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Marco LANDI premiazioneA Marco Landi dell’Università di Pisa è stato assegnato il Premio “Laura Bacci”, il riconoscimento dedicato alla giovane ricercatrice dell’IBIMET-CNR di Firenze scomparsa prematuramente nel 2013, destinato alla migliore tesi sul tema “Innovazione per la sostenibilità in agricoltura”. La tesi di dottorato di Marco Landi, dal titolo “Can anthocyanins photoprotect purple genotypes of Ocimum basilicum L. against boron toxicity and high light?”, è stata premiata durante una cerimonia che si è tenuta all'Accademia dei Georgofili a Firenze.

Lo studio di Landi è stato condotto presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa sotto la guida della professoressa Lucia Guidi, con la collaborazione di Massimiliano Tattini dell’Istituto della Protezione delle Piante del CNR di Firenze, e in parte presso la Victoria University of Wellington (NZ), sotto la supervisione del professor Kevin Gould. La ricerca è stata finanziata dal progetto PRIN 2009 “Risposta fisiologica di alcune specie ortive all’eccesso di boro” coordinato dal professor Alberto Pardossi.

Nella tesi è stato valutato come in diverse cultivars di basilico la capacità di tollerare una eccessiva disponibilità di boro, condizione frequente in suoli aridi o semi-aridi, sia legata alla presenza degli antociani che consente alle cultivars tolleranti di gestire, attraverso differenti meccanismi, l’eccessivo accumulo di questo elemento. I risultati ottenuti dimostrano come i prodotti del metabolismo secondario racchiudano un enorme potenziale adattativo per le piante, aspetto parzialmente inesplorato, ma quanto mai attuale nell’ottica del Global Change.

Marco Landi svolge attualmente la sua attività come assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, dove si occupa dello studio degli effetti fisiologici e biochimici indotti da stress abiotici tipici dell'areale mediterraneo su piante di interesse agrario e forestale. Oltre a essere co-autore di articoli scientifici di rilevanza internazionale e collaboratore di riviste internazionali, Marco Landi è stato coinvolto in altri progetti nazionali PRIN assegnati al dipartimento, come "Progettare la città verde nell'era del cambiamento globale: funzioni degli alberi urbani e loro adattabilità nelle future condizioni climatiche (TreeCity)", coordinato dal professor Giacomo Lorenzini.

Lunedì, 21 Dicembre 2015 13:55

Inaspettatamente... all'università in Cina

JacopoJacopo Della Bartola, 25 anni, studente del corso di laurea magistrale in Ingegneria edile e delle costruzioni civili presso l'Università di Pisa, lo scorso ottobre è partito per la Cina per trascorrere un periodo di studio di circa tre mesi presso la Chongqing University, nell'ambito di un recente accordo stipulato tra le due università.

Tale accordo prevede la possibilità, per gli studenti dell'Università di Pisa iscritti ai corsi di laurea magistrale o a ciclo unico, di usufruire di un contributo messo a disposizione dal governo cinese per passare un periodo di studi presso la Chongqing University, frequentando uno o più insegnamenti da scegliere nell'ambito di una serie di corsi di laurea insegnati in lingua inglese. Più in dettaglio, l'accordo garantisce l'esonero dalle tasse, l'alloggio gratuito e una borsa mensile dell'importo di 1500 RMB (circa 210 euro), più che adeguata al costo della vita nella regione interessata. Per il primo semestre dell'a.a. 2015/2016 erano disponibili 15 borse di studio (maggiori dettagli sono disponibili a questo link). Tale accordo, stipulato a partire dall'attuale a.a. 2015/2016, avrà una durata di 5 anni.

Nel seguente articolo, Jacopo ci descrive come si sta svolgendo la sua esperienza presso la Chongqing University, dove sta frequentando due corsi dell'International Master Program in Urban Construction and Environmental Engineering.

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Chongqing cittàLa mia esperienza in Cina è giunta inaspettata ed è il risultato di una fortunata coincidenza di eventi. Lo scorso luglio infatti, a una settimana dalla laurea triennale in Ingegneria edile all'Università di Pisa, ho ricevuto una mail dall'Università che informava di un nuovo accordo con la Chongqing University riguardante la possibilità di trascorrervi un periodo di studio.

