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L’Università di Pisa ha ospitato, nei giorni 10-11 ottobre, la Visite de Terrain del Progetto europeo Erasmus+ DIRASA (Définition d’un renouvellement de la gouvernance de la recherche en Tunisie). Il progetto DIRASA intende contribuire al miglioramento della governance della ricerca universitaria in Tunisia rafforzando la capacità delle istituzioni partner di rispondere alle priorità di ricerca nazionali, promuovendo il dialogo e la cooperazione scientifica per una ricerca di qualità, più visibile, internazionale, transdisciplinare, mirata sia all'emancipazione individuale che al progresso sociale, attraverso lo sviluppo di una cultura della valorizzazione e dell'apertura socio-professionale.

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Alla Gipsoteca di Arte Antica, i rappresentanti delle 13 università tunisine, del Ministero dell’Insegnamento Superiore e della Ricerca (MERS) e dell’Agenzia Nazionale per la promozione della Ricerca Scientifica (ANPR), hanno avuto modo di confrontarsi con docenti, ricercatori e prorettori dell’Ateneo pisano con l’intento di rafforzare la capacità delle università e dei centri di ricerca di effettuare un monitoraggio strategico e una prospettiva scientifica in linea le esigenze del Paese in termini di innovazione, ricerca e sviluppo e cooperazione internazionale. Ciò consentirà un migliore coordinamento a livello nazionale tra università, centri di ricerca, strutture e laboratori di ricerca, Ministero e Agenzia nazionale che a sua volta avrà una ricaduta sui singoli sistemi di governance interna e di Quality Assurance.

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Per l’Università di Pisa è intervenuto il prorettore alla Cooperazione e alle relazioni internazionali Giovanni Federico Gronchi, che, accogliendo gli ospiti, ha ribadito la sua soddisfazione riguardo al fruttuoso andamento del progetto DIRASA, sottolineando l’alto livello di impegno e partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. A seguire, gli interventi dei prorettori Alessandro Tredicucci, Benedetta Mennucci, della delegata Roberta Moruzzo, oltre che dei professori Sergio Saia, Umberto Desideri e Gianluca Brunori, hanno coperto una moltitudine di argomenti, che vanno dalla gestione della ricerca e dalle politiche di incentivazione alle buone pratiche universitarie in materia di qualità, sostenibilità e collaborazione internazionale, focalizzandosi sulle molte pratiche virtuose dell’Università di Pisa.

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“Basandosi su questi scambi fruttuosi – sottolinea la professoressa Viviana Re, responsabile scientifica del progetto DIRASA – i nostri partners tunisini i sono ancora più attrezzati per monitorare i risultati del progetto e sostenere i ricercatori e le loro istituzioni nella loro ricerca dell'eccellenza. La visita ha segnato un altro passo cruciale nella formazione delle università tunisine per il futuro sviluppo di unità di monitoraggio strategico, la cui missione sarà quella di aiutare i gruppi di ricerca a posizionarsi sui bandi di progetto e valutare la performance dell'università nel campo della ricerca.”

Nell’anno in cui ricorre il centenario della morte di Franz Kafka, l’Università di Pisa ha inaugurato nel loggiato del Palazzo della Sapienza di Pisa la mostra bilingue e a ingresso libero “Komplett Kafka / A tutto Kafka”, a cura della professoressa Serena Grazzini. In esposizione 20 pannelli stampati fronte-retro in italiano e in tedesco, tratti dall’albo biografico del fumettista e poeta austriaco Nicolas Mahler, attualmente direttore artistico della Schule für Dichtung (Scuola di poesia) di Vienna, che si è ispirato alle parole, ai personaggi, alle suggestioni evocate dalle opere di Kafka.

