Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa
pompeiUn progetto decennale per la conservazione di uno dei siti archeologici più a rischio e più visitati al mondo. Dall'estate 2014, partirà il 'Pompei Sustainable Preservation Project' (PSPP) promosso e coordinato dal Fraunhofer-Institut für Bauphysik Ibp, dall'Istituto di restauro della Technische Universität di Monaco di Baviera (TUM) e dall'International Center for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property (ICCROM), in stretta collaborazione con Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei.

L'università di Pisa è coinvolta nel 'Pompei Sustainable Preservation Project' nell'ambito di un consorzio che include numerose istituzioni internazionali: l'istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del CNR, l'Università di Oxford, il Deutsches Archäologisches Institut (DAI) di Roma e la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, con l'archeologa Anna Anguissola in prima fila a fare da tramite con l'Ateneo pisano e gli altri partner scientifici.

"Il progetto – spiega la professoressa Lucia Faedo, del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo Pisano – sarà articolato secondo tre direttrici, tra loro strettamente correlate, restauro, formazione, ricerca. In particolare noi avremo un duplice ruolo, di supporto e di indirizzo, anche grazie all'impegno nella ideazione del progetto di una ricercatrice di formazione pisana, la dott. Anna Anguissola, attualmente docente alla Ludwig-Maximilians- Universitaet di Monaco. Si prevede la costituzione di un gruppo di ricerca coinvolto nel coordinamento scientifico e nella didattica per quanto riguarda gli aspetti relativi alle discipline archeologiche e storico-artistiche, mentre a livello direttivo potremo anche sviluppare, in accordo con gli altri partner, delle linee di ricerca autonome".

"Uno dei nostri obiettivi – conclude l'archeologa Lucia Faedo – è di rendere Pompei un centro di ricerca e formazione sulla conservazione dell'architettura antica. A minacciarne la sopravvivenza di questo straordinario sito archeologico è il progressivo degrado dovuto allo scorrere del tempo, agli agenti atmosferici, all'usura legata al turismo di massa. La sua tutela richiede un pronto e rigoroso intervento sulla base delle priorità indicate dalla Soprintendenza e lo scopo del 'Pompei Sustainable Preservation Project' è quello di ampliare il raggio degli interventi già previsti dall'Italia e dall'Unione Europea nel quadro del 'Grande Progetto Pompei' e di affiancare il capillare lavoro di tutela, messa in sicurezza e manutenzione portato avanti quotidianamente dalla Soprintendenza".

Ne hanno parlato:
La Nazione - Pisa
Il Tirreno - Pisa
Corriere del Giorno
Repubblica.it -Firenze
Repubbica.it -Napoli
AgiPress
AdnKronos
Il Giornale dell'Arte
IlGiornale.it
Nazione.it
IlDenaro.it
NoveFirenze.it

PisaToday.it
Controcampus.it
GoNews.it
PisaInformaFlash
PisaNews

impianto_solare_CUSÈ un impianto solare realizzato con soluzioni tecniche innovative e semplicità costruttiva, che lo rendono un sistema economico e molto efficiente. A partire dallo scorso mese di agosto, presso l'area sportiva universitaria del CUS di Pisa, è stato installato un impianto sperimentale per lo studio di un sistema solare di nuova concezione. Il sistema a concentrazione ThermeX, dotato di specchi lineari Fresnel (linear Fresnel concentrating solar system), è stato sviluppato dall'azienda Glayx Tech, una start-up fondata da tre giovani ingegneri laureati presso l'Università di Pisa, che si occupa dello sviluppo di tecnologie innovative nel settore delle energie rinnovabili.

Le prospettive di diffusione del sistema ThermeX sono estremamente promettenti per il notevole risparmio di combustibili fossili e per la facilità di integrazione in impianti esistenti. Il concentratore ThermeX è stato cofinanziato nell'ambito del POR FESR 2007-2013 della Regione Molise e realizzato in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria civile e industriale (DICI) dell'Università di Pisa sotto la responsabilità scientifica di Roberto Gabbrielli (nella foto), ricercatore dell'Ateneo che da circa due anni sta collaborando con l'azienda nello sviluppo del sistema solare.

