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È stata approvata la graduatoria per l’assegnazione dei posti auto presso l'Area Pontecorvo, il Polo Piagge e Via Bonanno 25/B, secondo l’ordine di priorità indicato da ciascun dipendente
La graduatoria è valida per l’anno 2024 e fino a nuova disposizione.
Saranno previsti scorrimenti periodici della graduatoria, conseguenti a variazioni della disponibilità di posteggi auto (ad es. per decadenza dei requisiti degli assegnatari, per rinuncia, etc.), che consentiranno la riassegnazione in base alla graduatoria e alle preferenze espresse nella domanda di partecipazione al bando.

Leggi la graduatoria

Nel corso del tempo ha messo insieme circa 6000 documenti, tra libri di viaggio, libri di letteratura, poesia, scienza e arte e ancora riviste, cartoline, ritagli, fotocopie, nonché oggetti, alcuni dei quali decisamente curiosi. Tutti su Pisa e la sua famosa Torre. La collezione dell’ingegnere russo David Ilič Malkov (Astrachan, 28 aprile 1913 - Mosca, 17 maggio 2010), donata all’Università di Pisa nel 1994 e ora parte del patrimonio della sua biblioteca, diventa per la seconda volta una mostra (dopo una prima esposizione organizzata nel 1996) e sarà ospitata nel cortile del Palazzo della Sapienza dal 12 giungo al 31 luglio. L’esposizione, dal titolo “Stregato dalla Torre. Pisa nella collezione di D.I. Malkov, il Campanilista Moscovita”, è organizzata dall’Università di Pisa e dalla Società Storica Pisana, con il supporto del Sistema Bibliotecario di Ateneo e di ACME04, in occasione delle celebrazioni dell’850° anniversario della posa della prima pietra del celebre campanile.

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All’inaugurazione hanno portato i saluti istituzionali il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, e del presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, Andrea Maestrelli. Sono poi intervenute Gabriella Garzella (Società Storica Pisana) e Antonella Magliocchi (Università di Pisa) per presentare la mostra.

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L’ingegnere russo David Ilič Malkov, andando al lavoro una mattina di marzo del 1964 conobbe, dalla Pravda, i problemi di stabilità della Torre di Pisa e l’appello agli esperti di tutto il mondo per salvarla. Fu l’inizio di una grande passione, quasi un’ossessione, che lo portò a documentarsi e a ideare un progetto di recupero di cui si parlò sui principali quotidiani sovietici e che giunse perfino in Italia. Anche se furono preferite altre soluzioni, Malkov non smise di pensare alla Torre, anzi iniziò a collezionare ogni sorta di materiale sul campanile e sulla città che la ospita.

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A quasi vent'anni dalla donazione della collezione all’Ateneo pisano, questa nuova mostra rende omaggio al bizzarro personaggio, stregato da una delle torri più famose del mondo. Torre che potremo vedere attraverso i suoi occhi di viaggiatore immaginario – essendo stato a Pisa solo al momento della donazione – e attraverso lo sguardo inconsueto di chi intraprendeva l’equivalente orientale del Grand Tour.

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I curatori della mostra sono Antonella Magliocchi (Università di Pisa), Gabriella Garzella (Società Storica Pisana), Chiara Bodei (Università di Pisa) e Paolo Maria Mancarella (Università di Pisa).

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Vai al sito della mostra

Nel corso del tempo ha messo insieme circa 6000 documenti, tra libri di viaggio, libri di letteratura, poesia, scienza e arte e ancora riviste, cartoline, ritagli, fotocopie, nonché oggetti, alcuni dei quali decisamente curiosi. Tutti su Pisa e la sua famosa Torre. La collezione dell’ingegnere russo David Ilič Malkov (Astrachan, 28 aprile 1913 - Mosca, 17 maggio 2010), donata all’Università di Pisa nel 1994 e ora parte del patrimonio della sua biblioteca, diventa per la seconda volta una mostra (dopo una prima esposizione organizzata nel 1996) e sarà ospitata nel cortile del Palazzo della Sapienza dal 12 giungo al 31 luglio. 