Sinceramente all'inizio non sapevo neanche dove si trovasse esattamente Chongqing all'interno della Cina, ma sono rimasto comunque subito affascinato dall'idea di poter vivere e studiare per un periodo di tempo (seppur breve) in un luogo così lontano e diverso dal mio. Ho partecipato quindi alla presentazione e, ottenuti maggiori dettagli, mi sono attivato subito per partire.

Chongqing studentiAl mio arrivo mi sono trovato immerso in una realtà profondamente diversa per dimensioni e cultura. Chongqing è infatti una metropoli enorme (la municipalità conta circa 33 milioni di abitanti), caratterizzata da una grande dinamicità tipica delle città in espansione: palazzi e grattacieli a perdita d'occhio molti dei quali in costruzione, così come strade e metropolitane. Il tutto ovviamente condito con il caos che ne deriva. Nonostante ciò, l'arrivo alla Chongqing University non è stato segnato da particolari problemi, grazie soprattutto al supporto che mi è stato dato dalle persone che fanno parte del Galileo Galilei Italian Institute (che si trova all'interno della stessa università), le quali sono state fondamentali nell'aiutarmi all'inizio della mia permanenza.

L'università si trova nel quartiere di Shapingba situato nella parte vecchia della città dove ancora si avvertono le caratteristiche della Cina tradizionale in forte contrasto con l'estrema modernità del centro, indistinguibile da una moderna metropoli occidentale. L'università è suddivisa in 4 campus (A, B, C e D) e io risiedo nel dormitorio internazionale nel campus A, quello principale, dove sono dislocati tutti gli uffici amministrativi nonché la maggior parte delle aree sportive e degli edifici scolastici.

Chongqing città3Nella Chongqing University c'è una forte presenza di studenti stranieri molti dei quali sono qui per prendere parte ai corsi di lingua cinese di ogni livello, altri invece sono qui per completare lauree specialistiche e infine altri, come me e la maggior parte degli studenti provenienti dall'Europa, sono qui solo per un breve periodo di studi. Ho quindi la possibilità di entrare in contatto con persone provenienti letteralmente da tutto il mondo e la loro compagnia e vicinanza è per me motivo di crescita e maturazione sotto tutti i punti di vista. Naturalmente non mancano poi amicizie nate con studenti cinesi e grazie alla loro compagnia e condivisione di uno stesso percorso formativo cerco di capire, per quanto mi è possibile, la mentalità cinese.

Parlando dei corsi che frequento li trovo ben organizzati e interessanti. Il corso di “Theory and technology for water treatment” è tenuto da un'insegnate cinese che parla un buon inglese, mentre il corso di “Sustainable built environment and environment design” è caratterizzato da un più ampio respiro internazionale, infatti le lezioni sono tenute da vari professori provenienti da università di tutto il mondo dandoci la possibilità di approfondire argomenti in modo più specifico.

All'interno del campus la lingua inglese è piuttosto diffusa: è utilizzata nei vari uffici amministrativi ed è parlata da diversi studenti cinesi. Fuori dal campus invece l'inglese è quasi sconosciuto e quindi, oltre ai corsi concordati con la facoltà di Ingegneria, ho deciso di frequentare anche un corso base di lingua cinese per cercare di avere un contatto più diretto anche al di fuori del campus universitario.

Terminerò il mio periodo di studi a Chongqing tra circa un mese. Posso dire fin d'ora che questa è un'esperienza indimenticabile, che mi arricchisce sia dal punto di vista culturale che umano; un'opportunità di crescita per chiunque sia interessato a un'esperienza di formazione internazionale.

Jacopo Della Bartola

dip chimicaÈ nato nel cuore della “cittadella della ricerca”, accanto al CNR e all’area dove è in costruzione il nuovo Polo della Scuola Sant’Anna, e già da un anno sta accogliendo studenti, docenti e personale che, dallo storico edificio di via Risorgimento, si sono trasferiti nell’area di San Cataldo. È il dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa che, lunedì 21 dicembre, ha festeggiato ufficialmente la nuova sede alla presenza del rettore Massimo Augello, del direttore Roger Fuoco, del professor Marco Pasquali – ex rettore docente del dipartimento - e del sindaco Marco Filippeschi.

