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toscolataIl primo assaggio di Toscolata, la cioccolata con i prodotti nel cuore, risultato dell'omonimo progetto coordinato dall'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr, con la partecipazione dell'Università di Pisa, dell'Università di Siena, dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, è coinciso con l'annuncio del prossimo inizio – previsto entro maggio 2015 - della sperimentazione clinica, per valutare gli effetti benefici sul sistema cardiovascolare di 30 volontari, fra i 30 e i 65 anni. Il progetto Toscolata è stato finanziato dalla Regione Toscana ed ha ricevuto il patrocinio dei Comuni Montani del Casentino, della Società di Ortoflorofrutticultura Italiana (Soi), della Provincia di Siena, del vivaio forestale "Il Campino".

L'annuncio del "reclutamento" per questa "dolce" e "appetitosa" sperimentazione è arrivato durante la giornata di presentazione, ospitata proprio dalla Scuola Superiore Sant'Anna a Pisa, dove il partner di progetto e produttore della Toscolata, l'azienda Vestri di Arezzo, ha riproposto elementi tipici di una cioccolateria dove le tavolette si producono in maniera artigianale e dove sono stati presentanti gli ingredienti principali della Toscolata, tutti di origine toscana e provenienti da agricoltura biologica. La presentazione è culminata nell'assaggio della Toscolata, nella cui ricetta figurano la mela "Panaia rossa" e l'olio extravergine di oliva toscano e nella valutazione, attraverso una scheda di assaggio semplificata.

toscolata2All'iniziativa presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa hanno partecipato Marco Masi e Enrico Mario Pe', rispettivamente coordinatore dell'area educazione, istruzione, università e ricerca della Regione Toscana e direttore dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Sant'Anna di Pisa.

Claudio Cantini, coordinatore del progetto Toscolata, ne ha presentato obiettivi e risultati. Luca Sebastiani, dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, si è soffermato sulle proprietà organolettiche e sui composti nutraceutici presenti nelle mele e nell'olio di oliva prodotto con varietà toscane. Per le mele, in questa prima fase lo studio ha preso in esame le antiche varietà del Casentino, come la "Panaia" rossa, la "Ruggina", la "Mora" e la "Nesta". Tra queste, la "Panaia" rossa è risultata particolarmente ricca in composti polifenolici (ricchi di sostanze antiossidanti, che possono contribuire a "rallentare l'invecchiamento") e quindi è stata scelta per arricchire il cioccolato da utilizzare nella sperimentazione clinica. Per l'olio la scelta è ricaduta su un olio di più varietà di olive, derivato da "Frantoio", "Leccino", "Moraiolo", ricco in biofenoli, sostanze antiossidanti. Patrizia Salusti, del Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Siena, ha presentato le procedure di preparazione di un cioccolato di alta qualità, com'è appunto la Toscolata, evidenziando le problematiche connesse alla tracciabilità degli ingredienti e del prodotto finito.

cioccolata7Rossella Di Stefano del dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica Molecolare e dell'area critica dell'Università di Pisa ha fornito indicazioni sul progetto clinico correlato alla Toscolata, con riferimento al paziente "ideale" e agli effetti salutistici attesi sulle cellule coinvolte nella riparazione del sistema cardiovascolare. Per la sperimentazione clinica, saranno arruolati 30 volontari, fra 35 e 65 anni, portatori di almeno tre fattori di rischio cardiovascolare come fumo, dislipidemia (colesterolo alto), familiarità per malattie cardiovascolari, sovrappeso, ipertensione (pressione alta).

I partecipanti alla studio saranno chiamati ad assumere 40 grammi di Toscolata ogni giorno, seguendo un protocollo sperimentale che alterna la Toscolata con olio extravergine e la Toscolata con mela "Panaia" rossa. All' inizio e al termine di ogni assunzione saranno eseguiti prelievi per dosare il numero di cellule ematiche circolanti, note per essere diminuite nei pazienti che presentano fattori di rischio cardiovascolare e importanti per evitare la progressione del danno che porta alla formazione della placca aterosclerotica, responsabile di infarto, ictus, ischemie periferiche. Il risultato atteso è che il numero di queste cellule possa aumentare dopo l'assunzione di Toscolata. A queste analisi saranno associate quelle dei metaboliti, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, per ottenere un profilo dei metaboliti esogeni (derivanti dall'assunzione di Toscolata) ed endogeni, coinvolti nella definizione del rischio cardiovascolare.

