Lampedusa, uno specchio della società italiana
Dopo la tragedia di Lampedusa e il lutto nazionale del 4 ottobre scorso, in segno di cordoglio e solidarietà, l'Università di Pisa ha voluto condividere una riflessione a firma del professore Marco della Pina, docente del corso di laurea in Scienze per la Pace del nostro Ateneo.
(Foto: Monumento ai migranti, Mimmo Paladino)
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Lampedusa, uno specchio della società italiana
In questa Italia che odia, esclude e rende invisibili gli ultimi, siano essi i bambini disabili nelle scuole, i giovani e le donne senza lavoro, gli anziani soli, i migranti ed i profughi, forse soltanto un Papa figlio di immigrati e venuto "dalla fine del mondo" poteva rifiutare per la tragedia di Lampedusa il quieto approccio della "disgrazia", lettura molto usata dai politici italiani. Egli ha sentito dentro di sé la dignità e l'onore necessari per rivendicare fortemente, con il grido "vergogna!", il principio della responsabilità individuale e sociale. Due sole possibili scelte politiche si aprono quindi di fronte a noi, perché la tragedia di Lampedusa, come tutto ciò che è connesso ai fenomeni migratori, è specchio ed ombra dei condizionamenti, limiti, contraddizioni sia delle società di partenza, sia, ciò che più ci interessa, di quelle di arrivo.
Se pensiamo ad una "disgrazia", vedremo presto che soltanto l'entità di questa ultima strage ha commosso la politica e la società italiane, pronte però a dimenticare, appena spenti i riflettori, il mare di dolore che ci circonda: il sempre più grande cimitero senza nomi del Mediterraneo. Torneremo a non vedere, non ascoltare, non fare; la politica intenta al proprio "teatrino", la società preoccupata di sopravvivere dentro una crescente disuguaglianza e un diffuso impoverimento. Le attuali leggi sull'immigrazione saranno forse depurate delle parti più repressive, ma sempre pensate in funzione della sicurezza e della stabilità interna, affinché nelle classi più deboli l'odio di sé e della propria povertà continui a trasformare l'antico "odio di classe" in paura ed esclusione verso gli stranieri (R. Siebert, Il razzismo, Carocci 2003, p.106). Forse anche l'aiuto richiesto all'Europa si limiterà ad un rafforzamento dell'agenzia Frontex, creata nel 2004, che prevede il pattugliamento continuo dei confini europei, ed in particolare delle coste dei paesi aderenti a Shengen che si affacciano sul Mediterraneo; essa ha fornito ai paesi del sud-Europa un modello di intervento basato soltanto sulla sicurezza, con una politica dei respingimenti che ha prevalso sulle sempre più deboli politiche di accoglienza. Nessuna riflessione sarà inoltre avviata sul fatto che gran parte dei migranti del Mediterraneo non sono migranti economici, ma sono in realtà profughi provenienti da zone di guerra e dittature come Eritrea e Somalia, territori italiani in un passato coloniale e razzista ancora tutto da conoscere ed elaborare.
Se pensiamo invece alla capacità di provare "vergogna", è stato scritto che essa è indice di "una inaudita, spaventosa prossimità dell'uomo con se stesso...Diversamente dalla colpa, la vergogna può permettere a chi la prova di migliorare se stesso, di rifondarsi... Essa protegge l'uomo, ed ancor più l'uomo politico, dalla violazione dei codici etici, interiori ed esteriori. In questo senso vergogna è una parola politica" (G. Carofiglio, La manomissione delle parole, Rizzoli 2010, p.73). Forse è stata proprio la vergogna verso il passato fascista il sentimento prevalente tra i Padri Costituenti italiani, che li ha portati a scrivere una Carta che parla di lavoro, diritti inviolabili delle persone, solidarietà, uguaglianza, rispetto delle diversità; Carta rimasta spesso inattuata o violata, ed invece ancora attualissima. Soltanto in questo contesto di profondo cambiamento politico, sociale e culturale, l'Italia potrà svolgere un ruolo attivo in Europa, per la costruzione di politiche migratorie d'accoglienza comuni e coordinate, ampliando le forme di cooperazione e di partenariato euro-mediterraneo. Al tempo stesso sarà possibile introdurre in Italia un'organica legge sul diritto d'asilo, che protegga i profughi e renda più sicuri i loro percorsi d'ingresso in Europa. Fondamentale sarà infine rivedere radicalmente non soltanto la legge Bossi-Fini del 2002, ma anche il pacchetto sicurezza del 2009 che ha inventato il reato di clandestinità, trasformando in criminali gli immigrati irregolari e consentendo la loro detenzione fino a 18 mesi nei Centri di Identificazione ed Espulsione, veri e propri campi-lager protetti da filo spinato.