Il complesso del dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa, con annessi il centro bibliotecario e un nuovo polo didattico d’Ateneo, ospita 12 aule, 58 laboratori didattici e di ricerca, una biblioteca con 66 postazioni di lettura, un’aula magna per 150 persone e 66 studi. L’intero progetto, uno dei più consistenti nella politica edilizia dell’Ateneo degli ultimi anni, ha comportato un investimento complessivo di oltre 21 milioni di euro. «È una struttura moderna e funzionale, concepita per rispondere alle nuove esigenze legate allo sviluppo delle attività di ricerca e di didattica del dipartimento di Chimica e Chimica industriale – ha dichiarato il rettore Massimo Augello – Questo edificio aggiunge un tassello importante al mosaico delle realizzazioni nel settore edilizio, che hanno già visto l’inaugurazione del Polo Guidotti e del Polo Piagge e che porteranno anche all’inaugurazione del complesso Ex-Salesiani nell’asse di via Santa Maria entro pochi mesi e alla riapertura della Sapienza nell’estate prossima».

inauguraz dip chimica copyL’area su cui sorge la nuova sede è di circa 21.800 mq, per una superficie utile complessiva di circa 10.500 mq, e comprende le aree destinate a verde, a parcheggio (circa 100 posti auto) e a espansioni future. Il progetto ha visto la realizzazione di un edificio compatto e dalle linee semplici, capace di essere “riconoscibile” ed efficiente anche da un punto di vista energetico, grazie a soluzioni innovative. L’intero complesso è inoltre circondato da una grande area verde alberata, destinata principalmente per le esigenze studentesche e coperta da rete wi-fi.

Il nuovo dipartimento è composto da due corpi di fabbrica: quello principale che ospita tutte le funzioni del dipartimento, della biblioteca e del polo didattico di Ateneo, e quello secondario destinato ai locali tecnici. L’edificio principale, distribuito intorno a due corti interne, ha una pianta quadrangolare ed è caratterizzato da finestre a nastro che corrono lungo le facciate.

inauguraz dip chimica2Il complesso si sviluppa su quattro livelli: a piano terra sono ospitate le aule e parte dei laboratori, la biblioteca, un bar ristoro e gli spazi per gli studenti; al primo piano ci sono i laboratori didattici e gli uffici del dipartimento; il secondo accoglie altri laboratori didattici, di ricerca e studi; l’ultimo piano è infine riservato agli impianti tecnici.

Al fine del contenimento dell’impatto ambientale, sono state previste soluzioni innovative, come l’utilizzo di materiali eco-compatibili, e sistemi integrati di produzione e accumulo dell’acqua calda sanitaria. Infine un moderno sistema di fitodepurazione, che riproduce i meccanismi di auto-depurazione tipici degli ambienti umidi, permette la depurazione naturale delle acque reflue con l’impiego di piante acquatiche come l’iris giallo e il giunco di palude.

Il progetto E2SG, “Energy to Smart Grid”, a cui partecipa anche l’Università di Pisa, ha vinto l’innovation award dell’ENIAC Joint Undertaking, la partnership pubblico-privata per la ricerca nella micro e nano elettronica formata dalla Commissione Europea e dalle maggiori imprese europee nel settore. Il premio è stato assegnato a Berlino durante l’European Nanoelectronics Forum 2015. Il progetto E2SG affronta lo sviluppo di tecnologie fondamentali per una soluzione completa per le Smart Grid - le infrastrutture intelligenti di gestione e distribuzione dell’energia elettrica - che includa la misura intelligente dei consumi (“Smart Metering”), comunicazioni sicure, elaborazione delle informazioni sul consumo e la generazione distribuita, conversione ad alta efficienza e controllo avanzato della distribuzione di potenza.
L’Università di Pisa ha partecipato a E2SG attraverso il laboratorio SEED del Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno, con un gruppo di ricerca formato dai dottori di ricerca Elisa Spanò e Luca Niccolini, e dai professori Stefano di Pascoli e Giuseppe Iannaccone, dedicato alla definizione di una piattaforma integrata di misura intelligente dei consumi e di domotica, recentemente presentata su IEEE Transactions on Smart Grid, la principale rivista del settore. “L’Europa deve avere un ruolo di primo piano nella definizione delle piattaforme per le Smart Grid, perché chi controlla le piattaforme controlla il mercato - afferma Giuseppe Iannaccone - In Europa abbiamo attori di primo livello, industriali e accademici, per fare da guida in questo settore”. Il laboratorio SEED presso il Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno svolge ricerca nel settore delle infrastrutture elettroniche per la logistica, l’automazione degli edifici e la gestione dell’energia.
Il partenariato del progetto E2SG formato da 29 partner di 9 diversi paesi, guidato da grandi imprese europee, piccole e medie imprese innovative e centri di ricerca di alta qualità. Nell’ambito del progetto sono stati ottenuti 7 brevetti e sono state depositate altre 4 domande di brevetto, in modo da proteggere l’innovazione dei protagonisti europei nel settore delle smart grid e della domotica. I risultati della ricerca sono stati diffusi attraverso 36 pubblicazioni su rivista e 115 lavori a congressi internazionali.

