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Al via a Pisa la prima edizione del master di II livello in Cardiologia del cane e del gatto (Cardio_Pet), organizzato dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa in collaborazione con il Consorzio Quinn. Il percorso formativo ad alta specializzazione è il secondo in Italia nel suo genere e ha ricevuto l’interesse da medici veterinari da tutta Italia e anche dall’estero. Diretto dalla professoressa Rosalba Tognetti, il master ha lo scopo di fornire agli allievi competenze teorico-pratiche approfondite nel campo della cardiologia veterinaria. Il corso proporrà un ampio ventaglio di conoscenze, aggiornate allo stato dell’arte, per la diagnosi, la prognosi e la terapia delle malattie cardiocircolatorie del cane e del gatto con lo scopo di consentire a ciascun partecipante di acquisire le competenze e le abilità indispensabili per la gestione autonoma del paziente cardiopatico. Saranno inoltre affrontate le tematiche della responsabilità professionale, della gestione dei dati sensibili, della comunicazione con il proprietario e del lavoro in equipe.

Alla lezione inaugurale del master, tenuta da Massimiliano Tursi, ricercatore dell’Università di Torino, hanno portato i loro saluti la professoressa Anna Monreale, delegata del rettore per i master, il direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie Francesco Di Iacovo, la direttrice Rosalba Tognetti, il coordinatore scientifico Tommaso Vezzosi, il coordinatore didattico Giacomo Petrini. Era presente anche il tutor d’aula Andrea della Pina, che seguirà e assisterà gli allievi nel corso dell’anno.

“Abbiamo attivato questo master pensando rivolgerci a medici veterinari in cerca di occasioni formative e di aggiornamento professionale con peculiarità molto specifiche e siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’interesse che abbiamo generato – commenta la professoressa Rosalba Tognetti – Abbiamo infatti ricevuto 120 domande di iscrizione al test di ammissione, con richieste arrivate da tutta Italia e anche da paesi esteri come Grecia e Svizzera, da parte sia di giovani medici veterinari, sia da parte di professionisti già avviati che hanno deciso di investire risorse nel potenziamento e perfezionamento delle loro competenze. Alla fine, abbiamo ammesso 44 allievi, decidendo di ampliare del 10% il numero massimo di partecipanti e dare l’opportunità di frequentare il corso a più persone”.

“Il master che si inaugura oggi alle Benedettine va ad ampliare un’offerta formativa post laurea che già di per sé è molto ricca - aggiunge la professoressa Anna Monreale - Questa ricchezza è il risultato della preziosa attività dei nostri docenti che, come in questo caso, decidono di investire in una formazione all’avanguardia, che permette ai partecipanti di adeguare ed elevare il proprio livello professionale, facilitando l’accesso a posizioni lavorative qualificate e un aggiornamento delle competenze. Avere attività così fruttuose, che aprono le porte a collaborazioni con il mondo accademico internazionale, con il mondo dei professionisti e con le aziende, è a mio parere di fondamentale valore e come Università stiamo lavorando e continueremo a lavorare per supportare queste iniziative”.

“È con estrema soddisfazione e impegno che il QUINN, in qualità di consorzio universitario dell’ateneo pisano specializzato nell’alta formazione, ha messo a disposizione il proprio know-how più che trentennale nell’organizzazione di master – dichiara Giacomo Petrini – La collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria risale agli anni Novanta ed oggi arriva a segnare una nuova e importante tappa. In coerenza con la nostra mission, il team del QUINN e i nostri docenti sono pronti a dare il loro contributo a questa nuova avventura capace di intercettare un bisogno diffuso pur nella sua specificità tecnica”.

Il master è organizzato in sei moduli didattici che si svolgeranno in sei settimane singole distribuite nell’arco dell’anno. Mentre i laboratori e le dimostrazioni pratiche saranno ospitati all’Ospedale Didattico Veterinario di San Piero a Grado, le lezioni teoriche si terranno al Centro Congressi Le Benedettine e, saltuariamente, anche in altre aule dell’Ateneo, con la volontà di far vivere ai partecipanti l’ambiente universitario pisano valorizzando anche il rapporto con la città.

