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Hypstair Creare una nuova generazione di velivoli per l’aviazione leggera a propulsione ibrida per unire i vantaggi delle basse emissioni inquinanti e del ridotto consumo di carburante con una notevole riduzioni dei costi di trasporto. È questo l’obiettivo del progetto europeo Hypstair di cui l’Università di Pisa è partner insieme a Siemens, all’Università di Maribor in Slovenia, all’azienda toscana MB Vision e al costruttore di velivoli sloveno Pipistrel, capofila del progetto. Finanziato all’interno del 7° Programma Quadro, Hypstair si concluderà ad agosto 2016 ma già nelle scorse settimane il propulsore ibrido elettrico è stato sottoposto con successo ai primi test a terra.

"Il propulsore da 200 kW sviluppato durante il progetto ha la stessa potenza di un tipico motore a pistoni per velivoli – ha spiegato il professore Aldo Frediani del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Ateneo pisano – ma in questo caso l’elica è azionata da un motore elettrico, che viene alimentato o da una batteria che può essere ricaricata in volo o da un generatore elettrico a combustibile”.

In poco meno di tre anni di lavoro i ricercatori impegnati nel progetto Hypstair hanno progettato i diversi componenti del propulsore ibrido, quali il gruppo generatore, il motore, l’inverter, l’elettronica di controllo, nonché un’elica specifica per questo tipo di applicazione. I componenti sono stati dimensionati e studiati considerando sia le prestazioni richieste, che le norme di sicurezza. Uno degli obiettivi è infatti dare indicazioni utili per stabilire regole in questo senso, in modo da aprire la strada per l’introduzione di queste tecnologie sul mercato, dato che attualmente non esistono norme di sicurezza per i sistemi di propulsione ibrida in aviazione.

“Come Università di Pisa abbiamo studiato la meccanica del volo realizzando un’interfaccia per restituire tutti i dati ai piloti e sviluppato poi un simulatore di volo – ha concluso il professore Frediani – e a questo proposito voglio ricordare la proficua collaborazione con MB Vision che ci ha permesso di progettare la nuova strumentazione della cabina di pilotaggio mentre per il simulatore ci siamo avvalsi del prezioso contributo della società Pitom di Pisa”.

Creare una nuova generazione di velivoli per l’aviazione leggera a propulsione ibrida per unire i vantaggi delle basse emissioni inquinanti e del ridotto consumo di carburante con una notevole riduzioni dei costi di trasporto. E’ questo l’obiettivo del progetto europeo Hypstair di cui l’Università di Pisa è partner insieme a Siemens, all’Università di Maribor in Slovenia, all’azienda toscana MB Vision e al costruttore di velivoli sloveno Pipistrel, capofila del progetto. Finanziato all’interno del 7° Programma Quadro, Hypstair si concluderà ad agosto 2016 ma già nelle scorse settimane il propulsore ibrido elettrico è stato sottoposto con successo ai primi test a terra.
"Il propulsore da 200 kW sviluppato durante il progetto ha la stessa potenza di un tipico motore a pistoni per velivoli – ha spiegato il professore Aldo Frediani del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Ateneo pisano – ma in questo caso l’elica è azionata da un motore elettrico, che viene alimentato o da una batteria che può essere ricaricata in volo o da un generatore elettrico a combustibile”.
In poco meno di tre anni di lavoro i ricercatori impegnati nel progetto Hypstair hanno progettato i diversi componenti del propulsore ibrido, quali il gruppo generatore, il motore, l’inverter, l’elettronica di controllo, nonché un’elica specifica per questo tipo di applicazione. I componenti sono stati dimensionati e studiati considerando sia le prestazioni richieste, che le norme di sicurezza. Uno degli obiettivi è infatti dare indicazioni utili per stabilire regole in questo senso, in modo da aprire la strada per l’introduzione di queste tecnologie sul mercato, dato che attualmente non esistono norme di sicurezza per i sistemi di propulsione ibrida in aviazione.
“Come Università di Pisa abbiamo studiato la meccanica del volo realizzando un’interfaccia per restituire tutti i dati ai piloti e sviluppato poi un simulatore di volo – ha concluso il professore Frediani – e a questo proposito voglio ricordare la proficua collaborazione con MB Vision che ci ha permesso di progettare la nuova strumentazione della cabina di pilotaggio mentre per il simulatore ci siamo avvalsi del prezioso contributo della società Pitom di Pisa”.