L’esposizione, dal titolo “Stregato dalla Torre. Pisa nella collezione di D.I. Malkov, il Campanilista Moscovita”, è organizzata dall’Università di Pisa e dalla Società Storica Pisana, con il supporto del Sistema Bibliotecario di Ateneo e di ACME04, in occasione delle celebrazioni dell’850° anniversario della posa della prima pietra del celebre campanile.

L’inaugurazione si terrà mercoledì 12 giugno alle ore 16 nell’Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza (in via Curtatone e Montanara 15). Dopo i saluti istituzionali del rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, e del presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, Andrea Maestrelli, interverranno Gabriella Garzella (Società Storica Pisana) e Antonella Magliocchi (Università di Pisa) che presenteranno la mostra.

L’ingegnere russo David Ilič Malkov, andando al lavoro una mattina di marzo del 1964 conobbe, dalla Pravda, i problemi di stabilità della Torre di Pisa e l’appello agli esperti di tutto il mondo per salvarla. Fu l’inizio di una grande passione, quasi un’ossessione, che lo portò a documentarsi e a ideare un progetto di cui si parlò sui principali quotidiani sovietici e che giunse perfino in Italia. Anche se furono preferite altre soluzioni, Malkov non smise di pensare alla Torre, anzi iniziò a collezionare ogni sorta di materiale sul campanile e sulla città che la ospita.

A quasi vent'anni dalla donazione della collezione all’Ateneo pisano, questa nuova mostra rende omaggio al bizzarro personaggio, stregato da una delle torri più famose del mondo. Torre che potremo vedere attraverso i suoi occhi di viaggiatore immaginario – essendo stato a Pisa solo al momento della donazione – e attraverso lo sguardo inconsueto di chi intraprendeva l’equivalente orientale del Grand Tour.

I curatori della mostra sono Antonella Magliocchi (Università di Pisa), Gabriella Garzella (Società Storica Pisana), Chiara Bodei (Università di Pisa) e Paolo Maria Mancarella (Università di Pisa).

TeamPic-.jpegPisa, 12 giugno 2024 - La sostenibilità può arrivare anche nello spazio grazie ad uno studio su nuova classe di veicoli orbitali che per muoversi nello spazio utilizzano propellenti “verdi”. La notizia arriva da uno studio del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Acta Astronautica e realizzato nell’ambito di ASCenSIon, un progetto europeo che ha visto la partecipazione di molti partner nazionali e internazionali, tra cui il Politecnico di Milano e Università La Sapienza di Roma in Italia, e numerose altre realtà in Germania, Francia, Belgio e Spagna. La ricerca pubblicata nell’articolo è stata svolta da Alberto Sarritzu sotto la supervisione del professore Angelo Pasini; il team del progetto all’Università di Pisa include anche la dottoranda Lily Blondel-Canepari.

“I nuovi propellenti “verdi” potranno certamente sostituire i propellenti tossici oggi prevalentemente usati – spiega Alberto Sarritzu – Questo permetterà da un lato di migliorare l’efficienza della propulsione e rendere possibili missioni che al momento non lo sono, dall’altro di semplificare le operazioni a terra in preparazione dei veicoli orbitali, che oggi sono lunghe, complicate e costose”.

Lo studio di propellenti verdi è uno sforzo internazionale che va avanti da decenni, con l’Università Pisa che negli anni ha ricoperto un ruolo chiave. I propellenti verdi sono generalmente composti chimici a basso impatto ambientale e tossicità, come acqua ossigenata ad alte concentrazioni o protossido d’azoto, comunemente conosciuto come anestetico. Rientrano tra questi anche il comune cherosene e altri idrocarburi, che rappresentano comunque un enorme passo avanti rispetto ai tradizionali composti utilizzati che invece contengono idrazina o tetrossido di azoto, sostanze estremamente tossiche e dannose per l’ambiente e la salute umana. La gestione di questi componenti è non solo potenzialmente dannosa per il personale coinvolto, ma anche estremamente costosa, per cui il settore da anni cerca di trovare delle valide alternative.

