Con l’"assistente digitale" organizzare lo studio è più facile
Terminate le sessioni d’esami, in questi giorni ripartono ufficialmente le lezioni del secondo semestre dell’anno accademico, con nuovi impegni e nuove scadenze per le studentesse e gli studenti dell’Università di Pisa. Ad agevolarli, nelle operazioni di programmazione della propria carriera, i servizi digitali che l’Ateneo, ormai da tempo, sta sviluppando proprio con l’obiettivo di garantire loro la miglior esperienza formativa possibile.
Servizi oggi tutti accessibili attraverso la piattaforma Agenda Didattica che, sempre di più, si configura come un vero e proprio “assistente digitale” per chi studia a Pisa e dove, molto presto, arriveranno anche strumenti che renderanno ancor più semplice accedere a tutte quelle informazioni indispensabili per la carriera di studenti.
Già oggi, loggandosi sull’Agenda con le credenziali di ateneo, gli studenti, in pochi click, possono organizzare e gestire la propria vita universitaria, dall’iscrizione alle lezioni e agli esami, al libretto digitale, passando per l’accesso al portale Alice.
Sempre su Agenda Didattica, è attivo inoltre un sistema di notifica che aggiorna tempestivamente su eventuali cambi di orario o di aula sia per le lezioni che per gli esami.
"Agenda Didattica – spiega il professor Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateneo - è un primo passo verso l'introduzione di tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale per capitalizzare le esperienze maturate durante la pandemia ed affiancare contenuti digitali alla didattica tradizionale in presenza"
"Nel corso degli anni - commenta Anna Fabbri, rappresentante degli studenti in Senato Accademico - si è resa sempre più evidente la necessità di intervenire rispetto alle piattaforme digitali per la didattica di questo Ateneo, riducendone la frammentazione e garantendo maggiore accessibilità ai contenuti: data la centralità del loro ruolo come strumenti, è fondamentale che funzionino sempre al meglio e che vi si presti continua attenzione."
Tra le novità in arrivo per gli studenti dell’Università di Pisa, anche un aggiornamento del sistema Signs – nato per il controllo delle presenze in aula durante il periodo Covid – che permetterà la condivisione di contenuti digitali durante lo svolgimento delle attività didattiche. Una volta rilasciato ufficialmente, agli studenti basterà leggere, col proprio smartphone, lo speciale QR code posto sul banco dell’aula per accedere a materiale didattico come modelli 3D interattivi, simulazioni, immagini e animazioni.
Prosegue, così, il percorso di transizione digitale dell’Ateneo pisano che, tra le altre cose, è stato anche il primo ad approdare sulla App IO dove oggi le sue studentesse e i suoi studenti, sottoscrivendo l’apposito servizio, possono ricevere le notifiche della registrazione dei risultati della valutazione degli esami di profitto.
Con l’"assistente digitale" organizzare lo studio è più facile
Terminate le sessioni d’esami, in questi giorni ripartono ufficialmente le lezioni del secondo semestre dell’anno accademico, con nuovi impegni e nuove scadenze per le studentesse e gli studenti dell’Università di Pisa. Ad agevolarli, nelle operazioni di programmazione della propria carriera, i servizi digitali che l’Ateneo, ormai da tempo, sta sviluppando proprio con l’obiettivo di garantire loro la miglior esperienza formativa possibile.
Servizi oggi tutti accessibili attraverso la piattaforma Agenda Didattica che, sempre di più, si configura come un vero e proprio “assistente digitale” per chi studia a Pisa e dove, molto presto, arriveranno anche strumenti che renderanno ancor più semplice accedere a tutte quelle informazioni indispensabili per la carriera di studenti.
Già oggi, loggandosi sull’Agenda con le credenziali di ateneo, gli studenti, in pochi click, possono organizzare e gestire la propria vita universitaria, dall’iscrizione alle lezioni e agli esami, al libretto digitale, passando per l’accesso al portale Alice.
Sempre su Agenda Didattica, è attivo inoltre un sistema di notifica che aggiorna tempestivamente su eventuali cambi di orario o di aula sia per le lezioni che per gli esami.