Sito web progetto: www.hypstair.eu

Giovedì 17 marzo, dalle 16 alle 18, nell’Aula Magna del Polo Fibonacci, Elisabetta Robotti, dell’Università della Val d’Aosta, terrà il seminario “Frazioni sul filo”, un incontro che tratterà del delicato tema dell’introduzione delle frazioni nella scuola dell'obbligo, presentando le principali difficoltà didattiche legate all'argomento, e descrivendo i risultati di una lunga sperimentazione, che si è modellata di recente in una proposta didattica (ed editoriale) compiuta.
Il seminario è parte del programma "I seminari di didattica della matematica per il primo ciclo", occasioni significative di riflessione, formazione e confronto con i più recenti risultati delle ricerche universitarie in didattica della matematica, uno dei campi di ricerca in cui l’Università di Pisa vanta una notevole tradizione (basti ricordare Vittorio Checcucci e Giovanni Prodi). Il programma 2016 prevede un altro incontro, il 21 aprile, con Anna Frank, dell’Università La Sapienza di Roma, sul tema "Prime difficoltà di apprendimento in aritmetica".
Per partecipare è necessario inviare una mail di prenotazione a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Prenotazioni possibili fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Si è spento nella notte tra il 12 e il 13 marzo, a 89 anni, il professor Paolo Meletti, nato a Montemarciano (Ancona) nel giugno 1927. Laureato in Scienze Naturali a Pisa nel 1950, nel 1956 diventa assistente di Botanica a Cagliari, dove nel 1959 riceve l’incarico di direttore dell’Istituto e Orto botanico, carica che terrà fino al 1965. Vinto il concorso a cattedra, nello stesso 1965 viene chiamato dalla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Pisa dove assume la direzione dell’Istituto e dell’Orto, fino all’istituzione dei dipartimenti. Dirigerà poi il dipartimento di Scienze botaniche dal 1995 al 2000.
Molto rilevante è stata la sua attività didattica e istituzionale: il professor Meletti è stato presidente del corso di laurea in Scienze biologiche; preside della facoltà di Scienze MFN dal 1979 al 1984; presidente del Seminario didattico della facoltà dalla sua costituzione (marzo 1980) e quindi presidente della Commissione Musei di Ateneo dall’inizio (primavera 1982) fino al 2002. Dal 1965 al 1981 è stato direttore dell’Orto Botanico. Fu anche membro del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo. A lui si deve la compilazione di un “libro bianco” sulle realtà museali dell’Università pisana e la realizzazione del volume "Arte e Scienza" nei Musei dell’Università di Pisa edito dalla Plus nel 2002, dove Paolo Meletti viene definito dal Rettore “primo artefice e motore instancabile” dell’opera. Meletti continuerà ad occuparsi del Sistema museale universitario fino a pochi mesi fa, curando con competenza, passione ed equilibrio la stampa del periodico “Musei dell’Università di Pisa” che aveva ideato e diretto. Sarà nominato Curatore onorario del Museo di Storia naturale e del Territorio di Calci.
Presidente della prestigiosa Società Botanica Italiana dal 1973 al 1978, diresse la rivista "Informatore Botanico Italiano" dal 1972 al 1978. Fu anche direttore del corso di perfezionamento in didattica delle Scienze sperimentali, docente di Botanica per il corso di Erboristeria; di Patologia vegetale, Botanica I e Botanica II per Scienze biologiche e naturali; di Botanica farmaceutica; di Embriologia e morfologia sperimentale, insegnamento che profuse con estremo impegno e soddisfazione, collegato come era alle sue dirette esperienze di ricercatore.
I temi principali delle sue ricerche, inserite in programmi ministeriali dei quali era responsabile nazionale, vertevano sul trapianto embrionale e sulle conseguenze morfofunzionali che ne risultavano, sulla dormienza e sulla germinazione delle cariossidi in particolare di grano duro (la cultivar “Senatore Cappelli”) e in altre graminacee. Commendatore al merito della Repubblica, insignito dell’Ordine del Cherubino nel 1976, Paolo Meletti è stato anche vice presidente e infine Presidente della Società Toscana di Scienze Naturali. In conclusione, una figura eminente della vita universitaria pisana, nella quale aveva profuso con serietà e impegno gran parte della sua esistenza.

