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Mercoledì 27 marzo, alle ore 11, nell’Aula Magna Nuova del Palazzo "La Sapienza" (in via Curtatone e Montanara 15), si terrà la cerimonia ufficiale di conferimento dell’Ordine del Cherubino a 19 docenti dell’Università di Pisa. La cerimonia sarà introdotta dal rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi.

I professori e le professoresse ai quali viene conferito l’Ordine del Cherubino sono: Mario Salvetti (Dipartimento di Matematica), Marco Beghini (Dipartimento di Ingegneria civile e industriale), Roberto Bizzocchi (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere), Francesco Camillo (Dipartimento di Scienze veterinarie), Massimo Pappalardo (Dipartimento di Informatica), Liliana Dell’Osso (Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale), Vincenzo Ambriola (Dipartimento di Informatica), Lucia Migliore (Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia), Giovanni Alberti (Dipartimento di Matematica), Saulle Panizza (Dipartimento di Scienze politiche), Dianora Poletti (Dipartimento di Giurisprudenza), Paolo Maria Mancarella (Dipartimento di Informatica), Gianluca Brunori (Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali), Andrea Bonaccorsi (Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni), Rolando Ferri (Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica), Raffaele De Caterina (Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’Area critica), Giuseppe Anastasi (Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione), Benedetta Mennucci (Dipartimento di Chimica e Chimica industriale), Monica Pratesi (Dipartimento di Economia e Management).

L’Ordine del Cherubino è una onorificenza conferita dal rettore dell’Università di Pisa, in seguito a delibera del Senato accademico, a docenti ordinari dell’Ateneo pisano con almeno dieci anni di anzianità che abbiano contribuito ad accrescerne il prestigio per i loro particolari meriti scientifici o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell’Università. Il conferimento è accompagnato dalla consegna di un diploma e di una insegna nella quale è rappresentato il Cherubino con sei ali.

Sono 19 i docenti dell’Università di Pisa che mercoledì 27 marzo hanno festeggiato nell’Aula Magna storica del Palazzo La Sapienza il conferimento dell’Ordine del Cherubino, l’onorificenza attribuita a professori e professoresse per particolari meriti scientifici o per il contributo dato alla vita e al funzionamento dell’Ateneo.

La cerimonia è stata introdotta dai saluti del rettore Riccardo Zucchi: “L’Ordine del Cherubino è l’unica onorificenza conferita ufficialmente dall’Università di Pisa e questa cerimonia rappresenta uno di quei momenti identitari che serve a ricordarci chi siamo, qual è la nostra missione e quali sono i risultati che raggiungiamo. Anche in recenti appuntamenti istituzionali, abbiamo enfatizzato la necessità di essere comunità e la necessità di sviluppare lo spirito critico che sta alla base di tutte le attività di ricerca e innovazione. I premiati di oggi hanno raggiunto livelli di eccellenza in tutti gli ambiti disciplinari dell’Ateneo e quello di oggi è un momento di ritrovo utile per ribadire i valori su cui si fonda la nostra comunità”.

I professori e le professoresse ai quali è stato conferito l’Ordine del Cherubino sono: Mario Salvetti (Dipartimento di Matematica), Marco Beghini (Dipartimento di Ingegneria civile e industriale), Roberto Bizzocchi (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere), Francesco Camillo (Dipartimento di Scienze veterinarie), Massimo Pappalardo (Dipartimento di Informatica), Liliana Dell’Osso (Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale), Vincenzo Ambriola (Dipartimento di Informatica), Lucia Migliore (Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia), Giovanni Alberti (Dipartimento di Matematica), Saulle Panizza (Dipartimento di Scienze politiche), Dianora Poletti (Dipartimento di Giurisprudenza), Paolo Maria Mancarella (Dipartimento di Informatica), Gianluca Brunori (Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali), Andrea Bonaccorsi (Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni), Rolando Ferri (Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica), Raffaele De Caterina (Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’Area critica), Giuseppe Anastasi (Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione), Benedetta Mennucci (Dipartimento di Chimica e Chimica industriale), Monica Pratesi (Dipartimento di Economia e Management).

L’onorificenza dell’Ordine del Cherubino viene conferita, in seguito a delibera del Senato accademico, a docenti ordinari dell’Ateneo pisano con almeno dieci anni di anzianità che abbiano contribuito ad accrescerne il prestigio per i loro particolari meriti scientifici o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell’Università. Il conferimento è accompagnato dalla consegna di un diploma e di una insegna nella quale è rappresentato il Cherubino con sei ali.