ThermeX è uno dei pochi esemplari al mondo basato su questa tecnologia: potendo utilizzare fluidi estremamente diversi come acqua, vapore, olio diatermico, aria, trova ampia applicazione nella produzione di calore per processi industriali, nella refrigerazione domestica e industriale (solar cooling), nella dissalazione e potabilizzazione di acqua salmastra e nella produzione di energia elettrica.

Roberto Gabbrielli Il principio di funzionamento del concentratore è basato sulla riflessione tramite specchi piani lineari dei raggi solari su un tubo assorbitore all'interno del quale scorre un fluido. Gli specchi sono azionati per inseguire istante per istante il movimento apparente del sole nel cielo. Utilizzando rapporti di concentrazione della radiazione solare superiori a 70, è possibile riscaldare fluidi ad alta temperatura, anche fino a 300°C.

Il sistema installato presso l'area CUS di Pisa è un impianto modulare ad acqua surriscaldata a 180°C e 20 bar, con un'area riflettente netta di 37,5 m2 e potenzialità termica di 25 kW di picco, in grado di produrre circa 22000 kWh/anno. I test sperimentali, condotti dal Solar Team Lab del dipartimento di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTEC) dell'Università di Pisa, hanno contribuito alla definizione dell'efficienza energetica del concentratore e alla verifica della resistenza all'esposizione alla radiazione solare concentrata.

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
Verdecologia.it
Greenreport.it 
Controcampus.it 
Infobuildenergia.it 

Lunedì, 30 Settembre 2013 07:38

La nave dei Folli

copertina_Nave_FolliUna narrazione polifonica di docenti, studenti e amministrativi, che racconta l'esperienza vissuta nella pianificazione e realizzazione del corso di laurea interfacoltà in Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa dell'Università di Pisa  tra il 2002 e il 2012. È questo il tema del volume dal titolo "La Nave dei Folli: in cerca di nuove rotte nella formazione universitaria", curato dalla linguista e presidente del corso, Susan George, ed edito da Pisa University Press.
Pubblichiamo di seguito una parte dell'Introduzione scritta dalla professoressa Susan George.


----------------------------------------------------------------------------

Sì, eravamo una squadra, o per essere più precisi, un equipaggio della Nave dei Folli che aveva la temerarietà di voler mettere in questione le premesse alla base della formazione universitaria in Italia. Queste premesse sono: l'università è un non-luogo dove le persone non si incontrano, dove gli studenti sono passivi e non possono esprimere le loro idee prima di laurearsi, dove l'unica autorità è quella del professore, dove la formazione è una giungla di orari e di date di esami e dove esiste un esile rapporto fra scuola e università e fra università e il mondo del lavoro. Noi volevamo, invece, creare una comunità indagante e dialogante dove le abilità e le diversità di ognuno potessero essere potenziate in una ricerca permanente a beneficio di noi stessi e del nostro territorio. Si sperava che cambiando il nostro ruolo anche chi era intorno a noi sarebbe stato costretto a cambiare.

Chi eravamo? Un gruppo di professori di ben quattro facoltà (Lettere e Filosofia, Economia, Scienze Politiche, Lingue e Letterature Straniere) e del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa che si sono trovati, alcuni per caso e altri per convinzione, nel Consiglio del nuovo corso di laurea interfacoltà in Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa. La cosa che ci univa era che venivamo considerate tutte persone che si muovevano al di fuori degli stretti confini disciplinari dei vari dipartimenti. Ed è stata proprio questa curiosità, questo desiderio di contaminazione che ci ha permesso di cercare nuove rotte nei mari burrascosi delle continue riforme dell'università italiana.

Era l'anno 2002. Il "Processo di Bologna" del 2000, condotto da Luigi Berlinguer e Luciano Modica, Rettore dell'Università di Pisa e presidente della Conferenza dei Rettori dell'Università Italiana (CRUI), aveva stabilito che le lauree quadriennali fossero convertite in lauree triennali in modo che i laureati italiani non fossero in svantaggio nell'ingresso nel mondo del lavoro rispetto ai colleghi di altri paesi europei. L'idea di questa riforma era di creare corsi in parte professionalizzanti, da concludere in tre anni con un diploma dotato di un senso autonomo, e quindi senza necessità di proseguire. Chi, invece, avesse proseguito gli studi nel biennio successivo, avrebbe avuto un'impostazione più teorica.

