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Comunicati stampa

Appuntamento per il 13 aprile prossimo con l’Open Day 2023 del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, che si svolgerà in due sessioni alternative (alle ore 8:50 e alle ore 14.20) presso l’Aula Magna dell’Area Fratelli Pontecorvo (Largo B. Pontecorvo 3, Pisa). In entrambe le due sessioni è previsto un momento informale di incontro, durante il quale sarà offerta una merenda alle ragazze e ai ragazzi partecipanti.

 

Per poter prendere parte all’Open Day è obbligatorio prenotare un posto gratuito all’evento collegandosi al portale Prenotazione Eventi dell’Università di Pisa [https://prenotazione-eventi.unipi.it/].

 

L’Open Day è un evento annuale di presentazione del Dipartimento di Informatica, del corso di laurea e delle opportunità offerte dal mondo dell’Informatica. Durante l’Open Day, i partecipanti avranno modo di seguire alcune lezioni tenute da docenti del Dipartimento, presentazioni sull’offerta formativa, pitch di ricerca tenuti da dottorandi e dottorande e incontri con ex-alunni.

In particolare, l’Open Day ha lo scopo di far conoscere a ragazze e ragazzi il Dipartimento, il tipo di attività svolta durante il corso di laurea e di far capire loro se l’Informatica sia la scelta giusta. È un’occasione unica per incontrare i docenti e visitare le strutture dell’Ateneo, fare domande sui corsi di studio e sulle opportunità di carriera.

L’attività è riconosciuta ai fini dell’orientamento attivo nella transizione scuola-università nell’ambito del PNRR (DM 934 del 03/08/2022).Il programma completo dell’evento e i link per registrarsi sono disponibili al link: https://didattica.di.unipi.it/orientamento/open-days/

L’università come motore di sviluppo, la ricerca scientifica come traino per l’economia e l’industria. È la strada scelta dall’Università di Pisa e proposta all’attenzione di investitori, aziende, analisti e ricercatori con il convegno Converging Skills, in programma per i giorni 26-29 giugno (con una preview il 12 giugno).

Converging Skills O

Nell’aula magna dello storico palazzo della Sapienza dell’Università pisana si avvicenderanno quaranta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori. Obiettivo: confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo.

“L’università di Pisa vuole diventare modello di promozione di un ecosistema etico e sostenibile per la crescita”, spiega il rettore dell’ateneo pisano Riccardo Zucchi. Un modello che punta alla costruzione di un “sistema Pisa” con l’università al centro. “La sua promozione – incalza Zucchi – darà nuovo impulso all’economia, favorendo tra le altre cose l’impiego qualificato in cui i nostri studenti potranno cogliere nuove opportunità”.

“La sfida dell’Università è trasferire le sue conoscenze alla società per velocizzare l’innovazione collaborando con le aziende e facilitando la nascita di nuove iniziative imprenditoriali. – prosegue il prorettore vicario Giuseppe Iannaccone – L’Università di Pisa accoglie la sfida con senso di responsabilità verso il Paese, ed entusiasmo”.

“Nessuno, meglio di una grande università come la nostra, può favorire la crescita di start-up, sfruttando la sua rete internazionale di aziende e investitori. – conclude Corrado Priami, delegato per la valorizzazione della ricerca e le nuove iniziative imprenditoriali – Converging Skills vuole essere il punto di partenza di una nuova Università, che si assume il ruolo di amplificatore di crescita del territorio e del Paese”.

Tanti gli ospiti italiani e internazionali tra cui Daria Mochly-Rosen, dell’Università di Stanford e founder di Spark, Roberto Bonanzinga, co-founder e Investment Partner di InReach Ventures, Fiona Murray, del Massachusetts Institute of Technlogy, Luigi Gallo, di Invitalia, Alessio Signorini, co-founder di Evidation Health, Silvia Candiani, Ceo di Microsoft Italia, Frederic Farina, di Caltech, Jim Karkanias, Ceo di StatOS, Maria Chiara Carrozza, Presidente del Cnr.

Il convegno Converging Skills è aperto alla partecipazione del pubblico. I posti sono limitati ed è richiesta una preiscrizione.