Per candidarsi, come volontario, alla fase clinica del progetto Toscolata è possibile scrivere ai seguenti indirizzi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

kickstarter fullI ricercatori dell'Università di Pisa ce l'hanno fatta, ancora prima della fine della campagna di crowdfunding lanciata un mese fa su Kickstarter il loro progetto ha raggiunto l'obiettivo dei 20.000 dollari e adesso VIPER, il prodotto hi-tech nato nel mondo di Internet delle Cose, potrà andare in produzione. Dal prossimo lunedì, Daniele Mazzei del Centro di ricerca "E. Piaggio", Giacomo Baldi dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana, Gualtiero Fantoni e Gabriele Montelisciani del dipartimento di Ingegneria civile e industriale inizieranno a ingegnerizzare la scheda e a finalizzare la suite del dispositivo ad alto tasso di tecnologia che promette di rivoluzionare e semplificare la nostra vita quotidiana rendendo accessibile qualsiasi oggetto tramite computer o cellulare.

L'Università di Pisa è stato il primo ateneo italiano a sbarcare su Kickstarter, la piattaforma internazionale di crowdfunding per progetti creativi, e in meno di un mese ha raccolto circa 20.700 dollari, superando addirittura l'obiettivo iniziale. Il dispositivo che i ricercatori andranno a realizzare potrà aiutare le persone a monitorare la propria casa senza dover fare tracce nei muri, permettendo di sapere, ad esempio, se il cane ha sete o se i bambini sono rientrati da scuola, di spegnere il riscaldamento se è stato lasciato inavvertitamente acceso o di controllare da lavoro se è stato chiuso il gas, il tutto con dei semplici click, senza dover avere una laurea in ingegneria o in informatica.

team ricercatori VIPERI risultati più interessanti raggiunti dal team di ricercatori pisani in questo mese di campagna di crowdfunding sono anche altri: la notizia di VIPER ha avuto grande risonanza, è apparsa in oltre 20 articoli su testate nazionali e locali, ha ricevuto post su blog generalisti, ma anche ottime e dettagliate descrizioni sui blog di ATMEL, ARM, Hackaday, buildinginternetofthings, a dimostrazione del valore del prodotto made in Pisa.

Inoltre la campagna su Kickstarter ha permesso alla neonata realtà di attivare le prime collaborazioni industriali con aziende italiane: la prima riguarda lo sviluppo di una particolare scheda con microcontrollore, mentre la seconda prevede lo sviluppo di 15 tavole rotanti sincronizzate da montare come espositori in una gioielleria parigina.

I nostri ricercatori sono stati contattati per "agganciare" VIPER ai servizi cloud sviluppati all'interno di progetti europei ed è partita una prima collaborazione con un celebre autore di libri divulgativi su Arduino, sull'elettronica per hobbisti, sulle stampanti 3D e sul digital making.

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa
LaStampa.it 
TirrenoPisa.it
askanews.it
PaginaQ 
Controcampus.it 
PisaToday.it

Martedì, 24 Marzo 2015 10:03

«Le strane coppie»

Stefano Brugnolo"Le strane coppie. Antagonismo e parodia dell'uomo comune" edito da Il Mulino è uno degli ultimi lavori di Stefano Brugnolo, professore di Critica letteraria e Letterature comparate del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa. Stefano Brugnolo ricopre attualmente la cattedra che fu del professore Francesco Orlando di cui è diretto allievo e con il quale si è laureato nel 1980 con una tesi dal titolo "Il surrealismo e la psicoanalisi freudiana: l'inconscio tra retorica e antiretorica". Presentiamo di seguito un intervento a sua firma in cui ci racconta del suo libro.


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Chiariamo subito cosa si intende per nel libro per 'strane coppie'? In linea di massima, le strane coppie di cui ci si occupa sono composte da individui 'fuori squadra' che sono complementari l'uno all'altro, simili ma diversi, antitetici ma uguali. Ne consegue che i personaggi sono presentati come due opposti che s'attraggono o due simili che si respingono. Le varianti possibili di queste combinazioni di diversità e uguaglianza, di affinità e contrasto sono tantissime. Il lungo e il corto, il grasso e il magro, il furbo e il tonto, il parolaio e il muto, ecc.

