rossi Aperto, risposte al pubblico e dibattito in diretta streaming sul tema "Storia e Narrativa", con Giovanni Cignoni, Cinzia Colosimo, Maurizio Vaccaro,
- dal 16 al 18 marzo, all'Arsenale, "Enigma" (2001), introduzione a cura di Fabio Gadducci,
- martedì 17 marzo h 16.30: "Dall'Alberti all'Enigma e oltre", di Fabrizio Luccio - la storia della crittografia prima e dopo l'Enigma
- venerdì 20 marzo h 16.30: "Il muro della crittografia fra diritti e doveri", di Marco Mattiucci - Digital Forensics & Counter Forensics, Indagini di PG & Privacy - Crittografia, applicazioni e implicazioni - tavola rotonda con Marco Mattiucci, Dino Pedreschi, Gianluca Dini
- sabato 21 marzo h 16.30: "The Imagination Game – Le altre macchine", di Giovanni Cignoni - Calcolatori e non, citati o dimenticati dal film
- dal 23 al 25 marzo, all'Arsenale, Breaking the Code (1996), introduzione a cura di Giuseppe Lettieri
Guarda il video.
Articolo su UniPiNews: http://www.unipi.it/index.php/tutte-le-news/item/5631-un-mese-con-turing-e-lenigma
Programma completo: http://hmr.di.unipi.it/TuringEnigma
Contatti: Francesca Corradi, 050 2213626, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
A giovane ricercatore dell’Università di Pisa il Premio UNASA 2015
Al giovane ricercatore Marco Landi, assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, è stato conferito dall'Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze applicate allo Sviluppo dell'Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare e alla Tutela Ambientale (UNASA) il Premio UNASA 2015 per il miglior articolo scientifico dell'anno 2014 nell'ambito della Chimica agraria e della Scienza del suolo. La cerimonia di premiazione si è svolta il 6 marzo 2015 presso la prestigiosa sede dell'Accademia dei Fisiocritici a Siena, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico UNASA.
Dopo una valutazione curriculare a livello nazionale, Marco Landi è risultato vincitore per la candidatura del lavoro "Photoprotection by foliar anthocyanins mitigates effects of boron toxicity in sweet basil (Ocimum basilicum)" pubblicato nel 2014 sulla rivista di fisiologia vegetale Planta e di cui il giovane ricercatore risulta primo autore. Nel lavoro viene dimostrato come in condizioni di eccesso di boro nel suolo, frequenti in ambienti aridi e semi-aridi, il ruolo fotoprotettivo degli antociani possa consentire alla pianta una maggior tolleranza nei confronti di questo elemento, evidenziando ancora una volta come i prodotti del metabolismo secondario racchiudano un enorme potenziale adattativo per le piante. La ricerca è stata condotta con la collaborazione della professoressa Lucia Guidi e del professor Alberto Pardossi dell'Università di Pisa, del dottor Massimiliano Tattini dell'Istituto per la Protezione delle Piante del CNR di Firenze e del professor Kevin S. Gould della Victoria University of Wellington (NZ), dove Marco Landi ha condotto una parte delle ricerche durante il periodo del suo dottorato di ricerca.
Marco Landi ha conseguito il titolo di dottorato di ricerca internazionale presso l'Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna nel marzo 2014. Attualmente le sue ricerche nell'ambito della biochimica agraria vertono sull'indagine delle risposte fisiologiche di piante di interesse agrario esposte a stress di natura abiotica tipici dell'areale mediterraneo. Oltre ad essere co-autore di articoli scientifici su riviste internazionali e capitoli di libri ad invito, Landi è stato coinvolto nei Progetti nazionali PRIN assegnati al Dipartimento d Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali di Pisa dal titolo "Risposta delle piante alla tossicità da boro" coordinato dal professor Alberto Pardossi e "Progettare la città verde nell'era del cambiamento globale: funzioni degli alberi urbani e loro adattabilità nelle future condizioni climatiche (TreeCity)", coordinato dal professor Giacomo Lorenzini.
Per l'Ateneo di Pisa il Premio UNASA 2015 rappresenta un'ulteriore conferma dell'eccellenza scientifica in campo agrario dopo che appena lo scorso anno un altro giovane ricercatore pisano, l'entomologo Giovanni Benelli, aveva ricevuto lo stesso prestigioso riconoscimento.