È già possibile richiedere un accredito stampa e prenotarsi per interviste. Tutte le info e i moduli all’indirizzo https://convergingskills.unipi.it/

Per la stampa: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Martedì, 28 Marzo 2023 07:53

Introduzione all’arrampicata con il CAI

Introduzione all’arrampicata sportiva su roccia per gli studenti dell’Università di Pisa. La giornata si svolgerà presso una falesia scelta dagli istruttori. Saranno mostrate le manovre base necessarie ad arrampicare in sicurezza ed approfondite le nozioni tecniche riguardanti l’ equipaggiamento necessario. Pranzo al sacco.

Leggi i dettagli

uomo altamuraNel 1993 venne scoperto in Puglia lo scheletro pressoché completo di un Neanderthal, in una delle prime esplorazioni di un sistema carsico appena individuato nell'Alta Murgia. Si tratta di un reperto paleoantropologico che risale a circa 150.000 anni fa e racconta la storia di una tragedia, non ancora del tutto spiegata, che portò un neandertaliano a restare intrappolato nel buio di una grotta senza poterne più uscire. Oggi il suo scheletro scomposto giace tra stalattiti e stalagmiti in un cunicolo quasi inaccessibile della grotta di Lamalunga (presso Altamura, Bari), ricoperto di concrezioni calcaree coralloidi

I risultati dello studio internazionale, a prima firma di Antonio Profico del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa a cui hanno partecipato anche Giovanni Boschian e Damiano Marchi dello stesso Dipartimento, sono stati pubblicati sulla rivista “Communications Biology”. Al progetto coordinato dalla Sapienza Università di Roma (Giorgio Manzi e Mary Anne Tafuri) erano presenti anche Costantino Buzi (IPHES di Tarragona, Spagna) e Fabio Di Vincenzo (Università di Firenze).

Lo studio descrittivo e quantitativo del cranio rivela come la morfologia di questo importante reperto si inserisca nella variabilità del Neanderthal, pur mostrando alcuni tratti meno tipici, cioè più arcaici rispetto ad altri fossili europei datati tra 300 e 40 mila anni fa. Alcuni di questi tratti non sono mai stati osservati in Homo neanderthalensis, il che suggerisce che la loro origine possa risalire a lunghe fasi di isolamento geografico delle popolazioni umane nei rifugi ecologici rappresentati dalle regioni meridionali della penisola italiana.

"Le parti digitalizzate in grotta non hanno punti di giunzione, perciò è stato necessario sviluppare un nuovo metodo per ricomporle – dichiara Antonio Profico, primo autore dell’articolo – Abbiamo così deciso di combinare virtualmente le due metà come se fossero porzioni disarticolate di un cranio, utilizzando campioni di riferimento su cui basare la migliore corrispondenza".

Il cranio, così come l’intero scheletro di Altamura, si trova all'interno di una piccola camera all'estremità nord-occidentale del sistema carsico, chiamata "Abside dell'uomo". La maggior parte degli elementi scheletrici è collassata qui dopo la morte dell'individuo e la decomposizione dei tessuti molli. I ricercatori hanno acquisito con tecniche digitali le due parti esposte del cranio, separatamente: la parte anteriore in modo diretto con sensori laser, essendo visibile dall'Abside dell'Uomo, mentre l'altra metà ha richiesto l’uso combinato di fotogrammetria e sonde telescopiche in quanto accessibile solo attraverso aperture nella cortina di colonne oltre lo scheletro. Le due parti sono state poi ricomposte e analizzate attraverso tecniche avanzate di morfometria geometrica, a seguito di una valutazione comparativa basata su diversi campioni di confronto.


Ricostruzione virtuale del cranio di Altamura (in ocra) mediante tecniche di paleoantropologia virtuale; il reperto di confronto in grigio (g) è il Cranio 5 di Atapuerca-SH.


“La morfologia della grotta mostra diversi pozzi verticali, oggi occlusi da sedimenti, attraverso i quali potrebbe essere caduto il malcapitato – aggiunge Giovanni Boschian – Tuttavia, non è escluso che in passato la grotta avesse anche altri ingressi più praticabili, ma in questo caso diviene ancor più difficile spiegare perché questo neandertaliano vi rimase prigioniero". “I risultati ottenuti dallo studio della morfologia dell’Uomo di Altamura che lo studio del cranio ci ha fornito sono estremamente utili per compredere l’evoluzione dei Neanderthal – conclude Damiano Marchi – Sarà molto interessante capire cosa ci racconterà il resto dello scheletro”.