"Agenda Didattica – spiega il professor Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateneo - è un primo passo verso l'introduzione di tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale per capitalizzare le esperienze maturate durante la pandemia ed affiancare contenuti digitali alla didattica tradizionale in presenza"
"Nel corso degli anni - commenta Anna Fabbri, rappresentante degli studenti in Senato Accademico - si è resa sempre più evidente la necessità di intervenire rispetto alle piattaforme digitali per la didattica di questo Ateneo, riducendone la frammentazione e garantendo maggiore accessibilità ai contenuti: data la centralità del loro ruolo come strumenti, è fondamentale che funzionino sempre al meglio e che vi si presti continua attenzione."
Tra le novità in arrivo per gli studenti dell’Università di Pisa, anche un aggiornamento del sistema Signs – nato per il controllo delle presenze in aula durante il periodo Covid – che permetterà la condivisione di contenuti digitali durante lo svolgimento delle attività didattiche. Una volta rilasciato ufficialmente, agli studenti basterà leggere, col proprio smartphone, lo speciale QR code posto sul banco dell’aula per accedere a materiale didattico come modelli 3D interattivi, simulazioni, immagini e animazioni.
Prosegue, così, il percorso di transizione digitale dell’Ateneo pisano che, tra le altre cose, è stato anche il primo ad approdare sulla App IO dove oggi le sue studentesse e i suoi studenti, sottoscrivendo l’apposito servizio, possono ricevere le notifiche della registrazione dei risultati della valutazione degli esami di profitto.
In ricordo del professor Giuliano Barsotti
Si è spento oggi, venerdì 24 febbraio 2023, all’età di 81 anni, Giuliano Barsotti, a lungo professore associato di Nefrologia e per molti anni direttore della U.O. di Nefrologia e Dialisi Universitaria, e direttore della Scuola di Specializzazione di Nefrologia dell’Università di Pisa. In questi suoi ruoli è sempre stato molto apprezzato e stimato dai suoi allievi, dai colleghi, infermieri e tecnici che hanno avuto il piacere di lavorarci insieme.
Ho conosciuto Giuliano nel 1982, quando mi sono laureato avendo lui come relatore di tesi, e da allora il mio percorso professionale ha avuto lui come riferimento clinico e non solo. In oltre 30 anni di assidua frequentazione e di stretta attività clinica nell’ambito della nefrologia, ho avuto modo di apprezzarne le indubbie qualità professionali, culturali e umane.
Giuliano era fiero di appartenere alla comunità universitaria. La sua attività di ricerca scientifica si è svolta sotto la direzione e poi in continuazione di quella del suo amatissimo maestro e allievo diretto di Gabriele Monasterio: Sergio Giovannetti. Giuliano aveva per il professor Giovannetti una profonda ammirazione e un affetto filiale. Lo ha sempre seguito, rimanendone al suo fianco, nelle vicende fortunate e in quelle meno, ma sempre mantenendo la sua fedeltà e dignità.
Giuliano è stato un ottimo professore di nefrologia, sempre molto disponibile con gli studenti e gli specializzandi, e per tutti noi un grande esempio di professionalità, di dedizione al lavoro e di umanità. Ha vissuto in prima persona gli albori e i rapidi progressi della cultura e della bio-tecnologia della dialisi e della nefrologia clinica, e con abilità ha eseguito le prime biopsie renali e posizionato shunt artero-venosi e cateteri venosi centrali.
Ha diretto la Scuola di Specializzazione di Nefrologia per molti anni, nei quali non ha trasmesso solo cultura medica e nefrologica, ma anche umanità, sensibilità, empatia, doti essenziali per essere un buon medico. Con Ester Morelli, sua fedele compagna di viaggio accademico, ha creato una scuola di nefrologia e di vita, che rimarrà un ricordo indelebile nella mente e nel cuore dei medici prima specializzandi, oggi maturi professionisti, che si sono formati sotto di loro. Sono sicuro che tutti nella loro quotidianità, continuano a mantenere vivi i valori che l’allora scuola nefrologica pisana ha dato loro in quel terzo piano della ex I Clinica Medica.