Noi docenti del futuro corso di laurea in Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa ci siamo trovati con un piano di studi disegnato da tre rappresentanti delle facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature Straniere e Scienze Politiche5 che, su pressione del Rettore Modica, erano riusciti a delineare una laurea di comunicazione per formare comunicatori delle esigenze del territorio: comunicatori della pubblica amministrazione, delle Onlus, delle attività commerciali. Il nostro compito era riempire questa struttura, renderla vitale.

A questo fine ci siamo chiesti quali competenze comunicative e profili professionali sono indispensabili nel panorama del mondo in trasformazione, quale poteva/doveva essere il rapporto fra i contenuti disciplinari e queste competenze umane e professionali e come si sarebbe potuta evitare quella netta divisione fra teoria e pratica che spesso in Italia è a scapito della pratica.

Ci siamo avvalsi di tre culture pedagogiche: quella accademica, che in Italia di solito è deduttiva, ma con una speciale attenzione a modalità di insegnamento interattive; quella teatrale/culturale che mette al centro il rapporto fra individuo e gruppo; e quella più pragmatica inglese dove, partendo da casi, esempi, simulazioni, gli studenti sono "obbligati" a fare delle esperienze, sulle quali riflettere per estrapolare delle generalizzazioni. Volevamo un apprendimento che non fosse mai distante dagli studenti, in grado di attivare la gamma di intelligenze presenti in classe e di utilizzarle in lavori di gruppo che abituano a riconoscere le abilità altrui e la necessità di prendersi delle responsabilità individuali. Nel corso dei tre anni il ruolo dello studente doveva cambiare, rendendolo sempre più autonomo, e il modo per valutarlo doveva cambiare di conseguenza. Con questi diversi approcci siamo riusciti a far "toccare con mano" la rilevanza delle premesse teoriche nelle scelte pratiche e a riflettere e far riflettere sui rapporti fra teoria e pratica.

Susan George

TucaheaAfter Brussels and Ghent, the delegation of rectors and academics from the Central Asian universities stops off in Pisa. They are travelling around Europe for the first "training visit" organized in the framework of «TuCAHEA», a project designed to find ways to reform the organizational and operational models of the university systems of that region, in order to make them compatible with each other and aligned with those of the European Higher Educational Area. The TuCAHEA acronym stands for "Towards a Central Asian Higher Education Area: Tuning Structures and Building Quality Culture".

The guests – who come from Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan and Uzbekistan – were greeted in the Rectorate by pro-rectors Alessandra Guidi and Marco Guidi. After the Pisan leg of their journey, the delegation will go to Rome for an official visit to the CRUI, the Italian Rectors' Conference.

TuCAHEA is supported financially and morally by the European Commission, in the framework of its TEMPUS programme, as a 'structural measures' project. It includes universities and ministries of the five republics of the ex-Soviet area, each with its own culture, history and language. TuCAHEA's objective is to create an area for higher (CAHEA, Central Asian Higher Education Area) compatible with the European area (EHEA, European Higher Education Area), using the "Tuning" methodology. The project is an important attempt to utilise the opportunities offered by European financing in order to modernise university systems on a macro-regional scale. The grantholding university, responsible for the financial and administrative aspects of the project, is the University of Groningen (www.rug.nl), whereas Pisa is responsible for the scientific and academic coordination, entrusted to Prof. Ann Katherine Isaacs, assisted by Dr. Viktoriya Kolp Panchenko.

The TuCAHEA Consortium comprises 47 partners, including the Ministries of Education of the five republics, 8 European and 35 Central Asian universities. The project, awarded a contribution of 1,3 million euros, began in October 2012 and will continue until October 2015. "Tuning Educational Structures", thanks to numerous projects in which the University of Pisa has been a member, is now a worldwide 'Process' in which university systems from all over the world -- including Europe, Africa, Latin America, the USA and China – participate. (http://www.unideusto.org/tuningeu).

See the image gallery on the University of Pisa's Facebook page.