"Alla luce dei nostri dati, riteniamo che il cranio di Altamura possa fare luce sul dibattito sull'evoluzione dei Neanderthal – aggiunge Giorgio Manzi, coordinatore della ricerca – La forma del cranio dell'uomo di Altamura rientra nella variabilità di questa specie estinta, condividendo caratteristiche con esemplari comunemente riferiti ai cosiddetti “Neanderthal classici" ma allo stesso tempo mostra affinità con Neanderthal antichi – come quelli di Saccopastore, qui a Roma – o con reperti ancora più arcaici, come il cranio di Ceprano (Lazio meridionale), che risale a circa 400 mila anni fa.”

 

Più di 800 persone hanno visitato le Collezioni Egittologiche e la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium sabato 25 e domenica 26 marzo, in occasione delle Giornate di primavera del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, il grande evento nazionale dedicato al patrimonio d'arte e cultura del nostro Paese.

gipsoteca

Un momento delle visite in Gipsoteca.

Quella offerta dal Sistema Museale di Ateneo è stata un’occasione per viaggiare nel tempo e nello spazio, e in particolare per approfondire la conoscenza della Gipsoteca, con la sua raccolta di riproduzioni storiche in gesso da capolavori dell’arte antica, e con il suo antiquarium che ospita centinaia di manufatti originali antichi, di varie epoche e provenienza geografica. Il tutto racchiuso in uno dei gioielli dell’arte romanica pisana, ovvero la Chiesa di San Paolo all’Orto. Alle Collezioni Egittologiche si possono invece ammirare oggetti unici e straordinari, che raccontano la vita e la cultura dell’antico Egitto; oggetti donati all'Università di Pisa o rinvenuti nel corso delle campagne di scavo effettuate sotto il patrocinio dell’Ateneo.

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Visitatori si aggirano nelle sale delle Collezioni Egittologiche.

Ha preso ufficialmente il via il progetto FoReLab, Future-oriented Research Laboratory, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa (DII), mirato allo sviluppo di metodologie e tecnologie abilitanti per Industria 5.0. Il progetto prevede la creazione di nuovo laboratorio, il FoReLab, che aggregherà attività di ricerca per la nuova generazione di industria, detta Industria 5.0, autonoma, sostenibile, resiliente e centrata sulla persona. In mostra durante la giornata alcune delle punte avanzate della ricerca, dal braccio manipolatore in grado di lavorare assieme all'essere umano, ai dispositivi indossabili smart per la rilevazione dei segnali corporei, fino ai dispositivi per il tatto artificiale e per la sicurezza sul lavoro. Il progetto è finanziato dal MUR nell’ambito del programma “Dipartimenti di Eccellenza 2023-2027”, che ha visto il DII al primo posto in Italia tra i dipartimenti di Ingegneria Industriale e dell’informazione.

“La ricerca di frontiera sulle tecnologie ICT - afferma Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica al DII e coordinatore esecutivo FoReLab - verrà aggregata nel nuovo laboratorio per supportare innovazioni di prodotto, di processo e di servizio che consentano di diminuire i costi di produzione e di esercizio, di sostenere la sovranità digitale del paese e di aumentare la resilienza del sistema produttivo. Persone e sostenibilità ambientale saranno il centro attorno a cui dovrà essere modellata la nuova industria. Questo richiede un deciso cambio di paradigma culturale, ma anche, da parte del mondo della ricerca, di lavorare su tecnologie abilitanti visionarie e con un orizzonte di applicazione a lungo termine”.

“Le attività di FoReLab si integrano perfettamente con quelle dei nostri laboratori CrossLab, che invece mettono a disposizione di imprese e società soluzioni immediatamente applicabili per supportare i processi di innovazione verso la trasformazione digitale – aggiunge Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – CrossLab è il progetto con cui il DII ha vinto il bando dipartimenti di eccellenza per il quinquennio 2018-2023. Nei loro primi cinque anni, i laboratori hanno costituito un luogo in cui la ricerca avanzata è concretamente e quotidianamente fruibile dalle imprese. FoReLab e CrossLab – conclude – si integrano per coprire le esigenze di tecnologie immediatamente disponibili e quelle invece di una ricerca di frontiera, per costruire la società tecnologica del futuro. In questo modo il DII ambisce a supportare il necessario cambiamento culturale e di paradigma che ci aspetta mettendo a disposizione le tecnologie abilitanti per costruire una società realmente centrata sulle esigenze delle persone”.

“Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – commenta il rettore Riccardo Zucchi – è uno dei sette dell’Ateneo a essere stato finanziato tra i 180 Dipartimenti di Eccellenza a livello nazionale per il periodo 2023-2027 e, insieme a quello di Civiltà e Forme del Sapere, è l’unico ad aver ottenuto tale riconoscimento anche nella precedente tornata, quella del 2018-2022. Il progetto del FoReLab continua e sviluppa quanto fatto nel precedente quinquennio con la realizzazione dei CrossLab e offre una risposta matura e avanzata alle esigenze di crescita, innovazione e sostenibilità delle imprese. Per questo rappresenta un modello di riferimento per tutta l’Università di Pisa”.

La giornata ha visto anche la presentazione delle linee guida della Regione Toscana per i prossimi bandi regionali orientati alla ricerca e sviluppo industriale, con gli interventi di Leonardo Marras, assessore Attività produttive della Regione Toscana e di Albino Caporale, Direzione Attività Produttive, Regione Toscana. “Digitale, innovazione e trasferimento tecnologico sono fondamentali per il futuro dell'industria e sono stati al centro dell'impegno regionale nell'ultimo settennato di risorse europee e lo saranno ancor di più in quello che si sta aprendo – commenta Leonardo Marras – Stiamo lavorando ai bandi destinati alle imprese che usciranno nei prossimi mesi e rinnoviamo il supporto ai centri di ricerca e ai poli tecnologici per la loro funzione strategica nello sviluppo economico regionale. Salutiamo, dunque, con favore l'avvio del progetto FoReLab, che arricchisce il panorama toscano della ricerca avanzata".

Ha preso ufficialmente il via il progetto FoReLab, Future-oriented Research Laboratory, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa (DII), mirato allo sviluppo di metodologie e tecnologie abilitanti per Industria 5.0. Il progetto prevede la creazione di nuovo laboratorio, il FoReLab, che aggregherà attività di ricerca per la nuova generazione di industria, detta Industria 5.0, autonoma, sostenibile, resiliente e centrata sulla persona. In mostra durante la giornata alcune delle punte avanzate della ricerca, dal braccio manipolatore in grado di lavorare assieme all'essere umano, ai dispositivi indossabili smart per la rilevazione dei segnali corporei, fino ai dispositivi per il tatto artificiale e per la sicurezza sul lavoro. Il progetto è finanziato dal MUR nell’ambito del programma “Dipartimenti di Eccellenza 2023-2027”, che ha visto il DII al primo posto in Italia tra i dipartimenti di Ingegneria Industriale e dell’informazione.

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Da sinistra: Giovanni Stea, Andrea Caiti, il rettore Riccardo Zucchi e Giuseppe Anastasi.

“La ricerca di frontiera sulle tecnologie ICT - afferma Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica al DII e coordinatore esecutivo FoReLab - verrà aggregata nel nuovo laboratorio per supportare innovazioni di prodotto, di processo e di servizio che consentano di diminuire i costi di produzione e di esercizio, di sostenere la sovranità digitale del paese e di aumentare la resilienza del sistema produttivo. Persone e sostenibilità ambientale saranno il centro attorno a cui dovrà essere modellata la nuova industria. Questo richiede un deciso cambio di paradigma culturale, ma anche, da parte del mondo della ricerca, di lavorare su tecnologie abilitanti visionarie e con un orizzonte di applicazione a lungo termine”.

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“Le attività di FoReLab si integrano perfettamente con quelle dei nostri laboratori CrossLab, che invece mettono a disposizione di imprese e società soluzioni immediatamente applicabili per supportare i processi di innovazione verso la trasformazione digitale – aggiunge Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – CrossLab è il progetto con cui il DII ha vinto il bando dipartimenti di eccellenza per il quinquennio 2018-2023. Nei loro primi cinque anni, i laboratori hanno costituito un luogo in cui la ricerca avanzata è concretamente e quotidianamente fruibile dalle imprese. FoReLab e CrossLab – conclude – si integrano per coprire le esigenze di tecnologie immediatamente disponibili e quelle invece di una ricerca di frontiera, per costruire la società tecnologica del futuro. In questo modo il DII ambisce a supportare il necessario cambiamento culturale e di paradigma che ci aspetta mettendo a disposizione le tecnologie abilitanti per costruire una società realmente centrata sulle esigenze delle persone”.

