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matlablogoIn soli tre mesi è stato scaricato da 1081 studenti e da 223 docenti e tecnici, che hanno potuto installare gratuitamente il prodotto sui propri computer per studiare, dare gli esami, elaborare tesi di laurea e per fare ricerca. Sono questi i primi risultati dell’acquisto da parte dell’Università di Pisa della licenza Campus per “Matlab”, il software di calcolo più utilizzato in Ateneo, che dallo scorso dicembre è disponibile per tutti a questo link: http://matlab.sid.unipi.it.

«Un’opportunità estremamente rilevante sia per la ricerca di molti dipartimenti sia per la didattica di numerosi corsi di studio - commenta il professor Riccardo Cambini, presidente del Sistema Informatico Dipartimentale – Le potenzialità di questa iniziativa erano molto alte, basti pensare che sono un migliaio gli iscritti a ingegneria e un centinaio a economia che devono seguire corsi e sostenere esami utilizzando il software Matlab. I risultati ottenuti fino ad oggi sono eccellenti e testimoniano la massima validità della scelta fatta».

Matlab è un software trasversale, diffuso a livello mondiale per svolgere calcolo computazionale, simulazioni, analisi statistiche e finanziarie, per gestire sistemi di controllo e modellazione fisica, elaborazione dei segnali, per affrontare ricerche di biologia computazionale. Il prodotto è uno strumento di uso comune nell’ambito dell’ingegneria, delle scienze matematiche, fisiche e naturali, dell’economia e, grazie alla licenza Campus, i docenti e i ricercatori hanno anche a disposizione un numero di estensioni del software – i cosiddetti toolbox – che da soli non avrebbero mai potuto permettersi economicamente.

Visto il successo dell’iniziativa, martedì 15 marzo, dalle ore 10 alle 13, nell’Aula Magna “Ulisse Dini” della Scuola di Ingegneria, si terrà il MatLab Day “Can you speak MATLAB?”, un seminario in cui saranno presentate le potenzialità del software. Nel corso della mattinata sono previsti due interventi, il primo della Senior Application Engineer Francesca Perino “Programming with MatLab “, il secondo di Loren Shure, Principal MatLab developer di MathWorks USA, “Solving Optimization Problems with MatLab”.

L’evento è aperto a tutti gli interessati, docenti, studiosi, studenti, tecnici. Agli studenti verranno, su richiesta, rilasciati anche degli attestati di partecipazione. Chi volesse partecipare è pregato di iscriversi inserendo la propria email nel campo registrazione sulla destra alla pagina web: https://go2.mathworks.com/can-you-speak-matlab-sem-it-1326578?ul=it&uc=IT.

Morales Ciulli Larsson Morina Buckingham Palace A Buckingham Palace per celebrare il cinquantesimo anniversario della nascita della Tribologia, la scienza che si occupa dei problemi riguardanti l'attrito, l'usura e la lubrificazione. Il 2 marzo scorso, in rappresentanza dell’Italia, il professore Enrico Ciulli dell'Università di Pisa e il professore Paolo Pennacchi del Politecnico di Milano hanno partecipato ad un convegno dell'organizzazione degli ingegneri meccanici inglesi (IMechE) e successivamente si sono recati al ricevimento per l'International Tribology Council (ITC) a Buckingham Palace che si è svolto alla presenza di Sua Altezza Reale il Duca di Edimburgo e del professore Peter Jost, uno dei padri fondatori della disciplina e presidente dell’ITC. Enrico Ciulli, professore ordinario del dipartimento di Ingegneria Civile, è attualmente vice presidente dell'ITC e membro del direttivo dell'Associazione Italiana di Tribologia.

La nascita della Tribologia risale al 9 marzo 1966, giorno della pubblicazione nel Regno Unito della relazione finale di un gruppo di lavoro istituito dal Ministro dell'educazione e della ricerca a seguito di vari incidenti avvenuti all'inizio degli anni sessanta causati dall'usura di vari macchinari e impianti. Tale relazione, nota come "Jost Report" dal nome del coordinatore del gruppo di lavoro, Peter Jost, introdusse per la prima volta ufficialmente la parola "Tribology".