Dichiarazione del rettore Massimo Augello:
"La scomparsa del professor Paolo Meletti - ha detto il rettore Massimo Augello - è un grave lutto per l'Ateneo di Pisa, in quanto figura eminente di docente e di studioso che nel corso della carriera ha assicurato un costante e prezioso apporto alla vita della nostra Istituzione. Il professor Meletti è stato, tra l'altro, preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e membro del Consiglio di Amministrazione, ricevendo l'Ordine del Cherubino nel 1976. Il suo impegno si è concentrato maggiormente sui vari musei dell'Università, del cui sviluppo è stato uno dei principali artefici. È stato per diversi anni direttore dell'Orto Botanico e Curatore onorario del Museo di Storia Naturale di Calci, due gioielli su cui nell'ultimo periodo l'Ateneo ha investito ingenti risorse per un'azione di profonda riqualificazione e di valorizzazione. Il professor Paolo Meletti è stato più recentemente presidente della Commissione Musei di Ateneo e ideatore e direttore del periodico «Musei dell'Università di Pisa».

paolo melettiSi è spento nella notte tra il 12 e il 13 marzo, a 89 anni, il professor Paolo Meletti, nato a Montemarciano (Ancona) nel giugno 1927. Laureato in Scienze Naturali a Pisa nel 1950, nel 1956 diventa assistente di Botanica a Cagliari, dove nel 1959 riceve l’incarico di direttore dell’Istituto e Orto botanico, carica che terrà fino al 1965. Vinto il concorso a cattedra, nello stesso 1965 viene chiamato dalla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università di Pisa dove assume la direzione dell’Istituto e dell’Orto, fino all’istituzione dei dipartimenti. Dirigerà poi il dipartimento di Scienze botaniche dal 1995 al 2000.

Molto rilevante è stata la sua attività didattica e istituzionale: il professor Meletti è stato presidente del corso di laurea in Scienze biologiche; preside della facoltà di Scienze MFN dal 1979 al 1984; presidente del Seminario didattico della facoltà dalla sua costituzione (marzo 1980) e quindi presidente della Commissione Musei di Ateneo dall’inizio (primavera 1982) fino al 2002. Dal 1965 al 1981 è stato direttore dell’Orto Botanico. Fu anche membro del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo. A lui si deve la compilazione di un “libro bianco” sulle realtà museali dell’Università pisana e la realizzazione del volume "Arte e Scienza" nei Musei dell’Università di Pisa edito dalla Plus nel 2002, dove Paolo Meletti viene definito dal Rettore “primo artefice e motore instancabile” dell’opera. Meletti continuerà ad occuparsi del Sistema museale universitario fino a pochi mesi fa, curando con competenza, passione ed equilibrio la stampa del periodico “Musei dell’Università di Pisa” che aveva ideato e diretto. Sarà nominato Curatore onorario del Museo di Storia naturale e del Territorio di Calci.

Presidente della prestigiosa Società Botanica Italiana dal 1973 al 1978, diresse la rivista "Informatore Botanico Italiano" dal 1972 al 1978. Fu anche direttore del corso di perfezionamento in didattica delle Scienze sperimentali, docente di Botanica per il corso di Erboristeria; di Patologia vegetale, Botanica I e Botanica II per Scienze biologiche e naturali; di Botanica farmaceutica; di Embriologia e morfologia sperimentale, insegnamento che profuse con estremo impegno e soddisfazione, collegato come era alle sue dirette esperienze di ricercatore.

