Un dottorato di ricerca per studiare il ciclo delle acque sul territorio regionale
Si è aggiudicata una borsa di dottorato di ricerca finanziata dall’Autorità Idrica Toscana e per i prossimi tre anni studierà il ciclo integrato delle acque su tutto il territorio regionale. È Veronika Tempesti, dottoranda del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, che è stata selezionata per studiare e analizzare alcune problematiche emerse recentemente in Toscana riguardanti alcuni microinquinanti emergenti, come il Tallio nel comune di Pietrasanta, l’amianto nella zona pistoiese e i fitosanitari nelle zone a più alta intensità di coltivazioni agricole. Il dottorato di ricerca di Veronika Tempesti, dal titolo “Controllo dei contaminanti emergenti nel comparto del ciclo integrato delle acque”, avrà l’obiettivo di elaborare, sulla base di dati di letteratura tecnico-scientifica e operando congiuntamente con i gestori del ciclo integrato delle acque e gli enti predisposti ai monitoraggi e controlli (ASL, ARPAT), azioni di intervento, per risolvere o mitigare le suddette problematiche, che andranno a riguardare tutti o parte i comparti del sistema acquedottistico: dall’approvvigionamento e potabilizzazione alla distribuzione.
Le attività previste per il raggiungimento di tale obiettivo riguarderanno: l’individuazione delle fonti di tali contaminanti al fine di prevenirne l’entità nelle acque superficiali e di falda; individuazione di trattamenti di rimozione più appropriati per tali sostanze da adottare nei punti di captazione e/o stazioni di distribuzione, andando così potenziare i tradizionali trattamenti di potabilizzazione; e sperimentazione su tali trattamenti al fine di validarne la selettività, operabilità ed efficienza.
Nel ciclo idrico integrato - comprendente l’approvvigionamento, potabilizzazione, distribuzione dell’acqua e la successiva depurazione delle acque reflue - si sono notati recentemente contaminanti emergenti. La maggior parte di essi non è stata ancora normata e molti di questi componenti sono ancora in fase di studio e valutazione scientifica. L’Unione Europea ha recentemente aggiornato la Direttiva sulle sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque, inserendo nel primo elenco di controllo nuove sostanze, al fine di raccogliere dati sulla loro diffusione ambientale. Gli effetti di queste sostanze nelle acque sono da diversi anni in fase di studio e di monitoraggio, vista la loro diffusione capillare nell’ambiente. Si tratta di sostanze presenti in concentrazioni molto basse che derivano dai trattamenti di potabilizzazione delle acque (i cloriti), dall’incremento dell’uso di prodotti per l’igiene personale, dall’uso di farmaci o dall’abuso di droghe.
Assegnato il premio di studio 'Il valore della solidarietà'
È stato assegnato a Virginia Bertuccelli, 24 anni, originaria di Viareggio, il premio di studio “Il valore della solidarietà”, promosso dall’Università di Pisa in collaborazione con la Croce Verde di Pietrasanta. Il concorso, istituito in occasione del Centocinquantesimo anno della fondazione della Croce Verde di Pietrasanta, era rivolto ai laureati dei corsi di laurea triennale o magistrale dell’Università di Pisa che hanno conseguito il titolo di studio nel periodo 1° ottobre 2014 - 1° ottobre 2015 discutendo la prova finale o la tesi su argomenti inerenti la solidarietà. Il premio, consistente in tremila euro, era riservato ai laureati residenti in uno dei sette comuni della Versilia (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio).
Virginia Bertuccelli ha discusso una tesi su “Sviluppo e trattamento del disturbo post-traumatico da stress in bambini e adolescenti sopravvissuti” del corso di laurea triennale in Scienze per la pace: cooperazione internazionale e trasformazione dei conflitti. La commissione giudicatrice - composta da Dianora Poletti ed Eleonora Sirsi, docenti dell’Ateneo pisano, e da Giuliano Rebechi, in rappresentanza della Croce Verde - ha stabilito alla unanimità di assegnare il premio a Virginia Bertuccelli ritenendo l'elaborato congruente alle finalità del concorso e giudicando lo stesso, «per l'originalità della ricerca, la capacità analitica, la completezza della documentazione e per il contributo fornito alla conoscenza dell'argomento, meritevole dell'assegnazione del premio».