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Nela foto, da sinistra, il dr. Morales, il prof. Enrico Ciulli, il prof. Larsson della Lulea University in Svezia, il prof. Morina dell'università di Leeeds a Buckingham Palace

 

In soli tre mesi è stato scaricato da 1081 studenti e da 223 docenti e tecnici, che hanno potuto installare gratuitamente il prodotto sui propri computer per studiare, dare gli esami, elaborare tesi di laurea e per fare ricerca. Sono questi i primi risultati dell’acquisto da parte dell’Università di Pisa della licenza Campus per “Matlab”, il software di calcolo più utilizzato in Ateneo, che dallo scorso dicembre è disponibile per tutti a questo link: http://matlab.sid.unipi.it.
«Un’opportunità estremamente rilevante sia per la ricerca di molti dipartimenti sia per la didattica di numerosi corsi di studio - commenta il professor Riccardo Cambini, presidente del Sistema Informatico Dipartimentale – Le potenzialità di questa iniziativa erano molto alte, basti pensare che sono un migliaio gli iscritti a ingegneria e un centinaio a economia che devono seguire corsi e sostenere esami utilizzando il software Matlab. I risultati ottenuti fino ad oggi sono eccellenti e testimoniano la massima validità della scelta fatta».
Matlab è un software trasversale, diffuso a livello mondiale per svolgere calcolo computazionale, simulazioni, analisi statistiche e finanziarie, per gestire sistemi di controllo e modellazione fisica, elaborazione dei segnali, per affrontare ricerche di biologia computazionale. Il prodotto è uno strumento di uso comune nell’ambito dell’ingegneria, delle scienze matematiche, fisiche e naturali, dell’economia e, grazie alla licenza Campus, i docenti e i ricercatori hanno anche a disposizione un numero di estensioni del software – i cosiddetti toolbox – che da soli non avrebbero mai potuto permettersi economicamente.
Visto il successo dell’iniziativa, martedì 15 marzo, dalle ore 10 alle 13, nell’Aula Magna “Ulisse Dini” della Scuola di Ingegneria, si terrà il MatLab Day “Can you speak MATLAB?”, un seminario in cui saranno presentate le potenzialità del software. Nel corso della mattinata sono previsti due interventi, il primo della Senior Application Engineer Francesca Perino “Programming with MatLab “, il secondo di Loren Shure, Principal MatLab developer di MathWorks USA, “Solving Optimization Problems with MatLab”.
L’evento è aperto a tutti gli interessati, docenti, studiosi, studenti, tecnici. Agli studenti verranno, su richiesta, rilasciati anche degli attestati di partecipazione. Chi volesse partecipare è pregato di iscriversi inserendo la propria email nel campo registrazione sulla destra alla pagina web: https://go2.mathworks.com/can-you-speak-matlab-sem-it-1326578?ul=it&uc=IT.

A Buckingham Palace per celebrare il cinquantesimo anniversario della nascita della Tribologia, la scienza che si occupa dei problemi riguardanti l'attrito, l'usura e la lubrificazione. Il 2 marzo scorso, in rappresentanza dell’Italia, il professore Enrico Ciulli dell'Università di Pisa e il professore Paolo Pennacchi del Politecnico di Milano hanno partecipato ad un convegno dell'organizzazione degli ingegneri meccanici inglesi (IMechE) e successivamente si sono recati al ricevimento per l'International Tribology Council (ITC) a Buckingham Palace che si è svolto alla presenza di Sua Altezza Reale il Duca di Edimburgo e del professore Peter Jost, uno dei padri fondatori della disciplina e presidente dell’ITC. Enrico Ciulli, professore ordinario del dipartimento di Ingegneria Civile, è attualmente vice presidente dell'ITC e membro del direttivo dell'Associazione Italiana di Tribologia.
La nascita della Tribologia risale al 9 marzo 1966, giorno della pubblicazione nel Regno Unito della relazione finale di un gruppo di lavoro istituito dal Ministro dell'educazione e della ricerca a seguito di vari incidenti avvenuti all'inizio degli anni sessanta causati dall'usura di vari macchinari e impianti. Tale relazione, nota come "Jost Report" dal nome del coordinatore del gruppo di lavoro, Peter Jost, introdusse per la prima volta ufficialmente la parola "Tribology".

Mercoledì, 09 Marzo 2016 10:58

A lezione di successo con Alessandro Piol

piol ok copyC’è stato un ospite speciale al PhD+, il programma dell’Università di Pisa che insegna a valorizzare i risultati della ricerca e, possibilmente, a trasformarli in impresa. Alessandro Piol, venture capitalist italiano trapiantato a New York, ha tenuto una lezione dal titolo “Planning for success”, in cui ha svelato agli aspiranti startupper i segreti per diventare un imprenditore di successo.

Nella mattinata, Piol aveva partecipato a un incontro con alcuni spin off dell’Università di Pisa che operano nei settori tecnologici di suo interesse e che hanno avuto la possibilità di illustrargli i propri prodotti e servizi. Gli spin off invitati all’incontro erano Biobeats, Echoes, Jos Technology, Kiunsys, Quipu, Skybox Engineering, Space Dynamics.

morelliAlessandro Piol ha oltre 30 anni di esperienza nel settore della tecnologia ed è partner e fondatore di AlphaPrime Ventures, investitore di progetti imprenditoriali di nuova generazione e soluzioni di business. Alessandro è inoltre uno dei cofondatori di Vedanta Capital ed è stato General Partner di Invesco Private Capital.