L’Ateneo, nell’ambito del progetto ASCenSIon, si è occupato di studiare sistemi propulsivi compatibili con i propellenti “verdi”. I sistemi propulsivi sono uno degli elementi più cruciali per il corretto funzionamento dei veicoli orbitali ed hanno un ruolo chiave per il successo delle missioni, regolando sia il movimento dei veicoli in orbita che il controllo d’assetto.

“La nuova classe di veicoli spaziali che abbiamo studiato promette di portare innovazioni che possono avere ricadute per tutti noi – sottolinea Angelo Pasini– come ad esempio un accesso più facile e sostenibile allo spazio, la rimozione attiva dei detriti spaziali causati da decenni di utilizzo incontrollato delle nostre orbite e lo sviluppo di nuove missioni per l’esplorazione spaziale”.

Alberto Sarritzu sta terminando il suo dottorato all’Università di Pisa. Ha preso parte al progetto ASCenSIon dopo diversi anni di lavoro in multinazionali all’estero. Ha deciso di intraprendere la ricerca per avere un impatto sull’industria, in particolare per provare a rendere più sostenibile e attraente un ambito in forte crescita come quello dello spazio. Lily Blondel-Canepari è una studentessa di dottorato all’Università di Pisa. È laureata in fisica alla EPFL di Losanna in Svizzera e ha preso parte al progetto ASCenSIon dopo aver lavorato presso il CERN e precedentemente l’Agenzia Spaziale Europea. Il suo lavoro è improntato sulla ricerca di una nuova definizione all’aggettivo “verde” per quanto riguarda i propellenti spaziali in modo da valutare il reale impatto delle scelte future. Angelo Pasini è ricercatore di propulsione aerospaziale al dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa dal 2016. Prima di intraprendere la carriera accademica, ha lavorato per oltre dieci anni nel settore della propulsione verde, inizialmente presso l’azienda ALTA, spin-off dell’università, e successivamente presso l’azienda Sitael.

Nella foto, da sinistra verso destra Lily Blondel-Canepari, Alberto Sarritzu, Angelo Pasini

È stato assegnato a Giulia Savoretti il prestigioso premio di laurea bandito dall’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori, per ricordare l’opera e il lavoro del vicepresidente fondatore Stefano Capitanio, che nasce con l’obiettivo di incentivare l’innovazione e portare nuove idee e freschezza al florovivaismo italiano affinché possa durare nel tempo ed essere sempre di esempio nel mondo.

Giulia, originaria di Tarquinia (VT), ha conseguito con lode la laurea magistrale in "Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio" all'Università di Pisa con una tesi dal titolo “Le greenway come risposta sostenibile alla crescita delle città. Il caso studio del Concorso di Progettazione per la Riqualificazione dell’asse viario di via de' Barberi a Grosseto", sotto la guida dei professori Francesco Monacci e Damiano Remorini.

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La cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 27 maggio a Monopoli nell’ambito della XVI Giornata Nazionale del Vivaismo Mediterraneo. Il presidente della giuria ha espresso così le motivazioni: “Abbiamo voluto fortemente premiare questa tesi perché presenta una proposta progettuale, descritta con chiarezza espositiva e corredata da una ricca e curata iconografia, in quanto presenta un modello innovativo di sviluppo urbano che contribuisce, grazie anche all’attenta scelta di specie vegetali a basso input manutentivo, ad aumentare la resilienza delle città ai cambiamenti climatici e a favorire la biodiversità in ambito urbano ed il benessere dei cittadini. Particolarmente apprezzato l’aspetto applicativo, quindi non una ricerca confinata nell’ambito accademico, ma una ricerca che si sposa con il territorio che l’ha originata”.

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Giulia, subito dopo la laurea, si è inserita brillantemente nel mondo del lavoro e svolge la sua attività presso un prestigioso Studio di progettazione del verde in provincia di Pistoia.

È la settima volta che un laureato in Progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio dell’Università di Pisa si aggiudica il prestigioso riconoscimento.