Giacomo Rosini, dottorando dell’Università di Pisa in Economia Aziendale e Management, ha vinto il prestigioso Alfred D. Chandler Jr. Travel Fellowship assegnato dall’Università di Harvard. Il premio è diretto a valorizzare progetti di ricerca in ambito business history di eccezionale qualità accademica e di elevato valore in ambito storico e aziendale. Il premio è intitolato al grande studioso di storia d’impresa ed ex professore della Harvard Business School Alfred D. Chandler Jr.

Giacomo ha elaborato un progetto di ricerca finalizzato a comprendere e comparare le strategie aziendali messe in atto dagli studios cinematografici americani di Hollywood e dagli studios italiani per mantenere il proprio vantaggio competitivo negli anni ’20 e ’30 del Novecento, tenendo in considerazione le differenze politiche e sociali in quegli anni nei due paesi oggetto di analisi.

Grazie a questo premio avrà la possibilità di svolgere attività di studio e ricerca nel campus dell’Università di Harvard e presso la Baker Library della Harvard Business School che conserva documenti di inestimabile valore storico relativi ai principali studios hollywoodiani. Ulteriormente, il suo nome e una sintesi del suo progetto saranno oggetto di pubblicazione sul sito della Harvard Business School.

Nella passata edizione, il premio è stato attribuito a giovani studiosi provenienti da importanti università come l’Università di Cambridge, la Cornell University e la stessa Harvard Business School.

C’è tempo fino al 17 aprile per iscriversi ai concorsi di accesso a numero chiuso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria e Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa per l’anno accademico 2024/25. Gli studenti e le studentesse che intendono partecipare alle prove del 28 e 29 maggio e del 30 e 31 luglio devono preliminarmente iscriversi, entro il 17 aprile, sul portale www.universitaly.it, sia che vogliano partecipare a entrambe, che a una sola delle due sessioni. Dovranno poi perfezionare l’iscrizione pagando la quota prevista tramite il portale Alice, entro il 22 aprile per la prima sessione, entro il 23 luglio per la seconda.

Tutte le informazioni e i bandi sono pubblicati ai seguenti link: https://matricolandosi.unipi.it/immatricolazioni/medicina-e-chirurgia/https://matricolandosi.unipi.it/immatricolazioni/medicina-veterinaria/.

A Pisa per studiare sceneggiatura e scrittura per il teatro e per le serie TV: è questa la proposta di Hues of Writing (HoW) - Scritture per la scena: teatro e serie TV, la Summer School internazionale promossa dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa tra le azioni formative del Progetto CECIL – Centro di Eccellenza per il Contrasto all’Impoverimento Linguistico, selezionato dal MUR come Progetto di Eccellenza per il quinquennio 2023-2027.

In programma a Pisa dall’8 al 13 luglio presso il Polo Le Benedettine (piazza San Paolo a Ripa d’Arno, 16), l’edizione 2024 di Hues of Writing prevede 2 laboratori di 28 ore di lezione ciascuno, l’uno dedicato alla scrittura per il teatro e l’altro alla scrittura per le serie TV, la realizzazione e la discussione di un project work finale per ogni corsista, oltre a incontri in plenaria e tavole rotonde con esperti e personalità di spicco nei campi della letteratura, della scrittura creativa e degli studi su adattamento e transmedialità. Il programma settimanale di HoW include inoltre eventi culturali nel contesto cittadino pisano, con visite guidate alla città, rappresentazioni teatrali e proiezioni cinematografiche.

“La scuola estiva Scritture per la scena arricchisce l’offerta formativa dell’Università di Pisa aprendosi ad una realtà professionale di indubbia attrattiva per i giovani: e lo fa coniugando i saperi accademici tradizionalmente offerti dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica con le competenze professionali garantite dalla qualità dei docenti incaricati dei laboratori, Donatella Diamanti e Franco Farina - spiega la professoressa Roberta Cella, coordinatrice della Summer School - I presupposti perché Pisa diventi un importante centro di formazione per i giovani aspiranti sceneggiatori ci sono tutti”.

Fino al 30 aprile 2024 è quindi possibile presentare domanda per entrare nelle classi della Summer School Hues of Writing (HoW), che si rivolge a studenti universitari, neolaureati, dottorandi, insegnanti, ricercatori nell’ambito delle discipline umanistiche, interessati ad approfondire il tema della scrittura per la scena e ad acquisire nuove competenze nell’ambito della scrittura creativa, della sceneggiatura e dell’adattamento di testi e contenuti per il teatro e la televisione.