E' un tema diffusissimo che viene da lontano, che si ritrova già nella Commedia dell'Arte, e poi in tanta letteratura, ma anche nel circo, nel cabaret, nel varietà, nel cinema, alla televisione. Forse i massimi rappresentanti di questa tipologia di personaggi restano Don Chisciotte e Sancio Panza. Che se anche cominciano le loro avventure come servo e padrone, poi si trasformano sempre di più in amici che magari battibeccano e minacciano sempre di separarsi ma non possono farlo, perché si vogliono bene.

strane coppieDi strane coppie però è pieno il mondo: si pensi anche a quelle televisive recenti, a Gaspare e Zuzzurro, a Ficarra e Picone, ad Ale e Franz, e a tante altre. Nel libro si constata che si danno due fondamentali possibilità di rappresentazione: qualche volta sono solo loro i protagonisti assoluti e noi ci confrontiamo e identifichiamo con i due tipi; qualche volta invece a imbattersi in quei due strani tipi è un personaggio che se li vede venire avanti quando meno se l'aspettava (e allora noi lettori o spettatori siamo indotti ad indentificarci con il malcapitato). Sono di questo secondo tipo le strane coppie che se la prendono con i protagonisti di Kafka, ma anche il Gatto e la Volpe in Pinocchio. In questi casi più che protagonisti i due tipi sono gli antagonisti di qualche povero uomo qualunque. Del primo tipo sono invece per esempio le coppie formate da Stanlio e Ollio, da Bouvard e Pécuchet di Flaubert, da Vladimiro e Estragone di Beckett, da Jules e Vincent di Pulp Fiction. E perché no da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. e da tanti altri comici più recenti. Comunque sia, là dove le strane coppie entrano in campo - e quasi sempre lo fanno proponendosi grottescamente di realizzare compiti importanti e difficili -, creano garbugli, confusione, mulinelli, equivoci, qui pro quo, sia a livello di scambi verbali che di azioni vere e proprie.

A partire da questa constatazione il libro prova a rispondere a questa domanda: chi sono, cosa rappresentano questi personaggi? La risposta avanzata è questa: questi due tipi poco affidabili e raccomandabili costituiscono la parodia vivente di un soggetto moderno che si presume unico e saldo. Ne costituiscono insomma lo specchio rovesciato. Essi infatti spesso minacciano beffardamente la nostra integrità e rispettabilità di individui 'per bene', fanno sempre il verso alla nostra mediocre normalità, la imitano e la interpretano male, grottescamente, da pagliacci quali sono, ma comportandosi così ce ne restituiscono anche un'immagine dissacrante e illuminante. Insomma, l'ipotesi del libro, a volerla semplificare è che ognuno di noi può ritrovarsi e rivedersi in quelle nostre strane e brutte copie/coppie che sono Stanlio e Ollio, Bouvard e Pécuchet e tutti gli altri....


Stefano Brugnolo
Professore di Critica Letteraria e Letterature Comparate

Martedì, 24 Marzo 2015 09:57

La furbizia dei cavalli

Il cavallo è un animale furbo che capisce e segue le indicazioni dell'uomo, ma solo quando gli conviene. E' questo il risultato di uno studio condotto dei ricercatori del dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Pisa che per la prima volta ha dimostrato che i cavalli, contrariamente a quanto sinora documentato dalla letteratura scientifica, possiedono capacità cognitive evolute e memoria a breve termine. I risultati della ricerca, svolta da Paolo Baragli e Claudio Sighieri dell'Ateneo pisano in collaborazione con Paola Lovrovich dell'Italian Horse Protection Association, sono stati pubblicati sull'ultimo numero della rivista internazionale "Applied Animal Behaviour Science".
La ricerca è partita da un test condotto su 24 cavalli divisi in due gruppi. In entrambi i casi gli animali avevano di fronte tre secchi uguali e capovolti e dovevano indovinare sotto quale si nascondesse un pezzo di carota. Ma in un caso dovevano trovare la carota senza alcuna indicazione o aiuto, mentre nell'altro potevano vedere la persona che si avvicinava al secchio, nascondeva la carota e poi se ne andava.
"Nel corso della prova i cavalli – ha spiegato Paolo Baragli - hanno dimostrato di saper cambiare la propria strategia di ricerca per raggiungere il loro obiettivo, cioè la carota, nel più breve tempo possibile, a prescindere anche dagli indizi forniti dall'uomo".
In altre parole, i cavalli del gruppo che vedevano la persona nascondere la carota all'inizio sfruttavano questa indicazione ed erano più precisi, cioè andavano verso il secchio giusto, ma impiegavano più tempo. Con il succedersi delle prove gli animali hanno cambiato strategia e sono diventati meno precisi ma più veloci, capovolgendo anche tutti i secchi, sicuri comunque di trovare la carota.
"I risultati di questo test dimostrano che i cavalli sono in grado di comprendere e di usare il significato cognitivo delle indicazioni umane per compiere le proprie scelte – ha concluso Paolo Baragli – ma sono anche in grado di cambiare la propria strategia nel momento in cui si rendono conto che l'informazione ottenuta non è fondamentale per raggiungere l'obiettivo, soprattutto se può essere conquistato più velocemente in altro modo. E tutto ciò avviene in un arco di tempo, cioè la durata dei test, molto breve ad indicare il fatto che i cavalli possiedono sofisticate capacità di trovare rapidamente soluzioni diverse ad uno stesso problema, basandosi sull'esperienza fatta".