Un dottorato di ricerca per studiare il ciclo delle acque sul territorio regionale
Si è aggiudicata una borsa di dottorato di ricerca finanziata dall’Autorità Idrica Toscana e per i prossimi tre anni studierà il ciclo integrato delle acque su tutto il territorio regionale. È Veronika Tempesti, dottoranda del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell’Università di Pisa, che è stata selezionata per studiare e analizzare alcune problematiche emerse recentemente in Toscana riguardanti alcuni microinquinanti emergenti, come il Tallio nel comune di Pietrasanta, l’amianto nella zona pistoiese e i fitosanitari nelle zone a più alta intensità di coltivazioni agricole.
Il dottorato di ricerca di Veronika Tempesti, dal titolo “Controllo dei contaminanti emergenti nel comparto del ciclo integrato delle acque”, avrà l’obiettivo di elaborare, sulla base di dati di letteratura tecnico-scientifica e operando congiuntamente con i gestori del ciclo integrato delle acque e gli enti predisposti ai monitoraggi e controlli (ASL, ARPAT), azioni di intervento, per risolvere o mitigare le suddette problematiche, che andranno a riguardare tutti o parte i comparti del sistema acquedottistico: dall’approvvigionamento e potabilizzazione alla distribuzione.
Le attività previste per il raggiungimento di tale obiettivo riguarderanno: l’individuazione delle fonti di tali contaminanti al fine di prevenirne l’entità nelle acque superficiali e di falda; individuazione di trattamenti di rimozione più appropriati per tali sostanze da adottare nei punti di captazione e/o stazioni di distribuzione, andando così potenziare i tradizionali trattamenti di potabilizzazione; e sperimentazione su tali trattamenti al fine di validarne la selettività, operabilità ed efficienza.
Nel ciclo idrico integrato - comprendente l’approvvigionamento, potabilizzazione, distribuzione dell’acqua e la successiva depurazione delle acque reflue - si sono notati recentemente contaminanti emergenti. La maggior parte di essi non è stata ancora normata e molti di questi componenti sono ancora in fase di studio e valutazione scientifica. L’Unione Europea ha recentemente aggiornato la Direttiva sulle sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque, inserendo nel primo elenco di controllo nuove sostanze, al fine di raccogliere dati sulla loro diffusione ambientale. Gli effetti di queste sostanze nelle acque sono da diversi anni in fase di studio e di monitoraggio, vista la loro diffusione capillare nell’ambiente. Si tratta di sostanze presenti in concentrazioni molto basse che derivano dai trattamenti di potabilizzazione delle acque (i cloriti), dall’incremento dell’uso di prodotti per l’igiene personale, dall’uso di farmaci o dall’abuso di droghe.
Nella foto in alto: Veronika Tempesti (la terza da destra) con il direttore del dipartimento Donato Aquaro (il primo a destra), l'ing. Monica Puccini (seconda a destra), la professoressa Maurizia Seggiani (quarta da destra) e alcune colleghe del dipartimento.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Greenreport
Controcampus
QuiNewsPisa
gonews
Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Tiziano Raffaelli
Si è spento dopo una lunga malattia Tiziano Raffaelli, 66 anni, professore di Storia del pensiero economico all'Università di Pisa. Qui di seguito pubblichiamo un ricordo del rettore Massimo Augello e del professor Alfonso M. Iacono, che ne ripercorrono la carriera e il valore di studioso impegnato e conosciuto a livello internazionale.
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L'Università di Pisa si stringe attorno alla professoressa Manuela Giovannetti e alla sua famiglia in questo momento di profondo dolore per la perdita del professor Tiziano Raffaelli. Oltre a una solida amicizia, ho avuto l'onore di condividere con il professor Raffaelli una vicinanza scientifica e lunghe discussioni su comuni temi di ricerca. Dopo la formazione da filosofo con Nicola Badaloni, infatti, il professor Raffaelli aveva ricoperto la cattedra di 'Storia del pensiero economico' prima alla Facoltà di Economia dell'Università di Cagliari e poi, dal 2002, alla Facoltà di Lettere e Filosofia del nostro Ateneo.
Il professor Raffaelli si era affermato come studioso di fama internazionale, approfondendo in particolare la riflessione sull'economia politica tra XVIII e XIX secolo e su grandi pensatori quali Adam Smith e Alfred Marshall. Era anche docente rigoroso e molto impegnato, sempre attento alle esigenze e al confronto con gli studenti, e nel tempo aveva dimostrato una particolare capacità di formare e guidare giovani ricercatori e allievi. Pur sommando all'insegnamento e alla ricerca accademica, vari altri interessi e un concreto impegno civile nella società, era sempre rimasto uno studioso di eccezionale livello, il cui contributo alla vita istituzionale dell'Università è stato solo limitato dal progressivo incedere della malattia.
Massimo M. Augello
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Conoscevo Tiziano Raffaelli sin da quando eravamo studenti all’università. Studiavamo con Nicola Badaloni. Tiziano, peraltro di famiglia politicamente avvertita, si formò in una scuola dove ricerca scientifica e passione civile andavano insieme, non nel senso che si confondevano fra loro, ma nel senso che, pur mantenendo la loro reciproca autonomia, facevano parte della vita di un intellettuale che per molto tempo non rimase chiuso nelle biblioteche e nei dipartimenti, né si sentì protetto dai libri che lo circondavano e che egli amava.
Era un illustre studioso di Storia del pensiero economico. Si era formato a Pisa e alla London School of Economics, e considerò sempre la ricerca e l’insegnamento come le sue attività fondamentali. Ma non si limitò a questo. Tiziano Raffaelli dette un contributo decisivo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 su un tema che sarebbe diventato drammaticamente centrale nella riflessione e nella discussione politica negli anni successivi fino ad oggi: l’ambiente. Tiziano fu assessore provinciale all’ambiente e poi presidente del Parco di Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli in anni in cui lottizzazioni e cementificazioni stavano allungando le mani sul territorio a lui particolarmente caro della zona di Vecchiano. Fondò la Lega Ambiente in Toscana. Fu sempre contrario al Porto di Marina ed io e molti altri irriducibili eravamo con lui. Poi smise l’attività politica e istituzionale e si dedicò completamente agli studi e all’insegnamento con il suo solito, esemplare senso della misura e della sobrietà.
Perché questo era Tiziano. Uomo colto e competente, attento alle cose del mondo. Lo sentivo nello stesso tempo toscano radicato nella sua terra, la campagna di Avane, il paese dove è nato e cresciuto con Manuela, un luogo dove ciascuno impara silenziosamente la dignità del vivere. Poi lo prese una malattia autoimmune, lentamente ma inesorabilmente. Cercai di convincerlo una prima volta a non andare in pensione anticipata perché pensavo e speravo che l’attività lo avrebbe aiutato a vivere. Forse fu così, ma non per molto. Le cose peggioravano. È morto serenamente con la penna in mano mentre stava correggendo le bozze. Lo voglio ricordare così, come studioso che ha lavorato fino alla fine, ma anche come uomo che visse la politica come partecipazione, consapevole, intellettualmente e moralmente, che la passione per lo studio, per la ricerca e per la critica avrebbe impedito alla passione civile di trasformarsi in mestiere senza ideali.
Alfonso M. Iacono
Miastenia: riconosciuta in tutto il mondo l'efficacia della cura pisana
Che a Pisa ci fosse un centro di rilevanza nazionale per la cura della miastenia gravis con un percorso integrato sia chirurgico che farmacologico era noto, tanto che da diversi anni ormai vengono a curarsi qui pazienti da tutt’Italia. Adesso la validazione definitiva sull’efficacia del percorso assistenziale praticato in Aoup è arrivata dalla comunità scientifica internazionale nel corso del recente congresso a Oxford, promosso dalla professoressa Angela Vincent e da tutti i principali ricercatori di tutto il mondo dedicati allo studio e alla cura di questa patologia.
Al convegno sono stati infatti riportati gli attesissimi e fondamentali esiti del Trial (studio clinico controllato), durato circa un decennio, dedicato all’analisi dei risultati inerenti l’efficacia della timectomia (asportazione della ghiandola del timo) nella miastenia gravis. Questo trial ha non solo confermato l’efficacia della procedura chirurgica nei pazienti affetti da miastenia, ma ha anche validato il ruolo fondamentale della timectomia radicale.
È stato quindi ampiamente convalidato quanto sostenuto da molti anni anche dalla scuola pisana sia neurologica che chirurgica. Il lavoro scientifico, intitolato “Thymectomy as a strategic intervention in "Myasthenia Gravis: the long–term experience in our centre”, presentato a Oxford dalla dottoressa Roberta Ricciardi (a sinistra nella foto) e dal dottor Michelangelo Maestri, riguardava proprio i positivi risultati clinici ottenuti su circa 450 pazienti sottoposti a timectomia da Alfredo Mussi e Marco Lucchi (docenti dell'Università di Pisa) e dalla dottoressa Franca Melfi, della Chirurgia toracica dell’Aoup.
I dati della scuola pisana hanno quindi ulteriormente confermato quanto emerso dal trial e hanno destato l’interesse di tutti i partecipanti anche per i grandi numeri presentati. L’importanza fondamentale di associare poi alla timectomia anche una corretta terapia neurologica a lungo termine, in molti casi personalizzata ossia adattata al paziente e alla sua particolare condizione clinica - associazione ritenuta un cardine del successo terapeutico nella cura della miastenia dalla scuola pisana - è stata poi ampiamente confermata dal trial e dagli esperti partecipanti al convegno.
Per i neurologi pisani presenti, che hanno creduto da più di venticinque anni incondizionatamente nell’importanza strategica di questo intervento nel paziente affetto da miastenia, l’annuncio di questo atteso risultato è stato davvero molto emozionante e tutti i colleghi presenti hanno ringraziato simbolicamente, in un brindisi alla memoria, i due promotori di questo studio: il chirurgo toracico americano Alfred Jaretzki e il neurologo inglese John Newsom-Devis che straordinariamente continuano a vivere in tutti gli studiosi specialisti di miastenia attraverso il loro indimenticabile spirito e i loro insegnamenti. Alla professoressa Angela Vincent, di Oxford, a cui si deve non solo l’organizzazione del convegno ma anche un impegno straordinario nello studio e nella ricerca per la miastenia gravis, è andato poi l’incondizionato grazie di tutti i partecipanti (fonte Ufficio stampa AOUP).
Assegnato il premio di studio «Il valore della solidarietà»
È stato assegnato a Virginia Bertuccelli, 24 anni, originaria di Viareggio, il premio di studio “Il valore della solidarietà”, promosso dall’Università di Pisa in collaborazione con la Croce Verde di Pietrasanta. Il concorso, istituito in occasione del Centocinquantesimo anno della fondazione della Croce Verde di Pietrasanta, era rivolto ai laureati dei corsi di laurea triennale o magistrale dell’Università di Pisa che hanno conseguito il titolo di studio nel periodo 1° ottobre 2014 - 1° ottobre 2015 discutendo la prova finale o la tesi su argomenti inerenti la solidarietà.
Il premio, consistente in tremila euro, era riservato ai laureati residenti in uno dei sette comuni della Versilia (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio).
Virginia Bertuccelli ha discusso una tesi su “Sviluppo e trattamento del disturbo post-traumatico da stress in bambini e adolescenti sopravvissuti” del corso di laurea triennale in Scienze per la pace: cooperazione internazionale e trasformazione dei conflitti. La commissione giudicatrice - composta da Dianora Poletti ed Eleonora Sirsi, docenti dell’Ateneo pisano, e da Giuliano Rebechi, in rappresentanza della Croce Verde - ha stabilito alla unanimità di assegnare il premio a Virginia Bertuccelli ritenendo l'elaborato congruente alle finalità del concorso e giudicando lo stesso, «per l'originalità della ricerca, la capacità analitica, la completezza della documentazione e per il contributo fornito alla conoscenza dell'argomento, meritevole dell'assegnazione del premio».
Energy management in Ateneo
Schermature solari al polo didattico di via Giunta Pisano, lampade a LED all’archivio universitario di Montacchiello, regolazione di locale al polo didattico di Palazzo Curini: questi sono alcuni tra gli interventi volti al risparmio energetico avviati quest’anno nell’Ateneo pisano.
Da gennaio 2014 il settore energia è confluito nella Direzione Edilizia e Telecomunicazione dell’Università di Pisa portando la valutazione degli aspetti energetici all’interno dei procedimenti di ristrutturazione e di manutenzione del patrimonio edilizio.
“Partendo dall’analisi dei consumi, abbiamo sviluppato un processo volto alla razionalizzazione delle spese energetiche – ha spiegato l’ingegnere Elena Menchetti, Energy manager dell’Ateneo – monitorando anche gli impianti a fonti rinnovabili attualmente esistenti”.
Se dunque il primo passo è stato quello di individuare i consumi energetici delle diverse strutture e stabilire delle priorità, la sfida maggiore sarà agire sul patrimonio esistente, sensibilizzando nello stesso tempo gli utenti finali che, ognuno secondo le proprie potenzialità, giocano un ruolo fondamentale nella riduzione dei consumi. Nell’ambito di questo processo, il settore energia sta procedendo all’adempimento normativo relativo alla redazione degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) degli immobili di proprietà dell’Università. All’ingresso di alcuni edifici verrà a breve affisso il cosiddetto “poster performance”, ovvero un documento che riassume i principali risultati del calcolo del fabbisogno energetico dell’edificio, ipotizzato nel suo uso standard, includendo la classe energetica, i rendimenti dell’impianto ad uso riscaldamento e i reali consumi energetici per i singoli vettori (gas metano e elettricità).
Mobile technologies in healthcare
For the third year, the Bioengineering Group of the Research Center E. Piaggio (University of Pisa), FabLab Pisa and the ABEC consortium have organized an intensive course in Biomedical Engineering: this time focused on applications of Mobile technologies in healthcare.
The one week course will be held during the Innovators Summer School, sponsored by UNECA, at Addis Ababa University in Addis Ababa in Ethiopia, from 11th to 15th January.
The Summer School, in its fourth edition, is dedicated to new students in Biomedical Engineering from the 10 African Universities (7 countries involved, Ethiopia, Tanzania, Uganda, Malawi, Zambia, Kenya and Egypt) of ABEC.
“The philosophy underpinning this and all the previous Summer Schools, is that the Open Source design of biomedical devices and capacity building are the foundations for improving African healthcare” says Arti Ahluwalia the coordinator of the team made up of Carmelo De Maria (also the President of FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. “In this context, the topic of the next Summer School will be to exploit the potential of smartphones (connectivity, visualization, sensors, storage) for creating new biomedical products or smartfying existing objects of relevance to healthcare”.
Thanks to the collaboration of local experts from Afmobi, students will learn how to create new biomedical- relevant apps for Androids. At the end of the Summer School they will be able to to connect smartphones to external bio-sensors using electronic rapid prototyping supported by Arduino and Viper, an idea stemming from FabLab Pisa.
As always, students present their own projects on the theme of “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases”. Through team work and the lessons learnt during the Summer School the projects will be built upon and improved . The University of Pisa will be represented by Licia Di Pietro, from the MSc. in Biomedical Engineering. Thanks to an Erasmus training fellowship, Lica will also spend 4 weeks at Kyambogo University (Kampala, Uganda) training technicians together with hospital engineers from the UK based charity Amalthea Trust.
Ingegneri pisani in Africa per insegnare biomedicina
Continua la collaborazione tra i ricercatori di ricercatori di bioingegeneria del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, il Fablab Pisa ed il consorzio di università africane ABEC, che per il terzo anno consecutivo propongono un corso intensivo di ingegneria biomedica, questa volta incentrato sulle applicazioni delle mobile technologies nello sviluppo di prodotti biomedicali e servizi legati l’assistenza sanitaria.
Il corso, della durata di una settimana, sponsorizzato in parte dall’United Nations Economic Commission for Africa (UNECA), si svolge durante l’Innovators Summer School della Addis Ababa University in Etiopia, dall’11 al 15 gennaio. La Summer School, giunta alla sua quarta edizione, è destinata a studenti iscritti ai nuovi corsi di ingegneria biomedica in nove università africane provenienti da sette diversi paesi (Kenia, Tanzania, Etiopia, Uganda, Malawi, Zambia e recentemente anche Egitto), che fanno parte del consorzio ABEC.