home hero3Il progetto E2SG, “Energy to Smart Grid”, a cui partecipa anche l’Università di Pisa, ha vinto l’innovation award dell’ENIAC Joint Undertaking, la partnership pubblico-privata per la ricerca nella micro e nano elettronica formata dalla Commissione Europea e dalle maggiori imprese europee nel settore. Il premio è stato assegnato a Berlino durante l’European Nanoelectronics Forum 2015.

Il progetto E2SG affronta lo sviluppo di tecnologie fondamentali per una soluzione completa per le Smart Grid - le infrastrutture intelligenti di gestione e distribuzione dell’energia elettrica - che includa la misura intelligente dei consumi (“Smart Metering”), comunicazioni sicure, elaborazione delle informazioni sul consumo e la generazione distribuita, conversione ad alta efficienza e controllo avanzato della distribuzione di potenza.

photocompL’Università di Pisa ha partecipato a E2SG attraverso il laboratorio SEED del Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno, con un gruppo di ricerca formato dai dottori di ricerca Elisa Spanò e Luca Niccolini, e dai professori Stefano di Pascoli e Giuseppe Iannaccone, dedicato alla definizione di una piattaforma integrata di misura intelligente dei consumi e di domotica, recentemente presentata su IEEE Transactions on Smart Grid, la principale rivista del settore.

“L’Europa deve avere un ruolo di primo piano nella definizione delle piattaforme per le Smart Grid, perché chi controlla le piattaforme controlla il mercato - afferma Giuseppe Iannaccone - In Europa abbiamo attori di primo livello, industriali e accademici, per fare da guida in questo settore”. Il laboratorio SEED presso il Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno svolge ricerca nel settore delle infrastrutture elettroniche per la logistica, l’automazione degli edifici e la gestione dell’energia.

Il partenariato del progetto E2SG formato da 29 partner di 9 diversi paesi, guidato da grandi imprese europee, piccole e medie imprese innovative e centri di ricerca di alta qualità. Nell’ambito del progetto sono stati ottenuti 7 brevetti e sono state depositate altre 4 domande di brevetto, in modo da proteggere l’innovazione dei protagonisti europei nel settore delle smart grid e della domotica. I risultati della ricerca sono stati diffusi attraverso 36 pubblicazioni su rivista e 115 lavori a congressi internazionali.

lemur catta La stagione degli amori non coincide con quella della pace. Elisabetta Palagi e Ivan Norscia, ricercatori del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, hanno osservato otto gruppi di Lemur catta, un primate del Madagascar, per 10 anni analizzando in tutto 2.339 aggressioni, come ad esempio rincorse, morsi e schiaffi, in diverse stagioni fisiologiche dell’anno, il pre-accoppiamento, l’accoppiamento, la gravidanza e l’allattamento. E la scoperta è stata che la riconciliazione dipende dalla stagione, cioè si fa pace quando la riproduzione non è in gioco. I dati dello studio, recentemente pubblicato sulla rivista “PLOS One”, sono stati raccolti allo zoo di Pistoia e, in natura, nella foresta di Berenty situata nel sud del Madagascar, grazie al supporto di tre parchi italiani, il Giardino Zoologico di Pistoia, il Parco Zoo Falconara e il Parco Zoo Punta Verde (Lignano Sabbiadoro).