Martedì, 24 Marzo 2015 09:37

La furbizia dei cavalli

cavalli in fuga petpassionIl cavallo è un animale furbo che capisce e segue le indicazioni dell'uomo, ma solo quando gli conviene. E' questo il risultato di uno studio condotto dei ricercatori del dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Pisa che per la prima volta ha dimostrato che i cavalli, contrariamente a quanto sinora documentato dalla letteratura scientifica, possiedono capacità cognitive evolute e memoria a breve termine. I risultati della ricerca, svolta da Paolo Baragli (foto a sinistra) e Claudio Sighieri dell'Ateneo pisano in collaborazione con Paola Lovrovich dell'Italian Horse Protection Association, sono stati pubblicati sull'ultimo numero della rivista internazionale "Applied Animal Behaviour Science".
La ricerca è partita da un test condotto su 24 cavalli divisi in due gruppi. In entrambi i casi gli animali avevano di fronte tre secchi uguali e capovolti e dovevano indovinare sotto quale si nascondesse un pezzo di carota. Ma in un caso dovevano trovare la carota senza alcuna indicazione o aiuto, mentre nell'altro potevano vedere la persona che si avvicinava al secchio, nascondeva la carota e poi se ne andava.
paolo baragli"Nel corso della prova i cavalli – ha spiegato Paolo Baragli - hanno dimostrato di saper cambiare la propria strategia di ricerca per raggiungere il loro obiettivo, cioè la carota, nel più breve tempo possibile, a prescindere anche dagli indizi forniti dall'uomo".
In altre parole, i cavalli del gruppo che vedevano la persona nascondere la carota all'inizio sfruttavano questa indicazione ed erano più precisi, cioè andavano verso il secchio giusto, ma impiegavano più tempo. Con il succedersi delle prove gli animali hanno cambiato strategia e sono diventati meno precisi ma più veloci, capovolgendo anche tutti i secchi, sicuri comunque di trovare la carota.
"I risultati di questo test dimostrano che i cavalli sono in grado di comprendere e di usare il significato cognitivo delle indicazioni umane per compiere le proprie scelte – ha concluso Paolo Baragli – ma sono anche in grado di cambiare la propria strategia nel momento in cui si rendono conto che l'informazione ottenuta non è fondamentale per raggiungere l'obiettivo, soprattutto se può essere conquistato più velocemente in altro modo. E tutto ciò avviene in un arco di tempo, cioè la durata dei test, molto breve ad indicare il fatto che i cavalli possiedono sofisticate capacità di trovare rapidamente soluzioni diverse ad uno stesso problema, basandosi sull'esperienza fatta".

Ne hanno parlato:
AdnKronos
Repubblica.it
LaStampa.it
QN.it
CorriereFiorentino.it
InToscana.it
Tirreno.it
Il Tirreno Pisa
La Gazzetta del Sud
Panorama.it
Focus.it
Notizie.Yahoo.it
IlTempo.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
GreenReport.it
GreenMe.it
AnimalGlamour.it
CavalloMagazine.it
PaginaQ.it
GoNews.it

VIS logoIl ruolo dell'Università di Pisa è stato quello di coordinare scientificamente il progetto, elaborando i percorsi formativi, costruendo momenti di verifica delle varie fasi, definendo le linee guida per gli operatori e per la creazione dei centri di supporto alle vittime. Avviato nel 2012 dalla Provincia di Livorno con un finanziamento della Commissione Europea e numerosi partner coinvolti, il VIS Network – VIctim Supporting Project: a network to support and aid crime victims – è arrivato alla sua conclusione creando sul territorio una rete di soggetti in grado di rispondere alla sempre più forte domanda di assistenza da parte delle vittime di reato, dai casi di cronaca più eclatanti fino alle vicende sommerse che si consumano tra le mura domestiche.