I temi principali delle sue ricerche, inserite in programmi ministeriali dei quali era responsabile nazionale, vertevano sul trapianto embrionale e sulle conseguenze morfofunzionali che ne risultavano, sulla dormienza e sulla germinazione delle cariossidi in particolare di grano duro (la cultivar “Senatore Cappelli”) e in altre graminacee. Commendatore al merito della Repubblica, insignito dell’Ordine del Cherubino nel 1976, Paolo Meletti è stato anche vice presidente e infine Presidente della Società Toscana di Scienze Naturali. In conclusione, una figura eminente della vita universitaria pisana, nella quale aveva profuso con serietà e impegno gran parte della sua esistenza.

«La scomparsa del professor Paolo Meletti - ha detto il rettore Massimo Augello - è un grave lutto per l'Ateneo di Pisa, in quanto figura eminente di docente e di studioso che nel corso della carriera ha assicurato un costante e prezioso apporto alla vita della nostra Istituzione. Il professor Meletti è stato, tra l'altro, preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e membro del Consiglio di Amministrazione, ricevendo l'Ordine del Cherubino nel 1976. Il suo impegno si è concentrato maggiormente sui vari musei dell'Università, del cui sviluppo è stato uno dei principali artefici. È stato per diversi anni direttore dell'Orto Botanico e Curatore onorario del Museo di Storia Naturale di Calci, due gioielli su cui nell'ultimo periodo l'Ateneo ha investito ingenti risorse per un'azione di profonda riqualificazione e di valorizzazione. Il professor Paolo Meletti è stato più recentemente presidente della Commissione Musei di Ateneo e ideatore e direttore del periodico 'Musei dell'Università di Pisa'».

Giovedì 17 marzo dalle 21.15 a palazzo dei congressi (Via Matteotti, 1 - Pisa) si svolgerà il concerto d’inverno dell’orchestra dell’Università di Pisa. La serata è a ingresso libero fino ad esaurimento posti e saranno aperte le porte al pubblico a partire dalle 20.15. L’orchestra diretta dal maestro Manfred Giampietro eseguirà musiche di Edvard Grieg, Joseph Haydn e Jean Sibelius e come solista sarà sul palco Giovanni F. Gronchi. La durata del concerto è all’incirca di un ora e venti minuti, con una pausa di 10 minuti a metà esecuzione. Il pubblico è invitato a condividere sui social network le foto e i video del concerto usando l’hashtag #orchestraunipi5. I contenuti ritenuti più meritevoli saranno condivisi sui profili ufficiali dell’Orchestra dell’Università.
Per maggiori informazioni: https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/2366-concerto-d-inverno-dell-orchestra-di-ateneo

Giovedì 17 marzo alle 10.30, nell'Aula Magna del Polo Carmignani, in Piazza dei Cavalieri, si terrà la tavola rotonda “Libertà di espressione e libertà religiosa in tempi di crisi economica e di rischi per la sicurezza”, un evento organizzato nell'ambito dell’omonimo Progetto di Ricerca di Ateneo coordinato dal professor Francesco Dal Canto. La giornata sarà aperta dai saluti del rettore Massimo Augello e del direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, Roberto Romboli. Introducono e coordinano Pierluigi Consorti, docente di Diritto ecclesiastico, e Saulle Panizza, docente di Diritto costituzionale.
Nell’occasione verrà presentato il volume “Libertà di espressione e libertà religiosa in tempi di crisi economica e di rischi per la sicurezza”, curato da Francesco Dal Canto, Pierluigi Consorti e Saulle Panizza, ed edito da Pisa University Press. Al volume hanno contribuito Silvia Angeletti, Simone Baldetti, Cassandra Battiato, Pierluigi Consorti, Francesco Dal Canto, Valerio Di Pasqua, Carmela Elefante, Nicola Fiorita, Luigi Mariano Guzzo, Chiara Lapi, Michela Manetti, Matteo Monti, Michele Nisticò, Saulle Panizza, Nicola Pignatelli, Maria Chiara Ruscazio, Federica Sona, Angioletta Sperti, Elettra Stradella, Angela Valletta.