Francesco Spinnato, PhD in Data Science a Pisa – il corso di dottorato istituito in collaborazione tra Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola IMT Alti Studi Lucca e Consiglio Nazionale delle Ricerche – è uno dei tre vincitori del Premio SOCINT - G-Research, destinato a tesi di dottorato italiane nelle aree di Matematica, Fisica, Informatica/Ingegneria Informatica, Intelligenza artificiale, Data Science, reso possibile dall’impegno di Luigi Rucco, segretario generale della Società Italiana di Intelligence, coordinato da Liuva Capezzani, per SOCINT, e Charles Martinez, per G-Research. La cerimonia di premiazione si è tenuta a Roma al Senato della Repubblica ed è stata introdotta dai saluti del senatore Enrico Borghi e dalla relazione di Antonio Felice Uricchio, presidente dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.

Francesco Spinnato è stato premiato per la sua tesi intitolata “Metodi di spiegazione di modelli per dati sequenziali”, che ha avuto come relatori Anna Monreale e Riccardo Guidotti, del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, e Mirco Nanni dell’ISTI-CNR. Gli altri vincitori del premio sono Yuri Cacchiò, dell’Università di Roma “La Sapienza”, e Marco Reale, dell’Università di Palermo. I premi, del valore di 10 mila euro ciascuno, rappresentano la somma più significativa finora assegnata in Italia in questo ambito. Oltre al riconoscimento economico, i vincitori hanno ricevuto un’opera creata dall’artista francese Rémy Tassou.

“Sono veramente felice di questo riconoscimento e soprattutto nel vedere come ci sia sempre più interesse in Italia nel valorizzare la ricerca nelle materie quantitative, in particolare l’intelligenza artificiale - commenta Francesco Spinnato - È un tema veramente attuale e premi come questo possono dare una spinta in più a dottorandi e dottorande in tutta Italia a fare del proprio meglio. Quindi rivolgo un grazie sentito a Socint e G-Research per avermi dato questa opportunità”.

 

“Quello del dottorato è stato un periodo formativo importante per me, a volte magari difficile, ma che mi ha fatto crescere come persona e come ricercatore – conclude Spinnato – Credo che uno dei punti di forza del dottorato in Data science (che ora sta continuando come dottorato nazionale in AI) è la collaborazione tra enti diversi, nel mio caso Università di Pisa, Isti CNR e Scuola Normale Superiore, che quindi mette insieme persone, skill e competenze differenti. Dal primo febbraio inizia il mio nuovo percorso come ricercatore all'Università di Pisa. In questi anni ho visto che non è un mestiere semplice, ma sono entusiasta e cercherò di fare del mio meglio".

SOCINT è un’associazione scientifica che promuove il riconoscimento accademico della disciplina dell’intelligence e la diffusione della cultura del settore nella società italiana. G-Research è un’azienda leader mondiale nella ricerca quantitativa e tecnologica nel campo della finanza e dell’apprendimento autonomo. Dalla loro collaborazione è nato il riconoscimento accademico che incoraggia e stimola l’eccellenza scientifica italiana promuovendola a livello internazionale.

Guarda il video della cerimonia.

Dagli scavi dell’antica città di Doliche, situata nel sud-est dell’odierna Turchia, emergono i resti di un edificio che, grazie alle numerose impronte di sigillo in terracotta ritrovate dagli archeologi, è stato possibile identificare come l’antico archivio cittadino, il luogo in cui venivano conservati i documenti in papiro e pergamena. Sono questi i primi risultati della missione archeologica che l’Università di Pisa ha intrapreso la scorsa estate in collaborazione con l’Università di Münster a Doliche, città nota nell’antichità come uno dei centri urbani più importanti dell’antica Siria del Nord. Fondata sotto i successori di Alessandro Magno (i Seleucidi), era stata chiamata come molte altre fondazioni di quella zona col nome della città greca da cui i coloni provenivano: Doliche in Tessaglia, vicino al Monte Olimpo.

“Il sito dell’antica Doliche è stato oggetto di indagini tedesche già dagli anni ’70 del secolo scorso – spiega Margherita Facella, professoressa di Storia greca nell’Ateneo di Pisa e direttrice della missione pisana – Dal 2015 un team internazionale sotto la guida del professor Engelbert Winter ha condotto prospezioni e scavi, portando alla luce i resti di alcuni edifici pubblici, tra cui delle terme romane. Accanto a queste terme, erano stati identificate le tracce di un'altra costruzione, ora parzialmente scavata dai nostri archeologi. Si tratta di un archivio cittadino, come rivelano le numerose impronte di sigillo in terracotta qui trovate: più di 2000 impronte (cosiddette bullae) sono state recuperate nell’area e sottoposte, laddove possibile, a pulizia e restauro. Le impronte di sigillo indicano chiaramente che qui venivano conservati documenti scritti su papiro e pergamena, andati poi distrutti a causa di un incendio”.