They have written about it:
The European Voice
TirrenoPisa.it
PisaInformaFlash.it

 

Vando D'AngioloSarà conferito a Vando D'Angiolo, tra i più importanti imprenditori del settore lapideo, il "Campano d'oro" 2013, il prestigioso riconoscimento che l'Associazione laureati dell'Ateneo pisano (ALAP) assegna ogni anno a personalità di chiara fama che si sono laureate a Pisa.

La cerimonia di conferimento si terrà venerdì 27 settembre, alle ore 17.45, nei saloni del Palazzo del consiglio dei dodici di Piazza dei Cavalieri. Ai saluti del rettore Massimo Augello e del sindaco Marco Filippeschi, seguiranno la "Laudatio" del professor Carlo Casarosa e la lettura delle Motivazioni del conferimento da parte del presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi. Dopo la consegna del premio - che consiste in una medaglia che raffigura la Torre del Campano, la cui campana ha scandito l'inizio e la fine delle lezioni universitarie dal Medioevo fino ad alcuni anni fa - ci sarà l'Intervento del dottor Vando D'Angiolo.

Il premio del "Campano d'oro" è stato istituito nel 1971 come riconoscimento in onore di ex allievi dell'Ateneo pisano che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell'industria e delle professioni. Fra gli illustri premiati delle scorse edizioni, vi sono l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, cui il "Campano d'oro" fu attribuito quando era governatore della Banca d'Italia, Carlo Rubbia, Giuliano Amato, Marcello Pera, Tiziano Terzani, Remo Bodei, Antonio Cassese e, lo scorso anno, il cantante lirico Andrea Bocelli.

Nato nel 1932 ad Azzano di Serravezza, in provincia di Lucca, Vando D'Angiolo si è diplomato ragioniere a Carrara e si è laureato, come studente lavoratore, in Economia e commercio all'Università di Pisa nel 1957, discutendo una tesi in Ragioneria generale e applicata con il professor Egidio Giannessi. Nel 1963 si è messo in proprio, fondando una piccola società nel settore lapideo, che negli anni si è ingrandita e ha acquisito altre aziende. Oggi Vando D'Angiolo è alla testa del Gruppo Campolonghi, con un fatturato di circa 100 milioni di euro e con più di 300 fra dipendenti e collaboratori. L'azienda, espressione della tradizione di eccellenza italiana in grado di unire qualità e capacità innovativa a una costante attenzione per gli aspetti etici e sociali del lavoro, collabora con i più grandi architetti contemporanei, ai quali offre supporto, materiali e assistenza nella costruzione di grattacieli, aeroporti, musei e edifici di diversa tipologia. I frutti di queste collaborazioni sono sparsi in tutto il mondo, da Tokyo a New York, da Londra a Abu Dhabi, da Oslo a Istanbul. Proprio per le "straordinarie doti di imprenditore e le elevate qualità umane", come sottolineano le Motivazioni del premio, l'ALAP ha deciso di conferire il "Campano d'Oro" per l'anno 2013 a Vando D'Angiolo.

Mercoledì, 25 Settembre 2013 15:29

Pisa sul podio della Start Cup Toscana

Start CUP Toscana 2013Le idee imprenditoriali vincenti nascono sotto la Torre: all'edizione 2013 della Start Cup Toscana, il primo e il terzo posto sono stati conquistati da Smart System e IVTech dell'Università di Pisa, il secondo e il quarto da Braille Lab e Green Clean House nati negli Istituti di Ricerca (in particolare quelli di Biorobotica e Tecip, Tecnologie della Comunicazione, dell'Informazione, della Percezione) della Scuola Superiore Sant'Anna. I giovani scienziati-imprenditori sono stati premiati questa mattina all'Università di Siena, al termine di una giornata che ha visto protagonisti i ragazzi e il mondo delle imprese.

I premi in denaro, 10 mila euro complessivi, messi a disposizione dalla Regione Toscana, serviranno all'avvio delle start up, che avranno anche l'opportunità di partecipare al salone Smau di Milano e che concorreranno al "Premio Nazionale per l'Innovazione", la cui giornata di valutazione finale si terrà il 31 ottobre 2013 a Genova, nel corso del Festival della Scienza. Alla premiazione erano presenti anche Paolo Ferragina, prorettore per la ricerca applicata dell'Ateneo pisano, e Andrea Piccaluga, delegato al trasferimento tecnologico della Scuola Sant'Anna.