Marco Della Pina
Dagli scavi di Kaulonia una scoperta d’eccezione
A quasi quindici anni dall'inizio delle campagne di scavi, il bilancio delle scoperte è notevole, come testimonia il ritrovamento di una tabella in bronzo con una lunga dedica votiva che contiene il testo più lungo in alfabeto acheo della Magna Grecia. Sul campo degli scavi di Kaulonia, dal 1999 ad oggi, si sono avvicendati sul campo studenti, laureandi, specializzandi, dottorandi e perfezionandi dell'Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, che hanno riportato lentamente alla luce i resti del santuario di Punta Stilo dell'antica colonia greca, situato in provincia di Reggio Calabria. Con una scoperta d'eccezione che si aggiunge alle molte già note.
La tabella di bronzo rinvenuta a Kaulonia è infatti risultata essere un documento unico: pur ridotta in minuti frammenti molto corrosi, dopo il restauro eseguito nel 2013 presso il locale Museo di Monasterace e la successiva applicazione di avanzate tecniche d'indagine presso la SNS, ha rivelato un testo greco del V sec. a.C., su 18 linee, in alfabeto acheo, con le lettere ordinate regolarmente secondo il sistema di scrittura detto stoichedón. Si tratta di una lunga dedica votiva, in gran parte metrica, che menziona tra l'altro l'agorà (la piazza pubblica di ogni città greca, cuore della vita politica e commerciale), una statua e un elenco di divinità di grande interesse per la conoscenza dei culti. A breve ne è prevista l'edizione, a cura del professor Carmine Ampolo, in collaborazione con un perfezionando della SNS.
Utilizzando anche innovative tecniche di documentazione e di elaborazione dei dati, come le riprese da drone e le elaborazioni 3D, gli archeologi hanno potuto ricostruire un'immagine pressoché totale del grande complesso magnogreco risalente all'VIII secolo a.C. Gli scavi sono diretti da Maria Cecilia Parra, docente di Archeologia della Magna Grecia all'Università di Pisa, in sinergica collaborazione con il Laboratorio di Scienze dell'Antichità della Scuola Normale, diretto dal professor Carmine Ampolo. I risultati sono editi nei 5 tomi della serie "Kaulonia, Caulonia, Stilida (e oltre)", curati da M.C. Parra e nelle 'Notizie degli Scavi' pubblicate ogni anno negli 'Annali' della SNS.
Le scoperte archeologiche
Molte le scoperte che hanno interessato l'area del grande santuario urbano di Kaulonia, non solo nella sua articolazione plurima di fasi comprese tra la fine dell'VIII e gli inizi del III sec. a.C., ma anche nella sua lunga vita fatta di monumenti che lo occupavano e di uomini che lo gestivano, vi praticavano culti, vi svolgevano attività di cantiere edilizio e d'officina artigianale: ex voto del VII, VI e V sec. a.C., in particolare armi e ceramiche per le azioni rituali, come elmi, scudi, schinieri, spallacci, spade corte, punte di lancia e di freccia, accanto a innumerevoli deposizioni esito di sacrifici cruenti e di offerte incruente, anche con tracce evidenti di pasti comunitari seguiti dalla deposizione degli strumenti per la macellazione degli animali e la consumazione delle carni, insieme a quella del vasellame utilizzato durante il rito, intenzionalmente frammentato secondo la norma.
L'uso delle tecnologie
Negli ultimi anni si sono cominciate a sperimentare e poi a utilizzare sistematicamente nuove tecniche di documentazione e di elaborazione dei dati, in particolare le riprese da drone e le elaborazioni 3D. Le prime hanno permesso di realizzare immagini e filmati ad alta risoluzione utilizzabili sia per la restituzione fotogrammetrica delle emergenze archeologiche, sia per la fotointerpretazione e le letture globali di ampie aree interessate dalle indagini archeologiche, unitamente al contesto generale. Le seconde sono state finalizzate alla ricostruzione e alla modellazione di materiali archeologici e di complessi monumentali, con finalità non solo di ricerca, ma anche divulgative (e pertanto rivolte anche a un pubblico di non specialisti), come ad esempio varie forme di visualizzazione e di realtà virtuale.