Gli antichi documenti venivano sigillati con cordicelle attorno alle quali erano posti grumi di argilla di piccole dimensioni (0,5-2 cm), spesso frammentate e difficili da riconoscere a occhio nudo. Su questa argilla venivano impressi anelli, decorati o iscritti, così da poter sigillare i documenti e impedirne l’apertura. Solo nel caso in cui un archivio sia stato distrutto da un grave incendio, le impronte dei sigilli si possono conservare, in quanto cotte e dunque indurite, mentre i documenti periscono nel fuoco: “Le poleis dell’Oriente ellenistico e romano dovevano certamente possedere archivi per la conservazione di documenti di carattere amministrativo e legale – aggiunge la professoressa Facella – La loro sopravvivenza, tuttavia, è un evento assai raro, possibile solo in caso di incendio e successivo abbandono dell’edificio. Infatti, se da una parte il fuoco causa la distruzione dei documenti, dall’altra consente la cottura dell’argilla cruda su cui i sigilli sono impressi, garantendone così la sopravvivenza. Nel 253 d.C., il re persiano Shapur I distrusse numerose città nella provincia romana della Siria, inclusa Doliche, come conseguenza di una sanguinosa guerra tra l’Impero Romano e quello dei Sasanidi”.

Uno studio preliminare di questi materiali rivela che si tratta sia di sigilli privati come di sigilli ufficiali della città. "Le immagini sui sigilli ufficiali della città sono direttamente collegate alla città. Di solito mostrano le divinità più importanti come Giove Dolicheno, il dio principale della città – spiega Michael Blömer, professore dell’Università di Munster e visiting professor dell’Università di Pisa nel 2023, che ha co-diretto gli scavi – Le impronte dei sigilli privati più piccoli mostrano una vasta gamma di immagini e simboli che dicono molto sul patrimonio culturale e religioso degli abitanti di Doliche. Figure mitiche e rari ritratti privati indicano una forte influenza greco-romana su questa regione a metà fra Oriente e Occidente”. Lo studio di queste impressioni è quindi del tutto essenziale per ricostruire non solo la realtà amministrativa di una città, ma anche il suo tessuto culturale e religioso.

“Siamo felici dei risultati di questa prima campagna e siamo grati al rettore Riccardo Zucchi e al professor Federico Cantini, delegato per la promozione della ricerca nel settore delle scienze sociali e umanistiche, per il sostegno economico e a tutto il personale amministrativo che ci ha affiancato in questo lavoro – conclude la professoressa Facella – A nostro avviso è anche importante che il progetto interessi una zona recentemente colpita da un devastante terremoto, in cui l'investimento di risorse è di sicuro aiuto per la popolazione, che ha trovato nelle strutture della missione archeologica un rifugio e da parte del gruppo di ricerca un aiuto concreto. La valorizzazione del patrimonio archeologico a fini turistici sarebbe poi indubbiamente un apporto significativo alla ripresa di questa regione, che vive molto di turismo interno ed esterno.

 

È stata firmata martedì 6 febbraio nella Sala Mappamondi del rettorato una convenzione quadro tra Università di Pisa e Toyota Material Handling Manufacturing Italy, del gruppo Toyota Industries Corporation. La società, con sede a Bologna, è leader mondiale nella produzione di carrelli elevatori per la movimentazione delle merci. L’accordo è stato sottoscritto dal rettore Riccardo Zucchi e, per Toyota Material Handling Manufacturing Italy (TMHMI), dall’Ing. Francesco Mastroianni, R&D Director e delegato dall’azienda, e avrà una durata di cinque anni. Alla firma erano presenti anche l’Ing. Tommaso Pesso, Advanced Technology Senior Manager di TMHMI, Corrado Priami, prorettore per la valorizzazione della conoscenza e suo impatto, il professor Giovanni Lutzemberger, presidente del corso di laurea in Ingegneria dell’Energia, il professor Rocco Rizzo, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, Cristiana Barghini, coordinatrice per i servizi per il trasferimento tecnologico e lo staff dell’Unità Servizi per il trasferimento tecnologico. La nuova convenzione va ad estendere attività di collaborazione già esistenti con l’area di Ingegneria, andando a coprire potenzialmente tutto l’Ateneo.

