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Martedì, 24 Luglio 2018 07:14

Simone Sala Supertrio - Concerto jazz

 

 

 

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Martedì, 24 Luglio 2018 07:06

Simone Sala Supertrio - Concerto jazz

Sabato 28 luglio, dalle 22.00, Argini & Margini (Lungarno Galilei), ospita il concerto jazz di Simone Sala Supertrio. Si esibiranno Simone Sala (piano), Michele Visconte (basso), Oreste Sbarra (batteria).

Un trio a nome di Simone Sala Pianista e Compositore italiano che ha fatto della poliedricità e dell’eclettismo l’epicentro del suo messaggio artistico attraverso la scelta di un repertorio che spazia dalla Classica al Latin Jazz senza disdegnare le Musiche da Film e la Canzone d’Autore, rielaborate sempre in chiave molto personale.
Tra i progetti che hanno avuto più seguito, tra tutti quelli realizzati da Sala nell’arco della sua carriera, figura sicuramente il TRIO Piano Basso e Batteria. Un ensamble caratterizzato da un repertorio fortemente variegato ed originali che tocca diversi generi musicali mantenendo come epicentro musicale il LATIN JAZZ senza pero’ disdegnare incursioni che arrivano dal Cantautorato alla BossaNova al Tango Argentino, sempre con arrangiamenti originali e personali; ed ovviamente alla Musica Originale scritta dallo stesso Sala.

Il concerto, organizzato dall’associazione studentesca “Isola del Jazz”, è realizzato con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.

Per maggiori info: https://www.facebook.com/isoladeljazz/

locandina Simone Sala supertrio

 

Sono più di quaranta, provenienti da diversi paesi europei, gli iscritti alla summer school in "Public Auditing and Accountability - Data Mining and Analytics: what implications for auditing?", che è stata inaugurata lunedì 23 luglio alla presenza del rettore Paolo Mancarella, del direttore generale, Riccardo Grasso, di alti rappresentanti della Corte dei Conti Europea (ECA) e della coordinatrice, la professoressa Giovanna Colombini. I partecipanti hanno esperienze formative e professionali molto differenti, essendo suddivisi tra dottorandi di ricerca, professionisti del settore privato, funzionari e magistrati delle istituzioni europee. La "scuola", che andrà avanti fino a venerdì 27, è una delle prime iniziative congiunte tra l'Università di Pisa e l'ECA, in questo caso con il coinvolgimento dell'Association of Chartered Certified Accountants.
I sistemi di controllo sui conti pubblici trovano oggi nuove opportunità grazie alle possibilità di acquisizione ed elaborazione dei dati digitali, necessitando di competenze specialistiche e di alto livello, che non possono prescindere dalle attività di ricerca e studio accademico. Per questo la summer school ospiterà nei prossimi giorni studiosi provenienti da importanti università e affermati professionisti del settore, che forniranno spunti originali sia sulle attuali tendenze e sulle prospettive future delle attività di audit, sia sulle sfide relative al tema della responsabilità finanziaria.
Al fine di sviluppare una cultura di audit aggiornata e di ampia portata, la summer school punta a esaminare le questioni globali che sono particolarmente rilevanti per la professione di auditor, dall'identificazione e valutazione dei rischi all'analisi delle opportunità, dalla valutazione di metodi e soluzioni, strumenti e tecnologie, fino alla promozione di standard ed etica professionali.
Nell’ampio dibattito che si è sviluppato nella professione di audit in merito all’impatto delle nuove tecnologie, sarà dato ampio spazio all'acquisizione delle competenze necessarie per l’elaborazione dei dati, in particolare riguardo alle tecniche statistiche per l’analisi dei Big data, che vedono Pisa, grazie alle attività del Knowledge Discovery and Data Mining Laboratory (KDD Lab), tra i principali centri di ricerca e formazione a livello europeo.
"La summer school che abbiamo inaugurato oggi - ha ricordato il rettore Paolo Mancarella - è una delle prime iniziative che seguono l'accordo di collaborazione firmato circa un anno fa dall'Università di Pisa con la Corte dei Conti Europea - il primo firmato dall'Istituzione europea con una università - per sviluppare progetti di comune interesse, oltre che per consentire a dottorandi, ricercatori e professori pisani di svolgere ricerche mirate presso la Corte”.