L'applicazione di tecnologie avanzate, anche in collaborazione con il DREAMSLAB (Dedicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations, laboratorio della SNS, diretto dal professor Vincenzo Barone) ha permesso di adattare i modelli 3D sviluppati da Emanuele Taccola, del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, per la ricostruzione e la modellazione fotogrammetrica di materiali archeologici e di complessi monumentali, a strumenti di ultima generazione, il più importante dei quali è il CAVE 3D, un ambiente virtuale immersivo e interattivo, in cui l'utente può muoversi liberamente, usando appositi occhiali.
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Debutto in mare riuscito per «Cherubina»
Debutto in mare riuscito per Cherubina, il team vela dell'Università di Pisa appena reduce dal Trofeo "1001 Velacup", l'iniziativa che da ormai sei anni promuove regate tra università con imbarcazioni a vela progettate e costruite dagli studenti. Nelle tre giornate di sfide, gli equipaggi si sono misurati in diverse regate nel golfo di La Spezia, nello specchio di mare antistante la Festa della Marineria e, nonostante fosse alla sua prima esperienza, al cospetto di atenei ormai con alle spalle pluriennali partecipazioni, il team pisano, con la sua Cherubina, è riuscito a portare in mare uno skiff con vela alare.
Dal punto di vista progettuale si è trattato senza dubbio dell'elemento più innovativo presente sulle undici imbarcazioni in gara in questa edizione, che ha attirato la curiosità e riscuotendo l'apprezzamento di tutti gli addetti ai lavori. L'ottavo posto ottenuto sul campo di regata ha lasciato tutti soddisfatti, viste anche le condizioni meteo non ideali per un'imbarcazione di questo tipo (assenza quasi completa di vento per l'intera durata della manifestazione): il progetto ha senza dubbio grandi margini di sviluppo e perfezionamento che potranno essere messi in pratica pensando alle prossime edizioni.
Il team Cherubina è composto da Dario Masoni, responsabile del progetto, coadiuvato da Lorenzo Sassetti, Raffaele Boccara, Francesco Distefano, Paolo Biagioni, Matteo Lelli, Alessandro Bordigoni. Elementi fondamentali per la messa a punto dell'imbarcazione sono stati il timoniere di Cherubina, Olmo Cerri e il prodiere, Andrea Rosi. Gli studenti hanno lavorato al progetto e alla costruzione dell'imbarcazione per oltre un anno con l'appoggio di alcuni docenti – i ragazzi ringraziano in particolare i professori Vincenzo Ambriola, Giovanni Lombardi, Roberto Barale, Rosalba Tognetti - ed esperti del mondo della vela e il sostegno economico di due importanti aziende pisane.
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Alla scoperta del subconscio con la realtà aumentata di CEEDs
Immersi in un ambiente futuristico, gli utenti vengono sottoposti a stimoli audio-visivi attraverso un sistema di realtà aumentata in grado di monitorare le loro reazioni psico-fisiologiche. Si chiama CEEDs ed è un progetto europeo finanziato con 6,5 milioni di euro e coordinato dal Goldsmiths' College di Londra a cui partecipa anche il Centro di Ricerca "E. Piaggio" dell'Università di Pisa con un team di ricercatori formato da Alessandro Tognetti, Daniele Mazzei, Antonio Lanatà e Danilo De Rossi, che hanno sviluppato i sensori per la misura di parametri relativi all'attività e ai processi subconsci dell'utente. CEEDs (The Collective Experience of Empathic Data Systems), che vede la collaborazione di 18 partner europei, sarà presentato nell'ambito dell'Internet festival con l'evento "CEEDS e FACE", in programma alla Stazione Leopolda il 10 e 11 ottobre, dalle 10 alle 18. Per partecipare all'evento è obbligatorio iscriversi al link http://www.eventbrite.it/event/8475306871/.