Per i partecipanti saranno messe a disposizione due borse di studio, una offerta dall’Università di Pisa e l’altra dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica nell’ambito del Progetto d’Eccellenza CECIL, e il superamento della prova finale permetterà l’acquisizione di 3 CFU, compatibilmente con i regolamenti previsti dai Corsi di studio dei partecipanti.

“La Summer School HoW s’inscrive nel progetto CECIL, grazie al quale il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica ha ottenuto il riconoscimento dell’Eccellenza dal Ministero dell’Università e della Ricerca per il quinquennio 2023-2027 - commenta la professoressa Roberta Ferrari, direttrice del Dipartimento - Si tratta di un progetto ambizioso, che mira al contrasto all’impoverimento linguistico a vari livelli e in diversi ambiti, e attraverso il quale il Dipartimento si apre al mondo del lavoro, delle professioni e della scuola, con percorsi di ricerca e di didattica avanzata”.

Per maggiori informazioni sui requisiti di ammissione, sulle modalità di iscrizione, sui costi e sulle scadenze, si rimanda alla pagina della summer school HoW sul sito di Ateneo.

Le vibrazioni trasmesse attraverso mano e braccio quando tocchiamo un oggetto giocano un ruolo essenziale nel farci provare una determinata sensazione tattile. Ma misurarle e costruirne dei modelli è estremamente complesso. Uno studio dell’Università di Pisa e dell'Università della California Santa Barbara ha messo a punto SkinSource, uno strumento open-source in grado di misurare e modellare le vibrazioni della pelle lungo gli arti superiori in risposta a un insieme molto ampio di stimoli tattili localizzati. Le potenziali applicazioni vanno dal design di nuove protesi e mani robotiche fino alla realtà aumentata tattile. Il toolbox ha destato un grande entusiasmo nella comunità di studiosi del senso del tatto, che include discipline molto diverse tra loro, come le neuroscienze, la medicina e l’ingegneria, ed è stato premiato con il Best Paper Award all’IEEE Haptics Symposium, una delle maggiori conferenze internazionali del settore dell’Aptica, che si è svolto nei giorni scorsi a Long Beach, California.

“Il senso del tatto – spiega Matteo Bianchi, docente di robotica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – è il più complesso e diffuso in tutto il corpo. Le nostre sensazioni tattili dipendono non solo dai recettori locali della pelle, ma anche da diversi altri fattori, come le vibrazioni che si diffondono attraverso la mano e il braccio nel momento in cui tocchiamo un oggetto. Il tatto è un senso chiave sia per la propriocezione – ovvero la capacità di percepire il nostro corpo come collocato nello spazio in una certa posizione – sia per l’esterocezione, ovvero la capacità di capire le proprietà fisiche degli oggetti, quali la rugosità e la rigidezza. È con il tatto che sappiamo se siamo in una posizione stabile, se stiamo tenendo un bicchiere di carta abbastanza dritto da non rovesciarlo, ma abbastanza delicatamente da non stritolarlo. Senza il tatto non potremmo camminare, stare seduti, tenere una posizione in modo consapevole, interagire, esplorare e modificare il mondo che ci circonda. Per questo, la capacità di modellare le dinamiche del nostro corpo nel momento in cui tocchiamo un oggetto, per poterle riprodurre per esempio in una protesi, o in una mano robotica, o in un'applicazione di realtà aumentata o virtuale, assume una grande rilevanza. Il dispositivo è in grado di predire l’estensione e l’intensità delle vibrazioni che si trasmettono lungo gli arti superiori a seguito di differenti tipi di stimoli di forza localizzati, in modo accurato. Il toolbox è open-source, ed è quindi a disposizione di tutta la comunità scientifica che ne vuole fare uso, liberamente scaricabile da questo link https://doi.org/10.5281/zenodo.10547601. Proprio questo aspetto, data la complessità e la difficoltà di riprodurre in modo affidabili le sensazioni tattili, è stato accolto con grande entusiasmo”.

SkinSource infatti, oltre ad essere uno strumento per lo studio delle basi meccaniche della percezione tattile, può essere utilizzato per la progettazione e design di interfacce per la restituzione sensoriale in protesi degli arti superiori e in mani robotiche teleoperate in cui è fondamentale avere un ritorno tattile, così come nella chirurgia robotica e in molte applicazioni che fanno uso della realtà aumentata. Gli ingegneri pisani, infatti, all’interno del FoReLab, il laboratorio del dipartimento di ingegneria dell’informazione dedicato al 5.0, stanno mettendo a punto dispositivi di realtà aumentata che integrano la percezione visiva e tattile.