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Oltre alla curatrice della mostra, son intervenuti all’inaugurazione Cecilia Iannella, delegata del rettore per la formazione insegnanti, Andrea Simonetti, dirigente dell’Ufficio Scolastico di Pisa, Alessandro Lenci, docente e, a partire dal 1° novembre, direttore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, Gabriella Benedetti, coordinatrice organizzativa dello SBA, e Ilaria Gennai, Associazione Pro Deutsch Italia (Toscana). La mostra rientra nelle iniziative del Festival di Cultura Ebraica Nessìah, che quest’anno, giunto alla sua XXVIII edizione, sarà dedicato interamente allo scrittore praghese. Un’attenzione particolare sarà data alle classi delle scuole del territorio, riservando loro la possibilità di prenotarsi per visite a loro dedicate.

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“Franz Kafka è stato un interprete straordinario del suo tempo, narratore delle angosce, delle paure e degli interrogativi che attraversano l’uomo moderno – ha spiegato la professoressa Serena Grazzini – Autore proveniente dai margini, Kafka apparteneva alla minoranza linguistica tedesca e alla comunità ebraica nella città di Praga, eppure è diventato una voce emblematica del suo secolo. La sua eredità letteraria, infatti, è stata raccolta e rivisitata da numerosi scrittori e scrittrici che, ancora oggi, nel XXI secolo, continuano a ispirarsi alla sua opera. La mostra che inauguriamo oggi a Pisa, tratta da un album biografico del fumettista Nicolas Mahler, rappresenta un esempio di come artisti, intellettuali e semplici lettori si confrontino con Kafka, reinterpretandolo e facendolo proprio – prosegue la professoressa Grazzini – La modernità di Kafka risiede proprio in questo: opere come "Il processo", "La metamorfosi", "Il castello", “America" e molti altri racconti ci pongono sempre di fronte all'individuo, schiacciato da forze più grandi di lui. Con un linguaggio apparentemente semplice, Kafka compie un'analisi spietata dei meccanismi del potere, offrendo una chiave di lettura che ci aiuta ancora oggi a orientarci nel mondo contemporaneo”.

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Promossa a livello internazionale dal Literaturhaus di Stoccarda e dal Goethe Institut, l’iniziativa è realizzata grazie alla sinergia tra ACIT Pisa (Associazione Italo-Tedesca) e il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, e alla collaborazione con lo SBA (Sistema Bibliotecario di Ateneo), con l’associazione “Pro Deutsch Italia” e con il Festival di cultura ebraica Nessìah.

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In caso di visite organizzate di gruppi (per es. scolaresche) o per richiedere una visita gratuita della mostra, è necessario scrivere con congruo anticipo agli indirizzi della professoressa Serena Grazzini (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) e di ACIT PISA (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). Per le scuole, scrivendo agli indirizzi qui indicati, è possibile richiedere i materiali didattici preparati dal Goethe Institut.

La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 08.00 alle ore 19.00 fino al 21 dicembre. L’accesso a gruppi non sarà possibile nei giorni 29 ottobre e nel periodo 2-13 dicembre.

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Giuseppina Sgandurra, professoressa associata dell’Università di Pisa e responsabile di INNOVATE - Laboratorio di Tecnologie INNOVATivE in Neuroriabilitazione presso IRCCS Fondazione Stella Maris, in occasione del 52° Congresso Nazionale SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa) che si è svolto di recente a Padova, ha ricevuto un riconoscimento dedicato al professor Lamberto Piron, un autentico pioniere a livello internazionale nella riabilitazione. Il premio è stato attribuito alla professoressa Giuseppina Sgandurra per i suoi studi sulla teleriabilitazione dei disturbi e delle disabilità in età evolutiva. Un riconoscimento importante per la professoressa che ha dedicato le sue ricerche a questo ambito, arrivando ad essere un punto di riferimento europeo e internazionale.

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Docente del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, la professoressa Sgandurra si è distinta per l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) alla pediatria attraverso il progetto AInCP, che mira a sviluppare strumenti clinici basati sull’IA per aiutare la diagnosi funzionale e la tele-riabilitazione domiciliare degli arti superiori in bambini con paralisi cerebrale infantile.

Sono molti gli studi da lei coordinati con il suo staff: tra questi ricordiamo la parte dedicata al bambino del progetto “Fit4 Medical Robotics” del Piano Nazionale Complementare al PNRR, i cui risultati sono stati presentati proprio a Padova, riguardante un nuovo modello di riabilitazione con robot e tecnologie.