Scopo del progetto è sviluppare una tecnologia in grado di analizzare come le persone, immerse in un ambiente complesso come quello della vita di tutti i giorni, raccolgono dati e informazioni, li elaborano, e sulla base di essi reagiscono. Per raccogliere queste informazioni, in CEEDs gli utenti vengono immersi in spazi di realtà virtuale e monitorati con sensori indossabili non invasivi, che non alterano le risposte fisiologiche e mentali agli stimoli.
Guarda il video di CEEDs.
Il sistema adatta di continuo le modalità con cui la realtà virtuale è visualizzata dall'utente, sulla base dello stato emotivo e fisiologico del soggetto in quel momento. Grazie all'analisi dei processi subconsci, CEEDs cerca di identificare segnali di "scoperta" o "sorpresa" che indichino la comprensione dei dati che il soggetto sta analizzando. Quando identifica questi segnali, CEEDs li utilizza per indirizzare l'utente verso le aree di interesse potenziale modificando e adattando la visualizzazione.
«CEEDs è in grado di monitorare sia le reazioni e intenzioni esplicite dell'utente (dove sto guardando? quale area sto puntando col dito? quale oggetto sto toccando?) sia quelle implicite o inconsce (attivazione del sistema nervoso autonomo, diametro della pupilla) – spiegano Alessandro Tognetti e Daniele Mazzei – L'analisi della risposta inconscia dell'utente rappresenta una delle principali sfide del progetto: è infatti noto che solo un piccolo sottoinsieme di input sensoriali raggiunge la consapevolezza conscia, mentre il residuo viene inconsciamente elaborato dal cervello. È su questa elaborazione subconscia che si focalizza il sistema CEEDs così da poter individuare nuovi andamenti dei segnali da correlare con lo stato psichico del soggetto».
Cuore del sistema CEEDs è l'eXperience Induction Machine (XIM), uno spazio di realtà aumentata immersivo - collocato presso lo SPECS lab dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona - ideato per condurre esperimenti sul comportamento umano in condizioni ecologicamente valide che, per gli scopi del progetto, è stato dotato di un set di sensori indossabili non invasivi. Questo innovativo set di sensori permette il monitoraggio di uno o più soggetti in movimento in XIM, senza alterarne le risposte fisiologiche e mentali.
Nella foto al centro: da sinistra Antonio Lanatà, Alberto Betella (dello SPECS Lab dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona), Alessandro Tognetti, Daniele Mazzei
Ne hanno parlato:
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Individuate nuove molecole capaci di ridurre le complicanze infiammatorie del diabete
Un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa ha individuato una nuova strategia per l'individuazione di molecole utili a prevenire le complicanze del diabete e controllare i relativi processi infiammatori. Lo studio intitolato "A new approach to control the enigmatic activity of aldose reductase" è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale PlosOne.
Al centro della ricerca pisana c'è un enzima, l'aldoso reduttasi, che per oltre quaranta anni è stato oggetto di attenzione da parte dei ricercatori di tutto il mondo. Per evitare le complicanze del diabete rappresentate da svariati stati patologici (retinopatia, nefropatia, neuropatia, cataratta diabetica), l'obiettivo dello studio pisano era quello di individuare delle molecole in grado di inibire l'aldoso reduttasi non solo in modo efficace ma anche selettivo nei confronti della sua azione catalitica sul glucosio. Infatti, nonostante la ricerca abbia a tutt'oggi individuato inibitori dell'enzima di straordinaria potenza, i risultati clinici sono poco soddisfacenti a causa degli effetti collaterali che tali molecole provocano.
"Noi siamo intervenuti sull'aldoso reduttasi con nuove molecole inibitorie, le ARDIs (Aldose Reductase Differential Inhibitors) - ha spiegato il professor Umberto Mura del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa che insieme alla professoressa Antonella Del Corso ha coordinato la ricerca in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Farmacia - e sebbene ancora da studiare e perfezionare, le ARDIs hanno aperto la strada alla ricerca di una nuova classe di molecole in grado di bloccare l'azione catalitica dell'aldoso reduttasi sul glucosio e su altre molecole la cui trasformazione causerebbe danni cellulari, senza che la capacità detossificante dell'enzima venga compromessa".