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“Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – commenta il rettore Riccardo Zucchi – è uno dei sette dell’Ateneo a essere stato finanziato tra i 180 Dipartimenti di Eccellenza a livello nazionale per il periodo 2023-2027 e, insieme a quello di Civiltà e Forme del Sapere, è l’unico ad aver ottenuto tale riconoscimento anche nella precedente tornata, quella del 2018-2022. Il progetto del FoReLab continua e sviluppa quanto fatto nel precedente quinquennio con la realizzazione dei CrossLab e offre una risposta matura e avanzata alle esigenze di crescita, innovazione e sostenibilità delle imprese. Per questo rappresenta un modello di riferimento per tutta l’Università di Pisa”.

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La giornata ha visto anche la presentazione delle linee guida della Regione Toscana per i prossimi bandi regionali orientati alla ricerca e sviluppo industriale, con gli interventi di Leonardo Marras, assessore Attività produttive della Regione Toscana e di Albino Caporale, Direzione Attività Produttive, Regione Toscana. “Digitale, innovazione e trasferimento tecnologico sono fondamentali per il futuro dell'industria e sono stati al centro dell'impegno regionale nell'ultimo settennato di risorse europee e lo saranno ancor di più in quello che si sta aprendo – commenta Leonardo Marras – Stiamo lavorando ai bandi destinati alle imprese che usciranno nei prossimi mesi e rinnoviamo il supporto ai centri di ricerca e ai poli tecnologici per la loro funzione strategica nello sviluppo economico regionale. Salutiamo, dunque, con favore l'avvio del progetto FoReLab, che arricchisce il panorama toscano della ricerca avanzata".

Sono otto gli studenti dell’Università di Pisa che hanno preso parte a Bruxelles al primo Model United Nations (MUN) promosso da Circle U., l’Alleanza universitaria che riunisce gli atenei di Aarhus, Belgrado, Berlino, Louvain, Oslo, Paris Cité, Pisa, Vienna e King’s College di Londra. La delegazione pisana, formata da Monia Mannucci, Francesca Rosa, Aurora Matteo, Giulia Nardini, Lidia Trombello, Fabiana Marà, Agata Merian Bernacca e Leonardo Baldacci, ha partecipato a una simulazione delle Nazioni Unite sul tema “Educazione sostenibile - pensare e creare il futuro dell'istruzione superiore”. Insieme ai circa 80 partecipanti arrivati da tutta Europa, hanno assunto il ruolo di delegati e delegate dell'ONU, rappresentando gli Stati Membri assegnati, discutendo, dibattendo e cercando di risolvere alcuni dei problemi più urgenti del mondo.

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Da sinistra: Francesca Rosa, Agata Merian Bernacca, Lidia Trombello, Aurora Matteo, Monia Mannucci, Fabiana Marà, Leonardo Baldacci, Giulia Nardini.


“Partecipare a un Model United Nations è stata un’esperienza estremamente preziosa e formativa, resa ancor più speciale grazie alla cornice unica di Bruxelles, città sede di importanti istituzioni dell'Unione Europea e dunque luogo ideale per discutere di politica internazionale – hanno raccontato al loro rientro – Potersi immedesimare nel ruolo di diplomatici è stata l’occasione perfetta per poter migliorare le proprie competenze relazionali e di negoziazione, acquisendo una maggiore consapevolezza delle complessità dei processi decisionali a livello internazionale”.

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Da sinistra: Lidia Trombello, Francesca Rosa, Leonardo Baldacci, Giulia Nardini, Aurora Matteo, Agata Merian Bernacca, Monia Mannucci, Fabiana Marà.

Durante i quattro giorni di lavori, i delegati e le delegate hanno avuto l’opportunità di discutere soluzioni efficaci e funzionali relative alla diffusione in scala globale dell’istruzione sostenibile. Ognuno di loro faceva parte di un Comitato (UNESCO, UNEP, WHO, Consiglio di Sicurezza, Consiglio europeo), all’interno del quale hanno avuto modo di fare da portavoce per gli interessi del Paese rappresentato, trattando sotto-argomenti specifici per ciascun settore. “Lavorare insieme a studenti provenienti da tutta Europa ci ha fornito anche l'occasione di arricchire il nostro bagaglio culturale, migliorare le competenze linguistiche e stringere una rete di contatti per esperienze future – concludono – Ringraziamo il comitato organizzativo del Circle U. MUN per aver reso possibile questo evento, nonché tutti i delegati provenienti dai diversi atenei dell’alleanza Circle U.”.

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Foto di gruppo delle delegazioni europee.