A partire da oggi, TMHMI e l’Università di Pisa potenzieranno le loro collaborazioni, riconoscendo l’alto valore della ricerca nel settore dell’energia, nell’elettrificazione con tecnologie di futura generazione, nella guida autonoma e nel digital twin. Grazie alla convenzione, potranno essere supportati tirocini per tesi di laurea, finanziati dottorati e attività di ricerca, allo scopo di potenziare la strategia di innovazione dell’azienda e valorizzare le competenze nel mondo della ricerca.

“In un’epoca in cui l'innovazione e lo sviluppo tecnologico giocano un ruolo centrale nel progresso socio-economico, è importante che l'Università svolga un ruolo attivo, stimolando il dialogo con il mondo esterno, condividendo e valorizzando le proprie conoscenze – ha dichiarato il rettore Riccardo Zucchi – Questa collaborazione non solo contribuisce a generare risultati tangibili in termini di ricerca applicata e innovazione tecnologica, ma arricchisce anche l'esperienza formativa degli studenti che hanno l’opportunità di entrare in contatto con grandi realtà aziendali. La valorizzazione dei talenti e delle conoscenze attraverso la collaborazione con il mondo produttivo è un investimento a lungo termine nella crescita e nel successo sia degli studenti, che delle imprese coinvolte. Siamo fermamente convinti che solo attraverso la collaborazione sinergica potremo affrontare le sfide complesse della società contemporanea e contribuire in modo significativo al progresso scientifico, tecnologico ed economico della nostra società”.

“La Collaborazione fra Toyota Material Handling Manufacturing Italy ed il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni parte dal 2018, con il finanziamento di attività di ricerca e borse di dottorato – ha dichiarato il direttore R&D TMHMI Francesco Mastroianni – Questa collaborazione si sta sempre più allargando includendo oggi altri ambiti di ricerca che coinvolgono anche il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale, e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. Toyota Material Handling crede nella necessità di una stretta collaborazione fra le eccellenze universitarie e l’industria per riuscire nelle sfide di un modo sempre più complesso e competitivo”.

Si è conclusa pochi giorni fa la Winter School "Reinforcing EU responsible global leadership: promoting EU values for a rules-based multilateral world", organizzata nell’ambito delle attività della Cattedra Jean Monnet "ProSoEULaw Abroad" del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa e di cui è titolare il professor Leonardo Pasquali, ordinario di Diritto internazionale. I 33 partecipanti – studenti di diritto, relazioni internazionali, economia, dottorandi e professionisti del diritto – provenivano da paesi come Messico, Perù, Brasile, Giappone, Cina, Turchia, Kosovo, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Turchia, Georgia, Grecia, Sri Lanka, Kirghizistan.

La Winter School "Reinforcing EU responsible global leadership: promoting EU values for a rules-based multilateral world" ha avuto lo scopo di fornire ai partecipanti una conoscenza approfondita del ruolo dell'Unione Europea per un mondo multilaterale basato sulle regole. L'analisi si è dunque concentrata sulla promozione dei valori dell'UE nelle sue relazioni con il resto del mondo, come specificato nel Trattato sull'Unione europea (TUE).

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Alla lezione inaugurale ha portato i suoi saluti anche il rettore Riccardo Zucchi, insieme al professor Pierluigi Consorti, coordinatore del corso di dottorato in Scienze Giuridiche, e alla professoressa Eleonora Sirsi, vicedirettrice del Dipartimento di Giurisprudenza. Nell'ultimo giorno di lezione si è svolta una Moot Court Competition, che stata un’occasione di learning by doing attraverso la simulazione di procedimenti giudiziari o arbitrali, che ha consentito ai partecipanti di testare le conoscenze pratiche acquisite in aula.

Il prof. Leonardo Pasquali.

Tutta la comunità dell’Università di Pisa è stata profondamente scossa dalla tragedia che si è verificata venerdì scorso a Firenze.

In segno di rispetto per le vittime e per le iniziative preannunciate dai lavoratori per mercoledì 21 febbraio, la cerimonia di inaugurazione del 680° anno accademico, originariamente prevista per il 21 febbraio stesso, è rimandata ad altra data, che verrà comunicata al più presto.

L’Università di Pisa inaugurerà l’anno accademico 2023/2024, il 680° dalla sua fondazione, il prossimo lunedì 4 marzo, con ospiti Benedetto Vigna, amministratore delegato di Ferrari Spa, e Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, entrambi laureati in Fisica nell’Ateneo pisano.