Ha trascorso 10 anni presso AT&T, dove ha cofondato AT&T Ventures. Attualmente è il Presidente di NY chapter of TiE, vice-chairman del Board of Visitors della Scuola di Ingegneria della Columbia e membro della Entrepreneurial Advisory Board. Alessandro è coautore di Tech and the City: The Making of New York’s Startup Community. Si è laureato in Informatica presso l’Università della Columbia e ha frequentato l’MBA presso Harvard.

Riparte il reclutamento di soggetti volontari per la sperimentazione clinica di “Toscolata”, la cioccolata con i prodotti toscani nel cuore (olio extra vergine di oliva e mela panaia rossa), messa a punto durante il progetto di ricerca omonimo finanziato dalla regione toscana ad opera dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (IVALSA) del CNR di Firenze, del Dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Siena, dell’Istituto scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica Molecolare e dell’Area Critica dell’Università di Pisa. Gli ingredienti della Toscolata, preparata artigianalmente, sono tracciabili in ogni passaggio e derivano tutti da agricoltura biologica.
La sperimentazione ha bisogno degli ultimi 15 volontari per concludere il progetto di ricerca. Il ciclo di sperimentazione inizierà verso la metà di aprile e finirà verso la fine di luglio. I volontari devono avere un’età compresa tra 35-65 anni e essere portatori di almeno 3 fattori di rischio cardiovascolare compresi tra fumo, ipertensione, elevati livelli di colesterolo, sovrappeso o familiarità per malattie cardiovascolari.
Ai partecipanti è chiesto di assumere un “quadrato” al giorno di Toscolata, pari a 40 g, per un periodo di 4 settimane, un’interruzione di 15 giorni e una nuova assunzione di cioccolato per altre 4 settimane. Durante questo periodo ai soggetti partecipanti verrà eseguito un check up iniziale cardiovascolare presso la SDV di Cardio Angiologia dell’AOUP di Pisa, che ripeteranno al termine della sperimentazione. Oltre a valutare i principali fattori di rischio cardiovascolare, ai soggetti verrà anche analizzata, mediante un prelievo ematico, una particolare popolazione di cellule ematiche coinvolte nel riparare i danni che portano alla formazione della placca aterosclerotica, responsabile di infarto, ictus, ischemie periferiche.
I candidati possono candidarsi scrivendo alla dottoressa Rossella Di Stefano, presso la Cardio Angiologia dell’Ospedale Cisanello (email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) oppure alla dottoressa Francesca Felice (email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o alla dottoressa Ester Belardinelli (email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
La Toscolata, essendo costituita da cioccolato fondente di alta qualità arricchito in sostanze antiossidanti, ha già dimostrato effetti positivi nei primi soggetti arruolati.

In un angolo del giardino del Polo A della Scuola di Ingegneria, tra via Diotisalvi e via Giunta Pisano, c’è un’area verde di oltre 2000 metri quadrati ad oggi poco utilizzata ed estremamente degradata, dove sono presenti alcuni alberi di pregio, alcune panchine, un piccolo locale tecnico e una pensilina metallica per le biciclette. Visto che l’area è poco sfruttata, perché non costruirci un padiglione con aule studio, una saletta conferenze, sale espositive e spazi di socializzazione? L’idea l’hanno avuta un gruppo di studenti del corso di laurea magistrale in Ingegneria edile e Architettura che, stimolati da un workshop svolto nell’ambito dell’insegnamento di Architettura e composizione architettonica III del professor Luca Lanini, hanno realizzato un progetto di cui l’Ateneo sta valutando, insieme agli enti competenti, la possibile effettiva realizzazione.

«L’idea è costruire un padiglione accogliente che gli studenti possano usare tutto l’anno in maniera intensiva, un edificio che possieda dei caratteri di innovatività dal punto di vista del processo edilizio e del risparmio energetico – spiega Luca Lanini, docente di Ingegneria del DESTEC (dipartimento di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni) che ha seguito i ragazzi nel loro lavoro – Per come è stato concepito, il padiglione vuole diventare un “manifesto” delle ricerche che si svolgono nella nostra Scuola d’Ingegneria e che possa diventare in alcune occasioni anche una porta di ingresso per i nuovi arrivati, trasformandosi ad esempio un grande info point nelle giornate di orientamento alle matricole o per gli open day con le scuole».