Ne hanno parlato:
Nazione Pisa
Pisa Today
Greenreport.it
NazionePisa.it
PaginaQ
Controcampus
All'Università di Pisa il convegno finale del progetto europeo VIctim Supporting Project
Lunedì 16 marzo dalle 9,30 nell'aula magna del Polo Fibonacci in largo Pontecorvo 3 si svolgerà il convegno finale del VIctim Supporting Project (VIS), un progetto europeo iniziato nel 2012, di cui è partner scientifico il dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Pisa. "Per le vittime e con le vittime: istituzioni, norme e pratiche in una cornice europea" è il titolo della giornata che traccerà un quadro dei servizi e delle opportunità attivate a Pisa, Livorno e Mantova - come lo Sportello di ascolto e supporto alle vittime presso la Provincia di Livorno (Ufficio della Consigliera di Parità) – utili a rafforzare il tessuto sociale dei territori. Il convegno avrà anche il contributo di due relatori di livello europeo: Levent Altan, direttore del network Victims Support Europe, e Julia Davidson docente all'Università Middlesex di Londra, entrambi esperti sul tema.
Il progetto VIS è stato attuato grazie all'apporto di partner istituzionali e associazioni del settore (Regione Toscana, Provincia di Livorno Sviluppo, Associazione Libra Mantova, Società della Salute di Pisa, Azienda Usl 6 di Livorno, Cesdi Pisa, Alce Nero Mantova, partner associati Provincia di Pisa, Ospedale Carlo Poma di Mantova) col coordinamento scientifico dell'Università di Pisa (Dipartimento Scienze Politiche e Master in Criminologia).
Smaltimento in sicurezza di materiali radioattivi
Il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa ha appena concluso un'attività sperimentale di qualificazione dei contenitori per lo stoccaggio e l'inglobamento di materiali radioattivi a bassa attività iniziata nel luglio del 2013 e finanziata da Ansaldo Nucleare. L'attività si è svolta principalmente presso il Laboratorio Scalbatraio, l'unico centro in Italia per la qualificazione di contenitori per materiali radioattivi.
"A seguito della validazione che abbiamo effettuato e della approvazione da parte dell'Ente di Sicurezza dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) – ha spiegato il professore Donato Aquaro dell'Ateneo pisano responsabile scientifico della ricerca - saranno costruiti circa 2.000 esemplari presso il centro di ricerche della Commissione europea JRC a Varese per inglobare e stoccare rifiuti radioattivi".
I test sono stati effettuati su cinque contenitori di forma prismatica (1,6 m x 2,5 m di base ed un'altezza di 1,2 m) con un volume di circa 4 metri cubi al cui interno sono previsti o basket cilindrici per l'alloggiamento di fusti cilindrici o basket prismatici per stoccare componenti sfusi quali pompe, valvole, tubazioni, materiale lapideo ecc. Entrambi i tipi di rifiuti sono stati quindi inglobati in una malta cementizia ad elevata fluidità e resistenza. In particolare, le prove di qualificazione effettuate sono state numerose sia per il contenitore sia per la matrice di inglobamento: irraggiamento accelerato su provini di malta; inglobamento di rifiuti nella malta con una ricetta realizzata al Laboratorio Scalbatraio; verifica dell'inglobamento dei rifiuti; test di caduta libera; prova termica in forno a 800° C per mezz'ora per simulare un incendio. Quest'ultimo test è stato preceduto da una prova su un modello in scala ridotta presso il Laboratorio Scalbatrario con l'assistenza di una squadra di Vigili del Fuoco: la prova serviva a garantire che il bitume presente nei fusti di un contenitore non raggiungesse la temperatura di autocombustione, ovvero 250° C.
Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
AdnKronos
Focus.it
Panorama.it
IlTempo.it
TgRegione.it
InToscana.it
StampToscana.it
UniNews24.it
ControCampus.it
PianetaUniversitario.it
GreenReport.it
VillaggioGlobale.it
GoNews.it
PisaInformaFlash.it
QuiNewsPisa.it
All'Università di Pisa collaudati i contenitori per lo smaltimento in sicurezza di materiali radioattivi a bassa attività
Il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa ha appena concluso un'attività sperimentale di qualificazione dei contenitori per lo stoccaggio e l'inglobamento di materiali radioattivi a bassa attività iniziata nel luglio del 2013 e finanziata da Ansaldo Nucleare. L'attività si è svolta principalmente presso il Laboratorio Scalbatraio, l'unico centro in Italia per la qualificazione di contenitori per materiali radioattivi.
"A seguito della validazione che abbiamo effettuato e della approvazione da parte dell'Ente di Sicurezza dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) – ha spiegato il professore Donato Aquaro dell'Ateneo pisano responsabile scientifico della ricerca - saranno costruiti circa 2.000 esemplari presso il centro di ricerche della Commissione europea JRC a Varese per inglobare e stoccare rifiuti radioattivi".