Ecco come i nostri delegati Onu raccontano la loro esperienza:

MONIA MANNUCCI
Mi chiamo Monia Mannucci, vivo a Carrara e frequento il corso di laurea magistrale in Ingegneria Strutturale dell'Università di Pisa. Ho partecipato al Circle U. MUN rappresentando la delegazione dello Stato Plurinazionale della Bolivia, nella commissione delle Nazione Unite per l'Ambiente (UNEP). Sono stata firmataria della risoluzione promossa e votata dal comitato, che fra i tanti punti tocca questioni a me molto care come l'educazione alla sostenibilità e l'accesso equo all'istruzione anche nelle zone più rurali del mondo.Grazie alla mia formazione accademica ho potuto contribuire alla discussione con le mie conoscenze di Ingegneria civile-ambientale e strutturale, promuovendo l'adozione di soluzioni scientifiche e l'investimento nella ricerca per affrontare la sfida climatica in modo efficace. Alla fine dei lavori sono stata nominata come "Most improved delegate" dai presidenti di seduta (Chairs) in riconoscimento dell'impegno e miglioramento nel corso delle discussioni e delle negoziazioni, dimostrando una grande capacità di adattamento e di collaborazione con gli altri delegati.

FRANCESCA ROSA
Mi chiamo Francesca Rosa, ho 21 anni e sono di Livorno, ma attualmente vivo in Francia per uno scambio Erasmus con l’università di Lille 1. Sono una studentessa del terzo anno di Management for Business and Economics (MBE), sotto il dipartimento di Economia e Management dell’università di Pisa. Il mio ruolo durante il Model United Nations consisteva nel rappresentare la Repubblica del Paraguay al tavolo di discussione di un’assemblea tra i paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il tema generale trattato ha virato su possibili riforme da apportare al Consiglio di Sicurezza per garantire un suo più efficace funzionamento e un’educazione sostenibile per tutti i paesi. A seguito di numerosi dibattiti avvenuti durante i tre giorni a Bruxelles, i paesi presenti all’assemblea hanno raggiunto un accordo e approvato una risoluzione. Essa propone la creazione di una commissione ad hoc, incaricata di valutare le condizioni di ammissione di nuovi stati membri all’interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sia permanenti che temporanei, col fine ultimo di garantire una più equa rappresentatività dei paesi. Inoltre, promuove l’impegno del Consiglio di Sicurezza nell’ambito dei conflitti causati dal cambiamento climatico, essendo esso una minaccia alla sicurezza generale. Infine, sono lieta di affermare che, come la mia collega Monia, sono stata premiata dalle presidenti di seduta come “Most improved delegate” all’interno della mia commissione, a seguito della mia attiva partecipazione e del mio impegno nel portare a termine il ruolo assegnatomi.

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Aurora Matteo.

AURORA MATTEO
Mi chiamo Aurora Matteo, ho 24 anni e provengo da Foggia. A Pisa frequento il corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali (curriculum climatologico) al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. Nell’ambito del MUN ho preso le parti di un delegato del Cile nella Commissione UNEP (United Nations Environmental Programme). Grazie al mio percorso di studi, ho portato al tavolo di discussione le cause climatiche ed ambientali applicandole all’educazione sostenibile, tematica principale di questa MUN, e ho proposto possibili soluzioni dal punto di vista del paese che ho rappresentato. Alla conclusione di tre giorni di intense discussioni, io e altri delegati dell’UNEP abbiamo raggiunto una risoluzione focalizzata su impegni locali dei vari paesi, come l’implementazione delle conoscenze delle popolazioni indigene per imparare a gestire le foreste in modo più sostenibile, tematica fortemente sostenuta dai delegati di paesi del Sud America, come il paese che ho rappresentato. L’esperienza a Bruxelles è stata fortemente formativa, insegnandomi a negoziare e a sostenere e portare avanti le cause del Cile con il solo potere della voce, imparando a trovare il miglior modo per espormi, sottolineare l’importanza della causa e, in particolar modo, attirare l’attenzione degli ascoltatori. Tornata a Pisa, ho notato un grande cambiamento nel mio modo di dialogare, sia con amici che in ambito accademico. Infine, questa esperienza mi ha permesso di allargare le mie vedute, insegnandomi a lavorare nella complessa attività di negoziazione e collaborazione avvenuta tra noi delegati rappresentanti i diversi paesi e aventi diversi principi e idee.