La cerimonia, che si terrà a partire dalle ore 11 nell’Aula Magna Nuova del Palazzo della Sapienza, sarà aperta dai saluti delle autorità, affidati al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e al sindaco di Pisa, Michele Conti.

Il rettore Riccardo Zucchi presenterà una riflessione sul ruolo dell'università, con uno sguardo su alcuni risultati raggiunti durante il primo anno di mandato e sugli obiettivi per il prossimo futuro. Interverranno poi Antonella Magliocchi, rappresentante del personale tecnico-amministrativo nel Senato Accademico, e Francesco Grignano, presidente del Consiglio degli studenti.

A seguire sono previsti gli interventi di Maria Chiara Carrozza e Benedetto Vigna.

La mattinata si chiuderà con un omaggio musicale a cura del Coro dell’Università.

Si aprono il 1° marzo i nuovi bandi per le borse di studio messe a disposizione da 39 Università italiane che partecipano alla sesta edizione del progetto UNICORE – University Corridors for Refugees per dare la possibilità a 67 rifugiati di proseguire il loro percorso accademico in Italia frequentando un programma di laurea magistrale della durata di due anni. Gli studenti, attualmente rifugiati in Kenya, Mozambico, Niger, Nigeria, Sudafrica, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe, saranno selezionati sulla base del merito e della motivazione, e arriveranno in Italia a settembre 2024.

L’Università di Pisa accoglierà uno di questi studenti, sostenendolo con una borsa di studio di 24 mesi. Inoltre, si farà carico dei costi del biglietto aereo e delle spese di iscrizione al servizio sanitario nazionale. Fondamentale sarà il supporto del partenariato locale, che aiuterà a erogare servizi utili all’ingresso nella vita accademica e all’inserimento nel tessuto sociale cittadino. Fra questi hanno già aderito Diaconia Valdese, CISP, CUAMM e, in corso di definizione, la Caritas. Infine, il CLI, il Centro Linguistico d’Ateneo, si è reso disponibile a offrire un corso di italiano gratuito.

“Partecipare al nuovo Progetto 6.0 è un atto necessario nel percorso intrapreso per continuare ad essere un Ateneo fortemente inclusivo – commenta Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la Cooperazione e le relazioni internazionali dell’Università di Pisa - Inoltre, anche l’esperienza ci dice di proseguire su questa strada, considerando il successo del progetto UNICORE 2.0 con cui il nostro Ateneo ha accolto, a partire dall’anno accademico 2020-21, due studenti rifugiati, Mehari e Tesfalem, provenienti dall'Etiopia che hanno concluso brillantemente il loro percorso di laurea. In particolare, Tesfalem si è laureato da pochi giorni in “Computer Science and Networking”.

Il programma University Corridors for Refugees è coordinato da UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ed è reso possibile grazie alla collaborazione con partner quali il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, il Centro Astalli, Fondazione Finanza Etica e Gandhi Charity.

Secondo le stime UNHCR, in media le persone costrette a fuggire da guerre e persecuzioni rimangono in esilio per circa 20 anni. il 76% dei rifugiati nel mondo vive in paesi a basso e medio reddito dove troppo spesso le opportunità per ricostruire il proprio futuro in dignità sono assenti. Per quanto riguarda l’accesso all’istruzione, infatti, i dati globali rimangono drammatici: solo il 6% dei rifugiati ha accesso all’istruzione terziaria contro il 40% della popolazione non rifugiata.

Il progetto UNICORE, dunque, nasce per rispondere a queste sfide, offrendo ai rifugiati l’opportunità di arrivare in Italia in sicurezza e dignità per proseguire gli studi, e ricostruire il proprio futuro, aspirando ad una professione in linea con le proprie potenzialità e i propri desideri. Mira, inoltre, a contribuire al raggiungimento di un tasso d’iscrizione all’educazione terziaria dei rifugiati del 15% entro il 2030.

In seguito a una prima fase pilota nel 2019, durante la quale sei studenti sono stati accolti da due atenei, il progetto si è espanso fino a coinvolgere oggi 44 Università italiane che in sei anni hanno offerto circa 250 borse di studio a studenti rifugiati.

Oltre alle borse di studio, il progetto fornirà, attraverso un’ampia rete di partner locali, il supporto necessario per affrontare con successo il programma di laurea magistrale della durata di due anni e favorire l’integrazione degli studenti nella vita universitaria.  