Martedì 24 luglio, alle ore 11, nell'aula “Gerace” del Dipartimento di Informatica (Largo Bruno Pontecorvo, edificio C, piano 2), i colleghi giornalisti sono invitati alla conferenza stampa di presentazione "La Luna e le Mura. La lunga eclissi vista dalle antiche Mura di Pisa”, l'evento in programma il 27 luglio che, in occasione dell'eclissi di luna più lunga del secolo, vedrà l'apertura straordinaria del camminamento in quota sulle Mura di Pisa.

L'iniziativa è organizzata dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università (SMA Unipi), i Dipartimenti di Fisica e di Matematica in collaborazione con Ludoteca Scientifica, Associazione La Nuova Limonaia, AISF, Associazione Cascinese Astrofili e dalle imprese che gestiscono le Mura di Pisa.

Durante la conferenza sarà proiettato in anteprima un video di presentazione e sarà distribuito il programma dettagliato dell’evento.
Interverranno Chiara Bodei, presidente del Sistema Museale di Ateneo dell'Università di Pisa, Sergio Giudici, docente del Dipartimento di Fisica e curatore scientifico dell’evento, Massimiliano Razzano, docente del dipartimento di Fisica, Simone Sacco, responsabile eventi “Mura di Pisa” CoopCulture.

Patine superficiali che offuscano lo splendore originario dei colori, efflorescenze, una imprevedibile sensibilità all'acqua e ai solventi in generale, pitture che colano anche dopo tanti anni che i quadri sono stati completati. C’è tutta una casistica di problemi di conservazione che riguardano i dipinti del XX e XXI secolo e che sono nettamente diversi da quelli delle opere realizzate nei secoli precedenti. A identificarli e a scoprire cause e soluzioni ci ha pensato il progetto europeo CMOP-Cleaning of modern oil paints appena giunto a conclusione, coordinato dall’Università di Amsterdam e al quale hanno partecipato il dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, l’Agenzia Olandese per i Beni Culturali, la Tate di Londra, l’Istituto d'Arte Courtauld e il Getty Conservation Institute di Los Angeles.
Le opere d’arte studiate, tra cui ad esempio la “Donna nuda su una poltrona rossa” di Pablo Picasso del 1932, sono state oltre 70, principalmente provenienti dalle collezioni della Tate Modern, dello Stedelijk Museum Amsterdam e del Gemeentemuseum dell’Aia.
E’ emerso così che i problemi di conservazione dei dipinti ad olio contemporanei sarebbero legati soprattutto alle pitture commerciali, in tubetto e più economiche, ma altamente instabili, che gli artisti cominciano ad utilizzare dalla fine dell’Ottocento. Colori prodotti industrialmente, e non più frutto dell’abilità di pittori e artigiani, dove magari, anche per questioni di salute, vennero via via eliminati componenti più stabili come i pigmenti a base di piombo, a favore di altri più reattivi che però degradano l’olio.
“La conseguenza è che i rischi associati ai trattamenti di pulizia superficiale dei dipinti a olio contemporanei sono molto alti e potrebbero condurre a danni irreversibili delle opere”, spiega Ilaria Bonaduce dell’Università di Pisa che ha contribuito allo studio di questi meccanismi a livello molecolare insieme al suo gruppo di ricerca composto da Celia Duce, Anna Lluveras-Tenorio, Francesca Modugno, Ilaria Degano e Jacopo La Nasa.
“I sistemi comunemente utilizzati per la rimozione dello sporco dalla superficie, che si basano su mezzi acquosi, non possono infatti essere utilizzati, né altri trattamenti alternativi sinora testati si sono dimostrati efficaci - aggiunge Ilaria Bonaduce - D'altra parte, evitare la pulitura comporta il rischio che lo sporco si incorpori irreversibilmente nella superficie pittorica, causando potenzialmente un danno estetico permanente”.
Grazie al progetto CMOP il team di ricerca internazionale ha quindi individuato delle nuove procedure di pulitura, basate sull’impiego di gel, microemulsioni, e acque modificate (per pH e forza ionica), che si sono rivelate i sistemi più indicati per minimizzare i rischi legati alla pulitura dei dipinti.
“Nel corso del progetto abbiamo potuto studiare per la prima volta in modo sistematico la chimica dei dipinti a olio contemporanei unendo gli sforzi di un team internazionale e multidisciplinare – conclude Bonaduce - l'arte contemporanea rappresenta infatti la nostra storia recente, è dunque fondamentale garantire che le opere possano continuare a tramandare il loro messaggio alle generazioni future”.

È attiva una convenzione tra L’Università degli Studi di Pisa e la Società Viaggi & Turismo Marozzi s.r.l., azienda specializzata nel trasporto di persone con autobus principalmente da/per Puglia, Basilicata, Toscana, Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna.