«Il dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa ha messo a disposizione il suo sapere teorico e metodologico per far emergere i bisogni dei vari soggetti coinvolti – ha dichiarato il professor Andrea Borghini, coordinatore scientifico di VIS – Con le sue competenze, ha contribuito alla governance della rete ponendosi in una posizione di ascolto attivo dei territori investiti dal progetto, cercando di farne emergere la ricchezza, rappresentata dagli agenti presenti, di rendere attivi i nodi delle reti già esistenti e di coinvolgere altri attori, fino a quel momento esclusi o silenti».

VIS networkLa rete di VIS ha coinvolto soggetti territoriali (29 nel territorio di Livorno e 18 nell'area di Pisa) che, con competenze diverse, si occupano di trattamento alle vittime, dai servizi sanitari, alle forze dell'ordine, dalle istituzioni alle associazioni di settore che insieme possono garantire una risposta ai nuovi bacini di fragilità sociale in costante aumento. Inoltre è stata svolta una mappatura dei soggetti che si occupano del trattamento delle vittime fragili a Mantova (32 nella città e 19 sul territorio provinciale) e una mappatura per quelli di Pisa. Tra i risultati raggiunti ci sono numerose iniziative di sensibilizzazione, la formazione degli operatori delle istituzioni preposte e coinvolte nel processo di trattamento della vittima in 6 percorsi dedicati (2 per ogni area), la stipula di protocolli d'intesa per stabilire misure congiunte per la tutela delle vittime, l'adozione di procedure concordate per il funzionamento dei centri di supporto alle vittime e la realizzazione del sito www.visnetwork.eu per le attività di informazione.

Il progetto si è concluso con la messa a sistema delle procedure attivate con le reti locali, a Mantova per rendere maggiormente funzionale ed efficace il Centro di Supporto alle Vittime nato a primavera 2012; a Pisa per supportare le iniziative della rete già esistente coordinata dalla Società della Salute e, che è stata ampliata con il progetto, a Livorno per supportare l'operatività del nuovo Sportello di ascolto e supporto alle vittime che è stato aperto presso l'Ufficio della Consigliera di Parità della provincia di Livorno e funziona grazie ai contributi volontari dei soggetti della rete Vis Network. Le "Linee guida per gestire un Centro di supporto alle vittime" curate dall'Università col contributo di Libra riportano le buone pratiche che il progetto consegna agli attori rilevanti. «Il contributo dell'Università – conclude il professor Borghini – ha consentito di ridurre i rischi di cadere in forme di retorica della vittima che, in un'epoca fortemente mediatizzata come la nostra, sono particolarmente frequenti, sottraendo ai singoli rappresentanti dei nodi delle reti la gestione esclusiva della vittima e dei processi di supporto ad essa, e rilanciando invece l'azione di sistema basato sull'approccio di rete».

Il gruppo di ricerca e i partner del progetto
Oltre al professor Borghini, del gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze politiche facevano parte la professoressa Roberta Bracciale, Cristina Galavotti e Gerardo Pastore. Hanno inoltre partecipato alle attività del gruppo, Beatrice Giovannoli e Chiara Nerelli entrambe formate dal Master in Criminologia Sociale dell'Università di Pisa.
Gli altri partner del progetto sono la Regione Toscana, il Centro Studi Discriminazione di Pisa, la Società della Salute di Pisa, l'ASL 6 di Livorno, Libra e Alce Nero di Mantova, i partner associati Provincia di Pisa, Questura - Polizia di Stato Livorno, FDE - Scuola di Alta Formazione in Scienze Criminologiche, Comune di Mantova e Ospedale Carlo Poma (Mantova), e di una serie di soggetti correlati, tra cui servizi sanitari, forze dell'ordine, amministrazioni ed enti locali, associazioni di volontariato e sociale che hanno garantito lo svolgimento delle attività per 24 mesi.