Poiché sull’area sono presenti alcuni alberi (querce, pini, un pioppo e un cipresso), i ragazzi hanno proposto un edificio composto da un sistema di patii da costruire intorno ai fusti delle piante, realizzando così dei pozzi di luce che servano anche da fonti di illuminazione e ventilazione. L’edificio si estende lungo una dorsale parallela al lato maggiore dell’area verde lotto che contiene la parte strutturale e impiantistica e lungo la quale si organizzano i principali spazi: una lunga navata per la sala studio, la sala mostra, i servizi e la portineria. L’edificio inoltre sarebbe completamente chiuso lungo il parcheggio interno, mentre risulterebbe completamente vetrato nella parte dell’aula studio lungo l’area verde su via Pisano, che diventerebbe dunque il patio più grande della struttura e il principale spazio di aggregazione. Gli altri locali sarebbero tutti illuminati e ventilati direttamente dai patii.

Il progetto punta a realizzare un edificio costruito con tecnologie “Low Cost/High Performance”, puntando tendenzialmente a realizzare un edificio “NZED” (Nearly Zero Energy Building) e cioè un’architettura praticamente autosufficiente dal punto di vista energetico. E quindi un edificio con una grande inerzia termica, con una distribuzione degli spazi studiata per assicurare la ventilazione naturale e i sistemi più idonei per approvvigionarsi dell’energia necessaria attraverso fonti rinnovabili. Si punta a realizzarlo poi con sistemi di assemblaggio all’avanguardia, in modo da poterlo costruire velocemente e limitando l’area dei lavori. Dare vita a un cantiere così innovativo permetterebbe anche agli studenti della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa di connettersi fin da subito con il mondo reale della costruzione e del processo edilizio.

I progetti degli studenti e il contenuto del corso sono consultabili all’indirizzo: http://ita.calameo.com/read/0039912860686ae757b3b

padiglione modellino webIn un angolo del giardino del Polo A della Scuola di Ingegneria, tra via Diotisalvi e via Giunta Pisano, c’è un’area verde di oltre 2000 metri quadrati ad oggi poco utilizzata, dove sono presenti alcuni alberi di pregio, alcune panchine, un piccolo locale tecnico e una pensilina metallica per le biciclette. Visto che l’area è poco sfruttata, perché non costruirci un padiglione con aule studio, una saletta conferenze, sale espositive e spazi di socializzazione? L’idea l’hanno avuta un gruppo di studenti del corso di laurea magistrale in Ingegneria edile e Architettura che, stimolati da un workshop svolto nell’ambito dell’insegnamento di Architettura e composizione architettonica III del professor Luca Lanini, hanno realizzato un progetto di cui l’Ateneo sta valutando, insieme agli enti competenti, la possibile effettiva realizzazione.

vedute padiglione

«L’idea è costruire un padiglione accogliente che gli studenti possano usare tutto l’anno in maniera intensiva, un edificio che possieda dei caratteri di innovatività dal punto di vista del processo edilizio e del risparmio energetico – spiega Luca Lanini, docente del DESTEC (dipartimento di Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni) che ha seguito i ragazzi nel loro lavoro – Per come è stato concepito, il padiglione vuole diventare un “manifesto” delle ricerche che si svolgono nella nostra Scuola d’Ingegneria e che possa diventare in alcune occasioni anche una porta di ingresso per i nuovi arrivati, trasformandosi ad esempio un grande info point nelle giornate di orientamento alle matricole o per gli open day con le scuole».

Poiché sull’area sono presenti alcuni alberi (querce, pini, un pioppo e un cipresso), i ragazzi hanno proposto un edificio composto da un sistema di patii da costruire intorno ai fusti delle piante, realizzando così dei pozzi di luce che servano anche da fonti di illuminazione e ventilazione.

L’edificio si estende lungo una dorsale parallela al lato maggiore dell’area verde che contiene la parte strutturale e impiantistica e lungo la quale si organizzano i principali spazi: una lunga navata per la sala studio, la sala mostra, i servizi e la portineria.

studenti ingegneria web2Il progetto punta a realizzare un edificio costruito con tecnologie “low cost/high performance”, puntando tendenzialmente a realizzare un edificio “NZED” (Nearly Zero Energy Building) e cioè un’architettura praticamente autosufficiente dal punto di vista energetico. E quindi un edificio con una grande inerzia termica, con una distribuzione degli spazi studiata per assicurare la ventilazione naturale e i sistemi più idonei per approvvigionarsi dell’energia necessaria attraverso fonti rinnovabili.

Si punta a realizzarlo poi con sistemi di assemblaggio all’avanguardia, in modo da poterlo costruire velocemente e limitando l’area dei lavori. Dare vita a un cantiere così innovativo permetterebbe anche agli studenti della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa di connettersi fin da subito con il mondo reale della costruzione e del processo edilizio.

 

I progetti degli studenti e il contenuto del corso sono consultabili a questo link.

padiglione ingegneria1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Pisa Today 
Pisanamente 
Controcampus 
PisaInformaFlash

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