Lamberto Piron, a cui è intitolato il premio, è stato ricercatore presso il Department of Brain and Cognitive Sciences, Massachussetts Institute of Technology (MIT), Cambridge, Boston, nonché direttore delle linee di ricerca «Nuove Tecnologie e Riabilitazione» e «Telemedicina e Riabilitazione», e poi responsabile del «Laboratorio di Robotica e Cinematica» e direttore di un’unita di ricerca presso l'IRCCS San Camillo di Venezia.

Controlled drought can increase the yield of rosemary essential oil by up to 30%, making this plant an ideal candidate for the enhancement of marginal agricultural land and land with limited water availability. This is the result of a study carried out by the University of Pisa, the National Institute of Optics INO-CNR Pisa, the Scuola Superiore Sant’Anna and the University of Catania, which has been published in the magazine Industrial Crops and Products. The experiments were conducted in Sicily, on farms in the province of Ragusa, between autumn 2022 and spring 2023.

“Rosemary is a medicinal and aromatic plant native to the Mediterranean that produces essential oils known for their antimicrobial, antioxidant, anti-tumour and anti-inflammatory properties,” explains Professor Celia Duce from the Department of Chemistry and Industrial Chemistry of the University of Pisa. “Under stressful conditions, particularly abiotic stresses such as drought, the production of essential oils increases as a defensive mechanism.”

 

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Researcher of the University of Catania and first author of the paper, Valentina Formica working in the lab

The trials were planned together with the farmers, who selected the fields to be tested and the varieties of rosemary to be used. Two different varieties were tested, “Tuscan blue” and “Barbecue”. Water stress was applied for three weeks before harvesting, i.e. during the autumn and spring balsamic period, a crucial phase when the synthesis and concentration of essential oils reaches its peak.

The result was an increase in yield of up to 30% in plants of the “Tuscan blue” variety grown on a farm in the Scicli area. Water stress also significantly altered the chemical composition of the essential oils, leading to changes that are crucial for the industry as they can improve the aromatic profile and bioactive properties of the oils.

“The study is part of a larger project called InSole – Agronomic and Technological Innovations for the Sustainable Cultivation of Medicinal Plants and the Production of Quality Essential Oils – funded by Sicily RDP 2014-2022, which aims to create a sustainable supply chain for the production of essential oils in Sicily, helping farmers to adopt agricultural practices that optimise the use of resources, especially water,” concludes Federico Leoni, researcher at the Scuola Superiore Sant’Anna. “The main idea is that by applying a moderate water stress close to the balsamic period, the concentration and quality of essential oils in rosemary plants can be increased, without significantly affecting the biomass yield.”



 

 

 

When studying microplastics, there is a risk of   results being “polluted”, which is why it is important for the research to be “plastic-free”. A study carried out at the University of Pisa and published in the journal “Science of the Total Environment” focused on this particular aspect in relation to groundwater studies.

"The study of microplastics in groundwater is a relatively new topic. In order to avoid possible contamination, at the beginning of the research we defined a sampling and sample treatment protocol that was completely “plastic-free”, as   the scientific community would expect," says Professor Stefano Viaroli of the University of Pisa. "However, when we arrived on site, we found wells and piezometers with PVC linings and pipes, and so we wondered if and to what extent these plastic elements could affect the water quality and the overall results.”

In fact, groundwater sampling relies on existing monitoring wells and water wells, often constructed with PVC linings or pipes, which are convenient in terms of quality/price but, as in this case, have problematic aspects.