I classificato - Start CUP Toscana 2013Lo sviluppo di soluzioni in tecnologia JOS (Just-One-System) per caricare e per alimentare in maniera semplificata tutti i device e gestire contemporaneamente vari dispositivi, direttamente su un pannello elettrificato, senza bisogno di alcun cavo, è l'idea di Smart System, la start up targata Università di Pisa, fondata da Eleonora Romiti e Marco Ariani, che è arrivata prima. L'azienda soddisfa la necessità sempre più evidente di eliminare l'invasiva presenza dei cavi elettrici. L'efficienza, la flessibilità, la personalizzazione del dispositivo sono le caratteristiche vincenti rispetto alle tecnologie attualmente presenti sul mercato.


 
 

II_classificato Start CUP Toscana 2013Al secondo posto è arrivato Braille Lab, un progetto relativo a un dispositivo che trasforma una stampante a getto di inchiostro in una stampa Braille. È stata progettata una cartuccia che consente di stampare in Braille, direttamente applicabile a stampanti a getto di inchiostro, con una spesa complessiva del sistema molto contenuta. Si pensi che una stampante Braille ha un costo medio intorno ai 3000 euro mentre questo sistema di stampa avrebbe un costo complessivo di alcune centinaia di euro, risultando più accessibile ai non vedenti. Il progetto aveva già ricevuto l'attenzione da parte del Ministero MIUR nell'ambito del Bando Smart Cities, dove si era classificato prima nella categoria di riferimento. Il gruppo è formato da due allievi dell'Istituto TeCIP della Scuola, Claudio Loconsole e Daniele Leonardis.
 

III_classificato Start CUP Toscana 2013Terza è arrivata l'idea IVTech, proposta da Tommaso Sbrana, Serena Giusti, Giorgio Mattei, Arti Ahluwalia dell'Università di Pisa, che propone lo sviluppo di una piattaforma virtuale per produrre e commercializzare supporti per colture cellulari in vitro e diffondere quelli già sviluppati dal gruppo di ricerca presso il Centro di Ricerca "E. Piaggio". Tra gli obiettivi principali della start up, ci sono la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per le tecniche alternative ai test su animale, la formazione di ricercatori e tecnici nell'ambito della ricerca in-vitro e lo studio di sistemi per il controllo ambientale focalizzato alla coltura in-vitro di cellule sia animali che umane.



 

IV_classificato Start CUP Toscana 2013Matteo Giacalone si è classificato quarto con Green Clean House, il progetto di un sensore analogico in grado di monitorare le sostanze inquinanti e individuare, attraverso il collegamento con un database consultabile, le piante consigliate per la depurazione. Il monitoraggio di sostanze inquinanti in ambienti chiusi e la relativa visualizzazione dei valori rilevati sono visualizzabili attraverso web app. Inoltre, il database scientifico, in base alla relazione piante/inquinanti/malattie, permetterà di suggerire quali piante possono mitigare gli effetti nocivi di un determinato inquinante. Oltre che da Matteo Giacalone, il gruppo di lavoro è formato da Domenico Marsella dell'Istituto Tecip e da Nicola di Lecce dell'Istituto di Biorobotica.

 

Ben cinque dei dieci finalisti della competizione provenivano dall'Università di Pisa: oltre a Smart System e IVTech, hanno concorso per il podio anche Cityenjoyers.com di Giuseppe Magliano, Witzzi di Felipe Belo e 3EMME-Tramas start up dell'Università di Pisa, di Mauro Turturici, Massimiliano Donati e Mirko Ferrati. Quasi tutti i ragazzi arrivati in finale avevano frequentato il PHD Plus, il percorso formativo promosso dall'Università di Pisa che mira a infondere lo spirito imprenditoriale tra gli studenti, i laureati e i dottorandi.