TeamPic-.jpegPisa, 12 giugno 2024 - La sostenibilità può arrivare anche nello spazio grazie ad uno studio su nuova classe di veicoli orbitali che per muoversi nello spazio utilizzano propellenti “verdi”. La notizia arriva da uno studio del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Acta Astronautica e realizzato nell’ambito di ASCenSIon, un progetto europeo che ha visto la partecipazione di molti partner nazionali e internazionali, tra cui il Politecnico di Milano e Università La Sapienza di Roma in Italia, e numerose altre realtà in Germania, Francia, Belgio e Spagna. La ricerca pubblicata nell’articolo è stata svolta da Alberto Sarritzu sotto la supervisione del professore Angelo Pasini; il team del progetto all’Università di Pisa include anche la dottoranda Lily Blondel-Canepari.

“I nuovi propellenti “verdi” potranno certamente sostituire i propellenti tossici oggi prevalentemente usati – spiega Alberto Sarritzu – Questo permetterà da un lato di migliorare l’efficienza della propulsione e rendere possibili missioni che al momento non lo sono, dall’altro di semplificare le operazioni a terra in preparazione dei veicoli orbitali, che oggi sono lunghe, complicate e costose”.

Lo studio di propellenti verdi è uno sforzo internazionale che va avanti da decenni, con l’Università Pisa che negli anni ha ricoperto un ruolo chiave. I propellenti verdi sono generalmente composti chimici a basso impatto ambientale e tossicità, come acqua ossigenata ad alte concentrazioni o protossido d’azoto, comunemente conosciuto come anestetico. Rientrano tra questi anche il comune cherosene e altri idrocarburi, che rappresentano comunque un enorme passo avanti rispetto ai tradizionali composti utilizzati che invece contengono idrazina o tetrossido di azoto, sostanze estremamente tossiche e dannose per l’ambiente e la salute umana. La gestione di questi componenti è non solo potenzialmente dannosa per il personale coinvolto, ma anche estremamente costosa, per cui il settore da anni cerca di trovare delle valide alternative.

L’Ateneo, nell’ambito del progetto ASCenSIon, si è occupato di studiare sistemi propulsivi compatibili con i propellenti “verdi”. I sistemi propulsivi sono uno degli elementi più cruciali per il corretto funzionamento dei veicoli orbitali ed hanno un ruolo chiave per il successo delle missioni, regolando sia il movimento dei veicoli in orbita che il controllo d’assetto.

“La nuova classe di veicoli spaziali che abbiamo studiato promette di portare innovazioni che possono avere ricadute per tutti noi – sottolinea Angelo Pasini– come ad esempio un accesso più facile e sostenibile allo spazio, la rimozione attiva dei detriti spaziali causati da decenni di utilizzo incontrollato delle nostre orbite e lo sviluppo di nuove missioni per l’esplorazione spaziale”.

Alberto Sarritzu sta terminando il suo dottorato all’Università di Pisa. Ha preso parte al progetto ASCenSIon dopo diversi anni di lavoro in multinazionali all’estero. Ha deciso di intraprendere la ricerca per avere un impatto sull’industria, in particolare per provare a rendere più sostenibile e attraente un ambito in forte crescita come quello dello spazio. Lily Blondel-Canepari è una studentessa di dottorato all’Università di Pisa. È laureata in fisica alla EPFL di Losanna in Svizzera e ha preso parte al progetto ASCenSIon dopo aver lavorato presso il CERN e precedentemente l’Agenzia Spaziale Europea. Il suo lavoro è improntato sulla ricerca di una nuova definizione all’aggettivo “verde” per quanto riguarda i propellenti spaziali in modo da valutare il reale impatto delle scelte future. Angelo Pasini è ricercatore di propulsione aerospaziale al dipartimento di ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa dal 2016. Prima di intraprendere la carriera accademica, ha lavorato per oltre dieci anni nel settore della propulsione verde, inizialmente presso l’azienda ALTA, spin-off dell’università, e successivamente presso l’azienda Sitael.

Nella foto, da sinistra verso destra Lily Blondel-Canepari, Alberto Sarritzu, Angelo Pasini

Giovedì 13 giugno alle ore 9:30, come annunciato, si terrà, presso la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium, la riunione congiunta del Senato Accademico e del Consiglio di amministrazione.