“Con SkinSource infatti - conclude Bianchi - possiamo sfruttare lo studio e la modellazione della propagazione dell’energia meccanica lungo la pelle per costruire sistemi indossabili distribuiti, per garantire un’esperienza immersiva che integri stimoli visivi e tattili. Il sistema può operare accanto alle interfacce per realtà aumentata a cui stiamo lavorando nel laboratorio FoReLab, che consentono di vedere o toccare oggetti reali modificandone la percezione visiva o tattile mediante stimoli artificiali.”

Oltre 1000 parole, corrispondenti al 30% del testo è quanto è emerso dal papiro ercolanese carbonizzato, contenente la Storia dell'Accademia di Filodemo di Gadara (110-dopo il 40 a.C.), grazie allo ‘sguardo’ tecnologico di innovative metodologie di studio adoperate nell’ambito del progetto ‘GreekSchools’, di cui il 23 aprile a Napoli, presso la Biblioteca Nazionale ‘Vittorio Emanuele III’, si è presentato lo stato dell’avanzamento della ricerca. Tale progetto che ha ricevuto un finanziamento ERC (Consiglio Europeo della Ricerca) pari a 2.498.356 euro, iniziato nel 2021 e della durata di 5 anni e otto mesi, è coordinato da Graziano Ranocchia dell’Università di Pisa in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) e l’Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” (ILC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e la Biblioteca Nazionale di Napoli presso la quale questo papiro, bruciato a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C, è conservato insieme a molti altri.

Il progetto, oltre all’indagine sullo stato di conservazione di tali manufatti, ha l’obiettivo di pubblicare un’edizione aggiornata - grazie all’applicazione di tecniche di imaging e di metodi filologici - della Rassegna dei filosofi di Filodemo, la più antica storia della filosofia greca in nostro possesso. Di essa fa parte appunto la Storia dell'Accademia, che racchiude molte informazioni esclusive su Platone e sullo sviluppo dell'Accademia sotto i suoi successori.

“Rispetto alle edizioni precedenti, ora c'è un testo quasi radicalmente cambiato, che implica una serie di fatti nuovi e concreti su vari filosofi accademici. Attraverso la nuova edizione e la sua contestualizzazione, gli studiosi sono arrivati a deduzioni inaspettate di portata interdisciplinare per la filosofia antica, la biografia e la letteratura greche e la storia del libro, commenta Graziano Ranocchia. “Alcune integrazioni precedenti sono state sostituite, alcuni passaggi precedentemente frammentari sono stati integrati o riletti. L'aumento del testo corrisponde all'incirca alla scoperta di dieci nuovi frammenti di papiro di media grandezza. Le nuove letture attingono spesso a fatti nuovi e concreti sull'Accademia di Platone, sulla letteratura ellenistica, su Filodemo di Gadara e la storia antica in generale”, aggiunge Kilian Fleischer, l’editore di questo prezioso papiro nell’ambito del progetto GreekSchools.

Tra le più importanti novità, si legge che Platone fu sepolto nel giardino a lui riservato (un'area privata destinata alla scuola platonica) dell'Accademia ad Atene, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse. Finora era solo noto che egli era sepolto genericamente nell’Accademia.

Sempre a proposito del medesimo filosofo emerge che egli fu venduto come schiavo sull'isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l'isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Fino ad ora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa. In un altro passaggio, in un dialogo tra personaggi, Platone si esprime in modo sprezzante sulle capacità musicali e ritmiche di una musicista barbara originaria della Tracia.

“Il progetto GreekSchools ha anche lo scopo di sviluppare metodi di indagine dei manoscritti applicando le più avanzate tecniche di diagnostica per immagini oggi a disposizione (imaging ottico nell’infrarosso e nell’ultravioletto, imaging molecolare ed elementale, imaging termico, tomografie, microscopia ottica digitale, ecc.)”, precisa Costanza Miliani del CNR-ISPC. Personale di questo Istituto, del CNR-SCITEC e di altri centri di ricerca europei, facendo uso di strumentazioni mobili della piattaforma Molab afferente all’infrastruttura di ricerca europea sull'Heritage Science E-RIHS, applica tecniche non invasive a papiri opistografi e stratificati al fine di leggere il testo inaccessibile sul verso o nascosto all’interno di strati multipli.