I test sono stati effettuati su cinque contenitori di forma prismatica (1,6 m x 2,5 m di base ed un'altezza di 1,2 m) con un volume di circa 4 metri cubi al cui interno sono previsti o basket cilindrici per l'alloggiamento di fusti cilindrici o basket prismatici per stoccare componenti sfusi quali pompe, valvole, tubazioni, materiale lapideo ecc. Entrambi i tipi di rifiuti sono stati quindi inglobati in una malta cementizia ad elevata fluidità e resistenza. In particolare, le prove di qualificazione effettuate sono state numerose sia per il contenitore sia per la matrice di inglobamento: irraggiamento accelerato su provini di malta; inglobamento di rifiuti nella malta con una ricetta realizzata al Laboratorio Scalbatraio; verifica dell'inglobamento dei rifiuti; test di caduta libera; prova termica in forno a 800° C per mezz'ora per simulare un incendio. Quest'ultimo test è stato preceduto da una prova su un modello in scala ridotta presso il Laboratorio Scalbatrario con l'assistenza di una squadra di Vigili del Fuoco: la prova serviva a garantire che il bitume presente nei fusti di un contenitore non raggiungesse la temperatura di autocombustione, ovvero 250° C.
Certificazione europea per sette laureati pisani in ingegneria nucleare
Lo scorso 6 marzo, nell'ambito dell'Assemblea Generale dell'European Nuclear Education Network Association, tenutasi presso il Dipoli Congress Centre di Otaniemi, ad Espoo in Finlandia, è stata proclamata la selezione di sette laureati pisani in Ingegneria nucleare per l'assegnazione della certificazione di European Master of Science in Nuclear Engineering (EMSNE). I sette ingegneri sono Morena Angelucci, Vincenzo Bisogno, Matteo Montella, Andrea Mossi, Vito Quagliarello, Giacomo Saccone e Roberta Scarpa. Questi nostri laureati hanno conseguito la certificazione grazie alla conformità dei loro studi in Ingegneria nucleare all'Università di Pisa con i paradigmi europei e allo svolgimento di un periodo di stage all'estero per la loro tesi, presso istituzioni che fanno parte di ENEN.
L'azione di internazionalizzazione svolta da anni dal corso di laurea in Ingegneria nucleare, che ha portato l'Università di Pisa a contribuire in maniera molto significativa alle certificazioni EMSNE, ha dato frutti cospicui a questo riguardo, grazie alla rete di contatti stabilita tra l'Ateneo pisano e le università, i centri di ricerca e le industrie membri di ENEN. Il corso è ora tenuto in lingua inglese e sta attraendo studenti dall'estero.
La cerimonia di consegna delle certificazioni si terrà a settembre, a latere della Conferenza Generale della IAEA a Vienna. In quell'occasione, i sette laureati pisani riceveranno il relativo diploma dalle mani del presidente e del vice presidente dell'associazione, il professor Walter Ambrosini dell'Università di Pisa e il professor Javier Dies dell'Universitat Politecnica de Catalunya, appena riconfermati per un altro anno alla guida di ENEN, nel suggestivo scenario dell'Agenzia di "atoms for peace".
L'Università di Pisa celebra il Pi greco Day
In occasione della giornata mondiale di Pi greco, festeggiata in tutto il mondo il 14 marzo (3.14 per gli americani), l'Università di Pisa celebra la famosa costante matematica con un allestimento nel cortile del Polo Piagge. Il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali realizzerà infatti un tappeto erboso grande 11 metri a forma di Pi greco, utilizzando prato in rotoli offerto dalla ditta Bindi Pratopronto.
Il giorno del Pi greco è stato festeggiato per la prima volta il 14 marzo 1988, all'Exploratorium, il celebre Museo della Scienza di San Francisco e da allora è celebrato da numerose scuole, università e istituzioni scientifiche di tutto il mondo. Lo stesso giorno è anche l'anniversario della nascita di Einstein.
Pi greco è una costante matematica che rappresenta il rapporto tra il diametro di un cerchio e la sua circonferenza. È un numero con infinite cifre decimali, ma le prime tre cifre con cui il Pi greco è universalmente conosciuto sono 3,14.
Il tappeto erboso a forma di Pi greco rimarrà installato al Polo Piagge fino a lunedì 16. Durante la permanenza saranno realizzate immagini da drone e foto fatte dai piani alti della struttura.