“I catta sono organizzati in gruppi sociali ‘dittatoriali’, – ha spiegato Elisabetta Palagi - dove la rigida gerarchia è mantenuta dalle femmine adulte che si alleano per difendere il territorio o cacciare membri indesiderati, attraverso aggressioni mirate, durante le quali puntano il lemure bersaglio e, insieme, lo rincorrono, se serve lo aggrediscono, e lo mettono in fuga”.

Per capire i meccanismi di riconciliazione, i ricercatori dell’Ateno pisano hanno studiato i contatti affiliativi (spulciamento reciproco, avvicinamento e permanenza in contatto fisico, etc.) tra la vittima e l’aggressore, sia subito dopo il conflitto che in condizioni di tranquillità. Questo per stabilire se il comportamento amichevole osservato fosse effettivamente legato al conflitto, e potesse dunque avere un valore riconciliatorio, oppure se fosse un comportamento che gli animali manifestavano a prescindere dal conflitto stesso. I risultati ottenuti erano a macchia di leopardo, la riconciliazione infatti era presente in due dei cinque gruppi in natura e in un gruppo in cattività, ma combinando le variabili i ricercatori hanno capito che la chiave di tutto era la stagione, in altre parole si fa pace quando la riproduzione non è in gioco.

“Il comportamento riconciliatorio scompare quando i vantaggi della competizione surclassano quelli della cooperazione – ha concluso Elisabetta Palagi – e, nei mammiferi con stretti periodi riproduttivi, questo accade quando gli animali si giocano il tutto per tutto per poter assicurare un futuro al proprio patrimonio genetico. Si può quindi ipotizzare che nelle specie despotiche in cui sono presenti coalizioni, la domanda giusta non è se, ma quando, ci si riconcilia”.

Grazie a un’opera interamente creata dai ragazzi del Liceo Artistico “Russoli” di Pisa, gli studenti internazionali che da oggi arriveranno al Welcome Office dell’Università di Pisa si ritroveranno immersi in un tipico vicolo del centro cittadino, accolti da bandiere e personaggi provenienti dai paesi tutto il mondo. L’opera, composta da alcuni pannelli dipinti prima nei locali della scuola, poi allestiti sulla parete degli uffici di Palazzo Vitelli, è stata inaugurata con una piccola cerimonia a cui hanno partecipato tutti i protagonisti coinvolti nel progetto, a partire dai giovani artisti Dimitri Cazzuola, Giulia Zucca, Stefano Lenzi, Marina Salvadori e Marina Meoni, accompagnati dai loro professori di disegno e grafica, Valerio Mezzetti e Roberto Martini, e dalla dirigente scolastica del “Russoli” Gabriella Giuliani. Per l’Ateneo pisano era presente il direttore generale Riccardo Grasso e tutto lo staff dell’International Office.
L’idea dell’opera è nata oltre un anno fa e ha preso vita nel corso dei mesi grazie all’impegno di studenti e professori che hanno dedicato molte ore extra scolastiche al progetto. Preside, professori e personale dell’Ateneo hanno espresso grande soddisfazione per il risultato finale e per l’opportunità data agli studenti di poter partecipare a un’iniziativa nata dalla collaborazione con l’Università di Pisa.
Il dipinto raffigura un vicolo pisano, dalle cui finestre si affacciano persone provenienti da tutti i paesi del mondo, come ci svelano i loro abiti e i monumenti tipici alle loro spalle, tra cui la Tour Eiffel, la Sagrada Familia, il Partenone e il Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Nei fili da bucato che corrono tra i palazzi sventolano poi decine di bandiere colorate. L’atmosfera è viva e realistica, tanto che pare di camminare in un vero vicolo, con una bici appoggiata al muro, una pozzanghera d’acqua da schivare e una studentessa che esce da un portone. E ora il gioco è indovinare qual è il vicolo raffigurato nell’opera... esiste davvero o è frutto della creatività dei piccoli artisti?

Cazzuola

La stagione degli amori non coincide con quella della pace. Elisabetta Palagi e Ivan Norscia, ricercatori del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, hanno osservato otto gruppi di Lemur catta, un primate del Madagascar, per 10 anni analizzando in tutto 2.339 aggressioni, come ad esempio rincorse, morsi e schiaffi, in diverse stagioni fisiologiche dell’anno, il pre-accoppiamento, l’accoppiamento, la gravidanza e l’allattamento. E la scoperta è stata che la riconciliazione dipende dalla stagione, cioè si fa pace quando la riproduzione non è in gioco. I dati dello studio, recentemente pubblicato sulla rivista “PLOS One”, sono stati raccolti allo zoo di Pistoia e, in natura, nella foresta di Berenty situata nel sud del Madagascar, grazie al supporto di tre parchi italiani, il Giardino Zoologico di Pistoia, il Parco Zoo Falconara e il Parco Zoo Punta Verde (Lignano Sabbiadoro).
“I catta sono organizzati in gruppi sociali ‘dittatoriali’, – ha spiegato Elisabetta Palagi - dove la rigida gerarchia è mantenuta dalle femmine adulte che si alleano per difendere il territorio o cacciare membri indesiderati, attraverso aggressioni mirate, durante le quali puntano il lemure bersaglio e, insieme, lo rincorrono, se serve lo aggrediscono, e lo mettono in fuga”.
Per capire i meccanismi di riconciliazione, i ricercatori dell’Ateno pisano hanno studiato i contatti affiliativi (spulciamento reciproco, avvicinamento e permanenza in contatto fisico, etc.) tra la vittima e l’aggressore, sia subito dopo il conflitto che in condizioni di tranquillità. Questo per stabilire se il comportamento amichevole osservato fosse effettivamente legato al conflitto, e potesse dunque avere un valore riconciliatorio, oppure se fosse un comportamento che gli animali manifestavano a prescindere dal conflitto stesso. I risultati ottenuti erano a macchia di leopardo, la riconciliazione infatti era presente in due dei cinque gruppi in natura e in un gruppo in cattività, ma combinando le variabili i ricercatori hanno capito che la chiave di tutto era la stagione, in altre parole si fa pace quando la riproduzione non è in gioco.
“Il comportamento riconciliatorio scompare quando i vantaggi della competizione surclassano quelli della cooperazione – ha concluso Elisabetta Palagi – e, nei mammiferi con stretti periodi riproduttivi, questo accade quando gli animali si giocano il tutto per tutto per poter assicurare un futuro al proprio patrimonio genetico. Si può quindi ipotizzare che nelle specie despotiche in cui sono presenti coalizioni, la domanda giusta non è se, ma quando, ci si riconcilia”.

Giovedì, 17 Dicembre 2015 10:34

Nota dell'Ateneo su 'assenze e assenteismi'