 

Luigi Folco, professore ordinario al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, è stato eletto Fellow della Meteoritical Society, l’organizzazione no-profit che promuove la ricerca e la divulgazione delle scienze planetarie, con particolare enfasi agli studi sui meteoriti e altri materiali extraterrestri. Fanno parte della Meteoritical Society più di 1000 scienziati da oltre 33 paesi. Il professor Folco è stato eletto per “i suoi significativi contributi al recupero e allo studio di meteoriti, micrometeoriti, microtektiti e dei prodotti di impatti di asteroidi di piccola scala”. La classe 2024 dei Fellow della Meteoritical Society sarà premiata durante una cerimonia ufficiale al congresso annuale della Meteoritical Society, che si terrà a Bruxelles, dal 28 luglio al 2 agosto 2024.

Luigi Folco insegna Geologia Planetaria, Cosmochimica e Geoscrittura. Da oltre venticinque anni si occupa dello studio petrologico dei materiali planetari, delle rocce prodotte da impatti catastrofici di asteroidi e comete sulla Terra, nonché della ricerca di meteoriti nei deserti caldi e freddi. Ha partecipato a 10 spedizioni per la raccolta di meteoriti in Antartide e dal 2009 è coordinatore nazionale del progetto Meteoriti Antartiche del Programma Nazionale delle Ricerche in Antartide (PNRA). È stato recentemente coordinatore nazionale di progetti di ricerca PRIN (Cosmic Dust) e MAECI_GR (Kamil Crater, Egypt), nonché coordinatore locale in progetti ERC H2020 (EURO-CARES), RTN EC FP6 Marie Curie Actions (ORIGINS). L'asteroide 7006 Folco è un asteroide della fascia principale a lui dedicato dalla International Astronomical Union per le sue ricerche sui materiali planetari.

Il Bilancio dell’Università di Pisa, appena approvato nella seduta del Consiglio di amministrazione del 24 aprile, ritorna in utile nell’anno 2023. Dopo il 2022, in cui l’aumento dei costi energetici e altri fattori contingenti avevano portato a utilizzare le riserve per coprire una perdita di 1,3 milioni di euro, il 2023 si chiude con un risultato positivo di 62.237 euro.

Al risultato economico si accompagna una crescita sensibile degli investimenti effettuati per dare attuazione al Piano strategico 2023-2028. Gli investimenti hanno riguardato, in primis, il capitale umano. Nel 2023 sono state effettuate, anche grazie ai fondi del PNRR, 117 nuove assunzioni tra docenti e ricercatori, alle quali vanno sommati 106 ulteriori iscritti ai corsi di dottorato. Questo è fondamentale per sviluppare nuovi progetti di ricerca, potenziare l’offerta formativa e le iniziative di terza missione per continuare a essere competitivi nei ranking internazionali, attrarre nuove risorse, senza lasciare indietro nessuno. A tal riguardo sarà fondamentale anche l’apporto del personale tecnico-amministrativo, per il quale è stato già deliberato un piano di assunzioni di 118 unità.

Altri importanti investimenti hanno interessato il capitale tecnico, potenziato con oltre 24 milioni di euro di impieghi nel 2023. È proseguita, infatti, la realizzazione di nuove opere, tra cui i dipartimenti di Medicina, Veterinaria e Ingegneria per circa 14 milioni di euro. Ad esse si aggiungerà a breve anche il nuovo dipartimento di Biologia. Circa 7 milioni di euro sono stati investiti nell’acquisto di nuove attrezzature scientifiche e, infine, oltre 3,5 milioni di euro sono andati al settore della transizione digitale, per il potenziamento del Green Data Center, il più grande Data Center tra quelli delle università italiane.

Gli investimenti sono stati finanziati tramite le maggiori entrate da contributi da terzi, anche grazie ai maggiori introiti dei 7 Dipartimenti di Eccellenza, dalle risorse del PNRR e dai flussi di cassa autogenerati dall’Ateneo. Questo ha permesso di evitare il ricorso a nuovi debiti, che nel 2023, hanno registrato, invece, una diminuzione di oltre 3 milioni di euro.

Invariata la contribuzione studentesca anche grazie a un piano di razionalizzazione dei costi, che ha permesso di ridurre le uscite per la gestione corrente dell’Ateneo, per circa 5 milioni di euro. Per raggiungere questi obiettivi è stato determinante il contributo di tutte le componenti dell’Ateneo: dall’amministrazione centrale, ai dipartimenti, dai poli, ai centri e i sistemi.