Ne hanno parlato: 
Nazione Pisa
InToscana.it
TirrenoPisa.it 
Controcampus.it

Il ruolo dell'Università di Pisa è stato quello di coordinare scientificamente il progetto, elaborando i percorsi formativi, costruendo momenti di verifica delle varie fasi, definendo le linee guida per gli operatori e per la creazione dei centri di supporto alle vittime. Avviato nel 2012 dalla Provincia di Livorno con un finanziamento della Commissione Europea e numerosi partner coinvolti, il VIS Network – VIctim Supporting Project: a network to support and aid crime victims – è arrivato alla sua conclusione creando sul territorio una rete di soggetti in grado di rispondere alla sempre più forte domanda di assistenza da parte delle vittime di reato, dai casi di cronaca più eclatanti fino alle vicende sommerse che si consumano tra le mura domestiche.

«Il dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa ha messo a disposizione il suo sapere teorico e metodologico per far emergere i bisogni dei vari soggetti coinvolti – ha dichiarato il professor Andrea Borghini, coordinatore scientifico di VIS – Con le sue competenze, ha contribuito alla governance della rete ponendosi in una posizione di ascolto attivo dei territori investiti dal progetto, cercando di farne emergere la ricchezza, rappresentata dagli agenti presenti, di rendere attivi i nodi delle reti già esistenti e di coinvolgere altri attori, fino a quel momento esclusi o silenti».

La rete di VIS ha coinvolto soggetti territoriali (29 nel territorio di Livorno e 18 nell'area di Pisa) che, con competenze diverse, si occupano di trattamento alle vittime, dai servizi sanitari, alle forze dell'ordine, dalle istituzioni alle associazioni di settore che insieme possono garantire una risposta ai nuovi bacini di fragilità sociale in costante aumento. Inoltre è stata svolta una mappatura dei soggetti che si occupano del trattamento delle vittime fragili a Mantova (32 nella città e 19 sul territorio provinciale) e una mappatura per quelli di Pisa. Tra i risultati raggiunti ci sono numerose iniziative di sensibilizzazione, la formazione degli operatori delle istituzioni preposte e coinvolte nel processo di trattamento della vittima in 6 percorsi dedicati (2 per ogni area), la stipula di protocolli d'intesa per stabilire misure congiunte per la tutela delle vittime, l'adozione di procedure concordate per il funzionamento dei centri di supporto alle vittime e la realizzazione del sito www.visnetwork.eu per le attività di informazione.

Il progetto si è concluso con la messa a sistema delle procedure attivate con le reti locali, a Mantova per rendere maggiormente funzionale ed efficace il Centro di Supporto alle Vittime nato a primavera 2012; a Pisa per supportare le iniziative della rete già esistente coordinata dalla Società della Salute e, che è stata ampliata con il progetto, a Livorno per supportare l'operatività del nuovo Sportello di ascolto e supporto alle vittime che è stato aperto presso l'Ufficio della Consigliera di Parità della provincia di Livorno e funziona grazie ai contributi volontari dei soggetti della rete Vis Network. Le "Linee guida per gestire un Centro di supporto alle vittime" curate dall'Università col contributo di Libra riportano le buone pratiche che il progetto consegna agli attori rilevanti. «Il contributo dell'Università – conclude il professor Borghini – ha consentito di ridurre i rischi di cadere in forme di retorica della vittima che, in un'epoca fortemente mediatizzata come la nostra, sono particolarmente frequenti, sottraendo ai singoli rappresentanti dei nodi delle reti la gestione esclusiva della vittima e dei processi di supporto ad essa, e rilanciando invece l'azione di sistema basato sull'approccio di rete».

Il gruppo di ricerca e i partner del progetto
Oltre al professor Borghini, del gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze politiche facevano parte la professoressa Roberta Bracciale, Cristina Galavotti, e Gerardo Pastore. Hanno inoltre partecipato alle attività del gruppo, Beatrice Giovannoli e Chiara Nerelli entrambe formate dal Master in Criminologia Sociale dell'Università di Pisa. Gli altri partner del progetto sono Regione Toscana, il Centro Studi Discriminazione di Pisa, la Società della Salute di Pisa, l'ASL 6 di Livorno, Libra e Alce Nero di Mantova, i partner associati Provincia di Pisa, Questura - Polizia di Stato Livorno, FDE - Scuola di Alta Formazione in Scienze Criminologiche, Comune di Mantova e Ospedale Carlo Poma (Mantova), e di una serie di soggetti correlati, tra cui servizi sanitari, forze dell'ordine, amministrazioni ed enti locali, associazioni di volontariato e sociale che hanno garantito lo svolgimento delle attività per 24 mesi.