The research team therefore undertook a thorough review of existing studies, although the characteristics of these wells are often insufficiently detailed in various studies. Preliminary results showed that if PVC makes up more than 6% of the total concentration of microplastics in water samples, it is likely that PVC linings and pipes are a local source of pollution, invalidating the analytical results. In actual fact, this phenomenon does not currently raise environmental alarms, although future studies in physics or material science will need to define the ageing rates and processes of PVC with a quantification of the possible release of microplastics

 

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“Wells, as direct access to the aquifer, can be a preferred channel for contamination, both of microplastics and of any other contaminants from the surface. For this reason,” concludes Viaroli, “it is important that they are properly protected and are sampled with particular care, in order to obtain more meaningful data on the real state of the entire aquifer and not just on a single point”.

The work, published in the journal “Science of The Total Environment”, is part of SPONGE, a Postdoctoral Fellowship funded by the European Commission under the Marie Skłodowska-Curie Actions and coordinated by the University of Pisa, which started in 2022 and aims to study microplastics and other emerging pollutants in urban aquifers.

The research involved lecturers from the Departments of Earth Sciences, Chemistry and Industrial Chemistry and from the Centre for Instrument Sharing (CISUP) of the University of Pisa: Stefano Viaroli, Roberto Giannecchini, Riccardo Petrini, Viviana Re and Valter Castelvetro. Lecturers from the Eastern Institute of Technology (China), Southern University of Science and Technology (SUSTech) (China) and Kangwon National University (South Korea) also collaborated.

 

 

 

 

 

La siccità controllata può aumentare sino al 30 per cento la resa di olio essenziale del rosmarino rendendo questa pianta una candidata ideale per la valorizzazione di terreni agricoli marginali e con limitata disponibilità idrica. Il risultato arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Industrial Crops and Products e realizzato dall’Università di Pisa, dall’Istituto Nazionale di Ottica INO-CNR Pisa, dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dall’Università Catania. Le sperimentazioni sono state condotte in Sicilia, in aziende agricole della provincia di Ragusa, tra l’autunno del 2022 e la primavera del 2023.

“Il rosmarino è una pianta medicinale e aromatica autoctona del mediterraneo che produce oli essenziali noti per le loro proprietà antimicrobiche, antiossidanti, antitumorali e antinfiammatorie – spiega la professoressa Celia Duce del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa - Sottoposto a condizioni di stress, in particolare stress abiotici, come la siccità, intensifica la produzione di oli essenziali come meccanismo difensivo".

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Valentina Formica dell'Università di Catania, prima autrice del paper, in laboratorio

Le sperimentazioni sono state pianificate insieme agli agricoltori, i quali hanno scelto i campi da destinare alle sperimentazioni e le varietà di rosmarino da utilizzare. Sono state testate due diverse varietà di rosmarino, la ‘Tuscan blue’ e la ‘Barbecue’. Lo stress idrico è stato applicato per tre settimane prima della raccolta ovvero durante il periodo balsamico autunnale e primaverile, una fase cruciale in cui la sintesi e concentrazione degli oli essenziali raggiungono il picco.

Il risultato è stato un aumento della resa sino al 30% nelle piante della varietà ‘Tuscan blue’ coltivate in un’azienda del comune di Scicli. Lo stress idrico ha inoltre modificato significativamente la composizione chimica degli oli essenziali, cambiamenti cruciali per l'industria, poiché possono migliorare il profilo aromatico e le proprietà bioattive.

“Lo studio è parte di un progetto più ampio chiamato InSole - Innovazioni agronomiche e tecnologiche per la coltivazione sostenibile di piante officinali e la produzione di Oli essenziali di qualità, finanziato dal Programma di sviluppo rurale Sicilia 2014-2022, il cui obiettivo è creare una filiera sostenibile per la produzione di oli essenziali, supportando gli agricoltori nell'adozione di pratiche agricole che ottimizzano l'uso delle risorse, in particolare l'acqua - conclude Federico Leoni, assegnista di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna - L'idea principale è che tramite l’applicazione di uno stress idrico moderato in prossimità al periodo balsamico possa aumentare la concentrazione e la qualità degli oli essenziali nel rosmarino, senza compromettere in modo significativo la resa in biomassa”.