Gli studenti potranno ottenere uno sconto di 4€ sul prezzo totale del biglietto (per un massimo di 6 viaggi in un anno).

 

Sono più di quaranta, provenienti da diversi paesi europei, gli iscritti alla summer school in "Public Auditing and Accountability - Data Mining and Analytics: what implications for auditing?", che è stata inaugurata lunedì 23 luglio alla presenza del rettore Paolo Mancarella, del direttore generale, Riccardo Grasso, di alti rappresentanti della Corte dei Conti Europea (ECA) e della coordinatrice, la professoressa Giovanna Colombini. I partecipanti hanno esperienze formative e professionali molto differenti, essendo suddivisi tra dottorandi di ricerca, professionisti del settore privato, funzionari e magistrati delle istituzioni europee. La "scuola", che andrà avanti fino a venerdì 27, è una delle prime iniziative congiunte tra l'Università di Pisa e l'ECA, in questo caso con il coinvolgimento dell'Association of Chartered Certified Accountants.

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I sistemi di controllo sui conti pubblici trovano oggi nuove opportunità grazie alle possibilità di acquisizione ed elaborazione dei dati digitali, necessitando di competenze specialistiche e di alto livello, che non possono prescindere dalle attività di ricerca e studio accademico. Per questo la summer school ospiterà nei prossimi giorni studiosi provenienti da importanti università e affermati professionisti del settore, che forniranno spunti originali sia sulle attuali tendenze e sulle prospettive future delle attività di audit, sia sulle sfide relative al tema della responsabilità finanziaria.
Al fine di sviluppare una cultura di audit aggiornata e di ampia portata, la summer school punta a esaminare le questioni globali che sono particolarmente rilevanti per la professione di auditor, dall'identificazione e valutazione dei rischi all'analisi delle opportunità, dalla valutazione di metodi e soluzioni, strumenti e tecnologie, fino alla promozione di standard ed etica professionali.
Nell’ampio dibattito che si è sviluppato nella professione di audit in merito all’impatto delle nuove tecnologie, sarà dato ampio spazio all'acquisizione delle competenze necessarie per l’elaborazione dei dati, in particolare riguardo alle tecniche statistiche per l’analisi dei Big data, che vedono Pisa, grazie alle attività del Knowledge Discovery and Data Mining Laboratory (KDD Lab), tra i principali centri di ricerca e formazione a livello europeo.

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"La summer school che abbiamo inaugurato oggi - ha ricordato il rettore Paolo Mancarella - è una delle prime iniziative che seguono l'accordo di collaborazione firmato circa un anno fa dall'Università di Pisa con la Corte dei Conti Europea - il primo firmato dall'Istituzione europea con una università - per sviluppare progetti di comune interesse, oltre che per consentire a dottorandi, ricercatori e professori pisani di svolgere ricerche mirate presso la Corte".

Surface changes including  colour, efflorescences and sensitivity to water and solvents, dripping paints that may occur as paintings age. There are conservation issues that are particulary pertientent to these changes in  paintings of the twentieth and twenty-first centuries that differ  from the concerns for treatment of  works of art made in previous centuries.  Research focusing on the identification of the causes of deterioration and possibilities for treatment of modern oil paintings has been carried out by a collaborative European project CMOP-Cleaning of modern oil paints. The project,  coordinated by the University of Amsterdam incorporated  a consortium of partnerships which included the Department of Chemistry and Industrial Chemistry of the University of Pisa, he Cultural Heritage Agency of the Netherlands, the Tate, the Courtauld Institute of Art (both in London)  and the Getty Conservation Institute of Los Angeles.

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The works of art studied, including, among others, the "Naked woman on a red armchair" by Pablo Picasso in 1932, were over 70, mainly from the collections of the Tate Modern, the Stedelijk Museum Amsterdam and the Gemeentemuseum of The Hague.

The project highlighted that the problems of conservation of contemporary oil paintings can be related to the composition of commercial paint tubes used by artists from the end of the nineteenth century. Commercial paint tubes were more affordable, but unstable. Paints produced industrially were no longer the result of the skills of painters and artisans, and were, in part also for health reasons, made without the more stable components such as lead-based pigments, in favour of others, more reactive, and potentially dangerous.

"The consequence is that the risks associated with surface cleaning treatments of contemporary oil paintings are very high and could lead to irreversible damage to the works of art," explains Ilaria Bonaduce of the University of Pisa who contributed to the study of these mechanisms at the molecular level, together with her research group composed by Celia Duce, Anna Lluveras-Tenorio, Francesca Modugno, Ilaria Degano and Jacopo La Nasa.