Oltre ai professori Mura e Del Corso, il gruppo che ha condotto la ricerca è composto dai dottori Francesco Balestri, Elisa Di Bugno, Roberta Moschini, Mario Cappiello del Dipartimento di Biologia, dalla Dottoressa Stefania Sartini e dai professori Concettina La Motta e Federico Da-Settimo del Dipartimento di Farmacia.
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Un master per progettare le smart cities
Progettare "città intelligenti" dove Internet e le tecnologie ICT sono al servizio del cittadino è diventata una delle sfide più avvincenti della modernità. A Pisa sta per partire un master promosso dal dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo e dall'Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR, con il patrocinio di Registro .IT, che si propone di formare giovani esperti in grado di sviluppare applicazioni e servizi innovativi nei campi della comunicazione, della mobilità, dell'ambiente e dell'efficienza energetica, migliorando la vivibilità degli ambienti urbani. Le lezioni partiranno a gennaio e le iscrizioni, riservate a 30 candidati, sono già aperte.
«Il concetto di smart city sta assumendo rilevanza sempre crescente e diverse città, anche in Italia, hanno attivato progetti per accrescere la sostenibilità, offrire servizi sempre più innovativi, consentire la partecipazione attiva dei cittadini, e supportare la loro socialità tramite servizi dedicati – spiega il professor Giuseppe Anastasi, direttore del master - Nella realizzazione di questi obiettivi il ruolo di Internet e delle nuove tecnologie ICT è, chiaramente, imprescindibile. Basti pensare che diverse città europee hanno già attivi programmi specifici per dotarsi di tecnologie che consentano di fornire tali servizi ai propri cittadini, fra queste, Amsterdam, Barcellona, Lione, Santander, Birmingham e altre ancora».
«In Italia, il CNR, in collaborazione con l'ANCI, ha recentemente lanciato un programma per dotare alcune città delle più recenti tecnologie per smart cities – aggiunge Enrico Gregori dell'Istituto IIT del CNR - Nel panorama europeo e mondiale le "città intelligenti" sono una delle principali realtà tecnologiche in rapido sviluppo, che stanno generando soluzioni innovative nel campo ICT con immediata applicazione e che, in prospettiva, hanno le potenzialità di rivoluzionare la vivibilità e fruibilità delle città come le conosciamo ora».
Nell'ambito del master attivato a Pisa verranno presentate le principali tecnologie ICT per le smart cities. Verranno, inoltre, fornite le metodologie e le conoscenze necessarie al progetto e alla realizzazione di soluzioni innovative per creare ambienti urbani "intelligenti", capaci di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il piano formativo prevede, oltre ai normali corsi di lezioni ed esercitazioni, tre corsi di laboratorio finalizzati allo sviluppo pratico di applicazioni e servizi, e un periodo di tirocinio di 400 ore.
Gli ambiti di occupazione per la figura professionale formata dal master sono potenzialmente molto vasti e includono le aziende pubbliche e private, la pubblica amministrazione e la libera professione, diventando consulenti di enti pubblici territoriali per il progetto di soluzioni ad hoc. Tutte le informazioni sul master sono disponibili sul sito www2.ing.unipi.it/smart-cities/.
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Al professor Mario Aldo Toscano il premio «Torre di Castruccio»
Domenica 29 settembre si è svolta nel Palazzo comunale di Carrara la cerimonia di conferimento del premio nazionale "Torre di Castruccio", assegnato quest'anno al professor Maro Aldo Toscano, ordinario di storia e teoria sociologica all'Università di Pisa fino al 2011. Il prestigioso premio, che si svolge sotto il riconoscimento del Presidente della Repubblica, negli anni passati è stato assegnato ad autorevoli rappresentanti delle scienze naturali, delle scienze umane, della medicina, delle arti figurative e dello sport, come Margherita Hack, Antonio Zichichi, Mario Luzi, Giuseppe Bedeschi, Claudio Marabini, Dino Cofrancesco, Giovan Battista Cassano, Gio Pomodoro.