Mercoledì, 25 Settembre 2013 09:29

Biomedical Engineering Summer School in Nairobi

nairobi A course on the principles of open source design, prototyping and biomedical standards was held by Arti Ahluwalia, Daniele Mazzei and Carmelo De Maria from University of Pisa's Center for Bioengineering and Robotics (Centro Piaggio), Fablab Pisa (Engs. Mazzei and De Maria). The one week introductory course, sponsored by UNECA, was designed specifically for Biomedical Engineering and took place during the Innovator's Summer School at Kenyatta University, Nairobi. The aim of the course was to integrate the concept of open source design of biomedical devices with that of biomedical device regulation and standardization and thus develop and nurture resource sharing and technological self-competency in Africa. The rationale behind the activity is that open source design of medical instruments is a powerful tool for fostering economic growth and improved healthcare, thus close attention was paid to safety and ergonomic aspects such that the devices meet with regulatory and performance standards.

The course involved setting up a 3D printing system from scratch, and design of a neonatal monitoring device from first principles using open source design and open source electronics based on the Arduino platform. Dr. Molyneux a paediatrician from University of Malawi helped in focusing the application of the baby monitor to a specific problem in paediatric healthcare

It was crucial for participants to play an active role in the identification of the problem, selection of components, design, assembling and testing of the device and in the discussion of regulatory issues in the development of the device. Thanks to a substantial donation of components from Arduino, participants were able to gain a hands-on introduction to electronic system design and programming. All teaching materials, including course documentation, the baby monitor design blueprints are available online for the community to take on and develop further. The 3D printer and all components are now hosted at Kenyatta University's Faculty of Engineering.

nairobi3The course was overwhelmingly successful. Most students and staff were unaware of the existence of tools such as Arduino, FreeCad, Slic3r, Media Wiki etc, let alone the power and implications of open source design and prototyping. This experience was instrumental in bringing this knowledge to the participants, and their keen interest throughout, particularly on 3D printing and rapid prototyping was apparent. Several students and lecturers purchased Arduino kits and saw the power of the system both as a teaching tool and as an electronic device development platform.

Although there are several resource sharing platforms available as well as several courses on rapid prototyping, digital design and embedded electronics, none of these is dedicated to biomedical devices. This is because biomedical devices must be designed with safety and efficacy in mind, and they must adhere to regulatory standards. The intensive course held in Nairobi addressed safety, ergonomics, biomedical device design and rapid prototyping in an integrated manner, and is the first of its kind.

Altogether, the course was an extraordinary professional and personal experience for all concerned.

Nairobi Con un corso di cinque giorni hanno insegnato agli ingegneri africani come si costruisce un semplice dispositivo biomedico utilizzando le tecnologie disponibili gratuitamente in rete. Lo scorso agosto, la professoressa Arti Ahluwalia e gli ingegneri Daniele Mazzei e Carmelo De Maria del Centro "E. Piaggio" dell'Università di Pisa - con la collaborazione del FabLab Pisa, rappresentato da Mazzei e De Maria - hanno tenuto a Nairobi un corso che aveva l'obiettivo di integrare i concetti dell'open source design di dispositivi biomedicali con quello della regolamentazione e degli standard internazionali, portando avanti i principi della condivisione delle risorse e formazione tecnologica in Africa.

Il corso, della durata di una settimana e sponsorizzato dall'UNECA, è stato pensato specificatamente per l'ingegneria biomedica e si è svolto durante l'Innovator Summer School alla Kenyatta University di Nairobi. Le lezioni hanno previsto la messa in funzione di un sistema di 3D printing open source, il design di un dispositivo per il monitoraggio di alcuni parametri vitali dei neonati (baby monitor) partendo dalle specifiche di base e utilizzando strumenti di progettazione open source software e hardware come la piattaforma Arduino. In particolare, la definizione delle specifiche di progetto è avvenuta attraverso la stretta interazione con la Dr. Molyneux, pediatra presso l'Università del Malawi, che ha aiutato i partecipanti del corso a focalizzare l'attenzione verso problematiche specifiche dell'assistenza sanitaria nei reparti di pediatria.

È stato molto importante per i partecipanti avere un ruolo attivo nell'identificazione dei problemi, nell'analisi delle normative di riferimento, nella selezione dei componenti, nel design, nell'assemblaggio ed nel testing del dispositivo. Grazie alla donazione di kit di sviluppo da parte di Arduino, i partecipanti hanno potuto toccare con mano le potenzialità del design elettronico/programmazione con strumenti open source.