Giuliano ci lascia un grande vuoto che solo il sentimento di gratitudine e il privilegio per averlo conosciuto può aiutarci a colmare. Alla famiglia un abbraccio forte da parte dell’Università di Pisa, della AOUP e dell’intera comunità nefrologica Italiana.
Adamasco Cupisti
Professore ordinario di Nefrologia
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
L’Università di Pisa si congratula con Samuele Ceccarelli e lo coinvolge nel progetto di Dual Career
“Venuto a conoscenza dei suoi successi sportivi, volevo farle le congratulazioni a nome di tutta la nostra comunità universitaria. Siamo orgogliosi di averla fra i nostri studenti”. Si apre con queste parole il messaggio che il rettore dell'Università di Pisa, Riccardo Zucchi, ha inviato a Samuele Ceccarelli, il giovanissimo atleta e studente dell’Ateneo pisano che, agli Assoluti di Ancona, ha battuto il campione iridato Marcel Jacobs sui 60 metri, chiudendo la gara in 6.54.
“Quello del nostro rettore è stato veramente un gesto molto gradito oltre che inaspettato”, ha commentato Ceccarelli, che è iscritto al quinto anno del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza e che il professor Zucchi ha invitato anche a contribuire al progetto di Dual Career per studenti-atleti che ha voluto in prima persona.
"La mia disponibilità a partecipare a questo progetto è massima e spero, con la mia esperienza, di poter dare un contributo utile a migliorare la qualità della vita universitaria e atletica di tanti altri colleghi – ha detto il campione, in partenza per gli europei di Istanbul - Dividersi tra libri e attività sportiva non è assolutamente semplice, specialmente quando il calendario delle gare ti costringe ad assentarti da casa per interi fine settimana. Oltre al fatto che, durante tutto l'anno, per gli studenti-atleti è praticamente impossibile seguire le lezioni con tutto quello che ne consegue in termini di studio".
Samuele Ceccarelli dopo la vittoria agli Assoluti di Ancona. Il campione è iscritto al quinto anno della Laurea Magistrale in Giurisprudenza. Foto: Fidal
Con il coinvolgimento del campione prosegue così il cammino del progetto di Dual Career a cui stanno lavorando, di concerto, la prorettrice per la Coesione della comunità universitaria e per il diritto allo studio, Enza Pellecchia, il prorettore per la Didattica, Giovanni Paoletti, e il delegato per i Rapporti con il territorio, Marco Macchia.
“A breve presenteremo agli organi di ateneo la nostra proposta di Dual career con la speranza di poter attivare al più presto questo percorso e far sì che la carriera sportiva dei nostri giovani atleti di talento, professionisti e d’élite possa convivere con i loro percorsi di studio universitari – spiegano Pellecchia, Paoletti, e Macchia – La storia di Samuele Ceccarelli, ci ricorda, una volta di più, che queste ragazze e questi ragazzi devono necessariamente conciliare sessioni di allenamento e competizioni con gli impegni legati alle lezioni e agli esami ed è nostro dovere tutelare il loro diritto allo studio”.
In attesa che il percorso di Dual Career sia ufficialmente istituito, le studentesse e gli studenti interessate/i possono scrivere per informazioni e supporto al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Risorse digitali per l’apprendimento a distanza: si presentano i risultati del progetto europeo ENLIVEN
C’è il Survival kit, un kit di alfabetizzazione digitale in sei lingue, alcuni moduli di e-learning per rendere le lezioni a distanza più coinvolgenti, alcuni video che illustrano come creare un podcast, dei moduli che spiegano cosa vuol dire essere europei. Sono queste alcune delle risorse sviluppate nell’ambito di ENLIVEN, un progetto Erasmus+ coordinato dall’Università di Pisa e a cui hanno collaborato le università di Tallinn, Novi Sad, Lisbona, Amburgo e Salisburgo. Finanziato su una call straordinaria aperta nell’agosto 2020 dall’agenzia EACEA della Commissione Europea in risposta alla pandemia da Covid-19, il progetto ENLIVEN (ENhanced Learning and teaching in International Virtual ENvironments) aveva come scopo il miglioramento dell’ambiente di apprendimento digitale attraverso strumenti, metodi e soluzioni che consentissero di far tesoro dell’esperienza vissuta nei mesi dell’emergenza per rendere la formazione più inclusiva e innovativa.