GIULIA NARDINI
Mi chiamo Giulia Nardini, ho 24 anni e sono di Sarzana (SP). Frequento il corso magistrale di Studi internazionali (curriculum Governance delle migrazioni), presso il Dipartimento di Scienze Politiche. Durante il MUN organizzato da Circle U. ho avuto modo di rappresentare la delegazione della Repubblica Bolivariana del Venezuela all’interno del Comitato UNESCO, trattando il tema dell’equo accesso per tutti i bambini all’istruzione sostenibile. Collaborando con gli altri delegati del Comitato, abbiamo redatto una Risoluzione contenente soluzioni efficaci, realistiche e perentorie per garantire agli studenti nel mondo la possibilità di ottenere un’istruzione di qualità.

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Giulia Nardini.

LIDIA TROMBELLO
Mi chiamo Lidia Trombello, ho 25 anni e sono siciliana di origine e pisana di adozione. Frequento, infatti, il quinto anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia presso due atenei pisani quali l’Università di Pisa e la scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Ho accolto con entusiasmo la possibilità di partecipare all’attività MUN, promossa dall’alleanza universitaria Circle U., in quanto ritengo che iniziative del genere possano essere un’enorme risorsa per essere esposti (anche solo da studenti) ad un ambiente internazionale arricchente e stimolante come lo è stato quello di Bruxelles. In qualità di delegato della Cina nella commissione WHO (World Health Organization), ho acquisito abilità trasversali come la capacità di negoziazione e quella atta a difendere un’idea basata sulle evidenze che si integrano perfettamente nel mio percorso accademico e nella mia futura pratica clinica.

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Lidia Trombello.

FABIANA MARÀ
Mi chiamo Fabiana Marà, ho 24 anni, sono abruzzese ma vivo a Pisa da quasi sei anni poiché ho conseguito qui la mia laurea triennale in Fisica e attualmente sto seguendo il corso di laurea magistrale in Fisica Medica.
Nell’esperienza del MUN sono stata scelta per rappresentare un delegato dell’Egitto nella Commissione WHO (World Health Organization) che era la commissione più vicina in parte al mio campo di studi. Abbiamo discusso la tematica di come creare un ponte tra i problemi della salute globale e l’educazione sostenibile, è stato molto interessante dare il mio punto di vista in quanto sono molto interessata ad entrambe le tematiche messe in gioco nella discussione.

AGATA MERIAN BERNACCA
Mi chiamo Agata Merian Bernacca, vengo da Lucca, ho 19 anni e frequento il primo anno del corso di laurea in Farmacia. Ho partecipato all’evento in qualità di delegato del Vietnam per il comitato UNESCO: ho discusso di temi riguardanti l’educazione sostenibile, esponendo e difendendo tesi in accordo con la posizione del Paese che rappresentavo. La commissione in cui sono stata inserita non è particolarmente correlata al mio campo di studi, ma lo è con l’intensa attività di volontariato che svolgo parallelamente all’università.
Il dibattito che ho avuto con gli altri rappresentanti è stato stimolante e formativo, e ha contribuito all’allargamento dei miei orizzonti sul tema della didattica inclusiva. Inoltre mi ha dato numerosi spunti su come migliorare il mio metodo di studio e la mia capacità espositiva. Partecipare al MUN da matricola è stata un’occasione per immergermi ancora di più nell'ambiente universitario e sviluppare in me quel senso di collaborazione che è fondamentale per chi si approccia ad una carriera in ambito scientifico.

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Agata Merian Bernacca.


LEONARDO BALDACCI
Mi chiamo Leonardo Baldacci, sono di Lucca ho 25 anni e sto studiando Ingegneria dell’Energia all’Università di Pisa. Ho sempre affiancato al mio percorso di studi un grande interesse per l’educazione ambientale e per la cultura della sostenibilità e non appena ho letto della possibilità di poter partecipare a questo MUN su educazione e sostenibilità ho pensato che non avrei potuto perdere quest’occasione ed ho mandato la mia candidatura. Questa esperienza si è rivelata molto interessante, e l’internazionalità che abbiamo avuto modo di respirare durante questo evento ha alimentato in tutte noi una grande voglia di partecipare sempre più a eventi simili promuovendo l’importante realtà della Circle U. a cui il nostro ateneo aderisce. Ho partecipato come delegato dell’European Council dell’Austria e approfondire le posizioni di altre nazioni in merito all’educazione e la sostenibilità ha sicuramente arricchito il mio e il nostro bagaglio culturale e mi ha indubbiamente fornito nuovi stimoli per provare a portare qualche miglioramento anche nel nostro sistema educativo. Ringrazio le ragazze che sono venute con me dall’Università di Pisa e tutte le persone che ho incontrato in questa bella esperienza e che sicuramente non dimenticherò.