“Accogliamo con favore questo risultato positivo che, però, non deve distogliere l’attenzione di tutta la nostra comunità nel portare avanti le politiche di efficientamento dei costi e di oculatezza degli investimenti – ha commentato il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi – Dobbiamo essere consapevoli che la sostenibilità del sistema universitario pubblico italiano resta a rischio, se la classe politica non sarà in grado di compiere adeguate scelte strategiche.  All’orizzonte si preannunciano, infatti, tempi difficili per tutte le università italiane, almeno fino a quando il Governo non deciderà di compensare gli aumenti del costo del personale dovuti agli scatti stipendiali e all’adeguamento all’inflazione. In particolare, per il 2024 è ormai certo un incremento del costo del personale di 10 milioni di euro, al quale si aggiungono i potenziali effetti negativi legati alla fine del PNRR e alla dinamica di crescita di alcune voci di costo che non accenna a rallentare”.

Monitorare lo stato delle acque, dolci e salate, non è un’attività semplice. Eppure, le ineludibili esigenze di sostenibilità ambientale e le grandi risorse che il mondo sommerso conserva rendono essenziale arrivare a una conoscenza scientifica profonda del “Pianeta Blu”. Per questo scopo, l’uso di robot autonomi sottomarini assume una crescente rilevanza, soprattutto per il monitoraggio di fenomeni legati alla salute delle acque e dei fondali. Di questo si occupa il progetto PANACEA, gestito dalle Università di Pisa e Firenze e orientato a sostituire sempre di più le esplorazioni umane in ambienti sottomarini pericolosi e ostili con quelle condotte da robot. Il progetto ha ricevuto finanziamenti dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del bando PRIN 2022 (Progetti di Rilevante Interesse Nazionale).

“Nonostante in questi anni i robot sottomarini si siano dimostrati molto efficaci – spiega Riccardo Costanzi, docente di robotica all’Università di Pisa e coordinatore del progetto – siamo ancora lontani da farne uno standard per le attività di monitoraggio, affidate ancora a operatori umani, con tutti i rischi del caso. Nel progetto PANACEA proponiamo un caso emblematico, quello della Posidonia oceanica, considerata un habitat naturale chiave dall’Unione Europea e il cui monitoraggio è essenziale per conoscere lo stato di salute dei nostri mari e per preservarlo”.

Scopo di PANACEA è mettere a punto un sistema multi-robot, composto da un robot subacqueo e uno di superficie, in grado di interfacciarsi con gli operatori al sicuro a terra, che ricevono dati in tempo reale. “Il monitoraggio dei fondali è eseguito con tecniche sia visive che acustiche – aggiunge Alessandro Ridolfi, docente di robotica all’Università di Firenze – e usiamo tecniche di Intelligenza Artificiale per estrarre dati sintetici da tutti quelli acquisiti. La capacità del robot di estrarre e trasmettere solo dati sintetici è fondamentale, visto che in acqua le possibilità di comunicazione sono ridotte”.

Il progetto è stato presentato lo scorso 3 maggio a una platea di studiosi di ecologia e rappresentanti di Agenzie per l’Ambiente, che gli scienziati di Pisa e Firenze considerano gli utilizzatori finali del sistema che stanno mettendo a punto. “In un’epoca in cui il monitoraggio ambientale è più cruciale che mai, il sistema proposto da PANACEA rappresenta un ulteriore passo avanti significativo nella conservazione della biodiversità marina – afferma Elena Maggi, docente di ecologia all’Università di Pisa – Il monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica, fondamentali per la salute e protezione dei sistemi costieri mediterranei e al contempo estremamente delicate, rappresenta una sfida notevole. PANACEA mira a minimizzare i rischi e le limitazioni dei monitoraggi umani, incrementando la sicurezza e riducendo i tempi per la raccolta di dati su ampie scale spaziali, che possano essere integrati con quelli raccolti dagli operatori subacquei. Di fronte all’accelerazione degli effetti del cambiamento climatico e alla molteplicità dei disturbi causati dalle attività umane, è imperativo che le nostre azioni conservative siano altrettanto rapide ed efficaci per mitigare e contenere gli impatti”.

Gli ingegneri di PANACEA interagiranno con i biologi del progetto europeo AquaPLAN, coordinato dall’Università di Pisa, per arrivare ad una strategia ottimale di conservazione delle praterie di Posidonia, attraverso l’integrazione di dati sulla contaminazione acustica e luminosa e sulla biodiversità delle specie legate a questo habitat unico.

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