 

 

La siccità controllata può aumentare sino al 30 per cento la resa di olio essenziale del rosmarino rendendo questa pianta una candidata ideale per la valorizzazione di terreni agricoli marginali e con limitata disponibilità idrica. Il risultato arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Industrial Crops and Products e realizzato dall’Università di Pisa, dall’Istituto Nazionale di Ottica INO-CNR Pisa, dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dall’Università Catania. Le sperimentazioni sono state condotte in Sicilia, in aziende agricole della provincia di Ragusa, tra l’autunno del 2022 e la primavera del 2023.

“Il rosmarino è una pianta medicinale e aromatica autoctona del mediterraneo che produce oli essenziali noti per le loro proprietà antimicrobiche, antiossidanti, antitumorali e antinfiammatorie – spiega la professoressa Celia Duce del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa - Sottoposto a condizioni di stress, in particolare stress abiotici, come la siccità, intensifica la produzione di oli essenziali come meccanismo difensivo".

Le sperimentazioni sono state pianificate insieme agli agricoltori, i quali hanno scelto i campi da destinare alle sperimentazioni e le varietà di rosmarino da utilizzare. Sono state testate due diverse varietà di rosmarino, la ‘Tuscan blue’ e la ‘Barbecue’. Lo stress idrico è stato applicato per tre settimane prima della raccolta ovvero durante il periodo balsamico autunnale e primaverile, una fase cruciale in cui la sintesi e concentrazione degli oli essenziali raggiungono il picco.

Il risultato è stato un aumento della resa sino al 30% nelle piante della varietà ‘Tuscan blue’ coltivate in un’azienda del comune di Scicli. Lo stress idrico ha inoltre modificato significativamente la composizione chimica degli oli essenziali, cambiamenti cruciali per l'industria, poiché possono migliorare il profilo aromatico e le proprietà bioattive.

“Lo studio è parte di un progetto più ampio chiamato InSole - Innovazioni agronomiche e tecnologiche per la coltivazione sostenibile di piante officinali e la produzione di Oli essenziali di qualità, finanziato dal Programma di sviluppo rurale Sicilia 2014-2022, il cui obiettivo è creare una filiera sostenibile per la produzione di oli essenziali, supportando gli agricoltori nell'adozione di pratiche agricole che ottimizzano l'uso delle risorse, in particolare l'acqua - conclude Federico Leoni, assegnista di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna - L'idea principale è che tramite l’applicazione di uno stress idrico moderato in prossimità al periodo balsamico possa aumentare la concentrazione e la qualità degli oli essenziali nel rosmarino, senza compromettere in modo significativo la resa in biomassa”.

 

 

Mario Giorgi, Professor of Veterinary Pharmacology and Toxicology at the Department of Veterinary Sciences of the University of Pisa, was awarded the title of Doctorate Honoris Causa in Veterinary Medicine by Kasetsart University in Bangkog on 8 October, a highly prestigious recognition of his career. Founded on 2 February 1943, Kasetsart University is one of the top public universities in Thailand and the third oldest university in the country.

The Faculty of Veterinary Medicine at the Thai University was the first to award Prof. Giorgi a Doctorate Honoris Causa, in recognition of his “unparalleled ability and lifelong contribution to learning, science and society in the field of Veterinary Medicine”, according to the citation.

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"I would like to thank all the Rectors I have met since arriving at the University of Pisa for their unconditional support for research and internationalisation, and to share this recognition with them,” said Mario Giorgi. " I would also like to thank our Internationalisation Unit, which has always been active and competent; the various heads of departments, who have been willing to let me host international researchers; the directors of all the courses of study who have always allowed me to plan my teaching around my mobility requests. I would also like to thank my colleagues who generously allowed me to change my timetable; the researchers who collaborated with me and to all the staff in my department who made my work easier through simple gestures. This award is like a jigsaw puzzle in which every piece has contributed to the final result”.

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Professor at the University of Pisa since 2001, Mario Giorgi graduated in pharmaceutical chemistry in 1997 and in applied pharmacology in 2001. He has been a “visiting professor” in foreign institutions (Poland, Australia, South Korea, Kazakhstan, Iran, China and Israel) for research and teaching exchanges. His main areas of research range from innovations in veterinary pain management to new therapeutic protocols for anti-infective agents in farm animals. He is editor of the international reference journal in his scientific field, scientific advisor to European and non-European countries and author of more than 220 peer-reviewed scientific articles.