Nella motivazione del premio alla carriera, si ricorda che il professor Mario Aldo Toscano ha dato un contributo di elevato significato intellettuale e istituzionale alla storia e alla teoria sociologica, esercitando sempre, anche da presidente dell'Associazione Italiano di Sociologia, spirito critico e sguardo internazionale. Autore da un lato di numerosi saggi scientifici e di manuali didattici, ha perseguito da un altro un'originale formula saggistica, che combina elementi biografici e storiografici in un contesto testimoniale e interpretativo di particolare qualità evocativa. Ciò che gli ha permesso di ottenere il premio Scanno 2010 con "Ostmark 1916" e il Premio Basilicata 2012 con "In quell'epoca, meridione". Un suo ultimo volume, "Storia di Dan", attualmente in libreria, continua l'esperienza di questo schema di efficace lavoro meditativo e critico.
Tra gli altri premiati di quest'anno, Gianfranco Pasquino e Laura Paoletti, per le scienze umane; Guido Bianchini per la medicina; l'attore Eros Pagni, il cantante Gianluca Grignani, l'indimenticato pugile Sandro Mazzinghi e una schiera di noti pittori nazionali, tra i quali Giuliano Ottaviani e Gianpaolo Talani.
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Il Premio Galileo Galilei a Giampaolo Salvi e Stefano Piccolo
È stato assegnato allo storico della lingua italiana, Giampaolo Salvi, studioso di origine elvetica che ha curato opere significative sulla grammatica italiana, il Premio internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani, giunto alla 52a edizione. Contemporaneamente, è stato premiato il biologo Stefano Piccolo, autore di importanti lavori sulla comprensione dei meccanismi molecolari del cancro, a cui è andata l'ottava edizione del Premio Galileo Galilei per la scienza. La cerimonia di conferimento si è tenuta sabato 5 ottobre, nell'Aula Magna dell'Ateneo, al Polo Fibonacci. Ai saluti del rettore Massimo Augello, dell'assessore comunale Marilù Chiofalo, del presidente della Fondazione Premio Galilei, Antonio Pieretti, e del governatore del distretto 2031, Sergio Bortolani, è seguita la consegna dei premi e il discorso dei vincitori.
Il professor Giampaolo Salvi, nato a Locarno nel 1954, insegna Linguistica italiana e romanza all'Università di Budapest, oltre a dirigere dal 1994 il corso di dottorato in Filologia e linguistica romanza e dal 1997 l'Istituto di lingua e letteratura italiana. Nel corso della sua carriera si è andato sempre più specializzando nella sintassi dell'italiano, nonché dei dialetti italo-romanzi. Insieme a Lorenzo Renzi, ha lavorato alle due opere monumentali della "Grande grammatica italiana di consultazione" e della "Grammatica dell'italiano antico", entrambe pubblicate dal Mulino. Questi volumi completano la descrizione grammaticale dell'italiano moderno e antico, contribuendo a farne la lingua dotata della più esauriente trattazione grammaticale al mondo. Il professor Salvi ha dato, infine, un notevole contributo alla didattica universitaria della grammatica italiana, curando alcuni manuali rivolti sia agli insegnanti in formazione che agli studenti, tra i quali spicca il recentissimo "Le parti del discorso", edito da Carocci.
Il professor Stefano Piccolo, nato a Padova nel 1967, insegna Biologia molecolare all'Università degli Studi di Padova. Le sue scoperte hanno favorito in modo rilevante la comprensione di come le cellule percepiscono il loro ambiente ed elaborano tali informazioni per la costruzione dei tessuti e il mantenimento del loro funzionamento. Gli studi del professor Piccolo sono quindi diretti a capire i meccanismi molecolari del cancro. Attualmente, i suoi studi sono dedicati a comprendere i fattori alla base della trasformazione cellulare, guardando al cancro come ad un "organo" complesso, al fine di arrivare a diagnosi sempre più precise e personalizzate, nonché a identificare nuovi farmaci e trattamenti capaci di colpire la malattia nei suoi punti più deboli, preservando le cellule sane. Convinto fautore di un approccio multidisciplinare, il professor Stefano Piccolo ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali e la nomina a membro delle più prestigiose società scientifiche europee e statunitensi.
Com'è noto, il meccanismo per l'assegnazione dei due Premi internazionali Galileo Galilei è congegnato in modo speculare. Il premio umanistico è assegnato da una giuria italiana a uno straniero che si sia occupato in modo eminente di argomenti riguardanti la civiltà italiana; il premio scientifico da una giuria straniera a uno studioso italiano che si sia distinto nel campo delle scienze della natura. Il premio consiste in una targa d'oro che commemora l'avvenimento.