Nairobi«Il corso è stato un deciso successo – commenta la professoressa Ahluwalia - La maggior parte degli studenti e del personale tecnico non era a conoscenza di strumenti come Arduino FreeCad, Slic3r, Media Wiki e di tutti le potenzialità del design e della prototipazione rapida open source. Questa esperienza è stata lo strumento per comunicare questa conoscenza ai partecipanti, che hanno dimostrato un profondo interesse specialmente verso il mondo delle stampanti 3D. Diversi studenti e insegnanti hanno comprato dei kit Arduino e hanno visto le potenzialità di questo sistema sia come strumento didattico sia come strumento di sviluppo elettronico».

L'idea di fondo dietro le attività è che l'open source design dei dispositivi biomedicali è un importante mezzo per incrementare la crescita economica e migliorare l'assistenza sanitaria: particolare attenzione è stata quindi posta sugli aspetti di sicurezza e di ergonomia che questi dispositivi devono rispettare sulla base delle norme di regolamentazione e di performance internazionali.

Tutto il materiale didattico, inclusa la documentazione del corso, il progetto del baby monitor sono disponibili online per essere un punto di partenza per ulteriori sviluppi portati avanti sia dagli studenti del corso che della community maker. La stampante 3D e tutte le componenti elettroniche sono ospitati presso la facoltà di Ingegneria della Kenyatta University.

Un'occasione per sentire dal vivo il racconto della Summer School sarà il prossimo 27 settembre nell'ambito di "SHINE! La notte dei ricercatori", presso lo stand del FabLab Pisa a Villa Letizia (Polo Universitario Sistemi Logistici) a Livorno.

Martedì, 24 Settembre 2013 12:19

Workshop on Knowledge Acceleration and ICT

Venerdì 20 settembre, nell'Aula magna del Polo didattico delle Piagge, si è tenuto "Knowledge Acceleration and ICT", un workshop organizzato dall'Università di Pisa con l'obiettivo di offrire un quadro della ricerca in ICT svolta nell'Ateneo, le sue prospettive future e le ricadute industriali e sociali.

Il workshop è stato organizzato con il coordinamento scientifico dei prorettori Nicoletta De Francesco e Paolo Ferragina e dei direttori dei dipartimenti di Informatica, Franco Turini, e di Ingegneria dell'Informazione, Giovanni Corsini.

Il programma del Workshop, che ha coinvolto 33 speaker in rappresentanza di più numerosi gruppi di ricerca operanti nel settore ICT, si è articolato nelle seguenti sessioni:

  1. Enabling Technologies
  2. Enabling Methodologies I
  3. Enabling Methodologies II
  4. Applications: mobility
  5. Applications: life science, environment

 

 

Miniatura

Introduzione - De Francesco, Ferragina, Turini e Corsini

 



Sessione I: Enabling Technologies



 

 

Miniatura

"Graphene and ultra-thin electronics" - Iannaccone (Slides)


Miniatura

"Nano and microstructured systems" - Barillaro (Slides)


Miniatura

 Wireless and microwave devices, systems and applications - Neri, Saponara (Slides)


 Miniatura

"Embedded electronics systems" - Saponara (Slides)


 

Miniatura

"MEMS devices for the next generation of sensors" - Bruschi, Nannini (Slides)


 Miniatura

"RFID technology for location sensing" - Nepa (Slides)


 Miniatura

"Technologies for Internet of Things" - Manara (Slides)


Miniatura

"Infrastructures for Cloud and HPC" - Cisternino  (Slides)

Torna all'indice

 



Sessione II: Enabling Methodologies I



 

 

Miniatura

"Methodologies for Internet of Things" - Mingozzi (Slides)


Miniatura

"RFID protocols" - Bonuccelli (Slides)


Miniatura

"Intelligent sensor networks" - Barbuti, Chessa, Micheli (Slides)


Miniatura

"Software defined networking" - Giordano (Slides)


Miniatura

"High performance computing" - Vanneschi (Slides)


 

 Miniatura

"Privacy in Cyber-physical systems and critical infrastructures" - Dini (Slides)


Miniatura

"Methods and tools for risk assessment of ICT infrastructures" - Baiardi (Slides)