Venerdì, 11 Marzo 2016 15:38

Per una geografia del territorio pisano

copertina dapozzoSi è tenuta negli scorsi giorni la presentazione del libro Per una geografia del territorio pisano. Scritti in onore di Carlo Da Pozzo (Pacini Editore), a cura del professor Riccardo Mazzanti. I geografi dell’Ateneo Pisano hanno voluto realizzare un volume di saggi sul territorio pisano in onore del professor Da Pozzo, cattedratico di Geografia per oltre un trentennio e maestro della Scuola Geografica Pisana, a riposo dal gennaio 2014; saggi che analizzano l’attuale assetto territoriale, demografico ed economico del territorio pisano, ripercorrendone le recenti evoluzioni e proponendo chiavi di lettura per l’interpretazione dei processi futuri che presumibilmente interesseranno l’area.
Si tratta quindi di un significativo contributo di ricerca prodotto da studiosi dell’Ateneo Pisano nell’ottica della conoscenza del territorio in cui l’Università è radicata e che va nella direzione di un rapporto sempre più stretto e proficuo fra Accademia e Territorio. La dedica dei geografi vuole sottolineare il grande contributo che il professor Da Pozzo ha dato alla più che centenaria Scuola Geografica Pisana e agli studi dedicati al territorio locale, ricordando anche il suo notevole impegno nella gestione e nel governo dell’Università di Pisa, innanzitutto come Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia e come membro del Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo.

Pubblichiamo di seguito un estratto della Prefazione scritta dal professor Riccardo Mazzanti.

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Questo volume è stato concepito e impostato in occasione del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età del professor Carlo Da Pozzo, la cui attività in ambito accademico si è contraddistinta non soltanto per il costante impegno a livello di ricerca e didattica, ma anche per dedizione e senso di responsabilità nella gestione dell’Ateneo pisano e dei suoi organi periferici. In effetti, se sotto il profilo strettamente scientifico può essere considerato l’ultimo grande maestro della stimata scuola geografica pisana, meritano altresì di essere sottolineate, senza per questo scadere in toni apologetici ed encomiastici, le sue doti di amministratore e politico (ancorché non viziate da pregiudizi di matrice partitica), o, come si usa dire attualmente, di manager: in tale veste acutezza, lucidità e capacità di giudizio, supportate da un vasto bagaglio culturale, sono state e restano alla base di scelte sempre oculate e disinteressate. Altrettanto rimarchevole in ambito nazionale e internazionale può essere considerato il suo ruolo di promotore e coordinatore della ricerca geografica e l’instancabile sforzo in difesa del prestigio e degli interessi della geografia in generale, e di quella pisana in particolare.

I contenuti e la struttura del presente volume potranno apparire al lettore alquanto insoliti e atipici rispetto alla consuetudine di onorare le doti scientifiche e la carriera di un collega attraverso scritti che riprendano le tematiche e le metodologie di ricerca da lui affrontate in maniera originale e innovativa, al punto da garantirgli stima e apprezzamento nel mondo accademico: da questo punto di vista la produzione scientifica di Carlo Da Pozzo appare in effetti assai ampia e variegata, spaziando dalle problematiche dell’organizzazione territoriale e del rapporto uomo-ambiente, alla geografia urbana e regionale, a quella storica e politica, a quella dei trasporti, fino all’analisi dei legami fra la letteratura e il territorio; tali contributi appaiono oltre tutto sviluppati non solo attraverso ricerche dirette sul terreno (in Italia e all’estero), ma anche e soprattutto con frequenti approfondimenti e riflessioni di carattere metodologico ed epistemologico. Come si confà all’opera di un maestro e di una figura guida, in ambito non solo locale, essi rappresentano quindi argomento e stimolo per indagini ulteriori da parte di molti geografi italiani e stranieri, che avrebbero potuto trovare adeguato spazio in un volume in onore di tipo classico.

dapozzo1

Tuttavia, sulla falsariga di quanto è stato fatto in occasione del pensionamento nel 2010 di Berardo Cori (Macchia, 2012), altro grande maestro della scuola geografica pisana, si è preferito anche stavolta optare per una raccolta di saggi da parte dei soli colleghi di Dipartimento attualmente in servizio: il loro numero esiguo, testimonianza della preoccupante situazione di disagio e di sofferenza in cui versa il settore geografico dell’Ateneo pisano (comune del resto ad altri comparti scientifici e ad altre realtà accademiche), ha forzatamente limitato il numero dei contributi del volume, comunque rimpinguato con quelli di altri docenti di prima fascia recentemente collocati a riposo.