L'E-Team, la Squadra Corse dell'Università di Pisa, lancia una campagna di recruitment per la prossima stagione agonistica. Il team, composto interamente da studenti, è in cerca di collaboratori per i settori di ingegneria dei veicoli, meccanica, elettronica, aerospaziale, chimica, informatica, gestionale, energetica, economia, grafica e web design, tutte nuove professionalità che andranno ad arricchire e rinnovare il gruppo già in piena attività per preparare la prossima competizione, la Formula SAE Italy, in programma l'11 settembre a Varano de' Melegari. E non solo, nei prossimi mesi la sfida sarà costruire una nuova monoposto, pronta per gareggiare nel 2016.
La Formula SAE è una competizione tra studenti universitari, organizzata dalla Society of Automotive Engineers (SAE), che prevede la progettazione e la produzione di un'auto da corsa a ruote scoperte, valutata durante gli eventi internazionali, tramite prove statiche e dinamiche, in base alle sue qualità di design e di efficienza ingegneristica.
L'idea alla base della Formula SAE è che un gruppo di studenti costituisca una start-up per realizzare un prototipo di auto da corsa che, rispettando un regolamento internazionale, vada a posizionarsi nel segmento di mercato dedicato a piloti non professionisti. Ogni team deve progettare, costruire, testare e promuovere il prototipo fino alla partecipazione agli eventi, nei quali viene valutato in otto tipologie di prove, che spaziano dalle performance pure, al design, alla presentazione del veicolo stesso. La monoposto di questa stagione – Kerub – sarà la prima nella storia del team pisano ad essere dotata di un pacchetto aerodinamico completo.
L'E-Team Squadra Corse è nata nel 2007 su iniziativa di un gruppo di studenti e dottorandi di Ingegneria, sotto la supervisione del professor Emilio Vitale e del professor Massimo Guiggiani, al tempo rispettivamente preside della facoltà di Ingegneria e presidente del corso di laurea in Ingegneria dei Veicoli Terrestri. Da allora, la Squadra Corse ha progettato ben sei vetture: ET1, ET2ev, ET3, ET4, ET5 e infine ET456 che ha gareggiato nelle competizioni di FSCzech 2013 e Varano de' Melegari nel 2014. Nella stagione 2013-14 è stata anche progettata la vettura E2T1, prima monoposto a propulsione elettrica dell'Ateneo pisano.
Il team ha avuto negli anni importanti risultati e riconoscimenti: nel 2010 si è distinto nelle competizioni di Formula Student Germany e di Formula SAE Italy, piazzandosi al 9° posto assoluto, 1° tra i team italiani, al Formula SAE Italy; nella gara di Formula Student Czech Republic 2013 è arrivato un buon piazzamento in terza posizione al Business Plan Presentation.
Dal 2014 è stato inserito nel piano di studi ufficiale di Ingegneria dei Veicoli l'esame a scelta "Laboratorio Formula Student", con cui viene riconosciuto il valore formativo della partecipazione all'attività, oltre a essere da sempre oggetto di tesi o tirocini.
Chi fosse interessato a fare un'esperienza nel mondo del motorsport diventando uno dei nuovi componenti dell'E-Team, può compilare l'apposito form sul sito www.eteamsquadracorse.it.
Inoltre, chi volesse seguire l'operato del team può visitare la pagina della squadra su Facebook, Twitter, Youtube e Instagram (eteamsquadracorse.

Più sicurezza alimentare per i consumatori e meno adempimenti burocratici per le imprese. È questo l'obiettivo del protocollo di collaborazione fra Regione Toscana, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, Università di Pisa e imprese. L'accordo è stato sottoscritto mercoledì 18 marzo nell'auditorium di Santa Apollonia a Firenze, nell'ambito di un convegno intitolato "La prevenzione collettiva: bilanci, riflessioni e prospettive", alla presenza dei due assessori della Regione Toscana, Luigi Marroni per la Sanità e Gianni Salvadori per l'Agroalimentare, del direttore dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, Remo Rosati, del direttore del dipartimento di Scienze veterinarie dell'Università di Pisa, Daniela Gianfaldoni, e dei rappresentanti delle associazioni delle imprese del settore alimentare.

L'accordo, di durata biennale, prevede la realizzazione di progetti innovativi sul fronte dei sistemi di qualità, della tracciabilità dei prodotti e sul rapporto tra cibo, salute e sicurezza alimentare. Il piano di sviluppo promuoverà attività finalizzate a favorire la crescita delle realtà produttive presenti sul territorio regionale, la qualità del sistema toscano e la sua valorizzazione in ambito nazionale e internazionale, conciliando questi aspetti con la possibilità di raggiungere un maggiore livello di sicurezza alimentare e un minore aggravio di adempimenti a cui l'impresa è tenuta nell'esercizio delle sue attività.