Dopo una selezione tra 75 candidature, sono stati assegnati 14 premio di studio per le migliori tesi di dottorato di ricerca discusse nel 2023 dai dottorandi dell’Università di Pisa. L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, è promossa direttamente dall’Ateneo pisano ed è volta ad assegnare 14 premi monetari - ciascuno pari a un importo di euro 1.843 - ai dottori di ricerca appartenenti ai sei diversi settori culturali.  

La selezione tiene conto del giudizio ottenuto per il conseguimento del titolo, dell’originalità̀ e dell’innovazione delle ricerche condotte e illustrate nella tesi e dell’impatto e la ricaduta dei risultati nel campo scientifico di riferimento.

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“Con questa iniziativa, l’Università di Pisa conferma il suo impegno nel sostenere il percorso dei nostri dottorandi promuovendo l'avanzamento della conoscenza attraverso una ricerca originale e innovativa, che possa avere un impatto tangibile sia nella comunità accademica sia nella società – commenta il professor Bernardo Tellini, prorettore per il dottorato di ricerca dell’Università di Pisa – L’eccellenza che emerge dalle tesi premiate sottolinea la qualità e la rilevanza delle ricerche condotte nel nostro Ateneo, in tutte le aree disciplinari coinvolte. Congratulazioni ai vincitori, il cui lavoro riflette l’alto livello del nostro dottorato e la capacità di contribuire con nuove idee a beneficio del mondo accademico e delle crescenti necessità della società nel suo complesso".

Per il Settore 1 (Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche, Scienze della Terra) sono risultati vincitori Paolo Girotti, dottore di ricerca in Fisica, per la tesi “Measurement of the muon anomalous precession frequency for the Muon g − 2 Experiment at Fermilab”, con il tutor Marco Incagli; Irene Cavallari, dottoressa di ricerca in Matematica, per la tesi “Patched dynamics and perturbation theory in some problems of Celestial Mechanics”, con tutor Giovanni Federico Gronchi e supervisore Giulio Baù.

Per il Settore 2 (Scienze Chimiche, Scienze Biologiche, Scienze Agrarie e Scienze del Farmaco) i premi sono andati a Giulia Foggi, dottoressa di ricerca in Scienze Agrarie, alimentari e agro-ambientali, per la tesi “Tannin extracts and essential oils as dietary additives to modulate rumen fermentation and mitigate ruminal methane and ammonia production”, con tutor Marcello Mele; Giulia Peduzzi, dottoressa di ricerca in Biologia, per la tesi “Big data analysis to discover genetic and environmental pancreatic cancer risk factors”, con tutor Daniele Campa.

Per il Settore 3 (Scienze mediche e scienze veterinarie) hanno ricevuto il premio Morgana Galardi, dottoressa di ricerca in Scienze veterinarie, per la tesi “Social Farming, One Welfare and Animal Assisted Interventions: new organizational models focused on economic, social and environmental sustainability for Social Farms that provide Animal Assisted Interventions in Italy”, con tutor Roberta Moruzzo e correlatrice Laura Contalbrigo; Kristina Tekavec, dottoressa di ricerca in Scienze veterinarie, per la tesi “Morphological and immunohistochemical characteristics of canine nerve sheath tumors”, con tutor Carlo Cantile e correlatrice Tanja Švara.

Per il Settore 4 (Ingegneria Civile e Architettura, Ingegneria Industriale e dell'informazione) sono stati premiati Alessandro Palleschi, dottore di ricerca in Smart industry, per la tesi “Planning to interact: shaping the intelligence of collaborative robots in interaction-rich shared environments”, con tutor Lucia Pallottino e supervisori Gualtiero Fantoni e Federico Baronti; Marco Lagnoni, dottore di ricerca in Ingegneria industriale, per la tesi “Mathematical modelling of thermo-electrochemical phenomena in lithium-based batteries”, con tutor Antonio Bertei, relatore Cristiano Nicolella e controrelatore Roberto Mauri; Tommaso Rizzo, dottore di ricerca in Ingegneria dell’Informazione, per la tesi “Analog integrated circuit design for neuromorphic implantable medical devices”, con tutor Giuseppe Iannaccone e supervisore Sebastiano Strangio.