I risultati del progetto, disponibili ora come risorse aperte, gratuitamente accessibili, saranno presentati in una due giorni di incontri in programma a Pisa il 27 e 28 febbraio al Polo didattico Le Piagge, a cui porteranno i loro saluti Alessandra Nardini, assessora regionale all’Università e ricerca, e Sandra Munno, assessora comunale alle Politiche socioeducative e scolastiche. “A due anni dall’inizio del progetto, con il ritorno alla didattica in presenza, molte cose sono cambiate – commenta il professor Francesco Marcelloni, responsabile scientifico di ENLIVEN, che con il contributo fondamentale della professoressa Maria Simi, del professor Marco Abate e dell’Unità Programmi internazionali di cooperazione, formazione e mobilità ha coordinato le attività del progetto – Tuttavia, in svariati contesti, l’apprendimento digitale può ancora integrare quello tradizionale e sono convinto che molti dei risultati del progetto potranno essere utilizzati anche in futuro. Il sito web sarà mantenuto per almeno tre anni e i contenuti saranno aggiornati ove necessario e resteranno a disposizione di tutti coloro che possono trarne beneficio”.
In particolare, il Survival Kit, un insieme di strumenti e metodi di alfabetizzazione digitale è destinato non solo alla comunità accademica, ma alle scuole, alle agenzie formative, ai singoli che vogliono migliorare le proprie competenze digitali. “La pandemia – continua il professor Marcelloni – ci ha mostrato che non siamo tutti uguali davanti agli ambienti di apprendimento digitali e che la mancanza delle conoscenze di base può tagliare fuori una larga fetta della popolazione dall’accesso a questo supporto all'apprendimento, generando o ampliando le disuguaglianze. Il quarto degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 “Assicurare una educazione di qualità equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento per tutti e durante tutta la vita” è ciò che ci ha guidato nella scrittura della proposta prima e nella realizzazione del progetto poi. Per questo motivo abbiamo voluto tradurre i contenuti del Survival Kit dall’inglese alle cinque lingue dei partner del progetto. La serie di webinar “Vivere e comportarsi in un mondo digitale”, invece, indaga una serie di aspetti quali l’identità digitale o la protezione dei dati personali, spiegando come muoversi con cautela di fronte a potenziali pericoli”.
L’agenda dell’incontro del 27 febbraio prevede, dopo la presentazione dei risultati del progetto affidata alla professoressa Maria Simi e al professor Francesco Marcelloni, tre tavoli di lavoro. Il primo, dal titolo “Liberi di apprendere. Spunti e riflessioni per ripensare la Scuola con il PNRR in presenza e a distanza”, è dedicato alla scuola. “Ambienti di apprendimento online: Scenari e Opportunità” vede la presenza di esperti di apprendimento digitale provenienti anche da altri atenei e centri di ricerca. Il terzo è un tavolo di confronto docenti-studenti sulle esperienze maturate nell’apprendimento on-line all’Università di Pisa e sulle prospettive future. Trattandosi di un evento a carattere locale, la lingua di lavoro sarà l’italiano. L’uso non esclusivo dell’inglese - con la traduzione dei moduli del Survival Kit, alcuni webinar sul tema del multilinguismo e le versioni del sito web in italiano, tedesco, estone, serbo e portoghese - è stato un elemento centrale del progetto e si lega al concetto di inclusione.
La giornata di martedì 28 febbraio sarà invece una conferenza internazionale che potrà essere seguita in presenza o a distanza, ed è destinata prevalentemente alle università internazionali, che conosceranno così i risultati del progetto dalla viva voce dei protagonisti. Interverranno, infatti, dalle università partner i responsabili delle attività attorno alle quali ENLIVEN è organizzato. Sarà un’occasione preziosa per fare il punto sulla dimensione digitale e internazionale dell’educazione superiore, con uno sguardo rivolto al futuro. “Towards 2030: developing the digital dimension in the higher education world” è il titolo scelto per chiudere l’evento dalla professoressa Ann Katherine Isaacs, Co-Chair del Coordination Group on Global Policy Dialogue della European Higher Education Area.