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"Naked woman on a red armchair" Pablo Picasso 1932 (Tate, N06205) . © Succession Picasso/DACS 2018

"The systems commonly used for the removal of dirt from the paint surface, which are based on aqueous media, cannot be used, nor other alternative treatments tested so far have proved effective - adds Ilaria Bonaduce - On the other hand, avoiding cleaning increases the risk of dirt becoming irreversibly incorporated into the pictorial surface, potentially causing permanent aesthetic damage ".

Thanks to the CMOP project, the international research team has therefore identified new cleaning procedures, based on the use of gels, microemulsions, and modified waters (for pH and ionic strength), which have proved to be the most suitable systems to minimize risks related to the cleaning of the paintings.

"During the project we were able to study the chemistry of contemporary oil paintings for the first time in a systematic way, joining the efforts of an international and multidisciplinary team - concludes Bonaduce. Contemporary art represents our recent history, and is thus fundamental that these works can continue to pass on their message to future generations ".

 

 

Patine superficiali che offuscano lo splendore originario dei colori, efflorescenze, una imprevedibile sensibilità all'acqua e ai solventi in generale, pitture che colano anche dopo tanti anni che i quadri sono stati completati. C’è tutta una casistica di problemi di conservazione che riguardano i dipinti del XX e XXI secolo e che sono nettamente diversi da quelli delle opere realizzate nei secoli precedenti. A identificarli e a scoprire cause e soluzioni ci ha pensato il progetto europeo CMOP-Cleaning of modern oil paints appena giunto a conclusione, coordinato dall’Università di Amsterdam e al quale hanno partecipato il dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, l’Agenzia Olandese per i Beni Culturali, la Tate di Londra, l’Istituto d'Arte Courtauld e il Getty Conservation Institute di Los Angeles.

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Fenomeni di degrado delle pitture

Le opere d’arte studiate, tra cui ad esempio la “Donna nuda su una poltrona rossa” di Pablo Picasso del 1932, sono state oltre 70, principalmente provenienti dalle collezioni della Tate Modern, dello Stedelijk Museum Amsterdam e del Gemeentemuseum dell’Aia.

E’ emerso così che i problemi di conservazione dei dipinti ad olio contemporanei sarebbero legati soprattutto alle pitture commerciali, in tubetto e più economiche, ma altamente instabili, che gli artisti cominciano ad utilizzare dalla fine dell’Ottocento. Colori prodotti industrialmente, e non più frutto dell’abilità di pittori e artigiani, dove magari, anche per questioni di salute, vennero via via eliminati componenti più stabili come i pigmenti a base di piombo, a favore di altri più reattivi che però degradano l’olio.

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“Donna nuda su una poltrona rossa” di Pablo Picasso del 1932 (Tate, N06205) . © Succession Picasso/DACS 2018

“La conseguenza è che i rischi associati ai trattamenti di pulizia superficiale dei dipinti a olio contemporanei sono molto alti e potrebbero condurre a danni irreversibili delle opere”, spiega Ilaria Bonaduce dell’Università di Pisa che ha contribuito allo studio di questi meccanismi a livello molecolare insieme al suo gruppo di ricerca composto da Celia Duce, Anna Lluveras-Tenorio, Francesca Modugno, Ilaria Degano e Jacopo La Nasa.

“I sistemi comunemente utilizzati per la rimozione dello sporco dalla superficie, che si basano su mezzi acquosi, non possono infatti essere utilizzati, né altri trattamenti alternativi sinora testati si sono dimostrati efficaci - aggiunge Ilaria Bonaduce - D'altra parte, evitare la pulitura comporta il rischio che lo sporco si incorpori irreversibilmente nella superficie pittorica, causando potenzialmente un danno estetico permanente”.

Grazie al progetto CMOP il team di ricerca internazionale ha quindi individuato delle nuove procedure di pulitura, basate sull’impiego di gel, microemulsioni, e acque modificate (per pH e forza ionica), che si sono rivelate i sistemi più indicati per minimizzare i rischi legati alla pulitura dei dipinti.

“Nel corso del progetto abbiamo potuto studiare per la prima volta in modo sistematico la chimica dei dipinti a olio contemporanei unendo gli sforzi di un team internazionale e multidisciplinare – conclude Bonaduce - l'arte contemporanea rappresenta infatti la nostra storia recente, è dunque fondamentale garantire che le opere possano continuare a tramandare il loro messaggio alle generazioni future”.

 

 

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