Il bando chiuderà il 15 aprile 2024 e tutte le informazioni possono essere consultate sul sito universitycorridors.unhcr.it.

Lorenzo Bonzi, dottorando del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro-Ambientali (DiSAAA-a) dell’Università di Pisa è sato insignito del Young Minds Award dall’International Society for Horticultural Science (ISHS) nel corso del II International symposium on precision management of orchards and vineyards che si è tenuto a Tatura, in Australia. Il lavoro premiato, intitolato “Applying a solar model to LiDAR images of an agrivoltaic pear orchard”, è frutto di un’attività scientifica condotta dal dottorando presso l’Agriculture Victoria Research Center (Tatura, Australia).

Nel lavoro, Lorenzo Bonzi, 27 anni, originario di Melzo (MI), esplora l'impatto della trasmissione della radiazione luminosa sulle piante da frutto, coltivate sotto pannelli fotovoltaici. Questi moderni sistemi di coltivazione (agrivoltaico) inducono diversi potenziali vantaggi sia agronomici (controllo della traspirazione, dalle siccità flash, dal gelo e dalla grandine) sia economici (fonte approvvigionamento energetico rinnovabile per l’azienda). Tuttavia, i pannelli fotovoltaici sopra la chioma riducono la disponibilità di luce per i processi di maturazione dei frutti. Lo studio di Lorenzo, attraverso l’utilizzo della tecnica LiDAR (Laser Imaging Detection and Ranging), permetteva di quantificare la disponibilità e la distribuzione della luce sul carico dei frutti di diversi frutteti agrovoltaici, differenziati per grado di copertura ed inclinazione dei pannelli fotovoltaici. Questo studio contribuisce a migliorare i criteri e le tecniche di progettazione dei frutteti agrovoltaici, finalizzati ad ottimizzare la maturazione dei frutti e massimizzare l’efficienza energetica.

Lo studio di Bonzi è ben integrato tra le attività previste nel progetto di ricerca del dottorando, dal titolo “Macroscopic root water uptake modelling using High-Throughput Screening (HTS) systems: Application to identify climate-resilient traits in ornamental/fruticulture trees”, portato avanti all’interno dall’AgroHydrological Sensing and Modelling Laboratory (AgrHySMo) del DiSAAA-a e sotto la supervisione dei professori Giovanni Rallo e Damiano Remorini.

Dal 6 al 9 marzo si è svolto presso la Zhejiang Ocean University (ZOU), il secondo workshop bilaterale Italia-Cina “La ricerca scientifica e tecnologica e l’alta formazione applicata alle scienze del mare” con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione in tali ambiti tra Italia e Cina attraverso la costituzione e il consolidamento di reti di università e centri di ricerca, nel quadro dei rapporti di cooperazione già esistenti tra gli enti promotori. L’evento è stato organizzato dalla ZOU insieme all’Ambasciata d’Italia a Pechino in coordinamento con l’Università di Pisa, oltre all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli.

Il workshop, al quale hanno partecipato, oltre alla delegazione pisana, Alessandra Guidi, addetta scientifica dell’Ambasciata d’Italia a Pechino e già docente dell’Università di Pisa, e professori e ricercatori di alto profilo delle istituzioni coinvolte, si è articolato su tre diverse sessioni durante le quali sono stati illustrati i risultati delle ricerche scientifiche congiunte e dei due doppi titoli magistrali nell’ambito della Marine Joint School, istituita tra l’Ateneo pisano e ZOU nel 2018, “Biologia marina” e “Biosicurezza e qualità degli alimenti”.

Nell’occasione si è riunito per la prima volta in presenza il Joint Management Committee della UNIPI-ZOU Marine Joint School durante il quale è stata discussa la concreta opportunità per gli studenti dell’Università di Pisa di poter svolgere un semestre di studio e ricerca presso la ZOU e la possibilità di estendere la collaborazione ad altre aree scientifiche, oltre a quelle già coinvolte, e ai corsi di dottorato.

Nel corso dell’evento la delegazione dell’Università di Pisa, composta dal prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi, da due docenti dei due doppi titoli magistrali, Andrea Serra e Annalaura Carducci, e da Arianna Biancani dell’Unità Cooperazione Internazionale dell’Ateneo, ha visitato i nuovi locali che la ZOU ha messo a disposizione della Marine Joint School presso il loro campus.

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