Per partecipare, è necessario preregistrarsi utilizzando i link che si trovano nella pagina dedicata all’evento sul sito di Ateneo.
Aggiornamento dell'elenco di Operatori per i servizi tecnici di Ingegneria e Architettura. Scad. 31/03
Malattie genetiche rare: l’Università di Pisa vince finanziamento della Fondazione Telethon
La professoressa Michela Ori (foto) del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa è fra i vincitori del bando della Fondazione Telethon che finanzia la ricerca sulle malattie genetiche rare. Il suo progetto si propone di riprodurre nel pesciolino zebrafish mutazioni specifiche identificate nel gene TCF4 in pazienti affetti da sindrome di Pitt-Hopkins, caratterizzata da grave ritardo cognitivo ed epilessia. La ricerca contribuirà a studiare aspetti ancora non conosciuti della patologia e il ruolo del gene TCF4, accelerando l'identificazione di nuovi interventi terapeutici per i pazienti nell’ottica della medicina personalizzata.
Nella foto il team di ricerca della professoressa Michela Ori. Da sinistra: Silvia Savoli, Michela Ori, Martina Orefice, Giulia Salamone.
A pochi giorni dalla Giornata Mondiale delle Malattie Rare del 28 febbraio, la Fondazione Telethon ha annunciato i 35 vincitori del primo round del bando aperto a ricercatori attivi sull’intero territorio nazionale, distribuendo in tutto 5 milioni e 270mila euro raccolti grazie alla generosità dei donatori italiani. In Toscana, oltre a quello della professoressa Ori è stato finanziato anche un progetto dell'Università di Firenze, per un totale di 300.000 euro.
La Fondazione ha affidato la valutazione dei progetti presentati, conclusa alla fine del 2022, ad una commissione scientifica composta da 28 scienziati in gran parte stranieri, attivi in prestigiosi istituti internazionali. Tra i progetti finanziati, una quota significativa andrà a indagare i meccanismi ancora ignoti o solo parzialmente chiariti di malattie genetiche tuttora prive di un trattamento specifico, ma non mancano anche progetti già focalizzati su potenziali approcci terapeutici. Tra le malattie oggetto di studio figurano sindromi molto rare come quella di Pitt-Hopkins o di Catel-Mankze accanto a patologie più note e studiate quali quella di Huntington o la distrofia muscolare di Duchenne, ma anche forme rare ed ereditarie di malattie ad alta diffusione come quella di Alzheimer.
In memoria di Massimo Ampola
Il professor Massimo Ampola è scomparso il 17 febbraio all’età di 78 anni. Laureato nel 1971 in filosofia, è stato ricercatore presso l’Università di Camerino fino al 1980, anno in cui si è trasferito presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Pisa, dove ha ininterrottamente insegnato fino al momento del collocamento a riposo. Formatosi nella tradizione intellettuale e sociologica di Achille Ardigò e di Silvano Burgalassi, i suoi interessi scientifici sono stati accomunati da una tensione verso l’analisi attenta e scientificamente accurata delle trasformazioni sociali in atto.
Nella sua attività di docente e di ricercatore è sempre stato guidato dall’esigenza di armonizzare la prassi empirica con la profondità della riflessione teorica, virtù che ha sempre instillato con passione negli studenti che hanno seguito, numerosissimi, i suoi corsi. Acuto osservatore della contemporaneità, i suoi studi più conosciuti nella comunità sociologica italiana hanno riguardato la sfera delle trasformazioni in ambito religioso (Mondi vitali, religiosi e secolari in transizione, 1983), e i processi di emarginazione nel nostro Paese (Dalla marginalità all’emarginazione: studi e ricerche sulla realtà italiana, 1986). Più recentemente è stato autore di alcuni approfonditi studi sull’opera di Jurgen Habermas, che hanno avuto vasta eco anche a livello internazionale (Dialogo su Jürgen Habermas: le trasformazioni della modernità, 2010, con Luca Corchia).