Miniatura

"Language-based security" - Bodei, Degano, Ferrari (Slides)

Torna all'indice

 



Sessione III: Enabling Methodologies II



 

 

Miniatura

"Big Data" - Ferragina, Pedreschi (Slides)


Miniatura

"Data mining for social sensing" - Marcelloni (Slides)


Miniatura

"Natural language technologies" - Attardi (Slides)


Miniatura

"Service-based ICT" - Brogi (Slides)


Miniatura

"Software engineering" - Ferrari, Gadducci, Montanari (Slides)


Miniatura

"ICT for sustainability" - Anastasi (Slides)

Torna all'indice

 



Sessione IV: Applications - mobility



 

 

Miniatura

"Low-cost electronics for railway safety applications" - Macucci (Slides)


Miniatura

"Cooperating objects for industrial automation" - Pallottino (Slides)


Miniatura

"Green energy and battery management" - Bagnoli, Saletti (Slides)

Torna all'indice

 



Sessione V: Applications - life science, environment



 

 

Miniatura

"Healthcare and assistive technologies for elderly and disable people" - Fanucci - Roncella (Slides)


Miniatura

"Personalised and wearable systems for lifestyle management" - Scilingo, Vanello (Slides)


Miniatura

"Bioinformatics" - Barbuti, Degano, Grossi, Pisanti (Slides)


Miniatura

"Optimization techniques for e-health applications" - Frangioni, Scutellà (Slides)


Miniatura

"Wearable sensors in telemedicine" - Di Francesco, Castelvetro, Chiappe, Pucci (Slides)


Miniatura

"Telemonitoring and telesupervising of high risk activities" - Scilingo, Vanello (Slides)


Miniatura

"Remote sensing for environment monitoring and surveillance applications" - Diani (Slides)


Miniatura

"Green radar technologies for maritime surveillance" - Berizzi, Dalle Mese, Martorella (Slides)

 Torna all'indice

TucaheaDopo Bruxelles e Ghent, fa tappa a Pisa la delegazione di rettori e docenti di università dell'Asia Centrale in tour in Europa per la prima "training visit" organizzata nell'ambito di «TuCAHEA», il progetto che mira a trovare modi per riformare i modelli organizzativi e normativi dei sistemi universitari di quell'area per renderli compatibili tra di loro e allineati con quelli europei. Gli ospiti - provenienti dal Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan - sono stati accolti in rettorato dai prorettori Alessandra Guidi e Marco Guidi. Dopo Pisa la delegazione si sposterà a Roma per una visita ufficiale alla CRUI, la Conferenza dei rettori delle università italiane.

«TuCAHEA» è un progetto finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall'Università di Pisa nel quadro del programma Tempus, che vede coinvolte le cinque repubbliche dell'area ex-sovietica, ciascuna con la sua cultura, la sua storia e la sua lingua. Obiettivo di «TuCAHEA» è creare un'area dell'istruzione superiore (CAHEA, Central Asian Higher Education Area) compatibile con l'area europea (EHEA, European Higher Education Area), utilizzando la metodologia "Tuning". Si tratta di un importante tentativo di usare le opportunità offerte dai finanziamenti europei per la modernizzazione dei sistemi universitari su scala macro-regionale. Il responsabile amministrativo e primo firmatario del contratto è l'Università di Groningen, mentre Pisa è responsabile per il coordinamento scientifico e accademico, affidato alla professoressa Ann Katherine Isaacs, assistita dalla dottoressa Viktoriya Kolp Panchenko.

Il consortium comprende 47 partner, fra cui i ministeri delle cinque repubbliche, 8 partner europei, e 35 università dell'Asia Centrale. Il progetto, che ha avuto un finanziamento di 1,3 milioni di euro, è iniziato nell'ottobre del 2012 e continuerà fino a ottobre 2015. "Tuning", grazie a numerosi progetti dei quali l'Università di Pisa è stato membro, è diventato il processo cui partecipano università in tutto il mondo, dall'Europa, all'Africa, all'America Latina, agli USA.

Guarda la galleria di immagini sulla pagina Facebook dell'Università di Pisa. 

Ne hanno parlato:
The European Voice 
TirrenoPisa.it
PisaInformaFlash.it 

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa