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Con la sua nomina sono tre i docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Agro-ambientali dell’Università di Pisa chiamati dalla Regione Puglia per contrastare la Xylella. A metà gennaio il professore Giovanni Vannacci, ordinario di Patologia Vegetale e presidente della Società Italiana di Patologia Vegetale (SiPaV), è stato invitato a far parte della task force che dovrà fornire indicazioni sulle azioni da intraprendere per il contenimento del disseccamento rapido dell’olivo associato al batterio Xylella fastidiosa. La sua nomina avviene dopo quelle, a novembre scorso, dei professori Riccardo Gucci e Giacomo Lorenzini.
La questione Xylella è balzata di recente all’attenzione della cronaca dopo il decreto della procura di Lecce con il quale sono stati incriminati alcuni ricercatori impegnati nelle ricerche sulla malattia e sono stati posti sotto sequestro gli olivi destinati, nel quadro delle azioni volte a contenere l’epidemia stessa, all’abbattimento.
“La devastazione degli oliveti nel Salento non è solamente un problema di ordinaria gestione della produzione agraria, ma ha anche importanti risvolti sociali – ha commentato Giovanni Vannacci – e l’olivicoltura in Puglia, e non soltanto in Puglia, ha radici profonde nella storia dei territori ed importanti ricadute anche in altri in settori, quale quello turistico, di grande importanza economica”.

Venerdì 29 gennaio, alle ore 11, presso il dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, si inaugura la seconda edizione del master “Big Data Analytics & Social Mining”, il corso che mira a formare 30 esperti in raccolta ed elaborazione dei milioni di dati che con le nuove tecnologie dell’informazione, le persone lasciano quotidianamente come “briciole” della loro vita e dei loro spostamenti. Il master, diretto da Dino Pedreschi, docente di Informatica dell’Università di Pisa, è voluto e organizzato anche dall’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione (ISTI), dall’Istituto di informatica e telematica (IIT) del Cnr pisano e SoBigData.eu, l’infrastruttura di ricerca europea coordinata dal Cnr in collaborazione con l’Ateneo di Pisa.

La giornata del 29 è anche rivolta a presentare i risultati della prima edizione che si è appena conclusa e alla consegna dei diplomi alla presenza dei rappresentanti di 18 aziende partner del Master Big Data, leader nel settore dell’Ict e dei settori interessati alla nuova figura del “data scientist”, quali TIM, CEDAT85, Navionics, Generali, Almaviva, Cloudera, Sas, Tiscali, Enel, European Space Agency, Coop, Kpmg, Agos Ducato, Extra, Octo, IBM, Cloud4Wi, Sistemi Territoriali. Parteciperanno all’evento il presidente dell’Istat Giorgio Alleva, il social media manager di Tim Mariano Tredicini, l’Earth Observation scientist Pierre-Philippe Mathieu di ESA e il ceo di Travel Appeal, Mirko Lalli. Modera il direttore di Nòva del Sole 24 Ore, Luca De Biase, che è anche docente di “data journalism” nel master.

Durante la giornata saranno presentate alcune “pillole” dei migliori progetti concreti di big data analytics in settori disparati sviluppati dagli studenti della scorsa edizione in collaborazione con i ricercatori del laboratorio europeo SoBigData.eu e delle imprese e istituzioni partner. Esempi di progetti sviluppati dagli studenti con i Big data sono la previsione della produzione di energia da fonti rinnovabili e della attrazione di mobilità dei due aeroporti toscani. L'agenda è disponibile anche online su http://www.sobigdata.eu/master/bigdata/2015-16/inaugurazione.

“La partecipazione e l’entusiasmo dimostrati verso le prime due edizioni del master confermano il crescente interesse nei confronti della nuova figura professionale del data scientist, capace di estrarre senso dai dati, sempre più ricercata e strategica nella nostra società – commenta Dino Pedreschi. “L’obiettivo del master è proprio quello di formare scienziati ed esperti di dati – aggiunge Fosca Giannotti dirigente di ricerca dell’Isti-Cnr e coordinatrice di SoBigData.eu – un mix di professionisti con competenze multidisciplinari utili per acquisire e trattare le grandi mole di dati ed estrarre conoscenze a supporto dei processi decisionali in più settori”.

I saluti saranno portati dal prorettore vicario dell’Università di Pisa, Nicoletta De Francesco, e dal direttore del dipartimento di Informatica, Franco Turini.

In relazione agli articoli odierni di "Libero" ("Pagati dall'università per applaudire la Boldrini"), e de "Il Giornale.it" ("Statali pagati dai cittadini per battere le mani alla Boldrini"), si segnala innanzitutto che la presentazione del libro "Lo sguardo lontano" è avvenuta nell'ambito di una visita ufficiale che la Presidente della Camera dei Deputati, Onorevole Laura Boldrini, ha effettuato all'Università di Pisa nell'intera giornata di venerdì 22 gennaio. In mattinata, infatti, la Presidente Boldrini ha prima visitato l'Orto Botanico e successivamente incontrato i ricercatori e i docenti protagonisti di alcuni dei principali progetti di ricerca dell'Ateneo, intrattenendosi a discutere con loro delle problematiche relative al sistema italiano dell'università e della ricerca.
La presentazione del volume della Presidente Boldrini - i cui proventi destinati all'autrice saranno interamente impiegati per finanziare borse di studio, al contrario di quanto si sostiene in uno degli articoli - è stata l'occasione più adatta per approfondire e riflettere su temi di grande rilievo e di interesse generale quali il destino dell'Europa, la Costituzione italiana e i diritti delle persone. Non a caso, questi argomenti sono stati affrontati, anche sotto il profilo più propriamente scientifico, da tre illustri docenti dell'Ateneo.
Dunque, nessuna concessione da parte dell'Università di Pisa alle esigenze di promozione del libro, come invece si afferma negli articoli in questione, pieni per altro di imprecisioni e gravi inesattezze. Solo per fare un ulteriore esempio a quanto già detto in precedenza, si ricorda che l'Aula in cui si è svolto l'incontro contiene 177 persone, un numero ben lontano da quello di 400 contate dalla distratta giornalista di "Libero", che pure dice di essere stata presente all'incontro!
Come già avvenuto in altre occasioni di incontro tra la comunità accademica pisana e altissime cariche dello Stato, l'Ateneo ha invitato i suoi docenti, gli studenti e il personale tecnico-amministrativo a partecipare all'iniziativa, con la possibilità di considerare la partecipazione di questi ultimi come orario di servizio. A questo proposito - precisato che la Presidente Boldrini non era naturalmente a conoscenza di questa prassi - si sottolinea che tale possibilità è stata effettivamente utilizzata da meno di cinque persone, come risulta dalle richieste inoltrate. I tanti docenti, gli studenti, il personale tecnico-amministrativo intervenuto fuori da ogni vincolo lavorativo, e i semplici cittadini, erano evidentemente interessati a partecipare a un incontro ricco di contenuti e a conoscere un'autorevole personalità della nostra realtà istituzionale.

On the 21st January 2016, 36 students from Taylor University in Indiana, USA, visited The University of Pisa for a detailed tour. Our visitors consisted of a group of scholarship students who are extremely high achievers at their university in Indiana. Their study-abroad trip focused on “The history of education” and for this motive, the International Office were pleased to welcome them to our institution of excellence here in Pisa.

The tour presented the areas of excellence available at The University of Pisa, and gave the students a taste of life here in Pisa. The presentation displayed the variety of courses available to study in English and informed them about the summer schools that take place. The students were welcomed in Palazzo Matteucci, before being taken to the rectory where they could admire the 18th Century original copy of “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” by Galileo Galilei, which is preserved in the “Sala dei Mappamondi”.

The students were accompanied by Scott Moeschberget (Associate Dean of Honors Programme and Associate Professor of Psychology), Dannie Stanley (Assistant Professor of Computer Science and Engineering) and two graduate assistants; Jennifer Moeschberger and Amy Peterson. Our visitors had visited Rome and Florence and wanted to visit a prestigious Italian University, selecting Pisa as their destination. They were especially interested in hearing about our Summer Schools, PhD and Masters programmes, and said they all felt incredibly “inspired” on their return to America.

studenti indiana

Arriveranno presto sul mercato le innovative dime chirurgiche sviluppate da un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa e recentemente usate per un intervento di chirurgia spinale. La soluzione, sviluppata presso EndoCAS - il Centro di eccellenza per la Chirurgia assistita al calcolatore diretto dal professor Mauro Ferrari – e brevettata dall’Università di Pisa, sarà commercializzata tramite e-SPres3D, la spin off creata dai ricercatori dell’Ateneo pisano e della Scuola Sant’Anna.
Le dime sono ausili clinici che permettono il posizionamento preciso degli impianti durante le operazioni chirurgiche. Quelle sviluppate dal gruppo di ricerca pisano permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione: «In questo tipo di intervento, decisamente frequente sia in Italia che nel resto del mondo, la precisione nell’impianto delle viti è l’aspetto cruciale per il buon esito della procedura chirurgica e per questo motivo sul mercato sono appena uscite anche complesse soluzioni robotiche – commenta Vincenzo Ferrari, ricercatore di ingegneria biomedica di EndoCAS - Le dime chirurgiche ideate presso l’Università di Pisa sono una più efficiente ed economica alternativa per gli interventi eseguiti in chirurgia aperta. Il brevetto pisano descrive come realizzare e adattare, sulla base delle immagini radiologiche del paziente, una dima chirurgica dotata di cannule di foratura da adagiare sulle vertebre del paziente per poi procedere con precisione e sicurezza alla fase di cruciale foratura e inserimento delle viti».
Le origini di questa ricerca risalgono al 2011 quando, Vincenzo Ferrari e Paolo Parchi, medico della Clinica Ortopedica I Universitaria diretta dal professor Michele Lisanti, presentarono a Londra i risultati di un lavoro sviluppato presso EndoCAS, in occasione del congresso mondiale CAOS (Computer Assisted Orthopedic Surgery). Da allora il gruppo di ricerca ha ottimizzato la soluzione per la chirurgia spinale grazie al lavoro di Sara Condino e Marina Carbone, entrambe ingengeri postdoc di EndoCAS, e lo scorso luglio è stato operato il primo paziente. Nei giorni scorsi i clinici hanno verificato l’ottimo esito dell’intervento, eseguito dal dottor Paolo Parchi, ottenuto anche grazie all’utilizzo delle innovative dime chirurgiche che permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione.

Mercoledì, 27 Gennaio 2016 08:21

Giornata della Memoria

Giornata della memoriaIn occasione della Giornata della Memoria pubblichiamo un intervento di Maria Antonella Galanti, prorettore per i Rapporti con il territorio e docente del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo.

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Il 27 gennaio 1945 fu il giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Le immagini dei pochi superstiti, dei luoghi e degli strumenti di tortura e di morte hanno fatto il giro del mondo e non ci sarebbe bisogno di celebrare una giornata della memoria per ricordarcele. Sono impresse nella nostra mente, sono parte integrante del nostro immaginario e ci hanno commosso o generato raccapriccio molte volte, nel corso del tempo, indelebili metafore di ogni insensatezza umana. Sono immagini terribili perché testimoniano l'esistenza, negli esseri umani, anche di una tensione a distruggere e a misurare il proprio valore in termini di rapporti di forza e di potere attraverso la sopraffazione ai danni di chi si trovi in condizione di maggiore fragilità sociale o debolezza contrattuale.

Non servirebbe a niente, perciò, questa giornata, se la intendessimo come una sorta di rituale risarcimento morale nei confronti degli ebrei e insieme a loro di tutte quelle comunità o insiemi di persone che sono state oggetto della violenza nazista, fino allo sterminio di massa: i dissidenti politici comunisti, socialisti e social-democratici, le persone omosessuali, i Rom, i malati psichici, i soggetti con disabilità e gli appartenenti, in generale, a religioni diverse da quella cattolica. Si tratta, invece, di conservare memoria e consapevolezza della storia che coinvolge noi tutti, cioè di ciò che è stato possibile accadesse in Europa, nello spazio nero delle dittature che collega i due profondi abissi delle guerre mondiali.

Memoria e oblio sono due esperienze strettamente intrecciate. È l'oblio che rende possibile la memoria come strumento vivo e attivo di lettura del presente e di progettualità rispetto al futuro. È l'oblio, cioè, che mettendo in ombra il resto permette di dirigere la luce sulla specifica esperienza che in una determinata circostanza si vuole rendere attuale. Non per farne testimonianza di un passato ibernato nella distanza storica, ma per rendere quel passato metafora viva del presente, capace di lasciare emergere il filo di paura e di speranza progettuale che lega l'ieri all'oggi ed entrambi al futuro.

I campi di concentramento possono apparire, a un primo sguardo, un'esperienza lontana nel tempo, ma altrettanto non si può dire, purtroppo, dell'idea che li sorreggeva e che rappresenta un pericolo sempre attuale. Un pericolo subdolo, strisciante, spesso invisibile: l'omologazione degli individui gli uni agli altri, l'eliminazione di ogni differenza così da rendere le persone passivo oggetto di controllo e di dominio. Oggi assistiamo, infatti, all'emergere di nuovi razzismi, non di rado suffragati da riedizioni di semplificanti riduzionismi di tipo biologico, mentre l'enfatizzazione della dimensione tecnica rischia di trasformarla in fine delle nostre scelte anziché in mezzo per migliorare la qualità delle relazioni umane e in generale della nostra vita.

Maria Antonella Galanti

dime chirurgicheArriveranno presto sul mercato le innovative dime chirurgiche sviluppate da un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa e recentemente usate per un intervento di chirurgia spinale. La soluzione, sviluppata presso EndoCAS - il Centro di eccellenza per la Chirurgia assistita al calcolatore diretto dal professor Mauro Ferrari – e brevettata dall’Università di Pisa, sarà commercializzata tramite e-SPres3D, la spin off creata dai ricercatori dell’Ateneo pisano e della Scuola Sant’Anna.

Le dime sono ausili clinici che permettono il posizionamento preciso degli impianti durante le operazioni chirurgiche. Quelle sviluppate dal gruppo di ricerca pisano permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione: «In questo tipo di intervento, decisamente frequente sia in Italia che nel resto del mondo, la precisione nell’impianto delle viti è l’aspetto cruciale per il buon esito della procedura chirurgica e per questo motivo sul mercato sono appena uscite anche complesse soluzioni robotiche – commenta Vincenzo Ferrari, ricercatore di ingegneria biomedica di EndoCAS - Le dime chirurgiche ideate presso l’Università di Pisa sono una più efficiente ed economica alternativa per gli interventi eseguiti in chirurgia aperta. Il brevetto pisano descrive come realizzare e adattare, sulla base delle immagini radiologiche del paziente, una dima chirurgica dotata di cannule di foratura da adagiare sulle vertebre del paziente per poi procedere con precisione e sicurezza alla fase di cruciale foratura e inserimento delle viti».

Le origini di questa ricerca risalgono al 2011 quando, Vincenzo Ferrari e Paolo Parchi, medico della Clinica Ortopedica I Universitaria diretta dal professor Michele Lisanti, presentarono a Londra i risultati di un lavoro sviluppato presso EndoCAS, in occasione del congresso mondiale CAOS (Computer Assisted Orthopedic Surgery). Da allora il gruppo di ricerca ha ottimizzato la soluzione per la chirurgia spinale grazie al lavoro di Sara Condino e Marina Carbone, entrambe ingengeri postdoc di EndoCAS, e lo scorso luglio è stato operato il primo paziente. Nei giorni scorsi i clinici hanno verificato l’ottimo esito dell’intervento, eseguito dal dottor Paolo Parchi, ottenuto anche grazie all’utilizzo delle innovative dime chirurgiche che permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione.

Giovedì 21 gennaio, quaranta studenti provenienti dalla Taylor University, nello Stato dell’Indiana in USA, sono stati ospiti dell’Università di Pisa. I ragazzi sono stati accolti dallo staff dell’International Office prima a Palazzo Matteucci, poi al rettorato dove hanno visitato le sale storiche e ammirato la copia settecentesca del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei, conservata nella Sala dei Mappamondi.
I ragazzi, iscritti al primo anno di università, erano studenti eccellenti del corso di “Storia dell’educazione”, arrivati in Italia per svolgere il loro periodo curriculare di studio all’estero con scopi sia educativi sia di conoscenza delle possibilità offerte a livello universitario. Dopo aver visitato Roma e Firenze, il gruppo ha voluto conoscere da vicino anche una prestigiosa università italiana, scegliendo Pisa come meta. Lo staff dell’International Office ha illustrato loro il funzionamento il sistema universitario italiano, citando poi le aree di eccellenza dell’Ateneo pisano e l’offerta formativa in termini di lauree magistrali, PhD e Summer School.
Gli studenti erano accompagnati dai professori Scott Moeschberget, Associate Dean of Honors Programme e Associate Professor of Psychology/Higher Education, Dannie Stanley, Assistant Professor of Computer Science and Engineering e due graduate assistants, Jennifer Moeschberger e Amy Peterson.

Giovedì 21 gennaio, quaranta studenti provenienti dalla Taylor University, nello Stato dell’Indiana in USA, sono stati ospiti dell’Università di Pisa. I ragazzi sono stati accolti dallo staff dell’International Office prima a Palazzo Matteucci, poi al rettorato dove hanno visitato le sale storiche e ammirato la copia settecentesca del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei, conservata nella Sala dei Mappamondi.

I ragazzi, iscritti al primo anno di università, erano studenti eccellenti del corso di “Storia dell’educazione”, arrivati in Italia per svolgere il loro periodo curriculare di studio all’estero con scopi sia educativi sia di conoscenza delle possibilità offerte a livello universitario. Dopo aver visitato Roma e Firenze, il gruppo ha voluto conoscere da vicino anche una prestigiosa università italiana, scegliendo Pisa come meta. Lo staff dell’International Office ha illustrato loro il funzionamento il sistema universitario italiano, citando poi le aree di eccellenza dell’Ateneo pisano e l’offerta formativa in termini di lauree magistrali, PhD e Summer School.

Gli studenti erano accompagnati dai professori Scott Moeschberget, Associate Dean of Honors Programme and Associate Professor of Psychology/Higher Education, Dannie Stanley, Assistant Professor of Computer Science and Engineering e due graduate assistants, Jennifer Moeschberger and Amy Peterson.