Nel 1999, insieme al suo gruppo di collaboratori, ha fondato una rivista online (The Lab’s Quarterly) che, nel corso del tempo, è cresciuta in spessore e rilievo scientifico, ottenendo il riconoscimento da parte di Anvur come rivista scientifica per l’area 14.
Chiunque abbia conosciuto il professor Ampola, potrà sicuramente ricordarne l’ironia, la mitezza, la capacità di ascolto e di mediazione – ma anche l’attitudine ad analizzare e interpretare i fenomeni della contemporaneità con quella chiarezza e semplicità che lo hanno fatto apprezzare da generazioni di studenti e colleghi.
Andrea Salvini
Professore di Sociologia generale
Dipartimento di Scienze politiche
Università di Pisa
Conclusa la prima edizione della Winter School “A new Grand Tour in Tuscany"
Dal 13 al 18 febbraio si è svolta la Winter School “A new Grand Tour in Tuscany: Tourism between heritage, knowledge and digital media”, organizzata dall’Università di Pisa (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Corsi di laurea in turismo) in collaborazione con la Cattedra UNESCO dell’Università della Svizzera italiana e il patrocinio accademico della Fondazione Campus.
Coordinata da Alessandro Tosi, Lorenzo Cantoni e Silvia De Ascaniis, con il supporto organizzativo di Maria Leandra Lupi, Erica Ribechini, Maria Cioni, Alice Tavoni, Simona Bellandi e Fabiana Fiorelli, la Winter School ha visto la partecipazione di studenti e studiosi di diverse nazionalità che hanno avuto modo di vivere, in uno dei più attrattivi contesti ambientali, monumentali e paesaggistici d’Italia, un’esperienza altamente formativa nell’ambito delle relazioni fra il patrimonio tangibile e intangibile, il turismo e i media digitali.
Oltre a seguire gli interventi di studiosi ed esperti in un’ampia prospettiva interdisciplinare (tra i docenti Adriano Fabris, Veronica Neri, Antonella Fresa, Enrica Lemmi), i partecipanti hanno avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con gli stakeholders del territorio per conoscere le best practices e le criticità nella gestione dei flussi turistici, nell’organizzazione dei grandi eventi e nella valorizzazione del patrimonio. Dal Duomo all’Orto botanico, dal Museo della Grafica al Museo di San Matteo, dal Teatro del Silenzio di Lajatico alla Certosa di Calci, dal Carnevale di Viareggio al centro di Lucca, è stato possibile sperimentare in prima persona, a livello intellettuale e sensoriale, la possibilità di un nuovo Grand Tour in una Toscana inaspettata. Di particolare impatto la visita al Teatro del Silenzio, con la bella lettera di saluto che Andrea Bocelli ha rivolto alla Winter School e l’intervento del Sindaco di Lajatico, Alessio Barbafieri.
Altri incontri hanno visto la partecipazione del direttore del Museo Nazionale di San Matteo Pierluigi Nieri, del direttore di Toscana Promozione Turistica Francesco Tapinassi, di Ilaria Florido dell’Ufficio Turismo del Comune di Pisa, di Laura Granata e Fabrizio Quochi della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, di Nicola Piegaja del Royal Victoria Hotel.
Alla realizzazione del progetto hanno contribuito il Museo della Grafica, il Sistema Museale di Ateneo, il Comune di Pisa, il Comune di Lajatico, l’Opera della Primaziale Pisana, la Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, la Fondazione Carnevale di Viareggio, il Museo di Storia Naturale e l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa, Photoconsortium, Promoter, la Pro Loco Lajatico e il Royal Victoria Hotel.