“La filosofia di fondo che collega tutte le Summer School organizzate negli anni è che l’open source design dei dispositivi biomedicali e lo sviluppo di capacità umane sono i due requisiti per migliorare l’assistenza sanitaria in Africa”, ha spiegato la professoressa Arti Ahluwalia che coordina il team formato da Carmelo De Maria (anche presidente del FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. In quest’ottica, la prossima Summer School ha lo scopo di insegnare come sfruttare le potenzialità dagli smartphone (connettività, visualizzazione, sensori, storage) per creare nuovi prodotti biomedicali e/o servizi o per potenziare quelli esistenti.
Con l’importante collaborazione di un’azienda locale, la Afmobi, gli studenti saranno guidati fin dai primi passi allo sviluppo di nuove app per i sistemi Android. Inoltre impareranno a connettere i loro smartphone a bio-sensori e dispositivi biomedici esterni, grazie anche all’utilizzo di VIPER, un’idea nata all’interno del Fablab Pisa. Come ogni anno, l’ammissione alla scuola è legata alla sottomissione di un progetto nell’ambito del “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases” che dovrà essere migliorato/perfezionato dagli stessi studenti, lavorando in gruppi e applicando quanto appreso durante la Summer School. Fra i partecipanti anche Licia Di Pietro, studentessa di Ingegneria biomedica dell’Università di Pisa, che grazie ad una borsa di training Erasmus lavorerà all’Università di Kyambogo (Kampala, Uganda) per 4 settimane ad aprile insieme con gli ingegneri inglesi della la fondazione Amalthea Trust.
Ingegneri pisani in Africa per insegnare la biomedicina
Continua la collaborazione tra i ricercatori di ricercatori di bioingegeneria del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, il Fablab Pisa ed il consorzio di università africane ABEC, che per il terzo anno consecutivo propongono un corso intensivo di ingegneria biomedica, questa volta incentrato sulle applicazioni delle mobile technologies nello sviluppo di prodotti biomedicali e servizi legati l’assistenza sanitaria.
Il corso, della durata di una settimana, sponsorizzato in parte dall’ United Nations Economic Commission for Africa (UNECA), si svolge durante l’Innovators Summer School della Addis Ababa University in Etiopia, dall’11 al 15 gennaio.
La Summer School, giunta alla sua quarta edizione, è destinata a studenti iscritti ai nuovi corsi di ingegneria biomedica in 9 università africane provenienti da sette diversi paesi (Kenia, Tanzania, Etiopia, Uganda, Malawi, Zambia e recentemente anche Egitto), che fanno parte del consorzio ABEC.
“La filosofia di fondo che collega tutte le Summer School organizzate negli anni è che l’open source design dei dispositivi biomedicali e lo sviluppo di capacità umane sono i due requisiti per migliorare l’assistenza sanitaria in Africa”, ha spiegato la professoressa Arti Ahluwalia che coordina il team formato da Carmelo De Maria (anche presidente del FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. In quest’ottica, la prossima Summer School ha lo scopo di insegnare come sfruttare le potenzialità dagli smartphone (connettività, visualizzazione, sensori, storage) per creare nuovi prodotti biomedicali e/o servizi o per potenziare quelli esistenti.
Con l’importante collaborazione di un’azienda locale, la Afmobi, gli studenti saranno guidati fin dai primi passi allo sviluppo di nuove app per i sistemi Android. Inoltre impareranno a connettere i loro smartphone a bio-sensori e dispositivi biomedici esterni, grazie anche all’utilizzo di VIPER, un’idea nata all’interno del Fablab Pisa.
Come ogni anno, l’ammissione alla scuola è legata alla sottomissione di un progetto nell’ambito del “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases” che dovrà essere migliorato/perfezionato dagli stessi studenti, lavorando in gruppi e applicando quanto appreso durante la Summer School. Fra i partecipanti anche Licia Di Pietro, studentessa di Ingegneria biomedica dell’Università di Pisa, che grazie ad una Borsa di training Erasmus lavorerà all’Università di Kyambogo (Kampala, Uganda) per 4 settimane ad aprile insieme con gli ingegneri inglesi della la fondazione Amalthea Trust.