Altrettanto inusuale, e per certi versi discutibile, può apparire la scelta, per altro concordata con i colleghi che hanno aderito all’iniziativa, di puntare su un argomento - o meglio su un ambito spaziale - specifico, analizzato dai diversi autori nei suoi principali aspetti fisico-ambientali, demografici, economici e territoriali: il già citato libro in onore di Berardo Cori costituisce comunque un precedente da non trascurare, avendo come oggetto di studio quasi esclusivamente il territorio regionale toscano. Nel caso in questione l’area geografica presa in considerazione è grosso modo quella della provincia di Pisa ed anche tale opzione può sembrare tutto sommato riduttiva e poco in sintonia con le origini spezzine dello studioso a cui è dedicato il volume e con le tematiche di ricerca da lui affrontate, che in ambito toscano si sono concentrate soprattutto sul capoluogo provinciale e sulla fascia litoranea: tale limite è tuttavia solo apparente in quanto, anche senza considerare l’ormai pluridecennale frequentazione dell’Ateneo pisano e il conseguente trasferimento sulle rive dell’Arno, la mentalità di Carlo Da Pozzo travalica da sempre la prospettiva strettamente locale ed è sempre stata aperta verso tutte le forme di indagine scientifica e di conoscenza del territorio (quale che sia).

L’argomento prescelto potrebbe semmai apparire obsoleto ed anacronistico, alla luce della recente legge di riforma dell’assetto amministrativo del territorio italiano (Legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”), che prevede fra l’altro una sostanziale riduzione delle funzioni e dei poteri delle amministrazioni provinciali. In realtà la legge in questione incide per il momento solo in maniera parziale sulle competenze di queste forme di governo locale, se non per quanto concerne la loro trasformazione in enti territoriali di area vasta di secondo grado e soprattutto la loro struttura organizzativa a livello politico-amministrativo e finanziario: un cambiamento effettivo e definitivo in tal senso si avrà soltanto con la revisione, già in atto, del Titolo V della Costituzione, che porterà alla completa abolizione delle province. L’adeguamento normativo e istituzionale in fase di attuazione rappresenta comunque un’occasione da sfruttare per riflettere sugli aspetti e sulle peculiarità del territorio pisano, ed un’analisi geografica dell’esistente, come quella proposta in questa sede, può risultare utile a definire gli obiettivi della pianificazione futura in una prospettiva di sviluppo e di riassetto amministrativo della Toscana occidentale: non è un caso che, proprio per contribuire a definire le linee operative di un’evoluzione ottimale e consapevole, la maggior parte dei contributi inseriti in questo volume affronti le diverse problematiche anche in chiave diacronica.

Per inciso l’ultimo lavoro organico e completo di carattere geografico sulla provincia di Pisa, ancorché estremamente sintetico, può essere considerato l’Atlante Tematico curato da Paolo Roberto Federici e commissionato proprio dall’Amministrazione Provinciale, che risale ormai al 2003 e alla cui stesura hanno collaborato lo stesso Carlo Da Pozzo ed alcuni degli autori di questo volume (Federici, 2003). Di qualche anno precedenti sono le monografie curate da Aldo Cecchella e Mario Pinna, sotto il patrocinio del Centro Studi Economico Finanziari della Cassa di Risparmio di Pisa, riguardanti le maggiori subaree della provincia pisana (Cecchella e Pinna, 1988; 1991, 1993, 1997), mentre ormai decisamente datati, ancorché di taglio principalmente storico e statistico-economico, sono i tre volumi pubblicati da Giuseppe Caciagli per l’editore pisano Colombo Cursi (Caciagli 1970). Un aggiornamento delle conoscenze sui caratteri, sulle dinamiche e sulle problematiche del territorio pisano, sia pure in una prospettiva di sintesi, non sembra quindi inopportuno nel momento in cui si verifica un radicale cambiamento istituzionale e delle competenze amministrative.