Archeologia: scoperta in Iraq una “taverna” con un antico frigorifero di 5000 anni fa
Una zona pranzo all'aperto con panchine, un forno, contenitori per la conservazione, antichi resti di cibo e persino un frigorifero di 5000 anni fa, denominato “zeer”, termine arabo che identifica la tecnica del “vaso nel vaso” per conservare bevande e alimenti. È quanto hanno scoperto gli archeologi dell'Università di Pisa impegnati, assieme ai colleghi dell'Università della Pennsylvania, negli scavi del Lagash Archaeological Project che, a fine 2022, hanno riportato alla luce quella che potrebbe essere una taverna del 2.700 a.C.
Un tesoro, quello ritrovato dall'equipe guidata dalla professoressa Holly Pittman della University of Pennsylvania e dalla professoressa Sara Pizzimenti del Dipartimento di Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo pisano, che si nascondeva a soli 50 cm dalla superficie e che oggi ci consegna uno spaccato di quella che doveva essere la vita quotidiana di una delle più importanti città-stato della Mesopotamia: Tell al-Hiba (l'antica Lagash).
"Il ritrovamento fatto a Lagash è in grado di gettare nuova luce sullo studio dell’alimentazione e della cucina dell’antica Mesopotamia, finora principalmente conosciuta e approfondita attraverso i testi, che tuttavia non coprono i periodi più antichi del Sumer - spiega Sara Pizzimenti, Professoressa Associata di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico di UniPi – All’interno di quello che era un luogo pubblico per la produzione, distribuzione e consumo dei pasti, che doveva probabilmente avvenire all’interno del grande cortile con banchette, sono state ritrovate, infatti, un centinaio di ciotole contenenti resti di cibo, assieme ai dispositivi per la conservazione di bevande e alimenti. La ‘taverna’ di Lagash è di conseguenza un tassello importante per ricostruire le conoscenze nel campo della produzione e distribuzione alimentare, economia alla base delle prime società complesse della storia dell’uomo.”
Tell al-Hiba si trova a 24 km a est della città di Shatra, nel governatorato del Dhi Qar, nel sud dell'Iraq. Con i suoi più di 400 ettari di estensione, Lagash è una delle città-stato più antiche e più grandi della Mesopotamia meridionale e capitale dell’omonimo stato. Occupata a partire dal quinto millennio a.C. e in gran parte abbandonata attorno al 2.300 a.C., è stata uno dei più importanti snodi commerciali della regione, sede di un’intensa e variegata produzione artigianale, e con immediato accesso a terreni agricoli.
Fino al Lagash Archaeological Project, iniziato nel 2019, gli scavi si erano sempre concentrati sull'architettura religiosa e sulla comprensione delle élite. Con il nuovo progetto, invece, l’attenzione degli archeologi si è concentrata sulle aree non elitarie della città, così da poter conoscere meglio quale fosse la vita nell’antica città mesopotamica. La scoperta della taverna getta quindi nuova luce sulla vita quotidiana di un quartiere popolare sumerico probabilmente legato ad attività artigianali di produzione ceramica.
135 anni di scavi archeologici - Le prime esplorazioni archeologiche a Tell al-Hiba risalgono alla fine del XIX secolo (1887), ma è solo nel 1953, grazie al ritrovamento di un'iscrizione da parte dell'assiriologo danese Thorkild Jacobnsen e di Fuad Safar, che si è stati in grado di indentificare il sito con l'antica Lagash.
La città è stata per la prima volta intensivamente investigata grazie alle cinque campagne di scavo (1968-1976) di un progetto congiunto del Metropolitan Museum of Art e dell'Institute of Fine Arts di New York sotto la direzione di Donald Hansen. Seguiranno altre due campagne, nel 1984 (UCLA) e nel 1990 (UPENN), quest'ultima interrotta dallo scoppio della prima guerra del Golfo.
Le ricerche ripartiranno solo nella primavera del 2019, con un primo progetto congiunto tra l'Università della Pennsylvania e quella di Cambridge, seguito da una seconda campagna nel novembre 2021. Ma è dalla terza campagna, iniziata a marzo 2022, che entra in scena anche l'Università di Pisa con un gruppo di archeologi guidati dalla professoressa Sara Pizzimenti che, nella quarta stagione di scavi (autunno 2022), diverrà Direttore sul campo e condurrà alla scoperta di quella che si presume essere un'antica taverna di 5000 anni fa.