La riunione, fermo restando quanto deliberato nel Senato Accademico del 14 marzo scorso, affronterà il tema delle relazioni dell’Ateneo pisano con aziende inserite nella filiera bellica e con istituzioni accademiche collocate in paesi coinvolti in situazioni di guerra.

La seduta si svolgerà in forma allargata, accessibile a tutti i membri della comunità universitaria pisana riconosciuti mediante credenziali di Ateneo - studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo e bibliotecario - che potranno seguirla in diretta collegandosi al seguente link:

https://call.unipi.it/SedutaCdASenato120624

Martedì, 11 Giugno 2024 11:36

Il Bilancio di genere 2022-23

Presentazione del Rettore

L'Università di Pisa, già da molto tempo, prosegue in quello che Anna Maria Galoppini, docente del nostro Ateneo, descriveva come il “lungo viaggio verso la parità”, destinazione questa ancora, purtroppo, distante.

Il Bilancio di Genere, prodotto da un gruppo di lavoro guidato dalla professoressa Nadia Pisanti, che ringrazio per l’impegno e la dedizione nel lavoro, costituisce lo strumento di misurazione del livello di parità raggiunto, una sorta di “termometro” dell’Università.

La presente edizione purtroppo non ci offre un quadro incoraggiante. Scorrendo i dati, è infatti possibile constatare il perdurante gender gap in molti ambiti, nei ruoli e nelle categorie che vedono le donne qualificarsi come genere sottorappresentato confermando le tendenze segregative presenti a livello nazionale.

I dati mostrano come il percorso delle donne sia contraddistinto da quel fenomeno che in letteratura viene definito leaky pipeline ovvero “il tubo che perde”. Un’immagine che sta a identificare la progressiva dispersione delle donne con l’avanzamento delle carriere scientifiche ed è rivelatrice di una profonda contraddizione tra la prevalenza numerica delle studentesse con buone votazioni e la scarsità di donne nelle posizioni apicali.

È necessario per questo potenziare il nostro impegno nelle strategie di cambiamento, effettuare valutazioni per determinare gli atti di indirizzo per la diffusione, anche all’esterno, della cultura di parità. Promuovere le carriere femminili e favorire la conciliazione dei tempi di vita/lavoro costituiscono elementi centrali per favorire il cambiamento strutturale.

L’Università di Pisa da sempre ha dedicato molta attenzione a questi temi e, come il presente Bilancio di Genere riporta, ogni anno sono investite, grazie al Comitato Unico di Garanzia, cifre importanti per la promozione di misure di work/life balance attraverso l’erogazione di contributi per i campi estivi di cui è destinataria l’intera comunità universitaria.

Il Bilancio di Genere, oltre a individuare eventuali criticità di un’organizzazione, ha anche il merito di illustrarne i punti di forza, tra i quali, ricordo, lo Sportello interuniversitario pisano contro la violenza di genere frutto della sinergia con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna in collaborazione con la Casa della Donna e chiara espressione della posizione di “tolleranza zero” verso ogni forma di violenza, discriminazione e molestia. Lo Sportello è il risultato di un lavoro di “rete” e proprio la rete e la cooperazione risultano fondamentali per affrontare le sfide e le esigenze sempre nuove.

A tale scopo abbiamo ritenuto rilevante la definizione di un sistema di coordinamento strutturato e per questo è stata istituita una struttura amministrativa a supporto tecnico e scientifico degli organi, delle figure istituzionali e dei teams coinvolti per l’elaborazione delle politiche per l’eguaglianza e le differenze. Inoltre, ogni Dipartimento, Centro e Sistema di Ateneo è stato dotato della figura dei Delegati e delle Delegate per le questioni di genere per consolidare la logica di dialogo e scambio a livello interno contribuendo, anche a livello esterno, alla diffusione di una cultura del rispetto.

Questi sono solo alcuni esempi di quanto è stato finora realizzato grazie alla dedizione e all’impegno che hanno contraddistinto il lavoro di tante persone che in Ateneo stanno lavorando per promuovere una cultura dell’uguaglianza e del rispetto delle differenze.