Per il Settore 5 (Scienze dell'Antichità, Filologico-Letterarie, Storico-Artistiche, Scienze Storiche, Filosofiche, Pedagogiche, Psicologiche), sono stati premiati Pietro Carlo-Maria Giusteri, dottore di ricerca in Discipline linguistiche e letterature straniere, per la tesi “Per un Thesaurus del brittonico antico. Contributo a un corpus delle testimonianze epigrafiche e manoscritte del celtico di Britannia”, con tutor Andrea Nuti; Michele Magri, dottore di ricerca in Storia, per la tesi “Risorgimento americano. Percorsi e pratiche della mobilità politica tra Italia e Stati Uniti, 1815-1860”, con tutor Alberto Mario Banti, Clément Thibaud e Nicolas Barreyre; Matilde Oliva, dottoressa di ricerca in Scienze dell’antichità e archeologia, per la tesi “M. Tullio Cicerone, Partitiones oratoriae. Introduzione, traduzione e commento”, con tutor Barbara Del Giovane.

Per il Settore 6 (Scienze Giuridiche, Scienze Economiche e Statistiche, Scienze Politiche e Sociali) i premi sono stati assegnati a Filippo Morello, dottore di ricerca in Scienze giuridiche, per la tesi “Consumer contract law and peer-to-peer credit. German and Italian perspectives on the Eu regulation of retail financial markets”, con tutor Valentina Calderai; Andrea Cioni, dottore di ricerca in Scienze giuridiche, per la tesi “I danni causati dai farmaci nella prospettiva della responsabilità del produttore: problemi e ipotesi ricostruttive tra diritto interno ed europeo”, con tutor Federico Azzarri.

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Straordinario risultato della squadra di nuoto dell’Ateneo pisano al 3° campionato nazionale riservato ai dipendenti delle università italiane che si è tenuto a Firenze nella giornata di domenica 13 ottobre. La squadra del CRDU, composta da personale docente, tecnico-amministrativo e dell’AUOP, si è classificata seconda su 14 atenei partecipanti, stravincendo nel medagliere assoluto con 9 ori, 8 argenti e 3 bronzi per un totale di 20 medaglie, mentre nel medagliere di categoria ha conquistato 35 ori, 11 argenti e 8 bronzi.

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Anche quest’anno si sono confermati protagonisti del campionato Chiara Caccamo e Lapo Taddei con 5 ori individuali, Eva Giuliani, Giulia Lamberti, Martina Perelli e Andrea Favilla con 4 ori, seguiti da Daniele Cati, Tommaso Brocchini, Linda Pagli, Antonio Dore e Claudio Traino con 3 ori e altri 20 nuotatori che hanno portato a casa medaglie e risultati importanti.

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Le due staffette veloci, 4x50 mista e 4x50 stile libero sono state vinte con un ampio distacco e vissute con entusiasmo anche dalle altre università, che hanno riconosciuto la forza e la tecnica dei componenti.

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I risultati raggiunti sono il frutto del lavoro e dell’organizzazione della responsabile del settore nuoto del CRDU, Chiara Caccamo, coadiuvata da Chiara Migone e da Rosalba Risaliti, che stanno già facendo scouting per l’edizione 2025. Da sottolineare quest’anno la sinergia tra CRDU e AUOP, che ha permesso l’ingresso in squadra di nuovi atleti tra specializzandi e tecnici di laboratorio, implementando la partecipazione e soprattutto alzando ulteriormente il livello tecnico dei componenti della squadra.

Per maggiori informazioni sulle attività promosse dal CRDU: https://www.crdu.unipi.it.

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