Negli scorsi giorni, l’Ateneo ha appreso dai quotidiani locali – anche se finora non ha ricevuto conferme ufficiali in tal senso - che cinque suoi dipendenti sarebbero al centro di un’inchiesta della Procura di Pisa, indagati per truffa e interruzione di pubblico servizio in merito ad alcuni episodi di "assenteismo". Se le accuse fossero provate, si tratterebbe di comportamenti assai gravi, per i quali l’Università di Pisa è pronta a prendere tutti i provvedimenti del caso, agendo in modo tempestivo e con la massima severità. Intanto, gli Organi accademici si occuperanno della questione nella prossima riunione, discutendo una mozione che sarà presentata dal rettore.
Ciò detto, l’Università di Pisa ritiene tuttavia inaccettabili i contenuti di alcuni articoli pubblicati in questi ultimi giorni, che inseguono un sensazionalismo che certo non è sinonimo di buon giornalismo, con strumentalizzazioni, generalizzazioni e citazioni anonime che risultano offensive e fortemente lesive della reputazione dell’Istituzione e del personale che in essa opera con grande impegno, oltre che con entusiasmo, orgoglio e senso di appartenenza.
In particolare, l’Ateneo considera del tutto fuorviante l’accostamento – fatto da “Il Tirreno” del 12 dicembre, nell’articolo “Ad agosto scatta il fuggi fuggi uffici vuoti due giorni su tre”, a firma di Mario Neri - tra le notizie sull’indagine giudiziaria e l’analisi sui dati statistici relativi alle assenze del personale tecnico e amministrativo universitario, liberamente accessibili sui siti dell'Università e della Funzione Pubblica. È sconcertante che si cerchi di "spacciare" come scoop un'osservazione di una banalità assoluta, e cioè che nel mese di agosto e nel periodo a cavallo tra dicembre e gennaio, per le ferie, la percentuale di assenza del personale tecnico-amministrativo dell'Ateneo - come in tutti gli ambienti di lavoro - tende a essere più elevata rispetto agli altri mesi. Tra l'altro, queste ferie sono in gran parte obbligatorie e non a libera scelta del lavoratore, per il criterio economicistico che agosto e fine dicembre sono i periodi in cui l'Università eroga meno prestazioni, mentre le presenze necessitano maggiormente nei periodi di piena attività.
Infatti, se si analizzano i dati delle assenze estratti nel sito della Funzione Pubblica in modo corretto e senza considerare i giorni di ferie goduti dal personale, emerge che ad agosto del 2014 la percentuale media di assenze per malattia sul totale dei dipendenti dell'Ateneo è stata dello 0,05%, a cui va aggiunto uno 0,27% di assenze per altri motivi, che vanno dai congedi parentali ai gravi motivi familiari previsti dalla ex legge 104/del '92; mentre a dicembre 2014, tali percentuali sono state rispettivamente dello 0,3% e dello 0,41%. In numeri assoluti, nel mese di agosto sono stati persi per malattia 70 giorni su un totale di ben 28.440 e nel mese di dicembre 351 giorni su un totale di ben 29.736!
I dati ufficiali registrati dal Dipartimento della Funzione Pubblica indicano, in definitiva, una realtà opposta rispetto a quanto insinuato nell’articolo, per cui il personale tecnico e amministrativo dell'Università di Pisa può legittimamente rivendicare di essere tra i più virtuosi d'Italia.

studenti prof presideGrazie a un’opera interamente creata dai ragazzi del Liceo Artistico “Russoli” di Pisa, gli studenti internazionali che da oggi arriveranno al Welcome Office dell’Università di Pisa si ritroveranno immersi in un tipico vicolo del centro cittadino, accolti da bandiere e personaggi provenienti dai paesi tutto il mondo.

L’opera, composta da alcuni pannelli dipinti prima nei locali della scuola, poi allestiti sulla parete degli uffici di Palazzo Vitelli, è stata inaugurata con una piccola cerimonia a cui hanno partecipato tutti i protagonisti coinvolti nel progetto, a partire dai giovani artisti Dimitri Cazzuola, Giulia Zucca, Stefano Lenzi, Marina Salvadori e Marina Meoni, accompagnati dai loro professori di disegno e grafica, Valerio Mezzetti e Roberto Martini, e dalla dirigente scolastica del “Russoli” Gabriella Giuliani. Per l’Ateneo pisano era presente il direttore generale Riccardo Grasso e tutto lo staff dell’International Office.

Guarda la galleria di foto pubblicata sulla pagina Facebook dell'Università di Pisa.

international office2L’idea dell’opera è nata oltre un anno fa e ha preso vita nel corso dei mesi grazie all’impegno di studenti e professori che hanno dedicato molte ore extra scolastiche al progetto. Preside, professori e personale dell’Ateneo hanno espresso grande soddisfazione per il risultato finale e per l’opportunità data agli studenti di poter partecipare a un’iniziativa nata dalla collaborazione con l’Università di Pisa.

Il dipinto raffigura un vicolo pisano, dalle cui finestre si affacciano persone provenienti da tutti i paesi del mondo, come ci svelano i loro abiti e i monumenti tipici alle loro spalle, tra cui la Tour Eiffel, la Sagrada Familia, il Partenone e il Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Nei fili da bucato che corrono tra i palazzi sventolano poi decine di bandiere colorate. L’atmosfera è viva e realistica, tanto che pare di camminare in un vero vicolo, con una bici appoggiata al muro, una pozzanghera d’acqua da schivare e una studentessa che esce da un portone.

E ora il gioco è indovinare qual è il vicolo raffigurato nell’opera... esiste davvero o è frutto della creatività dei piccoli artisti?

Nelle foto: in alto gli studenti autori del dipinto insieme ai professori e alla dirigente scoalstica; in basso lo staff dell'International Office.

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