Riccardo Zucchi
Rettore dell'Università di Pisa

Il Gruppo di lavoro

Alla redazione del Bilancio di genere ha lavorato un gruppo così composto:

  • Nadia Pisanti, Dipartimento di Informatica, Presidente del Gruppo di Lavoro
  • Francesco Giorgelli, Dipartimento di Farmacia, Vicepresidente del Comitato Unico di Garanzia
  • Alessandra La Spina, Sistema Informatico di Ateneo
  • Francesca Pecori, Ufficio per l’Eguaglianza e le Differenze
  • Renata Pepicelli, Delegata del Rettore in “Gender studies and equal opportunities”
  • Mauro Sylos Labini, Dipartimento di Scienze Politiche

Scarica il Bilancio di genere 2022 2023

Elena Pulidori (foto) del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa è tra le vincitrici della prima edizione del premio “INSTM - Donne nella Scienza e Tecnologia dei Materiali 2024” per le migliori tesi di dottorato. Classificata seconda ex-aequo su 37 candidate, la dottoressa Pulidori riceverà il premio il 12 giugno durante il XIV Convegno INSTM sulla Scienza e Tecnologia dei Materiali che si terrà a Cagliari.

Elena, livornese classe 1990, ha vinto grazie ad un progetto per valorizzare le biomasse di scarto dell’industria agroalimentare e zootecnica, in particolare le piume di pollame. Con la cheratina ricavata dalle piume sono stati realizzati elettrofilati utilizzabili in ambito biomedico e nella bonifica ambientale e riempitivi per la produzione di biocompositi con stampanti 3D.

Elena Pulidori ha conseguito la laurea magistrale con lode in Chimica analitica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale (DCCI) dell’Università di Pisa nel 2015 dove è stata assunta come tecnica di laboratorio nel 2018. L’anno successivo ha iniziato il dottorato in Scienze Chimiche e dei Materiali nel gruppo di ricerca Thermolab sotto la supervisione delle professoresse Celia Duce e Maria Rosaria Tinè. Nel giugno del 2023 ha concluso con lode il suo dottorato e ad oggi continua a lavorare come tecnica presso il DCCI. Lo studio grazie al quale è stata premiata è stato condotto in collaborazione con i professori Giovanni Vozzi e Carmelo De Maria del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e del Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa e con la dottoressa Emilia Bramanti dell'Istituto di Chimica dei Composti Organometallici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICCOOM-CNR, Pisa).

elena_pulidori.jpgElena Pulidori (foto) del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa è tra le vincitrici della prima edizione del premio “INSTM - Donne nella Scienza e Tecnologia dei Materiali 2024” per le migliori tesi di dottorato. Classificata seconda ex-aequo su 37 candidate, la dottoressa Pulidori riceverà il premio il 12 giugno durante il XIV Convegno INSTM sulla Scienza e Tecnologia dei Materiali che si terrà a Cagliari.

Elena, livornese classe 1990, ha vinto grazie ad un progetto per valorizzare le biomasse di scarto dell’industria agroalimentare e zootecnica, in particolare le piume di pollame. Con la cheratina ricavata dalle piume sono stati realizzati elettrofilati utilizzabili in ambito biomedico e nella bonifica ambientale e riempitivi per la produzione di biocompositi con stampanti 3D.

Elena Pulidori ha conseguito la laurea magistrale con lode in Chimica analitica presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale (DCCI) dell’Università di Pisa nel 2015 dove è stata assunta come tecnica di laboratorio nel 2018. L’anno successivo ha iniziato il dottorato in Scienze Chimiche e dei Materiali nel gruppo di ricerca Thermolab sotto la supervisione delle professoresse Celia Duce e Maria Rosaria Tinè. Nel giugno del 2023 ha concluso con lode il suo dottorato e ad oggi continua a lavorare come tecnica presso il DCCI. Lo studio grazie al quale è stata premiata è stato condotto in collaborazione con i professori Giovanni Vozzi e Carmelo De Maria del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e del Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa e con la dottoressa Emilia Bramanti dell'Istituto di Chimica dei Composti Organometallici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICCOOM-CNR, Pisa).

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