Obiettivo del protocollo è anche quello di garantire la "tracciabilità sanitaria dei prodotti", ovvero documentare ai consumatori l'effettiva provenienza e tracciabilità sanitaria della filiera, attraverso un sistema di registrazioni sanitarie gestito dal sistema pubblico, a cui possono aderire, su base volontaria, produttori, trasformatori e dettaglianti. In sintesi, dunque, si tratta di un accordo di collaborazione finalizzato a coordinare tutte le attività di supporto al Sistema della sicurezza alimentare, attraverso un meccanismo che permetta di far diventare la sicurezza, grazie alla collaborazione fra imprese e sistema pubblico delle tutele sanitarie, il primo e più importante biglietto da visita per le imprese, garanzia dei prodotti verso il consumatore finale nei mercati di tutto il mondo.

"Grazie a questo importante accordo - ha commentato la professoressa Alessandra Guidi, docente di Igiene e tecnologia alimentare dell'Ateneo pisano, che si occupa di queste tematiche - il dipartimento di Scienze veterinarie dell'Università di Pisa è protagonista con azioni concrete in un ambito fondamentale per la salute dei cittadini come la sicurezza alimentare. Sono sicura che questo accordo possa rispondere in modo reale alle esigenze sia dei consumatori che delle imprese del settore agroalimentare, che necessitano di una semplificazione burocratica".

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
PisaInformaFlash.it
Valdelsa.net

"Una manovra di ampio respiro e assai significativa sul piano degli investimenti, che, unita a quelle degli ultimi anni, proietta l'Ateneo di Pisa verso un futuro a tinte rosa, contribuendo a renderlo più competitivo a livello nazionale e internazionale". Con queste parole, il rettore Massimo Augello ha presentato alla comunità universitaria il completamento della manovra di bilancio dell'Università per il 2015, il cui iter si è concluso negli scorsi giorni, con un investimento aggiuntivo che complessivamente è di circa 15 milioni di euro.

La manovra ha al centro un corposo sostegno alle politiche del personale, attraverso l'assunzione di circa 230 unità tra docenti e tecnici-amministrativi, che vanno a sommarsi alle 320 già attivate negli ultimi anni. In particolare, nel giro di un anno saranno chiamati circa 50 professori ordinari, ulteriori 35 professori associati (in aggiunta ai circa 180 assunti da poco) e 55 ricercatori a tempo determinato, oltre a 60 assegnisti di ricerca. Sul fronte del personale amministrativo, tecnico e bibliotecario è prevista l'assunzione di 60 unità, in aggiunta alle 23 per le quali sono in corso le procedure selettive, e di 3 collaboratori ed esperti linguistici.

Oltre al personale, la "finanziaria" dell'Università di Pisa punta a migliorare le proprie performance nella didattica e nella ricerca e a incrementare la quantità e la qualità dei servizi offerti alla comunità accademica. Su questi fronti, contiene misure di sostegno alla ricerca attraverso bandi per finanziare progetti di Ateneo e l'acquisto di grandi attrezzature, di potenziamento delle attività di internazionalizzazione e di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Tra gli obiettivi delle iniziative approvate, vi sono l'aggiornamento delle aule per la didattica, attraverso la dotazione di nuove tecnologie e il potenziamento della rete wireless, e la riorganizzazione del Sistema bibliotecario, in termini di maggior orario di apertura delle biblioteche e di più efficace funzionamento dei servizi integrativi. Con il progetto "Front-office e security", infine, si mira ad aumentare il livello delle informazioni agli utenti, accrescendo nello stesso tempo quello di sicurezza all'interno dell'Ateneo.

"In definitiva - ha concluso il rettore - questa manovra consolida e rafforza la logica espansiva con cui ci siamo mossi negli ultimi anni, in felice controtendenza rispetto a quanto avviene a livello di sistema universitario nazionale, puntando a investire sulle risorse umane e a sviluppare i settori per noi strategici. Non appare dunque azzardato sostenere che tale politica, tenuto conto dei continui tagli al finanziamento del sistema universitario, rende l'Università di Pisa un modello praticamente unico nell'attuale panorama accademico italiano e un esempio virtuoso nel più generale contesto del Paese".

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Sole24Ore.com
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
TirrenoPisa.it

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