Le iscrizioni al corso di laurea magistrale in "Scienze del Governo e dell’amministrazione del mare" sono chiuse.

Per informazioni contattare il referente didattico: Segreteria Studenti presso l'Accademia Navale di Livorno: 
Luigi Diana 
Accademia Navale di Livorno Viale Italia ,72 - 57100 LIVORNO
Tel. 0586238572
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Pisa, 24 marzo 2023 – La sfida è sviluppare un’intelligenza artificiale di nuova generazione. Capace di rispettare la libertà di scelta delle persone e di condividerne valori e orientamento. Che non sia più percepita come una minaccia, ma come un’opportunità e come uno strumento di supporto alle decisioni da prendere. Una macchina, insomma, che lavori in sinergia con uomini e donne senza sostituirsi a loro, ma potenziandone le capacità.

Tra i gruppi di ricerca che si sono messi in gioco per vincere questa sfida c’è il consorzio del progetto Tango, che conta 21 partner tra università, centri di ricerca e imprese di nove paesi europei, coordinato dall’Università di Trento, consorzio a cui partecipano l’Università di Pisa, la Scuola Normale e l’istituto ISTI del CNR. Il progetto Tango, selezionato nei giorni scorsi dalla commissione europea per essere finanziato nel programma Horizon Europe e in partenza il prossimo autunno, ha l’obiettivo di rafforzare la leadership dell’Europa nella “human-centric AI” ovvero nei sistemi di intelligenza artificiale che mettono al centro la persona.

 

L’impatto sulle persone e sulla società del nuovo modello elaborato da Tango sarà valutato su alcuni casi di vita reale. Dall’ambito ospedaliero con applicazioni dedicate a donne durante la gravidanza e dopo il parto a équipe chirurgiche nelle decisioni da prendere durante tutto l’iter pre-, intra- e post-operatorio. Al settore bancario, con servizi alle persone che operano nel sistema dei prestiti e del credito. Alla sfera delle politiche pubbliche e, in particolare, di chi si occupa di progettazione di incentivi e di allocazione di fondi. L’eventuale successo di questi casi di studio favorirà l'adozione di Tango come quadro di riferimento per lo sviluppo di una nuova generazione di sistemi di IA sinergici e rafforzerà la leadership dell'Europa nell'IA incentrata sulla persona.

La transizione a questa nuova generazione di intelligenza artificiale richiede una rivoluzione di approccio, di ripensare sia le basi teoriche, sia gli approcci computazionali. Ed è per questo che i 21 partner del consorzio di Tango hanno unito le loro forze.
“Bisogna essere in due per ballare il tango. La nostra prospettiva è che una profonda comprensione reciproca tra persona e macchina sia essenziale per lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale veramente efficaci e innovativi in grado di espandere le capacità di ragionamento e di presa di decisione delle persone”, afferma il coordinatore del progetto Andrea Passerini, professore al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’informazione dell’Università di Trento.

Il team di Tango sostiene che, per fruire delle potenzialità dell’intelligenza artificiale nel migliorare i processi decisionali in scenari ad alto rischio, è necessario ripensare fin dalle basi teoriche il modo in cui i sistemi sono concepiti. Le persone dovrebbero poter superare le diffidenze e fidarsi dei suggerimenti di sistemi in grado di comprendere le loro esigenze e di dare garanzia di un reale supporto nelle decisioni da assumere. In una sorta di simbiosi tra persona e macchina.

“Per realizzare tale simbiosi, l’Università di Pisa in stretta collaborazione con ricercatori della Scuola Normale Superiore, coordinati dalla professoressa Fosca Giannotti, e dell’ISTI-CNR, coordinati dal dottor Salvatore Rinzivillo, lavorerà allo studio e sviluppo di algoritmi e sistemi consapevoli anche dei loro limiti, che potrebbero essere superati grazie alla cooperazione sinergica con l’essere umano. Tale collaborazione sinergica sarà resa possibile attraverso modelli che permetto all’uomo di comprendere il comportamento e le decisioni suggerite dalla macchina.” afferma la professoressa Anna Monreale che coordina il team del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa.

 

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