La giuria che ha designato Giampaolo Salvi è composta dal presidente della Fondazione Premio Galilei, Antonio Pieretti, e dai professori Rita Librandi, Silvia Morgana, Alfredo Stussi, Mirko Tavoni e Saverio Sani, in qualità di segretario del Premio. La giuria che ha designato Stefano Piccolo, oltre che dagli stessi Antonio Pieretti e Saverio Sani, è composta dai professori Vladimir Kovac, Filippo Rijli, Steve Wilson e Jochen Wittbrodt.
È nato il Centro di ricerca «Nutraceutica e alimentazione per la salute»
Nasce all'Università di Pisa il Centro interdipartimentale di ricerca "Nutraceutica e alimentazione per la salute", che aggregherà e coordinerà tutti i docenti e i ricercatori impegnati sui temi del cibo, degli alimenti e dell'alimentazione, della nutraceutica e della salute. Al Centro afferiscono circa 170 scienziati di sette diversi dipartimenti: Medicina clinica e sperimentale, Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica, Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia, Biologia, Scienze veterinarie, Farmacia e Scienze agrarie e alimentari. A dirigere la nuova struttura è stata eletta la professoressa Manuela Giovannetti, già preside della facoltà di Agraria dal 2007 al 2012, che da anni svolge ricerche riguardanti i parametri ambientali che nelle piante influenzano il contenuto in sostanze di alto valore salutistico.
Subito dopo, la professoressa Giovannetti ha evidenziato le enormi potenzialità del Centro in termini di interazione e collaborazione multidisciplinare. "Con questa nuova realtà – ha detto – potremo promuovere e sviluppare ricerche multidisciplinari sulle proprietà nutraceutiche degli alimenti e delle piante, in relazione alle sostanze che possono svolgere effetti preventivi e/o curativi di patologie umane e animali. Tra le sue finalità vi sono, inoltre, la diffusione dei risultati scientifici al grande pubblico e l'organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento rivolti a professionisti, produttori e consumatori, che in anni recenti hanno mostrato grande sensibilità verso i temi della produzione e consumo di cibo contenente sostanze ad alto valore nutraceutico, quanto mai preziose per la nostra salute".
The University of Pisa among the partners of an international project for restorations in Pompeii
The 'Pompeii Sustainable Preservation Project' (PSPP) is a ten-year project for the conservation of one of the archeological sites most at risk and most visited in the world. The 'Pompeii Sustainable Preservation Project', promoted and coordinated by the Fraunhofer-Institut for Building Physics IBP, the Institute for Restoration at the Technische Universität München (TUM) and the International Center for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property (ICCROM), in close cooperation with the Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, will begin in summer 2014.
The University of Pisa is involved in the 'Pompeii Sustainable Preservation Project' as part of a consortium of international institutes: The Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali of the CNR, Oxford University, the Deutsches Archäologisches Institut (DAI) of Rome and the Ludwig-Maximilians-Universität of Munich, with the archeologist Anna Anguissola at the forefront as a mediator between Pisa University and the other scientific partners.
Professor Lucia Faedo from the Department of Civilizations and Forms of Knowledge at Pisa University explains, "The project will pursue three aims, all closely connected: restoration, teaching and research. In particular, we will have a double role of assistance and orientation, thanks also to the commitment in the the project of a researcher educated in Pisa, Dr. Anna Anguissola, currently a post-doctoral and teaching fellow at the Ludwig-Maximilians-Universität of Munich. We will be involved in research and teaching with regards to the archeological and art-historical disciplines; at the same time we may develop independent research lines within the framework of the project and in agreement with the other partners."
"One of our objectives", concludes the archeologist Lucia Faedo "is to turn Pompeii into a centre of research and teaching dealing with the conservation of ancient architecture. The progressive decline caused by the passing of time, weather conditions and the general wear and tear of mass tourism threatens the survival of this extraordinary archeological site. Its conservation requires an immediate and profound intervention along the guidelines indicated by the Soprintendenza. The aim of the 'Pompeii Sustainable Preservation Project' is to widen the range of interventions already programmed by Italy and the European Union in the framework of the 'Great Pompeii Project' and to sustain the widespread and detailed work of preservation carried out daily by the Soprintendenza".