studenti indiana

Ne hanno parlato:
Nazione Pisa 
StampToscana.it

Per la seconda volta consecutiva si sono guadagnati un posto a bordo del razzo sonda che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lancerà nello spazio a Kiruna, in Svezia, a marzo 2017, dove potranno montare una versione aggiornata e migliorata del loro “termosifone spaziale” da testare in condizioni di assenza di gravità. Sono i ragazzi del team “U-PHOS Project” (evoluzione rinnovata del precedente PHOS), studenti dell’Università di Pisa selezionati dall’ESA per partecipare al programma REXUS/BEXUS (Rocket and Balloon Experiments for University Students). Il loro obiettivo è costruire entro marzo 2017 un innovativo tipo di Heat Pipe, un tubo di calore in grado di funzionare solo a gravità ridotta. Il dispositivo che verrà testato raggiungerà circa 100 km di altezza per poi rientrare a terra.
«L’obiettivo del progetto è investigare il funzionamento di un dispositivo per lo scambio termico – spiega Pietro Nannipieri, team leader di U-PHOS – Questo dispositivo deve trasportare in modo efficiente il calore da una parte all’altra, è una specie di condizionatore, anche se la sua forma ricorda quella di un termosifone. Il mondo scientifico e spaziale, ESA compresa, è molto interessato a questa tecnologia in quanto molto leggera, economica e resistente ai guasti».
Con il loro progetto gli studenti pisani avranno la possibilità di partecipare alle fasi progettuali, gestionali e operative di una vera missione spaziale: “Il dispositivo che verrà testato è chiamato PHP, acronimo di Pulsating Heat Pipe, un tipo di tubo di calore che funziona con un regime di circolazione pulsante – continua Pietro Nannipieri – Le PHP sono caratterizzate da una grande semplicità produttiva e quindi un basso costo che determina poi un coefficiente prestazioni-costo molto alto. Durante l'esperimento verrà somministrata potenza termica in una sezione del dispositivo e sottratto in un’altra, con questa procedura si potranno determinare vari parametri funzionali in assenza di gravità. Questi dati verranno poi paragonati con quelli acquisiti con altri esperimenti eseguiti a terra».
Rispetto alla precedente esperienza, verranno usate delle schiume metalliche all’interno dell’esperimento per migliorarne le performance termiche. La meccanica dell’esperimento verrà rivoluzionata per migliorarne le prestazioni e diminuirne il peso. Infine anche la parte di acquisizione dei dati verrà completamente rinnovata con un sistema fortemente innovativo in modo da permettere di acquisire dati più accurati. In sostanza, l’oggetto dell’esperimento è lo stesso ma il set-up sperimentale è completamente rivoluzionato.
I team selezionati dall’ESA si ritroveranno a Kiruna nel prossimo mese di marzo per la “PDR”, la Preliminary Design Review, dove gli esperti di tutte le organizzazioni partecipanti valuteranno il “disegno preliminare”. Il team U-PHOS dell’Università di Pisa è l’unico italiano a essere stato selezionato nella categoria “Rocket” dall’ESA, ramo Educational, che ogni anno offre la possibilità, agli studenti di tutte le nazioni appartenenti alla comunità europea, di partecipare al programma REXUS/BEXUS.
Il team di U-PHOS
I componenti della squadra pisana - supportata dai tre dipartimenti di Ingegneria - sono 15: Pietro Nannipieri, Giulia Becatti, Alessandro Viglione, Eugenio Ferrato, Andrea Catarsi, Paolo Di Giorgio, Lorenzo Quadrelli, Lorenzo Barsocchi, Pietro Guardati, Federico Nesti, Francesco Zanaboni, Martina Anichini, Stefano Piacquadio, Davide Di Prizio, Gabriele Meoni. I professori a supporto del progetto sono Sauro Filippeschi, Luca Fanucci, Federico Baronti, Paolo Di Marco, Salvo Marcuccio.
Collaboratori cercasi
La squadra è alla ricerca di studenti che possano collaborare nelle seguenti aree: marketing, social marketing, organizzazione eventi, gestione rapporto con aziende e fornitori, programmazione embedded, web designer, web developer, CAD drawings (disegni meccanici), test e manufacturing. La selezione è aperta a tutti gli studenti, non solo quelli inscritti a Ingegneria. Gli interessati possono compilare il form a questo link.
Per qualsiasi informazione è possibile inviare un messaggio sulla pagina Facebook o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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