Riccardo Mazzanti
docente di Geografia

wikiplant insideUn database online, gratuito e liberamente accessibile per riunire tutte le informazioni disponibili sulla distribuzione della flora in un determinato territorio. È questo “Wikiplantbase”, un progetto “citizen science”, unico nel suo genere, lanciato dai botanici dell’Università di Pisa che dalla Toscana si è esteso anche alla Sardegna.

“Wikiplantbase non solo è fruibile da tutti – spiegano Gianni Bedini e Lorenzo Peruzzi del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano - ma chiunque può anche contribuire all’incremento e miglioramento delle informazioni archiviate, inserendo i propri dati sotto forma di osservazioni sul campo, bibliografia o campioni d’erbario, che vengono poi valutati in modo critico dagli editori”.

Nato nel 2013 e inizialmente relativo soltanto alla Toscana, dopo poco più di un anno il progetto si è esteso anche alla Sardegna, grazie all’interesse dei botanici del dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università di Sassari e al contributo della Fondazione Banco di Sardegna. Attualmente, i collaboratori di Wikiplantbase sono oltre 50, da ricercatori di professione nell’ambito della botanica sino a semplici appassionati di flora, e grazie al contributo di tutti sono state inserite circa 98.000 segnalazioni per la Toscana e circa 38.000 per la Sardegna. Al progetto sono inoltre collegate anche le comunità facebook “Flora della Toscana” e "Flora della Sardegna", seguite da oltre 600 e 1.200 persone rispettivamente.

“A dimostrazione dell’interesse scientifico di questa iniziativa – hanno concluso Gianni Bedini e Lorenzo Peruzzi - non solo abbiamo prodotto una pubblicazione sulla rivista internazionale ‘Plant Biosystems’, ma siamo stati anche invitati a tenere una relazione al simposio ‘The role of amateur networks in Mediterranean botany’ nell’ambito del XV Meeting OPTIMA (Organization for the PhytoTaxonomic study of the Mediterranean Area) che si terrà a Montpellier il prossimo giugno”.

Un database online, gratuito e liberamente accessibile per riunire tutte le informazioni disponibili sulla distribuzione della flora in un determinato territorio. È questo “Wikiplantbase”, un progetto “citizen science”, unico nel suo genere, lanciato dai botanici dell’Università di Pisa che dalla Toscana si è esteso anche alla Sardegna.
“Wikiplantbase non solo è fruibile da tutti – spiegano Gianni Bedini e Lorenzo Peruzzi del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano - ma chiunque può anche contribuire all’incremento e miglioramento delle informazioni archiviate, inserendo i propri dati sotto forma di osservazioni sul campo, bibliografia o campioni d’erbario, che vengono poi valutati in modo critico dagli editori”.
Nato nel 2013 e inizialmente relativo soltanto alla Toscana, dopo poco più di un anno il progetto si è esteso anche alla Sardegna, grazie all’interesse dei botanici del dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università di Sassari e al contributo della Fondazione Banco di Sardegna. Attualmente, i collaboratori di Wikiplantbase sono oltre 50, da ricercatori di professione nell’ambito della botanica sino a semplici appassionati di flora, e grazie al contributo di tutti sono state inserite circa 98.000 segnalazioni per la Toscana e circa 38.000 per la Sardegna. Al progetto sono inoltre collegate anche le comunità facebook “Flora della Toscana” e "Flora della Sardegna", seguite da oltre 600 e 1.200 persone rispettivamente.
“A dimostrazione dell’interesse scientifico di questa iniziativa – hanno concluso Gianni Bedini e Lorenzo Peruzzi - non solo abbiamo prodotto una pubblicazione sulla rivista internazionale ‘Plant Biosystems’, ma siamo stati anche invitati a tenere una relazione al simposio ‘The role of amateur networks in Mediterranean botany’ nell’ambito del XV Meeting OPTIMA (Organization for the PhytoTaxonomic study of the Mediterranean Area) che si terrà a Montpellier il prossimo giugno”.

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